Significato delle notizie
Parlano di pace, ma si armano per la guerra
● I capi delle “superpotenze” del mondo invitano periodicamente a ridurre gli armamenti e a fare passi analoghi per assicurare la pace. Gli U.S.A. e l’Unione Sovietica hanno concordato un livello massimo per limitare il numero dei missili nucleari. Più recentemente, sono stati sollecitati accordi per vietare i sistemi con cui cambiare le condizioni meteorologiche per scopi militari e anche per proibire nuovi metodi di distruzione in massa. Il leader sovietico Leonid Breznev ha recentemente definito queste armi “più terrificanti” di quelle nucleari già esistenti. Ma nonostante tutte le chiacchiere, che cosa accade in effetti?
Solo l’anno scorso il mondo spese più di 210 miliardi di dollari negli armamenti; la maggior parte è stata spesa dagli U.S.A. e dall’Unione Sovietica per costruire riserve di armi che l’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma definisce “enormemente in eccesso a qualsiasi concepibile bisogno militare o politico, di entrambe le potenze”. Ora gli U.S.A. hanno uno spiegamento di oltre 8.000 armi strategiche e l’Unione Sovietica ha 2.800 missili (individualmente più distruttivi di quelli degli U.S.A.). La più debole di esse è almeno tre volte più potente della bomba che devastò Hiroshima, in Giappone; alcune sono 16.000 volte più potenti! Tuttavia, le ricerche, la produzione e lo spiegamento di armi ancora più potenti proseguono. Parlando della “corsa senza probabilità di riuscita tra i bisogni umani e la follia militare”, un editoriale del “Post” di New York chiede: “Quanta fame nel mondo si potrebbe eliminare se prevalesse il buon senso?”
L’alcolismo e gli Ebrei
● Nei tempi biblici era comune per gli Ebrei consumare vino insieme al cibo. (Gen. 27:25) Divenne un aspetto regolare della celebrazione pasquale giudaica. Causò questo un’alta incidenza di ubriachezza tra gli Ebrei? No, le prove indicano il contrario, e questo vale ancor oggi. Pertanto un recente resoconto comunica i risultati di uno studio condotto da un’università sul tasso di alcolismo tra gli Ebrei degli U.S.A. Esso mostra che, mentre tra la popolazione in generale l’alcolismo colpisce una persona su 14, esso colpisce solo un Ebreo su 200. Il resoconto dichiara, fra l’altro, che lo studio ha attribuito la bassa percentuale di alcolismo tra gli Ebrei agli “stretti vincoli familiari e al fatto che il vino è un simbolo religioso e si comincia a berlo nei primi anni di vita”.