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  • La vera storia della nascita di Gesù

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  • La vera storia della nascita di Gesù
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
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  • Scopo per cui furono scritte
  • La nascita di Gesù a Betleem
  • Geova mostra favore a chi cerca umilmente la verità
  • Un bimbo in pericolo
  • La nascita di Cristo: Cosa significa per voi
  • Cosa ci insegna il racconto della nascita di Gesù
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2002
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
w98 15/12 pp. 5-9

La vera storia della nascita di Gesù

PENSATE a qualche avvenimento molto noto della storia del vostro paese. È documentato e descritto in più di un libro di storia. Come rimarreste se qualcuno vi dicesse che non è mai avvenuto, che è solo una leggenda? Oppure, spostandoci su un piano più personale, che dire se qualcuno sostenesse che gran parte di ciò che vi hanno raccontato i vostri familiari sulla nascita e sull’infanzia di vostro nonno è falso? In ciascun caso basterebbe l’insinuazione stessa a farvi indignare. Di sicuro non prendereste tali asserzioni per oro colato.

Eppure oggi i critici di solito non danno nessun credito alle narrazioni evangeliche relative alla nascita di Gesù scritte da Matteo e da Luca. Dicono che questi racconti sono inconciliabilmente contraddittori e che contengono vere e proprie falsità e grossolani anacronismi. Potrebbe essere vero? Invece di prendere per buone tali accuse, esaminiamo personalmente le narrazioni evangeliche. Mentre lo facciamo, vediamo cos’hanno da insegnarci oggi.

Scopo per cui furono scritte

Prima di cominciare, è utile ricordare lo scopo di queste narrazioni bibliche. Non sono biografie: sono Vangeli. La distinzione è importante. In una biografia l’autore può scrivere centinaia di pagine per spiegare in che modo il personaggio è diventato la figura che tutti conoscono. Per questo alcune biografie dedicano decine e decine di pagine alla genealogia, alla nascita e all’infanzia del personaggio. Nei Vangeli è diverso. Dei quattro Vangeli, Matteo e Luca sono gli unici che parlano della nascita e dell’infanzia di Gesù. Il loro scopo, comunque, non è quello di dimostrare in che modo Gesù divenne l’uomo che conosciamo. Come sapete, i seguaci di Gesù riconoscevano che aveva avuto un’esistenza come creatura spirituale prima di venire sulla terra. (Giovanni 8:23, 58) Perciò Matteo e Luca non descrissero l’infanzia di Gesù per spiegare il tipo di persona che divenne. Narrarono certi episodi che servivano allo scopo dei loro Vangeli.

E qual era lo scopo per cui li scrissero? La parola “vangelo” significa “buona notizia”. Entrambi gli scrittori avevano lo stesso messaggio da trasmettere: Gesù è il promesso Messia, o Cristo, che morì per i peccati del genere umano e fu risuscitato alla vita celeste. Ma i due scrittori provenivano da ambienti molto diversi e si rivolgevano a categorie di lettori diverse. Matteo, esattore di tasse, scrisse il suo racconto principalmente per gli ebrei. Luca, un medico, scrisse all’“eccellentissimo Teofilo”, che forse ricopriva una posizione elevata, e si rivolse pertanto a una categoria di lettori più ampia, costituita da ebrei e gentili. (Luca 1:1-3) Ciascuno scrittore scelse gli episodi più rilevanti per convincere i suoi particolari lettori. Così il racconto di Matteo dà risalto alle profezie delle Scritture Ebraiche che si adempirono in relazione a Gesù. Luca invece segue un approccio storico più classico, con cui i suoi lettori non ebrei avevano forse maggiore dimestichezza.

Non sorprende che i loro racconti differiscano. Ma, contrariamente a ciò che dicono i critici, non si contraddicono. Sono complementari e si integrano piacevolmente a vicenda in modo da offrire un quadro più completo.

La nascita di Gesù a Betleem

Sia Matteo che Luca narrano un grande miracolo legato alla nascita di Gesù, cioè il fatto che nacque da una vergine. Matteo spiega che quel miracolo adempì una profezia pronunciata secoli prima da Isaia. (Isaia 7:14; Matteo 1:22, 23) Luca spiega che Gesù nacque a Betleem perché un censimento disposto da Cesare costrinse Giuseppe e Maria a recarsi lì. (Vedi il riquadro a pagina 7). Era importante che Gesù nascesse a Betleem. Secoli prima il profeta Michea aveva predetto che il Messia sarebbe venuto da quella cittadina apparentemente insignificante vicino a Gerusalemme. — Michea 5:2.

La notte in cui nacque Gesù è diventata famosa a motivo delle scene della Natività. Ma la vera storia è molto diversa da quella così spesso rappresentata. Lo storico Luca, che menziona il censimento che portò Giuseppe e Maria a Betleem, parla anche dei pastori che trascorrevano quella memorabile notte all’aperto con i loro greggi. Queste due circostanze hanno indotto molti studiosi della Bibbia a concludere che Gesù non può essere nato in dicembre. È improbabile infatti che Cesare costringesse gli ebrei già riottosi a tornare nelle città d’origine proprio nella stagione fredda e piovosa, alimentando ulteriormente il loro malcontento e rischiando di scatenare una rivolta. È altrettanto improbabile, osservano gli studiosi, che i pastori dimorassero all’aperto insieme ai greggi con il tempo inclemente. — Luca 2:8-14.

Si noti che Geova fece annunciare la nascita di suo Figlio non ai dotti e influenti capi religiosi di quel tempo, ma a semplici pastori che vivevano all’aperto. Gli scribi e i farisei probabilmente avevano pochi contatti con i pastori, i quali, a motivo dei loro orari di lavoro irregolari, non potevano osservare certi dettagli della legge orale. Ma Dio concesse a quegli uomini umili e fedeli un grande onore: una delegazione di angeli li informò che a Betleem era appena nato il Messia che il popolo di Dio attendeva da millenni. Furono quegli uomini, non i “Re Magi” così spesso raffigurati nelle scene della Natività, a far visita a Maria e Giuseppe e a vedere il bambino nella mangiatoia. — Luca 2:15-20.

Geova mostra favore a chi cerca umilmente la verità

Dio mostra favore agli umili che lo amano e si interessano vivamente di vedere l’adempimento dei suoi propositi. Questo è un tema ricorrente negli avvenimenti legati alla nascita di Gesù. Quando circa un mese dopo la nascita Giuseppe e Maria lo presentano al tempio in ubbidienza alla Legge mosaica, offrono “un paio di tortore o due giovani piccioni”. (Luca 2:22-24) In effetti la Legge richiedeva l’offerta di un montone, ma in caso di povertà consentiva questa offerta meno costosa. (Levitico 12:1-8) Pensate: Geova Dio, il Sovrano dell’universo, dovendo scegliere la famiglia in cui far crescere il suo diletto Figlio unigenito, non scelse una famiglia ricca, ma una povera. Se siete genitori, questo dovrebbe aiutarvi a capire che il dono migliore che potete fare ai vostri figli — di gran lunga superiore alle ricchezze materiali o a un’istruzione prestigiosa — è un ambiente domestico che privilegi i valori spirituali.

Nel tempio Geova mostra favore ad altre due persone umili e fedeli che lo adorano. Una è Anna, vedova ottantaquattrenne che “non si assentava mai dal tempio”. (Luca 2:36, 37) L’altra è un uomo anziano e fedele di nome Simeone. Entrambi apprezzano moltissimo il privilegio che Dio ha concesso loro, quello di poter vedere prima di morire colui che sarebbe divenuto il promesso Messia. Simeone pronuncia una profezia sul bambino. È una profezia piena di speranza, ma velata di tristezza. Predice che un giorno questa giovane madre, Maria, sarà trafitta da un grande dolore in relazione all’amato figlio. — Luca 2:25-35.

Un bimbo in pericolo

La profezia di Simeone lascia purtroppo intendere che quel bambino innocente sarà oggetto di odio. Tale odio è già all’opera fin dalla sua infanzia. Il racconto di Matteo ne spiega i particolari. Sono trascorsi alcuni mesi e Giuseppe, Maria e Gesù vivono ora in una casa a Betleem. All’improvviso ricevono la visita di alcuni forestieri. Nonostante la descrizione che ne hanno fatto innumerevoli scene della Natività, Matteo non specifica quanti erano né li chiama “saggi”, né tantomeno “re”. Usa la parola greca màgoi, che significa “astrologi”. Dovrebbe bastare questo a far capire al lettore che qui c’è qualcosa che non va, perché l’astrologia è un’arte che la Parola di Dio condanna e che gli ebrei fedeli evitavano scrupolosamente. — Deuteronomio 18:10-12; Isaia 47:13, 14.

Questi astrologi hanno seguito una stella dall’oriente e stanno portando dei doni al “re dei giudei che è nato”. (Matteo 2:2) Ma la stella non li conduce a Betleem. Li porta a Gerusalemme, da Erode il Grande. Al mondo non c’è un uomo che abbia più di lui il movente e i mezzi per far del male al piccolo Gesù. Quell’ambizioso omicida ha fatto uccidere diversi componenti della sua stessa famiglia di cui non si fidava.a Insospettito dalla notizia della nascita di un futuro “re dei giudei”, manda gli astrologi a Betleem a cercarlo. Strada facendo, però, accade qualcosa di strano. La “stella” che li ha guidati fino a Gerusalemme sembra spostarsi! — Matteo 2:1-9.

Non sappiamo se si trattava davvero di una luce nel cielo o di una semplice visione. Ma sappiamo per certo che quella “stella” non era opera di Dio. Con sinistra precisione, guida quegli adoratori pagani direttamente da Gesù, un bambino vulnerabile e indifeso, protetto solo da un povero falegname e da sua moglie. Probabilmente gli astrologi, involontari strumenti di Erode, sarebbero tornati da quel monarca vendicativo e gli avrebbero fornito informazioni utili per uccidere il bambino. Ma Dio interviene con un sogno e li rispedisce a casa per un’altra strada. La “stella” doveva essere uno stratagemma di Satana, il nemico di Dio, pronto a tutto pur di far del male al Messia. Paradossalmente, nelle scene della Natività la “stella” e gli astrologi vengono regolarmente presentati come strumenti di Dio! — Matteo 2:9-12.

Satana non si arrende. La sua pedina, il re Erode, ordina di uccidere tutti i bambini di Betleem dai due anni in giù. Ma Satana non può vincere la battaglia contro Geova. Matteo osserva che da tempo Dio aveva previsto anche quella spietata strage di bambini innocenti. Geova sventa di nuovo la mossa di Satana, dicendo a Giuseppe tramite un angelo di fuggire in Egitto per mettersi in salvo. Matteo narra che qualche tempo dopo Giuseppe si trasferisce di nuovo con la famigliola e infine va ad abitare a Nazaret, dove Gesù cresce insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle più piccoli. — Matteo 2:13-23; 13:55, 56.

La nascita di Cristo: Cosa significa per voi

Siete un po’ sorpresi da questo riassunto degli avvenimenti legati alla nascita e all’infanzia di Gesù? Molti rimangono stupiti nel vedere che le narrazioni sono in effetti armoniose e accurate, nonostante alcuni asseriscano vigorosamente il contrario. Si sorprendono nell’apprendere che certi avvenimenti erano stati predetti con centinaia di anni di anticipo. E si meravigliano che certi aspetti fondamentali menzionati nei Vangeli differiscano nettamente dalle rappresentazioni tradizionali delle scene della Natività e dai presepi.

La cosa più sorprendente però è che gran parte delle celebrazioni tradizionali del Natale perdano di vista i punti essenziali dei racconti evangelici. Non si presta molta attenzione, ad esempio, al Padre di Gesù: non Giuseppe, ma Geova Dio. Immaginate quali sentimenti dovette provare affidando il suo diletto Figlio a Giuseppe e Maria perché lo allevassero e lo accudissero. Immaginate quanto soffrì lasciando che suo Figlio crescesse in un mondo in cui un re sanguinario aveva tramato per assassinarlo quando era ancora un bambino! Fu il profondo amore per il genere umano a spingere Geova a fare questo sacrificio. — Giovanni 3:16.

Nelle celebrazioni natalizie spesso non c’è traccia del Gesù storico. Per esempio, non è scritto da nessuna parte che egli abbia mai detto ai discepoli la data in cui era nato, né c’è alcuna indicazione che i suoi seguaci festeggiassero il suo natale.

Ciò che Gesù comandò ai suoi seguaci di commemorare non fu la sua nascita, ma la sua morte, che ha un significato di portata storica. (Luca 22:19, 20) Gesù non voleva essere ricordato come un bimbo indifeso in una mangiatoia, immagine che ormai non gli si addice affatto. Più di 60 anni dopo essere stato messo a morte, Gesù si rivelò all’apostolo Giovanni in una visione come potente Re che cavalca per dare battaglia. (Rivelazione [Apocalisse] 19:11-16) È in questo ruolo, quale Governante del celeste Regno di Dio, che oggi dobbiamo conoscere Gesù, perché è un Re che cambierà il mondo.

[Nota in calce]

a Cesare Augusto avrebbe detto: “È meglio essere un porco di Erode, che un figlio”.

[Riquadro/Immagini a pagina 7]

Luca era in errore?

COME poteva Gesù, cresciuto a Nazaret e conosciuto come il Nazareno, essere nato a Betleem, distante circa 150 chilometri? Luca spiega: “Or in quei giorni [prima della nascita di Gesù] fu emanato da Cesare Augusto il decreto che tutta la terra abitata si registrasse; (questa prima registrazione ebbe luogo quando Quirinio era governatore della Siria); e tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella propria città”. — Luca 1:1; 2:1-3.

Spesso i critici dicono che questo brano contiene un anacronismo o, peggio ancora, che è stato inventato di sana pianta. Sostengono che questo censimento e il governatorato di Quirinio ebbero luogo nel 6 o 7 E.V. Se avessero ragione, questo farebbe sorgere seri dubbi sul racconto di Luca, perché ci sono motivi per ritenere che Gesù sia nato nel 2 a.E.V. Ma questi critici non tengono conto di due elementi chiave. Primo, Luca riconosce che ci fu più di un censimento: si noti che parla di “questa prima registrazione”. Sapeva bene che in seguito ce n’era stata un’altra. (Atti 5:37) Quest’ultimo censimento è lo stesso descritto dallo storico Giuseppe Flavio ed ebbe luogo nel 6 E.V. Secondo, il governatorato di Quirinio non ci costringe a spostare la nascita di Gesù a tale data posteriore. Perché? Perché a quanto pare Quirinio ricoprì quella carica due volte. Molti studiosi riconoscono che la data del 2 a.E.V. rientra nel periodo del suo primo governatorato.

Secondo alcuni critici Luca avrebbe inventato il censimento per giustificare la nascita di Gesù a Betleem e far adempiere così la profezia di Michea 5:2. Questa teoria fa di Luca un bugiardo intenzionale e nessun critico può conciliare un’insinuazione del genere con la scrupolosità dello storico che scrisse il Vangelo e il libro degli Atti.

Un’altra cosa che nessun critico può spiegare è che il censimento stesso adempì una profezia! Nel VI secolo a.E.V. Daniele profetizzò che sarebbe sorto un governante che ‘avrebbe fatto passare un esattore per il regno splendido’. Si riferiva ad Augusto e al censimento da lui ordinato in Israele? Ebbene, la profezia prosegue dicendo che il Messia, o “Condottiero del patto”, sarebbe stato ‘infranto’ durante il regno del successore di quel governante. Gesù fu veramente ‘infranto’, messo a morte, durante il regno di Tiberio, successore di Augusto. — Daniele 11:20-22.

[Immagini]

Cesare Augusto (27 a.E.V.–14 E.V.)

Tiberio Cesare (14-37 E.V.)

[Fonti]

Musée de Normandie, Caen, Francia

Foto per gentile concessione del British Museum

[Immagini a pagina 8]

L’angelo di Geova privilegiò gli umili pastori annunciando loro la buona notizia della nascita di Cristo

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