Aggeo e Zaccaria (Lezione 52)
“IL SECONDO anno del re Dario, il sesto mese, il primo giorno del mese, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, a Zorobabele, figliuolo di Scealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè, figliuolo di Jehotsadak, sommo sacerdote”. (Aggeo 1:1) Con queste parole il versetto introduttivo del libro di Aggeo informa che il profeta Aggeo, il quale scrisse il libro recante il suo nome, parlò per ispirazione. Quindi lo scritto è autentico e canonico. Tali parole ci informano pure riguardo al tempo in cui Aggeo cominciò a profetizzare e a chi si rivolse. Le profezie di Aggeo, il cui nome significa “festivo”, constano di quattro brevi discorsi, ma pronunciati in tre giorni diversi. L’ultimo porta la data del ventiquattresimo giorno del nono mese, nel secondo anno di Dario (II), il che indica che dal primo all’ultimo discorso trascorsero solo tre mesi e ventiquattro giorni. Perciò, il libro è breve non soltanto in quanto alla lunghezza ma anche in quanto al tempo. Poco si sa di Aggeo personalmente. Probabilmente tornò da Babilonia con Zorobabele nel 537 a.C.
Ecco le condizioni storiche inerenti alle profezie di Aggeo: Diciassette anni prima, cioè nel 537 a.C., Zorobabele era tornato dalla cattività con circa 50.000 Ebrei, per riedificare il tempio. Sorse opposizione da parte degli ostili vicini, quegli ibridi religiosi chiamati “Samaritani”, che dopo un certo tempo riuscirono a interrompere l’opera di ricostruzione. Essi complottarono d’imporre un decreto ufficiale persiano contro l’opera teocratica di ricostruzione, e per quasi sedici anni i lavori nel tempio furono sospesi. Fu in quel tempo preciso e in tali condizioni che Geova suscitò il profeta Aggeo, nel secondo anno di Dario II, nel 520 a.C. — Esdra 1:1-4; 2:1, 2; 4:1–5:1.
Innanzi tutto, il profeta rivolse la parola di Dio a coloro che i moderni chiamerebbero “disfattisti”. Vi erano alcuni fra il rimanente tornato dalla cattività i quali timorosamente ed egoisticamente giudicavano secondo le condizioni esteriori e affermavano: “Il tempo non è giunto, il tempo in cui la casa dell’Eterno dev’essere riedificata”. Più tardi questi disfattisti si lamentarono che il nuovo tempio in costruzione non era nulla in confronto a quello eretto da Salomone. (1:2; 2:3) Ma senza lasciarsi scoraggiare Aggeo parlò a quelli che mancavano di fede e zelo per la casa di Dio infondendo forza e zelo nei loro deboli cuori. Il suo primo discorso denunciava la trascuratezza degli Ebrei che abitavano nelle proprie case ultimate ma erano contenti di lasciare che la casa del Signore giacesse in rovina. A causa di ciò dal cielo “non c’è stata rugiada” e la terra “ha ritenuto il suo prodotto”. Una serie di raccolti mancati e di stagioni improduttive li impoverirono; da un’abbondante seminagione raccolsero poco. (1:4-11) Le parole di Aggeo s’impressero profondamente nel cuore del popolo e dei suoi capi Zorobabele e Giosuè. In meno di quattro settimane, nonostante il decreto imperiale, il lavoro del tempio fu ripreso! — 1:12-15.
Il secondo discorso di Aggeo (2:1-9) fu pronunciato poco meno di un mese dopo la ripresa del lavoro. Questa volta per demolire la propaganda dei nostalgici secondo i quali il nuovo tempio era una delusione in confronto alla gloria del tempio di Salomone. Ma questo discorso rivolto a Zorobabele e a Giosuè e a tutto il rimanente li assicurava che “la gloria di quest’ultima casa sarà più grande di quella della prima”, poiché Geova farà “tremare tutte le nazioni” e “verrà il Desiderato da tutte le genti” al tempio. (Tintori) Due mesi e tre giorni più tardi il fondamento del tempio di Geova fu posto, e il terzo discorso (2:10-19) interroga i sacerdoti riguardo alla passata impurità della nazione; li invita a considerare la piaga dei mancati raccolti che colpì il paese mentre i lavori del tempio erano fermi; promette benedizione in vista della ripresa attività di costruzione. Come in effetti si svolsero le cose, Geova benedì il loro zelo e coraggio inducendo Dario II a rimettere in vigore il decreto di Ciro che autorizzava i lavori. I maligni avversari samaritani furono ridotti al silenzio. Il quarto discorso (2:20-23) fu pronunciato lo stesso giorno, e fu rivolto esclusivamente a Zorobabele. Predisse che Geova avrebbe rovesciato questo iniquo mondo di Satana, distrutto i suoi regni e governi, e insediato nella potenza del Regno il più grande Zorobabele, Cristo Gesù.
ZACCARIA
“Zaccaria” significa “memore di Jah”. Il libro biblico che porta questo nome fu scritto dal profeta di tale nome e contiene le parole dette da Geova per mezzo di lui. Zaccaria fu contemporaneo di Aggeo e cominciò a profetizzare due mesi dopo il primo discorso di Aggeo. Quindi le condizioni storiche della profezia di Zaccaria sono le medesime di quelle or ora esposte per Aggeo. Zaccaria è chiamato a volte “figliuolo d’Iddo”, ma il versetto introduttivo della sua profezia è più esplicito, e dice: “Zaccaria, figliuolo di Berekia, figliuolo d’Iddo”. Per Iddo era un figlio della seconda generazione. Che Zaccaria fosse stato sia sacerdote che profeta è indicato in Nehemia 12:12, 16. Quando iniziò il suo servizio profetico era ancora un uomo giovane e continuò in quel servizio per almeno due anni, fino al 518 a.C. — Zacc. 1:1; 2:4; 7:1; Esdra 5:1; 6:14.
Il libro di Zaccaria è generalmente diviso in due parti: capitoli 1-8 e capitoli 9-14. La prima parte consiste principalmente di una serie di visioni che generalmente si riferiscono al tempio e alle speranze suscitate dalla sua ricostruzione, e termina con un discorso in risposta a domande riguardanti certe feste. Il profeta vede dei cavalieri del Signore che ispezionano la terra e ode la promessa del completamento del tempio e della prosperità di Gerusalemme; vede le quattro corna che dispersero Israele e i quattro fabbri che devono abbattere le corna; ha la visione di un uomo con una corda da misurare in mano che si avvicina a Gerusalemme, il che predice l’espansione e prosperità di Gerusalemme e l’unirsi di altre nazioni al Signore; ode un rimprovero rivolto a Satana e vede i sudici vestiti del sommo sacerdote Giosuè sostituiti da un abito glorioso; un candelabro d’oro a sette lampade fiancheggiato da due ulivi per rifornirlo d’olio si presenta poi al suo sguardo intento ed egli ode le grida di “Grazia, grazia” annuncianti che erano state poste le fondamenta del tempio; ha la visione di un rotolo in volo recante la maledizione che si abbatte su coloro che derubano Iddio e prestano a lui falso giuramento; vede l’empietà babilonica tolta di mezzo al rimanente restaurato di Dio; infine, quattro carri trainati da cavalli appaiono come simbolo dell’organizzazione di guerra di Dio, e l’edificatore del tempio di Dio è identificato come “il Germoglio”, il quale sarà sacerdote sul suo trono. Gli ultimi due capitoli di questa prima parte rispondono che le cerimonie di penitenza e falsa compunzione dovrebbero far posto a tempi di gioia e d’esultanza, che la Sion restaurata avrebbe prosperato e che uomini di tutte le nazioni avrebbero afferrato “un Giudeo per il lembo della veste” per seguirlo a Gerusalemme a motivo delle benedizioni di Geova sul suo popolo.
La seconda parte della profezia di Zaccaria, capitoli 9-14, ha il solito tono e carattere profetico, in contrasto con la precedente parte piena di visioni così simile alle profezie di Daniele e di Ezechiele. Molti critici della Bibbia sostengono che quest’ultima parte, per il mutamento di stile ed altre supposte evidenze, non fosse scritta da Zaccaria, ma da qualcuno vissuto molto prima del tempo di Zaccaria. A coloro che apprezzano non soltanto l’adempimento su piccola scala, ma anche la più importante questione dell’adempimento su scala maggiore, i loro erronei argomenti non fanno molta impressione. Il radicale cambiamento del soggetto è probabilmente la causa del mutamento di esposizione e di stile. Le forme consimili di espressione e analoghi messaggi profetici collegano le due parti. La cosa più convincente è che lo scrittore della seconda parte mostra di conoscere gli scritti dei profeti che seguirono la distruzione di Gerusalemme, ma nel fare allusione a ciò egli si riferisce al futuro adempimento antitipico di tali profezie. Quindi la seconda parte non potrebbe essere stata scritta da uno vissuto molto tempo prima di Zaccaria, ma, come la prima, dev’essere stata scritta dopo l’esilio degli Ebrei. Zaccaria fu indubbiamente colui che Geova adoperò per scrivere tutti i quattordici capitoli del libro che porta il nome di questo profeta.
Quest’ultima parte dichiara la vendetta contro le nazioni pagane, predice l’entrata di Cristo, montato su un asino, come Re a Gerusalemme, l’estensione del governo del Regno a tutta la terra, il radunamento del Suo popolo, il tradimento di Cristo per trenta pezzi d’argento, lo spirito di Dio sparso sul rimanente dopo il suo pentimento, la vergogna dei falsi profeti e l’inutilità di celare la propria identità, e la caduta di due terzi del popolo e la salvezza di un terzo (un rimanente) mediante la purificazione. L’ultimo capitolo predice l’assalto internazionale contro Gerusalemme nel giorno di Geova, il “monte degli Ulivi” spaccato per dare rifugio al suo popolo, l’incontrastata sovranità di Geova sopra la terra, la piaga con cui egli colpirà gli oppositori, e la Sua regolare adorazione anno dopo anno da parte del popolo e mediante l’organizzazione del Suo tempio santo.
Molte profezie di Zaccaria sono state adempiute, e il loro adempimento al cento per cento in un compimento su scala maggiore non è molto lontano. Per i riferimenti a profezie di Zaccaria nelle Scritture Greche Cristiane, confermanti ulteriormente l’autenticità del libro, confrontate Zaccaria 8:16 con Efesini 4:25; Zaccaria 9:9 con Matteo 21:4, 5 e Giovanni 12:14-16; Zaccaria 12:10 con Giovanni 19:37; Zaccaria 13:7 con Matteo 26:31 e Marco 14:27, che indicano l’adempimento di tali profezie su piccola scala.
[Domande per lo studio]
1. (a) Che cosa dice il versetto iniziale di Aggeo? (b) Che cos’altro è detto di Aggeo personalmente e della sua profezia?
2. Quali avvenimenti storici precedono la profezia di Aggeo?
3. Riassumete il contenuto (a) del primo discorso di Aggeo. (b) Del secondo discorso. (c) Del terzo discorso. (d) Del quarto discorso.
4. Quale informazione preliminare è data riguardo a Zaccaria?
5. Com’è diviso generalmente questo libro?
6. Riassumete il contenuto della prima parte.
7. Quali critiche non possono smentire che Zaccaria sia lo scrittore della seconda parte?
8. Qual è il contenuto di questa parte?
9. Da che cosa è provata l’autenticità del libro nel suo insieme?