Agosto
Domenica 1º agosto
Colui che mi ha mandato è con me; non mi ha abbandonato (Giov. 8:29)
Anche quando fu perseguitato, Gesù aveva pace interiore perché sapeva che stava rendendo felice suo Padre. Infatti continuò a ubbidirgli anche nei momenti difficili. Amava Geova e incentrò tutta la vita sul servizio che gli rendeva. Prima di venire sulla terra collaborò con lui come “artefice” (Prov. 8:30). E quando era sulla terra si impegnò con zelo per aiutare altri a conoscere suo Padre (Matt. 6:9; Giov. 5:17). Tutto questo gli diede molta gioia (Giov. 4:34-36). Imitiamo Gesù se ubbidiamo a Geova e ci diamo “sempre molto da fare nell’opera del Signore” (1 Cor. 15:58). Quando ‘ci dedichiamo completamente’ alla predicazione, riusciamo ad affrontare i nostri problemi con un atteggiamento più positivo (Atti 18:5). In che senso? Le persone che incontriamo nel ministero spesso hanno problemi più grandi dei nostri. Quando però iniziano ad amare Geova e a seguire i suoi consigli, la loro vita migliora e diventano più felici. Ogni volta che assistiamo a cambiamenti del genere ci sentiamo più sicuri del fatto che Geova si prende cura di noi. w19.04 10-11 parr. 8-9
Lunedì 2 agosto
Tanti che avevano praticato le arti magiche misero insieme i loro libri e li bruciarono davanti a tutti (Atti 19:19)
Quegli efesini erano determinati a opporsi agli spiriti malvagi. Invece di regalare o vendere i loro libri di magia, decisero di distruggerli, anche se questi erano molto costosi. Per loro l’approvazione di Geova era più importante del valore economico dei libri. Come possiamo imitare l’esempio di quei cristiani del I secolo? Facciamo bene a eliminare qualsiasi oggetto legato all’occulto di cui forse siamo in possesso. Tra questi ci sono amuleti, portafortuna e altri oggetti usati o indossati per proteggersi dagli spiriti malvagi (1 Cor. 10:21). Scegliamo bene i nostri passatempi. Chiediamoci: “Qualcuno dei miei passatempi è forse legato allo spiritismo?” Dobbiamo essere decisi a fare scelte che ci permettano di stare alla larga da tutto quello che Geova odia. Vogliamo fare tutto il possibile per “mantenere una coscienza pura davanti a Dio” (Atti 24:16). w19.04 22-23 parr. 10-12
Martedì 3 agosto
Chiami gli anziani (Giac. 5:14)
Quando vengono a sapere di una trasgressione grave, gli anziani sanno che ci sono diverse cose da tenere in considerazione. Si preoccupano innanzitutto di difendere la santità del nome di Dio (Lev. 22:31, 32; Matt. 6:9). Oltre a questo, tengono molto al benessere spirituale dei fratelli della congregazione e desiderano aiutare chi è vittima della trasgressione. Inoltre, se il trasgressore fa parte della congregazione, gli anziani si preoccupano anche di aiutarlo a ristabilire la sua relazione con Geova (Giac. 5:14, 15). Un cristiano che cede a desideri sbagliati e commette un peccato grave è spiritualmente malato, cioè non ha più una buona relazione con Geova. Gli anziani sono come dei medici: cercano di ‘far star bene il malato’, in questo caso il trasgressore. I loro consigli basati sulle Scritture potranno aiutarlo ad avere di nuovo una buona relazione con Dio. Questo però sarà possibile solo se il trasgressore è davvero pentito (Atti 3:19; 2 Cor. 2:5-10). w19.05 10 parr. 10-11
Mercoledì 4 agosto
Dio agisce in voi dandovi sia il desiderio che la forza di agire (Filip. 2:13)
Geova può darci il desiderio di agire. Se veniamo a sapere che nella nostra congregazione o da qualche altra parte c’è bisogno di fare qualcosa in particolare, forse ci chiediamo: “Cosa posso fare per dare una mano?” O magari veniamo invitati a svolgere un incarico difficile e ci chiediamo se ne saremo all’altezza. O ancora, forse leggiamo un passo della Bibbia e pensiamo: “Cosa mi insegnano questi versetti sul modo in cui posso aiutare altri?” Quando vede che ci chiediamo come possiamo renderci utili, Geova può darci il desiderio di agire di conseguenza. Geova può darci anche la forza di agire (Isa. 40:29). Può affinare le nostre doti naturali tramite lo spirito santo (Eso. 35:30-35). Attraverso la sua organizzazione può insegnarci a svolgere certi compiti. Se ci capita di non sapere bene come assolvere un certo incarico, chiediamo a qualcuno di aiutarci. Possiamo anche chiedere al nostro generoso Padre celeste “potenza oltre il normale” (2 Cor. 4:7; Luca 11:13). w19.10 21 parr. 3-4
Giovedì 5 agosto
Gli uomini saranno egoisti (2 Tim. 3:2)
Il mondo ha portato agli estremi il concetto di amor proprio. Un’enciclopedia afferma che negli anni ’70 “sono stati pubblicati diversi libri su come aiutare sé stessi”. Alcuni libri “incoraggiavano le persone a conoscere sé stesse, accettarsi per quello che sono e andarne fiere” (St. James Encyclopedia of Popular Culture). Uno di questi libri, ad esempio, invita il lettore a innamorarsi di sé stesso, cioè “della persona più bella, eccitante e stimabile che sia mai esistita”. Più avanti si legge anche di “una religione dell’Io, tale per cui un individuo, invece di seguire i dettami altrui riguardo a come dovrebbe comportarsi, determina il proprio comportamento sulla base della propria coscienza e di quelle leggi che, nell’ambito della sua cultura, operano a suo beneficio”. Ma questo non è niente di nuovo. Satana promosse un’idea simile quando disse a Eva che avrebbe potuto essere come Dio, “conoscendo il bene e il male” (Gen. 3:5). E ancora oggi molti hanno un’opinione così alta di sé che non permettono a nessuno, nemmeno a Dio, di dire loro cosa è giusto o sbagliato. Il modo in cui viene considerato il matrimonio è un chiaro esempio di quanto sia diffuso questo atteggiamento. w19.05 23 parr. 10-11
Venerdì 6 agosto
Sono avvilito e affranto; tutto il giorno vado in giro con tristezza (Sal. 38:6)
Il re Davide visse momenti molto pesanti a livello emotivo. Pensiamo un attimo ai problemi che dovette affrontare. Era schiacciato dai sensi di colpa per i molti errori che aveva commesso (Sal. 40:12). Il suo amato figlio Absalom si ribellò a lui e a causa di questo perse la vita (2 Sam. 15:13, 14; 18:33). Davide fu anche tradito da uno dei suoi più cari amici (2 Sam. 16:23–17:2; Sal. 55:12-14). Se da un lato molti dei salmi scritti da Davide trasmettono il suo scoraggiamento, dall’altro lasciano trasparire la sua assoluta fiducia in Geova (Sal. 38:5-10; 94:17-19). In seguito un salmista iniziò a provare invidia per le persone malvagie. Era probabilmente un discendente del levita Asaf e serviva “nel grande santuario di Dio”. Il salmista si sentiva infelice e frustrato a causa di quello che vedeva. Iniziò perfino a pensare che servire Dio non fosse poi di grande beneficio (Sal. 73:2-5, 7, 12-14, 16, 17, 21). w19.06 17 parr. 12-13
Sabato 7 agosto
Noi non ignoriamo gli stratagemmi di Satana (2 Cor. 2:11)
Satana fa leva sui desideri naturali. È naturale avere il desiderio di acquisire delle competenze che ci permettano di provvedere a noi e alla nostra famiglia (1 Tim. 5:8). In genere una preparazione di questo tipo si acquisisce a scuola, studiando con impegno. Ma dobbiamo stare attenti: in molti paesi il sistema scolastico insegna agli studenti non solo abilità pratiche, ma anche la sapienza del mondo. Gli studenti vengono indotti a mettere in dubbio l’esistenza di Dio e a non avere rispetto per la Bibbia. Viene insegnato loro che la teoria dell’evoluzione è l’unica spiegazione intelligente di come ha avuto origine la vita (Rom. 1:21-23). Questi insegnamenti sono in contrasto con la sapienza di Dio (1 Cor. 1:19-21; 3:18-20). Dobbiamo essere decisi a non farci prendere in trappola per mezzo “della filosofia e [dei] vuoti inganni” del mondo (Col. 2:8). È necessario che stiamo sempre in guardia per non cadere vittima delle tattiche di Satana (1 Cor. 3:18). Non permettiamogli di creare confusione nella nostra mente riguardo a Geova. Atteniamoci alle elevate norme morali di Geova, e non lasciamo che Satana ci induca con l’inganno a ignorare i suoi consigli. w19.06 5 par. 13; 7 par. 17
Domenica 8 agosto
Insegnate loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato (Matt. 28:20)
Qualsiasi argomento scegliamo, dovremmo pensare alle persone con cui parleremo. Riflettiamo sui benefìci che trarranno imparando ciò che insegna la Bibbia. È anche importante che le ascoltiamo e rispettiamo il loro punto di vista. Questo ci aiuterà a conoscerle e capirle, e loro probabilmente ci ascolteranno più volentieri. Prima che una persona decida di studiare la Bibbia potremmo dover dedicare tempo e sforzi a fare visite ulteriori, perché potrebbe non essere disponibile quando torniamo a visitarla. Inoltre, forse ci vorranno diverse visite prima che si senta abbastanza a suo agio da accettare uno studio biblico. Ricordiamo che è più probabile che una pianta cresca se viene innaffiata regolarmente. In modo simile, se parliamo regolarmente della Parola di Dio con una persona che mostra interesse, è più probabile che il suo amore per Geova e Gesù cresca. w19.07 14 par. 1; 15-16 parr. 7-8
Lunedì 9 agosto
Felici voi quando gli uomini vi odieranno, quando vi espelleranno, vi insulteranno e screditeranno il vostro nome a causa del Figlio dell’uomo (Luca 6:22)
Cosa intendeva dire Gesù? Non stava dicendo che ai cristiani avrebbe fatto piacere essere odiati; stava spiegando cosa sarebbe successo. Noi non facciamo parte del mondo. Seguiamo gli insegnamenti di Gesù nella nostra vita e predichiamo il messaggio che anche lui predicava. Di conseguenza il mondo ci odia (Giov. 15:18-21). Noi desideriamo piacere a Geova. Se le persone ci odiano perché amiamo il nostro Padre celeste, questo è un loro problema. Non dobbiamo commettere l’errore di misurare il nostro valore in base all’opinione che gli altri hanno di noi. Non sappiamo quando un’ondata di persecuzione, o addirittura un divieto governativo, ostacolerà l’adorazione che rendiamo a Geova. Ma sappiamo che possiamo prepararci ora rafforzando la nostra amicizia con Geova, sviluppando il coraggio e imparando come reagire all’odio degli uomini. Quello che facciamo adesso per prepararci ci aiuterà a rimanere saldi in futuro. w19.07 6 parr. 17-18; 7 par. 21
Martedì 10 agosto
Chi si avvicina a Dio deve credere che egli esiste (Ebr. 11:6)
Quando conduciamo studi biblici con persone che provengono da un ambiente non religioso, dobbiamo continuamente edificare la loro fede nell’esistenza di Dio. Dobbiamo anche aiutarle ad aver fiducia nella Bibbia. Può darsi che sia necessario tornare diverse volte sugli stessi argomenti. Forse ogni volta che teniamo lo studio dovremo esaminare prove del fatto che la Bibbia è la Parola di Dio facendo riferimento a profezie bibliche che si sono già adempiute, all’accuratezza scientifica e storica della Bibbia o ai suoi saggi consigli. Aiutiamo le persone a diventare discepoli di Cristo mostrando loro amore, che siano religiose o meno (1 Cor. 13:1). Quando insegniamo la verità, il nostro obiettivo è far capire alle persone che Dio ci ama e che vuole che noi lo amiamo. Ogni anno migliaia di persone che prima avevano poco o nessun interesse per la religione si battezzano perché hanno imparato ad amare Dio. Quindi continuiamo a essere positivi e interessiamoci di persone di ogni tipo. Ascoltiamole e cerchiamo di capirle. Con il nostro esempio, insegneremo loro a essere discepoli di Cristo. w19.07 24 parr. 16-17
Mercoledì 11 agosto
Non dimenticate di fare il bene e di condividere con gli altri quello che avete, perché Dio si compiace di tali sacrifici (Ebr. 13:16)
Le figlie di Sallum furono tra coloro che Geova usò per eseguire i lavori di riparazione delle mura di Gerusalemme (Nee. 2:20; 3:12). Anche se Sallum era un principe, le sue figlie furono disposte a svolgere quel lavoro impegnativo e pericoloso (Nee. 4:15-18). Oggi sorelle volenterose sono felici di rendersi utili partecipando a una speciale forma di sacro servizio: la costruzione e la manutenzione di edifici dedicati a Geova. Le loro capacità, il loro entusiasmo e la loro lealtà sono indispensabili per la riuscita di quest’opera. Geova spinse Tabita a fare “molte opere buone e molti doni di misericordia”, in particolare a favore delle vedove (Atti 9:36). Dato che mostrava grande generosità e benignità, molti piansero quando morì. Ma quando l’apostolo Pietro la risuscitò provarono grande gioia (Atti 9:39-41). Cosa ci insegna l’esempio di Tabita? Tutti, che siamo giovani o anziani, uomini o donne, possiamo fare qualcosa di pratico per aiutare i nostri fratelli. w19.10 23 parr. 11-12
Giovedì 12 agosto
Accertatevi delle cose più importanti in modo da essere puri e da non essere d’ostacolo agli altri (Filip. 1:10)
In che modo potremmo “essere d’ostacolo” a qualcuno? Pensiamo a questa situazione: un uomo che studia la Bibbia si è finalmente lasciato alle spalle la dipendenza dall’alcol e capisce che è meglio che non beva più nulla di alcolico, progredisce spiritualmente e si battezza. Un giorno, però, un fratello benintenzionato lo invita a casa insieme ad altri fratelli e insiste che accetti una bevanda alcolica dicendogli: “Se hai autocontrollo, non dovresti avere problemi a bere un po’”. Possiamo solo immaginare cosa succederebbe se il fratello battezzato da poco ascoltasse quel consiglio sconsiderato! Le adunanze ci aiutano a mettere in pratica le parole della scrittura di oggi. Ci ricordano quali cose Geova considera più importanti e come mettere in pratica ciò che abbiamo imparato in modo da essere puri. Ci incoraggiano anche ad amare Geova e i nostri fratelli. Se amiamo con tutto il cuore Geova e i fratelli, faremo del nostro meglio per evitare di “essere d’ostacolo agli altri”. w19.08 10 par. 9; 11 parr. 13-14
Venerdì 13 agosto
Sono il minimo degli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la congregazione di Dio (1 Cor. 15:9)
Non è detto che una persona che sembra schietta o sicura di sé sia orgogliosa (Giov. 1:46, 47). Comunque, indipendentemente dalla nostra personalità, tutti noi dobbiamo impegnarci per sviluppare l’umiltà. Prendiamo l’esempio dell’apostolo Paolo. Fu usato moltissimo da Geova per formare congregazioni in una città dopo l’altra. Forse nel ministero fece addirittura più di qualsiasi altro apostolo di Gesù Cristo. Nonostante ciò, non pensò di essere superiore ai suoi fratelli. Riteneva che la sua buona relazione con Geova fosse dovuta non alle sue qualità o a quello che era riuscito a fare, ma all’immeritata bontà di Dio (1 Cor. 15:10). L’umiltà che traspare da ciò che scrisse Paolo nella sua lettera ai cristiani di Corinto è notevole, specialmente se consideriamo che in quella congregazione alcuni uomini cercavano di dimostrarsi superiori a lui (2 Cor. 10:10). w19.09 3 parr. 5-6
Sabato 14 agosto
Non dovremmo sottometterci ancora di più al Padre? (Ebr. 12:9)
Un motivo per cui potremmo trovare difficile sottometterci a Geova è che abbiamo ereditato il peccato e siamo tutti imperfetti. Per questa ragione abbiamo la tendenza a ribellarci. Quando Adamo ed Eva si ribellarono a Dio e mangiarono il frutto proibito, scelsero di stabilire da soli ciò che era bene e ciò che era male (Gen. 3:22). Oggi la maggioranza delle persone preferisce ignorare Geova e decidere da sé cosa è giusto e cosa è sbagliato. Anche per chi conosce e ama Geova potrebbe non essere facile sottomettersi completamente a lui. Questo è ciò che successe all’apostolo Paolo (Rom. 7:21-23). Come Paolo, anche noi vogliamo fare ciò che è giusto agli occhi di Geova, ma dobbiamo lottare costantemente contro la tendenza a fare cose sbagliate. Un altro motivo per cui potremmo trovare difficile sottometterci a Geova è l’effetto che l’ambiente in cui siamo cresciuti può aver avuto su di noi. Spesso la mentalità della gente è in contrasto con la volontà di Geova, e per questo forse dobbiamo costantemente lottare per eliminare dalla nostra mente il modo di vedere le cose che è comune nell’ambiente in cui viviamo. w19.09 15 parr. 4-6
Domenica 15 agosto
Va’, vendi ciò che hai e da’ il ricavato ai poveri, e vieni, sii mio discepolo (Mar. 10:21)
Dobbiamo essere realisti: ognuno di noi ha i propri limiti in quanto a energie. Quindi dovremmo stare attenti a come le utilizziamo. Ad esempio, potremmo sprecarle cercando di procurarci beni materiali. Notiamo la risposta che Gesù diede a un giovane uomo ricco che gli aveva chiesto: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” Dev’essere stato un uomo buono perché il Vangelo di Marco dice esplicitamente che Gesù “provò amore per lui” e gli rivolse l’invito riportato sopra. Quell’uomo capì che doveva fare una scelta, ma a quanto pare non voleva separarsi dai “molti beni” che possedeva (Mar. 10:17-22). Quindi non accettò di portare il giogo che Gesù gli aveva offerto e continuò a essere ‘schiavo della Ricchezza’ (Matt. 6:24). Cosa avremmo fatto noi al suo posto? Di tanto in tanto dovremmo rivalutare le nostre priorità per vedere se stiamo usando le nostre energie in modo saggio. w19.09 24 parr. 17-18
Lunedì 16 agosto
In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia (Mar. 13:10)
L’opera di predicazione del Regno andrà avanti finché Geova non dirà che è terminata. Quanto tempo è rimasto alle persone per conoscere Geova Dio e Gesù Cristo? (Giov. 17:3). Non lo sappiamo. Ma sappiamo che, finché la grande tribolazione non sarà iniziata, chiunque abbia “la giusta disposizione per ricevere la vita eterna” potrà ancora decidere di servire Dio (Atti 13:48). Come possiamo aiutare queste persone prima che sia troppo tardi? Attraverso la sua organizzazione Geova ci sta dando tutto ciò di cui abbiamo bisogno per insegnare la verità alle persone. Per esempio, ogni settimana riceviamo addestramento all’adunanza infrasettimanale. A questa adunanza impariamo cosa dire al primo contatto e alle visite ulteriori. E se dopo una bella conversazione con qualcuno che ha mostrato interesse gli lasciamo un volantino o una rivista, quella persona potrà leggere qualche informazione in più fino a quando parleremo di nuovo con lei. Ognuno di noi ha la responsabilità di continuare a impegnarsi ogni mese nell’opera di predicazione del Regno. w19.10 9 par. 7; 10 parr. 9-10
Martedì 17 agosto
Non dimenticate di fare il bene e di condividere con gli altri quello che avete, perché Dio si compiace di tali sacrifici (Ebr. 13:16)
Geova promise all’anziano Simeone, un uomo leale che viveva a Gerusalemme, che prima di morire avrebbe visto il Messia. Quella promessa dovette incoraggiare molto Simeone, perché stava aspettando il Messia già da molti anni. La sua fede e la sua perseveranza furono ricompensate. Un giorno, “guidato dallo spirito, Simeone si recò al tempio”. Lì vide il piccolo Gesù e fu usato da Geova per pronunciare una profezia riguardo a quel bambino, che sarebbe diventato il Cristo (Luca 2:25-35). Anche se probabilmente non visse abbastanza a lungo da vedere Gesù compiere il suo ministero, Simeone fu grato del privilegio che gli era stato concesso. E nel futuro riceverà molte altre ricompense! Nel nuovo mondo quell’uomo fedele vedrà con i suoi occhi le benedizioni che il dominio di Gesù recherà a tutte le famiglie della terra (Gen. 22:18). Anche noi possiamo essere grati di qualsiasi privilegio Geova ci conceda nel servizio che gli rendiamo. w19.10 22 par. 7; 23 par. 12
Mercoledì 18 agosto
Più di ogni altra cosa, salvaguarda il tuo cuore (Prov. 4:23)
Che abbiamo molto o poco a livello materiale, dobbiamo stare attenti a non sviluppare amore per le ricchezze. Inoltre, non dobbiamo permettere che il lavoro diventi più importante del servizio che rendiamo a Geova. Come possiamo capire se ci sta succedendo una cosa del genere? Potremmo farci domande come: “Mi capita spesso di pensare al mio lavoro quando sono alle adunanze o nel ministero? Sono costantemente preoccupato per la mia sicurezza economica nel futuro? Il denaro e i beni materiali stanno creando problemi nel mio matrimonio? Sarei disposto a fare un lavoro che viene considerato umiliante se questo mi permettesse di avere più tempo per servire Geova?” (1 Tim. 6:9-12). Mentre riflettiamo su queste domande, non dimentichiamo che Geova ci ama e che fa questa promessa a chi lo serve con devozione: “Non ti lascerò né ti abbandonerò mai”. Per questo l’apostolo Paolo scrisse: “Il vostro modo di vivere sia libero dall’amore del denaro” (Ebr. 13:5, 6). w19.10 29 par. 10
Giovedì 19 agosto
Come il ferro affila il ferro, così un uomo affila il suo amico (Prov. 27:17)
Quando serviamo insieme ai nostri fratelli e vediamo di persona le belle qualità che hanno, impariamo da loro e ci avviciniamo a loro. Per esempio, cosa proviamo quando nel ministero sentiamo un nostro amico difendere coraggiosamente ciò in cui crede o parlare con sincera convinzione di Geova e dei suoi propositi? Non proviamo forse più affetto per lui? Adeline, una sorella di 23 anni, chiese alla sua amica Candice di andare a predicare con lei in un territorio percorso di rado. “Volevamo trovare nuovi stimoli e provare più gioia nel ministero”, dice. “Avevamo bisogno di una carica a livello spirituale”. Di che beneficio è stato per loro collaborare nel ministero? “Alla fine di ogni giornata”, dice Adeline, “parlavamo di come ci sentivamo, delle conversazioni incoraggianti avute con le persone e di come avevamo visto la guida di Geova nel ministero. Fare queste chiacchierate ci piaceva molto, e ci siamo conosciute ancora meglio”. w19.11 5 parr. 10-11
Venerdì 20 agosto
Prendete il grande scudo della fede (Efes. 6:16)
Nell’antichità era un disonore per un soldato tornare dalla battaglia senza lo scudo. Lo storico romano Tacito scrisse che era “massima vergogna abbandonare lo scudo”. Questo era uno dei motivi per cui i soldati lo tenevano ben stretto. Possiamo mantenere una salda presa sullo scudo della fede frequentando regolarmente le adunanze e parlando ad altri del nome di Geova e del suo Regno (Ebr. 10:23-25). Inoltre, dobbiamo leggere la Bibbia ogni giorno, pregando Geova che ci aiuti a mettere in pratica ciò che impariamo in ogni aspetto della vita (2 Tim. 3:16, 17). Se facciamo questo, nessun’arma di Satana ci potrà causare danni permanenti (Isa. 54:17). “Il grande scudo della fede” ci proteggerà. Rimarremo saldi, servendo fianco a fianco con i fratelli e le sorelle. E faremo di più che vincere le nostre battaglie quotidiane: avremo l’onore di stare dalla parte di Gesù quando vincerà la guerra contro Satana e i suoi sostenitori (Riv. 17:14; 20:10). w19.11 19 parr. 18-19
Sabato 21 agosto
Non sferro i miei colpi in modo da colpire l’aria (1 Cor. 9:26)
Se stabiliamo un piano d’azione ben definito e lo mettiamo per iscritto, ci sarà più facile agire in base alle decisioni prese (1 Cor. 14:40). Per esempio, ai corpi degli anziani viene detto di incaricare un anziano di registrare ogni decisione presa, scrivendo chi dovrà metterla in atto ed entro quanto tempo. Se gli anziani seguono queste istruzioni sarà più probabile che facciano ciò che hanno deciso. Potremmo fare qualcosa del genere per quanto riguarda le nostre decisioni. Per esempio, potremmo preparare una lista giornaliera di cose da fare, mettendole nell’ordine in cui intendiamo farle. Questo ci aiuterà non solo a portare a termine ciò che abbiamo iniziato, ma anche a fare più cose in meno tempo. Ma ci dobbiamo impegnare. Ci vuole impegno per seguire il piano che abbiamo stabilito e portare a termine ciò che abbiamo iniziato (Rom. 12:11). L’apostolo Paolo disse a Timoteo che doveva ‘continuare ad applicarsi’ e ‘perseverare’ per diventare un insegnante migliore. Questi consigli sono ugualmente validi anche per altri obiettivi spirituali (1 Tim. 4:13, 16). w19.11 29-30 parr. 15-16
Domenica 22 agosto
Geova parlava a tu per tu con Mosè, proprio come un uomo parlerebbe con un altro uomo (Eso. 33:11)
Quando fu incaricato di guidare la nazione di Israele fuori dall’Egitto, Mosè non aveva molta fiducia in sé stesso e disse più volte a Geova che non si sentiva all’altezza del compito. Geova gli rispose mostrando vera compassione e dandogli aiuto (Eso. 4:10-16). Grazie a questo Mosè poté trasmettere forti messaggi di giudizio al faraone. In seguito vide come Geova usò la sua potenza quando salvò gli israeliti e distrusse il faraone e il suo esercito nel Mar Rosso (Eso. 14:26-31; Sal. 136:15). Dopo la liberazione dall’Egitto gli israeliti avevano sempre qualcosa di cui lamentarsi. Tuttavia, Mosè osservò la grande pazienza con cui Geova trattava il popolo che Lui aveva liberato dalla schiavitù (Sal. 78:40-43). Mosè notò anche la straordinaria umiltà di Geova, che in un’occasione cambiò idea in seguito a una sua richiesta (Eso. 32:9-14). Dopo l’esodo l’amicizia tra Geova e Mosè diventò così stretta che era come se Mosè potesse vedere il suo Padre celeste (Ebr. 11:27). w19.12 17 parr. 7-9
Lunedì 23 agosto
Vi sta precedendo in Galilea. Lo vedrete là (Matt. 28:7)
I discepoli di Gesù erano in gran parte galilei. Quindi sarebbe stato logico riunire un così gran numero di persone su un monte della Galilea piuttosto che in una casa a Gerusalemme. Inoltre, dopo la sua risurrezione, Gesù aveva già avuto modo di stare con gli 11 apostoli in un’occasione in cui erano riuniti in una casa a Gerusalemme. Se avesse voluto dare solo agli apostoli il comando di predicare e fare discepoli, avrebbe potuto farlo a Gerusalemme invece di chiedere a loro, alle donne e ad altri di andare a incontrarlo in Galilea (Luca 24:33, 36). Il comando di Gesù non era valido solo per i cristiani del I secolo. Come lo sappiamo? Dopo aver dato quel comando ai suoi seguaci, Gesù disse: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla conclusione del sistema di cose” (Matt. 28:19, 20). Oggi l’opera di fare discepoli è in pieno svolgimento. Quasi 300.000 persone si battezzano ogni anno come testimoni di Geova e diventano discepoli di Gesù Cristo. Questo è davvero straordinario! w20.01 2 par. 1; 3 parr. 5-6
Martedì 24 agosto
Si ricordò di noi quando eravamo nella disperazione (Sal. 136:23)
Giovane, ma affetto da una malattia debilitante; sulla cinquantina, e con scarse possibilità di trovare un lavoro; avanti con l’età, e sempre meno in grado di partecipare al sacro servizio: se ci troviamo in circostanze simili, forse pensiamo di essere diventati inutili. Situazioni come queste possono farci perdere la gioia, distruggere la nostra autostima e creare ostacoli nei nostri rapporti con gli altri. Il punto di vista del mondo sulla vita rispecchia quello di Satana. Satana ha sempre trattato gli esseri umani come se avessero poco valore. Ad esempio, non si fece scrupoli a offrire a Eva la prospettiva di essere libera pur sapendo benissimo che la punizione per la disubbidienza a Dio sarebbe stata la morte. Satana ha sempre controllato questo mondo, quindi non è strano che molti suoi leader mostrino la stessa mancanza di rispetto che ha Satana per la vita e la dignità dell’uomo. Geova, invece, vuole che abbiamo la giusta autostima, e ci sostiene quando viviamo situazioni a causa delle quali forse ci sentiamo inutili (Rom. 12:3). w20.01 14 parr. 1-4
Mercoledì 25 agosto
Non devi profetizzare nel nome di Geova, altrimenti morirai per mano nostra (Ger. 11:21)
Per almeno 40 anni Geremia visse in mezzo a persone sleali, tra cui vicini e forse alcuni parenti che vivevano nella sua città, Anatot (Ger. 12:6). Comunque non si isolò. Infatti espresse i propri sentimenti al suo leale segretario Baruc, e in un certo senso anche a noi oggi (Ger. 8:21; 9:1; 20:14-18; 45:1). Possiamo facilmente immaginare che, mentre Baruc metteva per iscritto la storia di Geremia, così densa di avvenimenti, tra i due si sviluppassero profondo affetto e rispetto (Ger. 20:1, 2; 26:7-11). Per molti anni Geremia aveva avvertito coraggiosamente gli israeliti di ciò che sarebbe accaduto a Gerusalemme (Ger. 25:3). Poi Geova fece un ulteriore tentativo di motivarli a pentirsi chiedendo a Geremia di scrivere i Suoi avvertimenti in un rotolo (Ger. 36:1-4). Mentre Geremia e Baruc lavoravano a stretto contatto per svolgere questo incarico, che probabilmente richiese diversi mesi, di sicuro ebbero conversazioni che rafforzarono la loro fede. w19.11 2-3 parr. 3-4
Giovedì 26 agosto
Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato (Matt. 23:12)
Come dovremmo trattare i nostri compagni di fede unti? Sarebbe sbagliato ammirare troppo una persona, anche se si tratta di un unto fratello di Cristo (Matt. 23:8-11). Quando la Bibbia parla degli anziani, ci incoraggia a ‘imitare la loro fede’, ma non ci dice di considerare degli uomini come nostri capi (Ebr. 13:7). È vero che, secondo la Bibbia, alcuni sono “degni di doppio onore”, ma questo perché “presiedono in modo eccellente” e “faticano nel parlare e nell’insegnare”, non perché sono unti (1 Tim. 5:17). Se ricoprissimo gli unti di troppe lodi o attenzioni, potremmo metterli in imbarazzo. O, peggio ancora, potremmo portarli a diventare orgogliosi (Rom. 12:3). Non vorremmo fare nulla che possa spingere un unto fratello di Cristo a commettere un errore così grave! (Luca 17:2). w20.01 28 par. 8
Venerdì 27 agosto
Oltre a queste cose esterne c’è la preoccupazione per tutte le congregazioni (2 Cor. 11:28)
L’apostolo Paolo aveva tanti motivi per sentirsi in ansia. I problemi dei fratelli e delle sorelle lo preoccupavano molto (2 Cor. 2:4). Fu picchiato da oppositori e gettato in prigione. Dovette affrontare anche altre circostanze difficili che causano ansia, come il dover “vivere con poco” (Filip. 4:12). E visto che aveva fatto naufragio almeno tre volte, possiamo immaginare quanto fosse in agitazione ogni volta che viaggiava in nave (2 Cor. 11:23-27). Cosa permise a Paolo di affrontare l’ansia con successo? Quando i suoi fratelli affrontavano difficoltà, Paolo era preoccupato, ma non cercava di risolvere tutti i loro problemi da solo. Essendo modesto chiese a uomini fidati, come Timoteo e Tito, di aiutarlo a prendersi cura della congregazione. Con il lavoro che svolsero, di certo quei fratelli aiutarono Paolo a sentirsi meno in ansia (Filip. 2:19, 20; Tito 1:1, 4, 5). w20.02 22-23 parr. 11-12
Sabato 28 agosto
Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori (Efes. 6:1)
Geova si aspetta anche che noi ubbidiamo a lui. Merita la nostra ubbidienza perché è il nostro Creatore, ci mantiene in vita ed è il genitore più saggio che ci sia. Comunque, il motivo principale per cui gli ubbidiamo è che lo amiamo (1 Giov. 5:3). Anche se ci sono tanti motivi per cui dovremmo ubbidire a Geova, lui non ci costringe a farlo. Ci ha dato la libertà di scelta, ed è felice quando scegliamo di ubbidirgli perché lo amiamo. I genitori desiderano proteggere i propri figli. Ecco perché stabiliscono delle norme di comportamento. Quando ubbidiscono a queste norme, i figli dimostrano di avere fiducia nei genitori e di rispettarli. Conoscere le norme del nostro Padre celeste e seguirle è ancora più importante. Quando lo facciamo, dimostriamo a Geova di amarlo e rispettarlo, e riceviamo noi stessi dei benefìci (Isa. 48:17, 18). Chi invece respinge Geova e le sue norme finisce per fare del male a sé stesso (Gal. 6:7, 8). w20.02 9-10 parr. 8-9
Domenica 29 agosto
Lascia che io, la tua serva, ti parli, e ascolta le parole della tua serva (1 Sam. 25:24)
Come Abigail, dobbiamo avere il coraggio di parlare quando vediamo qualcuno che si sta incamminando su un sentiero pericoloso (Sal. 141:5). Dobbiamo mostrargli rispetto, ma dobbiamo anche essere coraggiosi. Dandogli con amore i consigli di cui ha bisogno, dimostriamo di essere dei veri amici per lui (Prov. 27:17). È particolarmente importante che gli anziani abbiano il coraggio di parlare a chi fa un passo falso (Gal. 6:1). Gli anziani riconoscono umilmente che anche loro sono imperfetti e un giorno potrebbero aver bisogno di consigli. Ma non permettono che questo li trattenga dal riprendere chi ha bisogno di disciplina (2 Tim. 4:2; Tito 1:9). Quando danno consigli a qualcuno, si sforzano di usare il dono della parola per insegnare in modo efficace e con pazienza. Amano i fratelli, e questo li spinge ad agire (Prov. 13:24). Ma soprattutto si preoccupano di onorare Geova sostenendo le sue norme e proteggendo la congregazione (Atti 20:28). w20.03 20 parr. 8-9
Lunedì 30 agosto
Per ogni cosa ho forza grazie a colui che mi dà potenza (Filip. 4:13)
Geova fece diventare Mosè il liberatore degli israeliti. Ma decise forse di usarlo quando Mosè si sentiva pronto, dopo che era stato “istruito in tutta la sapienza degli egiziani”? (Atti 7:22-25). No, Geova lo usò solo dopo averlo fatto diventare un uomo umile e mite (Atti 7:30, 34-36). Gli diede il coraggio di comparire di fronte alla persona più potente d’Egitto (Eso. 9:13-19). Da questo impariamo che Geova usa coloro che mostrano qualità che gli piacciono e che si affidano a lui per avere forza. Nel corso della storia Geova ha usato i suoi servitori in modo che ricoprissero molti ruoli diversi. E noi? Ciò che Geova ci farà diventare dipende molto da quanto noi siamo disposti a impegnarci (Col. 1:29). Se ci mettiamo a disposizione, Geova potrà far diventare ognuno di noi un evangelizzatore zelante, un insegnante capace, un bravo confortatore, un abile operaio, un buon amico o qualsiasi altra cosa sia necessaria per compiere la sua volontà. w19.10 21 par. 5; 25 par. 14
Martedì 31 agosto
Vi ho chiamato “amici” (Giov. 15:15)
I buoni amici ci aiutano a rimanere leali a Geova. E il segreto per avere buoni amici è essere noi per primi dei buoni amici (Matt. 7:12). La Bibbia ad esempio ci incoraggia a usare il nostro tempo e le nostre energie per gli altri, soprattutto per “chi è nel bisogno” (Efes. 4:28). Quando siamo impegnati nell’aiutare altri ci sentiamo più felici (Atti 20:35). In questo modo si creeranno preziose amicizie, e quando saremo in difficoltà avremo l’aiuto necessario per non farci prendere dall’ansia. I nostri amici saranno pronti ad ascoltarci con pazienza, proprio come lo fu Eliu quando Giobbe parlò di come si sentiva (Giob. 32:4). Non dobbiamo aspettarci che i nostri amici ci dicano cosa fare, ma facciamo bene a tenere conto dei loro consigli basati sulla Bibbia (Prov. 15:22). Il re Davide fu umile e accettò l’aiuto che gli offrirono i suoi amici; dovremmo imitarlo non essendo così orgogliosi da rifiutare l’aiuto che ci viene offerto dai nostri amici nel momento del bisogno (2 Sam. 17:27-29). I buoni amici sono un grande regalo di Geova (Giac. 1:17). w19.04 11 par. 12; 12 parr. 14-15