I giovani chiedono...
Perché ubbidire a mamma e papà?
JOHN e due compagne di scuola si fermarono davanti al largo squarcio nella recinzione costruita per impedire l’accesso a una trafficata superstrada a sei corsie. Mentre le macchine passavano sfrecciando, le due ragazze si accinsero ad attraversare di corsa la strada per arrivare a casa prima.
“Via John”, lo esortarono le ragazze. “Vieni con noi, vero?” John fece per seguirle. “Poi ricordai che mia madre e mio padre mi avevano detto di non attraversare mai la superstrada bensì di passare sempre dal cavalcavia”.
Notando l’esitazione di John, una delle ragazze disse in tono di scherno: “Sei proprio un coniglio!” Queste parole lo colpirono profondamente. John, tutt’altro che pauroso, non sopportava che due ragazze gli facessero fare la figura dello stupido.
Chiediti: ‘Se fossi stato al posto di John cosa avrei fatto?’ Se non accettava la loro sfida rischiava d’essere umiliato davanti ai coetanei. Solo il comando dei genitori — che in quel momento non erano presenti — lo tratteneva.
Senz’altro anche i tuoi genitori hanno stabilito delle norme a cui si aspettano che tu ubbidisca. Queste regole possono riguardare non solo la pulizia, i compiti di scuola, l’orario di rientro e certe forme di svago, ma anche la condotta e la morale. A volte, però, i ragazzi sono tentati di ignorare le regole stabilite dai genitori. Ma rifletti...
Perché i genitori stabiliscono regole?
“Figlio mio [o figlia mia]”, scrisse un genitore saggio, “osserva i miei comandamenti e continua a vivere”. (Proverbi 7:1, 2) Sì, le regole, i “comandamenti”, di un genitore sono per il tuo bene. Sono un’espressione del sincero amore e interesse dei tuoi genitori. In realtà, la mancanza di ferme norme e regole genera insicurezza.
Per esempio un giovane ha scritto: “I miei genitori . . . me le perdonano tutte. Scommetto che tanti ragazzi vorrebbero che i genitori lasciassero fare loro tutto quello che vogliono. Ebbene, non c’è nulla di divertente. Mi sento colpevole e avvilito. Temo che uno di questi giorni combinerò qualche grosso guaio. Il solo pensiero mi spaventa”. Questo giovane ha delle buone ragioni per temere. In alcuni casi, la mancanza da parte di un genitore di stabilire le norme necessarie ha avuto conseguenze tragiche.
Un giovane, ad esempio, sfasciò la macchina del padre tre volte. “È ovvio che suo figlio non sa guidare”, disse il caporeparto del padre quando seppe degli incidenti. “Perché continua a dargli la sua macchina?” Il padre rispose che non voleva ferire i sentimenti del figlio vietandogli di guidare. Così gli diede di nuovo le chiavi della sua macchina, ma fu l’ultima volta.
Venti minuti dopo che il figlio era uscito, il padre ricevette una telefonata dalla polizia. Gli chiedevano di andare a identificare il corpo mutilato del figlio. Secondo la polizia era andato a sbattere contro un palo del telefono alla velocità di oltre 160 chilometri orari! “Avrei dovuto impedirglielo”, si lamentò il padre. “Se avessi puntato i piedi, oggi sarebbe vivo”.
Ma le regole non servono solo a evitare che tu ti danneggi. Ordinandoti di fare le faccende di casa e i compiti di scuola, i tuoi genitori ti insegnano a lavorare sodo. Quanto è importante questo? Ebbene, in uno studio condotto fra 456 adolescenti fu fatto un confronto tra la vita di coloro che avevano imparato a lavorare nella fanciullezza e la vita di coloro che non avevano imparato. I ricercatori considerarono se i ragazzi facevano regolarmente le faccende di casa e si impegnavano a scuola. Circa trent’anni dopo la maggioranza di questi ragazzi fu nuovamente contattata.
Venne appurato che i ragazzi giudicati bravi nel lavoro avevano il doppio delle probabilità di stringere buone relazioni con un’ampia varietà di persone rispetto agli altri. Inoltre, avevano cinque volte più probabilità d’essere ben pagati nel lavoro. D’altro canto, quelli che nella fanciullezza non erano stati abituati a lavorare erano dieci volte più soggetti a essere classificati come emotivamente incapaci e sei volte più soggetti a morire entro i 47 anni! Quindi ubbidire ai tuoi genitori riguardo alle faccende domestiche e ai compiti di scuola può avere un buon effetto sul resto della tua vita.
Quando è difficile ubbidire
In alcuni casi è per semplice trascuratezza che si infrange una regola. Può darsi tu debba periodicamente rammentare a te stesso le regole. Inoltre osservando altri genitori che sono indulgenti potresti pensare: ‘Perché non posso farlo anch’io?’ Ricorda che i tuoi genitori devono valutare ciò che è meglio per te. Se altri genitori sono troppo indulgenti, sia essi che i figli finiranno per raccogliere una messe di seri problemi, poiché “qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. (Galati 6:7, 8) Perché andare in cerca degli stessi guai?
A volte un genitore può stabilire arbitrariamente una regola che a tuo giudizio è ingiusta. La tendenza è quella di disubbidire. Ma perché non scegli il momento opportuno e non dici quello che pensi ai tuoi genitori, spiegando perché ritieni che quella regola sia ingiusta? Forse ti sarà utile avere in mente un’altra regola che potrebbe essere un compromesso accettabile. In altri casi ancora, però, la causa della disubbidienza è il dispetto o il disprezzo.
Una diciassettenne si sentiva emotivamente defraudata a motivo dell’indifferenza dei genitori, troppo presi dai loro battibecchi. In collera con i genitori, decise di trasgredire i princìpi biblici a cui loro tenevano tanto. Commise fornicazione con un uomo incontrato in treno. “Sentivo di doverne fare una ai miei genitori”, disse in seguito. Ma agendo per ripicca fu lei a rimetterci, poiché la collera rese insensibile la sua coscienza. Cominciò poi a saltare le lezioni a scuola e fu coinvolta nell’uso e nello spaccio di droga.
Il giusto Giobbe fu avvertito: “Bada che il furore non ti seduca da farti [compiere azioni] con disprezzo . . . Sta in guardia per non volgerti a ciò che è nocivo”. (Giobbe 36:18-21) Quando hai voglia di disubbidire per dispetto, fermati e pensa: ‘A che servirà disubbidire? Anche se infrango le regole per vendicarmi dei miei genitori, non è possibile che ne subisca le conseguenze per tutto il resto dei miei giorni, molto tempo dopo che le mie emozioni si sono calmate?’ Anziché agire per ripicca, è meglio calmarsi e non agire avventatamente.
Infine, l’adolescenza è un periodo in cui i giovani spesso fanno valere la propria indipendenza. ‘Mi tratti come un bambino. Perché non lasci che mi assuma le mie responsabilità per quanto riguarda compiti, stanza, orario di rientro, aspetto, amici e l’ora in cui andare a letto?’ Molti giovani si ritengono perfettamente in grado di stabilire le proprie regole. Però John, il ragazzo menzionato all’inizio dell’articolo, imparò...
Il valore dell’ubbidienza
“Non importa se mi chiamate ‘coniglio’”, disse John alle due ragazze. “Devo dare retta a mia madre”. Mentre le ragazze attraversavano di corsa la strada, John passò ubbidientemente dal cavalcavia. Mentre lo attraversava sentì uno stridore di gomme. Guardò giù e vide che le due ragazze erano state investite e lanciate in aria. Una finì sulla corsia opposta, dove fu investita nuovamente e uccisa. Alla sorella venne schiacciata una gamba che in seguito dovette essere amputata.
Questa tragedia fece capire a John quanto era limitata la sua esperienza. Aveva visto molti altri giovani, incluse le due ragazze, attraversare di corsa quella strada senza incidenti. Sua madre, però, ricordava bene che, circa cinque anni prima, il figlio di una sua amica era rimasto ucciso mentre cercava di attraversare la stessa strada. Grazie alla sua maggiore esperienza aveva stabilito delle regole per salvaguardare il figlio.
La madre di John, Thelma, andò poi a trovare la madre delle ragazze per confortarla. La donna, addolorata, spiegò: “Dicevo sempre loro di passare dal cavalcavia, ma non mi davano retta. Decidevano ugualmente di attraversare. Se solo fossero state ubbidienti come tuo figlio!” Sì, l’ubbidienza può aver salvato la vita a John.
Naturalmente non tutte le volte che viene infranta una regola stabilita dai genitori è questione di vita o di morte. Con un po’ di abilità è possibile eludere quasi tutte le regole stabilite dai genitori. Ma la disubbidienza nelle piccole cose può far prendere un’abitudine difficile da sradicare. Il proprio cuore può incallirsi nel male. — Ecclesiaste 8:11.
L’ubbidienza di John non dipendeva dal fatto che i genitori lo vedessero, poiché sapeva che Dio comanda d’essere ubbidienti e desiderava piacergli e avere così una buona coscienza. (Efesini 6:1) Questa ubbidienza deve scaturire dal cuore. Un genitore saggio consigliò al figlio: “Il tuo cuore afferri saldamente le mie parole. Osserva i miei comandamenti e continua a vivere”. — Proverbi 4:4
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Come dovresti considerare le regole stabilite dai tuoi genitori?