Si richiede una netta presa di posizione da quelli che cercano rifugio
1. Quali due donne simboliche sono menzionate nel libro di Rivelazione, e com’è indicato chi sono?
ESAMINANDO l’ultimo libro della Bibbia, troviamo due donne simboliche poste in netto contrasto l’una con l’altra. L’una è “Babilonia la Grande”, e l’altra è la “moglie” dell’Agnello di Dio. La prima ha il marchio di una “meretrice”. La seconda, “la sposa, la moglie dell’Agnello”, è una vergine. (Riv. 17:3-6, 15; 21:9) Sono entrambe organizzazioni religiose, l’una impura, l’altra pura. La “sposa, la moglie dell’Agnello”, è la congregazione dei 144.000 virginei seguaci fedeli dell’Agnello Gesù Cristo, che son tutti Israeliti spirituali. Babilonia la Grande è l’impero mondiale della falsa religione che derivò dall’antica Babilonia. È composta da tutti quelli che praticano religioni opposte al vero cristianesimo. Ecco perché l’apostolo Giovanni vide “che la donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei testimoni di Gesù”. (Riv. 17:6) Pertanto, la religione dei componenti di Babilonia la Grande non è cristiana, ma è babilonica, quindi falsa.
2. Quale relazione esiste tra la cristianità e Babilonia la Grande, e com’è questo evidente?
2 Divenendo l’organizzazione religiosa predominante della Potenza Mondiale Romana, la cristianità fu in effetti una figlia di Babilonia la Grande, di cui è detto: “Sulla sua fronte era scritto un nome, un mistero: ‘Babilonia la Grande, la madre delle meretrici e delle cose disgustanti della terra’”. (Riv. 17:5) Non è dunque strano se la cristianità imita la sua madre religiosa, di cui è detto: “Con [lei] han commesso fornicazione i re della terra, mentre quelli che abitano la terra si sono ubriacati col vino della sua fornicazione”. (Riv. 17:1, 2) La cristianità gode l’intima amicizia del mondo. Questo ci rammenta la scrittura di Giacomo 4:4: “Adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. Le molte unioni di Chiesa e Stato esistenti nella cristianità non le fanno onore. La marchiano come fornicatrice spirituale che si immischia nella politica del mondo. Essa è condannata come un rifugio falso e impuro per il genere umano.
3. Con quali chiari termini è descritta la sorte di Babilonia la Grande, inclusa la cristianità?
3 Ciò che si abbatte su Babilonia la Grande si abbatte anche sulla cristianità. Non ci sono dubbi. Rivelazione, capitolo 17, sebbene scritto in linguaggio simbolico, è infallibilmente chiaro. Giungendo al culmine del dramma raffigurato in questo capitolo, leggiamo: “E le dieci corna che hai viste, e la bestia selvaggia [su cui Babilonia la Grande aveva cavalcato come amante], queste odieranno la meretrice e la renderanno devastata e nuda, e mangeranno le sue carni e la bruceranno completamente col fuoco”. Non è certo una bella prospettiva! — Riv. 17:16.
FUGGITE DA BABILONIA LA GRANDE ALLA VERA DONNA DI DIO
4. (a) In Rivelazione 18:4-8, quale pressante appello udì Giovanni, e perché è urgente? (b) Come reagiranno alcuni a questo appello, ma a quale domanda dobbiamo tutti rispondere?
4 Non è strano che all’inizio del capitolo 18 di Rivelazione udiamo l’urgente e pressante appello: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. . . . Le sue piaghe verranno in un sol giorno, morte e cordoglio e carestia, ed essa sarà completamente bruciata col fuoco, perché Geova Dio, che l’ha giudicata, è forte”. (Riv. 18:4-8) Hai udito questo appello e l’hai ascoltato? Forse dici d’aver visto l’ipocrisia delle chiese della cristianità e d’averle lasciate, ammesso che tu facessi parte di una di esse. Nella nostra attuale generazione ci sono molti che non hanno avuto nessun precedente religioso, ma che in maniera alquanto vaga dicono di credere che dev’esserci un Dio. Sei soddisfatto di non essere religioso? Difficilmente potresti asserire d’essere in un luogo di rifugio sicuro, o di cercarlo, se hai un tale spirito negativo e non vuoi prendere posizione. In vista di tutte le prove indicanti che la fine dell’attuale sistema di cose si approssima, compresa la fine della cristianità, dobbiamo rispondere alla domanda: Da quale parte siamo noi in questo tempo decisivo?
5. Dopo la visione dei 144.000, quale folla vide Giovanni, e quale particolare fornì?
5 Forse dici di non essere uno della classe del “regno dei cieli” nella quale sono inclusi quelli che hanno la speranza celeste, come si è considerato in precedenza. Ma questo non ti esclude dal favore di Dio o dal prender rifugio sotto le sue ali. (Sal. 91:4) Dopo la descrizione dei 144.000 Israeliti spirituali contenuta in Rivelazione 7:4-8, leggiamo: “Dopo queste cose vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. Quindi, per darci ulteriori chiarimenti, ci è detto: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio . . . [e] l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi”. Che quadro invitante! — Riv. 7:9-17.
6. (a) Come Gesù parlò di queste persone? (b) Come indicò una relazione molto personale, e quale ottima assicurazione diede?
6 Per farti capire ancora meglio chi è incluso in questa “grande folla”, e invitandoti a essere uno di loro, desideriamo ricordarti ciò che Gesù disse ai suoi seguaci, che paragonò a pecore. Riguardo a quelli che avrebbero regnato con lui, disse: “Non aver timore, piccolo gregge, perché il Padre vostro ha approvato di darvi il regno”. (Luca 12:32) Sì, un “piccolo gregge”. Ma in un’altra occasione, parlando più ampiamente delle sue “pecore” e di se stesso come del “pastore eccellente” che ‘cede la sua anima a favore delle pecore’, disse: “E ho altre pecore che non sono di questo ovile; quelle pure devo condurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge, un solo pastore”. Indicando una relazione molto personale, poco prima aveva detto: “Egli [il pastore] chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori”. Ciò significa che se divieni una delle sue vere pecore rinnegando te stesso e seguendolo di continuo, allora egli ti conoscerà personalmente. E nota il tono assai personale delle sue ulteriori parole: “Le mie pecore ascoltano la mia voce [e non la voce di qualcun altro], e io le conosco [individualmente], ed esse mi seguono. E io do loro vita eterna, e non saranno mai distrutte, e nessuno le rapirà alla mia mano. Ciò che il Padre mio mi ha dato è qualche cosa di più grande di tutte le altre cose, e nessuno può portarle via alla mano del Padre”. Quale splendida assicurazione di un rifugio sicuro! — Giov. 10:3, 16, 27-29; si veda anche Matteo 16:24.
7. Quale avvertimento diede Pietro riguardo ai “falsi maestri”?
7 Tornando alla domanda circa quale parte sosteniamo, facciamo bene a considerare ciò che l’apostolo Pietro fu ispirato a dire a questo riguardo. Verso la fine della sua seconda lettera, prima avvertì che “fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione”. Tenendo presenti questi cristiani falsi, in seguito scrisse: “Negli ultimi giorni verranno degli schernitori con i loro scherni, che procederanno secondo i propri desideri e diranno: ‘Dov’è questa sua promessa presenza? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione’”. Non è esattamente questo l’atteggiamento adottato dal clero della cristianità e dai suoi seguaci? Confidiamo che non sia il tuo atteggiamento. — 2 Piet. 2:1, 2; 3:3, 4.
8. Come proseguì Pietro dando un avvertimento valido specialmente per il nostro tempo?
8 Piuttosto, confidiamo che il sincero atteggiamento di tutti noi sia conforme all’ulteriore esortazione dell’apostolo. Dopo aver detto che “mediante la parola di Dio” un precedente sistema di cose, precedenti cieli e terra, “subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”, egli continua quindi dicendo che “mediante la stessa parola [di Dio] i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. Avvertì poi di non divenire impazienti, come lo sono molti in questi giorni, a causa dell’apparente lentezza di Dio e disse: “Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma [si noti ora la ragione] è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. Di nuovo avvertì che “il giorno di Geova verrà come un ladro” in cui gli attuali cieli e terra simbolici, sotto l’invisibile controllo di Satana, saranno distrutti. — 2 Piet. 3:5-10.
9. Perché è importante avere la giusta veduta della pazienza di Dio?
9 Quindi c’è l’esortazione: “Giacché tutte queste cose devono quindi esser dissolte, quale sorta di persone dovete essere voi in santi atti di condotta e opere di santa devozione, aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova”. (2 Piet. 3:11, 12) Gli schernitori d’oggi non si valgono della pazienza di Dio. Comunque, benché non l’apprezzino, Dio ha agito molto benignamente verso di loro perché si pentano. Come scrisse l’apostolo Paolo: “Disprezzi tu le ricchezze della sua benignità, della sua sopportazione e della sua longanimità, perché non sai che la benevola qualità di Dio cerca di condurti al pentimento?” (Rom. 2:4) Guai a noi se disprezziamo la benignità di Dio!
10. Per quale ragione e in che modo possiamo rispondere all’esortazione di II Pietro 3:14?
10 Ma, essendo positivi, come dovremmo rispondere alla domanda: Quale sorta di persone dovete essere voi? E come possiamo mostrare che ‘teniamo bene in mente la presenza del giorno di Geova’? Da una parte, noi tutti, sia la nostra speranza di vita celeste o terrestre, dobbiamo rispondere all’ulteriore esortazione di Pietro: “Fate tutto il possibile per essere infine trovati da lui immacolati e senza difetto e in pace”. (2 Piet. 3:12, 14) Sì, dobbiamo sempre cercare d’essere moralmente incorruttibili. Dobbiamo mantenere l’integrità, essendo “puri di cuore” nella devozione a Geova con tutta l’anima. (Matt. 5:8) È vero che siamo tutti imperfetti e che veniamo meno ogni giorno, ma, come si legge nella lettera immediatamente successiva della Bibbia, in I Giovanni 1:7: “Se camminiamo nella luce come egli [Dio] è nella luce, abbiamo partecipazione gli uni con gli altri e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato”. Sì, Gesù Cristo, “è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati [per la congregazione cristiana, il “piccolo gregge”], e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo”. Indipendentemente dal numero di quelli che si uniscono alla “grande folla” delle “altre pecore”, essi possono, e devono, ‘lavare le loro lunghe vesti e renderle bianche nel sangue dell’Agnello’. — 1 Giov. 2:2; Riv. 7:14.
11. Oltre ad abbandonare la falsa religione quale netta presa di posizione si richiede, secondo Rivelazione 18:4?
11 Ma questo non è tutto. Ricordi che abbiamo menzionato quelle due simboliche donne in netto contrasto l’una con l’altra? L’una è la meretrice, Babilonia la Grande, inclusa la cristianità, l’altra è una vergine, la moglie dell’Agnello, la congregazione cristiana. Non basta uscire fuori di Babilonia la Grande, per abbandonare tutta la falsa religione. A chi fu detto, in Rivelazione 18:4, di ‘uscire da essa’? Fu detto al “popolo mio”. Ciò significa che devi indicare chiaramente che sei un servitore di Dio, un suo devoto schiavo, un seguace del suo pastore eccellente, Cristo Gesù, una delle sue “pecore”. Per avere altre informazioni su ciò, ci dobbiamo rivolgere alle Scritture Ebraiche e alle loro profezie, su cui si basa non solo il comando di Rivelazione 18:4, ma la maggior parte del contenuto di quell’ultimo libro della Bibbia.
12. (a) Come la profezia d’Isaia parla della celeste organizzazione di Geova? (b) Quale parte ebbe Cristo Gesù in relazione a questa organizzazione?
12 Secondo la profezia di Isaia, Cristo Gesù, il messianico Servitore di Geova, prima di adempiere sulla terra il suo compito, fu membro della celeste organizzazione di Geova composta di fedeli “figli di Dio”. (Giob. 1:6; 2:1; 38:7) Quella spirituale organizzazione celeste fa la parte di una “moglie” sposata a Geova, il Creatore, proprio come l’antica nazione d’Israele, quando fu introdotta nel patto della Legge, fu come sposata a Geova e venne raffigurata come una sua moglie terrestre. (Isa. 54:1, 5-8) Geova scelse il suo principale figlio celeste perché sulla terra rendesse servizio come Servitore messianico. Così la materna organizzazione di Geova lo generò in cielo come il primo rivendicatore della sovranità universale del proprio Marito. Quando questo Servitore ebbe fedelmente adempiuto il suo compito sulla terra e fu risuscitato dai morti, l’organizzazione materna lo ricevette di nuovo in cielo come il “primogenito dai morti”. (Col. 1:18; Riv. 1:5, 17, 18) La sua gioia era stata preannunciata! Ascolta: “‘Grida gioiosamente’”, dice Isaia 54:1, “‘donna sterile che non partorivi! Prorompi in grida di gaudio e strilla, tu che non avevi dolori di parto, poiché i figli della desolata son più numerosi dei figli della donna con un proprietario maritale’, ha detto Geova”.
13. (a) Come e a chi Paolo applicò Isaia 54:1? (b) In armonia con questo, quale applicazione fece Gesù di Isaia 54:13?
13 Questa scrittura è applicata dall’apostolo Paolo non alla nazione giudaica dopo il suo esilio a Babilonia, ma all’organizzazione di Geova in cielo, la sua sposa. In Galati da 4:22 a 5:1, Paolo fa un contrasto fra la nazione giudaica con capitale a Gerusalemme, la quale nazione aveva rigettato Gesù Cristo, e la celeste organizzazione di Dio simile a una moglie e dice che la “Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. Secondo la profezia di Isaia, la celeste organizzazione di Dio doveva avere altri figli oltre al Messia Gesù, che essa aveva atteso a lungo come se fosse sterile. Doveva divenire la madre spirituale dei 144.000 associati del Messia Gesù. Questo è chiaramente mostrato in Isaia 54:13, rivolto alla “Gerusalemme di sopra”, alla “Gerusalemme celeste”, o “monte Sion”, e che dice: “E tutti i tuoi figli saranno persone ammaestrate da Geova, e abbondante sarà la pace dei tuoi figli”. Che questo sia l’intendimento corretto è provato dal fatto che in Giovanni 6:45 Gesù Cristo applicò questa scrittura ai suoi propri discepoli. — Ebr. 12:22.
14. Com’è rappresentata sulla terra l’organizzazione di Dio, ragion per cui si richiede quale netta presa di posizione?
14 Così possiamo dire che la celeste organizzazione di Dio, simile a una moglie, è rappresentata sulla terra dagli associati di Cristo Gesù, ben ammaestrati e addestrati. Quindi, non solo dobbiamo fuggire dall’impura meretrice, Babilonia la Grande, ma dobbiamo fuggire e trovare rifugio nella stretta associazione con la vera donna di Dio, la “Gerusalemme celeste”, rappresentata sulla terra dai virginei seguaci dell’Agnello, Cristo Gesù. Questo si vede chiaramente nella situazione esistente oggi in quell’organizzazione di persone cristiane chiamate testimoni di Geova. Fra loro c’è un rimanente di quelli che sono unti dallo spirito di Dio per la speranza celeste e formano un nucleo. Intorno a tale nucleo è strettamente radunata una sempre crescente “grande folla” di “altre pecore”, che forma “un solo gregge [sotto] un solo pastore”. — Giov. 10:16.
15. In quali modi i testimoni di Geova mostrano di tenere “bene in mente” il giorno di Geova?
15 Non si tratta di una vuota pretesa. Essi mostrano che veramente ‘tengono bene in mente la presenza del giorno di Geova’. Nonostante tutte le crescenti difficoltà, si attengono alla ‘religione pura e incontaminata’ mantenendosi senza macchia dal mondo impuro. Si rifiutano di adorare la politica “bestia selvaggia” e la sua “immagine” di istituzione umana, le Nazioni Unite. Evitano di macchiarsi della colpa del sangue, mantenendosi strettamente neutrali e non partecipando alle sanguinose guerre delle nazioni e dei partiti politici di questo mondo. Imitano Gesù Cristo loro capo non facendo parte di questo mondo. — Giac. 1:27; Riv. 13:1-15; 15:2-4; Giov. 15:19; 17:14, 16.
16. Come adempiono i due comandi di Matteo 24:14 e Matteo 28:18-20, e quale prova c’è della benedizione di Geova?
16 Dimostrando d’essere positivi, continuano a “cercare prima il regno [del loro Padre celeste] e la sua giustizia” e persistono nella proclamazione di ciò che sanno essere la sola speranza e il solo rifugio dell’uomo, come predisse Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. Mentre c’è ancora tempo, persistono anche nell’adempiere il comando del risuscitato Gesù Cristo di andare a far discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole in acqua e insegnando loro a osservare tutte le cose che egli comandò. (Matt. 6:33; 24:14; 28:18-20) Tutto questo ha avuto la benedizione di Geova, come si vede non solo dall’incremento davvero rimarchevole di quelli che affluiscono all’organizzazione di Geova, ma dalle condizioni pacifiche, felici, sicure e pure che esistono in tutta la terra fra il dedicato popolo di Geova. È veramente come un paradiso spirituale. Ascoltate, dunque, questo invito scritturale e trovate rifugio in questo paradiso spirituale.
INVITO A UN PARADISO SPIRITUALE
17. Quale promessa e quale invito sono contenuti in Isaia 54:17 e in Isaia 55:1, 2, e quale fu l’adempimento in piccole proporzioni?
17 Alla fine del capitolo 54 di Isaia, viene fatta ai figli spirituali della “Gerusalemme di sopra” la splendida promessa: “Qualsiasi arma formata contro di te non avrà nessun successo, e qualsiasi lingua si levi contro di te in giudizio tu la condannerai”. (Isa. 54:17) Quindi c’è il rallegrante invito: “Ehi là, voi tutti che siete assetati! Venite alle acque. E quelli che non hanno denaro! Venite, comprate e mangiate. Sì, venite, comprate vino e latte pure senza denaro e senza prezzo. . . . Ascoltatemi attentamente, e mangiate ciò che è buono, e la vostra anima trovi il suo squisito diletto nello stesso grasso”. (Isa. 55:1, 2) La situazione appare chiara quando si ricorda che Isaia predisse la desolazione di Gerusalemme e della Giudea e l’esilio dei Giudei a Babilonia per settant’anni. Egli predisse anche la loro liberazione per mezzo di Ciro il Persiano, che fu impiegato come un tipo profetico di Cristo Gesù, il Servitore messianico di Dio, che avrebbe rovesciato e distrutto la moderna Babilonia la Grande. (Isa. 44:28–45:6) Ma che dire di oggi?
18. In che modo ciò che accadde ai testimoni di Geova dal 1914 al 1919 portò a un maggiore adempimento delle suddette scritture?
18 Durante la prima guerra mondiale, Babilonia la Grande in realtà ebbe i testimoni di Geova in suo potere per mezzo dei suoi amanti mondani, le autorità politiche, militari e giudiziarie. Ci furono estese persecuzioni e bandi, che giunsero al culmine con l’imprigionamento dei membri del corpo direttivo dei testimoni di Geova. Le prospettive erano fosche. Quindi all’improvviso si aprì dinanzi a loro un inaspettato periodo nel dopoguerra. Da Geova giunse il messaggio della liberazione, il messaggio scritturale della liberazione da Babilonia la Grande per mezzo dello stabilito regno messianico. Se ne vide la prova concreta nel rilascio dalla prigione dei summenzionati membri e nel loro totale proscioglimento da ogni falsa accusa. Nello stesso anno, il 1919, fu stampato subito dopo ne La Torre di Guardia un articolo principale intitolato “Benedetti gli intrepidi”, che fu anche il tema del Congresso Generale di Cedar Point (Ohio), tenuto dal 1º all’8 settembre 1919. A quel congresso, come segno di una maggior quantità di cibo spirituale e della più grande opera futura, fu annunciata la pubblicazione di una nuova rivista quindicinale, L’Età d’Oro. Come si può immaginare, tutto questo fu per i veri servitori di Dio come acqua ristoratrice, pane rinforzante, vino di gioia e latte di pinguedine.
19. Quali successivi passi sono stati fatti per la restaurazione di un paradiso spirituale?
19 Questo fu solo l’inizio, il primo passo, della restaurazione di un paradiso spirituale per il popolo di Dio. Da allora si sono compiuti enormi passi avanti, come mostra la storia moderna dei testimoni di Geova, che tutti possono vedere ed esaminare personalmente. Per giunta, si può vedere che ogni passo avanti è stato compiuto sotto la guida dell’Autore della Bibbia, che disse: “La mia parola . . . non tornerà a me senza risultati, ma per certo farà ciò di cui mi son dilettato, e avrà sicuro successo in ciò per cui l’ho mandata. Poiché andrete con allegrezza e sarete condotti con pace . . . i medesimi alberi del campo batteranno tutti le mani. Invece dei cespugli di spini verrà sù il ginepro. Invece della pungente ortica verrà sù il mirto. E deve divenire per Geova qualche cosa di famoso, un segno a tempo indefinito che non sarà stroncato”. — Isa. 55:10-13.
20. Com’è espresso in Salmo 1:1-3 l’invito a partecipare a questo paradiso?
20 Quale splendida e invitante descrizione di un paradiso spirituale! E tu sei invitato a partecipare personalmente a quel paradiso se ti attieni strettamente alla Parola di Dio. Infatti, in Salmo 1:1-3 essa dice: “Felice è l’uomo . . . il [cui] diletto è nella legge di Geova, e lègge sottovoce nella sua legge giorno e notte”. Cosa accade a un tal uomo? “Per certo diverrà come un albero piantato presso corsi d’acqua, che dà il suo proprio frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce [essendo sempre fruttuoso e verdeggiante], e ogni cosa che fa riuscirà”.
21, 22. (a) In che modo le scritture di Matteo 25:34 e Rivelazione 22:17-20 sviluppano questo invito? (b) Quale personale e netta presa di posizione possiamo prendere in risposta a questo invito?
21 La via che conduce al paradiso spirituale è ancora aperta! L’invito a entrarvi e a goderne risuona ancora nel mondo intero! Il re della parabola di Gesù espresse proprio questo pensiero: “Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo”. (Matt. 25:34) Infatti, le Sacre Scritture, la Parola di Dio, concludono con questo invito: “E lo spirito e la sposa continuano a dire: ‘Vieni!’ E chi ode dica: ‘Vieni!’ E chi ha sete venga; chi lo desidera prenda l’acqua della vita gratuitamente”. Come ultime parole, Giovanni ode Cristo Gesù dire nella visione: “Colui che rende testimonianza di queste cose dice: ‘Sì; vengo presto’”. Quindi Giovanni risponde ansiosamente: “Amen! Vieni, Signore Gesù”. — Riv. 22:17-20.
22 Perché non prendi una netta posizione e non cerchi rifugio sotto l’incorruttibile “regno dei cieli”? A tale pressante invito spesso ripetuto, non risponderai tu con sollecitudine? Non verrai?