La Sacra Bibbia e il problema della nostra sopravvivenza
“Sul monte Sion e in Gerusalemme saranno gli scampati, come Geova ha detto, e fra i sopravvissuti, che Geova chiama”. — Gioe. 2:32.
1. Riguardo all’arte della stampa, che cosa fu un vero tributo al più famoso libro di tutta la storia?
NELL’ottavo secolo della nostra Èra Volgare i Cinesi dell’Asia stampavano mediante lastre di legno con incisioni a rilievo. In Europa la stampa dei libri con caratteri mobili fu inventata verso la metà del quindicesimo secolo, non molto tempo prima della scoperta dell’America. Il primo libro che uscì dalla macchina da stampa dell’inventore fu il più famoso di tutta la storia, la sacra Bibbia, nella lingua internazionale di quei giorni, il latino. Questo fu un appropriato tributo al valore e all’importanza di questo grande Libro.
2. (a) In quale lingua fu scritta la maggior parte della sacra Bibbia, e a chi fu data per prima questa parte della Bibbia? (b) Per produrre che cosa fu prontamente usata la stampa, e quale diffusione è divenuta senza uguali?
2 La sacra Bibbia fu scritta, in maggior parte, nella lingua degli antichi patriarchi Abrahamo, Isacco e Giacobbe, la quale lingua si chiamò ebraico, poiché Abrahamo era Ebreo. Questa parte ebraica della Bibbia fu data per prima ai Giudei o Israeliti; e dopo l’invenzione della stampa in Europa s’impossessarono subito di questo nuovo mezzo per riprodurre copie dei loro Sacri Scritti o Scritture. Nel 1477 la stamperia ebraica produsse in Europa 300 copie della parte della Bibbia Ebraica. Nel 1488 una casa editrice giudaica produsse quindi in Europa la prima edizione completa della Bibbia Ebraica con vocali e segni degli accenti. Da allora in poi la sacra Bibbia composta dei suoi sessantasei libri ha raggiunto un numero di copie non uguagliato da nessun altro libro in tutta la storia umana, cioè oltre duemila milioni di copie in più di mille lingue. In tutti i secoli della sua esistenza essa ha mostrato d’essere un libro che merita l’attenzione, lo studio e l’ubbidienza di tutto il genere umano.
3. Perché si parla della Bibbia in questa considerazione, e quale sviluppo ha operato in perfetta armonia con la predetta predicazione del suo messaggio?
3 Ma perché parliamo della Bibbia in questa considerazione? Che cosa ha a che fare la Bibbia con la nostra sopravvivenza come razza? Quelli che non conoscono il contenuto della Bibbia sono propensi a fare tale domanda. Quelli che conoscono bene la Bibbia devono rispondere che la Bibbia ha molto a che fare con la nostra sopravvivenza nel minaccioso futuro che ci sta dinanzi, nella nostra generazione. Per questo motivo è opportuno che la sacra Bibbia sia oggi diffusa più di qualsiasi altro libro prodotto nell’esistenza dell’uomo in tante lingue e che ciò la renda disponibile a più di novanta persone su cento. Nella Bibbia stessa il divino Autore ha definitamente dichiarato che il suo messaggio per i nostri giorni dovrebbe essere predicato in tutta la terra abitata allo scopo di avvertire il popolo di tutte le nazioni. Non a caso l’ampia diffusione della Bibbia stampata in tante traduzioni è in giusta armonia con questo proposito divino. È per il nostro eterno interesse considerare in questo tempo, con tutta onestà, ciò che la sacra Bibbia dice riguardo alla nostra sopravvivenza.
4. In quest’èra delle bombe atomiche, quale questione è divenuta d’immediata attualità, e come si fece riferimento a questa preoccupazione in una recente sessione della Conferenza Nazionale delle Opere Sociali?
4 Noi viviamo nell’èra delle bombe atomiche e dei razzi che le possono lanciare ad una distanza pari a un terzo della superficie del nostro globo. La sopravvivenza atomica del genere umano è divenuta una questione d’immediata attualità. Siamo preparati a sopravvivere? Questa domanda fu fatta ad una sessione della Conferenza Nazionale sulle Opere Sociali ad Atlantic City, nel New Jersey, U.S.A., l’8 giugno 1960. Un corrispondente del Times di New York ne diede notizia; e il giorno dopo l’articolo fu pubblicato a grossi titoli: “UNO SPECIALISTA MENTALE TROVA GLI UOMINI IMPREPARATI ALLA SOPRAVVIVENZA ATOMICA”. Esso riportava il discorso di un ex direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dott. Brock Chisholm di Victoria, Columbia Britannica. Egli disse alla conferenza che ‘nessuno si era mai preoccupato prima della sopravvivenza dell’intera razza umana. Perciò l’uomo si trova ora in una grande crisi, come le forme di vita che furono annientate nei tempi preistorici [come i dinosauri]. Prima d’ora gli uomini si sono preoccupati solo della sopravvivenza di piccoli gruppi, come la famiglia, la tribù, la città e lo stato’. — Times di New York del 9 giugno 1960.
5. (a) Come fu lanciata allora un’indiretta sfida alla Bibbia? (b) Quale posto occupa la Bibbia in quanto alle tradizioni della catastrofe universale, e di quale catastrofe universale alla quale sopravvisse il genere umano essa parla?
5 Per quanto ciò sia vero, questo specialista della salute mentale lanciò un’indiretta sfida alla sacra Bibbia in quanto alla sopravvivenza. Come? Si affermò ch’egli dicesse come ‘la sopravvivenza dell’uomo nell’èra nucleare sia dubbia perché non ve n’è nessuna tradizione’. Ma in tutta la terra, in luoghi assai lontani, vi sono oggi le tradizioni di una catastrofe universale, generalmente causata dall’acqua, alla quale sopravvissero solo alcuni superstiti della razza umana. Ma, invece di fornirci la semplice tradizione, la Bibbia ci fa l’effettivo racconto di tale catastrofe universale dei tempi storici e di come furono preservati alcuni membri della nostra famiglia umana, che è sopravvissuta fino ad oggi. La sacra Bibbia non dipende dalle numerose tradizioni dei diversi popoli; il racconto biblico è semplicemente confermato da tali tradizioni. Il racconto biblico non ha preso nulla in prestito da tali tradizioni pervenuteci dall’antichità; né il racconto biblico è una modificazione di tali tradizioni, come il mito o Epopea di Gilgamesh babilonese. La catastrofe che allora destò preoccupazione per la sopravvivenza di tutta la razza umana fu il diluvio universale del ventiquattresimo secolo avanti la nostra Èra Volgare. La razza umana sopravvisse nel nostro comune antenato Noè, nei suoi tre figli e nelle mogli d’essi quattro. Otto anime! Dai tre figli di Noè vennero i tre grandi rami del genere umano.
6. In quale libro biblico sono incorporati i racconti dei testimoni oculari del Diluvio, e chi cominciò a scrivere la Bibbia e chi la finì?
6 Nel primo libro della sacra Bibbia, chiamato “Genesi”, abbiamo la testimonianza oculare del grande Diluvio di Noè e dei suoi tre figli. Le loro narrazioni furono incorporate dal profeta ebreo Mosè nel suo scritto di Genesi. (Vedi Genesi 5:32–10:1). Genesi è il primo dei sessantasei libri della Bibbia completa; e tutti questi libri furono scritti in un periodo di circa 1.610 anni. Nel 1513 a.C. Mosè cominciò a scrivere quegli ispirati sessantasei libri, e i fedeli seguaci di Gesù Cristo finirono di scriverli verso l’anno 98 della nostra Èra Volgare.
7, 8. (a) Che la storia dei testimoni oculari del Diluvio fosse accettata da altri scrittori della Bibbia è provata da quale recente scoperta archeologica? (b) Che cosa dice circa il Diluvio la pagina-colonna 45 del Rotolo, e come sostiene Ezechiele la storia del Diluvio?
7 La testimonianza oculare della storia del Diluvio non fu mai rigettata dagli altri scrittori ispirati della sacra Bibbia. Le recenti scoperte archeologiche sostengono questo fatto, cioè la profezia d’Isaia del Rotolo del Mar Morto, trovata nel 1947, cui si attribuiscono oltre 2.000 anni di antichità. Questo profeta ebreo scrisse la sua serie di profezie nell’ottavo secolo avanti la nostra Èra Volgare (verso il 755-732). Isaia, che scrisse e parlò in nome del suo Dio Geova, confermò la storicità del diluvio dei giorni di Noè.
8 La pagina-colonna 45 del Rotolo del Mar Morto d’Isaia ci assicura che la sopravvivenza dell’intera razza umana non sarà mai più minacciata da un diluvio universale. Questa pagina del Rotolo del Mar Morto dice a nostro conforto oggi: “‘Questo è per me come i giorni di Noè. Come ho giurato che le acque del diluvio non si riverseranno più sulla terra, così ho giurato che non m’indignerò più verso di voi né vi sgriderò. Poiché i monti stessi possono essere rimossi, e gli stessi colli possono barcollare, ma la mia stessa amorevole benignità non sarà rimossa da te, né il mio stesso patto di pace barcollerà’, ha detto Geova, Colui che ha misericordia di te”. (Isa. 54:9, 10) Per tre volte anche il profeta Ezechiele, che scrisse un secolo dopo Isaia, si riferisce alla sopravvivenza di Noè sostenendo così che Noè fu un personaggio storico. — Ezech. 14:14, 18, 20.
9. Quale nascita miracolosa predisse Isaia, e come profetizzò egli che la sopravvivenza della nostra razza sarebbe divenuto un problema ai nostri giorni come lo fu ai giorni di Noè?
9 Il profeta Isaia predice la nascita terrena e le esperienze del Messia o Unto, che Geova Dio promise d’inviare per la salvezza del genere umano dall’estinzione eterna. Tali profezie d’Isaia furono adempiute in Gesù Cristo, che miracolosamente nacque sulla terra da una vergine. Gesù Cristo pure confermò che il Diluvio era avvenuto realmente. Come poté far questo? Quale Figlio di Dio egli lo aveva visto dal cielo nella sua esistenza preumana. Profetizzando che la sopravvivenza dell’intera razza umana sarebbe di nuovo stato un problema nei nostri giorni, come lo fu ai giorni di Noè, Gesù Cristo disse: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno lo sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Poiché come in quei giorni prima del diluvio le persone mangiavano e bevevano, prendevano moglie e andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”. Queste parole furono parte della sua profezia circa le prove visibili che avrebbero contrassegnato il tempo della fine dell’attuale sistema di cose. — Matt. 24:36-39; vedi anche Luca 17:26, 27.
10. Come lo scrittore di Ebrei espresse l’importanza della fede per la sopravvivenza della nostra razza?
10 La fede in Dio Onnipotente è importante per la sopravvivenza della razza umana. Attestando questo, lo scrittore della lettera agli Ebrei disse: “Per fede Noè, dopo aver ricevuto il divino avvertimento di cose non ancora vedute, mostrò devoto timore e costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia, e con questa fede condannò il mondo, e divenne erede della giustizia che è conforme alla fede”. — Ebr. 11:7.
11. Come espresse Pietro il modo in cui la famiglia umana riuscì appena a sfuggire all’annientamento nel Diluvio?
11 Simon Pietro, compagno personale di Gesù Cristo, scrisse nelle sue due lettere contenute nella Bibbia come l’intera famiglia umana riuscì a sfuggire all’annientamento del diluvio universale. Nella sua prima lettera Pietro disse: “La pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre si costruiva l’arca, nella quale poche persone, cioè otto anime, furono portate in salvo attraverso l’acqua”. (1 Piet. 3:20) Nella sua seconda lettera Pietro disse di questo stupendo atto di Dio: “Non si trattenne dal punire un mondo antico, ma preservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò un diluvio su un mondo di empi”. “Nei tempi antichi ci furono dei cieli e una terra che stava saldamente fuori dell’acqua e in mezzo all’acqua mediante la parola di Dio, e con quei mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. — 2 Piet. 2:5; 3:5, 6.
12. Che cosa rende così notevole che il genere umano fosse preservato nel Diluvio dato lo scatenarsi delle sue energie naturali?
12 Pensate alla piccola parte del genere umano che fu preservata fra tale terrificante scatenarsi di energie naturali sotto il controllo di Dio! Anche oggi il modo in cui opera l’energia degli uragani è un mistero. “Le energie di un uragano superano quelle delle più grandi bombe all’idrogeno. Quindi controllare tali tempeste sarà difficile”, disse un articolo sugli uragani del Times di New York del 4 ottobre 1959. Che cosa dia inizio a tale tempesta e la faccia durare non è ancora scientificamente noto. Ma l’Onnipotente Dio, Geova, diede inizio al Diluvio e ne causò la sua estensione universale. Tutte le bombe atomiche e all’idrogeno ora accumulate dalle quattro potenze nucleari non rappresentano che una piccola frazione di tutta l’energia dinamica scatenata nel diluvio del tempo di Noè. Le acque che caddero dai cieli per quaranta giorni e quaranta notti ricoprirono tutta la terra salendo di quindici cubiti oltre le più alte montagne. (Gen. 7:19, 20) Eppure, in mezzo a tutto ciò, Dio preservò la nostra razza umana e le forme di vita animali e gli uccelli, per cui oggi siamo qui!
13. In vista di ciò, perché non vi è ragione per dubitare della sopravvivenza dell’uomo nell’èra nucleare?
13 Il racconto biblico ci informa di questo, e si basa, non sulla tradizione, ma sul racconto di testimoni oculari, la cui veracità è confermata da un certo numero di scrittori biblici, sì, perfino dallo stesso Figlio di Dio. Veramente non abbiamo bisogno di dubitare della ‘sopravvivenza dell’uomo nell’èra nucleare’, perché ce la indica più che la semplice tradizione.
A CHE COSA VA INCONTRO QUESTA GENERAZIONE
14, 15. (a) Quale speranza gli avvenimenti relativi al Diluvio offrono oggi al genere umano? (b) Come sappiamo con certezza se andiamo o no incontro a un altro diluvio universale?
14 Gli avvenimenti del diluvio dei giorni di Noè offrono la speranza della preservazione della vita umana sulla terra agli uomini che ancora si preoccupano della sopravvivenza della loro razza. Quel diluvio non è solo un fatto della remota storia antica. La situazione di quel diluvio prefigurò la nostra situazione odierna, secondo le parole profetiche di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Il fatto è che il nostro mondo o sistema di cose misura la propria durata a partire da quel diluvio in cui Dio distrusse l’antico mondo empio, originatosi alla caduta del genere umano nel peccato. Non che ci troviamo dinanzi a un altro diluvio che cada dal cielo per sommergere perfino il monte Himalaya. Geova Dio, Colui che portò il diluvio dei giorni di Noè, ce ne dà assicurazione. L’ultimo arcobaleno che abbiamo visto nelle nubi ne è la garanzia. Quando Noè e la sua famiglia uscirono dall’arca sulla vetta del monte Ararat, Dio disse a Noè e alla sua famiglia mentre erano presso il loro altare di adorazione:
15 “Porrò il mio arcobaleno nelle nubi e sarà il segno del patto fra me e la terra. E quando avrò accumulate le nubi nel cielo, nelle nubi comparirà il mio arco, ed io mi ricorderò del mio patto con voi e con ogni essere vivente che ha la carne, e non verranno più le acque del diluvio a sterminare tutti i viventi”. — Gen. 9:13-15, Ti.
16. (a) Circa l’esistenza della nostra terra, come la Parola di Dio contraddice gli scienziati e gli astronomi? (b) Secondo la dichiarazione dei portavoce mondani, in quale situazione ci troviamo?
16 Dinanzi a che cosa ci troviamo, dunque, che rende oggi problematica la nostra sopravvivenza? Naturalmente, la nostra generazione non ha timore di ciò che predicono gli scienziati e gli astronomi, che il nostro pianeta divenga cioè privo di vita, riducendosi a ceneri fumanti, giacché asseriscono che tale immaginaria catastrofe mondiale avvenga fra alcuni miliardi di anni. Contraddicendo tali scienziati e astronomi, Geova Dio, il Creatore della terra, dice nella sua Bibbia: “Egli ha fondato la terra sui suoi luoghi stabiliti, non sarà smossa per un tempo indefinito, per sempre”. (Sal. 104:5) “La terra rimane per un tempo indefinito”. (Eccl. 1:4) Ma gli statisti, i militaristi e i non informati portavoce del mondo continuano a dirci ciò che hanno ragione di credere sovrasti ora l’intera razza umana. Secondo loro, noi siamo pervenuti ad un mondo in cui è troppo pericoloso dimorare.
17. Che cosa disse l’U.S. Congressional Record riguardo alla possibilità della distruzione mondiale?
17 L’U.S. Congressional Record del 13 giugno 1960, a pagina A 5022, dice: “Il senatore Kennedy . . . ha recentemente citato cifre che significherebbero che il nostro arsenale contiene ora l’equivalente di 1.250.000 bombe del tipo che distrusse Hiroshima. Questo è stato confermato sostanzialmente da Thomas E. Murray, ex Commissario dell’Energia Atomica, quando ha detto che ora abbiamo più che sufficienti armi per distruggere il mondo”. Questo non include le armi atomiche delle altre nazioni.
18. Che disse un noto professore americano sui dubbi americani relativi alla sopravvivenza e sulla spesa di grandi ricchezze per la costruzione di armi?
18 In un articolo intitolato “Proposito nazionale: concezione di Rossiter — Invito ad elevarci al di sopra degli interessi egoistici per aiutare ‘l’intera razza umana’”, pubblicato nel Times di New York del 13 giugno 1960, il professor Clinton Rossiter disse che il popolo americano è angustiato da dubbi circa la “capacità di prosperare e forse perfino sopravvivere”; e che, benché possiamo trattenere una crisi mondiale che sarà peggiore della guerra stessa, il popolo americano è “lasciato sprofondare nelle crisi di una pace che non è pace. Noi versiamo una sorprendente quantità di denaro, risorse, abilità ed energia per progettare e produrre armi che preghiamo Dio di non dover mai usare”.
19. Che disse un noto medico americano circa il seppellimento dei nostri morti dopo un’altra grande guerra e circa un’altra recente causa di guerra disastrosa?
19 Il noto medico americano, dott. J. Robert Oppenheimer, ad una riunione internazionale sotto gli auspici del Congresso per la Libertà Culturale, tenuta a Berlino, in Germania, il 16 giugno 1960, disse che tutto il popolo dovrebbe sapere oggi che se vi sarà un’altra grande guerra “nessuno di noi potrà contare di vivere abbastanza per seppellire i propri morti”. Egli continuò dicendo: “In questo decennio la mortalità, il potere distruttivo dei depositi atomici è aumentato assai più di cento volte, quanto di più non è né permesso né importante dirlo. Oggi . . . essi hanno aggiunto all’ira l’opportunità come altra causa di disastro”. — Times di New York del 17 giugno 1960.
20. Quale fu la sovrastante contesa della campagna elettorale per l’elezione del presidente americano nel 1960, secondo un giornale socialista di New York?
20 A grossi caratteri, nella prima pagina della sua edizione del 21 maggio 1960, riguardo alla campagna elettorale per l’elezione del presidente americano, il giornale socialista Weekly People della città di New York disse: “LA SOPRAVVIVENZA DELL’UMANITÀ È LA SOVRASTANTE CONTESA DELLA CAMPAGNA DEL 1960”.
21. Che cosa pensò il Premio Nobel per la pace del 1959 delle prospettive del mondo per i prossimi dieci anni?
21 Nel 1960 il premio Nobel del 1959 per la pace, Lord Philip Noel-Baker, funzionario del governo britannico, disse: “Credo molto probabile . . . che fra dieci anni i governi non avranno disarmato, che avremo avuto una guerra nucleare; che noi, i nostri figli e i nostri nipoti saremo tutti morti e che il mondo sarà per tutta l’eternità un globo privo di vita, radioattivo, ridotto in cenere”. — Times Magazine di New York del 14 agosto 1960.
22. Che cos’è la guerra CBR, e qual è la sua importanza?
22 Ora si parla anche della guerra CBR, o della guerra chimica, batteriologica e radiologica, di cui un colonnello americano, direttore del Corso di Orientazione delle Armi CBR dell’Esercito degli Stati Uniti, si afferma abbia detto: “Sono un entusiasta della guerra biologica e chimica. Ne ho una grande considerazione. È più umana di qualsiasi altra cosa che io abbia mai avuto”. (Herald Tribune di New York del 29 agosto 1960) La guerra CBR è profittevole, perché lascia intatte le proprietà materiali dei nemici che uccide.
23. Che disse l’allora presidente americano alla quindicesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in quanto al bisogno di disarmare?
23 Parlando alla storica quindicesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella città di New York, il giovedì mattina 22 settembre 1960, l’allora presidente americano, generale Eisenhower, disse alla più grande riunione di statisti che avessero mai assistito a un’adunanza delle Nazioni Unite: “Ma gli armamenti devono pure esser controllati sulla terra se si vuole assicurare la sopravvivenza della civiltà”.
24. Secondo tali eminenti portavoce, qual è la prospettiva di questo mondo, e come rivela questo atteggiamento il modo di parlare delle armi nell’edificio del Pentagono?
24 Questi sono solo degli esempi di tutte le espressioni degli informati uomini eminenti del mondo, le cui dichiarazioni non sono da prendere alla leggera. Secondo le loro stesse dichiarazioni, il loro sistema di cose mondiale è condannato dai propri mezzi alla distruzione. Abbastanza indicativo di tale prospettiva che si offre all’armatissimo mondo è il fatto che ad Arlington, in Virginia, opposta a Washington, la gente dell’edificio del Pentagono, che contiene la maggioranza degli uffici della sede dell’esercito degli Stati Uniti, parla di “armi del giorno del giudizio universale”.
25. L’indignazione ci spinge a fare quale domanda, e come le nazioni si son messe in questo modo in diretto conflitto col Creatore dell’uomo?
25 Con indignazione noi chiediamo: Quale gruppo di guerrafondai, scienziati o governanti politici ha il diritto di causare la distruzione dell’intera razza umana, o solo di minacciarne l’esistenza e di fare della sua sopravvivenza un preoccupante problema? Questa è la minaccia di commettere il genocidio in proporzioni mondiali, la distruzione dell’intero genus homo, il genere umano, di sopprimere la famiglia umana.a Il fatto che la famiglia mondiale delle sanguinarie nazioni si sia armata di mezzi per compiere quest’opera vile ha portato le nazioni in diretto conflitto col Creatore dell’uomo, Geova Dio. Egli ha il proposito di far abitare la famiglia umana su questa terra in pace e felicità per sempre. “Non devi uccidere”, dice il sesto dei Dieci Comandamenti dati mediante il profeta Mosè. “Chiunque odia il suo fratello è un omicida, e voi sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in sé”, dice l’apostolo cristiano Giovanni, adoratore di Geova Dio. — Eso. 20:13; 1 Giov. 3:15.
26. Chi minacciano di distruggere le nazioni piene d’odio e a quale giorno sono esse pervenute, in attesa di che cosa?
26 Distruggendo la famiglia umana, le nazioni mondane piene d’odio distruggono non solo i loro propri popoli patriottici e nazionalistici, ma anche i fedeli servitori di Geova che non sono di questo mondo bensì sono per il nuovo mondo di giustizia di Dio. Questa distruzione dei suoi servitori da parte delle nazioni contrarie al suo proposito non sarà mai permessa da Geova Dio. (Sal. 145:20) Poiché le nazioni hanno creato questa minacciosa situazione mondiale, dovranno renderne conto, no, non alle Nazioni Unite, né alla loro Corte Internazionale di Giustizia, ma al Creatore, l’Iddio e “Giudice di tutta la terra”. (Gen. 18:25) Le nazioni sono pervenute al loro giorno di giudizio dinanzi a Dio. Esse devono attendere d’essere giustiziate da lui.
27. Quale solenne illustrazione abbiamo di tale prossimo giudizio, e che cosa dice Pietro di attendere?
27 Quindi, tutte le nazioni di questo ingiusto mondo si trovano dinanzi all’esecuzione del giudizio divino. Ai giorni di Noè il giudizio che Geova Dio eseguì sull’antico mondo di uomini empi fu una solenne illustrazione di ciò che deve attendere il violento ed empio mondo d’oggi. Il mondo attuale ebbe inizio dopo il diluvio che coprì la terra conforme alla Parola di Dio. L’apostolo Pietro dice: “Per mezzo della medesima parola i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. — 2 Piet. 3:7.
28, 29. Perché possiamo senza esitazione fare il paragone con l’esecuzione di altri giudizi?
28 Ciò che sovrasta dunque le sovrane nazioni di questo mondo governate dagli uomini è qualche cosa che si può paragonare a quel Diluvio dei diluvi dei giorni di Noè. Senza esitazione possiamo dichiarare questo, secondo le parole profetiche di Gesù stesso. Il suo riferimento alle esecuzioni di giudizi riportato dal discepolo Luca dice:
29 “Come avvenne ai giorni di Noè, così sarà pure ai giorni del Figlio dell’uomo: essi mangiavano, bevevano, gli uomini si sposavano, le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e il diluvio giunse e li distrusse tutti. . . . Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato”. — Luca 17:26-30.
30. Perché abbiamo tanto più ragione di credere in proposito alle parole di Gesù, e come mise egli in risalto che sarebbe stata per gli uomini la peggiore tribolazione?
30 Noi abbiamo ogni ragione per credere a queste parole, perché Gesù Cristo non dimenticherà di averle pronunciate, quando si rivelerà come divino giudice per giudicare i vivi e i morti. Inoltre, Gesù Cristo è un fidato profeta, poiché nella sua profezia sulla fine di questo sistema di cose mondano predisse gli avvenimenti e le condizioni mondiali che si stanno avverando sin dal 1914. Se non avesse fatto questo, non ci avrebbe anche detto come possiamo sperare di venir fuori da questa confusione mondiale. Egli disse nella stessa profezia che sarà la peggiore tribolazione che l’uomo abbia mai subìta, in cui sarà in pericolo la stessa sopravvivenza degli uomini di carne e sangue: “Allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a causa degli eletti [scelti da Dio] quei giorni saranno abbreviati”. Ed egli aggiunse: “Veramente io vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. — Matt. 24:21, 22, 34.
31. Perché Gesù si riferisce in tale passo a questa generazione?
31 Poiché i predetti avvenimenti ebbero inizio nel 1914 d.C., la generazione del genere umano di quell’anno che è ancora in vita è la generazione alla quale si riferì Gesù Cristo. Finora abbiamo visto adempiersi spaventevoli avvenimenti mondiali del “segno della [invisibile] presenza [di Cristo] e della consumazione del sistema di cose”. (Matt. 24:3) Quali avvenimenti? La prima guerra mondiale, che non fu “la guerra che porrà fine a tutte le guerre”; carestie e penuria di viveri; terremoti; persecuzione dei veri e ubbidienti seguaci di Cristo; il sorgere di falsi profeti religiosi nella cristianità; l’inquietante aumento d’illegalità; la fuga dei veri cristiani verso il reale luogo di sicurezza e sopravvivenza perché vedono e capiscono il predetto segno dell’appressarsi della desolazione; e, nonostante tutta la persecuzione e i cattivi tempi e le cattive notizie, la predicazione della buona notizia del regno di Dio “in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni”. (Matt. 24:7-28) Che queste cose si siano adempiute sin dal 1914 è noto a milioni di persone di questa generazione. È anche storia scritta che chiunque può esaminare.
32. Perché la sopravvivenza è il problema di questa generazione?
32 Noi siamo dunque la generazione che non passerà finché non sia adempiuta la “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. La sopravvivenza è il problema di questa generazione.
[Nota in calce]
a Genocidio è stato definito l’“intento di distruggere, completamente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.