La scienza risolverà davvero i vostri problemi?
“NOI possiamo risolvere i nostri problemi . . .” Queste sono le parole che due anni fa un redattore scientifico americano disse con vanto.
Un tempo una simile dichiarazione poteva essere accolta senza batter ciglio, poiché, sino a poco tempo fa, la storia della scienza pareva un susseguirsi di brillanti successi. Ma negli anni sessanta e al principio degli anni settanta sopraggiunse un periodo di disillusione.
È vero che la scienza ha fatto alcuni sorprendenti passi avanti. Ma nonostante i suoi tentativi spesso sinceri di impedirlo, più persone che mai sentono i morsi della fame. I mezzi “scientifici” per combattere la delinquenza non hanno ridotto l’illegalità; piuttosto, ha continuato a moltiplicarsi e a estendersi dai ghetti delle città alle zone rurali un tempo tranquille. L’aria e l’acqua sono rovinate dagli inquinanti. Alcuni incolpano la scienza anche del fatto che i missili hanno un potere micidiale e sono puntati sulle principali città del mondo.
Così, ora che siamo all’inizio del 1976, nemmeno quelli che un tempo erano favorevoli alla scienza sono tanto sicuri che possa esercitare un potere benefico. Comprendono che essa reca alcune benedizioni ma troppi mali. Tuttavia, questi mali sono effettivamente imperniati su una debolezza fondamentale o principale. E questa debolezza non è nuova, è solo più evidente a motivo degli odierni problemi mondiali.
Questo principale difetto è identificato nel libro biblico di Giobbe, scritto oltre 3.400 anni fa. Giobbe menzionò l’operosità scientifica dell’uomo, inclusa la sua ingegnosità nell’estrarre dalle viscere della terra le sue ricchezze. Ma Giobbe che cosa disse che mancava? Leggiamo:
“Ma la sapienza, dove si può trovare, e dov’è, ora, il luogo dell’intendimento?” — Giob. 28:12.
La vera sapienza, ecco ciò che mancava e che manca nella scienza. Essa ha bisogno di giusta guida, di giusta direttiva. O, secondo le parole di Milton Katz, professore presso l’Università Harvard: “Il guaio non è la tecnologia. Il guaio è il modo in cui ci siamo serviti della tecnologia”.
La sapienza, la capacità di impiegare nel modo giusto le scoperte scientifiche, deve venire dal di fuori della scienza. Gli sforzi degli scienziati di risolvere i problemi dell’uomo provano forse che abbiano trovato tale sapienza? Esaminiamo i fatti e vediamo.
PER RISOLVERE I PROBLEMI OCCORRE UNA MENTE PERSPICACE
Anzitutto, non è logico credere che se si devono risolvere i problemi bisogna mettere al secondo posto le vedute e i pregiudizi personali? Certo. Ma questo richiede umiltà.
È come dice la Bibbia in Proverbi 11:2: “È venuta la presunzione? Quindi verrà il disonore; ma la sapienza è coi modesti”. La parola ebraica lì tradotta “modesti” ha l’idea di ‘nascondersi’, cioè nel senso di mettersi in secondo piano. Questo non vuol dire che chi è modesto ignori i problemi. No, ma scopre quali sono i problemi reali. Non desidera la preminenza o la ricchezza per sé né cerca egoisticamente di restare attaccato a qualche posizione.
Fa onore a molti scienziati che si sforzino con premura d’essere così. In alcuni casi essi hanno dato la vita nel tentativo di scoprire la verità. Tuttavia, leggendo letteratura scientifica non si può fare a meno di notare che spesso prevalgono angusto dogmatismo, presentato ambiziosamente con fervore religioso. A questo riguardo, Robert K. Merton scrisse nel numero di American Scientist della primavera del 1969:
“Il fatto è che quasi tutti quelli che sono fermamente situati nel pantheon della scienza — Newton, Cartesio, Leibniz, Pascal o Huggins, Lister, Faraday, Laplace o Davy — compirono sforzi appassionati per avere la priorità [cioè per essere i primi a fare una certa scoperta] e per farla riconoscere pubblicamente. . . . Talora . . . il desiderio d’essere riconosciuti s’intensifica fino a divenire incontrollabile. Diventa un’impellente bramosia di plauso”.
La “modestia” non ha distinto la storia della scienza. Invece, v’è stata “presunzione”, come dice il proverbio biblico. Perciò, la scienza è caduta un po’ nel “disonore”.
DOV’È L’INTERESSE PER GLI ALTRI O LA COOPERAZIONE?
Logicamente, la sapienza deve anche manifestarsi con il sincero interesse per gli afflitti. In Proverbi 8:22-31 la “Sapienza” è personificata e dice: “Le cose che mi dilettavano erano presso i figli degli uomini”. La vera sapienza non ignora i bisogni altrui, ma si diletta a rendersi utile.
Ha la scienza seguìto questo nobile modello?
I problemi alimentari del mondo sussistono primariamente nei tropici, ma la maggior parte degli studi scientifici ha per oggetto colture che prosperano nelle zone temperate. Infatti, il 98 per cento delle ricerche e degli impianti del mondo, che hanno per obiettivo la valorizzazione delle regioni, si trova nelle nazioni sviluppate ed è impiegato per la soluzione dei loro propri problemi. Due terzi del mondo devono ripiegare su prodotti fatti per un’altra cultura. Con quali risultati? Lo scienziato inglese Lord Ritchie-Calder ci rammenta: “Diamo a paesi retrogradi trattori che non sanno usare e per la cui manutenzione non hanno i mezzi. Dovremmo invece concentrarci sulla cooperazione tecnica. . . . Invece di trattare gli Eschimesi come pezzi da museo e di andare nell’Artico con i progetti, dovremmo diventare soci degli Eschimesi”.
Insistendo che c’è solo un modo — forse i “metodi scientifici occidentali” — di risolvere i problemi si sono in effetti aggravate le circostanze avverse. Negli ultimi anni una grave carestia ha inaridito alcune parti dell’Africa, particolarmente il Sahel. Il problema è stato causato da molti fattori. Tuttavia è stata d’aiuto la scienza occidentale? Un articolo di Science dice: “La scienza e la tecnologia occidentale . . . hanno effettivamente dato un forte contributo alla distruzione. . . . Infatti, quando i popoli del Sahel si mostravano conservatori e si opponevano ai cambiamenti suggeriti dagli esperti occidentali, spesso era con ragione. . . . pochi interventi occidentali nel Sahel, considerati a lunga scadenza, hanno operato a favore degli abitanti”.
La mancanza di vero interesse per gli altri e di cooperazione con loro ha aggravato in altri modi i problemi causati dalla scienza. Spesso ha ignorato gli avvertimenti di futuri disastri come problemi dell’alimentazione, dei trasporti, degli alloggi e dell’energia. Ora proprio questi problemi sono sopraggiunti sulla razza umana a velocità fenomenale.
Certo, questo non vuol dire che qualsiasi uomo o gruppo di uomini possa conoscere con esattezza i particolari circa il futuro. Tuttavia è sempre appropriato prendere ragionevoli precauzioni quando si ricevono ragionevoli avvertimenti. Quando c’è la minaccia di una crisi, è indispensabile agire. Ma ripetutamente il meglio che la scienza è riuscita a fare è stato di reagire tardivamente. “L’accorto vede il pericolo e si nasconde”, dice la Bibbia, e poi aggiunge: “Gli inesperti vanno avanti e la pagano”. (Prov. 22:3, La Bibbia di Gerusalemme) Milioni di persone soffrono, “pagano”, per la mancanza di accorta previdenza e azione da parte del mondo scientifico.
È chiaro che la scienza non ha risolto i problemi dell’uomo; le manca la vera sapienza di cui avrebbe bisogno per risolverli. Ma vuol dire questo che chi teme Dio debba essere “contro la scienza”?
VEDUTA EQUILIBRATA DELLA SCIENZA
Il cristiano apprezza la vera cultura e le scoperte scientifiche. Tuttavia, i suoi pensieri sono guidati dalla vera sapienza. Questa giusta guida non viene da nessun uomo. Il retto Giobbe, citato all’inizio di questo articolo, riconobbe questo fatto. Dopo avere ammesso che gli uomini di scienza non hanno sapienza, Giobbe, ispirato da Dio, pose la domanda:
“Ma la sapienza, dove si può trovare?” Rispose:
“Ecco, il timore di Geova, questo è sapienza, e dipartirsi dal male è intendimento”. — Giob. 28:1-28.
Quali risultati ottiene colui che si rivolge a Dio perché guidi i suoi pensieri su questioni di natura scientifica? Risultati favorevolissimi; si risolvono i problemi della vita. Lo si può illustrare con un avvenimento dell’antichità. Un re di Babilonia ordinò che fossero condotti dinanzi a lui alcuni giovani prigionieri, Ebrei, per ricevere speciale addestramento. Quali? Secondo Daniele 1:4 ne La Bibbia di Gerusalemme, furono quelli “dotati di ogni scienza, educati, intelligenti”. Ma in questo versetto “scienza” non si riferisce alle stolte scienze astrologiche e magiche basate sulle vedute filosofiche e religiose dell’epoca. Gli antichi Ebrei non ignoravano le fondamentali nozioni di astronomia, chimica, ecc., ma non erano ingannati neppure dalla pseudoscienza di Babilonia.
Invece erano particolarmente noti per la sapienza e la moralità espresse nella loro letteratura, architettura, storia naturale, agricoltura e in altre scienze pratiche. “Sotto molti di questi aspetti”, rileva il commentatore Albert Barnes riferendosi agli Ebrei, “erano senz’altro molto più avanti dei Caldei [Babilonesi], e lo scopo del monarca caldeo era probabilmente quello di valersi di quello che sapevano”.
Così anche oggi, i veri cristiani hanno una veduta equilibrata della conoscenza scientifica e questo produce buoni risultati. Non si fanno sviare da idee “scientifiche” che spesso sono più un’opinione personale che un fatto stabilito. Karl Popper, filosofo della scienza, confessa: “La scienza non è un sistema di dichiarazioni sicure o ben stabilite; . . . non sappiamo: possiamo solo fare congetture. E le nostre congetture sono guidate da ciò che non è scientifico, da ciò che è metafisico . . .” Le parole che l’apostolo cristiano disse a Timoteo sono appropriate anche oggi; gli consigliò di evitare “le parole vuote che violano ciò che è santo e le contraddizioni della falsamente chiamata ‘conoscenza’”. — 1 Tim. 6:20.
La santa sapienza, contenuta nella Bibbia, aiuta i veri cristiani a giudicare il valore di qualsiasi materiale scientifico. Pertanto, quando ad esempio uno scienziato parla di rifare “in meglio” questo attuale sistema di cose mondiale, il vero cristiano non s’inganna. Sa che, secondo la Bibbia, “il mondo passa”, e secondo le indicazioni la sua fine è vicina. Seguirà un nuovo sistema — progettato da Dio — in cui tutta la conoscenza, incluse le nozioni scientifiche, sarà impiegata per il bene dell’uomo e alla gloria di Dio. — 2 Piet. 3:7-13; 1 Giov. 2:15-17.
In effetti, è del tutto ragionevole chiedere aiuto a Dio per risolvere i problemi del genere umano. Perché diciamo questo? Ebbene, non sfugge forse al controllo della scienza la maggioranza dei problemi che le si presentano? Senz’altro. Anzitutto, la scienza è legata ai moderni sistemi politici ed economici. Pertanto, anche quando la scienza intraprende una “rivoluzione verde” la gente soffre ancora la fame. Perché? Perché i burocrati politici o altri interessati solo al guadagno personale impediscono che le derrate alimentari giungano agli affamati. Sì, la scienza è inevitabilmente paralizzata dal sistema in cui si trova.
Un’altra cosa: la conoscenza scientifica, anche se accurata, di solito è incompleta. Per esempio, in alcuni paesi la scienza ha recentemente ridotto la mortalità dovuta alle malattie con l’impiego di farmaci prodigiosi e DDT; ma non ha impedito che queste stesse persone morissero di fame a causa delle penurie di viveri. La diga di Assuan in Egitto fu costruita per provvedere cose come energia elettrica e irrigazione. Ma essa ha pure contribuito alla più rapida propagazione della temuta schistosomiasi. Quindi un apparente progresso scientifico produce spesso uno squilibrio. Ciò che occorre è la conoscenza di tutto l’ambiente dell’uomo. Chi ce l’ha?
Colui che creò l’universo di sicuro conosce l’ecologia della terra e ha il potere di controllarla. Poiché in origine progettò gli intricati sistemi terrestri per la produzione di cibo, certo è nella posizione migliore per annullare il danno che l’uomo ha causato ignorando le interdipendenze esistenti fra i sistemi vitali, e far così operare questi sistemi per il bene dell’umanità. Le sue promesse, scritte nella Bibbia, di por fine a cose come fame e inquinamento sono dunque fidate.
Possiamo credere a Dio quando dice: “Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli . . . un banchetto di piatti ben oliati, un banchetto di vini chiariti”. (Isa. 25:6) Nello stesso modo, possiamo accettare con piena fiducia la sua promessa di “ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. — Riv. 11:18.
C’è un’altra ragione ancora per credere che Dio — non la scienza umana — risolverà i problemi dell’uomo.
LA SCIENZA NON PUÒ CAMBIARE LE PERSONE, DIO SÌ
Alla base di molti problemi dell’uomo c’è l’uomo stesso. La scienza non può realmente cambiare le persone, i loro motivi. Per citare un caso pertinente, considerate il problema della delinquenza. Gli esperti escogiteranno speciali strumenti per cercar di prevenire il diffondersi della delinquenza, ma non possono sradicare il desiderio errato da coloro che, se sono abbastanza furbi, trovano semplicemente i modi per eludere qualsiasi nuova invenzione. Ma Dio fece il cuore umano. Non è egli nella posizione migliore per sapere chi deve eliminare, se necessario, dalla società umana affinché gli altri vivano indisturbati?
È dunque per questa ragione che Egli può positivamente assicurarci che quando questo attuale sistema di cose sarà sparito e il Suo nuovo sistema sarà arrivato esso non sarà turbato dalla delinquenza: “Non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo”. — Isa. 11:9.
La sapienza che viene da Dio può mostrare agli uomini come usare giustamente la cultura e la scienza che hanno. Studiando la Bibbia riscontrerete che essa vi mostra come risolvere i veri problemi cui andate incontro ogni giorno o come farvi fronte meglio. Inoltre, vi offre una speranza sicura per il futuro. Non sono queste le cose che volete? Certo. Consultate i testimoni di Geova; saranno lieti di aiutarvi a imparare di più in merito a questa vera santa sapienza.
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BENCHÉ SIANO STATE FATTE COSE SORPRENDENTI CON LA TECNOLOGIA, LA BIBBIA RAMMENTA AGLI UOMINI: “Ecco, il timore di Geova, questo è sapienza, e dipartirsi dal male è intendimento”. — Giob. 28:28.