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Esercitare maturità è una salvaguardiaLa Torre di Guardia 1966 | 15 dicembre
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egli non può penetrare. Se avremo acquistato completa e accurata conoscenza dei propositi di Geova come si trovano nella sacra Parola la Bibbia, se l’avremo paragonata e analizzata attentamente con l’aiuto di maturi fratelli in associazione con la congregazione, se avremo preso in anticipo decisioni su ciò che faremo nelle varie circostanze che potrebbero sorgere, se le ricorderemo e prenderemo decisioni pratiche, ci salvaguarderemo contro le tentazioni a cui ci troveremo continuamente di fronte. — Efes. 6:16.
20. Che cosa ci provvederà eterna salvaguardia?
20 Com’è verace il proverbio che ci dice di contare sempre su Geova, com’è dichiarato in Proverbi, capitolo 3, versetti 5 e 6 (Ga): “Confida in Jahve con tutto il cuore, e non appoggiarti alla tua intelligenza. In tutti i tuoi sentieri pensa a lui ed egli appianerà il tuo cammino”! Saggiamente, dunque, riponete tutta la vostra fede e fiducia in Geova, basata sul maturo giudizio. Questo vi proteggerà, e Geova stesso sarà il vostro eterno scudo.
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“Abba, Padre”La Torre di Guardia 1966 | 15 dicembre
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“Abba, Padre”
Lo scrittore evangelico Marco racconta che Gesù Cristo usò il termine “Abba” quando pregò Geova Dio nel Getsemani poco prima della sua morte, dicendo: “Abba, Padre, ogni cosa ti è possibile; rimuovi da me questo calice. Tuttavia non ciò che io voglio, ma ciò che tu vuoi”. (Mar. 14:36) Ecco la fervida supplica di un figlio a un Padre amato, seguìta subito dall’assicurazione che, in qualsiasi evento, egli sarebbe rimasto ubbidiente. La parola abba in aramaico significa “padre” e corrisponde all’ebraico ab (padre) ma è la forma enfatica di Ab. Era il nome intimo usato dai bambini per i loro padri e unisce parte dell’intimità della parola italiana “papà” pur conservando la dignità della parola “padre”, essendo sia non formale eppure rispettosa. Era perciò una forma di indirizzo più affettuosa di un titolo ed era fra le prime parole che il bambino imparava a dire. La parola ricorre altre due volte nelle lettere dell’apostolo Paolo, in Romani 8:15 e in Galati 4:6. In entrambi i luoghi la parola è usata in relazione ai cristiani chiamati ad essere figli di Dio generati dallo spirito e indica l’intimità della loro relazione con il Padre. Pur essendo “schiavi di Dio”, tuttavia sono anche figli nella casa di un Padre amorevole, e son resi positivamente consapevoli di questa condizione per mezzo dello spirito santo mediante il loro Signore Gesù. — Rom. 6:22; 8:15; Gal. 4:6.
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Un portentoLa Torre di Guardia 1966 | 15 dicembre
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Un portento
Nelle Sacre Scritture, in 2 Re 20:8-11 e Isaia 38:4-8, è narrato il racconto del portento che Dio diede al malato re Ezechia in risposta alla preghiera di Isaia. Consistette nel far invertire direzione e salire di dieci gradini un’ombra che era gradualmente scesa. Alcuni dicono che questo si riferisca ai gradini o gradi di una meridiana per misurare il tempo, e non è impossibile che il padre di Ezechia avesse ottenuto tale meridiana da Babilonia, poiché l’uso delle meridiane si estende oltre l’ottavo secolo a.E.V. sia a Babilonia che in Egitto. Comunque, lo storico giudeo Giuseppe Flavio nel considerare il racconto parla di questi gradini di Acaz come essendo “nella sua casa”, indicando evidentemente che facevano parte di una scala. Forse vi era una colonna di fianco alle scale che riceveva i raggi del sole e faceva stendere gradualmente l’ombra lungo i gradini e serviva per misurare il tempo. Il miracolo compiuto evidentemente ebbe effetti di vasta portata, in quanto come mostra 2 Cronache 32:24, 31 furono mandati messaggeri da Babilonia a Gerusalemme per indagare “intorno al portento che era accaduto nel paese”. Quel portento fu per Ezechia la garanzia che si sarebbe riavuto dalla sua malattia e che Geova avrebbe aggiunto quindici anni alla sua vita, e anche che Gerusalemme sarebbe stata liberata dalla mano del re d’Assiria. Avvenne com’era stato predetto.
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