Cammello
Animale che serve da molto tempo come bestia da soma e mezzo di trasporto, specie nelle regioni desertiche. Ne esistono due varietà: il cammello propriamente detto e il dromedario. Il primo, con due gobbe sul dorso, più forte e in grado di portare carichi maggiori; il secondo, che si pensa sia quello generalmente menzionato nella Bibbia, con una gobba sola.
Il cammello ha caratteristiche ideali per la vita in regioni desertiche, dove svolge le funzioni affidate di solito al cavallo o all’asino in altri paesi. Il folto pelame lo protegge dal calore del deserto. Le narici lunghe e sottili si chiudono a piacere, utile precauzione contro la sabbia trasportata dal vento. Gli occhi sono protetti dalle roventi tempeste di sabbia da pesanti palpebre e lunghe ciglia. Le zampe del cammello sono munite di un cuscinetto plantare e una suola cornea, che le rendono molto adatte per camminare sulla sabbia soffice e cedevole. Callosità su cui l’animale si appoggia ne proteggono il petto e le ginocchia. Tali callosità sono presenti alla nascita. I denti robusti permettono al cammello di masticare praticamente qualsiasi cosa. Quest’animale ha bisogno di poco grano e può nutrirsi delle comuni piante del deserto, cosa che lo rende assai economico.
La gobba del cammello serve come dispensa portabile, dove è immagazzinata la maggior parte delle sue riserve alimentari. Se il cammello deve attingere troppo a lungo da questa riserva alimentare accumulata, la pelle della gobba, anziché rimanere eretta, si piega come una borsa vuota da un lato della spina dorsale. Nell’antichità i carichi erano posti sulle gobbe dei cammelli, come del resto avviene tuttora. (Isa. 30:6) Nelle Scritture viene menzionato anche un “cesto della sella da donna del cammello”, che senza dubbio era fissato alla sua gobba. — Gen. 31:34.
Contrariamente alla credenza popolare, il cammello ha bisogno d’acqua quasi quanto il cavallo. Se l’acqua c’è, ne beve sui 20–25 litri al giorno. Comunque la notevole caratteristica del cammello è la sua resistenza quand’è costretto a rimanere senz’acqua. Con un carico di 180 kg e percorrendo da 40 a 50 km al giorno, un cammello può resistere senz’acqua per otto giorni. E noto che un cammello ha resistito per trentaquattro giorni senza bere acqua, ma questa è un’eccezione.
I pareri sono discordi sulla ragione della sua capacità di rimanere per lunghi periodi senz’acqua. Generalmente ora si ritiene che il cammello possa fare a meno dell’acqua per un prolungato periodo di tempo perché trattiene la maggior parte dell’acqua che beve. La sua temperatura corporea può salire di 6 °C senza notevoli effetti. Il cammello può tollerare una perdita d’acqua pari a oltre il 30 per cento del suo peso, rispetto al 10 per cento circa degli esseri umani. Non disperde sudando l’umidità con la stessa rapidità degli altri animali. Il suo sangue è unico in quanto la perdita di fluido è minima anche quando rimane senz’acqua per diversi giorni.
Si sa che alcuni cammelli viaggiano a velocità straordinaria. In un caso documentato un cammello ha compiuto un viaggio di oltre 850 km in due giorni e mezzo. Tuttavia a forte velocità i movimenti del cammello sono violenti e contrastanti, dato che muove allo stesso tempo le due gambe destre e poi le due gambe sinistre. In I Samuele 30:17 si può notare un’allusione alla velocità dei cammelli: solo i quattrocento giovani che cavalcavano cammelli sfuggirono quando Davide abbatté gli amalechiti.
Secondo la Legge il cammello era un animale impuro e perciò non era usato dagli israeliti come cibo. (Lev. 11:4; Deut. 14:7) Tuttavia si facevano tessuti di pelo di cammello. Giovanni il Battezzatore indossava un abito di questo materiale. (Matt. 3:4; Mar. 1:6) Tuttora la stoffa di pelo di cammello è usata per confezionare capi di vestiario.
La prima menzione del cammello nella Bibbia ha relazione con la residenza temporanea di Abraamo in Egitto, dove acquistò un certo numero di questi animali da soma. (Gen. 12:16) Alcuni ritengono che tale antico riferimento ai cammelli sia un anacronismo e citano l’assenza di prove storiche dell’esistenza del cammello domestico a sostegno della loro asserzione. Tuttavia il professor J. P. Free, nel suo libro Archaeology and Bible History (p. 170), scrive in proposito: “È presuntuoso accantonare l’idea che Abraamo avesse cammelli in Egitto (Gen. 12:16), alla luce dell’evidenza fornita da statuette di cammelli, ossa e altre prove dei reperti archeologici” anche di data precedente.
Nel predire la caduta di Babilonia, il profeta Isaia alluse agli eserciti vittoriosi col simbolo di un carro da guerra tirato da cammelli. (Isa. 21:7) Secondo lo storico greco Erodoto (Storie, Libro I, 80) , Ciro si serviva di cammelli nelle sue campagne militari. Il popolo di Dio al ritorno dalla prigionia viene descritto come se fosse coperto da un’ondeggiante massa di cammelli, che portano tutti un tributo. Cammelli sono menzionati anche fra gli animali da soma che da tutte le nazioni portano i fratelli dei servitori di Dio a Gerusalemme “come dono a Geova”. (Isa. 60:6; 66:20) L’interessante è che, nel primo adempimento della profezia di restaurazione fatta da Isaia, fra il bestiame degli ebrei che tornarono da Babilonia nel 537 a E.V. c’erano 435 cammelli. — Esd. 2:67; Nee. 7:69.
USO ILLUSTRATIVO
Gesù menzionò il cammello in modo illustrativo. Una volta osservò che sarebbe stato più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno. (Matt. 19:24; Mar. 10:25; Luca 18:25) Si è discusso se non sarebbe più corretto in questo caso usare “fune” invece di “cammello”. Infatti la versione inglese di George M. Lamsa ha la parola “fune” nel testo principale, e una nota in calce su Matteo 19:24 dice: “La parola aramaica gamla significa fune e cammello”. Anche i termini greci corrispondenti a fune (kàmilos) e cammello (kàmelos) sono molto simili, e qualcuno ha pensato che ci fosse stata confusione fra i due termini greci. Si noti però che A Greek–English Lexicon di Liddell e Scott ha come definizione di kàmilos il termine “fune”, ma aggiunge, “forse coniato come rettifica della frase: ‘È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio’”, indicando così che nel testo greco ricorreva kàmelos, e non kàmilos.
Nei più antichi manoscritti greci del Vangelo di Matteo esistenti, il Manoscritto Sinaitico, il Manoscritto Vaticano n. 1209 e il Manoscritto Alessandrino, compare la parola kàmelos. Pare che Matteo abbia prima scritto il racconto della vita di Gesù in ebraico e l’abbia poi tradotto in greco. Egli sapeva esattamente cosa aveva detto e inteso dire Gesù, e quindi sapeva l’esatta parola greca, e tale parola, secondo i più antichi manoscritti greci esistenti, era kàmelos. C’è buona ragione dunque di ritenere che la traduzione esatta sia “cammello”.
Con questa illustrazione fuori del comune Gesù rilevava che, come non era possibile per un cammello letterale passare per la cruna di un ago letterale, così era ancor meno possibile per un ricco entrare nel regno di Dio se conservava l’attaccamento per le sue ricchezze.
Nel condannare gli ipocriti farisei, Gesù disse che ‘scolavano il moscerino ma inghiottivano il cammello’. L’interessante è che quegli uomini scolavano i moscerini dal vino non semplicemente perché erano insetti, ma perché erano cerimonialmente impuri; eppure inghiottivano figurativamente cammelli, che erano anch’essi impuri. Pur insistendo nell’adeguarsi alle minime esigenze della Legge, trascuravano interamente le cose più importanti: giustizia, misericordia e fedeltà. — Matt. 23:23,24.