Domande dai lettori
● Se un coniuge innocente riprende ad avere rapporti sessuali col coniuge adultero dopo essere venuto a conoscenza dell’adulterio, tale ripresa dei rapporti sessuali si deve intendere come una prova di perdono da parte del coniuge innocente?
I rapporti sessuali al di fuori del matrimonio costituiscono la base per divorziare, se il coniuge innocente lo desidera. Di conseguenza, la ripresa dei rapporti sessuali va intesa come segno di perdono e di risanamento della frattura. Altrimenti non si agirebbe in vera armonia con la concessione del perdono. — Matt. 19:9; 5:37.
Se il coniuge adultero è veramente pentito, ed entrambi i coniugi desiderano cooperare sinceramente per risolvere i problemi che si son venuti a creare, sarebbe certo più che opportuno mostrare misericordia e concedere il perdono al peccatore. Si dovrebbe fare ogni ragionevole sforzo per preservare la relazione matrimoniale esistente, anche se è probabile che per un certo tempo vi saranno rapporti tesi e problemi da risolvere. In questo modo la situazione potrebbe essere sistemata non solo a vantaggio dei due coniugi e degli eventuali figli che vivono in casa, ma rappresenterebbe anche una sconfitta per colui che si diletta a infrangere i matrimoni, cioè Satana il Diavolo.
In certi casi può essere molto difficile per il coniuge innocente trovare una base concreta per salvare il matrimonio. Forse prima ancora che si sapesse dell’adulterio c’erano già seri problemi in quanto all’applicazione di princìpi biblici come quelli dell’autorità e della sottomissione. Forse c’era scarsa comunicativa, avendo i coniugi pochissimo amore e rispetto reciproco. Può darsi che asprezza, risentimento o altri fattori li ostacolassero nel rendersi l’un l’altro il debito coniugale. Concedendo il perdono, ci sarà un effettivo miglioramento nel cercar di risolvere i gravi e radicati problemi? Il coniuge innocente potrebbe pensare che le probabilità di un miglioramento siano molto remote, e quindi decidere di divorziare dall’adultero, anche se ciò significherà fare dei cambiamenti nella vita: il trauma del divorzio, l’eventuale necessità di trovarsi un alloggio o forse di badare ai figli, e così via. Va anche tenuto presente che Geova ‘odia il divorzio’. — Mal. 2:16.
Questi sono tutti fattori che il coniuge innocente deve soppesare per determinare se concedere il perdono o no. Dovrebbe farlo prima di riprendere i rapporti sessuali, prima di rinnovare gli intimi privilegi riservati agli sposati. Discutere la questione e i relativi problemi, cercare di raggiungere un accordo, determinare la disponibilità di entrambi a impegnarsi seriamente per edificare l’amore e il rispetto nel matrimonio: queste sono tutte cose che si possono fare senza aver necessariamente concesso il perdono. Ma quando i sentimenti del coniuge innocente tornano a essere tali da permettergli di avere rapporti sessuali col coniuge adultero, si deve presumere che l’innocente lo abbia completamente perdonato e che non si servirà dell’infedeltà di cui è venuto a conoscenza come base per ottenere un divorzio scritturale che gli consenta di risposarsi.
Agendo in tal modo coerentemente nel concedere il perdono, l’innocente imita Geova e non tiene il colpevole sotto la minaccia dei suoi peccati precedenti, evitando di ricordargli di continuo i fatti passati. (Sal. 103:3, 8-14; Isa. 55:7; Efes. 4:32; I Piet. 4:8; I Giov. 1:9) Ovviamente questo pone su chi ha ricevuto il perdono la responsabilità di esserne riconoscente e di evitare che l’errore si ripeta.
A volte capita che in seguito si sviluppino problemi tragici e imprevisti, che, se fossero stati noti, avrebbero forse indotto il coniuge innocente a non concedere il perdono e a non riprendere quindi i rapporti sessuali. Tuttavia, anziché essere un motivo per cambiare lo stato matrimoniale, la possibilità che questi problemi si sviluppino mette ancor più in risalto l’importanza che il coniuge innocente valuti attentamente tutti i fattori e non sia frettoloso nel decidere se perdonare o no.
La situazione non cambierebbe nemmeno se dall’adulterio della moglie derivasse una gravidanza, la quale gravidanza non fosse nota quando marito e moglie ricominciano ad avere rapporti sessuali. La possibilità di una gravidanza è senz’altro qualcosa che il marito vorrà prendere in considerazione prima di decidere se perdonare la moglie e riaccettarla. Il buon senso renderebbe consigliabile aspettare finché non si possa sicuramente determinare se la moglie è incinta del figlio di un altro. Che dire se il marito la perdona e ha rapporti con lei prima di saperlo? Egli dovrebbe aver già accettato in anticipo la possibilità che la moglie sia incinta e, qualora lo fosse, essere disposto ad accettare in casa questo figlio e averne cura come se fosse figlio suo.
È sottinteso che se si viene a sapere che un coniuge credente ha commesso “fornicazione”, la cosa dovrebbe essere portata all’attenzione del corpo degli anziani della congregazione. (Matt. 19:9) Se il colpevole non lo fa, allora l’innocente ha la responsabilità di riferire il peccato, contribuendo così a mantenere pura la congregazione di Geova. Se è veramente pentito, il colpevole può continuare a far parte della congregazione, questo anche se il coniuge innocente decidesse di non perdonarlo. Se non c’è pentimento, il colpevole dev’essere disassociato, anche se il coniuge innocente potrebbe decidere di perdonarlo e di continuare a vivere col coniuge disassociato.
Tutto ciò mette in risalto il fatto che le responsabilità coniugali non si possono prendere alla leggera. Solo la “fornicazione” da parte di uno dei due coniugi fornisce all’altro la base scritturale per sciogliere il matrimonio e avere la possibilità di risposarsi. Ma se vengono riprese le intimità coniugali sia la congregazione cristiana che i due coniugi devono essere coerenti, non considerando più la “fornicazione” commessa e conosciuta una base valida per sciogliere il matrimonio. Confidando in Geova, la coppia dovrà diligentemente impegnarsi per edificare l’amore e il rispetto nella loro relazione, in modo da raggiungere un ragionevole grado di felicità e successo nel loro matrimonio.