Sommo sacerdote
(ebr. hak-kohèn, hag-gadhòhl, “il grande sacerdote”; gr. arkhierèus, “capo sacerdote, sommo sacerdote”].
Nella Bibbia ricorrono vari termini per designare il sommo sacerdote, come “il sacerdote, l’unto” (Lev. 4:3), “il capo” (II Cron. 24:6) o semplicemente “il sacerdote”. (II Cron. 26:17) In quest’ultimo caso spesso il contesto indica che si tratta del sommo sacerdote. Nelle Scritture Greche Cristiane il termine “capi sacerdoti” è usato evidentemente per indicare i principali esponenti del sacerdozio, che potrebbero includere eventuali sommi sacerdoti deposti e forse anche i capi delle ventiquattro divisioni sacerdotali. — Matt. 2:4; Mar. 8:31.
Secondo la regola che “uno prende questo onore non da sé, ma solo quando è chiamato da Dio”, Aaronne, primo sommo sacerdote di Israele, fu nominato da Dio. (Ebr. 5:4) Il sommo sacerdozio di Israele ebbe inizio con Aaronne e veniva tramandato dal padre al figlio maggiore, a meno che il figlio fosse morto o squalificato, come avvenne ai due figli maggiori di Aaronne, che peccarono contro Geova e morirono. (Lev. 10:1, 2; vedi INSEDIAMENTO). Adempiendo una profezia divina il re Salomone depose un sommo sacerdote e mise al suo posto un altro uomo qualificato della discendenza di Aaronne. (I Re 2:26, 27, 35) In seguito, quando la nazione si trovava sotto la dominazione gentile, i dominatori rimossero e nominarono sommi sacerdoti a loro piacere. Sembra tuttavia che la discendenza di Aaronne sia stata rispettata durante l’intera storia della nazione, fino alla distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V., anche se possono esserci state eccezioni, come quella di Menelao, chiamato anche Onia (vedi Antichità giudaiche, Libro XII, cap. V, 1), che in II Maccabei 3:4, 5 e 4:23 viene definito beniaminita.
QUALITÀ E REQUISITI
A motivo della dignità dell’incarico, dell’intimità che il sommo sacerdote aveva con Geova dal momento che rappresentava la nazione davanti a Lui, e anche del significato tipico dell’incarico, i requisiti erano rigidi.
In Levitico 21:16-23 c’è un elenco dei difetti fisici che squalificavano tutti i sacerdoti. Altre restrizioni riguardavano il sommo sacerdote: poteva sposare solo una vergine di Israele; non poteva sposare una vedova. (Lev. 21:13-15) Inoltre non gli era consentito contaminarsi per i morti, vale a dire toccare un cadavere, neanche quello di suo padre o di sua madre, divenendo così impuro. E non doveva scompigliarsi i capelli o strapparsi gli abiti per i morti. — Lev. 21:10-12.
La Bibbia non specifica a che età uno potesse diventare sommo sacerdote. Benché fosse contemplato che i leviti si ritirassero dal servizio a cinquant’anni, non c’è alcuna indicazione in merito per i sacerdoti, anzi risulta che quello del sommo sacerdote era un incarico a vita. (Num. 8:24, 25) Aaronne aveva ottantatré anni quando si presentò al faraone insieme a Mosè. La sua unzione quale sommo sacerdote ebbe luogo a quanto pare l’anno dopo. (Eso. 7:7) Quando morì aveva circa 120 anni. In tutto quel tempo prestò servizio senza interruzione. (Num. 20:28; 33:39) Il provvedimento delle città di rifugio teneva conto che quello del sommo sacerdote era un incarico a vita; infatti richiedeva che l’omicida involontario rimanesse nella città fino alla morte del sommo sacerdote. — Num. 35:25.
ABITI UFFICIALI
Oltre agli indumenti di lino simili a quelli dei sottosacerdoti che indossava nelle attività normali (Lev. 16:4), in certe occasioni il sommo sacerdote indossava abiti particolarmente sontuosi e belli. I capitoli 28 e 39 di Esodo descrivono sia il disegno che il modello di quelli confezionati sotto la direttiva di Mosè secondo gli ordini di Dio. L’indumento più intimo (a parte le mutande di lino che li coprivano “dai fianchi alle cosce”, indossate da tutti i sacerdoti “per coprire la carne nuda”; Eso. 28:42) era la veste (ebr. kuttòneth), di lino fine (probabilmente bianco) tessuto a quadri. Questa specie di tunica a quanto pare aveva le maniche lunghe e arrivava fino alla caviglia. Probabilmente era tessuta in un pezzo solo. Una fascia di lino fine ritorto tessuta con filo turchino, color porpora e scarlatto, veniva girata intorno al corpo, probabilmente al di sopra della vita. — Eso. 28:39; 39:29.
Il turbante, evidentemente diverso dal copricapo dei sottosacerdoti, era anch’esso di lino fine. (Eso. 28:39) Sulla parte anteriore del turbante era fissata una lamina risplendente d’oro puro con incise le parole “La santità appartiene a Geova”. (Eso. 28:36) Questa lamina veniva chiamata “santo segno di dedicazione”. — Eso. 29:6; 39:30.
Sopra la tunica di lino veniva indossato il manto turchino senza maniche (ebr. meʽìl). Probabilmente anche questo era tessuto in un pezzo solo, con un bordo rinforzato intorno all’apertura superiore, perché non si strappasse. Il manto turchino senza maniche veniva indossato infilandolo dalla testa. Era più corto della tunica di lino, e tutto intorno all’orlatura si alternavano campanelli d’oro e melagrane di filo turchino, color porpora e scarlatto. Quando il sacerdote svolgeva il suo lavoro nel santuario si sentivano i campanelli. — Eso. 28:31-35.
L’efod era un indumento simile a un grembiule con una parte davanti e una parte di dietro che arrivava poco sotto la vita, veniva indossato da tutti i sacerdoti e a volte anche da persone estranee al sacerdozio. (I Sam. 2:18; II Sam. 6:14) Ma l’efod di cui si adornava il sommo sacerdote era un lavoro di ricamo speciale e costoso. Era di lino fine ritorto con lana tinta di porpora rossiccia, fibre di colore scarlatto e filamenti d’oro ricavati tagliando sottili lamine d’oro battuto. (Eso. 39:2, 3) L’efod aveva due spalline, forse tessute insieme alla sua parte anteriore, che da entrambi i lati scendevano dalla spalla fino alla cintura. Le due parti dell’efod si univano sulle spalle mediante fermagli d’oro con incastonate due onici, su ciascuna delle quali erano incisi i nomi di sei figli di Israele (Giacobbe) in ordine di nascita. Una cintura dello stesso materiale stringeva l’efod intorno alla vita; questa cintura era ‘sull’efod’, a cui forse era fissata essendo parte di esso. — Eso. 28:6-14.
Il pettorale del giudizio era senza dubbio il capo più prezioso e sontuoso dell’abbigliamento del sommo sacerdote. Era fatto dello stesso materiale dell’efod, di forma rettangolare avendo lunghezza doppia della larghezza, ma veniva piegato in modo da formare un quadrato di poco più di 22 cm per lato. Ripiegato diventava una specie di sacchetto o tasca. (Vedi PETTORALE). Il pettorale era ornato di dodici pietre preziose con castoni d’oro, su ciascuna delle quali era inciso il nome di uno dei figli di Israele. Le pietre, rubino, topazio, smeraldo, ecc., erano disposte su quattro file. Sul pettorale c’erano due catenelle d’oro, intrecciate a mo’ di cordone, e anelli d’oro agli angoli. Gli anelli in alto erano fissati alle spalline dell’efod mediante le catenelle d’oro, quelli in basso erano attaccati con nastri turchini alle spalline dell’efod, poco sopra la cintura. — Eso. 28:15-28.
Gli Urim e i Tummim (cui è attribuito il significato di “luci e perfezioni”, plurale di eccellenza) vennero messi da Mosè “nel pettorale”. (Lev. 8:8) Non si sa con esattezza cosa fossero gli Urim e i Tummim. Secondo alcuni studiosi dovevano essere sorti che venivano tirate o estratte dal pettorale, per ordine di Geova, indicando fondamentalmente un “sì” o un “no” in risposta a una domanda. Quindi potevano venire riposte dentro il pettorale. (Eso. 28:30) A questo forse allude il brano di I Samuele 14:41, 42. Altri invece sostengono che gli Urim e Tummim avessero in qualche modo a che fare con le pietre del pettorale, ma questo sembra meno probabile. Altri riferimenti agli Urim e ai Tummim si trovano in Numeri 27:21; Deuteronomio 33:8; I Samuele 28:6; Esdra 2:63 e Neemia 7:65; vedi URIM E TUMMIM.
Questi begli indumenti venivano indossati dal sommo sacerdote quando si rivolgeva a Geova per sottoporgli una domanda o una faccenda importante. (Num. 27:21; Giud. 1:1; 20:18, 27, 28) Inoltre, nel giorno di espiazione ultimate le offerte per il peccato, egli si toglieva le vesti di lino bianco per indossare i suoi abiti sontuosi e belli. (Lev. 16:23, 24) A quanto pare li indossava anche in altre occasioni.
Le istruzioni relative al giorno di espiazione, nel capitolo 16 di Levitico, non specificano se il sommo sacerdote, dopo aver indossato i suoi abiti sontuosi, doveva alzare le mani e benedire il popolo. Tuttavia nella descrizione della cerimonia di espiazione tenuta l’indomani dell’insediamento del sacerdozio seguendo esattamente la procedura del giorno di espiazione, si legge: “Aaronne alzò quindi le mani verso il popolo e lo benedisse”. (Lev. 9:22) Geova aveva indicato in cosa doveva consistere la benedizione quando aveva ordinato a Mosè: “Parla ad Aaronne e ai suoi figli, dicendo: ‘Questo è il modo in cui dovreste benedire i figli d’Israele, dicendo loro: “Geova ti benedica e ti custodisca. Geova faccia splendere verso di te la sua faccia, e ti favorisca. Geova alzi verso di te la sua faccia e ti conceda pace”’”. — Num. 6:23-27.
RESPONSABILITÀ E COMPITI
La dignità, serietà e responsabilità dell’incarico di sommo sacerdote sono sottolineate dal fatto che la colpa dei peccati da lui commessi poteva ricadere sul popolo. (Lev. 4:3) Solo il sommo sacerdote poteva entrare nel Santissimo del santuario, e questo solo un giorno all’anno, il giorno di espiazione. (Lev. 16:2) Quando quel giorno entrava nella tenda di adunanza, nessun altro sacerdote poteva essere nella tenda. (Lev. 16:17) Egli compiva tutte le funzioni del giorno di espiazione. In occasioni speciali faceva espiazione per la sua casa e per il popolo (Lev. 9:7) e interveniva davanti a Geova a favore del popolo quando l’ira di Geova divampava contro di loro. (Num. 15:25, 26; 16:43-50) Quando sorgevano questioni d’importanza nazionale era lui che doveva interrogare Geova mediante gli Urim e i Tummim. (Num. 27:21) Officiava quando veniva scannata e bruciata la vacca rossa, la cui cenere era usata per l’acqua di purificazione. — Num. 19:1-5, 9.
Evidentemente il sommo sacerdote, se lo desiderava, poteva svolgere qualsiasi compito o cerimonia sacerdotale. All’epoca del re Davide i sacerdoti erano diventati molto numerosi. Perciò, affinché tutti potessero prestare servizio, Davide li suddivise in ventiquattro divisioni. (I Cron. 24:1-18) Questa disposizione rimase in vigore finché durò il sacerdozio. Comunque il sommo sacerdote non doveva limitarsi a prestare servizio nel santuario in determinate occasioni, come i sottosacerdoti, ma poteva farlo in qualsiasi momento. (I sottosacerdoti potevano assistere sempre, ma certi compiti erano riservati ai sacerdoti della particolare divisione in servizio). Come per i sottosacerdoti, i periodi festivi erano i più impegnativi per il sommo sacerdote.
Il santuario, il servizio che vi si svolgeva e il suo tesoro erano affidati alla sorveglianza del sommo sacerdote. (II Re 12:7-16; 22:4) Sembra che le stesse mansioni fossero svolte da un “secondo” sacerdote, che era il suo principale assistente. (II Re 25:18) In epoche successive questo assistente, chiamato “Sagan”, officiava per il sommo sacerdote quando questi per qualche ragione era impedito. Eleazaro, figlio di Aaronne, aveva speciali mansioni di sorveglianza. — Num. 4:16.
Il sommo sacerdote era la guida della nazione nell’istruzione religiosa. (Lev. 10:8-11; Deut. 17:9-11) Lui e le autorità secolari (Giosuè, i giudici e, sotto la monarchia, il re) costituivano la corte suprema della nazione. (Deut. 17:9, 12; II Cron. 19:10, 11) Dopo l’istituzione del Sinedrio (avvenuta in seguito) questo era presieduto dal sommo sacerdote. (Secondo alcuni non presideva sempre, ma solo quando voleva). (Matt. 26:57; Atti 5:21) Il sommo sacerdote Eleazaro partecipò insieme a Giosuè alla divisione del paese fra le dodici tribù. (Gios. 14:1; 21:1-3) La morte del sommo sacerdote doveva essere comunicata alle città di rifugio in tutto il paese, e significava la liberazione di tutti coloro che erano confinati nelle città di rifugio perché colpevoli di omicidio involontario. — Num. 35:25-29.
LA SUCCESSIONE DEI SOMMI SACERDOTI
Per ciò che riguarda la discendenza del sommo sacerdote, e i nomi di coloro che ricoprirono effettivamente questo incarico, si veda l’unito prospetto. La Bibbia ne menziona per nome solo alcuni, ma contiene registrazioni genealogiche dei discendenti di Aaronne. Senza dubbio un buon numero di coloro che compaiono nelle tavole genealogiche prestarono servizio come sommi sacerdoti, anche se la Bibbia non ha avuto occasione di descrivere la loro attività e non specifica che abbiano effettivamente ricoperto questo incarico. I pochi nomi menzionati non sono certo sufficienti a colmare il periodo di tempo intercorso, specie tra l’inizio del sacerdozio nel 1512 a.E.V. e la distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Spesso alcuni nomi non compaiono nelle tavole genealogiche, e quindi alcuni innominati possono aver ricoperto questo incarico. Il prospetto perciò non vuole fornire un elenco assolutamente completo e accurato, ma può aiutare il lettore a farsi meglio un’idea della successione dei sommi sacerdoti.
IL SACERDOZIO DI MELCHISEDEC
Il primo sacerdote menzionato nella Bibbia è Melchisedec, che era “sacerdote dell’Iddio Altissimo” e anche re di Salem (Gerusalemme). Abraamo, di ritorno dall’aver sconfitto i re mesopotamici alleati di Chedorlaomer, incontrò questo sacerdote-re. Egli riconobbe l’origine divina dell’autorità di Melchisedec dandogli un decimo del frutto della sua vittoria e ricevendo la sua benedizione. La Bibbia non parla degli antenati di Melchisedec, né della sua nascita o della sua morte. Egli non ebbe predecessori né successori. — Gen. 14:17-24; vedi MELCHISEDEC.
IL SOMMO SACERDOZIO DI GESÙ CRISTO
Il libro biblico di Ebrei, generalmente attribuito all’apostolo Paolo, indica che Gesù Cristo, da quando è stato risuscitato e ha avuto accesso al cielo, è “sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre”. (Ebr. 6:20; 7:17, 21) Per descrivere la grandezza del sacerdozio di Cristo e la sua superiorità rispetto al sacerdozio aaronnico, lo scrittore mostra che Melchisedec era re e sacerdote mediante designazione dell’Iddio Altissimo, e non per eredità. Cristo Gesù, che non era della tribù di Levi ma di quella di Giuda, e della discendenza di Davide, non eredita l’incarico perché discendente di Aaronne, ma lo riceve per diretta nomina di Dio, come Melchisedec. (Ebr. 5:10) Oltre alla promessa riportata nel Salmo 110:4, “Geova ha giurato (e non si rammaricherà): ‘Tu sei sacerdote a tempo indefinito secondo la maniera di Melchisedec!’” — nomina che fa di lui un Re-Sacerdote celeste — Cristo detiene l’autorità del regno essendo discendente di Davide. Come tale diventa l’erede del potere regale promesso nel patto davidico. (II Sam. 7:11-16) Perciò ricopre l’incarico sia di re che di sacerdote, come Melchisedec.
La straordinaria superiorità del sommo sacerdozio di Cristo è mostrata anche in un altro modo, cioè in quanto Levi, progenitore del sacerdozio ebraico, diede in effetti la decima a Melchisedec, essendo ancora nei lombi di Abraamo quando il patriarca diede una decima parte al sacerdote-re di Salem. Inoltre, in questo senso pure Levi fu benedetto da Melchisedec, e la regola è che il minore è benedetto dal maggiore. (Ebr. 7:4-10) L’apostolo richiama l’attenzione anche sul fatto che Melchisedec, “essendo senza padre, senza madre, senza genealogia, non avendo né principio di giorni né fine di vita”, rappresentava il sacerdozio eterno di Gesù Cristo, che è stato risuscitato a “una vita indistruttibile”. — Ebr. 7:3, 15-17.
Comunque Cristo, pur non avendo ricevuto il sacerdozio per discendenza carnale da Aaronne, e non avendo predecessore né successore, adempie le cose tipificate dal sommo sacerdote aaronnico. L’apostolo lo spiega in modo molto chiaro dicendo che il tabernacolo simile a una tenda costruito nel deserto era un modello “della vera tenda, che Geova, e non un uomo, eresse”, e che i sacerdoti levitici rendevano “sacro servizio in una rappresentazione tipica e in un’ombra delle cose celesti”. (Ebr. 8:1-6; 9:11) Riferisce che Gesù Cristo, che non offrì sacrifici animali ma il suo stesso corpo perfetto, soppresse la validità o necessità dei sacrifici animali; Gesù dunque ‘attraversò i cieli’, “non con sangue di capri e di giovani tori, ma col proprio sangue e ottenne per noi una liberazione eterna”. (Ebr. 4:14; 9:12; 10:5, 6, 9) Egli entrò nel luogo santo tipificato dal Santissimo in cui entrava Aaronne, cioè “nel cielo stesso, per apparire ora dinanzi alla persona di Dio per noi”. — Ebr. 9:24.
Il sacrificio di Gesù, l’antitipico sommo sacerdote, non aveva bisogno di essere ripetuto come quelli dei sacerdoti aaronnici, perché il suo sacrificio ha veramente tolto il peccato. (Ebr. 9:13, 14, 25, 26) Inoltre, nel tipo o ombra, nessun sacerdote aaronnico poté vivere abbastanza a lungo da salvare completamente o recare completa salvezza e perfezione a tutti coloro che serviva, ma Cristo “può anche salvare completamente quelli che accedono a Dio per mezzo suo, perché è sempre vivente per intercedere a loro favore”. — Ebr. 7:23-25.
Come il sommo sacerdote in Israele non era sempre occupato a fare sacrifici, ma benediceva anche il popolo ed era il principale responsabile di insegnare al popolo le giuste leggi di Dio, così anche Gesù Cristo. Presentandosi al Padre suo nei cieli egli “offrì un solo sacrificio per i peccati in perpetuo e si mise a sedere alla destra di Dio, aspettando quindi che i suoi nemici fossero posti a sgabello dei suoi piedi”. (Ebr. 10:12, 13; 8:1) Perciò “la seconda volta apparirà indipendentemente dal peccato e a quelli che premurosamente lo cercano per la loro salvezza”. — Ebr. 9:28.
La superiorità di Gesù Cristo quale sommo sacerdote è evidente anche in un altro senso. Divenendo uomo di sangue e carne come i suoi “fratelli” (Ebr. 2:14-17), venne messo veramente alla prova; subì ogni sorta di opposizione, persecuzione e infine una morte ignominiosa. (Ebr. 2:18; 5:8, 9) Per questo “abbiamo come sommo sacerdote non uno che non possa compatire le nostre debolezze, ma uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato”. — Ebr. 4:15, 16.
SOTTOSACERDOTI CRISTIANI
Gesù Cristo è l’unico sacerdote “secondo la maniera di Melchisedec” (Ebr. 7:17), ma, come Aaronne il sommo sacerdote di Israele, Gesù Cristo ha un corpo di sottosacerdoti provvedutogli dal Padre suo Geova. A questi è promessa un’eredità con lui nei cieli, dove come re associati avranno una parte nel suo regno. (Rom. 8:17) Sono stati definiti “un regal sacerdozio”. (I Piet. 2:9) Nella visione descritta nel libro biblico di Rivelazione cantano un nuovo cantico, che dice come Cristo li abbia comprati col suo sangue e abbia fatto di loro “un regno e sacerdoti al nostro Dio, lei ... regneranno sulla terra”. (Riv. 5:9, 10) Poi nella visione si vedono accanto all’Agnello 144.000 persone che cantano un nuovo cantico. Anche di costoro viene detto “che sono stati comprati dalla terra”, quali seguaci dell’Agnello, “comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. (Riv. 14:1-4; confronta Giacomo 1:18). In questo capitolo di Rivelazione (14) viene dato l’avvertimento riguardo al marchio della bestia, spiegando che nell’evitare questo marchio “sta la perseveranza dei santi”. (Vv. 9-12) Questi 144.000 comprati sono coloro che perseverano fedelmente, vengono alla vita e regnano con Cristo e che “saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. (Riv. 20:4, 6) Gesù Cristo quale sommo sacerdote può offrire loro questa gloriosa posizione.
[Prospetto alle pagine 1192-1194]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
SUCCESSIONE DEI SOMMI SACERDOTI DI ISRAELE
Genealogie dei sommi sacerdoti si trovano in I Cronache 6:1-15, 50-53 e Esdra 7:1-5. Queste non sono complete; alcuni nomi sono omessi, come avviene spesso nelle tavole genealogiche ebraiche. Giuseppe Flavio e i rabbini aggiungono altri nomi, ma la loro accuratezza è dubbia. Il punto interrogativo dopo i nomi in neretto indica coloro che possono aver ricoperto l’incarico di sommo sacerdote (diversi con molta probabilità) ma che nella Bibbia sono elencati solo come discendenti di un sommo sacerdote, senza specificare se hanno prestato servizio come tali.
PRIMA DELL’ESILIO
Levi (Figlio di Giacobbe. — Gen. 29:34)
Cheat (Gen. 46:11; Eso. 6:16;
Amram (Eso. 6:18; I Cron. 6:2)
Izar
Ebron
Uzziel
Gherson
Merari
1512 a.E.V. — INIZIO DEL SACERDOZIO DI ISRAELE
AARONNE (Eso. 6:20; I Cron. 23:13)
Mosè
ELEAZARO (Eso. 6:23; Lev. 10:1-7;
Nadab (morti)
Abiu
Itamar
(Arca del patto a Silo dalla conquista del paese [1467 a.E.V.] fino al tempo di Eli, temporaneamente a Betel. — Gios. 18:1; Giud. 20:18, 26-28)
FINEAS (Patto di Geova per il
sacerdozio nella sua discendenza.
ABISUA? (I Cron. 6:4, 5; Esd. 7:5)
BUCCHI? (I Cron. 6:5; Esd. 7:4)
UZZI? (I Cron. 6:5, 6; Esd. 7:4)
(Discendenti di Itamar officiarono,
pare, in questo periodo)
Zeraia (I Cron. 6:6; Esd. 7:4)
Meraiot (I Cron. 6:6, 7;
Amaria (I Cron. 6:7)
Ahitub (II Sam. 8:17;
ELI (Primo sommo sacerdote discendente di Itamar; succeduto ad Abisua o a Uzzi secondo Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, Libro V, cap. XI, 5; Libro XI, cap. I, 3; confronta I Cronache 24:3)
Ofni
Fineas
(Arca catturata dai filistei. Eli e figli muoiono. Arca per 7 mesi in territorio filisteo. [I Sam. 4:17, 18; 6:1] Arca ricuperata, sistemata temporaneamente a Bet-Semes, poi per molti anni a Chiriat-Iearim [Baale-Giuda] in casa di Abinadab, finché Davide conquistò Gerusalemme. — I Sam. 6:14, 15; 7:2; II Sam. 6:2, 3)
Icabod (I Sam. 4:19-22)
AHITUB? (I Sam. 14:3; 22:9)
AHIA (Probabilmente fratello di Ahimelec. Servì nel tabernacolo a Silo. — I Sam. 14:3)
(Davide tentò di portare l’Arca a Gerusalemme; Uzza punito. Davide portò l’Arca in casa di Obed-Edom il Gattita; l’Arca vi rimase tre mesi, poi Davide la trasferì a Gerusalemme. — II Sam. 6:1-11)
AHIMELEC (Aiutò Davide; ucciso quando 85 sacerdoti di Nob furono trucidati per ordine di Saul. — I Sam. 21:1-6; 22:9-18)
ABIATAR (Scampò e si unì a Davide. [I Sam. 22:20-23; 23:6, 9; 30:7] Ma poi sostenne Adonia e fu deposto da Salomone. Casa di Eli destituita dal sommo sacerdozio, in adempimento delle parole di Geova in I Samuele 2:30-36. — I Re 2:27, 35)
L’incarico ritorna ai discendenti di Eleazaro
ZADOC (Forse “secondo” sacerdote durante il regno di Davide. [Vedi II Re 25:18; Geremia 52:24]. Leale a Davide quando Adonia tentò di usurpare il trono. Salomone lo fece sommo sacerdote al posto di Abiatar. — II Sam. 8:17; 15:24-29; 19:11; I Re 1:7, 8, 32-45; 2:27, 35; I Cron. 24:3)
(Arca collocata nel tempio appena costruito da Salomone. — I Re 8:1-6)
AHIMAAZ? (II Sam. 15:27, 36; 17:20; I Cron. 6:8)
AZARIA (I)? (I Re 4:2; I Cron. 6:9)
(I prossimi tre, Amaria, Ieoiada, e Zaccaria, sono evidentemente nomi omessi in I Cron. 6:1-15)
AMARIA (All’epoca del re Giosafat. — II Cron. 19:11)
IEOIADA (All’epoca di Ieoram, Acazia, Atalia e Ioas. — II Re 11:4—12:9; II Cron. 22:10—24:15)
ZACCARIA? (Lapidato, con l’approvazione del re Ioas. — II Cron. 24:20-22)
IOANAN? (I Cron. 6:10)
AZARIA (II) (Probabilmente il sacerdote che si oppose al presuntuoso atto del re Uzzia. — I Cron. 6:10; II Cron. 26:17-20)
(I prossimi due, Urija e Azaria, possono essere omessi in I Cronache 6:1-15)
URIJA? (Sacerdote che, per ordine del re Acaz, costruì un altare uguale all’altare pagano di Damasco. — II Re 16:10-16)
AZARIA (II o III) (Discendente di Zadoc; in carica all’epoca del re Ezechia. Può essere lo stesso Azaria II, elencato prima, o un suo omonimo. — II Cron. 31:10-13)
AMARIA? (I Cron. 6:11; Esd. 7:3)
AHITUB (Nee. 11:11; I Cron. 6:11, 12; 9:11; Esd. 7:2)
MERAIOT? (Era sacerdote, discendente di Ahitub, ma forse non sommo sacerdote. — I Cron. 9:11; Nee. 11:11)
ZADOC? (I Cron. 6:12; 9:11; Esd. 7:2; Nee. 11:11)
SALLUM? (Mesullam) (I Cron. 6:12, 13; 9:11; Esd. 7:2; Nee. 11:11)
ILCHIA (All’epoca del re Giosia. — II Re 22:4-14; 23:4; I Cron. 6:13; II Cron. 34:9-22)
AZARIA (III o IV)? (I Cron. 6:13, 14)
SERAIA (Ucciso da Nabucodonosor a Ribla dopo la caduta di Gerusalemme nel 607 a.E.V. — II Re 25:18-21; I Cron. 6:14; Esd. 7:1; Ger. 52:24-27)
IOZADAC? (Portato prigioniero a Babilonia da Nabucodonosor nel 607 a.E.V. Suo figlio Iesua [Giosuè] e forse altri figli nacquero durante l’Esilio. Naturalmente non fu in grado di officiare nel tempio. — I Cron. 6:14, 15; Esd. 3:2)
(L’arca del patto scompare; non c’è nei successivi templi di Gerusalemme)
(Da Abiatar a lozadac Giuseppe Flavio elenca 17 sommi sacerdoti, mentre il Seder‘Olam Zuta, opera storica ebraica, ne elenca 19).
DOPO IL RITORNO DALL’ESILIO
GIOSUÈ (Iesua) (Tornato nel 537 a.E.V. con Zorobabele. — Esd. 2:2; 3:2; Nee. 12:10; Agg. 1:1; Zacc. 3:1; 6:11)
IOIACHIM? (Nee. 12:10, 12; in carica quando Esdra tornò a Gerusalemme, secondo Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, Libro XI, cap.V, 1)
ELIASIB (All’epoca di Neemia. — Nee. 3:20; 12:10, 22; 13:4, 6, 7)
IOIADA? (Nee. 12:10, 11, 22; 13:28)
GIONATAN? (Ioanan) (Nee. 12:11, 22, 23)
IADDUA? (Probabilmente al, o “fino al”, tempo di Dario il persiano. — Nee. 12:11, 22)
DAL TEMPO DI DARIO (II) IL PERSIANO
(Da questo momento fino all’epoca dei Maccabei la successione dei sommi sacerdoti è desunta dal libro apocrifo di I Maccabei e da Antichità giudaiche, Libri XI-XX, di Giuseppe Flavio. Quest’ultimo elenca più nomi di sommi sacerdoti di I Maccabei. Dai Maccabei alla distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. la principale fonte di informazioni è Giuseppe Flavio. La Bibbia ne menziona solo tre [Anna, Giuseppe Caiafa e Anania]. Sembra che la successione dei sommi sacerdoti fosse rispettata, almeno nella maggioranza dei casi, anche se governanti pagani li deposero e nominarono a loro piacere).
ONIA I
SIMONE IL GIUSTO
ELEAZARO
MANASSE
ONIA II
SIMONE II
ONIA III
GIOSUÈ (alla greca, Gesù); anche Giasone
ONIA (chiamato anche Menelao)
ALCIMO
I RE-SACERDOTI MACCABEI
GIONATA
SIMONE (il principe)
GIOVANNI IRCANO
ARISTOBULO I
ALESSANDRO IANNEO
IRCANO II (Aristobulo II temporaneamente al governo)
ANTIGONO
DOPO CHE ERODE IL GRANDE DIVENTÒ RE (Matt. 2:1)
(Nominati da Erode)
ANANEL (Ananelo)
ARISTOBULO III
ANANEL (per la seconda volta)
GESÙ (Figlio di Fabet)
SIMONE
MATTIA (Mattatia)
IOAZAR
(Nominati da Archelao, re della Giudea — Mt 2:22)
ELEAZARO (figlio di Boeto)
GESÙ (figlio di Sie) (rinominato Ioazar)
(Nominati da Quirinio, governatore della Siria — Lu 2:2)
ANNA (Anano) (Nominato da Quirinio verso il 6 o 7 E.V.; deposto da Valerio Grato, governatore della Giudea, verso il 15 E.V. Era suocero di Caiafa. Anche dopo esser stato deposto continuò a essere molto influente. — Luca 3:2; Giov. 18:13, 24; Atti 4:6)
(Nominati da Valerio Grato, governatore della Giudea)
ISMAELE (figlio di Fabi)
ELEAZARO (figlio di Anna)
SIMONE
GIUSEPPE CAIAFA (In carica durante il ministero terreno di Gesù e all’inizio del ministero degli apostoli. Presiedette come sommo sacerdote al processo di Gesù davanti al Sinedrio, insieme al suocero Anna. [Matt. 26:3, 57; Luca 3:2; Giov. 11:49, 51; 18:13, 14, 24, 28] Lui e Anna convocarono Pietro e Giovanni e ordinarono loro di smettere di predicare. [Atti 4:6, 18] Caiafa fu il sommo sacerdote al quale Saulo chiese lettere per la sinagoga di Damasco che lo autorizzavano ad arrestare i cristiani. — Atti 9:1, 2, 14)
(Nominati da Vitellio, governatore della Siria)
GIONATA (figlio di Anna)
TEOFILO (figlio di Anna)
(Nominati da Erode Agrippa I)
SIMONE (Cantera)
MATTIA (Mattatia) (figlio di Anna)
ELIONEO
(Nominati da Erode, re di Calcide)
GIUSEPPE
ANANIA (Presiedeva il Sinedrio al processo di Paolo. — Atti 23:2; 24:1)
(Nominati da Erode Agrippa II)
ISMAELE
GIUSEPPE (Cabi)
ANNA (Anano, figlio di Anna)
GESÙ (figlio di Gamaliele)
MATTIA (Mattatia, figlio di Teofilo)
FANNIA (o Fineas; fatto sommo sacerdote dal popolo durante la guerra contro Roma)