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Restare senza paura sino alla fine compiutaLa Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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finale al popolo di tutte le nazioni prima che scoppi la guerra finale di Harmaghedon.
E mentre avanzate impegnandovi nella proclamazione ad altri della buona notizia che il regno teocratico è l’unica speranza dell’uomo, non lo fate con la vostra propria forza o potenza. Nessuno è tanto forte da resistere da se stesso agli attacchi dei demoni. Rimanete vicino al Signore e alla sua organizzazione. Volgetevi a lui e pregatelo per avere grazia e forza. Ricordate quello che scrisse il profeta: “L’Eterno [Geova] è l’Iddio d’eternità, . . . Egli non s’affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. Egli dà forza allo stanco, e accresce vigore a colui ch’è spossato. . . . quelli che sperano nell’Eterno acquistan nuove forze”. Ricordate quello che dice l’apostolo: “Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria per mezzo di Cristo Gesù”. Ricordate quello che dice l’Onnipotente stesso: “Non temere, perché io son teco; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro”. Perciò “l’Eterno degli eserciti, quello santificate! Sia lui quello che temete e paventate!” -Isa. 8:13; 40:28, 29, 31; 41:10; Filip. 4:19, NW.
Quale indescrivibile ricompensa otterranno quelli che rimangono senza paura sino alla fine! Non soltanto vedranno gli empi completamente annientati, ma anche sopravvivranno per entrare nel nuovo mondo libero da tutte le paure e le afflizioni.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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Domande dai lettori
◆ A pagina 275 del libro “Questo significa vita eterna” è detto: “La maledizione di Dio sulla terra fuori dell’Eden durò fino al diluvio, ma tutti gli sforzi degli uomini per coltivare la terra sin da allora non sono riusciti a trasformare la terra ora estesamente popolata in un paradiso”. Vuol dire forse questo che adesso la terra non è sotto la maledizione pronunciata al tempo in cui Adamo fu cacciato dall’Eden? — U. L., Canada.
Sì, vuol dire questo. Quando cacciò Adamo dall’Eden Iddio disse: “Perché hai dato ascolto alla voce della tua moglie e hai mangiato del frutto dell’albero circa il quale io t’avevo dato quest’ordine: Non ne mangiare, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto”. (Gen. 3:17-19) Secoli dopo, il diluvio di Noè purificò la terra dalla malvagità, lasciando solo le persone ritenute giuste agli occhi di Dio e che erano dedicate alla vera adorazione. Geova diede loro un buon inizio, ripeté l’ordine di moltiplicare e riempire la terra, e pose sotto il potere dell’uomo i regni degli animali e delle piante, senza nessuna maledizione ostacolatrice sulla terra: “Io non maledirò più la terra a cagione dell’uomo”. Si noti, però, che il mandato di soggiogare la terra conferito ad Adamo non fu incluso in quello dato a Noè, indicando che non si sarebbe effettuato con la semplice abolizione della maledizione. — Gen. 1:28; 6:17; 8:21; 9:1-17.
Solo pochi secoli dopo una parte della terra fu paragonata all’Eden per la sua lussureggiante bellezza: “E Lot alzò gli occhi e vide l’intera pianura del Giordano. Prima che l’Eterno avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta quanta irrigata fino a Tsoar, come il giardino dell’Eterno”. (Gen. 13:10) Né il seguente rapporto degli esploratori sulla Terra Promessa la descrive come una terra maledetta che producesse solo piante selvatiche per nutrimento: “E giunsero fino alla valle d’Eshcol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi”. Quando poi presentarono questa frutta alla comunità israelita gli esploratori dissero riguardo alla terra: “È davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco de’ suoi frutti”. (Num. 13:23-27) Certamente Mosè non descriveva una terra maledetta adoperando questi termini entusiastici riguardo alla Terra Promessa, il cui custode era il Signore:
“Il tuo Dio, l’Eterno, sta per farti entrare in un buon paese: paese di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti; paese di frumento, d’orzo, di vigne, di fichi e di melagrani; paese d’ulivi da olio e di miele; paese dove mangerai del pane a volontà, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre son ferro, e dai cui monti scaverai il rame”. “Poiché il paese del quale stai per entrare in possesso non è come il paese d’Egitto donde siete usciti, e nel quale gettavi la tua semenza e poi lo annaffiavi coi piedi, come si fa d’un orto; ma il paese di cui andate a prendere possesso è paese di monti e di valli, che beve l’acqua della pioggia che vien dal cielo: paese del quale l’Eterno, il tuo Dio, ha cura, e sul quale stanno del continuo gli occhi dell’Eterno, del tuo Dio, dal principio dell’anno sino alla fine. E se ubbidirete diligentemente ai miei comandamenti che oggi vi do, amando il vostro Dio, l’Eterno, e servendogli con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra, avverrà ch’io darò al vostro paese la pioggia a suo tempo: la pioggia d’autunno e di primavera, perché tu possa raccogliere il tuo grano, il tuo vino e il tuo olio; e farò pure crescere dell’erba ne’ tuoi campi per il tuo bestiame, e tu mangerai e sarai saziato. Vegliate su voi stessi, onde il vostro cuore non sia sedotto e voi lasciate la retta via e serviate a dèi stranieri e vi prostriate dinanzi a loro e si accenda contro di voi l’ira dell’Eterno ed egli chiuda i cieli in guisa che non vi sia più pioggia, e la terra non dia più i suoi prodotti, e voi periate ben presto, scomparendo dal buon paese che l’Eterno vi dà. Guardate, io pongo oggi dinanzi a voi la benedizione e la maledizione: la benedizione, se ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, del vostro Dio, i quali oggi vi do; la maledizione, se non ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, dell’Iddio vostro”. — Deut. 8:7-9; 11:10-17, 26-28;
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