RSD: una malattia dolorosa e sconcertante
Dal corrispondente di Svegliatevi! in Canada
LA DISTROFIA SIMPATICA RIFLESSA (RSD) è “una delle sindromi più sconcertanti e una delle più dolorose e potenzialmente debilitanti”, ha scritto Allison Bray nel quotidiano Winnipeg Free Press. La RSD “spesso non viene riconosciuta clinicamente per il semplice fatto che non è ben compresa”, ha detto la paziente Anna Alexander nel British Medical Journal. Questa stessa rivista medica affermava che probabilmente nei bambini l’RSD non viene diagnosticata in tutti i casi. Per molti anni i medici pensavano addirittura che il dolore fosse psicogeno, autoindotto.
Chi soffre di questa misteriosa malattia prova un dolore incessante e magari non ricorda nemmeno di aver fatto nulla per scatenarlo. Sarah Arnold ha scritto sulla rivista Accent on Living: “La malattia è provocata da una lesione o da un trauma che interessa una regione del corpo ricca di terminazioni nervose, come la mano o il piede. La lesione può essere di qualsiasi tipo, dalla puntura di un ago a un intervento chirurgico. La prima indicazione della malattia è un dolore prolungato più grave della lesione. I sintomi sono dolore intenso e urente in una zona localizzata, ipersensibilità alla temperatura e alla luce, modificazioni nei peli e nelle unghie nonché nel colore della pelle”.
La malattia evolve attraversando diversi stadi. All’inizio si ha gonfiore e arrossamento della zona colpita con crescita di peli dove prima questi non crescevano in maniera visibile. Questa fase può durare da uno a tre mesi. Poi la zona colpita diventa bluastra e fredda, il dolore aumenta e legamenti e giunture si irrigidiscono. Può subentrare l’osteoporosi. Infine si ha atrofia dei muscoli colpiti, contrazione dei tendini e avvizzimento dell’arto colpito.
Secondo il dott. Howard Intrater, direttore della clinica algologica dell’Health Sciences Centre di Winnipeg (Canada), i danni irreversibili si possono prevenire. Bisogna impedire al sistema simpatico di trasmettere gli impulsi dolorosi.a Il quotidiano di Winnipeg riferisce che “le terapie vanno dalla stimolazione elettrica ai betabloccanti, dagli stimolatori epidurali (nel qual caso si impianta un elettrodo nel midollo spinale per stimolare l’area colpita) alle iniezioni fatte per bloccare i nervi simpatici”. Per alleviare il dolore e migliorare la motilità si ricorre alla fisioterapia associata all’agopuntura. Secondo il British Medical Journal “la terapia efficace include una combinazione di stimolazione elettrica del nervo, blocco farmacologico del sistema simpatico, psicoterapia e intensa terapia fisica”.
È ovvio che diagnosticare per tempo la malattia è vantaggioso. Tuttavia i medici che scrivono su The American Journal of Sports Medicine affermano che i risultati ottenuti su pazienti a cui erano stati diagnosticati i sintomi da meno di 6 mesi, da 6-12 mesi oppure da più di 12 mesi “sono stati quasi identici. Questo contraddice l’opinione corrente secondo cui la presenza dei sintomi da oltre 1 anno prima dell’inizio della terapia sarebbe un segno prognostico sfavorevole”.
Si spera che, con l’aumento della conoscenza in campo medico, la RSD diventi meno misteriosa e si possa curare in modo sempre più efficace.
[Nota in calce]
a Per un’analisi dettagliata dell’argomento del dolore vedi la serie di articoli intitolata “Una vita senza dolore: È possibile?” in Svegliatevi! del 22 giugno 1994.