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LucaIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2023
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23:43 it-2 483-484, 550, 781-782; w22.12 8-9; w21.04 9; w19.07 30; w18.12 6-7; jy 299, 314, 316; w14 1/6 10; w13 1/3 9; w13 1/6 14-15; w10 1/12 25; w09 15/8 10-11; g 2/08 11; g 2/06 8; lr 188-190; g00 22/2 8-9; g97 8/4 8-9; kl 8-9; w94 1/4 6; w94 15/6 6; w91 1/3 27; w91 1/6 8; w91 15/10 29-30; gt 133; pe 170-171; rs 255-258; g90 8/9 23; w89 15/8 7, 10-11, 14; yb87 272-273; g86 22/8 19-20; g86 8/10 27
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LucaIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
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23:43 ad 936, 1080; rs 255-258; w84 15/4 3-7; w84 15/5 4; w84 15/6 24; pe 170-171; g82 8/3 10; w81 15/4 8; w80 1/2 14; g80 22/1 26-28; sl 89; gh 151; go 166; hs 179; lp 27; w76 239; w75 213; ka 34; po 151-152; og 30; w74 394; pm 12, 395; g74 8/10 14; w73 63-64, 486; kj 392; g73 22/11 5; w72 233; te 180; nc 14; fm 115; w70 588; w66 665; w65 244, 531; im 382; w63 233; w62 267, 548, 665; tc 14; w61 424; nu 16; w59 454, 461, 661-662; pa 229; g58 22/1 25; g58 8/4 4; w57 304; nh 322; el 276; w51 196; w50 48; ki 251; w49 343-344
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LucaGuida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
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Luca — Approfondimenti al capitolo 23Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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In verità ti dico oggi: Il testo greco delle Scritture Greche Cristiane che compare nei più antichi manoscritti oggi disponibili è scritto tutto in lettere maiuscole. Inoltre non presenta punteggiatura né spazi tra le parole, come invece è comune nelle lingue moderne. Anche se alcuni autori e copisti di tanto in tanto aggiungevano segni che forse avevano valore di punteggiatura, si trattava di segni che non venivano usati né spesso né sistematicamente. Pertanto la punteggiatura che compare nelle traduzioni bibliche moderne si basa sulla grammatica greca e sul contesto dei singoli passi. In questo versetto, la grammatica greca giustificherebbe un segno di interpunzione (i due punti o la virgola) sia prima che dopo la parola resa “oggi”. La posizione della punteggiatura all’interno di questa frase dipende da come i traduttori considerano il senso di quello che Gesù stava dicendo e da come intendono il messaggio della Bibbia nel suo insieme. Varie edizioni critiche del testo greco, come quelle di Westcott e Hort, di Nestle e Aland, e dell’Alleanza Biblica Universale, inseriscono una virgola prima della parola greca resa “oggi”. Tuttavia mettere la punteggiatura dopo “oggi” è coerente con le affermazioni fatte da Gesù in precedenza e con gli insegnamenti esposti in altri punti delle Scritture. Ad esempio, Gesù aveva detto che sarebbe morto e che sarebbe rimasto “nel cuore della terra”, ovvero la tomba, fino al terzo giorno (Mt 12:40; Mr 10:34). In più di un’occasione aveva detto ai discepoli che sarebbe stato ucciso e sarebbe poi risorto il terzo giorno (Lu 9:22; 18:33). Inoltre la Bibbia afferma che Gesù fu risuscitato come “primizia di quelli che si [erano] addormentati nella morte” e che ascese al cielo 40 giorni dopo (1Co 15:20; Gv 20:17; At 1:1-3, 9; Col 1:18). Dal momento che Gesù fu risuscitato non lo stesso giorno in cui morì ma il terzo giorno dalla sua morte, è evidente che il criminale non poteva essere con lui nel Paradiso lo stesso giorno in cui Gesù gli disse quelle parole.
Coerentemente con questo ragionamento, una versione siriaca del Vangelo di Luca nota come Codex Curetonianus, risalente al V secolo, traduce così questo versetto: “Amen, io ti dico oggi che con me tu sarai nel Giardino di Eden” (F. C. Burkitt, The Curetonian Version of the Four Gospels). È anche degno di nota che autori greci e commentatori, sia antichi che di epoca successiva, confermano che la resa di queste parole è da sempre una questione controversa. Ad esempio, Esichio di Gerusalemme, che visse fra il IV e il V secolo, commentando Lu 23:43, scrisse: “In effetti, alcuni leggono come segue: ‘In verità io ti dico oggi’, e inseriscono una virgola; poi aggiungono: ‘Tu sarai con me nel Paradiso’” (in Patrologiae Graecae, vol. 93, coll. 1432-1433). Teofilatto, che visse fra l’XI e il XII secolo, scrisse di alcuni che sostenevano la necessità di “inserire un segno di punteggiatura dopo ‘oggi’, tenendo insieme le parole ‘In verità io ti dico oggi’”, a cui poi facevano seguire l’espressione “tu sarai con me nel Paradiso” (Patrologiae Graecae, vol. 123, col. 1104). Lo studioso G. M. Lamsa, commentando l’uso della parola “oggi” in Lu 23:43, afferma: “In questo versetto l’enfasi è sulla parola ‘oggi’ e il testo si dovrebbe rendere: ‘In verità ti dico oggi: tu sarai con me nel Paradiso’. La promessa venne fatta quel giorno ma si sarebbe adempiuta in seguito. Questo [uso della parola ‘oggi’] è tipico del linguaggio orientale e sottintende che la promessa era stata fatta in un certo giorno e sarebbe stata sicuramente mantenuta” (Gospel Light—Comments on the Teachings of Jesus From Aramaic and Unchanged Eastern Customs). Pertanto la frase greca che ricorre in Lu 23:43 sembra riflettere un modo tipicamente semitico di dare enfasi. Nelle Scritture Ebraiche ricorrono numerosi esempi di questo uso idiomatico di “oggi” in espressioni solenni come promesse e comandi (De 4:26; 6:6; 7:11; 8:1, 19; 30:15; Zac 9:12). Come suggeriscono le summenzionate considerazioni, quindi, Gesù usò il termine “oggi” per richiamare l’attenzione non sul momento in cui il criminale sarebbe stato nel Paradiso ma sul momento in cui lui fece la promessa.
Varie traduzioni, come quelle inglesi di Rotherham e di Lamsa (edizione del 1933) e quelle tedesche di L. Reinhardt e di W. Michaelis, riconoscono che l’enfasi va giustamente posta sul momento in cui viene fatta la promessa e non sul momento in cui si adempie. Queste traduzioni rendono il versetto in modo simile alla Traduzione del Nuovo Mondo.
Paradiso La parola italiana “paradiso” viene dal greco paràdeisos; parole simili si trovano anche in ebraico (pardès, in Ne 2:8; Ec 2:5; Ca 4:13) e in persiano (pairidaēza). Tutt’e tre le parole trasmettono fondamentalmente l’idea di un bel parco o giardino. I traduttori della Settanta usarono il termine paràdeisos per tradurre l’ebraico gan (“giardino”) nell’espressione “giardino in Eden” in Gen 2:8. Alcune traduzioni in ebraico delle Scritture Greche Cristiane (definite J17, 18, 22 nell’App. C) qui in Lu 23:43 leggono: “Tu sarai con me nel giardino di Eden”. Questo “Paradiso” promesso al criminale appeso accanto a Gesù non è il “paradiso di Dio” menzionato in Ri 2:7; infatti la promessa di Ri 2:7 venne fatta “a chi vince”, cioè a coloro che avrebbero regnato con Cristo nel Regno celeste (Lu 22:28-30). Quel criminale non aveva vinto il mondo con Gesù Cristo, né era nato “d’acqua e di spirito” (Gv 3:5; 16:33). Evidentemente sarà uno degli “ingiusti” che verranno risuscitati qui sulla terra come sudditi del Regno quando Cristo governerà per 1.000 anni la terra trasformata in Paradiso (At 24:15; Ri 20:4, 6).
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