Avete detto: “Eccomi! Manda me”?
1. Quando ebbe luogo il secondo adempimento della profezia data a Isaia nel tempio, e come si può chiamare colui che Geova suscitò a questo riguardo?
SI È riscontrato che numerose profezie della Sacra Bibbia hanno triplice adempimento, e che il terzo e finale adempimento ha luogo proprio nel nostro ventesimo secolo. Questo rende tali profezie della massima importanza per noi, come questa profezia data durante la visione che ebbe Isaia intorno a Geova Dio nel suo tempio santo. (Isa. 6:1-13) Il secondo adempimento di questa profezia di grande importanza ebbe luogo diciannove secoli fa, quando Geova Dio suscitò un secondo Isaia, un più grande Isaia. Chi fu questo più grande Isaia? Lo apprendiamo dal secondo capitolo di Ebrei della lettera scritta agli Ebrei divenuti cristiani, preservata per noi nella Sacra Bibbia.
2. Che cosa disse Isaia riguardo ai suoi figli, e come fu questo citato per identificare il più grande Isaia?
2 Il primo Isaia era stato un uomo sposato con due o tre figli avuti dalla sua moglie israelita, una profetessa. Per ragioni profetiche, Isaia fu ispirato a dire: “Ecco, io e i figli che Geova mi ha dati siamo come segni e come miracoli in Israele da Geova degli eserciti, che risiede sul monte Sion”. (Isa. 8:18) Quasi ottocento anni dopo, uno scrittore biblico scrisse, in Ebrei 2:11-14, riferendosi a Gesù Cristo: “Poiché colui che santifica e quelli che sono santificati vengono tutti da uno [da Dio], e per questa ragione egli non si vergogna di chiamarli ‘fratelli’, come dice: . . . ‘Ecco, io e i fanciullini, che Geova mi ha dati’. Perciò, siccome i ‘fanciullini’ sono partecipi del sangue e della carne, egli pure similmente partecipò delle stesse cose, affinché mediante la sua morte riducesse a nulla colui che ha i mezzi per causare la morte, cioè il Diavolo”. Questo identifica Gesù Cristo come il più grande Isaia.
3. (a) Perché questo più grande Isaia non ebbe bisogno di una visione di Geova nel suo tempio? (b) In che modo il suo nome umano ben corrispose al titolo della sua carica?
3 Questo più grande Isaia ebbe forse bisogno di una miracolosa visione di Geova intronizzato nel suo tempio con serafini che lo servivano, come quella originale avuta da Isaia? No, poiché egli era stato il celeste Figlio di Dio e aveva visto il “Re stesso, Geova degli eserciti”, sul suo celeste trono, e aveva avuto la gloria celeste con Geova. (Giov. 17:5, 11, 20-24) Rinunciando alla sua gloria celeste e facendo trasferire la sua forza vitale dal cielo alla terra per mezzo del miracoloso potere di Geova, egli era divenuto l’uomo Gesù Cristo. (Luca 1:26-38; Filip. 2:5-11) Il nome umano che Geova Dio comandò fosse dato a suo Figlio sulla terra fu Gesù, che è la forma abbreviata di Yehoshua. Il suo significato corrisponde a quello del nome Isaia, solo in ordine inverso. Gesù (o Yehoshua) significa “Geova è salvezza”, mentre Isaia significa “Salvezza di Iah (Geova)”. Questa circostanza ben corrisponde al fatto che Gesù Cristo è il più grande Isaia. Prima di divenire uomo, come celeste Figlio di Dio egli era stato con Geova al tempo in cui Egli disse al profeta Isaia nella visione del tempio: “Chi andrà per noi?” cioè ‘per me Geova e per il mio unigenito Figlio’. — Isa. 6:8.
4. Quando e dove Gesù, per così dire, dichiarò: “Eccomi! Manda me”, e come ricevette l’incarico quale più grande Isaia?
4 Pertanto Geova Dio mandò il suo ubbidiente Figlio dal cielo. Ma in risposta all’invito di Geova, quando disse il Figlio di Dio sulla terra: “Eccomi! Manda me”? Lo disse al tempo che si presentò per farsi battezzare da Giovanni Battista nel fiume Giordano, nell’autunno del 29 E.V. Fu allora che, con voce udibile dal cielo, Geova Dio annunciò che aveva accettato il suo battezzato Figlio Gesù. Perciò viene citato il Salmo 40:6-8 applicandolo a Gesù Cristo al tempo del suo battesimo, con queste parole di Ebrei 10:5-9: “Perciò quando egli viene nel mondo dice: ‘. . . “Ecco, io vengo per fare la tua volontà”’”. Lì, dopo il battesimo di Gesù in acqua, Geova Dio lo unse con lo spirito santo perché fosse il Cristo (Unto) e così gli affidò l’incarico di predicare come il più grande Isaia, al suo proprio popolo, Israele. — Matt. 15:24; 10:5, 6.
5, 6. Come mostrò Gesù se si rendeva conto di dover adempiere ulteriormente l’incarico dato a Isaia nel tempio?
5 Isaia adempì l’incarico che ricevette al tempio. Ora si rese conto Gesù Cristo d’essere ordinato da Geova per un ulteriore adempimento dell’incarico che Isaia aveva ricevuto nella visione del tempio? Sì, Gesù lo mostrò col modo in cui citò e applicò le parole di quell’incarico divino. Gesù fece questo nell’anno 31 E.V., dopo aver detto a grandi moltitudini del suo popolo la parabola del seminatore che sparse seme su vari tipi di suolo. In seguito, Gesù spiegò ai suoi discepoli perché parlava al popolo con parabole o illustrazioni, dicendo:
6 “A voi è concesso di capire i sacri segreti del regno dei cieli, ma a loro non è concesso. Poiché a chiunque ha sarà dato dell’altro e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro usando illustrazioni, perché, guardando, guardano invano, e udendo, odono invano, né ne afferrano il significato; e in loro si adempie la profezia d’Isaia, che dice: ‘Udendo, voi udrete, ma non ne afferrerete affatto il significato; e, guardando, guarderete ma non vedrete affatto. Poiché il cuore di questo popolo si è ingrossato, e coi loro orecchi hanno udito con noia, e han chiuso i loro occhi; affinché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi e non ne afferrino il significato col cuore e non si convertano, e io non li sani’”. — Matt. 13:1-15.
7. Quale commento dell’apostolo Giovanni mostra che l’incarico affidato a Isaia si doveva adempiere anche in Gesù Cristo?
7 Due anni dopo, e solo quattro giorni prima che fosse messo a morte dietro istigazione dei governanti giudei a Gerusalemme, Gesù Cristo parlò di sé come della Luce del mondo. Commentando questo episodio, il cristiano apostolo Giovanni dice: “Gesù disse queste cose, e andatosene, si nascose da loro. Ma benché avesse compiuto dinanzi a loro molti segni, non riponevano fede in lui, così che si adempiva la parola del profeta Isaia, che disse: ‘Geova, chi ha riposto fede in ciò che ha udito da noi? E in quanto al braccio di Geova, a chi è stato rivelato?’ La ragione per cui non potevano credere è che di nuovo Isaia disse: ‘Ha accecato i loro occhi e ha indurito i loro cuori, affinché non vedano con gli occhi e non intendano il pensiero col cuore e non si convertano e io non li sani’. Isaia disse queste cose perché vide la sua gloria e parlò di lui”. — Giov. 12:36-41; Isa. 53:1; 6:1-10.
8. Che cosa non credette la maggioranza dei governanti giudei riguardo a Gesù, e quindi che cosa cercarono di ostacolare?
8 La maggioranza dei governanti giudei non credettero che Gesù fosse il Messia (Cristo) mandato da Geova Dio e che fosse lo spirituale Sommo Sacerdote simile a Melchisedec. (Giov. 12:42, 43; Sal. 110:1-4; Ebr. 6:19 fino a 7:28) Essi complottarono e si sforzarono dunque di causare la sua morte, pensando di ostacolare così i doveri sacerdotali di Gesù e la sua offerta di incenso spirituale a Dio, com’era raffigurato dal sommo sacerdote d’Israele nell’annuale Giorno di Espiazione. — Lev. 16:12, 13.
9. (a) In quale luce mise questo i governanti giudei agli occhi di Geova, e che cosa accadde che lo indica in modo evidente? (b) Come continuarono la loro opposizione a Gesù dopo che ascese al cielo?
9 Questo, naturalmente, mise in cattiva luce i governanti giudei agli occhi di Geova Dio. Non fu perciò senza serio significato che, quando Gesù morì sul palo di tortura al Calvario, mentre i governanti giudei lo deridevano, ci fu un grande terremoto a Gerusalemme e la cortina interna del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. (Matt. 27:39-54; Luca 23:35-48; Giov. 18:35; 19:15-21; Atti 3:17, 18) Anche dopo la risurrezione di Gesù dai morti e la sua ascensione al cielo, i governanti giudei gli espressero la loro opposizione perseguitando i suoi discepoli, che, essendo unti con lo spirito santo alla Pentecoste, erano divenuti spirituali sottosacerdoti del Sommo Sacerdote di Geova, Gesù Cristo.
SECONDO ADEMPIMENTO DELL’INCARICO DEL TEMPIO
10. Perché il secondo adempimento dell’incarico di Isaia non finì alla morte di Gesù?
10 L’adempimento del profetico incarico di Isaia non finì alla morte di Gesù, ma dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi il risuscitato Gesù diresse dal cielo l’adempimento dell’incarico per mezzo dei suoi unti discepoli sulla terra. Questi discepoli furono prefigurati dai figli di Isaia, che, come disse Isaia, Geova gli aveva dati come segni e miracoli in Israele. — Isa. 8:18.
11. Scrivendo a Roma verso il 56 E.V., come indicò Paolo che l’adempimento dell’incarico di Isaia era ancora in corso?
11 Questi “figli” spirituali adempirono l’incarico che Geova Dio aveva affidato al più grande Isaia, Gesù Cristo. Per questa ragione l’apostolo cristiano Paolo, scrivendo alla congregazione a Roma, citò le parole dell’incarico di Isaia datogli nel tempio e scrisse: “Ciò che Israele cerca premurosamente non l’ha ottenuto, ma gli eletti l’hanno ottenuto. Agli altri la sensibilità si è intorpidita; come è scritto: ‘Dio ha dato loro uno spirito di profondo sonno, occhi da non vedere e orecchi da non udire, fino a questo stesso giorno’”. (Rom. 11:7, 8) Paolo scrisse ciò verso il 56 E.V., circa ventitré anni dopo che il Signore Gesù Cristo, il più grande Isaia, era morto e risuscitato.
12, 13. In che modo Paolo, a Roma, indicò che la profezia ricevuta da Isaia nel tempio si applicava ancora?
12 Più tardi ancora, verso l’anno 60 E.V., l’apostolo Paolo fu messo agli arresti in una casa a Roma col soldato che gli faceva la guardia. Alcuni giorni dopo che era stato lì arrestato “i principali dei Giudei” e altri andarono a parlargli, per appuntamento. Dopo aver conversato insieme, Paolo mostrò di nuovo che la profezia ricevuta da Isaia nel tempio si applicava ancora ai Giudei, poiché leggiamo:
13 “E alcuni credevano alle cose dette; altri non credevano. E siccome erano in disaccordo gli uni con gli altri, se ne andavano, mentre Paolo fece quest’unico commento: ‘Lo spirito santo parlò appropriatamente ai vostri antenati per mezzo del profeta Isaia, dicendo: “Va da questo popolo e di’: ‘Udendo, udrete ma non capirete affatto; e, guardando, guarderete, ma non vedrete affatto. Poiché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, e hanno udito con i loro orecchi senza rispondere, e han chiuso i loro occhi, affinché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi e non capiscano col cuore e non si convertano e io non li sani’”’”. — Atti 28:17-27.
14. (a) Fino a quando i Giudei avrebbero continuato a rimanere nella loro cattiva condizione, come predisse Gesù nella profezia? (b) Quando e come si avverò la sua profezia?
14 A quel tempo la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio si avvicinava. Il più grande Isaia, Gesù Cristo, l’aveva predetta, indicando così che i Giudei in generale avrebbero continuato a rimanere nella loro condizione cieca, sorda e insensibile: fino a quando? Finché si abbattesse su loro il peggio, per corrispondere a ciò che era accaduto a Giuda e Gerusalemme e al suo primo tempio nel 607 a.E.V. Il peggio venne effettivamente sui Giudei dei tempi apostolici nell’anno 70 E.V. Quindi, come aveva predetto Gesù nella sua profezia sulla fine di questo sistema di cose, Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti, i Giudei superstiti furono portati via prigionieri, e il paese di Giuda fu reso desolato dagli eserciti romani al comando del generale Tito. — Luca 21:5-7, 20-24.
15. (a) I Giudei divenuti cristiani della Giudea continuarono ad andarvi finché le case furono senza uomo terreno? (b) Con la loro pronta condotta, che cosa mostrarono d’essere, in adempimento alla profezia d’Isaia?
15 Si noti comunque questo fatto. I Giudei divenuti cristiani non rimasero nel paese di Giuda finché le città crollassero in rovina, “per essere senza abitante”, e le case fossero senza uomo terreno, e la terra stessa fosse rovinata nella desolazione dalle legioni romane. No, ma quando videro il segno della condanna di Gerusalemme nel 66 E.V. seguirono il consiglio di Gesù e uscirono immediatamente da Gerusalemme e da tutta la Giudea e fuggirono dall’altra parte del Giordano in Perea. Così sfuggirono alla terribile distruzione dei Giudei in Giudea nel 70 E.V. quale secondo adempimento della profezia di Isaia. (Isa. 6:11, 12) In tal modo i Giudei divenuti cristiani che seguirono il più grande Isaia furono il “santo seme” che continuò a praticare la pura, vera adorazione di Geova Dio, la quale adorazione non ha bisogno di nessuna città santa terrestre e di nessun tempio terrestre sul monte Moria. — Isa. 6:13.
ADEMPIMENTO MODERNO DELL’INCARICO DEL TEMPIO
16. (a) In che modo ha luogo oggi il finale adempimento dell’incarico affidato a Isaia nel tempio? (b) In mezzo a quale gruppo nazionale ha luogo questo?
16 Da allora sono passati millenovecento anni. La profezia contenuta nell’incarico divino affidato a Isaia nel tempio non è ancora completamente adempiuta. Il più grande Isaia, il glorificato Gesù Cristo, dirige il terzo e ultimo adempimento dell’incarico profetico. Egli ha ancora sulla terra un piccolo rimanente di quelli riguardo ai quali può dire: “Ecco, io e i figli che Geova mi ha dati siamo come segni e come miracoli in Israele da Geova degli eserciti”. (Isa. 8:18; Ebr. 2:13, 14) Oggi questi sono in mezzo non all’Israele naturale con la sua piccola repubblica nel Medio Oriente, ma nell’Israele spirituale. Il giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando il più grande Isaia versò lo spirito santo sui suoi fedeli discepoli a Gerusalemme, fu portato all’esistenza un Israele spirituale mentre l’Israele naturale come nazione fu rigettato.
17. Come venne all’esistenza un professante Israele spirituale accanto al vero Israele spirituale?
17 Circa tre anni e mezzo dopo ciò, lo spirito santo cominciò a esser versato anche sui non Giudei che divennero discepoli del più grande Isaia, Gesù Cristo. (Gal. 6:14-16; Atti 2:1-42; 10:1 fino a 11:18) Trecent’anni dopo fu stabilita la cristianità dall’imperatore Costantino il Grande, il pontefice massimo di Roma, coi vescovi di una corrotta religione cristiana. Sino a questo giorno tale cristianità ha asserito di essere l’Israele spirituale. In mezzo ad essa, come pure fuori di essa, si trovano i veri “figli” dati da Dio al più grande Isaia, Gesù Cristo.
18. Comunque, chi disse a Geova nel suo tempio: “Eccomi! Manda me”, e, nel loro caso, che cosa corrisponde alla visione che Isaia ebbe nel tempio?
18 Oggi, dunque, in mezzo a tutta la cristianità, chi sono quelli che hanno detto a Geova nel suo tempio: “Eccomi! Manda me”? I “figli” del più grande Isaia generati dallo spirito l’hanno detto. Questi unti cristiani, non i religionisti della cristianità, hanno riconosciuto che il Signore Dio Geova è ora nel suo tempio spirituale, e questo loro discernimento corrisponde alla visione che Isaia ebbe nel tempio circa il “Re stesso, Geova degli eserciti”, l’anno che Uzzia re di Giuda morì di lebbra. — Isa. 6:1.
19. Quando fu solennemente richiamata all’attenzione la venuta del Signore nel tempio a un congresso a Cedar Point, nell’Ohio, e come?
19 Geova Dio è stato presente nel suo tempio spirituale per un’opera di giudizio dall’anno 1918. Questo fu solennemente richiamato all’attenzione di questi “figli” del più grande Isaia il venerdì 8 settembre 1922, importante giorno del secondo congresso generale degli Studenti Biblici Internazionali a Cedar Point, Ohio, U.S.A. Il principale discorso del congresso quel giorno fu sul tema “Il regno dei cieli è vicino”. (Matt. 4:17, VA) Questo discorso fu in seguito pubblicato nel numero (inglese) de La Torre di Guardia del 1º novembre 1922, a pagina 334 del quale, sotto l’intestazione “Venuta nel Suo tempio”, e a pagina 336 del quale, sotto l’intestazione “Cambiamento d’opera” troviamo appropriate informazioni. Da allora è stato confermato mediante la cronologia biblica e l’adempimento della profezia biblica che Geova venne nel suo tempio spirituale nella primavera del 1918, nel moderno adempimento della profezia di Malachia 3:1-5.a
20. Chi prefigurò Uzzia re di Giuda, e perché Uzzia fu colpito dalla lebbra?
20 Nell’anno 1918 l’empia condotta dei governanti politici della cristianità giunse al colmo, come fu prefigurato dalla condotta presuntuosa del re Uzzia del regno di Giuda. Uzzia era re ma non aveva funzioni o privilegi sacerdotali. Egli raffigura dunque i politici elementi governanti della cristianità, che asserisce d’essere l’Israele spirituale. Quando Uzzia ebbe dato alla nazione grande forza nel campo militare ed economico, divenne presuntuoso. Egli ebbe la presunzione di arrogarsi l’ufficio di sacerdote nel tempio santo di Dio e ignorare così il nominato sacerdozio di Geova che era stato stabilito nella famiglia di Aaronne fratello del profeta Mosè. Evidentemente prima che Isaia avesse la visione dell’intronizzazione di Geova nel tempio, il re Uzzia della tribù di Giuda invase la camera sacra del tempio per offrire incenso come un sacerdote aaronnico della tribù di Levi. Il sommo sacerdote Azaria e ottanta sacerdoti protestarono. Quando il re Uzzia si adirò con quei fedeli sacerdoti, Geova Dio colpì di lebbra il presuntuoso re Uzzia. Egli dovette abdicare al “trono di Geova” a favore del suo fedele figlio Iotam, e morì nel 774 a.E.V. — 2 Cron. 26:1-23.
21. (a) Quali misure generali presero i governanti politici della cristianità per vincere la prima guerra mondiale? (b) Quale atteggiamento dichiararono allora i “figli” dati da Dio al più grande Isaia, e a quale opera decisero di attenersi?
21 Come l’empio Uzzia, negli anni 1914-1918 gli elementi governanti della cristianità fecero mostra del loro grande progresso e potere militare. Essi impiegarono tutte le loro risorse economiche per vincere la prima guerra mondiale. Irreggimentarono la popolazione di intere nazioni, e solo quattro delle ventinove nazioni coinvolte nella guerra non facevano parte della cristianità. Comunque, i “figli” dati da Dio al più grande Isaia, gli unti testimoni di Geova, non potevano partecipare coi governanti politici alla loro guerra mondiale per la controversia del dominio mondiale. Nel numero (inglese) de La Torre di Guardia e Araldo della Presenza di Cristo del 1º gennaio 1916, pagine 5, 6, sotto l’intestazione “Prevalente spirito dell’esercito e della marina: Fino a quando?” questo rimanente di discepoli simili a figli del più grande Isaia, Gesù Cristo, dichiararono specificamente la loro neutralità.b Essi si riconobbero come spirituali sottosacerdoti di Gesù Cristo, celeste Sommo Sacerdote di Geova, com’è dichiarato in 1 Pietro 2:5-9. Riconobbero che i Tempi dei Gentili delle nazioni mondane erano scaduti nel 1914 e che il messianico regno di Dio era andato al potere nei cieli. Dovevano dunque attenersi ai loro spirituali doveri sacerdotali verso Dio.
22. In che modo i governanti politici della cristianità agirono come il presuntuoso re Uzzia?
22 Quindi gli elementi governanti della cristianità cominciarono a invadere il campo di servizio di quelli che erano o professavano d’essere gli ordinati ministri e sacerdoti dell’Altissimo Dio. Per imporre l’irreggimentazione totale, i governanti politici, appoggiati dagli ufficiali dell’esercito, cercarono di invadere la carica di ministri e sacerdoti dei servitori di Dio. Essi li invitarono a pregare perché vincessero la guerra; pubblicarono materiale di propaganda bellica perché i predicatori lo usassero dai loro pulpiti; trasformarono le chiese in posti di reclutamento per la guerra; invitarono i ministri a servire come cappellani dell’esercito; descrissero il combattimento come “guerra santa” che obbligava i ministri cristiani a sostenerla. Così, a somiglianza dell’antico re Uzzia, essi invasero la camera santa del ministero cristiano per offrire a Dio ciò che essi ritenevano avesse un dolce odore.
23. Quale fu l’atteggiamento del clero della cristianità verso la presunzione del moderno re Uzzia?
23 Il clero della cristianità, cattolico e protestante, assunse forse l’atteggiamento del sommo sacerdote Azaria e degli ottanta sottosacerdoti e fece obiezione a ciò? No! Essi ‘presentarono le armi’ e violarono la neutralità cristiana e stigmatizzarono gli obiettori di coscienza come “codardi”. Si posero allo stesso livello dei governanti politici e dei militaristi della cristianità. Scelsero come re Cesare piuttosto che Dio.c
24. Come agirono le autorità politiche della cristianità contro i sacerdotali “figli” del più grande Isaia a causa delle loro obiezioni?
24 Ciò che fecero le autorità politiche agli ecclesiastici religiosi fu abbastanza empio e sacrilego. Ma questo moderno re Uzzia agì anche in modo più presuntuoso di ciò. Poiché i “figli” dati da Dio al più grande Isaia, i testimoni di Geova, rifiutarono di conformarsi a tale presuntuosa condotta del moderno re Uzzia, si adirarono e perseguitarono questi sacerdotali discepoli del più grande Isaia. Infine, con la piena approvazione e il plauso del clero della cristianità, i militarizzati governanti politici misero al bando la letteratura biblica di questi testimoni di Geova Dio. Gettarono il presidente e il segretario-tesoriere e sei altri principali membri della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati in un penitenziario federale, condannandoli a rimanervi per almeno vent’anni.d
25. Che cosa pensò così di fare il moderno re Uzzia, e quali profezie del più grande Isaia adempì egli in tal modo?
25 Così il moderno re Uzzia pensò di mettere a tacere per sempre questi sacerdotali testimoni di Geova che protestavano contro il modo di adorare Dio dettato dalla politica. Essi adempirono ciò che disse il più grande Isaia in Matteo 24:9 e ciò che egli aveva rivelato intorno alla blasfema bestia selvaggia che uscì dall’abisso del mare, in Rivelazione 11:7-10 e 13:7-12, 18.
26. Di che cosa fu quindi colpito il moderno re Uzzia, e questo in che senso?
26 Fu allora che Geova Dio, presente nel suo tempio spirituale, colpì di lebbra spirituale il moderno re Uzzia.e Non solo perché nel 1914 erano scaduti i Tempi dei Gentili per il dominio della terra da parte di questi governanti politici, ma perché si opposero al Sommo Sacerdote di Dio, Gesù Cristo, e ai suoi sottosacerdoti, ora i governanti politici divengono agli occhi di Dio detestabili come lebbrosi. Essi non partecipano in nessun modo al Sacerdozio e Regno di Dio. Le loro cariche di dominio politico sulla terra sono condannate alla distruzione nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Armaghedon. — Riv. 16:14, 16.
RISPONDIAMO ALLA CHIAMATA DI DIO
27. (a) Quando e in quali circostanze chiese Geova nel suo tempio intorno a chi avrebbe mandato alla cristianità? (b) Chi rispose, e in quale condizione?
27 La prima guerra mondiale finì l’11 novembre 1918, e l’anno seguente gli imprigionati funzionari della Società Torre di Guardia e i loro compagni furono messi in libertà. In tutto il mondo i perseguitati “figli” del più grande Isaia furono gradualmente liberati dalle loro restrizioni, restrizioni dovute specialmente al timore degli uomini terreni. L’èra postbellica con l’opportunità di predicare in tutto il mondo l’istituito regno di Dio ebbe inizio. Quindi, dal 1919 in poi, Geova Dio, nel suo tempio spirituale, cominciò a chiedere chi avrebbe mandato e chi sarebbe andato per lui e per il suo più grande Isaia, a parlare alle persone della cristianità spiritualmente cieche, sorde e insensibili. Non il clero della cristianità dominato dalla politica, ma i purificati “figli” del più grande Isaia, gli unti testimoni di Geova, risposero con le parole dell’antico Isaia: “Eccomi! Manda me”. Con le labbra purificate come mediante il “carbone ardente” dello spirito santo di Dio, essi tennero il loro primo congresso generale postbellico a Cedar Point, nell’Ohio, dall’1-8 settembre 1919, e si riorganizzarono per l’accresciuto servizio.
28. Quando, con maggiore apprezzamento ed entusiasmo, rinnovarono la loro richiesta d’essere mandati?
28 Al secondo congresso degli Studenti Biblici Internazionali tenuto a Cedar Point, nell’Ohio, dal 5-13 settembre 1922, a questi unti “figli” del più grande Isaia si aprirono realmente gli occhi per mezzo della Parola e dello spirito santo di Dio e della sua organizzazione del tempio, ed essi compresero che Geova era stato presente nel suo tempio spirituale non dal 1878, ma da un tempo più recente.f Con più pieno apprezzamento e anche maggiore entusiasmo rinnovarono la loro richiesta d’essere mandati a compiere una missione simile a quella di Isaia.
29. Hanno altri “figli” del più grande Isaia risposto da quel congresso di Cedar Point, e che cosa devono fare ora?
29 Altri degli unti “figli” del più grande Isaia che non furono presenti a quei due congressi del 1919 e del 1922 a Cedar Point hanno riconosciuto sin d’allora che Geova Dio è presente nel suo tempio spirituale dal 1918 e hanno risposto al suo invito a fare servizio, dicendo in effetti: “Eccomi! Manda me”. Un rimanente di questi è ancora vivo oggi. Siete voi uno di questi? Avete detto: “Eccomi! Manda me”? In tal caso, ora dovete adempiere il vostro incarico.
30. Chi, particolarmente dal 1935 E.V., si è schierato coi “figli” del più grande Isaia?
30 Particolarmente dal 1935 E.V. molte persone simili a pecore hanno udito quegli unti “figli” del più grande Isaia parlare e servire come segni e miracoli in mezzo alla cristianità, il nominale Israele spirituale. Questa “grande folla” di persone simili a pecore hanno mostrato di non aver chiuso gli orecchi né incollato gli occhi né reso ottuso il loro cuore, come ha fatto la cristianità. Prima che venga sulla cristianità la predetta distruzione, questi si sono schierati con gli unti “figli” del più grande Isaia e si sono rallegrati per la visione di Geova nel suo tempio.
31. (a) A quale invito questa “grande folla” di “altre pecore” ha detto, in effetti: “Eccomi”? (b) Che cosa, dunque, dovrebbero continuare a fare, e perché si devono considerare felici?
31 All’invito di Geova di cooperare con questo unto rimanente, questa “grande folla” di “altre pecore” hanno detto, in effetti: “Eccomi! Manda me”. (Riv. 7:9-15; Giov. 10:16) Siete voi una di queste “altre pecore”? Avete detto, come tale, quelle parole? Continuate dunque ad aiutare gli unti “figli” del più grande Isaia ad adempiere il loro incarico divino dal tempio. Unitevi a loro nel parlare alle persone della cristianità e nell’avvertirle che le “case” della cristianità rimarranno senza uomo e la sua terra sarà ridotta a una desolazione perché insiste nel rifiutar di vedere, udire e capire. Felici siete voi perché vedete, udite e capite col cuore, e agite anche conformemente. In tal modo sfuggirete alla sua completa, eterna rovina! — Matt. 13:13-16.
(Ulteriori informazioni riguardo al modo in cui è adempiuto oggi in tutto il mondo l’incarico del tempio dai testimoni di Geova appariranno nel prossimo numero de La Torre di Guardia, con il rapporto mondiale).
[Note in calce]
a Si veda il libro “Sia santificato il tuo nome” (inglese), particolarmente il capitolo 16º, intitolato “Il promesso precursore prepara la via”, pagine 292 e seguenti.
Alla summenzionata pagina 334, paragrafo 8º, il discorso stampato diceva: “Crediamo, perciò, che il giorno della preparazione finì nel 1914, e che nel 1918, o verso quell’epoca, il Signore venne nel suo tempio. Questa venuta nel tempio fu per il giudizio, perché il giudizio deve cominciare prima dalla casa di Dio. (1 Pietro 4:17)”.
b Si vedano le pagine 30-40, sotto i titoli “Le chiese abbandonano la neutralità” e “Preparata la fanfara”, nel libro Preachers Present Arms di Ray H. Abrams, dottore in filosofia, edizione di New York del 1933.
c Vedere La Torre di Guardia (inglese), in data 1º settembre 1922, pagina 334, ultimo paragrafo; e La Torre di Guardia (inglese), in data 15 gennaio 1918, pagine 24, 25, sotto “Risoluzione”.
d Vedere Preachers Present Arms di Ray H. Abrams, pagine 182-185, sotto il titolo “I russelliani”, e pagina 219, paragrafo 1º.
e Paragonare questo con Rivelazione 16:2, 10, 11.
f Si veda la pubblicazione della Torre di Guardia, Il tempo è vicino (edizione inglese del 1889), pagine 218-247, su ciò che si pensava contrassegnasse l’anno 1878. In seguito La Torre di Guardia (inglese) in data 1º e 15 febbraio 1928 calcolò la data del 1918 come tempo per la venuta nel tempio.