Lealtà all’organizzazione di Geova
“Porgi, o Geova, il tuo orecchio. Rispondimi, poiché sono afflitto e povero. Guarda la mia anima, poiché son leale”. — Sal. 86:1, 2.
1. Come si mostra lealtà a Dio?
LEALTÀ significa essere fedeli, stare vicini con incrollabile ubbidienza, con devozione così forte che agirà da potente adesivo, e manterrà saldo e sicuro l’individuo in ogni genere di divisive tribolazioni. La lealtà a Dio è manifestata dal suo popolo quando esso si attiene amorevolmente a lui e alla sua organizzazione sia quando è facile che quando è difficile, sì, in ogni evenienza.
2, 3. Per che cosa è ricordato Abraamo dagli scrittori biblici, e perché fu leale a Geova?
2 Si può prendere il fedele Abraamo come esempio di lealtà a Dio e alla sua organizzazione. Nel 1943 a.C. Geova fece un importante patto con Abraamo. (Gen. 12:4, 7) Abraamo aveva allora settantacinque anni, e nei successivi cent’anni fu fedele in ogni specie di prova. Egli rimase vicino a Geova; infatti, così vicino che nella Bibbia fu chiamato “amico di Geova”. (Giac. 2:23) Dopo cent’anni di fedele servizio Abraamo morì, all’età di centosettantacinque anni (1843 a.C.), e la Bibbia, in Genesi 25:8, dice: “Quindi Abraamo spirò e morì in buona vecchiaia, vecchio e soddisfatto, e fu raccolto col suo popolo”. Abraamo fu molto contento di rimanere leale al suo Dio fino all’ultimo giorno. Egli si distinse abbastanza da essere ricordato duemila anni dopo, quando è menzionato due volte nell’undicesimo capitolo di Ebrei per la fedeltà a Dio.
3 Poi riflettete sul punto messo in risalto nello stesso capitolo circa Abraamo, Isacco e Giacobbe: “Quindi Dio non si vergogna di loro, d’esser chiamato loro Dio”. (Ebr. 11:16) Pensate alla lealtà mostrata da questi uomini per ricevere un simile riconoscimento dal Sovrano Governante dell’universo.
4. Perché possiamo dire che gli odierni testimoni di Geova sono come Abraamo?
4 E così è avvenuto per molti moderni testimoni di Geova in molte parti della terra. Questi Testimoni sono ben noti nel mondo perché si attengono ai princìpi biblici. Essi non si asterranno dall’osservare i princìpi biblici di Dio, nemmeno se ciò significherà la loro morte per mano dei nemici. La persecuzione da parte di Cesare, di amici intimi, la perdita di membri della famiglia, o l’allettante trappola del materialismo sono affrontate mediante la stessa forte difesa, la fede basata sulla Parola di Dio. Notizie di ogni specie da tutte le parti del mondo non mancano mai di mettere in risalto questo punto, che questi Testimoni sono fedeli al loro Dio.
5. Chi insegna la lealtà ai testimoni di Geova, e come vien fatto questo?
5 Da dove deriva questo spirito di devozione? Chi prende la direttiva nel dare l’esempio di incrollabile ubbidienza? Da dove ricevono i Testimoni il cibo che produce coraggio? In questo caso siamo saggi se lasciamo che la Bibbia ci dia la risposta di Gesù a queste domande. “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore arrivando lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi”. (Matt. 24:45-47) Certamente non sarà difficile trovare nei tempi moderni questo “schiavo” fedele, felice e fidato.
6, 7. Da dove riceve l’istruzione e l’esempio lo “schiavo fedele e discreto”?
6 All’inizio questo “schiavo” fu influenzato da Cristo Gesù e manifestò le stesse qualità, una delle quali è l’attitudine che menziona Davide nel Salmo 40:8 (VR): “Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà”. Fidato? Sì! Poiché il Maestro “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi, e per sempre”. (Ebr. 13:8) Questo “schiavo” addestrò quelli che gli erano affidati ad affrontare l’opposizione delle potenti autorità giudaiche, che comandarono agli apostoli cristiani “di non dire in nessun luogo alcuna espressione né d’insegnare basandosi sul nome di Gesù”, e ricevettero questa diretta risposta: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 4:18; 5:29) I “domestici” della casa spirituale del Signore Gesù Cristo furono ben nutriti, e le congregazioni di fedeli domestici erano occupate a nutrire altri. “Perciò, in realtà, le congregazioni eran rese ferme nella fede e aumentavano di numero di giorno in giorno”. — Atti 16:5.
7 Solo un luogo fu riconosciuto da Cristo Gesù. Si poteva abbandonare tale luogo, ma si poteva trovare un altro fedele “schiavo” che desse vivificante cibo sotto la direttiva di Cristo Gesù? No! Pietro rispose a tale domanda con le parole: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna”. — Giov. 6:68.
8. (a) Come questo “schiavo fedele e discreto” edifica la fede del popolo di Dio? (b) Quanto è attivo questo schiavo nell’adempiere le sue responsabilità?
8 Quando veniamo ai nostri giorni, troviamo la stessa, forte, incrollabile fede dei primi cristiani nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. Li vediamo crescere anche di numero. Sono un popolo felice. Questo popolo riceve l’esempio dagli unti cristiani che sono ancora sulla terra i quali, lavorando insieme sotto la direttiva di Cristo Gesù, costituiscono il composto “schiavo fedele e discreto”. Riflettete per un minuto sulla loro organizzazione odierna. Poiché sostengono in tutto il mondo i princìpi biblici a motivo della predicazione della “buona notizia” questi cristiani sono stati portati migliaia di volte in tribunale, dove essi dicono come i loro fratelli primitivi: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. Hanno la responsabilità di predicare “questa buona notizia del regno”, e perciò vanno a predicare alle famiglie in tutta la terra, ora in 194 paesi e isole del mare. I sorveglianti delle congregazioni ricevono speciale addestramento per essere in grado di edificare la fede dei membri delle congregazioni. Missionari sono addestrati e inviati ai quattro angoli della terra. Ogni congregazione è assistita da un maturo ministro che la visita a intervalli di pochi mesi per insegnare ai singoli membri come essere migliori ministri. Sono indetti congressi per nutrire regolarmente mediante la Parola di Dio e per la gioia di associarsi a molti altri. Sono state disposte in ogni congregazione cinque adunanze con un programma che edifica la fede. Libri e trattati su molti soggetti sono stati stampati e distribuiti in oltre 162 lingue. La Bibbia è stata pubblicata in varie lingue nella forma più conveniente possibile per aiutare la famiglia a usarla prontamente ogni giorno. — Matt. 24:14.
9. (a) Perché la rivista La Torre di Guardia è un esempio così straordinario di lealtà? (b) Quali sono i risultati?
9 Per oltre ottant’anni lo “schiavo fedele e discreto” ha pubblicato la rivista La Torre di Guardia, ora in 68 lingue e con una tiratura di 4.400.000 copie per edizione. La lealtà di questa rivista alla Parola di Dio ha spinto gli abbonati ad attendere la sua regolare visita come un ricco pasto spirituale. La prima edizione del luglio 1879 (Vol. 1, N. 1, pagina 1), dichiarava: “Non è legata a nessun uomo, a nessun partito e a nessun credo, ma alla Bibbia”, ed essa si attiene ancora alla Bibbia. Come Abraamo, questa classe dello “schiavo” è stata soddisfatta con molti anni di servizio a Dio. (Gen. 25:8) Associatevi ad essa e adorate veramente Dio!
10. Diventerà questa organizzazione così grande che perderemo la necessaria attenzione personale, e perché date questa risposta?
10 Benché la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova sia un’organizzazione in rapido aumento, avendo avuto 86.345 nuovi ministri battezzati nel solo anno 1959 (Annuario dei Testimoni di Geova [inglese] del 1960, pagina 34), i singoli individui non si perdono nella folla. È prestata loro molta attenzione mediante un regolare studio biblico a domicilio. Mediante assistenza personale si fa loro conoscere ulteriormente l’organizzazione teocratica e si insegna loro a compiere l’effettivo ministero di casa in casa. In ogni congregazione i sorveglianti fanno tutto il possibile per conoscere ogni componente della congregazione. Mediante la sua Parola Geova dice che deve essere così: “Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento”, e, “queste cose affidale a uomini fedeli, che, a loro volta, siano adeguatamente qualificati per insegnare ad altri”. (1 Tim. 4:16; 2 Tim. 2:2) La stessa efficace disposizione organizzativa che operava al tempo di Paolo opera oggi nella congregazione dei testimoni di Geova. (Efes. 4:11, 12) Vediamo migliaia di nuovi che cercano quest’organizzazione e di vecchi che s’attengono ad essa.
11. Quale fatto influisce sulla nostra veduta di questa organizzazione, e ora di quali due punti definiti ci interessiamo nel nostro studio?
11 Come considereremo dunque l’organizzazione? Possiamo essere indipendenti e pensare che Dio tratti con noi o ci usi separatamente dalla sua organizzazione? Se siamo leali ad essa dobbiamo riconoscerla come organizzazione di Dio, che egli ha stabilito per compiere un’opera, per portare a termine qualcosa, e per continuarla finché Geova non dica che è finita. Se Geova edificò l’organizzazione, egli è Colui che dispose i vari incarichi di responsabilità in essa. Non lasciò dubbi al riguardo, com’è detto in Atti 20:28: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio”. Efesini 4:11, 12 ci dice dell’altro in merito all’opera di questa organizzazione. I libri biblici di 1 Timoteo, 2 Timoteo e Tito riguardano principalmente i sorveglianti e i loro doveri nella congregazione. Questo significa dunque che abbiamo due cose da considerare. Una è l’incarico di responsabilità stabilito da Geova. L’altra è l’imperfetta creatura umana che ha il privilegio di servire con tale incarico.
12. (a) Fate l’esempio di alcune persone che si trovarono davanti a questi fatti. (b) Come considera Geova queste cose?
12 È facile dimenticare l’incarico e vedere solo l’individuo. Aronne e Miriam fecero questo errore. Guardarono Mosè loro fratello e dimenticarono chi aveva dato a Mosè quell’incarico di responsabilità. Pensarono di poter fare bene quanto Mosè. Non era difficile trovare qualcosa da ridire in Mosè. Egli era imperfetto. Avevate notato come Geova considerò la cosa, tuttavia? Di Mosè, Geova disse: “È l’uomo fedele in tutta la mia Casa”. Di Aronne e Miriam è detto: “E l’ira del Signore s’accese contro di loro”. (Num. 12:7, 9, Na) A questo proposito il racconto biblico ci dà il consiglio di Geova: “Io onoro chi mi onora e disprezzo chi mi disprezza”. (1 Sam. 2:30, Na) Oggi tutti i sorveglianti delle congregazioni hanno difetti. Non dovrete guardare molto per trovarli; nessun sorvegliante è perfetto. (Rom. 5:12) Essi ricevono incoraggianti consigli come il resto di noi, e sono aiutati ad ottenere maggiore maturità. Si richiede di più da loro, e a volte i loro difetti sono ingranditi. (Luca 12:48) Essi sono attentamente esaminati in ogni momento.
13. Possiamo sempre determinare la giusta condotta da seguire? Come?
13 Le persone mansuete e leali coopereranno strettamente perché comprendono che Dio ha la sua organizzazione che opera per fare le cose. Quelli che sono mansueti come pecore daranno ascolto al consiglio dell’apostolo Paolo: “Ricordate quelli che prendono la direttiva fra voi, i quali vi han dichiarato la parola di Dio, e mentre contemplate come va a finire la loro condotta imitate la loro fede. Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto; affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi”. (Ebr. 13:7, 17) Per amore queste persone leali, miti e mansuete rivolgono la loro attenzione alle cose grandi relative all’opera di Dio. Le persone dalla vista corta possono non vedere queste cose grandi, ma il continuo studio reca ben presto maggiore maturità e la visione con cui guardare in alto e avanti. Paolo lo mise premurosamente in risalto in Filippesi 1:9, 10, dicendo: “Questo è quello che continuo a pregare, che il vostro amore abbondi sempre più in accurata conoscenza e pieno discernimento; affinché vi accertiate delle cose più importanti, onde siate senza difetto e non facciate inciampare altri fino al giorno di Cristo”.
14. (a) Perché dite che i sorveglianti sono nominati dallo spirito di Dio? (b) Avrà cura quell’unica persona di tutti i compiti che vi sono in una congregazione? Qual è dunque la sua responsabilità?
14 I sorveglianti sono nominati da Dio, poiché Atti 20:28 dice che lo spirito santo pone questi individui nel luogo o incarico di responsabilità di sorveglianti. Quando Dio rende chiaro mediante la sua Parola qual è l’opera e quali doveri comporta, lo “schiavo fedele e discreto” mediante l’organizzazione teocratica può trovare l’individuo che soddisfa le esigenze scritturali e può nominarlo perché abbia cura di un particolare lavoro. Sono nominati solo fratelli dedicati dopo che la cosa è stata considerata in modo devoto. L’opera è la cosa essenziale, e colui che viene nominato dev’essere produttivo ed adempiere il proposito di Dio. Si deve aver cura del gregge nel modo stabilito da Dio. Con questo speciale incarico il sorvegliante deve compiere l’opera, che è descritta molto semplicemente: ‘Pascete la congregazione di Dio’. (Atti 20:28) Quindi sono assegnati al sorvegliante degli assistenti servitori di ministero, e anche questi hanno il dovere di aiutare a svolgere il lavoro necessario per pascere la congregazione. (Efes. 4:11, 12) Ci si deve occupare di molti particolari per pascere l’odierna congregazione di Dio. Si devono preparare le cinque adunanze tenute ogni settimana dalle congregazioni, con la partecipazione di vari componenti della congregazione. Questo significa studiare e provare le parti del programma affinché sia istruttivo ed edificante. Per compiere l’opera di ministero di casa in casa bisogna visitare in modo sistematico tutte le famiglie della zona, e questo significa fare le piante del territorio della congregazione. I foglietti di abbonamento alle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! devono essere accurati per assicurare un rapido servizio. Si devono visitare i malati e i deboli della congregazione. La Sala del Regno, posseduta o affittata, dev’essere pulita e mantenuta. Una sola persona, il sorvegliante della congregazione, non potrebbe mai fare tutto; così altri aiutano volenterosamente ad aver cura di questi dettagli, tenendo presente che il compito viene da Dio e fa parte dell’opera di pascere. Geova si aspetta che l’organizzazione, la sua congregazione, la faccia.
15. (a) Quali sono alcuni compiti assegnati dal sorvegliante di congregazione? (b) Dovremmo considerarli meno importanti perché sono assegnati dal sorvegliante?
15 In ogni congregazione dei testimoni di Geova vi è un programma di addestramento per aiutare tutti i membri a ottenere maggiore maturità. I più maturi sono incaricati dal sorvegliante di aiutare altri che vogliono assistenza nello studio, nel preparare sermoni da pronunciare di casa in casa, o in qualche parte dell’attività di predicazione. Anche questo fa parte dell’opera di pascere che è realmente stabilita da Geova. E pensate che cosa meravigliosa essere usati per aiutare in ciò o essere riconosciuti da Dio degni di pascere e di ricevere addestramento. Nello stesso modo non si disprezzerebbe mai il privilegio di sorvegliare un piccolo gruppo di studio biblico del libro che si raduna in una casa per ricevere istruzioni sul ministero di campo e visitare le famiglie di quella località. No, Gesù disse: “Dove due o tre persone sono radunate nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. (Matt. 18:20) Si dovrebbe avere la stessa volenterosa, premurosa e amorevole cura per tutti i compiti che mediante la sua Parola Dio esorta i sorveglianti a usare per pascere il gregge. Ascoltate ciò che dice Pietro: “Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. (1 Piet. 5:2, 3) La responsabilità, la cura, la buona volontà, la premura e l’amore non diminuiscono perché è il sorvegliante di congregazione a incaricarci di aver cura di alcuni dettagli relativi al pascere il gregge. Né diminuirono nel caso di Gesù quando addestrò e mandò a predicare i settanta discepoli. — Luca 10:1-24.
16. Quale atteggiamento accresce la felicità e aiuta a fare le cose nella congregazione?
16 La lealtà a Geova e, naturalmente, alla sua organizzazione si dimostra con l’azione. Colui che ha ragioni d’essere leale all’organizzazione di Dio troverà molto difficile, se non impossibile, tenere la bocca chiusa o essere semplicemente uno spettatore di fronte a quelli che predicano la buona notizia del regno di Dio. Piuttosto, ci prepariamo a partecipare in qualche modo all’opera di pascere il gregge facendo ciò che Pietro suggerì: “Cingete dunque le vostre menti per l’attività, siate completamente assennati, riponete la vostra speranza nell’immeritata benignità che vi sarà recata alla rivelazione di Gesù Cristo”. (1 Piet. 1:13) Pensate che cosa si potrebbe fare in una congregazione e le edificanti, entusiastiche condizioni che vi sarebbero se gli assistenti del sorvegliante della congregazione e tutti quelli che ricevono qualche compito nell’opera di pascere il gregge agissero come Paolo sapeva che avrebbe agito il fratello Filemone: “Confidando nella tua condiscendenza, ti scrivo, sapendo che farai anche di più delle cose che dico”. — Filem. 21.
17. Che specie di atteggiamento verso l’organizzazione della congregazione ci vuole per partecipare all’opera di pascere la congregazione?
17 Anziché cercare la via più facile nello studio o nella partecipazione a qualsiasi attività della congregazione, perché non ‘ponderare queste cose; essere assorti in esse, affinché il vostro progresso sia manifesto a tutti’? (1 Tim. 4:15) Cercate le opportunità di accrescere la vostra maturità nell’organizzazione di Dio, anziché soddisfare i facili desideri della carne. Se in una congregazione ciascuno decidesse di soddisfare i suoi desideri e scegliesse il territorio più comodo in cui predicare o lo studio biblico in gruppo al quale è più facile associarsi, sarebbe difficile al sorvegliante pascere il gregge. Com’è diverso quando ciascuno mette al primo posto la Parola di Dio e l’opera ed è disposto ad edificare l’organizzazione! Tale condotta è suggerita in Efesini 4:15: “Mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”.
18. Com’è possibile conoscere la mente di Geova, e quale programma della congregazione lo riflette per noi?
18 La regolare frequenza alle adunanze è un segno di lealtà, il radunarsi con altri dell’organizzazione di Dio per esaminare informazioni bibliche che edificano la fede. Le adunanze tenute in ogni congregazione sono una parte ben definita dell’organizzazione di Dio in atto. La prima cosa nel programma di questi leali cristiani è la frequenza a tali adunanze. Paolo ci dice perché: “Non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. (Ebr. 10:25) Abbiamo l’opportunità di partecipare esprimendoci a queste adunanze. L’essere capaci di spiegare questi punti scritturali finché non siano parte dei nostri pensieri ci edifica a poco a poco. Essere con l’organizzazione mediante le adunanze, i congressi, l’attività di ministero di campo, l’associazione ad altri più esperti e lo studio delle molte pubblicazioni ci fa parlare come l’organizzazione. Ci avviciniamo sempre più ad essa, agendo, parlando e rallegrandoci con essa in tutta la sua attività. Poiché l’organizzazione segue il suo maestro Cristo Gesù, ci avviciniamo maggiormente ai suoi pensieri. Allora otterremo la mente di Cristo. (1 Cor. 2:16) Poiché Gesù riflette la volontà del Padre suo (Giov. 5:30), possiamo conoscere la mente di Geova e imparare a camminare nelle sue vie. (Isa. 2:1-4) In quale altro modo si potrebbe far questo? Solo attenendosi agli strumenti che Geova usa, com’è anche indicato in Colossesi 3:10: “Rivestitevi della nuova personalità, che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò”.
19. Come l’organizzazione di Dio ha bisogno della nostra protezione?
19 Quindi abbiamo la responsabilità di proteggere l’organizzazione. Facciamo parte d’essa. In tutto il mondo riconosciamo che è opera di Dio. Essa opera ed è usata dallo “schiavo fedele e discreto” per badare ai suoi interessi in tutta la terra. (Matt. 24:45-47) Ci provvede il cibo a suo tempo. Non fa sciopero. Non è divisa ma si mantiene forte e salda mentre guida nell’attività del Regno. Ha cura di noi giorno e notte. Non la consideriamo un enorme ente o gigante da sfruttare. Quando vedremo altri che cercano di approfittarne, non scrolleremo le spalle dicendo: “Oh, che me ne importa?” Con l’espansione dell’organizzazione sono usate in grande quantità proprietà, macchine, Sale del Regno, materiale per i congressi, pubblicazioni e provviste, e noi non seguiamo le pratiche del mondo di prendere per noi queste cose e concludere che l’organizzazione è grande e non ne sentirà mai la mancanza. Avviene la stessa cosa per la purezza dell’organizzazione. Non scrolleremo le spalle e non penseremo: “Perché eccitarsi se qualcuno commette un atto impuro? Perché ferire i sentimenti altrui? L’organizzazione è grande; non importa”. Invece importa. L’organizzazione è di Dio. Con profonda preoccupazione, noi stessi ci sentiamo feriti e, per di più, vediamo che è corrotta la disposizione di Dio.
20. Quali ragioni abbiamo ora per essere felici?
20 Date un’occhiata nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. Pur vivendo in questo tempo di tensione con maggiori ostacoli che mai all’unità mondiale, abbiamo la pace che deriva dall’amore, ed essa ha radici così profonde che potenti nazioni non possono sradicarla. Il materialismo e il nazionalismo non possono dividere la società teocratica né reprimere il suo affetto per il suo fattore, Geova Dio. Vediamo che le persone ricevono edificante cibo spirituale che reca crescita e maturità. Come disse Gesù a Pietro, ‘le pecore sono pasciute’. (Giov. 21:15-17) L’organizzazione è matura e lo diventa ogni giorno di più. Abbiamo conoscenza della sicura dottrina, e non c’è bisogno che siamo incerti circa la nostra relazione con Dio né vacillanti circa la sua volontà. Vi è cibo, cibo spirituale in abbondanza. Abbiamo i mezzi migliori con cui lavorare, in quanto a pubblicazioni, Bibbie, istruzioni e incoraggianti consigli. Certamente la società teocratica è un fiorente, florido, prospero, sicuro e protetto luogo in cui vivere, e Isaia 32:18 (VR) la descrive bene: “Il mio popolo abiterà in un soggiorno di pace, in dimore sicure, in quieti luoghi di riposo”. Questa condizione esisterà per sempre. Sì, come Abraamo, possiamo essere soddisfatti. In questa società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova siamo circondati da persone leali a Dio; sono suoi amici ed egli non si vergogna di essere chiamato loro Dio. State dunque vicini a Geova, vivete secondo la sua Parola, operate col suo popolo, sì, vivete per sempre con l’organizzazione di Geova.
[Immagine a pagina 43]
‘Perché non avete temuto di dir male del mio servo Mosè?’