UNA FINESTRA SUL PASSATO
Erodoto
COM’ERA la vita migliaia di anni fa? Che usanze si seguivano a quel tempo? Ad alcune di queste domande può rispondere l’archeologia, ma non a tutte. Per comprendere il modo di pensare di popoli antichi occorrerebbe che un testimone degli eventi del mondo allora conosciuto avesse messo tutto per iscritto. Un uomo del genere visse circa 2.400 anni fa. Si chiamava Erodoto ed era uno storico greco del V secolo a.E.V., ovvero prima di Cristo. Scrisse un’opera intitolata Le Storie.
Erodoto si accinse a documentare le origini delle guerre combattute dai greci e in particolare le cause legate alle invasioni dei persiani, che ebbero luogo nel 490 a.E.V., e anche nel 480 quando Erodoto era ancora un ragazzo. Oltre ad affrontare questo tema fondamentale Erodoto fece ampie digressioni, includendo tutto ciò che poté trovare su ogni nazione coinvolta nell’avanzata dei persiani.
PIÙ CHE UNO STORICO
Erodoto era un narratore di talento. Era molto meticoloso nel suo lavoro e ci metteva tanta passione, menzionando qualunque particolare ritenesse necessario ai fini della completezza. L’impresa di Erodoto è davvero notevole se si considera che non poté basare il suo lavoro su documenti ufficiali presenti in un archivio di stato che dessero conto della successione storica degli eventi. Documenti del genere erano piuttosto rari.
A quei tempi erano in pochi a preoccuparsi di tenere traccia della storia, a meno che non fosse per vantare le proprie gesta eroiche includendole in iscrizioni o monumenti. Per riuscire a documentare gli eventi, Erodoto dovette fare affidamento sulla sua osservazione, su racconti popolari e sulla testimonianza di altre persone. Per raccogliere le varie informazioni, Erodoto viaggiò molto. Crebbe nella colonia greca di Alicarnasso (oggi Bodrum, nella Turchia meridionale) e percorse gran parte della Grecia.
Per raccogliere le varie informazioni, Erodoto viaggiò molto
Si spinse a nord nella zona del Mar Nero e nella Scizia (nel territorio dell’odierna Ucraina) e a sud in Palestina e Alto Egitto. A est si dice che sia stato a Babilonia, per poi passare presumibilmente l’ultimo periodo della sua vita a ovest, a Thurii, una colonia della Magna Grecia nei pressi dell’attuale Sibari, nell’Italia meridionale. Dovunque andasse, osservava e faceva domande, e poi ricavava informazioni dalle fonti che giudicava più attendibili.
L’ACCURATEZZA DI ERODOTO
Fino a che punto si possono considerare accurate le informazioni raccolte da Erodoto? Per quanto riguarda i territori che visitò e le cose che vide di persona, le sue informazioni sono ritenute attendibili. I racconti che fa di certe pratiche sconosciute in Grecia, come le cerimonie funebri del re scita o la mummificazione presso gli egizi, si avvicinano molto a quanto scoperto dagli archeologi. È stato osservato che il patrimonio di informazioni raccolte da Erodoto sull’Egitto “supera per importanza tutto quello che fu scritto nell’antichità a proposito di quel popolo”.
Spesso, però, Erodoto non poté far altro che affidarsi a testimonianze di dubbia provenienza. Inoltre, la gente di allora era convinta che le divinità pagane intervenissero nelle attività dell’uomo. Pertanto, non tutto quello che scrisse soddisfa i criteri degli storici di oggi. Erodoto tentò comunque di separare i fatti dalla leggenda. Saggiamente, dichiarò di non credere a tutto quello che gli veniva raccontato. Giunse alle sue conclusioni dopo aver selezionato le fonti e averle messe a confronto.
Le Storie di Erodoto rappresentano probabilmente il lavoro di tutta una vita. Tenuto conto delle risorse di cui disponeva, si tratta di un’opera davvero straordinaria.