Capitolo 9
Educare i figli dall’infanzia
1-4. Che evidenza c’è che il bambino ha un’enorme capacità d’apprendimento?
LA MENTE di un bambino appena nato è stata paragonata a una pagina su cui non si è scritto nulla. In realtà, la mente del neonato ha già ricevuto molte impressioni mentre era ancora nel grembo materno. E certi tratti della personalità vi sono scritti in modo indelebile per eredità genetica. Ma dal momento della nascita in poi ha un’enorme capacità d’apprendimento. Anziché una sola pagina, è come se un’intera biblioteca attendesse che le informazioni vengano impresse sulle sue pagine.
2 Alla nascita il cervello del bambino pesa solo un quarto del peso che avrà nell’adulto. Ma il cervello cresce con tale rapidità che in soli due anni raggiunge tre quarti del suo peso da adulto. La crescita intellettuale procede di pari passo. Gli studiosi dicono che l’intelligenza del bambino cresce tanto durante i primi quattro anni di vita quanto durante i successivi tredici. Infatti si dice che “i concetti che il bambino impara prima del suo quinto compleanno sono fra i più difficili che incontrerà mai”.
3 Concetti basilari come destra e sinistra, su e giù, pieno e vuoto, e anche gradi comparativi di misura e peso ci sembrano tutti così naturali. Ma il bambino deve imparare oltre a questi una quantità di altri concetti. Il concetto stesso della parola dev’essere impresso e inculcato nella mente del bambino.
4 Il linguaggio è considerato da alcuni “probabilmente la più difficile impresa intellettuale che un essere umano sia chiamato a compiere”. Se qualche volta ti sei sforzato di imparare una nuova lingua probabilmente sarai d’accordo. Ma almeno tu hai il vantaggio di sapere come funziona il linguaggio. Il bambino non lo sa, eppure la sua mente è in grado di afferrare il concetto del linguaggio e di servirsene. Non solo, ma bambini in tenera età che vivono in famiglie o zone bilingui possono parlare con facilità due lingue, ancor prima di andare a scuola. Dunque l’intelligenza c’è; aspetta di essere sviluppata.
BISOGNA INIZIARE SUBITO
5. Quando dovrebbe iniziare l’educazione del bambino?
5 Scrivendo al suo compagno Timoteo, l’apostolo Paolo gli ricordò che aveva conosciuto gli scritti sacri “dall’infanzia”. (2 Timoteo 3:15) Il genitore saggio riconosce la naturale sete di sapere del neonato. I bambini sono buoni osservatori, sono tutt’occhi e orecchi. Sia che i genitori se ne rendano conto o no, i piccini sono occupati a raccogliere e archiviare informazioni, aggiungerne delle nuove e trarre conclusioni. In effetti, se i genitori non stanno attenti, in poco tempo il neonato può imparare molto bene a manovrarli a suo piacere. Perciò il consiglio della Parola di Dio si applica fin dalla nascita: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; pure quando sarà invecchiato non se ne dipartirà”. (Proverbi 22:6) Le prime lezioni, naturalmente, sono lezioni di amore, accompagnate da molta amorevole cura e affetto. Ma insieme ci dev’essere la necessaria correzione, applicata dolcemente ma con fermezza.
6. (a) Con che specie di linguaggio è meglio parlare al bambino? (b) Come si dovrebbero considerare le numerose domande che fa?
6 Parla al piccino non in modo bambinesco, ma con linguaggio semplice da adulto, che è quello che vuoi fargli imparare. Appena il bambino imparerà a parlare ti sommergerà di domande: ‘Perché piove? Da dove sono venuto? Dove vanno le stelle di giorno? Cosa fai? Perché questo? Perché quello?’ E così all’infinito. Ascoltale, perché le domande sono fra i migliori strumenti che il bambino ha per imparare. Soffocando le domande si può soffocare lo sviluppo mentale.
7. Come è meglio rispondere alle domande del bambino, e perché?
7 Ma, come l’apostolo, ricorda: “Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino”. (1 Corinti 13:11) Rispondi alle domande come meglio puoi, ma in modo semplice e breve. Quando il bambino chiede: ‘Perché piove?’ non vuole una risposta complicata, particolareggiata. La risposta: ‘Le nuvole sono piene d’acqua e l’acqua cade’, può soddisfarlo. L’attenzione del bambino ha breve durata; passa subito a qualcos’altro. Perciò, come gli dai il latte finché non può prendere cibo solido, dagli informazioni semplici finché non potrà capire concetti più particolareggiati. — Confronta Ebrei 5:13, 14.
8, 9. Cosa si può fare per insegnargli progressivamente a leggere?
8 L’apprendimento dev’essere progressivo. Come si è detto, Timoteo conosceva le Scritture dall’infanzia. Evidentemente uno dei suoi primi ricordi d’infanzia era che gli veniva insegnata la Bibbia. Questo indubbiamente fu fatto in modo progressivo, proprio come un padre o una madre oggi comincerebbe a insegnare a leggere a un bambino. Leggi a tuo figlio. Quando è piccolo, prendilo sulle ginocchia, mettigli un braccio attorno e leggi con voce piacevole. Proverà un affettuoso sentimento di sicurezza e gioia, e la lettura sarà un’esperienza piacevole, per quanto poco capisca. Più tardi puoi insegnargli l’alfabeto, forse come un gioco. Poi delle parole, e infine con le parole forma delle frasi. E per quanto possibile, fa in modo che imparare sia piacevole.
9 Una coppia, per esempio, leggeva ad alta voce col figlioletto di tre anni, indicando ogni parola affinché il bambino seguisse la lettura. A certe parole facevano una pausa, e il bambino aggiungeva la parola, come “Dio”, “Gesù”, “uomo”, “albero”. Gradatamente le parole che era in grado di leggere aumentarono, e a quattro anni leggeva quasi tutte le parole. Con la lettura viene la scrittura, prima lettere singole e poi parole complete. Che emozione per il bambino scrivere il proprio nome!
10. Perché è saggio aiutare ciascun figlio a sviluppare le sue capacità?
10 Ogni bambino è diverso, ha una personalità unica, e si dovrebbe aiutarlo a sviluppare le capacità e i doni ereditari che ha. Se educhi ciascun figlio secondo le sue forze e capacità ereditarie, non dovrà essere invidioso dei successi degli altri bambini. Ogni figlio dovrebbe essere amato e apprezzato per quello che è. Pur aiutandolo a vincere o controllare le inclinazioni errate, non dovresti costringerlo a seguire un modello predeterminato. Piuttosto guidalo a fare l’uso migliore dei buoni tratti della sua personalità.
11. Perché non è saggio fare paragoni tra i figli?
11 Un genitore può fomentare uno spirito egoistico di competizione dando ad intendere che un figlio è superiore o inferiore a un altro. Anche se i bambini molto presto nella vita danno segno di egoismo innato, inizialmente non hanno alcuna idea di rango o superiorità, né si sentono importanti. Per questo Gesù si servì di un bambino per fare un esempio onde correggere lo spirito di ambizione e preoccupazione per l’importanza personale mostrato dai discepoli in una certa occasione. (Matteo 18:1-4) Quindi evita di paragonare un bambino a un altro. Il bambino si sentirà messo in disparte. Dapprima sarà offeso, e se questo trattamento continua, probabilmente diventerà ostile. D’altra parte, il bambino considerato migliore può diventare arrogante e attirarsi l’antipatia di altri. Come genitore, il tuo amore e la tua approvazione non dovrebbero mai dipendere da com’è un bambino rispetto a un altro. La varietà è piacevole. In un’orchestra ci sono molti strumenti diversi per accrescere la varietà e la vivacità, pur essendo tutti in armonia. Le personalità diverse aggiungono sapore e interesse alla cerchia familiare, senza nuocere all’armonia quando tutti si modellano secondo i giusti principi del loro Creatore.
AIUTA TUO FIGLIO A CRESCERE
12. Quali fatti circa gli adulti dimostrano che un bambino ha bisogno di essere guidato?
12 La Parola di Dio dice che ‘non appartiene all’uomo che cammina dirigere i suoi passi’. (Geremia 10:23) Gli uomini dicono il contrario. Perciò rifiutano la guida divina, seguono quella umana, incontrano una difficoltà dopo l’altra, e finiscono col dimostrare che dopo tutto Dio ha ragione. Geova Dio dice che c’è una via che all’uomo sembra diritta, ma la sua fine è la via della morte. (Proverbi 14:12) Gli uomini hanno sempre preso la via che sembrava loro diritta, e che ha portato guerra, carestia, malattia e morte. Se la via che sembra diritta a un uomo adulto ed esperto finisce nella morte, come può finire altrimenti la via che sembra diritta a un bambino? Se non appartiene all’uomo che cammina dirigere i suoi passi, come può un bambino ai primi passi trovare la via della vita? Nella sua Parola il Creatore provvede la direttiva necessaria sia al genitore che al figlio.
13, 14. In che modo i genitori possono istruire i figli, in armonia con il consiglio di Deuteronomio 6:6, 7?
13 Ai genitori Dio dice: “Queste parole che oggi ti comando devono essere nel tuo cuore; e le devi inculcare a tuo figlio e parlarne quando siedi nella tua casa e quando cammini per la strada e quando giaci e quando ti levi”. (Deuteronomio 6:6, 7) Sempre, in qualsiasi momento, ogni volta che si presenti l’occasione adatta, si dovrebbe impartire istruzione. Se la famiglia fa la prima colazione insieme, anche se molti la mattina devono correre per prepararsi ad andare al lavoro o a scuola, una preghiera di ringraziamento per il cibo farà rivolgere i pensieri al Creatore e può includere altri punti di importanza spirituale per la famiglia. Forse ci sarà tempo di accennare alle attività della giornata o alla scuola e si potranno dare sani consigli per risolvere i problemi che potrebbero presentarsi. L’ora di coricarsi, “quando giaci”, può essere un momento felice per i più piccini se i genitori prestano loro un po’ più d’attenzione. Le storie raccontate ai piccini prima che s’addormentino possono dire molto per loro e possono essere un ottimo mezzo per insegnare. La Bibbia è piena di racconti che richiedono solo un po’ di inventiva e di calore da parte dei genitori per renderli molto piacevoli per i bambini. Esperienze personali della tua stessa vita sono particolarmente interessanti per i tuoi figli e possono insegnare loro ottime lezioni. E se può sembrar difficile trovare nuove storie da raccontare, spesso riscontrerai che al bambino piace ascoltare più volte la stessa storia. Riscontrerai che, con un po’ più di tempo, le linee di comunicazione con i figli saranno più aperte. Pregare insieme ai piccini all’ora di coricarsi può anche aiutare a stabilire subito un contatto con Colui che può meglio guidarli e proteggerli. — Efesini 3:20; Filippesi 4:6, 7.
14 Ogni volta che “siedi nella tua casa” o viaggi “per la strada”, ci sono opportunità di insegnare a tuo figlio cose interessanti e istruttive. Per i bambini è come un gioco. Una coppia narra come ciò servì ad aiutare dei bambini a ricordare punti di un’adunanza per lo studio biblico:
‘Una sera portammo con noi un ragazzino di sei anni che di solito non è molto attento alle adunanze. Mentre andavamo alla sala, dissi: “Facciamo un gioco. Tornando a casa vediamo se riusciamo a ricordare i cantici che avremo cantato e alcuni dei punti principali considerati nell’adunanza”. Tornando a casa rimanemmo sorpresi. Il più piccolo, che di solito sta poco attento, ebbe l’opportunità di parlare per primo e ricordò molti dei punti. I nostri figli aggiunsero i loro commenti e alla fine fu la volta di noi adulti. Invece di una fatica, fu per loro un divertimento’.
15. Come si può incoraggiare un bambino a migliorare?
15 Crescendo, il bambino imparerà a esprimere idee, a disegnare, a fare qualche lavoro, a suonare qualche strumento. Ci prova soddisfazione. Il suo lavoro, in un certo senso, fa parte di lui stesso. Per lui è molto importante. Se lo guardi e dici: ‘Bravo!’ il bambino sarà molto incoraggiato. Trova nel suo lavoro qualche cosa che sinceramente puoi lodare, e sarà per lui uno sprone. Criticalo seccamente, e sarà senz’altro avvilito e scoraggiato. Fa una domanda su qualche aspetto del lavoro se necessario, ma senza demolirlo. Per esempio, invece di prendere il suo stesso disegno e rifarlo, potresti fargli vedere come migliorarlo su un altro pezzo di carta. Questo gli permette di correggere il proprio disegno se vuole. Incoraggiando il suo sforzo incoraggerai la sua crescita; criticandolo aspramente, puoi scoraggiarlo o soffocare il suo desiderio di tentare di nuovo. Sì, il principio esposto in Galati 6:4 si può applicare anche ai bambini: “Provi quale sia la propria opera, e allora avrà causa di esultanza solo riguardo a se stesso, e non in paragone con l’altra persona”. Il bambino, specialmente se è alle prime armi, ha bisogno d’incoraggiamento. Se il progetto è buono per la sua età, lodalo! Se non lo è, loda il suo sforzo, e incoraggialo a provare di nuovo. Dopo tutto, non ha imparato a camminare al primo tentativo.
COME FACCIO A SPIEGARGLIELO?
16. Tenuto conto di quello che dice la Bibbia, come si dovrebbe rispondere alle domande di un bambino?
16 Rispondi alle domande di tuo figlio e lo incoraggi a esprimersi. Ma ad un tratto ti fa una domanda sul sesso. Rispondi francamente o dai una risposta mendace, dicendo ad esempio che all’ospedale si è comprato il fratellino o la sorellina? Darai informazioni corrette o lascerai che i tuoi figli ricevano da ragazzi più grandi risposte inesatte, anche errate, forse in un contesto d’oscenità? In diverse occasioni la Bibbia parla con franchezza di ciò che riguarda i rapporti sessuali o gli organi genitali. (Genesi 17:11; 18:11; 30:16, 17; Levitico 15:2) Nel dare istruzioni al suo popolo riguardo alle adunanze dove si doveva leggere la sua Parola, Dio disse: “Congrega il popolo, gli uomini e le donne e i piccoli . . . onde ascoltino e imparino”. (Deuteronomio 31:12) Così i bambini ne avrebbero sentito parlare in un’atmosfera seria e rispettosa, non in linguaggio da strada.
17-19. Come si possono dare progressive spiegazioni sul sesso?
17 In realtà, spiegare il sesso non è così difficile come immaginano molti genitori. I bambini si rendono conto del loro corpo molto presto, scoprendone le varie parti. Insegnate al bambino come si chiamano: mani, piedi, naso, stomaco, natiche, pene, vulva. Il piccino non è imbarazzato, a meno che non cambiate improvvisamente tono come se si dovesse fare un mistero delle parti genitali. Quello che spaventa i genitori è il pensiero di dover spiegare tutto una volta che cominciano le domande. In effetti le domande sono fatte una alla volta, man mano che il bambino raggiunge diversi stadi di sviluppo. Ad ogni diverso stadio non si deve far altro che fornire il vocabolo adatto e spiegazioni molto semplici, generali.
18 Per esempio, un giorno ti viene chiesto: ‘Da dove vengono i bambini?’ Puoi rispondere semplicemente dicendo qualcosa del genere: ‘Crescono dentro la mamma’. Di solito è tutto quel che ci vuole per il momento. Più tardi tuo figlio ti chiederà: ‘Come fa il bambino a venire fuori?’ Potresti rispondere: ‘C’è una speciale apertura per farlo uscire’. E per ora sarà soddisfatto.
19 Qualche tempo dopo ecco la domanda: ‘Come si fa a fare un bambino?’ La tua risposta potrebbe essere: ‘Un padre e una madre desiderano avere un bambino. Un seme del padre si unisce a una cellula uovo nella madre e comincia a formarsi un bambino, come un seme nella terra diventerà un fiore o un albero’. Quindi è una storia che continua, e ogni puntata basta a soddisfare per il momento il bambino. In seguito potrà chiedere: ‘Come fa il seme del padre a entrare nella madre?’ Puoi dire semplicemente: ‘Sai com’è fatto un maschietto. Ha un pene. Nel corpo della donna c’è un’apertura in cui entra il pene. Così il seme è piantato. Siamo fatti così perché i bambini possano cominciare a crescere dentro la mamma, e alla fine nascere’.
20. Perché è bene che siano i genitori a dare ai figli tali spiegazioni circa i rapporti sessuali?
20 Queste risposte veritiere sono certo migliori delle false storie o del mistero di cui si circonda il soggetto come se fosse qualcosa di sconveniente. (Confronta Tito 1:15). Inoltre è meglio che il bambino sappia le cose come stanno dai genitori, che possono accompagnare le spiegazioni con le ragioni per cui è giusto che abbiano bambini solo le persone sposate che si amano e che hanno accettato la responsabilità di amare e aver cura del bambino. Ciò pone l’argomento su un piano sano, spirituale, evitando che venga imparato in modo da farlo sembrare una cosa sporca o impura.
LE PIÙ IMPORTANTI LEZIONI DELLA VITA
21. A motivo di quale tendenza dei bambini e importante che i genitori diano il buon esempio?
21 Una volta Gesù paragonò la gente del suo tempo a “fanciullini seduti nei luoghi di mercato che si rivolgono ai loro compagni di gioco, dicendo: ‘Vi abbiamo suonato il flauto, ma voi non avete ballato; abbiam fatto lamenti, ma voi non vi siete percossi con dolore’”. (Matteo 11:16, 17) Nei loro giochi i bambini imitavano i grandi con le loro feste e i loro funerali. Data la normale tendenza del bambino a imitare, l’esempio dei genitori ha moltissima importanza nella sua educazione.
22. Che effetto può avere sui figli la condotta dei genitori?
22 Dal momento della nascita, tuo figlio impara da te non solo quello che dici ma anche come lo dici, il tono della voce con cui parli al bambino stesso, al tuo coniuge e ad altri. Il piccino osserva come i genitori si trattano a vicenda, come trattano altri componenti della famiglia e i visitatori. Il tuo esempio in queste cose può cominciare a impartire a tuo figlio lezioni molto più importanti dell’imparare a camminare o a far di conto o l’ABC. Può porre un fondamento per la conoscenza e l’intendimento che produrranno vera felicità nella vita. Tale esempio potrà rendere il bambino sensibile alle norme di giustizia quando sarà abbastanza grande da potergliele insegnare parlando o leggendo.
23, 24. Se desiderano che i figli seguano certe norme, cosa dovranno fare i genitori stessi?
23 “Divenite perciò imitatori di Dio, come figli diletti, e continuate a camminare nell’amore”, è l’esortazione dell’apostolo ai cristiani. Prima aveva spiegato cosa bisogna fare per imitare Dio, dicendo: “Ogni acrimoniosa amarezza e rancore e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi con ogni malizia. Ma siate benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri, come anche Dio vi ha liberamente perdonati mediante Cristo. Divenite perciò imitatori di Dio, come figli diletti . . .” (Efesini 4:31, 32; 5:1, 2) Se le voci che il piccino sente, o le azioni che vede, impartiscono lezioni di irritabilità, come il parlare con voce alta e stridula, le lamentele, l’arroganza o gli scoppi di collera, lasceranno un segno che sarà difficile cancellare. Se sei gentile e rispettoso con tutti, se segui alte norme morali e buoni principi, tuo figlio tenderà a imitarti in questo. Fa quello che desideri facciano i tuoi figli, sii come desideri che siano.
24 I genitori non dovrebbero avere due specie di principi, una quando predicano e l’altra quando agiscono, una per i figli e l’altra per se stessi. Che serve dire ai figli di non mentire, se tu stesso menti? Se non mantieni le promesse che fai loro, puoi aspettarti che mantengano quelle che fanno a te? Se i genitori non si rispettano fra loro, come possono aspettarsi che i figli imparino a essere rispettosi? Se il figlio non sente mai il padre o la madre manifestare umiltà, come potrà essere umile? Se un genitore dà l’idea di aver sempre ragione c’è il grave pericolo che il figlio pensi che tutto quello che il genitore fa è giusto, anche quando il genitore fa cose errate che manifestano una natura imperfetta e peccaminosa. Dire ma non fare significa essere come i Farisei ipocriti, di cui Gesù disse: “Fate e osservate tutte le cose che vi dicono, ma non fate secondo le loro opere, poiché dicono ma non compiono”. Genitori, se non volete dei piccoli Farisei nella vostra famiglia, non siate dei grandi Farisei! — Matteo 23:3.
25. Come si dovrebbe insegnare ai bambini ad amare?
25 I figli prima imparano l’amore vedendolo, e imparano a mostrare amore ricevendolo. L’amore non si può comprare. I genitori possono fare una quantità di regali ai figli. Ma l’amore è una faccenda spirituale, del cuore, non del portafoglio, e i doni da soli non possono sostituire l’amore sincero. Cercando di comprare l’amore lo si svaluta. Più dei doni materiali, dà te stesso, il tuo tempo, la tua energia, il tuo amore. Ne riceverai in uguale misura. (Luca 6:38) Come dice I Giovanni 4:19 a proposito del nostro amore verso Dio: “Amiamo, perché egli per primo amò noi”.
26, 27. Come si può insegnare ai bambini la gioia che deriva dal dare?
26 I figli possono imparare a dare se ricevono. Si può aiutarli a conoscere le gioie di dare, servire, condividere. Aiutali a capire che c’è felicità nel dare, a te, ad altri bambini, ai grandi. Spesso gli adulti non vogliono accettare i doni dei bambini, pensando erroneamente che sia segno d’amore lasciare che i bambini tengano per sé quello che volevano regalare. Un uomo ha detto:
“Di solito quando un bambino mi offriva dei dolci li rifiutavo. Pensavo di essere gentile, non prendendo quello che sapevo gli piaceva tanto. Ma avendo rifiutato e avendoli lasciati tutti per lui, non scorgevo nel bambino la gioia che avevo pensato di vedergli mostrare. Allora mi resi conto che rifiutavo la sua generosità, rifiutavo i suoi doni, e rifiutavo lui stesso. In seguito ho sempre accettato doni del genere, facendogli conoscere la gioia del dare”.
27 In una famiglia i genitori volevano aiutare il loro figlioletto a diventare come quelli descritti nella Bibbia in I Timoteo 6:18, “disposti a dare, pronti a condividere”. Perciò, quando si radunavano per lo studio biblico, prendevano il denaro che intendevano contribuire e lo davano al figlio, lasciando che fosse lui a metterlo nella cassetta delle contribuzioni. Questo contribuiva a inculcargli il valore di dare a favore di un’opera spirituale e di aiutare a sostenere le spese materiali che questa poteva comportare.
28, 29. Come si può insegnare ai bambini l’importanza di chiedere scusa?
28 Come imparano ad amare e a essere generosi se la giusta istruzione è accompagnata dal buon esempio, così i bambini possono imparare a chiedere scusa quando è il caso. Un genitore dice: “Quando faccio uno sbaglio con i miei figli, lo ammetto davanti a loro. Molto brevemente dico perché mi sono sbagliato e che ero in errore. Ciò rende più facile per loro ammettere i propri sbagli con me, sapendo che non sono perfetto e che capirò”. Se ne ebbe un esempio in occasione della visita di un estraneo mentre il padre gli presentava i vari componenti della famiglia. Il visitatore osserva:
“Si stavano facendo le presentazioni, quando entrò nella stanza un bambino sorridente. Il padre disse: ‘E questo è il nostro ultimogenito, quello con la camicia sporca di marmellata’. Il sorriso del bambino scomparve e gli si leggeva in viso l’umiliazione. Vedendo che dall’imbarazzo il bambino stava per scoppiare in lacrime, il padre prontamente lo attirò a sé e disse: ‘Non avrei dovuto dirlo; scusa’. Il bambino singhiozzò un momento, quindi uscì dalla stanza, ma presto ritornò, con un sorriso ancora più radioso, e con una camicia pulita”.
29 Certo tale umiltà rafforza i vincoli d’affetto. Naturalmente, più tardi un genitore può spiegare al figlio come avere una veduta equilibrata dei problemi della vita, grandi e piccoli. Può aiutare i figli a imparare a non prendere troppo sul serio cose insignificanti, a saper ridere di se stessi e a non aspettarsi mai la perfezione dagli altri come non desiderano che la si attenda da loro.
VERI VALORI
30-32. Perché è essenziale che i genitori comincino molto presto a insegnare ai figli a riconoscere i veri valori della vita?
30 Oggi molti genitori non sanno quali sono i veri valori della vita. Di conseguenza, a molti ragazzi non sono mai insegnati veri valori morali. Alcuni genitori pensano di non aver diritto di influenzare le tendenze dei figli. Se non lo fanno i genitori, lo faranno gli altri ragazzi, i vicini, il cinema e la televisione. Divario fra le generazioni, rivolta giovanile, droga, nuova moralità e rivoluzione sessuale: tutto questo spaventa i genitori. Ma la verità è che la personalità del figlio è già ben definita prima che questi problemi comincino a prospettarsi nella sua vita.
31 Una rivista scientifica riferisce che secondo certi studi “la parte principale della personalità dell’individuo si forma prima dell’inizio della scuola. È risaputo che i bambini di età prescolare sono estremamente impressionabili e malleabili. . . . Tuttavia abbiamo scoperto che quello che hanno incontrato nell’infanzia in quanto a tendenze ed esperienze spesso produce modelli di comportamento durevoli e a volte immutabili”.
32 Il comportamento errato può essere corretto, ma un altro studioso spiega cosa accade se si lasciano passare anni preziosi: “Il figlio rimane malleabile durante i primi sette anni, ma più si aspetta, più saranno necessari cambiamenti radicali, e la probabilità che cambi diminuisce ogni anno che passa”.
33. Quali sono i concetti più importanti da insegnare ai figli?
33 I bambini devono imparare molti concetti fondamentali, ma quelli della massima importanza sono i concetti di ciò che è vero e di ciò che è falso, di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Scrivendo ai cristiani di Efeso, l’apostolo Paolo li esortò ad acquistare accurata conoscenza, dicendo: “Non siamo più bambini, agitati come da onde e portati qua e là da ogni vento d’insegnamento per mezzo dell’inganno degli uomini, per mezzo dell’astuzia nell’artificio dell’errore. Ma dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”. (Efesini 4:13-15) Se i genitori sono lenti nell’aiutare i piccini ad avere amore per la verità e l’onestà, amore per ciò che è giusto e buono, i figli saranno indifesi contro l’errore e il male. Gli anni prescolastici passano ancor prima che i genitori se ne rendano conto. Non lasciarli passare; approfitta di quei primi pochi anni importanti, formativi, per insegnare ai tuoi figli valori veri. Potrai evitarti molti dispiaceri negli anni successivi. — Proverbi 29:15, 17.
34. Perché è importante avere norme stabili, e qual è la migliore fonte di tali norme?
34 “La scena di questo mondo cambia”, scrisse l’apostolo ispirato, ed è certo vero delle sue norme materiali, emotive e morali. (1 Corinti 7:31) Questo mondo non ha stabilità. I genitori devono riconoscere che, come esseri umani, anch’essi possono mancare in questo. Se hanno a cuore gli interessi dei figli e si preoccupano che abbiano un futuro felice, i genitori additeranno ai figli norme veramente stabili. Possono farlo inculcando sin dall’infanzia nei figli che, qualsiasi cosa possa accadere, qualsiasi problema debba essere risolto, nella Parola scritta di Dio, la Bibbia, si possono trovare le risposte più sicure e più utili. Per quanto le circostanze possano a volte far sembrare la vita confusa e incerta, quella Parola sarà sempre ‘una lampada ai loro piedi, e una luce al loro cammino’. — Salmo 119:105.
35. Che importanza ha l’educazione dei propri figli?
35 In questo momento avete la splendida opportunità di cominciare a inculcare nei figli i valori che possono sostenerli per tutta la vita. Nessuna carriera è migliore, nessun lavoro è più importante dell’educazione dei figli. Il momento di cominciare è quando sono appena nati, nell’infanzia!
[Immagine a pagina 117]
Lo studio può essere un’esperienza piacevole