Siate innocenti rispettando la santità del sangue
“Io sono puro del sangue di tutti”. — Atti 20:26.
1. Perché il nostro sangue è così prezioso, e che differenza c’è fra l’atteggiamento di Cristo, il Re, e quello degli uomini che si servono delle bombe atomiche?
COME è prezioso il sangue del nostro corpo! La nostra vita dipende dal sangue, che costituisce da un decimo a un dodicesimo del nostro corpo. Naturalmente, noi inorridiamo alla minaccia di aumento di quella letale malattia del sangue chiamata leucemia, quale conseguenza della pioggia radioattiva causata dall’esplosione di bombe atomiche al disopra della superficie terrestre. In un mese di intensi esperimenti atomici, nell’autunno del 1958, l’Unione Sovietica raddoppiò virtualmente la quantità dei rifiuti radioattivi nell’atmosfera della nostra terra. Così disse il dottor W. E. Libby, scienziato membro della Commissione Americana per l’Energia Atomica. Questo accresce in tutto il mondo la minaccia contro il sangue. Come mai? Fra le cose che mettono a repentaglio la vita dell’uomo a motivo della pioggia radioattiva, il più importante prodotto radioattivo delle esplosioni nucleari al disopra della superficie del suolo è l’elemento chimico chiamato stronzio 90, sostanza radioattiva di lunga durata che può causare il cancro delle ossa e la leucemia. Il sangue si forma infatti nella midolla delle nostre ossa. (Times di New York del 14 marzo 1959) Certo l’atteggiamento degli uomini che creano tali minacce contro il sangue umano è molto diverso dall’atteggiamento di Cristo, che il nostro Creatore ha nominato Re di un nuovo mondo. Di questo Re la sacra profezia dice: “Salverà l’anima de’ poveri. Egli redimerà l’anima loro dall’oppressione e dalla violenza, e il loro sangue sarà prezioso agli occhi suoi”. — Sal. 72:13, 14, VR.
2. Che cosa non riconoscono oggi gli uomini in genere in quanto alle leggi di Dio relative al sangue, e perché dovremmo essere informati al riguardo?
2 Nessuno conosce il valore del sangue e la stretta relazione che esiste fra il sangue e la vita più del Creatore di questo tessuto vivo e fluente dei corpi animali. Quale nostro Creatore e Datore di vita egli stabilì molto tempo fa delle leggi relative al sangue. Queste leggi dimostravano che egli considerava il sangue sacro, santo. In genere gli uomini d’oggi non si rendono conto che si trovano sotto la legge del Creatore relativa al sangue e che saranno puniti delle violazioni contro la sua santità. La punizione non sarà lieve, ma implicherà la perdita della loro vita stessa. Son passati più di 4.328 anni dal diluvio dei giorni di Noè, ma la legge che allora Dio dichiarò riguardo al sangue è ancora in vigore. Ciò che più conta è il fatto che si applica a tutto il genere umano; poiché noi tutti, Giudei o non Giudei, siamo discesi dai non Giudei cui questa santa legge fu dichiarata, da Noè e dai suoi figli Sem, Cam e Jafet. La nostra vita s’impernia sull’osservanza di questa legge, che dobbiamo conoscere. Noi trarremo beneficio e intendimento dalle parole di questa legge che riguarda tutti gli uomini oggi viventi.
3, 4. (a) Il sacrificio fatto da Noè dopo il diluvio violò forse la santità del sangue? (b) Che cosa disse Geova nella legge data a Noè relativa alla santità del sangue?
3 Quando Noè e i suoi compagni uscirono dall’arca in cui, insieme agli animali e uccelli, erano sopravvissuti al peggiore diluvio della storia umana, Noè fu d’esempio alla sua famiglia offrendo un sacrificio a Dio. Là sul monte Ararat Noè uccise alcuni animali e uccelli puri. Questa non fu una violazione della santità del sangue. Più di quindici secoli prima del Diluvio il fedele Abele, secondo figlio di Adamo, aveva offerto un sacrificio che richiese l’uccisione di alcune primizie del suo gregge di pecore. Ma Dio accettò questo sacrificio e attestò ad Abele che egli era giusto e innocente. (Gen. 4:1-4; Ebr. 11:4) Similmente Dio approvò il sacrificio di animali e uccelli puri fatto da Noè, il quale “divenne erede della giustizia che è conforme alla fede”. (Gen. 8:18-22; Ebr. 11:7) Nell’esprimere la sua approvazione a Noè e ai suoi figli Dio, il Salvatore della razza umana, dichiarò la sua legge riguardante il sangue, perché sappiamo come comportarci. Leggiamo:
4 “E Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: ‘Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra. E il timore e lo spavento di voi saranno su ogni creatura vivente della terra e su ogni creatura che vola nei cieli, su tutto ciò che si muove sulla terra e su tutti i pesci del mare. Essi sono ora nelle vostre mani. Ogni animale che si muove e ha vita vi serva da cibo. Come la verde vegetazione, io vi do tutto questo. Soltanto non mangerete la carne con la sua anima, col suo sangue. Ed oltre a ciò, io richiederò il sangue delle vostre anime. Lo richiederò dalla mano di ogni creatura vivente; e dalla mano dell’uomo, dalla mano di chi gli è fratello, richiederò l’anima dell’uomo. Il sangue di chiunque sparge il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, poiché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine”. — Gen. 9:1-6, NM; vedi anche Vulgata; Di.
5. Perché gli uomini timorati di Dio non mangiavano carne prima del Diluvio, e in che modo Dio autorizzò l’uomo a mangiare carne dopo il Diluvio?
5 Abele non mangiò mai carne col sangue, che è la sua anima o vita. Abele fu uomo timorato di Dio, e all’umanità non era ancora stato dato il permesso divino di mangiare carne degli animali inferiori, uccelli e pesci. Similmente Noè e i suoi compagni sopravvissuti al Diluvio, per la stessa ragione, non avevano mangiato carne prima del Diluvio. Col massimo rispetto per il prezioso valore e significato del sangue, Dio permise dunque all’umanità di mangiare la carne di animali e uccelli, ma non di mangiare il sangue della creatura.
6. Chi fu il primo a menzionare il sangue, e in quali circostanze?
6 Anche prima del Diluvio Dio aveva permesso e approvato che venisse sparso il sangue delle vittime sacrificate sul suo altare santo, ma né il sangue né la carne che lo conteneva dovevano essere immessi come cibo nel corpo umano. Nella Bibbia il primo a menzionare il sangue fu Dio stesso. Quando Caino rifiutò di confessare che aveva ucciso il proprio fratello, Abele, Dio disse a Caino: “Ascolta! Il sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ed ora tu sei maledetto e scacciato dalla terra che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano”. — Gen. 4:10, 11.
7. Che cosa dichiarò Geova cinquantacinque secoli prima che fosse dimostrato dalla scienza medica, e che cosa ignora oggi la scienza medica?
7 Menzionando il sangue di Abele invece del suo corpo carnale, Dio mise in risalto il fatto che la vita è nel sangue. Cinquantacinque secoli prima che fosse confermato dalla scienza medica, Dio dichiarò che il principio della vita è nel sangue. Nella legge data a Noè subito dopo il Diluvio Dio disse esplicitamente che la vita, l’anima stessa, era nel sangue. Ma la moderna scienza medica rifiuta di riconoscere la legge di Dio che esige rispetto per la santità del sangue. La moderna scienza medica ignora che tutta l’umanità oggi è vincolata da tale decreto riguardante il sangue ed è soggetta a punizione per mano di Dio per aver infranto la sacra legge relativa al sangue.
8, 9. (a) Al tempo di Nimrod da che cosa si allontanò l’umanità, e perché? (b) In che modo le parole di Ruben riguardo a Giuseppe misero in risalto che la vita è rappresentata dal sangue?
8 Noè aveva un pronipote chiamato Nimrod, che divenne re di Babilonia. Sotto la sua influenza la maggior parte degli uomini del mondo cominciò a trascurare di osservare la legge di Dio relativa alla santità del sangue. Questo era prevedibile, poiché il re Nimrod era divenuto famoso come “potente cacciatore in opposizione a Geova”. (Gen. 10:8-10) Abrahamo, uomo di fede in Geova Dio, proveniva dalle vicinanze di quello che fu il regno di Nimrod. Da Isacco e Giacobbe, Abrahamo ebbe dodici pronipoti, che divennero i capi delle dodici tribù d’Israele. Sorta gelosia fra loro, la vita di uno di questi capi tribù, Giuseppe, fu minacciata dalle mani dei suoi fratelli. Nel tentativo di aiutarlo, il fratello maggiore Ruben disse: “Non spargete sangue”. Infine i suoi fratelli videro che non avrebbero tratto alcun profitto dall’uccisione di Giuseppe e dal tentativo di “nascondere il suo sangue” e lo vendettero come schiavo. Anni dopo Geova Dio risollevò Giuseppe dalla schiavitù e prigionia in Egitto alla posizione di primo ministro del Faraone, re d’Egitto.
9 Per prevenire la carestia in Palestina, i dieci fratelli di Giuseppe che erano stati gelosi di lui vennero mandati in Egitto per acquistare le scorte di cibo necessario. Vennero condotti dinanzi a Giuseppe, ma non lo riconobbero nel primo ministro d’Egitto. Per mettere alla prova i sentimenti del loro cuore, Giuseppe, per mezzo d’un interprete, li accusò di essere spie e li minacciò con la pena di morte. Sotto la minaccia di perdere la loro stessa vita, i dieci fratelli ricordarono la propria colpa e cominciarono a parlare in ebraico di quando avevano venduto Giuseppe provocandone forse la morte. Quindi Ruben disse: “Non ve lo dicevo io: Non commettete questo peccato contro il fanciullo? Ma voi non mi voleste dare ascolto. Perciò, ecco, il suo sangue ci è ridomandato”. (Gen. 37:21-28; 42:21, 22, VR) Così l’israelita Ruben usò la stessa espressione usata da Geova Dio nell’imporre la legge relativa alla santità del sangue a tutta l’umanità. Con queste parole Ruben mise in risalto che la vita umana è rappresentata dall’indispensabile sangue.
10. Nel patto con Israele, in che modo Geova insistette sull’osservanza della legge di Noè?
10 Secoli più tardi Geova liberò le dodici tribù d’Israele dalla schiavitù in Egitto e le condusse presso il monte Sinai in Arabia. Qui, col profeta Mosè quale mediatore, egli fece un patto, un contratto, fra lui e le dodici tribù d’Israele, per essere il loro Dio ed esse il suo popolo eletto. Oltre ai Dieci Comandamenti diede loro centinaia di altre leggi. Affinché gli Israeliti potessero essere il suo popolo santo, diverso dai popoli non israeliti del mondo, Geova Dio insisté che osservassero la legge relativa alla santità del sangue che aveva data al loro progenitore Noè. Quindi proibì loro di immettere nei loro corpi sangue di uomo o di animale come cibo o bevanda.
11. Che cosa proibiva la legge di Geova ai residenti stranieri e a tutti gli Israeliti, e perché?
11 Una delle leggi che diede loro diceva: “Non mangiate sangue in nessun luogo dove abitiate, né di uccello né di bestia. Ogni anima che mangia del sangue, quell’anima deve essere recisa dal suo popolo”. Neanche gli stranieri residenti nella nazione potevano mangiare il sangue, infatti la legge di Geova dichiarava: “In quanto ad ogni uomo della casa d’Israele o residente temporaneo che risieda per un poco in mezzo a voi il quale mangi qualunque specie di sangue, io certamente volgerò la mia faccia contro l’anima che mangia il sangue e senza dubbio la reciderò dal suo popolo. Perché l’anima della carne è nel sangue, e io stesso l’ho posto sull’altare perché facciate l’espiazione per le anime vostre, perché è il sangue che fa l’espiazione mediante l’anima che è in esso. Perciò ho detto ai figli d’Israele: ‘Nessun’anima dovrebbe fra voi mangiar sangue e nessun residente temporaneo che risiede per un tempo in mezzo a voi dovrebbe mangiar sangue’”. — Lev. 7:26, 27; 17:10-12.
12. Che cosa dice un’enciclopedia americana riguardo alla proibizione di mangiare il sangue e alla trasgressione di tale comando?
12 A proposito della proibizione di mangiare il sangue, in un’enciclopedia americanaa si legge: “Nei casi in cui si introduce la proibizione in relazione ai punti leciti e illeciti della dieta, la ragione generalmente addotta nel testo è che ‘il sangue è l’anima’, ed è ordinato di spargerlo per terra come acqua. Ma quando se ne parla in relazione alle parti delle vittime da offrire al Signore, il testo, oltre alle ragioni suddette, insiste che ‘il sangue fa l’espiazione mediante l’anima’. (Lev. xvii, 11, 12). Questa severa ingiunzione non s’applicava solo agli Israeliti, ma anche agli stranieri che abitavano in mezzo a loro. La pena inflitta per la trasgressione era ‘recisione dal popolo’, con la quale sembra si debba intendere la pena di morte (confrontare Ebrei x, 28), benché sia difficile determinare se fosse inflitta con la spada o mediante lapidazione”.
13. Quali importanti fatti furono messi in risalto dalla legge di Dio ai cacciatori israeliti?
13 Quindi Dio disse ad ogni cacciatore israelita di non essere come il potente cacciatore babilonese, Nimrod, ma di rispettare il sangue della preda: “In tal caso dovete scolarne il sangue e coprirlo di polvere. Poiché l’anima di ogni sorta di carne è il suo sangue a causa dell’anima che è in essa. Conseguentemente io dissi ai figli d’Israele: ‘Voi non dovete mangiare il sangue di alcuna sorta di carne, perché l’anima di ogni sorta di carne è il suo sangue. Chiunque ne mangerà sarà reciso’”. (Lev. 17:13, 14) Il sangue era come l’anima. Perciò Geova Dio disse ancora ad ogni cacciatore con cui aveva fatto il patto: “Semplicemente siate fermamente risoluti a non mangiare il sangue, perché il sangue è l’anima e voi non dovete mangiare l’anima [ebraico, nefesc] con la carne. Non lo dovete mangiare. Dovreste scolarlo per terra come acqua”. (Deut. 12:23, 24) Mangiare l’anima significa mangiare la vita donata da Dio, e quindi chi la mangia si rende responsabile di prendere una vita da Dio.
I CRISTIANI NON SONO ESENTI DALLA LEGGE DEL SANGUE
14, 15. (a) Che cosa riconobbero i primi cristiani ebrei relativamente al patto della Legge e alla legge data da Dio a Noè? (b) Quali istruzioni diede quindi il corpo dirigente ai cristiani non ebrei?
14 Qual è la posizione dei cristiani che seguono fedelmente le orme di Gesù Cristo, il Figlio di Dio? Gesù stabilì sulla terra la congregazione cristiana. Per tre anni e mezzo dopo la sua morte e risurrezione la congregazione fu composta esclusivamente di Ebrei o Israeliti circoncisi e di proseliti. Questi Ebrei cristiani sapevano che il patto della Legge, che Geova Dio aveva fatto con la nazione d’Israele per mezzo di Mosè, era stato cancellato, cioè inchiodato al palo di tortura al quale era stato messo Gesù quale perfetto sacrificio umano. L’apostolo cristiano Paolo, che era stato un Fariseo giudaico, confermò questo fatto. (Efes. 2:13-16; Col. 2:13-17) La congregazione cristiana era in un nuovo patto con Geova Dio mediante il sangue versato da Gesù Cristo. Nondimeno i cristiani riconobbero di essere ancora sotto la legge relativa alla santità del sangue data da Geova a Noè, e che tale santa legge non era stata mai cancellata o abrogata. Quindi i dodici apostoli e altri cristiani maturi della congregazione di Gerusalemme, come corpo dirigente, inviarono le seguenti istruzioni anche ai cristiani battezzati che non erano stati Ebrei circoncisi:
15 “Lo spirito santo e noi ci siamo compiaciuti di non imporvi altro peso, eccetto queste cose necessarie: che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali uccisi senza scolarne il sangue e dalla fornicazione. Se vi guardate scrupolosamente da queste cose, prospererete. State in buona salute!” — Atti 15:28, 29; 21:24, 25.
16. Nonostante l’abrogazione del patto della Legge e l’istituzione del nuovo patto, che cosa non devono fare i cristiani e perché?
16 Nonostante l’abrogazione del patto della Legge e nonostante l’istituzione del nuovo patto, convalidato dal sacrificato sangue di Gesù Cristo, Geova Dio non aveva mutato la sua legge relativa all’idolatria, al sangue e all’immoralità nelle relazioni sessuali. Quindi i cristiani non dovevano adorare Dio mediante l’uso di immagini o simboli; non dovevano commettere adulterio né fornicazione; non dovevano spargere sangue uccidendo, né cibare i propri corpi col sangue di uccelli, animali o uomini.
17. Perché il bere dal calice del pasto serale del Signore non viola il patto relativo al sangue?
17 È vero che i cristiani del primo secolo celebravano ogni anno la cena o pasto serale del Signore, e in tale celebrazione ogni congregazione partecipava ad un comune calice di vino. Ma bevendo da tale calice comune non bevevano il sangue letterale dell’Agnello immolato, Gesù Cristo. Alcune ore prima che il soldato romano trafiggesse il fianco sinistro di Gesù al palo facendone uscire sangue e acqua, il Signore Gesù aveva passato il simbolico calice agli undici apostoli fedeli che si trovavano nella stanza superiore a Gerusalemme, e aveva detto loro: “Bevetene, voi tutti; perché questo significa il mio ‘sangue del patto’ che sarà sparso a favore di molti per la remissione dei peccati. Ma io vi dico, non berrò più in alcun modo di questo prodotto della vite [cioè, vino] fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”. (Giov. 19:33-37; Matt. 26:26-29) Il vino rosso in quel calice era solo simbolico. Rappresentava il vitale sangue di Gesù che stava per essere versato in sacrificio a Dio per espiare i nostri peccati.
18. In che modo coloro che celebrano il pasto serale del Signore partecipano al sangue del Cristo?
18 Alcuni anni dopo l’apostolo Paolo scrisse a coloro che celebravano il pasto serale del Signore: “Il calice di benedizione che noi benediciamo, non è un prendere parte al sangue di Cristo?” (1 Cor. 10:16) Il fatto di bere da questo calice di vino commemorativo raffigurava come essi partecipano ai benefici del sacrificio della vita umana di Gesù, rappresentata dal suo sangue. Quindi lo fanno per la loro fede in Colui che morì per riscattarli dal peccato e dalla morte.
19. Come autorizzò Dio ad usare il sangue per ottenere la vita, e quindi come considerano il sangue di Cristo i veri cristiani?
19 Dio aveva autorizzato a versare sopra il suo santo altare il sangue della vittima immolata come offerta di una vita a lui. Quindi i cristiani riconobbero il perfetto sangue umano di Gesù versato in sacrificio sul vero altare di Dio per provvedere vita eterna a tutti coloro che ne accettano il sacrificio. Quindi era sangue prezioso con potere di acquisto presso Dio. L’apostolo Pietro scrisse ai conservi cristiani: “Voi sapete che non con cose corruttibili, con argento o con oro, foste riscattati dalla vostra infruttuosa condotta ricevuta per tradizione dai vostri antenati. Ma lo foste con sangue prezioso, come quello di un agnello senza difetto e senza macchia, quello di Cristo”. — 1 Piet. 1:18, 19.
20. Perché il sangue di Cristo ebbe effetto diverso sui Giudei che insisterono perché Pilato giustiziasse Gesù?
20 Quindi il suo sangue versato sull’altare di Dio non ebbe sui cristiani credenti lo stesso effetto che ebbe sugli Ebrei che avevano invocata dal governatore romano la morte di Gesù sul palo di tortura. Il governatore Pilato si lavò le mani con acqua davanti alla folla, dicendo: “Io sono innocente del sangue di questo giusto. Pensateci voi!” Essi furono pronti a farlo, dicendo: “Il sangue suo cada su noi e sui nostri figli”. (Matt. 27:24, 25, Na) Furono pronti ad assumersi la responsabilità per lo spargimento del sangue di Gesù e a farla ricadere sui propri figli.
21. Di che cosa erano accusati i primi cristiani per il fatto che bevevano dal calice del pasto serale del Signore, e che cosa mostra la loro difesa in quanto alla legge data a Noè?
21 Ogni anno i primi cristiani celebravano il pasto serale del Signore, durante il quale bevevano dal comune calice di vino, simbolo del sangue di Gesù. Sembra che proprio per questo i pagani increduli accusassero quei fedeli cristiani di bere sangue umano. Questa fu una delle false accuse dalle quali dovettero difendersi i responsabili della congregazione cristiana. Essi chiusero la bocca agli avversari del cristianesimo spiegando che il sangue umano era molto superiore e molto più prezioso del sangue di animali; e i cristiani erano ben lontani dal bere il sangue umano poiché era contrario alla legge del loro Dio di bere anche il sangue di animali inferiori, di creature brute e irragionevoli. Molteplice è la testimonianza relativa al fatto che quei fedeli cristiani non immettevano sangue umano nel proprio organismo per nessuna ragione.b
22. Quando i cosiddetti cristiani cominciarono ad obiettare contro la legge data da Dio a Noè? E come?
22 Fu solo dopo l’epoca del teologo cattolico Agostino (354-430), vescovo nell’Africa settentrionale, che alcuni sedicenti cristiani cominciarono a obiettare che la regola divina che vietava ai seguaci di Cristo di prendere il sangue come cibo fosse soltanto una proibizione temporanea che non era più in vigore. Quest’argomento, tuttavia, faceva parte dell’apostasia dei sedicenti cristiani dalla vera fede, predetta dall’apostolo Paolo. — 2 Tess. 2:1-3.
23. Poiché Geova non muta, in che modo i cristiani seguono l’esortazione di Giuda e si serbano innocenti?
23 Dopo aver predetto la venuta di suo Figlio Gesù Cristo al tempio per compiere il giudizio, Dio disse: “Io, Geova, non muto”. (Mal. 3:1-6, SA) I veri cristiani fedeli di oggi seguono l’esortazione del discepolo Giuda di “impegnare strenuamente una lotta per la fede che è stata una volta per sempre tramandata ai santi”. (Giuda 3) In armonia con questa fede si serbano innocenti rispetto al sangue. Evitano la pena per la violazione dell’immutabile santa legge di Dio relativa alla santità del sangue. La vita o anima di nessun uomo sarà richiesta loro da Dio.
[Note in calce]
a Cyclopædia of Biblical, Theological and Ecclesiastical Literature, di McClintock e Strong, Volume I, pagina 834.
b Vedi Origines Ecclesiasticae o Antiquities of the Christian Church, di Joseph Bingham [1668-1723], Libro XVII, capitolo 5, paragrafo 20.
Origines Ecclesiasticae fu pubblicato da Joseph Bingham in otto volumi, il primo nel 1708 e l’ultimo nel 1722. “Questa grande opera è un perfetto repertorio di fatti dell’archeologia ecclesiastica che non è stato superato e nemmeno avvicinato nel suo genere da alcun altro libro pubblicato in seguito”. — Cyclopædia di McClintock e Strong, Volume I, pagina 814, seconda colonna. (Edizione del 1891)
● “Sta per venire il gran giorno del Signore, è vicino e viene in un lampo. . . . Quello sarà un giorno d’ira, giorno di tribolazione e d’angoscia, . . . Io metterò gli uomini nelle angosce ed essi cammineranno come ciechi, perché han peccato contro il Signore; il loro sangue sarà sparso come polvere, le loro salme buttate via quali immondizie. Né l’argento, né l’oro che possiedono potranno liberarli. Nel giorno dell’ira del Signore, sarà divorata dal fuoco del suo zelo tutta quanta la terra”. — Sofonia 1:14-18, Na.