Maggio
Lunedì 1º maggio
Tutti si meravigliavano delle avvincenti parole che uscivano dalla sua bocca (Luca 4:22)
Possiamo imitare la gentilezza di Gesù parlando in modo educato e tenendo in considerazione i sentimenti altrui. Vedendo gli sforzi compiuti da una folla di persone per venire ad ascoltarlo, Gesù fu mosso a pietà e “cominciò a insegnare loro molte cose” (Mar. 6:34). Anche quando veniva insultato, Gesù non rispondeva in maniera aspra (1 Piet. 2:23). Parlare con mitezza e tatto può essere particolarmente difficile se conosciamo molto bene il nostro interlocutore. Potremmo sentirci autorizzati a essere fin troppo schietti. Questo potrebbe accadere quando ci rivolgiamo a un componente della nostra famiglia o a un compagno di fede che è nostro amico intimo. Gesù pensava forse che la confidenza che aveva con i discepoli fosse un motivo valido per parlare in modo brusco? No di certo! In un’occasione i suoi seguaci continuavano a discutere su chi di loro fosse il più grande ma Gesù li corresse in modo gentile utilizzando l’esempio di un bambino (Mar. 9:33-37). Gli anziani possono imitare l’esempio di Gesù dando consigli “con uno spirito di mitezza” (Gal. 6:1). w15 15/12 3:15, 16
Martedì 2 maggio
Il vostro amore fraterno continui (Ebr. 13:1)
Perché è essenziale che il nostro amore fraterno continui nel tempo? In parole semplici, è Geova a chiederci di mostrare amore fraterno gli uni per gli altri. Non possiamo affermare di amare Dio e allo stesso tempo rifiutarci di amare i nostri fratelli (1 Giov. 4:7, 20, 21). Per di più, abbiamo bisogno gli uni degli altri, specialmente in tempi difficili. Paolo sapeva che alcuni dei cristiani ebrei a cui stava scrivendo avrebbero presto dovuto lasciare la loro casa e i loro beni. Gesù aveva parlato di quanto sarebbero stati difficili quei momenti (Mar. 13:14-18; Luca 21:21-23). Di conseguenza quei cristiani avrebbero dovuto rafforzare i loro vincoli di affetto come mai prima (Rom. 12:9). Presto saranno liberati i distruttivi venti della più grande tribolazione mai verificatasi (Mar. 13:19; Riv. 7:1-3). Non basta riunirsi regolarmente. Paolo ricordò ai cristiani ebrei che avrebbero dovuto sfruttare quelle occasioni per incitarsi “all’amore e alle opere eccellenti” (Ebr. 10:24, 25). w16.01 1:6-8
Mercoledì 3 maggio
Furono tutti pieni di spirito santo (Atti 2:4)
Era il giorno di Pentecoste del 33 E.V. In una camera superiore di una casa a Gerusalemme circa 120 cristiani si erano radunati e “perseveravano nella preghiera” (Atti 1:13-15). Quello che sarebbe accaduto di lì a poco adempì ciò che aveva profetizzato Gioele (Gioe. 2:28-32; Atti 2:16-21). Lo spirito santo di Dio fu versato su quel gruppo riunito nella camera superiore (Atti 1:8). Quei cristiani iniziarono a profetizzare, o rendere testimonianza, riguardo alle cose meravigliose che avevano visto e udito. Presto si formò una folla, alla quale l’apostolo Pietro spiegò il significato di quanto era accaduto. Poi disse: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”. In tutto circa 3.000 accettarono quell’invito, si battezzarono e ricevettero il promesso spirito santo (Atti 2:37, 38, 41). w16.01 3:1-3
Giovedì 4 maggio
Chiunque mangia il pane o beve il calice del Signore indegnamente sarà colpevole rispetto al corpo e al sangue del Signore (1 Cor. 11:27)
Che cosa intese dire qui l’apostolo Paolo? Un cristiano unto prenderebbe gli emblemi indegnamente se non mantenesse una buona relazione con Geova (Ebr. 6:4-6; 10:26-29). Questo avvertimento aiuta i cristiani unti a ricordare che non hanno ancora “afferrato” la ricompensa. Devono proseguire “verso la meta per il premio della superna chiamata di Dio mediante Cristo Gesù” (Filip. 3:13-16). Paolo sotto ispirazione esortò i cristiani unti a “camminare in modo degno della [loro] chiamata”. Come si può fare questo? Paolo proseguì: “Con ogni modestia di mente e mitezza, con longanimità, sopportandovi gli uni gli altri nell’amore, cercando di osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace” (Efes. 4:1-3). Lo spirito di Geova promuove l’umiltà, non l’orgoglio (Col. 3:12). w16.01 4:5, 6
Venerdì 5 maggio
Dio mise Abraamo alla prova (Gen. 22:1)
Immaginiamo la scena: Abraamo sale a fatica lungo il pendio di un monte. Questo è forse il viaggio più difficile della sua vita; ma non è l’età a renderlo così difficile. Abraamo potrebbe avere sui 125 anni, ma è ancora pieno di energie. Insieme a lui c’è un uomo più giovane, forse sui 25 anni. È suo figlio Isacco, e sta trasportando della legna. Abraamo invece ha un coltello e il necessario per accendere un fuoco. Geova gli ha chiesto di sacrificare suo figlio! (Gen. 22:1-8). Quella che Abraamo stava affrontando era probabilmente la più grande prova di fede della sua vita. Abraamo non ubbidì a Dio ciecamente. Al contrario, lo fece perché aveva vera fede ed era certo di una cosa: il suo Padre celeste, Geova, non chiederebbe mai a un suo fedele servitore di fare qualcosa che gli causi danni permanenti. Abraamo sapeva che se avesse ubbidito, Geova avrebbe ricompensato lui e il suo amato figlio. Su cosa si basava quella fede? Sulla conoscenza e sull’esperienza. w16.02 1:3, 4
Sabato 6 maggio
Ecco, la schiava di Geova! Mi avvenga secondo la tua dichiarazione (Luca 1:38)
Maria avrebbe concepito, dato alla luce e cresciuto l’unigenito Figlio di Dio! Spesso si pensa più al meraviglioso privilegio affidato a Maria che alle conseguenze che ne derivarono, e che forse le causarono grande preoccupazione. Gabriele, l’angelo di Dio, le disse che sarebbe rimasta miracolosamente incinta senza avere “rapporti con un uomo”. Ma non si offrì di spiegare tutto questo anche a familiari e vicini. Cosa avrebbero pensato? Forse Maria si sarà preoccupata della reazione di Giuseppe, il suo fidanzato. Come sarebbe riuscita a convincerlo che, pur essendo incinta, non lo aveva tradito? Per di più, pensiamo alla responsabilità di crescere l’unigenito Figlio dell’Altissimo, educarlo e prendersi cura di lui! Non sappiamo quali pensieri abbiano affollato la mente di Maria quando Gabriele le parlò. Sappiamo però quale fu la sua risposta: quella che leggiamo nella scrittura di oggi (Luca 1:26-37). w16.02 2:13, 14
Domenica 7 maggio
Ad incontrarlo c’era Husai l’archita, con la lunga veste strappata e terra sulla testa (2 Sam. 15:32)
Un uomo di nome Husai dovette essere coraggioso per mostrare lealtà a Dio. Husai era un leale amico del re Davide. Ma la sua lealtà fu messa alla prova quando il figlio di Davide, Absalom, riuscì a conquistare la fiducia di molti israeliti e cercò di prendere Gerusalemme e di usurpare il trono (2 Sam. 15:13; 16:15). Davide fuggì dalla città, ma cosa avrebbe fatto Husai? Avrebbe abbandonato Davide e seguito Absalom? O avrebbe sostenuto l’anziano re che stava scappando per salvarsi la vita? Deciso a essere leale al re costituito da Dio, Husai incontrò Davide sul Monte degli Ulivi (2 Sam. 15:30). Davide chiese a Husai di tornare a Gerusalemme, fingersi amico di Absalom e frustrare il consiglio di Ahitofel. A rischio della propria vita, Husai si dimostrò leale a Geova e fece quello che Davide gli aveva chiesto. Il consiglio del coraggioso Husai frustrò quello di Ahitofel, proprio come Davide aveva chiesto in preghiera a Geova (2 Sam. 15:31; 17:14). w16.02 4:15, 16
Lunedì 8 maggio
Tutte queste benedizioni devono venire su di te e raggiungerti, perché continui ad ascoltare la voce di Geova tuo Dio (Deut. 28:2)
Le istruzioni date alla nazione di Israele sono utili anche a noi come cristiani. Infatti possiamo, per così dire, “fermarci” e “guardare” i princìpi che stanno alla base della Legge. Anche se non siamo sotto la Legge, possiamo considerare molte di quelle norme come una guida affidabile per la vita di ogni giorno e per l’adorazione che rendiamo al nostro santo Dio, Geova. Egli fece scrivere quelle leggi nella Bibbia in modo che potessimo trarne degli insegnamenti, essere guidati dai princìpi su cui si basavano e apprezzare le più elevate norme morali cristiane. Per esempio, “ascoltiamo” cosa disse Gesù: “Avete udito che fu detto: ‘Non devi commettere adulterio’. Ma io vi dico che chiunque continua a guardare una donna in modo da provare passione per lei ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Dobbiamo quindi evitare non solo l’adulterio ma anche il desiderio di comportarci in modo immorale (Matt. 5:27, 28). w16.03 4:6, 8
Martedì 9 maggio
Costituisci per noi un re che ci giudichi (1 Sam. 8:5)
Samuele era così riluttante a fare quanto il popolo gli aveva chiesto che per ben tre volte Geova dovette dirgli di ascoltarlo (1 Sam. 8:7, 9, 22). Ciò nonostante, Samuele non si lasciò amareggiare e non permise al risentimento nei confronti dell’uomo che avrebbe preso il suo posto di mettere radice nel suo cuore. Quando Geova gli disse di ungere Saul, il profeta ubbidì, e lo fece non di malavoglia ma spinto da un cuore motivato dall’amore. Al pari di Samuele, oggi gli anziani esperti sono gentili e premurosi nei confronti di coloro che addestrano (1 Piet. 5:2). Non si trattengono dal dare istruzioni agli altri per timore di dover cedere certi privilegi di congregazione. Il loro spirito generoso li spinge a considerare coloro che sono meno esperti ma pieni di buona volontà non come rivali, ma come “compagni d’opera”, preziosi doni per la congregazione (2 Cor. 1:24; Ebr. 13:16). E che gioia provano questi anziani altruisti nel vedere quelli che addestrano usare le loro capacità a beneficio della congregazione! (Atti 20:35). w15 15/4 1:16, 17
Mercoledì 10 maggio
Ti dovrò correggere in debita misura (Ger. 30:11)
Il re Azaria “continuò a fare ciò che era retto agli occhi di Geova”. Eppure “Geova piagò il re, ed egli continuò ad essere lebbroso fino al giorno della sua morte” (2 Re 15:1-5). Come mai? Il racconto non lo dice. Questo dovrebbe forse turbarci o farci pensare che Geova abbia punito Azaria senza un giusto motivo? No, se conosciamo intimamente Geova. Il re Azaria era anche noto con il nome di Uzzia (2 Re 15:7, 32). Dal racconto parallelo riportato in 2 Cronache 26:3-5, 16-21 comprendiamo che, sebbene Uzzia avesse fatto per un periodo ciò che era retto agli occhi di Geova, in seguito “il suo cuore si insuperbì fino al punto di causare rovina” a sé stesso. Presuntuosamente cercò di compiere delle azioni che esulavano dalle sue competenze, perché riservate ai sacerdoti. Ottantuno di loro lo affrontarono tentando di fargli cambiare idea. Come reagì Uzzia? Dimostrando quanto fosse diventato orgoglioso, “si infuriò” con i sacerdoti. Non sorprende che Geova lo abbia colpito con la lebbra! w15 15/4 3:8, 9
Giovedì 11 maggio
Il gran dragone fu scagliato, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata (Riv. 12:9)
Come indica il succitato versetto, Satana è chiamato Diavolo, che significa “calunniatore”. Questo ci ricorda che Satana ha diffamato Geova definendolo un bugiardo. Le parole “l’originale serpente” ci fanno ricordare il tragico giorno in cui Satana si servì di un serpente per ingannare Eva nel giardino di Eden. L’espressione “il gran dragone” ci fa venire in mente l’immagine di un mostro terrificante, e descrive appropriatamente l’insano desiderio di Satana di impedire la realizzazione del proposito di Geova e di distruggere il Suo popolo. È chiaro che Satana costituisce la più grande minaccia per la nostra integrità. Appropriatamente la Bibbia ci esorta: “Mantenetevi assennati, siate vigilanti. Il vostro avversario, il Diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno” (1 Piet. 5:8). Satana senza dubbio gioisce quando un servitore di Dio si macchia di qualche grave peccato e può anche servirsi di queste vittorie per biasimare Geova (Prov. 27:11). w15 15/5 1:3, 4, 10
Venerdì 12 maggio
L’amore del denaro è la radice di ogni sorta di cose dannose (1 Tim. 6:10)
Geova vuole che abbiamo una vita piacevole e questo è evidente quando pensiamo alla bella dimora che diede ad Adamo ed Eva (Gen. 2:9). Ma Satana può sfruttare i nostri desideri usando “il potere ingannatore delle ricchezze” (Matt. 13:22). Molti pensano che il denaro li renderà felici o che le cose materiali siano la chiave per avere successo. Questo modo di pensare è un vero e proprio inganno e può farci perdere la cosa più preziosa che abbiamo: l’amicizia con Geova. Gesù avvertì i suoi seguaci: “Nessuno può essere schiavo di due signori; poiché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si atterrà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza” (Matt. 6:24). Se diventassimo schiavi delle ricchezze, smetteremmo di servire Geova, ed è proprio questo l’obiettivo di Satana. Non dovremmo mai permettere al denaro o alle cose materiali di eclissare la nostra amicizia con Geova. Per uscire vittoriosi dalla nostra battaglia contro Satana, dobbiamo mantenere un punto di vista equilibrato sulle cose materiali (1 Tim. 6:6-10). w15 15/5 2:12
Sabato 13 maggio
Se un membro soffre, tutte le altre membra soffrono con esso (1 Cor. 12:26)
Non è sempre facile capire le sofferenze degli altri. Molti affrontano difficoltà che noi non abbiamo mai avuto. Alcuni sono disabili a motivo di incidenti, di malattie o dell’età. Altri lottano contro prove emotive dovute a depressione, ad attacchi di panico o ai postumi di un abuso. Altri ancora vivono in famiglie divise sul piano religioso o con un solo genitore. Tutti ci confrontiamo con un qualche problema. Ma se qualcuno ne sta affrontando uno in cui non ci siamo mai trovati personalmente, come possiamo imitare l’amore di Dio? Ascoltando con vivo interesse fino a quando non arriviamo a comprendere i sentimenti dell’altra persona, fin dove questo è possibile. Ci sentiremo quindi spinti a imitare l’amore di Geova agendo in base alle necessità. Anche se queste possono variare da persona a persona, possiamo essere in grado di dare incoraggiamento spirituale e un po’ di aiuto pratico (Rom. 12:15; 1 Piet. 3:8). w15 15/5 4:6, 7
Domenica 14 maggio
Cristo è potenza di Dio (1 Cor. 1:24)
La Fonte della potenza di Cristo è Geova stesso. Abbiamo pertanto ogni motivo per credere che l’Onnipotente è perfettamente in grado di controllare le forze della natura. Consideriamo alcuni esempi. Prima del Diluvio, Geova affermò: “Fra soli sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti” (Gen. 7:4). In modo analogo, in Esodo 14:21 si legge: “Geova faceva ritirare il mare mediante un forte vento orientale”. Infine, Giona 1:4 dice: “Geova stesso lanciò un gran vento sul mare, e ci fu una grande tempesta nel mare; e in quanto alla nave, stava per fare naufragio”. È davvero incoraggiante sapere che Geova ha piena autorità sugli elementi e che senza dubbio il futuro del pianeta Terra è in buone mani. Attendiamo con ansia il tempo in cui le forze della natura non uccideranno più nessuno né causeranno danni fisici alle persone, poiché “la tenda di Dio [sarà] col genere umano” (Riv. 21:3, 4). Siamo assolutamente certi che durante il Millennio la potenza di Dio esercitata tramite Cristo avrà autorità sulle forze della natura. w15 15/6 1:15, 16
Lunedì 15 maggio
Tieni lontana la tua via [dalla donna immorale], e non avvicinarti all’ingresso della sua casa (Prov. 5:8)
Il pericolo di ignorare questo consiglio è illustrato in Proverbi capitolo 7, dove si legge di un giovane che passa vicino alla casa di una donna immorale. I due finiscono per commettere immoralità sessuale. Come sarebbe stato meglio se si fosse tenuto alla larga da quella donna! (Prov. 7:6-27). Anche a noi potrebbe succedere di mancare di buon senso e di cacciarci in situazioni pericolose che risvegliano desideri errati. Per esempio di notte alcune reti televisive trasmettono programmi non appropriati per un cristiano. Potremmo ritrovarci a fare zapping. O forse ci mettiamo a navigare su Internet cliccando su un link dopo l’altro o entrando in chat room e siti che invitano a guardare materiale pornografico o che offrono altri servizi a sfondo sessuale. Non è forse vero che in tali circostanze potremmo ritrovarci di fronte a qualcosa che suscita desideri errati e compromette la nostra lotta per rimanere casti? w15 15/6 3:8, 9
Martedì 16 maggio
Perdonaci i nostri debiti (Matt. 6:12)
Perché Gesù usò la parola “debiti” mentre in un’altra occasione parlò di “peccati”? (Matt. 6:12; Luca 11:4). Oltre 60 anni fa La Torre di Guardia lo spiegò bene, dicendo: “Il peccato di trasgressione contro la legge di Dio ci rende debitori verso di lui. [...] Per il nostro peccato Iddio potrebbe esigere e prendere la nostra vita [...]. Potrebbe ritirare la sua pace da noi, rompendo ogni pacifica relazione con noi. [...] Noi gli dobbiamo amore, che si esprime con l’ubbidienza; e quando pecchiamo manchiamo di pagare il nostro debito di amore verso di lui, perché il peccato vuol dire mancanza d’amore verso Dio” (1 Giov. 5:3). La necessità di chiedere perdono ogni giorno mette in evidenza l’unica base legale grazie a cui Dio cancella i nostri peccati: il sacrificio di riscatto di Gesù. Sebbene il riscatto sia stato pagato quasi 2.000 anni fa, è un dono che dovremmo apprezzare come se ci fosse stato fatto oggi. “Il prezzo di redenzione della [nostra vita] è così prezioso” che nulla che un essere umano imperfetto possa fare per noi potrebbe servire anche solo lontanamente a pagarlo (Sal. 49:7-9; 1 Piet. 1:18, 19). w15 15/6 5:9, 10
Mercoledì 17 maggio
Glorificherò il medesimo luogo dei miei piedi (Isa. 60:13)
È davvero bello offrire nel ministero pubblicazioni pratiche e attraenti! E quando facciamo uso delle tecnologie più moderne per diffondere la verità, come ad esempio il sito jw.org, rispecchiamo lo stesso interesse che ha Geova di provvedere a persone di ogni luogo la guida di cui hanno disperato bisogno. Non vanno poi sottovalutati i saggi cambiamenti che sono stati fatti per permetterci di riservare una serata all’adorazione in famiglia o più tempo allo studio personale. Apprezziamo anche i miglioramenti evidenti alle assemblee e ai congressi. Spesso diciamo che ogni anno che passa il programma è sempre più bello! E siamo davvero felici di tutto l’addestramento dato attraverso le molte scuole teocratiche. Dietro a tutti questi cambiamenti si vede chiaramente la mano di Geova, che sta progressivamente accrescendo la bellezza della sua organizzazione e del paradiso spirituale di cui godiamo sin d’ora. w15 15/7 1:16, 17
Giovedì 18 maggio
Devi amare il tuo prossimo come te stesso (Luca 10:27)
Se mai dovessimo avere dei dubbi su come comportarci in una qualsiasi situazione, la cosa saggia da fare è chiederci come si sarebbe comportato Gesù. La nazione in cui viveva era composta da persone di varie zone: Giudea, Galilea, Samaria e altre ancora. La Bibbia rivela che c’erano tensioni tra gli abitanti di queste diverse parti del paese (Giov. 4:9). Esistevano dissapori anche tra farisei e sadducei (Atti 23:6-9), tra il popolo e gli esattori di tasse (Matt. 9:11) e tra chi aveva un’istruzione rabbinica e chi non ce l’aveva (Giov. 7:49). Nel I secolo la nazione di Israele era governata dai romani la cui presenza era mal tollerata dalla gente del posto. Sebbene Gesù sostenesse la verità religiosa e riconoscesse che la ‘salvezza aveva origine dai giudei’, non incoraggiò mai i suoi discepoli ad alimentare rivalità (Giov. 4:22). Al contrario li esortò ad amare il prossimo come sé stessi. w15 15/7 3:5
Venerdì 19 maggio
Geova è al mio fianco; non temerò. Che mi può fare l’uomo terreno? Geova è al mio fianco fra quelli che mi aiutano (Sal. 118:6, 7)
Gli esseri umani sono stati creati con il bisogno di amare e di essere amati. È facile sentirsi scoraggiati se tale bisogno non viene soddisfatto a causa di delusioni o avvenimenti inaspettati, problemi di salute, rovesci finanziari o scarsi risultati nel ministero. Se cominciassimo ad avere la sensazione di non essere più amati da Geova, faremmo bene a ricordare che siamo preziosi ai suoi occhi e che lui è sempre lì, pronto ad ‘afferrare la nostra destra’ e ad aiutarci. Se gli rimaniamo fedeli, non ci dimenticherà mai (Isa. 41:13; 49:15). Brigitte, che ha tirato su due figli da sola dopo la morte di suo marito, afferma: “Crescere dei figli nel sistema di Satana è una delle sfide più difficili, soprattutto per un genitore solo. Non ho dubbi, però, che Geova mi ama perché mi ha guidato tra lacrime e forti dispiaceri e non ha mai permesso che mi succedesse qualcosa che non potessi sopportare” (1 Cor. 10:13). w15 15/8 1:1-3
Sabato 20 maggio
Attendila (Abac. 2:3)
Il profeta Abacuc fu incaricato di predire la distruzione di Gerusalemme. Quando iniziò la sua opera, gli avvertimenti relativi alla desolazione della città risuonavano già da anni. Le condizioni erano tali che ‘il malvagio circondava il giusto e il diritto usciva distorto’. Non sorprende quindi che Abacuc chiedesse: “Fino a quando, o Geova, devo invocare soccorso?” Geova rassicurò il fedele profeta che la predetta distruzione non avrebbe tardato (Abac. 1:1-4). Supponiamo che Abacuc si fosse scoraggiato e avesse pensato: “Sono anni che sento parlare della distruzione di Gerusalemme. E se mancasse ancora molto tempo? A che serve continuare a profetizzare come se la città dovesse essere distrutta domani? Che lo faccia qualcun altro”. Se Abacuc avesse ragionato in questo modo, avrebbe perso la sua posizione di favore agli occhi di Geova e forse anche la vita durante la distruzione di Gerusalemme per mano dei babilonesi! w15 15/8 2:12, 13
Domenica 21 maggio
Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini (1 Cor. 15:33)
Per non rovinare le nostre “utili abitudini” non dobbiamo scegliere come amici stretti persone che praticano il male. Tra queste non c’è solo chi non serve Geova e fa cose sbagliate, ma anche chi afferma di adorarlo ma infrange deliberatamente le sue leggi. Se tali persone che professano di essere cristiane commettono peccati gravi e non si pentono, non continuiamo a stare in loro compagnia (Rom. 16:17, 18). Se stessimo con persone che non ubbidiscono alle leggi di Dio, per sentirci accettati potremmo avere la tendenza a comportarci come loro. Se ad esempio stiamo in compagnia di persone che hanno una condotta sessualmente immorale, anche noi potremmo essere tentati di commettere immoralità. Ciò è successo a dei cristiani dedicati, alcuni dei quali, non essendosi pentiti, sono stati disassociati (1 Cor. 5:11-13). Se non tornano a Geova, la loro condizione è proprio quella descritta da Pietro (2 Piet. 2:20-22). w15 15/8 4:4-6
Lunedì 22 maggio
Voi siete miei amici se fate quello che vi comando (Giov. 15:14)
Quando si trattava di scegliere i suoi amici intimi, Gesù era selettivo. Gesù scelse tali amici tra coloro che lo seguivano lealmente e che servivano Geova con cuore completo. Scegliamo anche noi gli amici tra coloro che si spendono nel servizio a Geova? Perché è così importante farlo? Perché il calore della fratellanza può aiutarci a progredire verso la maturità. Se sei giovane, forse stai decidendo quale impronta dare alla tua vita. In tal caso, sarebbe davvero saggio da parte tua stare in compagnia di fratelli e sorelle che hanno molta esperienza nel servire Geova e nel contribuire all’unità della congregazione. Nel corso degli anni forse hanno avuto alti e bassi e si sono ritrovati a dover affrontare delle sfide per servire Dio. Questi compagni di fede possono aiutarti a scegliere il miglior modo di vivere. La loro calorosa ed edificante compagnia può aiutarti a prendere sagge decisioni e a progredire verso la maturità (Ebr. 5:14). w15 15/9 1:14, 15
Martedì 23 maggio
Prendete la vostra determinazione contro il Diavolo, solidi nella fede (1 Piet. 5:9)
Sia con le parole che con le azioni Gesù edificò la fede dei suoi discepoli (Mar. 11:20-24). Dovremmo seguire il suo esempio, perché aiutando altri a edificare la loro fede rafforziamo anche la nostra (Prov. 11:25). Quando predichiamo e insegniamo, mettiamo in risalto le prove che Dio esiste, che si interessa di noi e che la Bibbia è la sua Parola ispirata. Aiutiamo anche i fratelli e le sorelle a rafforzare la loro fede. Se qualcuno ha dei dubbi, che forse manifesta iniziando a lamentarsi dei fratelli nominati, non affrettiamoci a prendere le distanze da lui. Piuttosto cerchiamo di aiutarlo con tatto in modo che faccia qualcosa per ristabilire la sua fede (Giuda 22, 23). Se a scuola viene insegnata la teoria dell’evoluzione, difendiamo con coraggio la nostra fede nella creazione. Potremmo rimanere sorpresi dell’effetto che le nostre parole hanno sugli altri! Geova aiuta tutti noi a essere fermi nella fede (1 Piet. 5:10). Vale la pena fare qualunque sforzo per edificare la nostra fede, perché le ricompense sono incomparabili. w15 15/9 3:20, 21
Mercoledì 24 maggio
I cieli dichiarano la gloria di Dio; e la distesa annuncia l’opera delle sue mani (Sal. 19:1)
Oggi abbiamo il privilegio di sapere molte più cose riguardo alle opere creative di Geova e all’adempimento del suo proposito. Il mondo promuove l’istruzione di alto livello, come quella universitaria, ma l’esperienza di molte persone mostra che perseguire tali cose spesso porta a perdere la fede o l’amore verso Dio. Tuttavia la Bibbia ci esorta non solo ad amare la conoscenza, ma anche ad acquistare sapienza e intendimento. Questo significa imparare a usare la conoscenza che Dio ci ha dato per fare del bene sia a noi che ad altri (Prov. 4:5-7). Dio “vuole che ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità” (1 Tim. 2:4). Dimostriamo di amare Geova mettendo il cuore nel dichiarare a tutti la buona notizia del Regno e nell’aiutare le persone a conoscere il meraviglioso proposito di Dio per l’umanità (Sal. 66:16, 17). w15 15/9 5:10, 11
Giovedì 25 maggio
Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione (Rom. 15:4)
Immaginiamo le seguenti scene che rivelano la completa fiducia che Elia nutriva in Geova. Quando informò il re Acab dell’intenzione di Geova di portare una siccità, con fiducia Elia dichiarò: “Come vive Geova [...] non cadrà né rugiada né pioggia, eccetto che per ordine della mia parola!” (1 Re 17:1). Credeva che durante la siccità Geova avrebbe provveduto a lui e ad altri ciò di cui avevano bisogno (1 Re 17:4, 5, 13, 14). Elia espresse fiducia che Geova avrebbe risuscitato un bambino (1 Re 17:21). Non aveva dubbi che avrebbe mandato fuoco dal cielo per consumare il sacrificio sul monte Carmelo (1 Re 18:24, 37). Quando Geova poi decise di porre fine alla siccità, ancora prima che ci fosse alcun segno di pioggia disse ad Acab: “Sali, mangia e bevi; poiché c’è il suono dello scrosciare di un rovescio di pioggia” (1 Re 18:41). La nostra fede è altrettanto forte? w15 15/10 2:4, 5
Venerdì 26 maggio
Pondera queste cose (1 Tim. 4:15)
Le capacità linguistiche dell’uomo sono un dono miracoloso, frutto di un progetto di Dio (Sal. 139:14; Riv. 4:11). Il cervello è straordinario anche sotto un altro aspetto importante. A differenza degli animali, gli esseri umani furono creati “a immagine di Dio”. Sono dotati di libero arbitrio e possono scegliere di usare le loro capacità linguistiche per glorificare Dio (Gen. 1:27). Dio, il Creatore del linguaggio, ha dato a tutti coloro che desiderano onorarlo un dono meraviglioso: la Bibbia. Questo libro è disponibile per intero o in parte in più di 2.800 lingue. Facendo nostro il contenuto di questi scritti sacri, riempiamo la nostra mente dei pensieri di Dio (Sal. 40:5; 92:5; 139:17). In tal modo proviamo piacere nel meditare su cose che “possono [renderci saggi] per la salvezza” (2 Tim. 3:14-17). Meditare significa concentrarsi, riflettere o ragionare su qualcosa, che sia positivo o negativo (Sal. 77:12; Prov. 24:1, 2). Dovremmo meditare soprattutto su Geova Dio e su suo Figlio, Gesù Cristo (Giov. 17:3). w15 15/10 4:2-4
Sabato 27 maggio
Se un uomo non sa dirigere la propria casa, come avrà cura della congregazione di Dio? (1 Tim. 3:5)
Sia con le parole che con le azioni, Gesù insegnò ai suoi discepoli a servire umilmente gli altri (Luca 22:27). Insegnò agli apostoli a mostrare spirito di sacrificio nel servizio che rendevano a Geova e nei rapporti con i compagni di fede. Attraverso il vostro esempio improntato all’umiltà e allo spirito di sacrificio, anche voi potete insegnare ai vostri figli la stessa lezione. “Non sono mai stata gelosa del tempo che mio marito dedicava agli altri in qualità di anziano”, dice Debbie, madre di due figli. “Sapevo di poter contare su di lui tutte le volte che la famiglia aveva bisogno delle sue attenzioni”. Suo marito Pranas aggiunge: “I nostri figli erano entusiasti all’idea di darsi da fare alle assemblee e in altri progetti teocratici. Crescevano bene, stringevano amicizie e provavano un senso di appartenenza”. Oggi tutti i componenti della famiglia servono Geova come ministri a tempo pieno. È del tutto probabile che i vostri figli imparino a servire gli altri vedendo il vostro esempio di umiltà e spirito di sacrificio. w15 15/11 1:9
Domenica 28 maggio
Le invisibili qualità di Dio, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte (Rom. 1:20)
Geova ha manifestato il suo grande amore in molti modi. Osserviamo ad esempio la maestosa bellezza dell’universo. Ci sono miliardi di galassie e ognuna contiene miliardi e miliardi di stelle e di pianeti. Nella nostra galassia, la Via Lattea, una di queste stelle è il Sole, senza il quale non esisterebbe la grande varietà di forme di vita presenti sulla terra. Tutta la creazione è una prova evidente della Divinità di Geova e delle sue qualità, come potenza, sapienza e amore. Ogni cosa creata sulla terra è adatta alla vita. Geova preparò un meraviglioso giardino paradisiaco per gli esseri umani e li dotò di una mente e di un corpo perfetti concepiti per la vita eterna (Riv. 4:11). Inoltre, “dà cibo a ogni carne: poiché la sua amorevole benignità è a tempo indefinito” (Sal. 136:25). w15 15/11 3:7, 8
Lunedì 29 maggio
Io sono con voi (Matt. 28:20)
Nel corso del tempo il nostro Re ci ha fornito gli strumenti da utilizzare per preparare il cuore di milioni di persone ad accogliere il messaggio del Regno. Alcuni sono stati utili per circa una decina d’anni mentre altri mantengono la loro utilità a prescindere dal passare del tempo. In ogni caso tutti questi strumenti, in un modo o nell’altro, ci hanno permesso di sviluppare le nostre capacità quali evangelizzatori. Nel 1933 i proclamatori del Regno iniziarono a usare le cartoline di testimonianza, strumenti che aiutarono molti a muovere i primi passi nel ministero. Contenevano un breve messaggio biblico e furono utili in vari modi. Anche se desideravano tanto partecipare all’opera di predicazione, alcuni proclamatori erano timidi e non sapevano cosa dire. Altri in pochi minuti dicevano alla persona tutto ciò che sapevano, ma a volte la loro presentazione mancava di tatto. Al contrario, le cartoline di testimonianza parlavano al posto del proclamatore utilizzando poche parole scelte con cura. w15 15/11 5:3-6
Martedì 30 maggio
Lodino il nome di Geova (Sal. 148:13)
Ci sono moltissimi versetti biblici che mostrano l’importanza del nome di Dio e della sua santificazione (Eso. 3:15; Sal. 83:18; Isa. 42:8; 43:10; Giov. 17:6, 26; Atti 15:14). Geova Dio, l’Autore della Bibbia, ispirò gli scrittori a fare ampio uso del suo nome (Ezec. 38:23). L’omissione di tale nome, che si trova migliaia di volte nei manoscritti antichi, è una mancanza di rispetto per l’Autore. Le prove a sostegno della scelta di mantenere il nome di Dio nella Bibbia sono addirittura aumentate. L’edizione riveduta del 2013 della Traduzione del Nuovo Mondo contiene il nome divino 7.216 volte, sei volte in più rispetto all’edizione del 1984. Il nome è stato ripristinato cinque volte in 1 Samuele 2:25; 6:3; 10:26; 23:14, 16. In questi versetti ciò è stato fatto soprattutto perché il nome compare nei Rotoli del Mar Morto, che risalgono a oltre 1.000 anni prima del testo masoretico ebraico, usato nella stesura della Traduzione del Nuovo Mondo. È stato ripristinato una volta anche in Giudici 19:18 in seguito a ulteriori studi sugli antichi manoscritti. w15 15/12 2:5, 6
Mercoledì 31 maggio
Il vostro amore fraterno continui (Ebr. 13:1)
Questo è il tempo di coltivare il nostro amore fraterno, perché ci aiuterà di fronte a qualsiasi prova o difficoltà dovessimo affrontare in futuro. Già ora, prima dello scoppio della grande tribolazione, abbiamo un grande bisogno di amore fraterno. Molti fratelli sono stati colpiti da calamità naturali come terremoti, inondazioni, uragani e tsunami. Altri stanno soffrendo a causa di opposizione e persecuzione (Matt. 24:6-9). A ciò si aggiungono i problemi economici cui siamo sottoposti quotidianamente a causa di questo corrotto sistema di cose (Riv. 6:5, 6). Man mano che aumentano i problemi, si moltiplicano le opportunità per dimostrare quanto sia profondo il nostro affetto fraterno. Mentre l’amore della maggioranza si raffredda, noi dobbiamo fare in modo che il nostro amore fraterno continui (Matt. 24:12). w16.01 1:8, 9