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  • Che futuro attende le pecore e i capri?

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  • Che futuro attende le pecore e i capri?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
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  • Chi sono le pecore e i capri?
  • Che futuro avrà ciascun gruppo?
  • Cosa significa per noi?
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (di facile lettura) 2015
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
w95 15/10 pp. 23-28

Che futuro attende le pecore e i capri?

“Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri”. — MATTEO 25:32.

 1, 2. Perché la parabola delle pecore e dei capri dovrebbe interessarci?

GESÙ CRISTO fu certamente il più grande Insegnante che sia mai esistito sulla terra. (Giovanni 7:46) Uno dei suoi metodi didattici era l’uso di parabole, o illustrazioni. (Matteo 13:34, 35) Benché semplici, esse trasmettevano efficacemente profonde verità spirituali e profetiche.

2 Nella parabola delle pecore e dei capri, Gesù indicò un tempo in cui avrebbe ricoperto un ruolo particolare: “Quando il Figlio dell’uomo sarà arrivato nella sua gloria, e . . . ” (Matteo 25:31) Questa illustrazione dovrebbe interessarci perché è quella con cui Gesù conclude la sua risposta alla domanda: “Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (Matteo 24:3) Ma che significa questo per noi?

 3. Precedentemente nel suo discorso, quali sviluppi aveva predetto Gesù che ci sarebbero stati immediatamente dopo l’inizio della grande tribolazione?

3 Gesù predisse che ci sarebbero stati straordinari sviluppi “immediatamente dopo” lo scoppio di una grande tribolazione, sviluppi che siamo in attesa di vedere. Disse che allora sarebbe apparso “il segno del Figlio dell’uomo”. Questo avrà un profondo impatto su “tutte le tribù della terra” che “vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria”. Il Figlio dell’uomo sarà accompagnato dai “suoi angeli”. (Matteo 24:21, 29-31)a Che dire della parabola delle pecore e dei capri? Le Bibbie moderne la collocano nel capitolo 25, ma fa parte della risposta di Gesù e fornisce ulteriori particolari sulla sua venuta in gloria, concentrandosi sul giudizio che egli compirà di “tutte le nazioni”. — Matteo 25:32.

Personaggi della parabola

 4. Cosa viene detto riguardo a Gesù all’inizio della parabola delle pecore e dei capri, e chi altri viene menzionato?

4 Gesù inizia la parabola dicendo: “Quando il Figlio dell’uomo sarà arrivato”. Probabilmente sapete chi è “il Figlio dell’uomo”. Spesso gli scrittori evangelici applicano questa espressione a Gesù. Gesù stesso lo fece, avendo senza dubbio in mente la visione di Daniele in cui “qualcuno simile a un figlio dell’uomo” si accosta all’Antico di Giorni per ricevere “dominio e dignità e regno”. (Daniele 7:13, 14; Matteo 26:63, 64; Marco 14:61, 62) Gesù è il personaggio principale di questa parabola, ma non il solo. Precedentemente nel suo discorso, come riportato in Matteo 24:30, 31, egli aveva detto che quando il Figlio dell’uomo ‘sarebbe venuto con potenza e gran gloria’ i suoi angeli avrebbero ricoperto un ruolo importante. Similmente la parabola delle pecore e dei capri indica che, quando Gesù ‘si sederà sul suo glorioso trono’ per giudicare, ci saranno degli angeli con lui. (Confronta Matteo 16:27). Ma il Giudice e i suoi angeli sono in cielo: la parabola parla anche di esseri umani?

 5. Come possiamo identificare i “fratelli” di Gesù?

5 Uno sguardo alla parabola rivela che ci sono tre gruppi da identificare. Oltre alle pecore e ai capri, il Figlio dell’uomo menziona un terzo gruppo la cui identità è determinante per riconoscere le pecore e i capri. Gesù chiama questo terzo gruppo i suoi fratelli spirituali. (Matteo 25:40, 45) Devono essere veri adoratori, perché Gesù disse: “Chiunque fa la volontà del Padre mio . . . , egli mi è fratello e sorella e madre”. (Matteo 12:50; Giovanni 20:17) Più specificamente, Paolo scrisse in merito a cristiani che fanno parte del “seme di Abraamo” e che sono figli di Dio. Li chiamò “fratelli” di Gesù e “partecipi della chiamata celeste”. — Ebrei 2:9–3:1; Galati 3:26, 29.

 6. Chi sono i “minimi” tra i fratelli di Gesù?

6 Perché Gesù usò l’espressione “uno di questi miei minimi fratelli”? Quelle parole si ricollegavano a qualcosa che gli apostoli lo avevano già udito dire. Nel fare un paragone fra Giovanni Battista, che morì prima di lui e che quindi aveva una speranza terrena, e coloro che ricevono la vita celeste, Gesù disse: “Non è stato suscitato uno maggiore di Giovanni il Battista; ma il minore nel regno dei cieli è maggiore di lui”. (Matteo 11:11) Alcuni di quelli che vanno in cielo possono avere avuto un ruolo preminente nella congregazione, come gli apostoli, e altri meno, ma sono tutti fratelli spirituali di Gesù. (Luca 16:10; 1 Corinti 15:9; Efesini 3:8; Ebrei 8:11) Perciò, anche se sulla terra alcuni potevano sembrare insignificanti, erano ugualmente suoi fratelli e avrebbero dovuto essere trattati di conseguenza.

Chi sono le pecore e i capri?

 7, 8. Cosa disse Gesù circa le pecore, per cui cosa possiamo concludere riguardo a loro?

7 Riguardo al giudizio delle pecore leggiamo: “[Gesù] dirà a quelli alla sua destra: ‘Venite, voi che siete stati benedetti dal Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere. Fui estraneo e mi accoglieste in modo ospitale; nudo, e mi vestiste. Mi ammalai e aveste cura di me. Fui in prigione e veniste da me’. Allora i giusti gli risponderanno con le parole: ‘Signore, quando ti vedemmo aver fame e ti demmo da mangiare, o aver sete, e ti demmo da bere? Quando ti vedemmo estraneo e ti accogliemmo in modo ospitale, o nudo, e ti vestimmo? Quando ti vedemmo malato o in prigione e venimmo da te?’ E rispondendo il re dirà loro: ‘Veramente vi dico: In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me’”. — Matteo 25:34-40.

8 È evidente che le pecore giudicate meritevoli di stare alla destra di Gesù — una posizione d’onore e di favore — rappresentano una classe di persone. (Efesini 1:20; Ebrei 1:3) Cosa hanno fatto, e quando? Gesù dice che lo hanno trattato con benignità, rispetto e generosità dandogli da mangiare, da bere e da vestire, e aiutandolo quando era malato o in prigione. Quando le pecore dicono di non aver fatto questo a Gesù in persona, egli spiega che in effetti hanno sostenuto i suoi fratelli spirituali, il rimanente dei cristiani unti, e che in questo senso è come se lo avessero fatto a lui.

 9. Perché la parabola non si adempie durante il Millennio?

9 La parabola non si adempie durante il Millennio, perché allora gli unti non saranno esseri umani in condizione di soffrire fame, sete, malattia o imprigionamento. Molti di loro, però, hanno provato queste cose durante il termine di questo sistema di cose. Fin da quando Satana fu scagliato sulla terra, il rimanente è stato lo speciale bersaglio della sua furia, ed ha subìto scherni, torture e morte. — Rivelazione (Apocalisse) 12:17.

10, 11. (a) Perché non è ragionevole pensare che le pecore includano tutti coloro che compiono un qualunque gesto di cortesia verso i fratelli di Gesù? (b) Appropriatamente, chi rappresentano le pecore?

10 Gesù sta forse dicendo che chiunque compia un piccolo gesto di cortesia a uno dei suoi fratelli, come offrirgli un pezzo di pane o un bicchier d’acqua, sia classificabile come pecora? È vero che un tale gesto di cortesia può essere indice di benignità umana, ma in effetti sembra che le pecore di questa parabola facciano molto di più. Per esempio, è difficile pensare che Gesù si riferisse ad atei o a ecclesiastici che compiono un gesto di cortesia verso uno dei suoi fratelli. Al contrario, Gesù chiama per due volte le pecore “i giusti”. (Matteo 25:37, 46) Perciò le pecore devono essere persone che in un certo arco di tempo sono venute in aiuto, o hanno attivamente sostenuto, i fratelli di Cristo e hanno esercitato fede fino al punto di ottenere una condizione giusta dinanzi a Dio.

11 Nel corso dei secoli, molti, come Abraamo, hanno avuto una condizione giusta. (Giacomo 2:21-23) Noè, Abraamo e altri fedeli sono inclusi fra le “altre pecore” che erediteranno la vita nel Paradiso sotto il Regno di Dio. In tempi recenti altri milioni di persone hanno accettato la vera adorazione in qualità di altre pecore e sono diventate “un solo gregge” con gli unti. (Giovanni 10:16; Rivelazione 7:9) Queste persone che hanno speranze terrene riconoscono i fratelli di Gesù quali ambasciatori del Regno e quindi li aiutano, letteralmente e spiritualmente. Gesù considera come fatto a sé ciò che le altre pecore fanno ai suoi fratelli sulla terra. Quelle di loro che saranno in vita quando egli verrà per giudicare le nazioni saranno giudicate pecore.

12. Perché le pecore potrebbero chiedere in che modo hanno compiuto atti di benignità verso Gesù?

12 Se ora le altre pecore predicano la buona notizia insieme agli unti e li aiutano, come mai chiedono: “Signore, quando ti vedemmo aver fame e ti demmo da mangiare, o aver sete, e ti demmo da bere?” (Matteo 25:37) Potrebbero esserci varie ragioni. Questa è una parabola. Mediante essa Gesù mostra di interessarsi profondamente dei suoi fratelli spirituali; ne condivide i sentimenti, soffre con loro. In precedenza Gesù aveva detto: “Chi riceve voi riceve anche me, e chi riceve me riceve anche colui che mi ha mandato”. (Matteo 10:40) In questa illustrazione Gesù amplia il principio, indicando che ciò che viene fatto (in bene o in male) ai suoi fratelli arriva fino in cielo: è come se fosse fatto a lui in cielo. Inoltre, qui Gesù dà risalto alla norma di giudizio di Geova, rendendo chiaro che il giudizio di Dio, favorevole o di condanna, è valido e giusto. I capri non possono trovare scuse, dicendo: ‘Beh, se solo ti avessimo visto direttamente’.

13. Perché quelli simili a capri potrebbero rivolgersi a Gesù chiamandolo “Signore”?

13 Una volta compreso quand’è che viene emesso il giudizio descritto in questa parabola, diventa più chiara l’identità dei capri. La parabola si adempie quando “il segno del Figlio dell’uomo apparirà nel cielo, e allora tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell’uomo venire . . . con potenza e gran gloria”. (Matteo 24:29, 30) È possibile che i superstiti della tribolazione su Babilonia la Grande che hanno trattato i fratelli del Re con disprezzo si rivolgano allora disperatamente al Giudice chiamandolo “Signore”, nella speranza di aver salva la vita. — Matteo 7:22, 23; confronta Rivelazione 6:15-17.

14. Su quale base Gesù giudicherà le pecore e i capri?

14 Il giudizio di Gesù non si baserà sulle disperate asserzioni di ex frequentatori di chiesa, atei o altri. (2 Tessalonicesi 1:8) Il giudice esaminerà la condizione di cuore delle persone e le azioni che avranno compiuto in passato nei confronti anche di “uno di questi [suoi] minimi fratelli”. Sappiamo che il numero dei cristiani unti rimasti sulla terra va diminuendo. Comunque, finché gli unti, che compongono la classe dello “schiavo fedele e discreto”, continuano a provvedere cibo spirituale e guida, le probabili pecore hanno l’opportunità di fare loro del bene, proprio come ha fatto la ‘grande folla di ogni nazione e tribù e popolo’. — Rivelazione 7:9, 14.

15. (a) In che modo molti hanno dimostrato di essere simili a capri? (b) Perché dobbiamo evitare di pronunciarci sul fatto se uno è una pecora o un capro?

15 Come sono stati trattati i fratelli di Cristo e i milioni di altre pecore che si sono unite loro formando un solo gregge? Può darsi che molte persone non abbiano attaccato i rappresentanti di Cristo, ma non li hanno nemmeno trattati amorevolmente. Preferendo il mondo malvagio, quelli simili a capri rigettano il messaggio del Regno, sia che lo odano direttamente o indirettamente. (1 Giovanni 2:15-17) Naturalmente, colui che in ultima analisi è stato incaricato di emettere il giudizio è Gesù. Non sta a noi determinare chi è una pecora e chi è un capro. — Marco 2:8; Luca 5:22; Giovanni 2:24, 25; Romani 14:10-12; 1 Corinti 4:5.

Che futuro avrà ciascun gruppo?

16, 17. Che futuro avranno le pecore?

16 Gesù indicò quale sarebbe stato il giudizio riservato alle pecore: “Venite, voi che siete stati benedetti dal Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo”. Che invito caloroso: “Venite”! Per ottenere che cosa? La vita eterna, come disse riepilogando: “I giusti [andranno] alla vita eterna”. — Matteo 25:34, 46.

17 Mentre nella parabola dei talenti Gesù indicò cosa si richiede da coloro che regneranno con lui in cielo, in questa parabola indica cosa ci si aspetta dai sudditi del Regno. (Matteo 25:14-23) Specificamente, a motivo del pieno sostegno che danno ai fratelli di Gesù, le pecore ereditano un posto nel reame terrestre del suo Regno. Godranno la vita su una terra paradisiaca, una prospettiva che Dio preparò per loro “dalla fondazione del mondo” del genere umano redimibile. — Luca 11:50, 51.

18, 19. (a) Quale giudizio emetterà Gesù sui capri? (b) Perché possiamo essere certi che i capri non subiranno un tormento eterno?

18 Com’è diverso il giudizio riservato ai capri! “Quindi dirà, a sua volta, a quelli alla sua sinistra: ‘Andatevene via da me, voi che siete stati maledetti, nel fuoco eterno preparato per il Diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame, ma non mi deste da mangiare, ed ebbi sete, ma non mi deste da bere. Fui estraneo, ma non mi accoglieste in modo ospitale; nudo, ma non mi vestiste; malato e in prigione, ma non aveste cura di me’. Allora anch’essi risponderanno con le parole: ‘Signore, quando ti vedemmo aver fame o sete, o essere estraneo o nudo o malato o in prigione e non ti servimmo?’ Quindi egli risponderà loro con le parole: ‘Veramente vi dico: In quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto a me’”. — Matteo 25:41-45.

19 Chi studia la Bibbia sa che questo non può voler dire che le anime immortali dei capri soffriranno in un fuoco eterno. No, perché gli esseri umani sono anime; non possiedono un’anima immortale. (Genesi 2:7; Ecclesiaste 9:5, 10; Ezechiele 18:4) Condannando i capri al “fuoco eterno” il Giudice si riferisce alla distruzione senza alcuna speranza futura, ovvero all’annientamento definitivo che attende anche il Diavolo e i demoni. (Rivelazione 20:10, 14) Perciò il Giudice costituito da Geova emana due sentenze opposte. Alle pecore dice: “Venite”; ai capri: “Andatevene via da me”. Le pecore erediteranno la “vita eterna”. I capri andranno allo “stroncamento eterno”. — Matteo 25:46.b

Cosa significa per noi?

20, 21. (a) Quale importante opera devono compiere i cristiani? (b) Quale divisione è ora in corso? (c) Quale sarà la situazione delle persone quando la parabola delle pecore e dei capri comincerà ad adempiersi?

20 I quattro apostoli che udirono la risposta di Gesù circa il segno della sua presenza e il termine del sistema di cose avevano molto su cui riflettere. Dovevano rimanere desti e vigilanti. (Matteo 24:42) Dovevano anche compiere l’opera di testimonianza menzionata in Marco 13:10. Oggi i testimoni di Geova sono attivamente impegnati in quest’opera.

21 Ma cosa significa per noi questo intendimento aggiornato della parabola delle pecore e dei capri? Ebbene, le persone stanno già prendendo posizione da una parte o dall’altra. Alcune sono sulla ‘strada ampia che conduce alla distruzione’, mentre altre cercano di rimanere sulla ‘strada angusta che conduce alla vita’. (Matteo 7:13, 14) Ma il tempo in cui Gesù pronuncerà il giudizio definitivo riguardo alle pecore e ai capri descritti nella parabola è ancora futuro. Quando il Figlio dell’uomo arriverà nel ruolo di Giudice, stabilirà che molti veri cristiani — in effetti “una grande folla” di pecore dedicate — sono idonei per entrare nel nuovo mondo superando la parte finale della “grande tribolazione”. Questa prospettiva dovrebbe ora essere fonte di gioia. (Rivelazione 7:9, 14) Dall’altro lato, un gran numero di persone di “tutte le nazioni” avranno dimostrato di essere simili a capri ostinati. Esse “andranno allo stroncamento eterno”. Che sollievo per la terra!

22, 23. Dal momento che l’adempimento della parabola è ancora futuro, perché la nostra attuale opera di predicazione è di importanza vitale?

22 Anche se il giudizio descritto nella parabola avverrà nel prossimo futuro, fin d’ora si sta compiendo un’opera di importanza vitale. Noi cristiani siamo impegnati in un’opera salvifica, proclamando un messaggio che causa una divisione fra le persone. (Matteo 10:32-39) Paolo scrisse: “‘Chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato’. Comunque, come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? Come, a loro volta, riporranno fede in colui del quale non hanno udito parlare? Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi?” (Romani 10:13, 14) In più di 230 paesi il nostro ministero pubblico porta all’attenzione delle persone il nome di Dio e il Suo messaggio di salvezza. Gli unti fratelli di Cristo dirigono ancora quest’opera. A loro si sono ora uniti circa cinque milioni di appartenenti alle altre pecore. E persone di tutto il mondo stanno accettando il messaggio proclamato dai fratelli di Gesù.

23 Molti vengono in contatto con il nostro messaggio tramite la predicazione di casa in casa o informale. Altri possono venire a conoscenza dei testimoni di Geova e di ciò che essi rappresentano in modi a noi sconosciuti. Quando arriverà il tempo del giudizio, in che misura Gesù terrà conto della responsabilità collettiva e del merito familiare? Non possiamo saperlo ed è inutile fare congetture. (Confronta 1 Corinti 7:14). Oggi molti non danno ascolto ai servitori di Dio, li scherniscono o addirittura li perseguitano. Questo è dunque un periodo cruciale: costoro potrebbero gradualmente trasformarsi in appartenenti al gruppo di persone che Gesù giudicherà capri. — Matteo 10:22; Giovanni 15:20; 16:2, 3; Romani 2:5, 6.

24. (a) Perché è importante che le persone accolgano favorevolmente la nostra predicazione? (b) Personalmente, che atteggiamento questo studio vi ha aiutato ad avere verso il ministero?

24 Siamo comunque felici di vedere che molti reagiscono favorevolmente, studiano la Parola di Dio e diventano testimoni di Geova. Alcuni che al momento sembrano avere le caratteristiche dei capri possono cambiare e diventare pecore. Il punto è che coloro che accolgono il messaggio e sostengono attivamente il rimanente dei fratelli di Cristo dimostrano di possedere al momento quelle caratteristiche che, quando Gesù, nel prossimo futuro, si sederà sul suo trono per emettere il giudizio, faranno ottenere loro un posto alla sua destra. Questi sono benedetti e continueranno a esserlo. Perciò questa parabola ci dovrebbe spronare a impegnarci ancora di più nel ministero cristiano. Prima che sia troppo tardi, vogliamo fare tutto il possibile per proclamare la buona notizia del Regno e dare così ad altri l’opportunità di accettarla. Spetterà poi a Gesù emettere il giudizio, favorevole o di condanna. — Matteo 25:46.

[Note in calce]

a Vedi La Torre di Guardia del 15 febbraio 1994, pagine 16-21.

b Nel libro Il Vangelo di Matteo, di Juan Mateos (ex docente presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma) e Fernando Camacho (del Centro Teologico di Siviglia), si legge: “La vita eterna è vita definitiva; il suo contrario è castigo definitivo. L’aggettivo gr[eco] aionios non denota in primo piano la durata, ma la qualità. Il castigo definitivo è la morte per sempre”. — Trad. di T. Tosatti, Cittadella Editrice, Assisi, 1986, pagina 346.

Ricordate?

◻ Quali paralleli fra Matteo 24:29-31 e Matteo 25:31-33 indicano che la parabola delle pecore e dei capri si adempirà nel futuro, e quando?

◻ Chi sono i “minimi” tra i fratelli di Gesù?

◻ In che modo l’uso dell’espressione “i giusti” da parte di Gesù ci aiuta a riconoscere chi rappresentano e chi no?

◻ Anche se la parabola si adempirà nel futuro, perché la nostra opera di predicazione è ora importante e urgente?

[Riquadro/Immagine a pagina 24]

SI NOTINO I PARALLELI

Matteo 24:29-31 Matteo 25:31-33

Dopo l’inizio della grande Il Figlio dell’uomo arriva

tribolazione, viene il Figlio

dell’uomo

Viene con gran gloria Arriva nella gloria e si

siede sul suo glorioso

trono

Angeli sono presenti con lui Angeli arrivano con lui

Tutte le tribù della terra lo vedono Tutte le nazioni sono

radunate; capri ricevono

il giudizio definitivo

(termina la grande

tribolazione)

[Fonte]

Garo Nalbandian

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