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  • w94 15/4 pp. 19-21
  • È realmente furto?

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  • È realmente furto?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
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  • Di chi è il denaro?
  • Prestito o furto?
  • Confidare in Dio
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
w94 15/4 pp. 19-21

È realmente furto?

ABIODUN faceva il capocameriere in un grande albergo nigeriano. Una sera, mentre chiudeva la sala banchetti, trovò una borsa con l’equivalente di circa tre milioni di lire in contanti. Senza pensarci due volte consegnò il denaro, che fu poi restituito alla legittima proprietaria, un’ospite dell’albergo. La direzione premiò Abiodun con una doppia promozione e gli conferì il premio di “miglior dipendente dell’anno”. Anche la donna che aveva smarrito il denaro gli diede una ricompensa.

Una rivista locale, Quality, pubblicò la notizia, definendo Abiodun un “buon samaritano”. Alla domanda di Quality se era stato tentato di tenersi i soldi, Abiodun rispose: ‘Sono un testimone di Geova. Perciò se trovo qualcosa che non mi appartiene lo restituisco al legittimo proprietario’.

Molte persone rimasero sorprese dall’onestà di Abiodun. I suoi compagni di fede, cioè gli altri Testimoni, ne furono compiaciuti, ma non sorpresi. I testimoni di Geova sono noti in tutta la terra per i loro elevati princìpi. Fra loro l’onestà non è l’eccezione ma la regola, un aspetto essenziale del vero cristianesimo.

A volte però le circostanze sembrano rendere difficile distinguere fra ciò che è onesto e ciò che è disonesto. Prendete ad esempio la seguente situazione. Festo, che si occupava delle contribuzioni e della contabilità in una congregazione dei testimoni di Geova nell’Africa occidentale, aveva disperatamente bisogno di denaro.a La moglie doveva subire un serio intervento chirurgico che secondo i medici era meglio non rimandare. L’ospedale chiedeva metà della somma in anticipo.

Festo non riusciva a reperire il denaro. Si rivolse a molti per avere un prestito, ma inutilmente. Allora pensò ai soldi che aveva in custodia e fece questo ragionamento: ‘È giusto lasciare che mia moglie rischi la vita quando posso fare qualcosa per evitarlo? Perché non prendere “in prestito” del denaro dalla cassa della congregazione? Lo restituirò non appena riavrò ciò che altri mi devono’.

Festo usò quel denaro non suo per pagare l’ospedale. Il suo ragionamento era corretto? La sua azione era giustificata dalla situazione di emergenza in cui si trovava?

Di chi è il denaro?

Prima di esaminare queste domande, consideriamo in breve alcuni punti relativi alla fonte e allo scopo del denaro che Festo aveva preso. Erano fondi che provenivano da contribuzioni volontarie fatte da componenti della congregazione desiderosi di promuovere la pura adorazione di Geova. (2 Corinti 9:7) Questi soldi non vengono usati per pagare salari, dato che nella congregazione nessuno viene pagato per quello che fa. Al contrario, il denaro contribuito è usato in gran parte per avere e mantenere un luogo di adunanza, di solito una Sala del Regno, un ambiente adatto in cui giovani e vecchi, ricchi e poveri, possono comodamente riunirsi per ricevere istruzione biblica.

Di chi è questo denaro? Appartiene alla congregazione nel suo insieme. Nessun singolo individuo può decidere come spenderlo. È vero che il corpo degli anziani dispone che vengano pagate le spese di normale amministrazione della congregazione, ma se c’è da fare una spesa straordinaria gli anziani presentano la cosa all’intera congregazione perché la approvi.

Prestito o furto?

Avendo tutte le intenzioni di restituire il denaro al più presto, Festo considerava il suo prelievo un prestito. Un dizionario, però, usa altri termini per definire l’azione di chi, “di nascosto o all’insaputa dei proprietari e in ogni caso senza il loro consenso, prende o porta via ciò che appartiene ad altri”. I termini sono “furto” e “ladro”. Festo, senza permesso né autorizzazione, prese del denaro che apparteneva alla congregazione. Aveva quindi commesso un furto. Era un ladro.

Naturalmente si possono ravvisare diversi gradi di riprensibilità nelle motivazioni di un furto. Ciò è evidente dall’esempio di Giuda Iscariota, cui era affidato il denaro di Gesù e degli altri apostoli fedeli. La Bibbia dice: “[Giuda] era un ladro e aveva la cassa del denaro e portava via il denaro che vi si metteva”. (Giovanni 12:6) Spinto da un cuore cattivo e da vera e propria avidità, Giuda andò di male in peggio. Alla fine giunse al massimo dell’abiezione tradendo il Figlio di Dio per 30 pezzi d’argento. — Matteo 26:14-16.

Festo, però, era spinto dalla preoccupazione per la moglie malata. Significa questo che non aveva colpa? Niente affatto. Considerate ciò che dice la Bibbia circa il furto in un’altra situazione apparentemente di emergenza: “Non si disprezza il ladro semplicemente perché ruba per riempire la sua anima quando ha fame. Ma, quando è trovato, renderà sette volte tanto; darà tutte le cose di valore della sua casa”. (Proverbi 6:30, 31) In altre parole, quando viene scoperto, il ladro deve subire la pena prevista dalla legge. Secondo la Legge mosaica, il ladro doveva dare un risarcimento per il suo reato. Perciò, lungi dall’incoraggiare o dallo scusare il furto, la Bibbia avverte che anche in situazioni di emergenza il furto può avere come conseguenza una perdita economica, vergogna e, cosa ancor più seria, la perdita dell’approvazione di Dio.

In qualità di testimoni di Geova, tutti i veri cristiani, specialmente coloro ai quali sono state affidate responsabilità nella congregazione, devono essere esemplari, “liberi da accusa”. (1 Timoteo 3:10) Festo non ricevette il denaro che altri gli dovevano e così non fu in grado di rimettere a posto i soldi che aveva preso. Il fatto divenne noto. Che ne fu di lui? Se fosse stato un ladro impenitente sarebbe stato espulso dalla pura congregazione cristiana. (1 Pietro 4:15) Ma, mostrando vera contrizione, si pentì. Poté quindi continuare a far parte della congregazione, anche se perse i suoi privilegi di servizio.

Confidare in Dio

L’apostolo Paolo avvertì che se uno che dice di servire Geova ruba, può recare biasimo sul nome di Dio e sul popolo che porta il Suo nome. Paolo scrisse: “Tu, . . . che insegni a qualcun altro, non insegni a te stesso? Tu, che predichi di ‘non rubare’, rubi? Poiché ‘il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra le nazioni’”. — Romani 2:21, 24.

Agur, un saggio dell’antichità, mise in risalto lo stesso punto. Nella sua preghiera chiese di non ‘essere ridotto in povertà per non rubare e inveire contro il nome del suo Dio’. (Proverbi 30:9) Il saggio riconobbe che la povertà può creare circostanze in cui persino un giusto può essere tentato di rubare. Sì, quando i tempi sono difficili la fede di un cristiano nella capacità di Geova di provvedere ai bisogni dei suoi servitori può essere messa alla prova.

Nondimeno i testimoni di Geova leali, inclusi quelli che sono poveri, hanno fede che Dio “è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebrei 11:6) Sanno che Geova ricompensa i suoi fedeli aiutandoli a soddisfare i loro bisogni. Gesù lo rese chiaro nel suo Sermone del Monte, quando disse: “Non siate mai ansiosi, dicendo: ‘Che mangeremo?’ o: ‘Che berremo?’ o: ‘Che indosseremo?’ . . . Infatti il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Continuate dunque a cercare prima il regno e la Sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. — Matteo 6:31-33.

In che modo Dio provvede per i bisognosi nella congregazione cristiana? In molti modi. Uno è tramite i compagni di fede. I servitori di Dio dimostrano vero amore reciproco. Prendono seriamente l’ammonimento biblico: “Chiunque ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in che modo l’amore di Dio rimane in lui? Figlioletti, non amiamo a parole né con la lingua, ma con opera e verità”. — 1 Giovanni 3:17, 18.

In tutto il mondo, in oltre 73.000 congregazioni, oltre quattro milioni e mezzo di testimoni di Geova si sforzano diligentemente di servire Dio secondo i suoi giusti princìpi. Sanno che Dio non abbandonerà mai i suoi leali. Coloro che servono Geova da molti anni sono pienamente d’accordo con il re Davide, che scrisse: “Ero giovane, sono anche invecchiato, eppure non ho visto nessun giusto lasciato interamente, né la sua progenie cercare il pane”. — Salmo 37:25.

Quant’è meglio riporre fede nell’Iddio che ispirò queste parole anziché lasciarsi tentare dal furto e rischiare di perdere per sempre il favore di Dio! — 1 Corinti 6:9, 10.

[Nota in calce]

a Il nome è stato cambiato.

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