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  • A tu per tu con i gorilla di montagna

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  • A tu per tu con i gorilla di montagna
  • Svegliatevi! 1998
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Svegliatevi! 1998
g98 22/1 pp. 16-18

A tu per tu con i gorilla di montagna

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Tanzania

NELLA zona vulcanica al confine tra il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo ne vivono solo 320 circa. Altri 300 vivono in Uganda, nella foresta impenetrabile. Sono i gorilla di montagna, una delle specie di mammiferi maggiormente a rischio di estinzione!

La zoologa americana Dian Fossey fece molto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul destino di queste creature. La Fossey venne in Africa verso la fine degli anni ’60 per studiare i gorilla di montagna. A quel tempo i gorilla stavano scomparendo rapidamente a causa del bracconaggio. L’intrepida scienziata incominciò a vivere da eremita sui monti Virunga, e ben presto si accattivò l’amicizia dei gorilla che vivevano lì. Pubblicò le sue scoperte in articoli di riviste e nel libro Gorilla nella nebbia. Con il passare del tempo divenne sempre più decisa a proteggere i suoi amici pelosi, ingaggiando una vera e propria guerra contro i bracconieri. Tuttavia, fu vittima della sua stessa crociata e nel 1985 fu assassinata da un ignoto aggressore.

Spinti dal desiderio di vedere con i nostri occhi queste creature pacifiche, nel 1993 mia moglie e io decidemmo di avventurarci nell’habitat dei gorilla. Permetteteci di rivivere con voi la nostra avventura.

Tutto inizia quando le nostre guide ci portano a fare un’arrampicata di un’ora che dai piedi del vulcano Visoke, alto 3.700 metri, ci porterà al confine del Parco Nazionale dei Vulcani, in Ruanda. Durante una pausa, alquanto gradita, le guide ci spiegano come dobbiamo comportarci con i gorilla. Ci dicono che ogni giorno è consentito soltanto a otto visitatori di andare a osservare questo particolare gruppo di animali. In questo modo si riduce il rischio di trasmettere loro qualche malattia e non si interferisce con le loro abitudini.

“Una volta entrati nella foresta”, ci ricorda una guida, “dobbiamo parlare sottovoce. Così potremo osservare gli altri animali e uccelli che popolano la foresta, poiché oltre ai gorilla di montagna ci sono cercopitechi, cefalofi, tragelafi striati, elefanti e persino bufali”.

Ci avvertono anche che nel parco ci sono ortiche e formiche, e che potremmo essere costretti a camminare nella boscaglia in mezzo alla nebbia e al fango. Mia moglie ed io ci guardiamo. Non siamo attrezzati per questo! Tuttavia le amichevoli guide vengono in nostro aiuto prestandoci impermeabili e stivali.

La guida spiega poi che i gorilla sono estremamente vulnerabili alle malattie dell’uomo, per cui chi è malato o sa di essere portatore di una malattia infettiva non può venire. “Se quando siete con i gorilla dovete tossire o starnutire, voltatevi dall’altra parte e cercate di coprirvi il naso e la bocca”, dice una guida. “E ricordate! Siamo ospiti nella loro nebbiosa dimora”.

Tanto vicini da poterli toccare!

La salita si fa sempre più ripida. Arriviamo a 3.000 metri di quota. L’aria è rarefatta al punto che si fa fatica a respirare, e i sentieri sono stretti. Possiamo deliziarci gli occhi, però, ammirando i bellissimi alberi di cusso (Hagenia abyssinica), i cui rami si estendono orizzontalmente, carichi di un fitto intreccio di muschi, felci e orchidee. Questi alberi danno alla foresta una bellezza paradisiaca.

Ora le guide cominciano a cercare il posto in cui i gorilla sono stati avvistati il giorno prima, anche se questi animali sono sempre in movimento in cerca di cibo. “Guardate là!”, esclama qualcuno. Nella vegetazione molle si nota il giaciglio di un gorilla maschio dal dorso argentato.

“Si chiama Umugome”, spiega la guida. “Quando un gorilla maschio ha circa 14 anni, il dorso diventa argentato. Allora viene considerato il capo del branco. È solo questo maschio che si accoppia con tutte le femmine. Se i più giovani ci provano vengono subito respinti! Se però un rivale riesce a uccidere il maschio dominatore dal dorso argentato, uccide anche tutti i suoi piccoli. Dopo di che diventa lui il nuovo capo e genera figli con le femmine del branco”.

“Quanto può vivere un gorilla?”, chiede qualcuno del gruppo mentre seguiamo le guide inoltrandoci in una bellissima foresta di bambù.

“Fino a una quarantina d’anni”, risponde sottovoce una guida.

“Ssh! Ssh!”, bisbiglia qualcuno sentendo un roco grugnito. “Cos’è stato? Un gorilla?” No, è una delle guide che imita il verso del gorilla, sperando di sentire una risposta. Ormai dobbiamo essere molto vicini!

E infatti, a soli cinque metri da noi, ce ne sono una trentina! Ci viene detto di accucciarci e fare silenzio. “Non indicateli con le dita”, si raccomanda una guida, “perché potrebbero pensare che state gettando loro qualcosa. E non gridate. Se scattate fotografie muovetevi lentamente e con cautela, e non usate il flash”.

Siamo così vicini che potremmo toccarli! Ma prima che qualcuno possa seguire questo impulso una guida bisbiglia: “Non toccateli!” Immediatamente un paio di giovani gorilla avanzano per studiarci da vicino. La guida li colpisce dolcemente con un ramoscello, e i giovani curiosi rotolano giù per il pendio, lottando fra loro come due bambini. Quando il gioco diventa troppo violento interviene la mamma.

Il maschio dominatore ci osserva da lontano. All’improvviso ci viene incontro e si mette a sedere a pochi metri da noi. È possente: deve pesare un paio di quintali! È troppo intento a mangiare per prestarci molta attenzione, anche se ci tiene d’occhio. In effetti, mangiare è l’attività principale dei gorilla! Un maschio dominatore può mangiare fino a 30 chili di cibo al giorno. E ogni individuo del branco è incessantemente alla ricerca di cibo dalla mattina alla sera. A volte si vedono gorilla che litigano per qualche boccone prelibato che hanno trovato.

Il loro cibo preferito è la polpa di alcune piante del genere Senecio. Sono anche ghiotti di sedano selvatico, delle radici di alcune piante e di germogli di bambù. A volte si preparano persino delle “insalate”, mischiando germogli di bambù con foglie di cardo, ortiche e altre erbe, radici e piante rampicanti. “Come fanno i gorilla ad afferrare e pulire le ortiche senza pungersi?”, chiede qualcuno. “Sulle palme delle mani hanno la pelle molto spessa”, spiega una guida.

Mentre stiamo assaporando questa scena tranquilla, ad un tratto il grosso maschio si erge sulle zampe posteriori, si percuote il petto con i pugni ed emette un urlo terrificante che fa gelare il sangue! Poi si precipita verso una guida, fermandosi di colpo a distanza ravvicinata. A questo punto le lancia uno sguardo feroce. La guida, però, non si lascia prendere dal panico. Si accuccia, emette qualche grugnito e indietreggia lentamente. A quanto pare il maschio dominatore voleva solo impressionarci sfoggiando la sua potenza. Credetemi, ci è riuscito in pieno!

A questo punto le guide ci fanno cenno di prepararci per la partenza. Abbiamo trascorso poco più di un’ora con queste creature meravigliose e pacifiche, come loro “ospiti nella nebbia”. Per quanto breve, è stata davvero un’esperienza indimenticabile. Non possiamo fare a meno di pensare alla promessa biblica del nuovo mondo ormai vicino, in cui uomini e animali saranno per sempre in pace fra loro! — Isaia 11:6-9.

[Cartine a pagina 18]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Area di diffusione del gorilla di montagna

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

Lago Kivu

UGANDA

RUANDA

AFRICA

Parte ingrandita

[Fonte a pagina 18]

Mountain High Maps® Copyright © 1997 Digital Wisdom, Inc.

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