È così che si onora Gesù Cristo?
“CHI non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato”. (Giov. 5:23) Queste parole di Gesù Cristo fanno capire che per avere una relazione approvata con Dio bisogna onorare suo Figlio.
Se vogliamo avere questa relazione approvata, ci interesseremo di vedere se rendiamo al Figlio l’onore che la sua posizione merita. E qual è la sua posizione? Dell’autorità affidatagli dal Padre suo, Gesù Cristo disse: “Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra”. (Matt. 28:18) Secoli prima era stato predetto di lui: “Ci è nato un fanciullo, ci è stato dato un figlio; e il dominio principesco sarà sulle sue spalle. E il suo nome si chiamerà Consigliere meraviglioso, Dio possente, Padre eterno, Principe della pace”. — Isa. 9:6.
Considerate Gesù Cristo come Re costituito da Dio, investito di autorità celeste e terrena? È molto diverso dal considerarlo solo un bambino a giacere in una mangiatoia. Possiamo realmente onorarlo solo se consideriamo Gesù Cristo come re ai cui comandi dobbiamo ubbidire.
BISOGNA OSSERVARE LA NASCITA DI GESÙ?
Tenendo conto della posizione e dell’autorità di Gesù, per onorarlo si deve anche commemorare la data della sua nascita come uomo? Molti cristiani professanti diranno Sì. Il 25 dicembre celebrano in tutta la terra il “Natale”, che si afferma sia l’anniversario della nascita di Gesù Cristo. Ma l’osservanza del Natale onora proprio Cristo? È in armonia con i suoi comandi e con lo spirito dei suoi insegnamenti?
Per onorare Gesù Cristo, non dovrebbe questa celebrazione presentare i fatti nel modo più reale possibile? Ce lo attenderemmo, poiché lo stesso Gesù disse: “Io sono . . . la verità”. (Giov. 14:6) Qualunque cosa a cui è dato il suo nome deve pertanto essere vera, conforme ai fatti. Può dirsi questo della celebrazione del Natale?
Considerate la data stessa, il 25 dicembre. La Bibbia non dà la data esatta della nascita di Gesù. Ma indica chiaramente quando non avrebbe potuto avere luogo. Gesù nacque a Betleem in un tempo in cui i pastori “dimoravano all’aperto e di notte facevano la guardia ai loro greggi”. (Luca 2:8) Sarebbe stato possibile nel mese di dicembre? No. Nella zona di Betleem, in quel mese vi sono frequenti gelate notturne. Infatti, già all’inizio della stagione delle piogge nell’ultima parte di ottobre, di notte i pastori non dimorano più all’aperto. Pertanto, la data del 25 dicembre presenta in effetti sotto falsa luce i fatti relativi alla nascita di Gesù a Betleem. Ve ne rendevate conto?
Comunque, non è tutto qui. Anche le festività tenute il 25 dicembre non hanno origine dal cristianesimo. L’Encyclopædia Britannica dice: “La festa di Natale è la forma cristiana riveduta del giorno romano del solstizio invernale, la festa del Dies Invicti Solis (giorno del sole invitto) tenuta il 25 dicembre”. (Macropædia, Vol. 4, pag. 499, edizione del 1974) Analogamente, il redattore religioso Louis Cassels osservò: “I cristiani moderni che deplorano le infiltrazioni di usanze secolari nel significato religioso del Natale devono ricordare che il Natale non è una festa cristiana parzialmente paganizzata. Fu sin dall’inizio una festa pagana, parzialmente cristianizzata”. — Free Press di Detroit, 10 marzo 1974.
Secondo voi, avrebbe Gesù Cristo considerato un onore il fatto che fosse dato il suo nome a una “festa pagana, parzialmente cristianizzata”? Com’è possibile dal momento che i suoi fedeli discepoli riconobbero che le tenebre del paganesimo non dovevano avere nulla a che fare con la luce del cristianesimo? L’apostolo Paolo, per esempio, rammentò ai conservi cristiani di Corinto: “Quale associazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia vi è fra Cristo e Belial? O qual parte ha il fedele con l’incredulo? E quale accordo ha il tempio di Dio con gli idoli?. . . . ‘Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi’, dice Geova, ‘e cessate di toccare la cosa impura’”. — 2 Cor. 6:14-17.
PERCHÉ NON FU MANTENUTA LA SEPARAZIONE
Questa fu senz’altro una vigorosa esortazione a non avere a che fare col paganesimo. Come fu dunque possibile celebrare una festa pagana come nascita di Gesù Cristo? Non rivela questo che dovette esserci un certo indebolimento nell’atteggiamento dei cristiani verso il paganesimo? Che cosa poté causarlo? Additando un fattore importante, l’Encyclopædia Britannica dichiara: “Il Natale, la festa della nascita di Gesù Cristo, fu stabilito quando si affievolì la speranza dell’imminente ritorno di Cristo”. — Macropædia, Vol. 4, pag. 499, edizione del 1974.
Che si perdesse di vista l’imminenza del ritorno di Cristo era contrario all’ammonizione data da Gesù ai suoi seguaci d’essere svegli e vigilanti in ogni tempo. Non dovevano essere così occupati nelle attività quotidiane da escludere dalla vita gli interessi spirituali. Dovevano vivere in modo da dimostrare fede nel suo ritorno per eseguire il giudizio contro gli empi e per liberarli della sofferenza subìta come suoi veri seguaci. Solo mantenendo la giusta posizione dinanzi a Gesù Cristo come loro Signore potevano sperare di sopravvivere all’esecuzione del giudizio divino. — Luca 21:34-36; 2 Tess. 1:6-9.
Dal secondo secolo in poi, tuttavia, molti cristiani professanti smisero di dare ascolto al consiglio di Gesù. La sua venuta nel potere del Regno con le schiere angeliche smise d’essere il loro immediato interesse. Venne così il tempo in cui non apprezzarono più l’essenziale bisogno di mantenere un aspetto puro e immacolato davanti al loro Signore. Questo ‘affievolirsi della speranza dell’imminente ritorno di Cristo’ indebolì la loro resistenza alle infiltrazioni pagane, con il risultato che furono adottate feste pagane, alle quali fu dato poi un nome “cristiano”.
CHE COSA FARETE?
In considerazione di quanto sopra, non è chiaro che la celebrazione del Natale non onora Gesù Cristo? Che ne pensate dunque dell’osservanza del Natale? Sarebbe giusto continuare a osservarla per seguire la tradizione? È appropriato perpetuare una festa che fu accettata dai cristiani professanti quando il fatto del ritorno di Cristo perse d’importanza? Non dovreste piuttosto cercare di onorare Gesù Cristo riconoscendo pienamente nella vita di ogni giorno che è stato costituito Re e Giustiziere da Dio? È urgente non rimandare la decisione a questo riguardo, poiché quello che fate è la prova del vostro spirito verso Dio stesso oltre che verso suo Figlio.
Se decidete di smettere di celebrare il Natale, vorrete senz’altro dare a parenti e conoscenti una spiegazione. Aiutateli gentilmente a capire le ragioni di tale decisione. Dite chiaramente che non avete nulla in contrario se essi fanno quello che desiderano e perciò che apprezzerete se avranno riguardo per i vostri sentimenti. Sforzatevi di aiutarli a capire che non volete offenderli ma che vi interessate di non disonorare Gesù Cristo, anche in quelle che ad altri potrebbero sembrare cose piccole. Forse vorrete pure spiegare che non vorrebbero certo farvi fare qualcosa per amor loro se il farlo vi causasse un senso di colpa.
Se siete genitori, il fatto che non partecipate alla celebrazione natalizia non deve significare che i figli saranno privati di un piacevole periodo di vacanza. Poiché i figli saranno a casa da scuola, l’intera famiglia può dedicarsi ad attività edificanti e piacevoli. Facendo tutto il possibile per trascorrere tempo con i vostri figli, la loro vacanza sarà assai più memorabile che non se il suo aspetto più importante fossero i doni.
In quanto ai doni, potete farli ai figli in qualsiasi tempo dell’anno, e i regali sono spesso più graditi quando giungono inaspettati. Farete doni non per forza o perché vi siete spinti dal mondo commerciale quando i prezzi sono alti, ma quando il cuore vi sprona. Tali doni, di cui i figli ringraziano non “Babbo Natale”, ma i genitori, contribuiscono molto di più a rinsaldare i legami familiari.
La decisione di non celebrare il Natale richiederà anche di dare spiegazioni nel luogo di lavoro o a scuola. Forse in occasione della festa sono stati organizzati speciali ricevimenti. In tal caso, che potete fare? Forse si può parlare al caporeparto, al datore di lavoro o all’insegnante, spiegando che quest’anno non potete partecipare al ricevimento a motivo di ciò che credete realmente onori Gesù. Potete chiedere suggerimenti per sapere che cosa è opportuno fare affinché i vostri desideri siano rispettati senza interferire nei festeggiamenti organizzati. È consigliabile e possibile andare via prima quel giorno? Potete fare qualche altra cosa in un altro posto per non dare l’impressione di rovinare la gioia degli altri che partecipano alla celebrazione? Che cosa raccomandano il caporeparto, il datore di lavoro o l’insegnante?
Anche nei contatti occasionali, il fatto che non celebrate il Natale può suscitare domande su come risolvere una particolare situazione. Forse altri vi augurano “Buon Natale”. Anziché mettervi a discutere sul perché non osservate il Natale, se lo desiderate, potete limitarvi a ringraziarli. Se alcuni vogliono proprio conoscere il vostro punto di vista, le circostanze potranno indicarvi se è appropriato dare una spiegazione in quel momento o in un’altra occasione.
Certo, sorgeranno situazioni impreviste. Per risolverle, siate gentili e mantenetevi fermi nella vostra convinzione di agire in modo da onorare veramente Gesù Cristo. In tal caso, potete essere certi d’avere l’approvazione e la benedizione di Dio.