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  • Quando il legame matrimoniale sta per infrangersi

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  • Quando il legame matrimoniale sta per infrangersi
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
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  • GIUSTA VEDUTA DELLA SEPARAZIONE
  • MOTIVI DI SEPARAZIONE
  • RISOLVIAMO I PROBLEMI
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 15/7 pp. 441-447

Quando il legame matrimoniale sta per infrangersi

QUANDO Dio unì la prima coppia umana in matrimonio si propose che l’unione matrimoniale fosse permanente. Il racconto di Genesi 2:24 (VR) dichiara: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne”.

L’istituzione matrimoniale doveva condurre l’uomo e la donna a un’unione indissolubile, stabilita per la loro benedizione e felicità e per produrre giusti discendenti, tutto alla gloria di Dio.

Tuttavia, questa perfetta condizione nel paradiso originale fu rovinata. La ribellione entrò nel cuore della prima coppia ed essa fu cacciata dal paradiso. Non avrebbe più avuto la perfezione. Sopravvenne la degenerazione della mente e del corpo, imperfezione o peccato che avrebbero trasmesso a tutti i loro discendenti.

Poiché l’uomo e la donna non camminavano più nelle vie di Dio, non passò molto tempo prima che il vincolo matrimoniale cominciasse a rompersi. Come si è avverato questo nel corso dei secoli, e specialmente nei nostri tempi! Divorzi e separazioni sono divenuti cose di tutti i giorni e le ragioni sono state molte. Ma secondo le leggi del Sovrano Universale, Geova, che tiene conto dell’imperfezione umana, non vi sono molte ragioni per infrangere il vincolo matrimoniale. Suo Figlio Gesù disse: “Io vi dico che chiunque divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione, e ne sposa un’altra commette adulterio”. (Matt. 19:9) Così, il divorzio scritturale fu limitato. Ma che dire della separazione, quando non è stato commesso adulterio e non si può pensare al divorzio? Qual è il punto di vista biblico al riguardo?

GIUSTA VEDUTA DELLA SEPARAZIONE

Nell’antica città di Corinto, immersa nella falsa adorazione e nell’empietà, sorse il problema della separazione nella congregazione cristiana del primo secolo. Esso spinse a interrogare l’apostolo Paolo in merito alla correttezza della separazione. L’ispirata risposta dell’apostolo fu scritta nella Parola di Dio perché vi rimanesse permanentemente. Questo ci aiuta a capire ciò che Dio pensa della separazione, quando marito e moglie sono entrambi cristiani, e anche quando un coniuge è cristiano mentre l’altro è incredulo.

Paolo scrisse: “Agli sposati do istruzione, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito; . . . e che il marito non lasci la moglie”. (1 Cor. 7:10, 11) Paolo mette in risalto che le coppie cristiane devono fare tutto il possibile per appianare le divergenze che possono sorgere e non separarsi. La ragionevolezza di ciò è ovvia, perché quando entrambi i coniugi professano di essere dedicati cristiani, essi hanno l’obbligo di compiere la volontà di Dio, e la volontà di Dio per le coppie cristiane è che ‘stiano unite’ e non infrangano il vincolo matrimoniale.

Può darsi che entrambi i coniugi affermino di essere cristiani, che entrambi abbiano dedicato la loro vita a Dio, eppure può darsi che affermino che vi sia incompatibilità e vogliano separarsi. Che cosa c’è che non va? Uno o entrambi coloro che professano di essere cristiani non applicano i princìpi biblici. In qualche punto questi indispensabili princìpi sono trascurati, ignorati, e sono stati sostituiti dalle tendenze personali. Quando si applicano i consigli di Dio, i risultati non possono mancare. “Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti, perché essi renderanno lunghi i tuoi giorni, gli anni di vita e la pace; . . . in tutte le tue vie invocalo ed Egli appianerà i tuoi sentieri”. (Prov. 3:1-6, Na) Non c’è problema nella vita dei mariti e delle mogli cristiani che non si possa risolvere applicando la sapienza di Dio e mostrando vero amore gli uni gli altri come devono sempre fare i veri cristiani. (Giov. 13:34, 35; 1 Cor. 13:4-7) Mostrano essi amore come cristiani ‘guardando non solo all’interesse personale delle cose loro, ma anche all’interesse personale di quelle degli altri’? (Filip. 2:1-4) Essi dovrebbero sedersi e considerare insieme le loro divergenze come dedicati servitori di Dio, tenendo conto debitamente dell’imperfezione umana. È pure indispensabile pregare regolarmente Geova per avere la sua assistenza; essi dovrebbero pregare insieme regolarmente.

Geova ha preso eccellenti provvedimenti che sono d’aiuto quando le divergenze tra i dedicati cristiani sembrano inconciliabili. Questo provvedimento si trova nella congregazione cristiana. In essa si possono consultare maturi sorveglianti e anziani che hanno la mente di Dio circa le questioni coniugali per ricevere consigli scritturali, consigli che i credenti sposati in difficoltà dovrebbero seguire. Poiché Geova ha preso questa disposizione, coloro che se ne valgono ne riceveranno i benefici, mentre quelli che non cercano i consigli di questi maturi servitori ignorano effettivamente le disposizioni di Geova per prestare aiuto. Il consultarli può significare la differenza tra superare con successo le difficoltà e non superarle.

Veramente le coppie cristiane non dovrebbero separarsi. Poiché hanno dedicato la loro vita a fare la volontà di Geova, dovrebbero fare prontamente i passi necessari per mettere la loro vita in armonia l’uno con l’altro, onorando così Dio che diede origine al matrimonio.

Malgrado ciò, Paolo riconobbe che alcuni si sarebbero separati. Egli disse: “Ma se effettivamente si separa, rimanga senza sposarsi oppure si riconcili col marito”. (1 Cor. 7:11) Poiché l’adulterio non è stato la base della separazione e non è stato ottenuto il divorzio legale, i cristiani che si separano non sono scritturalmente liberi di risposarsi. Ovviamente non possono avere relazioni sessuali con membri del sesso opposto. Tuttavia, a motivo del prevalere della tentazione e dell’immoralità, sarebbe molto meglio che si ‘riconciliassero’.

Che fare nel caso in cui un coniuge sia dedicato cristiano e l’altro incredulo? Paolo disse: “Se un fratello ha la moglie incredula, ed ella acconsente di dimorare con lui, non la lasci; e se una donna ha il marito incredulo, ed egli acconsente di dimorare con lei, non lasci il marito. Poiché il marito incredulo è santificato rispetto alla moglie, e la moglie incredula è santificata rispetto al fratello; altrimenti, i vostri figli sarebbero realmente impuri, ma ora sono santi. Ma se l’incredulo si separa, si separi; il fratello o la sorella non è in servitù in tali circostanze, ma Dio vi ha chiamati alla pace. Poiché, moglie, che ne sai tu se non salverai tuo marito? O, marito, che ne sai tu se non salverai tua moglie?” — 1 Cor. 7:12-16.

Le Scritture, quindi, mettono in risalto soprattutto di non infrangere il legame matrimoniale. Se dev’essere infranto, il cristiano si sforzerà di non essere colui che causa la rottura. Tuttavia, se l’incredulo si separa il cristiano lo lascerà andare.

Vi sono netti vantaggi nel rimanere insieme, anche se si deve vivere in una casa religiosamente divisa. Il credente cristiano può convertire al cristianesimo il suo o la sua coniuge. L’incredulo è certamente in una posizione vantaggiosa, poiché è a contatto col vero cristianesimo praticato dal suo coniuge. Eunice, madre di Timoteo, era sposata con un uomo che non professava il cristianesimo. Le Scritture non indicano ch’ella lo lasciasse. Anzi, dobbiamo concludere che rimase con suo marito, impartendo nel frattempo istruzione a Timoteo e aiutando il giovanetto a divenire vero cristiano. (2 Tim. 1:5) La Bibbia non dice che il padre di Timoteo divenisse cristiano, ma apparentemente la separazione non rovinò mai l’unione dei genitori di Timoteo.

MOTIVI DI SEPARAZIONE

Le parole di Paolo in 1 Corinti 7:10-16 mostrano che la separazione scritturale è possibile, benché debba essere il coniuge incredulo a stabilirla. Tuttavia, a causa delle azioni del coniuge incredulo, la situazione può divenire molto grave, addirittura critica per il coniuge cristiano. A causa di maltrattamenti o di circostanze di estrema natura, il credente può ritenere meglio, come ultima risorsa, separarsi.

Una ragione valida per ottenere la separazione è la deliberata mancanza di provvedere sostentamento. Quando contrae il matrimonio, il marito e capo assume una responsabilità verso la moglie e i figli che potranno benedire l’unione. Egli ha un obbligo dinanzi a Dio, anche se non professa il cristianesimo. Infatti, se fosse cristiano, sarebbe considerato peggiore di un incredulo qualora, per pura negligenza, non avesse cura della sua famiglia. 1 Timoteo 5:8 dice: “Certo se alcuno non provvede per quelli che son suoi, e specialmente per quelli che sono membri della sua casa, ha rinnegato la fede ed è peggiore di uno senza fede”. In considerazione di ciò, il cristiano può separarsi se la situazione è gravissima e il marito manca deliberatamente di sostenere il suo coniuge, benché questo non dia la libertà di risposarsi.

Il grave maltrattamento fisico è un’altra ragione valida per ottenere la separazione. Come avviene spesso, l’ubriachezza è la causa fondamentale che provoca il maltrattamento fisico. (Prov. 23:29-35) Il coniuge non guidato da princìpi scritturali può adirarsi e recare danno fisico al credente. Questo può accadere spesso, così che la propria salute e la vita siano veramente in pericolo. Dopo aver considerato seriamente e in preghiera le circostanze, il cristiano può ritenere che non vi sia altra soluzione che separarsi dal coniuge che maltratta. D’altra parte, la donna cristiana può trovare che facendo certe cose evita gli scoppi d’ira del suo coniuge, rendendo così sopportabile la situazione.

Un’altra ragione per ottenere la separazione si ha quando la propria spiritualità è assolutamente messa in pericolo. La relazione del cristiano con Geova Dio è una cosa da avere a cuore e da proteggere. Se, a motivo di misure estreme, di vere e proprie limitazioni fisiche, o di un simile trattamento, il credente cristiano trova del tutto impossibile praticare la vera adorazione e servire Geova Dio secondo la sua Parola e i dettami di una coscienza addestrata dalla Bibbia, egli può decidere di separarsi. Benché il proprio coniuge sia il prossimo più vicino a cui mostrare amore, Gesù rese chiaro che l’amore verso Dio viene prima. (Matt. 22:37-39) Nessuna creatura umana ha il diritto di impedire di adorare Dio. “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.

Quando le condizioni si fanno difficili, il cristiano non agirà avventatamente e impetuosamente, infrangendo subito il matrimonio mediante la separazione. Piuttosto, farà un attento esame della situazione, considerandola in preghiera. (1 Piet. 4:7) Prima di fare un passo che rovinerebbe il matrimonio, ci si possono porre con profitto domande come queste: Può darsi che ciò che viene considerato come mancanza di provvedere sufficiente sostentamento sia in effetti il risultato di eccessive esigenze del cristiano? È deliberata questa mancanza, o vi sono circostanze attenuanti da considerare, come salute cagionevole, rovescio finanziario, e cose simili? Che dire del maltrattamento? È verbale o fisico, è qualcosa che ha recato una ferita all’orgoglio piuttosto che un vero danno fisico? Quindi, che dire della propria condizione spirituale? È veramente in pericolo, o è solo un’impressione, dovuta al fatto che il cristiano non si è valso pienamente delle opportunità per mantenersi spiritualmente forte? In sostanza, è la situazione così cattiva, così grave, da richiedere la separazione? Oppure si potrebbero risolvere i problemi applicando maggiormente i princìpi biblici?

Considerate anche le possibili conseguenze. Il vostro modo di vivere sarà mutato. Pensate all’effetto della separazione. Che dire se vi facesse cadere nell’immoralità? Che effetto disastroso! Forse vi sono bambini. Basteranno le attenzioni e l’amore di un solo genitore? Riuscirete a cavarvela finanziariamente, o altrimenti?

Naturalmente, se la situazione è gravissima, si può decidere di ricorrere alla separazione, ma si deve fare questo passo solo come ultima risorsa, dopo aver fatto tutti gli altri sforzi per risolvere la situazione, e dopo aver considerato la cosa in preghiera.

RISOLVIAMO I PROBLEMI

Quando sorgono problemi con un coniuge incredulo, una conversazione gentile e comprensiva darà spesso buoni risultati. Per esempio, la moglie cristiana può dire con tatto che ella concede piena libertà religiosa a suo marito. È più che giusto che le sia mostrata la stessa considerazione come cristiana che desidera perseguire la santa devozione. Ella non ostacola le attività religiose del suo coniuge; perciò, è ragionevole che debba ricevere un uguale trattamento. (Matt. 7:12) Benché la brava moglie cristiana sia sottoposta a suo marito (Col. 3:18; Efes. 5:22-24), ella comprende che Dio viene prima, poiché il “capo di ogni uomo è il Cristo; a sua volta il capo della donna è l’uomo; a sua volta il capo del Cristo è Dio”. (1 Cor. 11:3) Perciò la sua è una sottomissione relativa, e se vi è conflitto di volontà, ella deve ubbidire alla volontà di Dio.

Come deve considerare la moglie cristiana sposata a un incredulo gli obblighi del ministero cristiano? Le adunanze dei testimoni di Geova sono tenute tre volte la settimana. Questo non è un’esagerazione, poiché durante la settimana molte donne vanno spesso alle funzioni religiose e a riunioni sociali. Ma se la moglie cristiana va fuori anche le altre sere, possono sorgere difficoltà quando vuole andare alle adunanze. Quanto al servizio nel ministero di campo, non dev’essere compiuto nelle ore in cui il marito è a casa e desidera che sua moglie gli tenga compagnia. Forse non fa obiezione se ella, nei giorni di fine settimana, va alle adunanze della congregazione per alcune ore, ma se ella è via tutto il giorno, prima in servizio e quindi alle adunanze, il marito può fare obiezione. Molte donne dedicate dispongono le loro cose in modo da impegnarsi nel regolare ministero di campo durante il giorno, quando il marito è occupato nel lavoro secolare e i bambini sono a scuola. Quindi, la moglie cristiana che dimora in una casa religiosamente divisa può ritenere necessario diminuire alquanto l’attività, ma non abbandona completamente le adunanze e il servizio. (Matt. 18:20; Ebr. 10:24, 25) La salute spirituale della persona può essere preservata in una casa divisa mediante buona predisposizione e purché il cristiano non smetta “di fare ciò che è eccellente”. — Gal. 6:9.

Ognuno ha diritto di scegliere la propria religione, e anche di possedere Bibbie e pubblicazioni bibliche personali. Questo non significa, tuttavia, che la moglie cristiana debba per forza mettere in vista tali cose in una parte della casa dove il marito incredulo può obiettare. Tali cose possono essere tenute tra gli effetti personali. Si può dedicare un po’ di tempo a studiare la Bibbia e la letteratura biblica in privato. In tal modo, si eviteranno discussioni o liti. Naturalmente, quando si tratta di una questione di principio, non si deve fare compromesso, ma non si devono nemmeno creare stoltamente inutili difficoltà. — Matt. 10:16.

A volte, in una casa divisa, il problema si basa sull’istruzione religiosa dei figli. Se la madre è credente, può disporre senz’altro con tatto di farsi accompagnare alle adunanze e in servizio dai figli. Ma se il marito non vuole e proibisce ai figli di accompagnare la madre, quale capo della casa, si devono rispettare i suoi desideri. Poiché questa è la sua responsabilità dinanzi a Dio, sarebbe stolto che la moglie credente cercasse di imporsi. A casa ella può insegnare pazientemente i princìpi biblici ai figli, così che quando saranno cresciuti e se ne andranno di casa possano praticare la vera adorazione.

Che cosa avviene circa l’ammaestramento dei figli se il marito è credente e la moglie no? Il marito credente, come capo della casa, ha il diritto e l’obbligo verso Dio di allevare i figli come veri cristiani. Egli prenderà l’iniziativa nel condurre i figli alle adunanze cristiane, ammaestrandoli nel ministero di campo e studiando con loro la Bibbia a casa.

La saggezza in relazione alle cose materiali può pure contribuire a rinsaldare il legame matrimoniale. La moglie avrà le sue preferenze circa l’arredamento della casa. Anche il marito ha le sue idee e, come capo di casa, può decidere diversamente. Ma in questo caso, deve la moglie nutrire rancore perché certe cose non soddisfano i suoi gusti? Se sorge un problema a causa di ciò, la moglie cristiana non deve pensare di soffrire per amore di giustizia. Infatti, ella manca nel suo dovere cristiano di essere sottoposta e in sottomissione. O forse il marito incredulo desidera trasferirsi. La moglie cristiana comprende che ciò creerà problemi, ma ella deve arrendersi al desiderio del marito, poiché egli ha il diritto di scegliere dove dimorerà la famiglia. La lite che potrebbe derivare dal malcontento dovuto all’abitazione può divenire così seria da far nascere il desiderio di risolvere il problema con la separazione. In questo caso il motivo della separazione non sarebbe dovuto a divergenze religiose. Infatti, applicando i princìpi biblici, tali problemi sarebbero completamente evitati.

È facile capire quando l’altro sbaglia. Ma la moglie cristiana dovrebbe chiedersi: Che cosa posso fare per contribuire al successo del matrimonio? Se mio marito non viene a casa la sera e va fuori a bere, è forse perché in casa v’è qualcosa a cui non gli piace tornare? Brontolo? Gli faccio sempre la predica? Non sono in casa i bambini? Questo onesto autoesame può essere molto rivelatore e prezioso. La moglie ha la responsabilità di rendere la casa così accogliente che il marito desideri tornarvi la sera.

Né il credente dovrebbe ignorare gli interessi dell’incredulo. Quando l’uomo e la donna erano fidanzati prima di sposarsi, ognuno si sforzava di interessarsi di ciò che piaceva all’altro. Il credente dovrebbe fare la stessa cosa dopo il matrimonio. Anche se alcune attività che piacciono al marito non l’interessano, la moglie credente, per esempio, farà bene a interessarsi di tali cose nell’interesse del suo matrimonio. È difficile far crescere l’amore quando il marito e la moglie non fanno le cose insieme. Quando non si fa compromesso sui princìpi o non si viola una questione biblica, il coniuge credente metterà al secondo posto i desideri personali, e dedicherà un po’ di tempo a fare ciò che desidera l’incredulo, dimostrando così ragionevolezza cristiana. Questa è la condotta amorevole e può indurre l’incredulo a cercare di conoscere la fede che fa avere tale considerazione per il proprio coniuge.

Il marito cristiano non dev’essere aspro ed esigente. Questo recherà sicuramente infelicità e può condurre alla separazione. Pensate alla gioia che provarono entrambi il marito e la moglie quando si sposarono. Perché non operare per preservare questo sentimento? Perché il marito timorato di Dio dovrebbe imitare i modi di fare degli uomini del mondo che dominano sconsideratamente sulle loro mogli e fanno loro subire atti e parole crudeli e senza amore? È vero che a causa del peccato si dovevano adempiere sulla donna le parole di Dio: “Con dolore partorirai figliuoli; i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te”. (Gen. 3:16, VR) Ma il marito maturo non diverrà autoritario. (Col. 3:19) Egli terrà in considerazione i sentimenti di sua moglie. E, benché abbia la responsabilità di prendere le decisioni finali, egli la consulterà, non per ricevere la direttiva, ma per conoscere i suoi problemi, per tenerli in considerazione quando prenderà le sue decisioni. Eserciterà la giusta, amorevole autorità. Seguirà saggiamente i consigli di Paolo: “In questo modo i mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi. Chi ama la moglie ama se stesso, poiché nessun uomo odiò mai la propria carne; ma la nutre e ne ha tenera cura, come anche il Cristo fa per la congregazione”. (Efes. 5:28, 29) Mostrate amore alla donna alla quale avete chiesto di vivere con voi. Anche se ora ella non accetta il vero cristianesimo, dedicatele tempo, consideratela, fatele complimenti. Mostratele che vi interessate di lei. Non siate mai troppo occupati in altre attività da non poterle dedicare un po’ di tempo e assicurarle il vostro amore. La giusta condotta sotto questo aspetto può significare una vita felice e fare accettare il cristianesimo al proprio coniuge. Non facendo tali cose si possono avere conseguenze disastrose.

I mariti e le mogli cristiane hanno veri vantaggi. Hanno lo spirito santo di Dio. Con esso, si possono coltivare i suoi frutti di padronanza di sé, amore, mitezza, benignità, e qualità simili. (Gal. 5:22, 23) Che meraviglioso effetto avrà questo sull’unione matrimoniale! Il cristiano unito in matrimonio con un incredulo dovrebbe comprendere, naturalmente, che l’incredulo può non conoscere le esigenze di Dio e non è in grado di applicare i princìpi biblici. Quindi, vi saranno alcune difficoltà, ma il cristiano deve continuare a produrre i frutti dello spirito di Dio. Facendo questo e preservando il proprio coraggio e la speranza in Geova Dio si possono avere risultati davvero soddisfacenti, come disse Pietro alle mogli cristiane: “In maniera simile, voi mogli, siate sottoposte ai vostri mariti, affinché, se alcuni non sono ubbidienti alla parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto”. — 1 Piet. 3:1, 2.

In questo mondo in agitazione, la separazione e il divorzio sono comuni, con i loro conseguenti problemi e angosce. I veri cristiani attendono il nuovo mondo di giustizia in cui l’angosciosa separazione, il dolore e le difficoltà non affliggeranno più l’umanità. Ma ora, negli ultimi giorni di questo vecchio mondo e in mezzo al suo tumulto, potreste trovarvi nella situazione che suscita la domanda se separarvi o no dal vostro coniuge. A voi spetta la decisione finale. Ma, prima, considerate le ragioni scritturali della separazione. Pensate anche alle possibili conseguenze. Fate un esame personale. Consultate i maturi sorveglianti cristiani per ricevere consigli ragionevoli. Meditate sui possibili buoni effetti del rimanere con un coniuge incredulo, anche nelle difficoltà, poiché un giorno egli o ella può divenire adoratore di Geova. Pensate alla gioia che avreste perché decideste di non separarvi! In ogni caso, fate tutto il possibile per essere trovati irreprensibili agli occhi di Dio e ricevere la sua benedizione e ricompensa.

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