Silvestro I, l’uomo che era assente
I FEDELI della Chiesa Cattolica Romana sono avvertiti di non accettare alcuna dottrina che non abbia origine dalla chiesa. Oltre a ciò, sono avvertiti che i semplici sacerdoti e anche i vescovi non sono autorizzati ad interpretare la Bibbia. Si dice che solo i papi, come vicari di Cristo Gesù e successori dell’apostolo Pietro, sono infallibilmente diretti nella fede e nella morale. Molti sinceri cattolici si sono attenuti scrupolosamente a questa norma senza discutere.
Sorprenderebbe forse e anche offenderebbe tali persone sapere che proprio l’insegnamento fondamentale della loro religione e della loro chiesa venne formulato e stabilito da un’assemblea di sacerdoti e vescovi senza l’approvazione del papa durante il cui pontificato fu tenuto il concilio?
La Catholic Encyclopedia, sotto il titolo “Credo di Nicea”, dichiara: “Come fu approvato in forma più estesa al Concilio di Costantinopoli (381), esso [il Credo di Nicea] è la professione della fede cristiana comune alla Chiesa Cattolica, a tutte le Chiese Orientali separate da Roma, e alla maggioranza delle sette protestanti”.a Non sarebbe ragionevole aspettarsi, in vista della natura basilare di questo credo, che il papa stesso avesse aiutato a formularlo?
A proposito dei suoi poteri a questo riguardo la Catholic Encyclopedia indica: “Come supremo maestro della Chiesa, cui spetta di prescrivere ciò che dev’essere creduto da tutti i fedeli, e prendere provvedimenti per la preservazione e propagazione della fede, questi sono i diritti che spettano al papa: (a) stabilire le credenze e determinare quando e da chi deve essere fatta una esplicita professione di fede”.b In quanto ad indire assemblee, la stessa fonte autorevole dice inoltre: “Il potere legislativo del papa comporta i seguenti diritti: . . . (b) se egli emana leggi con l’aiuto di un concilio, spetta a lui di convocarlo, presiedere ad esso, dirigerne le deliberazioni, confermarne gli atti”.c
Dato il significato del Credo di Nicea come basilare confessione di fede sia dei cattolici che dei protestanti, la sua origine e gli uomini che ne sono responsabili dovrebbero interessare tutti quelli che si professano cristiani. Quindi, in risposta alla nostra domanda iniziale, consideriamo la parte sostenuta in questo storico avvenimento da Silvestro I, “Santo, Papa”.
“Questa era l’èra di Costantino il Grande, quando la posizione pubblica della Chiesa si rafforzò grandemente, cambiamento che dev’essere stato sicuramente molto notevole a Roma; di conseguenza è deplorevole che ci siano così scarse informazioni attendibili riguardo al pontificato di Silvestro. Una leggenda di antica data lo pone in stretta relazione col primo imperatore cristiano, ma in modo contrario al fatto storico”.d
NESSUN PAPA PRESENTE AL CONCILIO DI NICEA
Ma forse possiamo trovare prove più positive che egli assolse la sua funzione di papa convocando il Concilio di Nicea. Di nuovo siamo delusi: “Non è storicamente stabilito se l’imperatore convocando il Concilio agì unicamente in proprio nome o in accordo col papa; tuttavia è probabile che Costantino e Silvestro venissero ad un accordo. . . . Il Concilio fu aperto da Costantino [non Silvestro] con la massima solennità. L’imperatore attese che tutti i vescovi avessero preso posto prima di fare il suo ingresso. . . . Egli aprì la sessione come presidente onorario, ed assistette alle sessioni successive, ma la direzione delle discussioni teologiche venne lasciata, com’era appropriato, ai capi ecclesiastici del concilio [non al papa]. Sembra che il presidente effettivo sia stato Osio di Cordova [di nuovo, non Silvestro, che non era neanche presente], assistito dai legati pontifici, Vittore e Vincenzo”.e
In quanto a questi due ultimi nominati, erano semplici preti e evidentemente gli unici provenienti da Roma. I loro nomi compaiono soltanto nell’elenco di firme alla fine dei documenti del concilio e in questi documenti non vi è alcuna indicazione che essi avessero una speciale autorità.
Ma dato che solo il papa ha il diritto di “determinare quando e da chi deve essere fatta una esplicita professione di fede”, egli deve aver fatto certamente qualche importante decreto riguardo all’approvazione di questi fondamentali insegnamenti! Citiamo ancora: “Non è accertato se Costantino si sia accordato in anticipo con Silvestro sull’effettiva convocazione del concilio, né se ci fosse un’espressa conferma papale dei decreti oltre alle firme dei legati pontifici”.f E dato che non vi è alcuna prova nel documento stesso che Vittore e Vincenzo agissero per incarico del papa, ciò rende ancora più dubbio che avessero l’autorizzazione di Silvestro.
C’è ancora un altro punto da considerare. In una delle nostre citazioni era dichiarato che il Credo di Nicea “come fu approvato in forma più estesa al Concilio di Costantinopoli (381), . . . è la professione della fede cristiana”. Venne infine data in questa occasione la conferma ufficiale? Rivolgendoci di nuovo alla nostra fonte autorevole cattolica, leggiamo: “Il Primo Concilio di Costantinopoli (Secondo Concilio Generale) fu convocato nel maggio del 381 dall’Imperatore Teodosio, . . . per confermare la Fede di Nicea, . . . e fu presieduto da Mileto di Antiochia [di nuovo, non il papa]; . . . Secondo Foziog papa Damaso lo approvò, ma se qualche parte del concilio fosse approvata da questo papa avrebbe potuto essere solo il suddetto credo”.h
I sinceri cattolici, e anche i protestanti, potrebbero ben chiedersi: In quanto all’importantissimo Credo “cristiano”, chi assolse veramente la funzione di “papa”, Silvestro I, designato ufficialmente a tal fine dalla Chiesa Cattolica, o Costantino, governatore secolare di Roma e solo poco prima “convertito al Cristianesimo”? La prova inconfutabile, proprio da fonte cattolica, indica direttamente Costantino. Fu Costantino, non Silvestro, a convocare il Concilio; fu Costantino, non Silvestro, a presiedere ad esso; fu Costantino, non Silvestro, ad emanare i decreti. Infatti, Silvestro non era neanche presente. Ed è degno di nota che al tempo della sua azione Costantino aveva il titolo che in seguito è stato riservato ai papi, cioè, il titolo di “Pontefice Massimo”.i
Quindi tenendo conto della sua origine, tutti quelli che si professano cristiani farebbero bene a considerare il Credo di Nicea con circospezione. Ciò diviene ancor più evidente quando senza preconcetti esaminiamo i suoi insegnamenti alla luce dell’ispirata Parola di Dio, la Bibbia. Tale scrupolosa indagine convincerà tutti coloro che cercano la verità che il Credo di Nicea è qualche cosa di diverso dalla buona notizia dichiarata dagli apostoli di Gesù, compreso Pietro, e quindi è soggetto alla maledizione o “anatema” pronunciato da Paolo in Galati 1:8 (NM): “Ma, anche se noi o un angelo dal cielo vi dichiarasse come buona notizia qualche cosa oltre a ciò che noi vi abbiamo dichiarato come buona notizia, sia maledetto”.
[Note in calce]
a La Catholic Encyclopedia, edizione del 1913, Vol. XI, pag. 49
b Ibid., Vol. XII, pag. 269.
c Ibid., Vol. XII, pag. 269.
d Ibid, Vol. XIV, pag. 370.
e Ibid., Vol. XI, pagine 44, 45.
f Ibid., Vol. XIV, pag. 371.
g Fozio (nato nell’815 circa) usurpò il patriarcato nel 857, fu deposto, rimesso in carica e di nuovo deposto e scomunicato nel 886. Benché sia considerato dalle fonti autorevoli cattoliche come uno dei “primi padri”, è anche considerato dissidente e responsabile dello scisma che infine ebbe luogo nel 1043-58.
h Ibid., Vol. IV, pag. 308.
i Ibid., Vol. XII, pag. 270.