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2 Corinti — Approfondimenti al capitolo 1Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
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il Padre della tenera misericordia Il sostantivo greco reso “tenera misericordia” (oiktirmòs) è qui usato per descrivere la compassione, o pietà, che si prova verso gli altri. Dio è definito “il Padre”, o la Fonte, “della tenera misericordia” perché la compassione è un sentimento che ha origine da lui ed è parte della sua natura. Lo spinge quindi ad agire con tenera misericordia nei confronti dei suoi fedeli servitori che soffrono a causa di varie prove.
l’Iddio di ogni conforto Il sostantivo greco originale qui reso “conforto” (paràklesis) è affine a un verbo (parakalèo) che letteralmente significa “chiamare a sé” e che trasmette l’idea di stare vicino a qualcuno per aiutarlo e incoraggiarlo quando affronta delle prove o si sente avvilito. (Vedi approfondimento a Ro 12:8.) Secondo alcuni l’enfasi che Paolo dà al conforto che viene da Dio è un richiamo a Isa 40:1, dove viene detto: “‘Confortate, confortate il mio popolo’, dice il vostro Dio”. (Vedi anche Isa 51:12.) Un altro termine affine a paràklesis è paràkletos. Questo sostantivo, reso “soccorritore”, compare in Gv 14:26 e si riferisce allo spirito santo di Geova. Dio usa la sua potente forza attiva per dare conforto e aiuto in situazioni che da un punto di vista umano sembrano senza via d’uscita (At 9:31; Ef 3:16).
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