Il valoroso esercito di Geova di soldati a tempo pieno
“[Sii] un buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno però, quando presta servizio militare, s’intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l’ha arruolato”. — II Timoteo 2:3, 4, “La Bibbia di Gerusalemme”.
1, 2. Quale appello fu lanciato cento anni fa, e con quali risultati?
“OCCORRONO 1.000 PREDICATORI”. Questo titolo apparve in una pubblicazione circa cento anni fa, ma non si trattava di una normale offerta di lavoro del tipo che compare sui giornali. La risposta superò le aspettative degli editori. Chi aveva lanciato quell’appello e chi rispose? Che importanza può avere oggi per voi?
2 Fu durante il suo secondo anno di pubblicazione che la rivista oggi nota in tutto il mondo col nome di La Torre di Guardia lanciò l’entusiasmante appello per trovare predicatori. Non si cercavano ecclesiastici che salissero sui pulpiti delle chiese. Non è questa la descrizione che la Bibbia fa di quelli che servono come predicatori del messaggio di Dio. Nel 1881 gli editori della Torre di Guardia cercavano persone disposte ad ‘andare in città grandi o piccole, secondo le loro possibilità, come colportori o evangelisti’. L’invito era rivolto a quelli disposti a dedicare tutto il loro tempo alla predicazione delle verità bibliche e in grado di farlo. Quelli che risposero cominciarono come un semplice filo d’acqua, uno qui, uno là, e nel 1885 raggiunsero le 300 unità. Ora però sono diventati migliaia, decine di migliaia, fino a una media di 151.180 nel 1981.
3. Come si chiamano ora questi predicatori?
3 I testimoni di Geova non chiamano più questi predicatori a tempo pieno col nome di “colportori”, una parola francese che mette in risalto solo un aspetto della loro opera, quello della distribuzione di Bibbie e pubblicazioni attinenti. Questo è un aspetto secondario rispetto alla loro attività principale. C’è un’altra parola che si addice meglio all’opera compiuta da questo esercito spirituale di evangelizzatori che portano la “buona notizia”. (II Timoteo 2:3, 4; Luca 8:1; 10:1) Questa parola è “pioniere”.
Pionieri, combattenti di un esercito spirituale
4. Che origine e significato ha la parola “pioniere”?
4 Perché è appropriato chiamare “pionieri” quei testimoni di Geova che servono come predicatori a tempo pieno? In origine la parola aveva un significato militaresco. Non si riferiva a un normale fante, ma a un soldato particolare. Indicava un soldato del genio, che precedeva il grosso delle truppe per costruire ponti, strade e trincee. Così “essere pionieri” acquistò il significato di preparare o aprire la strada, e il “pioniere” era uno che andava avanti agli altri, marciando in testa e sfidando le incognite o l’opposizione, come fecero i primi colonizzatori del West nell’America settentrionale. La parola dà l’idea di una persona intrepida, che va avanti finché non ha raggiunto la meta. Che appropriata descrizione per i “soldati” di Cristo Gesù che prestano con abnegazione servizio a tempo pieno!a
5. Perché i cristiani possono definirsi “soldati”? (Filemone 2; Filippesi 2:25)
5 Tutti i veri cristiani possono paragonarsi a soldati impegnati in un combattimento spirituale. (I Timoteo 6:12; II Timoteo 4:7; Giuda 3) Abbiamo un comune nemico deciso a distruggerci, Satana. Egli ha irreggimentato le sue invisibili orde demoniche e il suo visibile sistema di cose malvagio in un formidabile esercito che si oppone ai veri discepoli di Cristo. Eppure in tutta la terra circa 2.300.000 cristiani ubbidiscono al comando ispirato: “Prendete la vostra determinazione contro [il Diavolo], solidi nella fede”. (I Pietro 5:9) Sono i testimoni di Geova, i quali, per quanto deboli e insignificanti in se stessi, stanno avendo la meglio nel combattimento spirituale contro il loro terribile nemico. — Giacomo 4:7, 8, 10.
6. Per quale altro motivo la parola “soldato” si adatta bene ai cristiani?
6 Un soldato in combattimento si concentra su una cosa sola, la battaglia in atto. Non può permettersi di farsi distrarre da cose meno importanti. L’apostolo Paolo disse a un giovane collaboratore cristiano di nome Timoteo: “Prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno però, quando presta servizio militare, s’intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l’ha arruolato”. (II Timoteo 2:3, 4, La Bibbia di Gerusalemme) Naturalmente Paolo e Timoteo non erano soldati di qualche nazione o impero di questo mondo. W. E. Vine (in An Expository Dictionary of New Testament Words) dice che qui il termine “soldato” si riferisce “metaforicamente a uno che sopporta difficoltà per la causa di Cristo”.
7. Che ruolo hanno avuto i pionieri nell’esercito cristiano di combattenti spirituali?
7 Fra questi milioni di vittoriosi combattenti cristiani c’è un reparto di avanguardia, i ministri in servizio continuo. Molti di loro sono stati effettivamente “pionieri” nel senso di aver preceduto il grosso delle truppe aprendo la via. Spesso pionieri sono andati in territori in cui la buona notizia dello stabilito regno di Dio non era mai stata predicata. Alcuni pionieri e missionari sono andati in paesi stranieri dove hanno dovuto adattarsi a strane usanze e lingue difficili, affrontando inconvenienti, malattie e religioni demoniche. Hanno costruito ponti per superare tutte queste barriere, han fatto incursioni con armi spirituali e hanno stabilito “teste di ponte” che sono poi diventate grandi congregazioni. Hanno aperto la via in zone dove pochi anni dopo si è formato un intero esercito di soldati di Cristo che predicano il suo messaggio di liberazione spirituale. — Isaia 60:22.
8. Che vantaggi ha un esercito spirituale di volontari? (Giudici 7:3)
8 L’anno scorso in tutto il mondo ci sono stati in media ogni mese 151.180 di questi soldati a tempo pieno. Sono tutti volontari e fra loro non ci sono mercenari. (Salmo 110:3) Così dev’essere, perché i soldati arruolati in qualsiasi esercito contro la loro volontà o che si arruolano per guadagno spesso tentennano nel cuore della mischia. Perdono il coraggio e si arrendono o disertano. Ma se sono volontari, senza ricompense tangibili, perché i pionieri dedicano tutto il loro tempo quando ci sono milioni di cristiani devoti che non lo fanno? Fanno forse i pionieri perché si aspettano di ricevere in futuro una ricompensa maggiore rispetto a quella di coloro le cui circostanze permettono loro di dedicare ogni mese solo 10, 20, 30 o più ore al ministero? No, questo energico sforzo compiuto dai pionieri sinceri è un riflesso della loro devozione a Geova Dio con tutta l’anima. Come qualsiasi cristiano veramente dedicato, vogliono fare tutto il possibile per servire il nostro amorevole Dio. Quindi, chi può fare e dovrebbe fare il pioniere? Valutate attentamente la vostra propria situazione e il vostro modo di pensare.
Calcolate il costo
9. Perché alcuni cristiani possono non essere in grado di fare i pionieri?
9 Nell’analizzare se può o dovrebbe essere un ministro pioniere, la persona deve prendere in considerazione alcuni fattori. È naturale che la sua situazione personale nella vita ha il suo peso. Ci sono obblighi che devono avere la priorità sulla predicazione a tempo pieno. (Deuteronomio 24:5) L’apostolo Paolo scrisse che il cristiano che non provvede alle necessità materiali della sua famiglia “ha rinnegato la fede ed è peggiore di uno senza fede”. (I Timoteo 5:8) Gli obblighi familiari possono quindi impedire ad alcuni di fare per il momento i pionieri. Circostanze di natura diversa sono quelle riguardanti la salute e l’età. Queste pure vanno prese in considerazione, anche se molti che sono di salute cagionevole o d’età avanzata fanno ugualmente i pionieri.
10. Perché per fare i pionieri ci vuole fede?
10 Il soldato pioniere deve anche avere una fede salda, perché non è facile servire in questo incarico. Paolo mise direttamente in relazione tale fede con la pubblica dichiarazione della verità da parte del cristiano, quando scrisse: “Combatti l’eccellente combattimento della fede, afferra fermamente la vita eterna per cui fosti chiamato e facesti l’eccellente dichiarazione pubblica dinanzi a molti testimoni”. (I Timoteo 6:12) Anche se tutti quelli che compongono l’esercito di Dio devono avere fede, c’è differenza fra il dimostrare fede nell’opera di predicazione di tanto in tanto e il farlo per molte ore al giorno. Va anche detto che più occasioni si hanno di parlare della verità ad altri, più la propria fede cresce. — II Tessalonicesi 1:3.
11. (a) Che tipo di sacrificio offrono tutti i cristiani? (b) Quale ulteriore sacrificio può comportare il servizio di pioniere?
11 C’è poi la questione del sacrificio. In un certo senso tutto il servizio che si rende a Dio con purezza e sincerità può considerarsi come un sacrificio offerto a lui. (Ebrei 13:15) Perciò fare i pionieri col giusto motivo — quello di lodare Dio e di aiutare altri a sottrarsi alla schiavitù del sistema di Satana — è senz’altro un eccellente sacrificio. Il servizio di pioniere comporta però anche un altro tipo di sacrificio. Quando un cristiano diventa pioniere, parte del tempo che prima dedicava ad attività di natura personale viene assorbita dall’opera di predicazione e insegnamento. Il tempo che prima dedicava a procurarsi cose materiali può dover essere ridotto. Sì, fare i pionieri comporta il sacrificio di se stessi. Migliaia di pionieri sono stati disposti a ridurre il loro reddito e il loro tenore di vita, mantenendosi con un lavoro secolare che li impegna uno, due o forse tre giorni la settimana ma che lascia loro sufficiente tempo da dedicare al ministero. — II Timoteo 2:4.
Maggiore impegno, come i nazirei
12. Perché alcuni fanno i pionieri e in che modo nell’antico Israele alcuni potevano impegnarsi di più nell’adorazione?
12 Molti che hanno intrapreso il servizio di pioniere sono stati spinti dal desiderio di impegnarsi di più. Non si tratta di un ambizioso desiderio di fare più dei conservi cristiani per competere con loro, ma del desiderio di impegnarsi maggiormente nel manifestare amore a Geova e al prossimo. (Matteo 22:37-39) Abbiamo un interessante esempio biblico, quello dei nazirei. Nell’antico Israele uomini e donne potevano offrirsi volontariamente come nazirei, nome che deriva dalla parola ebraica nazìr, che significa dedicato, separato, appartato. Per diventare nazirei bisognava fare un voto, cosa che però non trova riscontro nella decisione di un cristiano di fare il pioniere, perché questa non comporta un voto con conseguenti obblighi solenni. Tuttavia si possono notare certe istruttive analogie fra i nazirei e i pionieri.
13, 14. (a) Spiegate qual era una delle limitazioni a cui erano soggetti i nazirei. (b) Che analogia c’è con i pionieri?
13 L’israelita che si offriva volontario come nazireo accettava certe limitazioni che servivano a mettere in risalto il suo ruolo “separato” o “appartato” nell’adorazione di Geova. Una limitazione riguardava il cibo e le bevande, come spiega Numeri 6:3, 4. Il nazireo non poteva consumare alcolici né prodotti della vite. (Salmo 104:15) Sebbene questo richiedesse abnegazione, non era vietato nessun alimento necessario. Quindi questa limitazione non imponeva sofferenze.
14 I pionieri che hanno successo imperniano la loro vita non su cose materiali come il cibo o beni di lusso, ma sul loro servizio alla lode di Dio. Questo è indispensabile se si vuole avere quell’intima e durevole gioia che fa invidia a molti i quali, da un punto di vista materiale, sembrerebbero condurre una vita “migliore”. (Confronta Luca 12:16-21). Una vita semplice o con meno cose materiali può anche recare benefici che facilmente passano inosservati. I dietologi additano i molteplici pericoli di un’alimentazione troppo ricca. I pionieri, che di solito consumano pasti piuttosto semplici anche se equilibrati e nutrienti, e che per di più camminano molto nell’opera di predicazione di casa in casa, godranno probabilmente di una salute migliore. Chi ha una casa grande, dotata delle più moderne apparecchiature domestiche, e molti altri beni, sa che queste cose implicano frequenti grattacapi o problemi. I paralleli fra Numeri 6:3, 4 e il servizio di pioniere meritano la nostra considerazione.
15. Cosa si può dire della limitazione imposta ai nazirei circa i capelli?
15 La seconda limitazione dei nazirei era quella di non potersi tagliare i capelli. (Numeri 6:5) La lunga chioma era per loro un evidente segno da cui gli altri potevano riconoscerli. In seguito Paolo spiegò che i capelli lunghi della donna cristiana aiutano a ricordare la sua condizione di sottomissione. (I Corinti 11:3-15) Tenendo presente i lunghi capelli dei nazirei, non possiamo forse convenire che i fratelli o le sorelle cristiane che si offrono volontariamente come pionieri danno prova, in notevole misura, di sottomissione a Geova Dio? Per concentrarsi sul ministero mettono da parte molti interessi personali o riservano loro un posto secondario. Il pioniere impara a fare assegnamento su Dio, a sottomettersi a Lui.
16. Cosa si può comprendere dal requisito dei nazirei in relazione ai corpi morti?
16 Un ultimo requisito dei nazirei era quello di non toccare nessun corpo morto, nemmeno se si trattava di un parente stretto come un genitore. (Numeri 6:6, 7) Il nazireo doveva dunque rimanere santo e puro, incontaminato. (Confronta il requisito riportato in Levitico 21:10, 11, relativo al sommo sacerdote). Oggi a nessun cristiano, pionieri inclusi, è vietato di provvedere al funerale di un parente stretto o di assistervi. Ma, come nel caso dei nazirei, i pionieri vorranno evitare qualsiasi pratica o condotta discutibile che potrebbe squalificarli. Vorranno essere esemplari. E se un pioniere, che ama i propri familiari, si trova in un’assegnazione lontana e non può quindi andarli a trovare così spesso come vorrebbe, può provare soddisfazione sapendo che Geova apprezza il suo sacrificio.
17. Perché il nazireato non era un semplice rito? Che dire del servizio di pioniere?
17 La Bibbia indica che l’israelita che diventava nazireo non compiva un semplice rito religioso. In realtà intraprendeva un importante e soddisfacente modo di vivere, poiché Dio dice che un tale uomo ‘viveva quale nazireo a Geova’. (Numeri 6:2) Similmente oggi il servizio di pioniere è un modo di vivere, per di più molto felice!
‘Posso fare il pioniere?’
18. Quale domanda dovremmo tutti farci e perché?
18 Tutti i cristiani sono uniti nell’adorare Dio. Siamo un unico esercito di combattenti per la verità. Il nostro desiderio dovrebbe essere quello di fare tutto il possibile in questo combattimento. Desideriamo fare tutto il possibile. Ognuno di noi dovrebbe quindi farsi questa opportuna domanda: ‘Posso fare il pioniere?’ Mentre ci riflettete sopra, il prossimo articolo vi aiuterà a capire come Geova può sostenervi se siete in grado di compiere il ministero di pioniere.
[Nota in calce]
a Una delle definizioni che il Webster’s Third New International Dictionary dà alla voce “pioniere” è questa: “Lavoratore a tempo pieno dei testimoni di Geova”.
AVETE CHIARO IN MENTE . . .
◻ Perché i ministri in servizio continuo sono appropriatamente chiamati pionieri?
◻ Perché la Bibbia paragona i cristiani a soldati?
◻ Quali fattori dovreste soppesare in vista del servizio di pioniere?
◻ Sotto quali aspetti i nazirei sono d’esempio per i pionieri?
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Perché i cristiani sono appropriatamente paragonati a prodi soldati?
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In che modo il servizio di pioniere può contribuire alla felicità e giovare alla salute?