Primo e Secondo Pietro (Lezione 68)
SOLO la tradizione religiosa asserisce che Pietro fosse il primo vescovo di Roma, e quando questa tradizione arriva al punto di pretendere che Pietro fosse il primo papa diventa una vera e propria bestemmia. La Bibbia dimostra che entrambe le pretese sono false. Quando Paolo scrisse ai Romani, nel 55 o 56 d.C., menzionò trentacinque nomi, e mandò saluti a ventisei persone nominandole, ma non mandò saluti all’eminente apostolo Pietro e non lo menzionò. È veramente assurdo pensare che Paolo avrebbe così trascurato il “vescovo di Roma”, se vi fosse stata una simile carica e se questa fosse stata occupata da Pietro! Inoltre, Paolo scrisse alcune lettere da Roma durante gli anni 59-61 d.C. e verso l’anno 65; ma in nessuna di queste lettere, che contengono riferimenti a ben noti conservi cristiani di Paolo e che trasmettono i saluti di alcuni di loro, Paolo fa menzione dell’apostolo Pietro. Ovviamente, Pietro non era a Roma, né come “vescovo” né altrimenti.
Pietro fece dei viaggi predicando l’evangelo, specialmente ai Giudei. (1 Cor. 9:5; Gal. 2:7-9) La narrazione biblica non contiene un racconto così specifico dei suoi viaggi come fa per quelli di Paolo, ma lo fa apparire in luoghi diversi e in tempi diversi. Uno di questi luoghi è Babilonia. E questo è il luogo che ci interessa in relazione alla prima epistola di Pietro. Il versetto iniziale identifica lo scrittore della lettera come “Pietro, apostolo di Gesù Cristo”, e il penultimo versetto indica il luogo da cui l’epistola fu scritta: “Colei che è a Babilonia, eletta come voi, vi manda i suoi saluti, e anche Marco, mio figlio”.
La Gerarchia Cattolica Romana pretende che Pietro abbia qui adoperato il termine “Babilonia” come nome mistico, raffigurativo di Roma. Ma tale dichiarazione è influenzata da pregiudizi religiosi, da un subdolo intento di far credere che Pietro sia stato a Roma. Il saluto in una lettera così schietta e onesta non è il posto nel quale possa trovarsi un linguaggio misterioso e vago. Non è giusto dire che Pietro adoperasse un’espressione oscura per paura dell’Impero Romano, poiché egli era conosciuto per la sua intrepidezza. (Atti 4:13) Paolo scrisse delle epistole da Roma, perfino durante le più violente persecuzioni di Nerone, e indicò Roma come luogo dove si trovava. (Filip. 4:22; Ebr. 13:24; 2 Tim. 1:16, 17) Il coraggio di Pietro era della stessa tempra di quello di Paolo. Quando Pietro disse Babilonia egli deve aver voluto dire Babilonia. Non esiste nessuna prova che Pietro abbia scritto la sua lettera da Roma. Alcuni si chiedono se la Babilonia alla quale egli si riferisce sia l’antica Babilonia sull’Eufrate o qualche altra città con quel nome. Vi fu una Babilonia in Egitto, e Seleucia che si trovava proprio a settentrione dell’antica Babilonia poteva anche essere stata chiamata la Babilonia moderna di quei tempi. Tuttavia, non vi è alcun motivo di non accettare Babilonia in Mesopotamia come luogo da dove Pietro scrisse. È vero che ai giorni di Pietro l’antica Babilonia non era più la popolosa metropoli di un tempo, ma vi dimoravano ancora molti Giudei ed era uno dei principali centri della cultura giudaica. (Antichità di Giuseppe Flavio, Libro 15, Capitolo 2, paragrafo 2, e Capitolo 3, paragrafo 1) Poiché aveva “l’apostolato della circoncisione”, era naturale che Pietro desiderasse andare in quel centro giudaico a predicarvi il vangelo.
Quando scrisse egli la sua prima epistola? Non si può fissare una data precisa, ma è molto probabile che Pietro scrivesse la lettera durante il periodo che va dal 61 al 65 d.C. Marco era con lui. (1 Piet. 5:13) Nel 60 o forse al principio del 61 Marco era con Paolo a Roma, ma doveva partire per l’Asia Minore. (Col. 4:10) Dall’Asia Minore egli evidentemente proseguì il viaggio fino a Babilonia e qui servì per un po’ di tempo con Pietro. Verso il 65 tuttavia Marco ritornò in Asia Minore e fu invitato da Paolo a venire a Roma. (2 Tim. 4:11) Calcolando il tempo per il viaggio, Marco fu probabilmente con Pietro a Babilonia durante il periodo che va dal 62 al 64. Fu perciò durante quel periodo che con tutta probabilità fu scritta la prima lettera di Pietro. Dal contenuto della lettera sembra che quelli a cui era indirizzata fossero perseguitati, ma che più severe prove dovessero ancora venire. Queste condizioni corrispondono al tempo in cui Nerone cominciò a diventare cattivo, ma prima dell’ardente persecuzione che egli scatenò contro i Cristiani nell’anno 64.
La prima epistola di Pietro fu indirizzata ai Cristiani delle province romane del Ponto, della Galazia, della Cappadocia, dell’Asia e della Bitinia. Senza dubbio queste congregazioni erano composte sia di Giudei che di Gentili. Pietro non scriveva esclusivamente ai Cristiani di razza giudaica, e questo appare molto evidente dai riferimenti che egli fa allo stato precedente di alcuni dei suoi lettori. (1:14; 2:9, 10; 4:3; 5:14) La lettera fu consegnata da Silvano. — 5:12.
Nel capitolo iniziale Pietro invita i Cristiani a rallegrarsi dell’eredità incorruttibile riservata per loro nel cielo, quantunque siano per un po’ di tempo assaliti da molte tentazioni. Sebbene debba passare per il fuoco, la prova della loro fede dovrà riflettere la gloria e la lode a Dio al tempo dell’apparizione di Gesù. I profeti preannunciarono le sofferenze di Cristo e la gloria futura, ma non poterono apprezzare pienamente le glorie dell’eredità con Lui. Gli angeli desideravano conoscere i segreti delle verità dell’evangelo del Regno, ma non poterono. I Cristiani, essendo benignamente favoriti mediante la rivelazione di Gesù Cristo, dovrebbero dunque camminare con circospezione, nel timore e nella santità. Essi non sono stati redenti con cose corruttibili, come argento e oro, ma col prezioso sangue di Cristo.
Quali pietre viventi i Cristiani sono edificati come un tempio, nel quale devono essere offerti sacrifici accettevoli a Dio. Cristo è la principale Pietra Angolare, la quale i capi religiosi dei Giudei rigettarono e sulla quale fecero inciampare la maggioranza dei Giudei. Ma voi che accettate Cristo dovete ‘dichiarare l’eccellenza di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce’. Dovete evitare le concupiscenze carnali e glorificare Dio con le buone opere. Sottomettetevi all’autorità e all’organizzazione teocratica. Usate la vostra libertà cristiana per ricercare la rettitudine, non come un manto per coprire l’empietà. Amate i vostri fratelli, e onorate Cristo il Re. Sopportate pazientemente le afflizioni. Cristo Gesù lo fece, e voi dovete seguire le sue orme. — 2:1-25.
Le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti, devono adornarsi con opere cristiane e con uno spirito dolce e mansueto. I mariti devono amare le loro mogli ed avere per loro i riguardi dovuti a un “vaso più debole”. Pietro esorta quindi all’unità e all’amore tra i fratelli in Cristo. Rallegratevi se soffrite per amor della giustizia; santificate il Signore nei vostri cuori e siate sempre pronti a dichiarare la speranza che è in voi; soffrite facendo il bene, anziché facendo il male. Pietro rivela che Cristo dopo la Sua risurrezione predicò ai figli di Dio che furono disubbidienti ai giorni di Noè, che la salvezza di otto anime umane nel Diluvio fu una figura del battesimo, e che Cristo è attualmente nel cielo alla destra di Dio. (3:1-22) Per resistere alle sofferenze i Cristiani devono armarsi dell’atteggiamento di Cristo Gesù, della conoscenza della contesa e dei propositi di Dio. Dopo diverse esortazioni Pietro considera nuovamente le sofferenze per amore della giustizia e la gioia di serbare l’integrità in tali sofferenze, ma ammonisce che non si deve soffrire come ladri o malfattori od omicidi o per essersi intromessi negli affari altrui. Camminate con circospezione; il giudizio comincia dalla casa di Dio. — 4:1-19
Gli anziani della congregazione devono dispensare il cibo spirituale volenterosamente e prontamente, come buoni esempi. Tutti dovrebbero essere umili. Tutti dovrebbero essere sobri e vigilanti, perché il Diavolo va attorno come un leone ruggente cercando di divorare i testimoni di Dio. Rimanete saldi in ogni afflizione e sarete resi perfetti nell’integrità, fortificati e saldamente stabiliti. — 5:1-14.
SECONDO PIETRO
La prima epistola di Pietro è stata quasi unanimemente accettata come genuina, ma l’autenticità della seconda epistola è stata per lungo tempo contestata. Gli “alti critici” che mettono in dubbio il fatto che egli ne sia l’autore cavillano principalmente su una supposta differenza di stile fra la prima e la seconda lettera. Possiamo saggiamente respingere le loro vane chiacchiere che non trovano nessuna base nella storia e nemmeno nelle Scritture. La lettera dichiara che Pietro ne è l’autore. (2 Piet. 1:1) Egli fu testimone della scena della trasfigurazione (1:16), la sua morte era stata preannunciata da Cristo Gesù (1:14; Giov. 21:18, 19), e inoltre aveva scritto una precedente epistola che era stata fatta circolare dappertutto (3:1). Lo scrittore fu Pietro, secondo le Scritture ispirate che Geova Dio ha fatto preservare nel cànone della Bibbia.
Questa seconda epistola di Pietro fu probabilmente scritta poco tempo dopo la prima, e da Babilonia o nelle vicinanze. Molto probabilmente fu composta verso il 64 d.C. A quel tempo tutte le epistole di Paolo alle congregazioni furono scritte e trasmesse e furono generalmente accettate come ispirate. Pietro lo attesta, e le considera favorevolmente insieme con il “resto delle Scritture”. (3:15, 16) Le sole epistole che Paolo scrisse probabilmente dopo la seconda epistola di Pietro furono le tre comunemente chiamate “epistole pastorali”, una a Tito e due a Timoteo. La seconda epistola di Pietro ha un indirizzo più generale, includendo tutti i Cristiani. È certo che essa comprendeva quelli ai quali era stata indirizzata la prima epistola (3:1) ed è parimenti certo che pervenne a molti di coloro ai quali Paolo predicò e scrisse. (3:15, 16) Probabilmente a quel tempo la prima epistola di Pietro aveva circolato oltre i luoghi specificati nel suo indirizzo introduttivo, e quindi anch’essa era divenuta molto generale.
Il soggetto trattato nella seconda epistola è del tutto diverso da quello trattato nella prima. Egli esorta quelli che devono “divenire partecipi della natura divina” a mostrare fede, virtù, conoscenza, padronanza di sé, perseveranza, santa devozione, affetto fraterno e amore. Quelli che possiedono tali qualità non sarebbero mai stati sterili o infruttuosi nella conoscenza di Cristo; quelli che ne sono privi sarebbero stati ciechi. Egli li consiglia di render sicura la loro chiamata ed elezione, e aggiunge che per aiutarli egli ricorderà loro del continuo queste cose vitali. Pietro fa quindi riferimento alla trasfigurazione e al rendere la parola profetica più ferma, e informa che “nessuna profezia della Scrittura sorge da alcun privato scioglimento”. Non venne per volontà dell’uomo, bensì uomini santi hanno parlato perché sospinti dallo spirito di Dio. — 1:1-21.
Nel secondo capitolo Pietro avverte dei falsi profeti e dei falsi maestri e del loro sicuro annientamento, come quello che subirono gli empi nel diluvio tipico e nella distruzione tipica di Sodoma e Gomorra. Ma il Signore sa come liberare da tutte le tentazioni i fedeli timorati di Dio. Seguono diversi versetti che mostrano l’estrema perversità dei concupiscenti falsificatori e quindi è vigorosamente mostrato che se un individuo, dopo avere fuggito le contaminazioni del mondo mediante la conoscenza della verità, ritorna alla mondanità, la sua ultima condizione diventa peggiore della prima. Questi è simile al cane che ritorna al suo vomito, o alla troia che, dopo essere stata lavata, ritorna a voltolarsi nel fango. — 2:1-22.
Gli ultimi giorni! Allora verranno molti schernitori religiosi. Essi ignoreranno volontariamente il modo in cui Iddio distrusse il primo mondo empio per mezzo del Diluvio, e tali sapientoni secondo la scienza mondana non crederanno che “questo presente mondo malvagio” si dissolverà per il bruciante calore degli ardenti giudizi di Geova. Esso li raggiungerà come un ladro nella notte. “Ma ci sono nuovi cieli e nuova terra che noi aspettiamo secondo la sua promessa, e in questi dimorerà la giustizia”. Perciò, fratelli cristiani, avendo riposto fiducia in questo Nuovo Mondo, siate diligenti per crescere in immeritata benignità e in conoscenza e per essere trovati irreprensibili. — 3:1-18.
[Domande per lo studio]
1. Fu Pietro “vescovo di Roma”, e perché?
2. Da dove scrisse Pietro la sua prima epistola?
3. Quando la scrisse?
4. A chi la scrisse?
5. Riassumete il suo contenuto, capitolo per capitolo.
6. Come dimostrereste che Pietro scrisse la seconda epistola che porta il suo nome?
7. Quando la scrisse? da dove? e a chi?
8. Qual è il contenuto del (a) capitolo 1? (b) Capitolo 2? (c) Capitolo 3?