Seconda parte
1. Come indica Giobbe 17:13-16 che Sceol è un luogo basso ed è la tomba?
COM’È già stato notato l’Ades o Sceol non è in cielo ma è un luogo basso. (Matt. 11:23; Luca 10:15) Il paziente Giobbe dell’antichità indica che è un luogo basso. Quando stava per morire di una terribile malattia, Giobbe disse: “Posso ben sperare! lo Sceol è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio. Al sepolcro io grido: ‘Padre mio, sei tu!’ e ai vermi ‘madre mia, sorelle mie, voi siete!’ E la speranza mia dov’è? il mio benessere chi lo vedrà? Scenderanno con me allo Sceol, e ci seppelliremo insieme nella polvere!” (Giob. 17:13-16, Na) Ora, che cosa descrive qui Giobbe? L’onesto lettore risponderà: “La tomba!” Essa è nella polvere della terra. È un luogo oscuro, dov’è deposto il corpo morto come su un giaciglio; è una fossa, e vi si trova il verme che si nutre del cadavere in putrefazione. Ha sbarre, nel senso che quelli che vi sono sepolti non possono liberarsi. Infatti, la versione di Giovanni Diodati usa in questo caso le parole “sepolcro” e “fossa” invece della parola ebraica Sceol.
2. Quali resti sono associati allo Sceol, nel Salmo 141:7?
2 Avendo in mente un taglialegna che sparge qua e là pezzi di legno, il salmista Davide disse: “Come quando uno spacca e fende sulla terra, le nostre ossa sono state sparse alla bocca dello Sceol”. (Sal. 141:7) Invece di Sceol, la versione di Giovanni Diodati usa la parola “sepolcro”, e appropriatamente, poiché le ossa sono sparse alla bocca della tomba prima della sepoltura.
3. Come indica Isaia 28:15-18 che lo Sceol è la tomba?
3 Parlando dei nemici di Dio, il profeta Isaia mette la morte (non la vita) in relazione con lo Sceol, dicendo: “Perché avete detto: ‘Abbiamo concluso un patto con la Morte; e con lo Sceol abbiamo effettuato una visione; la repentina inondazione che straripa, nel caso che passi, non verrà su noi . . .’ perciò il Signore Geova ha detto questo: ‘. . . il vostro patto con la Morte per certo sarà dissolto, e quella vostra visione con lo Sceol non reggerà. La repentina inondazione che straripa, quando passa, voi pure dovete divenire per essa un luogo da calpestare’”. (Isa. 28:15-18) Questo stesso linguaggio indica che lo Sceol è la comune tomba del morto genere umano, poiché la tomba è il luogo della morte.
4. Come indica anche Isaia 57:9 che lo Sceol è un luogo basso?
4 Anche Isaia 57:9 indica che lo Sceol è un luogo basso, basso come la tomba. Dopo aver detto che il regno giudaico di Giuda aveva cercato di indurre altre nazioni, nazioni Gentili, a fare alleanze politiche con lui, questa profezia dice: “Discendevi verso Melec con olio, e rendevi abbondanti i tuoi unguenti. E continuasti a mandar lontano i tuoi inviati, così che abbassasti le cose allo Sceol”. Nei suoi rapporti politici con le nazioni Gentili l’infedele regno di Giuda era sceso così in basso agli occhi di Dio che si attirò la condanna della morte nella tomba, cessando in tal modo d’essere una nazione indipendente con un re.
5. (a) In che modo lo stato di bassezza è associato allo Sceol in Salmo 86:12, 13? (b) In che modo il Salmo 88:2-6, NM; 88:3-7 associa la sepoltura, la fossa e la perdita della forza allo Sceol?
5 Associando lo stato di bassezza e la morte allo Sceol, Salmo 86:12, 13 (Na) dice: “Io Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore, e darò gloria al Tuo Nome nei secoli: poiché grande è stata la Tua bontà verso di me, e hai tratto l’anima mia dal profondo dello Sceol”. Associando il luogo di sepoltura, la folla e la perdita della forza allo Sceol, Salmo 88:2-6, NM; 88:3-7 (Na) dice: “Giunga a Te la mia preghiera, inclina il Tuo orecchio alla mia voce, poiché sazia di mali è l’anima mia e vicina allo Sceol è la mia vita. Sono contato con quei che scendono nella fossa, sono ridotto come un uomo stremato di forze, abbandonato tra i morti, come i trafitti, che giaccion nel sepolcro, che Tu più non ricordi e che dalla Tua mano sono stati respinti. Tu mi hai gettato in una fossa profonda, nelle tenebre, negli abissi”.
6. Come Salmo 116:3, 7-10 prova ulteriormente che lo Sceol è la tomba?
6 Accrescendo le prove bibliche che lo Sceol o Ades è la comune tomba del morto genere umano, da cui v’è risurrezione, Salmo 116:3, 7-10 (Na) dice: “I lacci di morte mi avevano avvolto, gli spasimi dello Sceol mi avevan sorpreso, ero in preda all’angoscia e all’affanno. Ritorna, anima mia, alla tua calma poiché il Signore ti colma di beni. Tu liberasti l’anima mia da morte, i miei occhi dalle lacrime, il piede mio dalla caduta. Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei vivi. Ho creduto anche quando ho detto: ‘Io soffro ben molto!’” Si notino in queste parole la continua associazione dello Sceol con la morte, non con la vita immortale. Una volta, mentre soffriva come cristiano l’apostolo Paolo citò queste parole del Salmo 116:10 e le collegò alla risurrezione di Gesù dai morti, in 2 Corinti 4:13, 14.
7. Come 2 Samuele 22:6 e Salmo 18:4, 5 fanno pensare che Davide era attratto nella tomba?
7 Usando un linguaggio simile a quello summenzionato il salmista Davide si sentì attratto nella tomba della morte, quando disse: “Le funi dello Sceol mi avevano avvinto, lacci di morte mi avevan sorpreso”. (2 Sam. 22:6, Na) Riferendosi alla stessa esperienza il salmista Davide disse, nel Salmo 18:4, 5: “Le funi della morte mi circondarono; fiumane di uomini buoni a nulla pure mi atterrivano. Le medesime funi dello Sceol mi accerchiarono; mi si presentarono i lacci della morte”. La morte violenta sembrava inevitabile a Davide; la comune tomba del morto genere umano sembrava una certezza per lui. Ma egli invocò l’Onnipotente Dio e gli furono risparmiati la morte e lo Sceol o Ades. Fu come se fosse stato risuscitato dai morti mediante la potenza di Geova Dio. — Sal. 18:8-19.
8. A che cosa paragonò il profeta Giona la sua esperienza nel ventre del pesce per tre giorni?
8 Al profeta Giona sembrò che il ventre di un grande mostro marino fosse la sua tomba, quando questo terribile pesce lo inghiottì durante una tempesta sul mare e non lo vomitò sulla terra asciutta che il terzo giorno. Così il racconto che il profeta fa della sua esperienza dice: “Giona pregò quindi Geova suo Dio dalle parti interiori del pesce e disse: ‘Dalla mia angustia chiamai Geova, ed egli mi rispondeva. Dal ventre dello Sceol invocai soccorso. Tu udisti la mia voce. Scesi in fondo ai monti [dentro il pesce]. In quanto alla terra, le sue sbarre [come quelle di una tomba] erano su me a tempo indefinito. Ma dalla fossa traevi la mia vita, o Geova mio Dio’”. (Giona 2:1, 2, 6) Per tre giorni Giona fu come morto nella tomba o Sceol o Ades. Il Signore Gesù Cristo lo indicò riferendosi alla sua propria morte e sepoltura e dicendo: “Poiché come Giona fu nel ventre del grosso pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo sarà nel cuore della terra tre giorni e tre notti”. — Matt. 12:40.
9. Di che cosa fu una figura profetica la liberazione di Giona dal ventre del pesce, e mediante chi è possibile sfuggire allo Sceol?
9 Il terzo giorno l’Onnipotente Dio, il cui nome è Geova, trasse fuori miracolosamente il profeta Giona dal ventre dell’enorme pesce. Questo stesso Dio, Geova, trasse il suo fedele profeta Gesù Cristo dal “cuore della terra” il terzo giorno. Quindi la liberazione di Giona fu una figura profetica della risurrezione del Figlio di Dio dai morti. Dopo la sua risurrezione furono date a Gesù Cristo le “chiavi della morte e dell’Ades”, affinché fosse l’Agente di Dio per destare tutti gli altri che sono nell’Ades o Sceol e nella condizione di morte. Nessun uomo può, coi propri mezzi e le proprie disposizioni, sfuggire alla morte e allo Sceol o Ades, la tomba che è comune al morto genere umano nella polvere della terra.
10. (a) Come Salmo 89:48, 49 e Giobbe 7:8, 9 indicano l’incapacità dell’uomo nello Sceol? (b) Come i superstiti di Armaghedon eviteranno di andare nello Sceol?
10 Il salmista Etan l’Ezraita se ne rese conto dolorosamente quando disse a Geova Dio: “Ricordati quanto io sia di breve durata, e quanto vani hai creato i figli dell’uomo. Qual è quel vivente che non vedrà la morte? che scampi l’anima sua dalla mano dello Sceol?” (Sal. 89:47, 48, NM; 89:48, 49, Na) Per questa ragione i dedicati cristiani di oggi che sopravvivranno alla futura battaglia di Armaghedon ed entreranno nel giusto nuovo ordine sulla terra con l’opportunità di non morire mai sopravvivranno solo mediante la miracolosa potenza divina di proteggere e preservare. Similmente, quelli che muoiono e sono sepolti nello Sceol o Ades non possono uscire da questo luogo di morte e deterioramento mediante la propria potenza. Il profeta Giobbe, mortalmente malato, parlò di questa incapacità dell’uomo quando disse con tristezza: “Non mi scorgerà più l’occhio che mi vede: i tuoi occhi saranno sempre su me ed io più non sarò. Una nube svanisce e se ne va, così chi scende allo Sceol più non risale”. — Giob. 7:8, 9, Na.
11. (a) Quale incapacità dei ricchi addita Salmo 49:7-10? (b) Per quale miracolo si può confidare in Dio, secondo il versetto 16 di Salmo 49?
11 Neanche con tutta la sua ricchezza l’uomo più ricco che vi sia oggi sulla terra può comprare per sé l’esenzione dalla morte e dalla tomba o pagare la risurrezione dallo Sceol o Ades, né per sé né per il suo più stretto parente. Il Salmo 49:7-10 (VR) gli dice questo fatto, con le seguenti parole: “Nessuno però può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del riscatto d’esso. . . . Non può farsi ch’ei continui a vivere in perpetuo e non vegga la fossa. Perché la vedrà. I savi muoiono; periscono del pari il pazzo e lo stolto e lasciano ad altri i loro beni”. A differenza del ricco materialista, l’ispirato salmista confida nell’Onnipotente Dio Geova e dice: “Ma Dio riscatterà l’anima mia dalla mano dello Sceol, poiché mi accoglierà con sé”. — Sal. 49:15, NM; 49:16, Na.
12. (a) In Salmo 30:3, 4 per che cosa Davide lodò Dio? (b) A quale potere di Geova Dio si riferì Anna in 1 Samuele 2:6?
12 Quando il salmista Davide guarì da una malattia che sembrava dovesse significare per lui morte certa e sepoltura, lodò con gratitudine il suo Dio e disse: “Signore, Dio mio, a Te ho levato il mio grido e Tu mi hai risanato. Signore, hai tratto dallo Sceol l’anima mia, mi hai ridato alla vita fra coloro che scendon nella fossa”. (Sal. 30:2, 3, NM; 30:3, 4, Na) Non solo l’Iddio di Davide può impedire che qualcuno scenda prematuramente nella morte e nella tomba, ma può anche trarre i morti dallo Sceol o Ades mediante la risurrezione, come fece nel caso del suo proprio Figlio Gesù Cristo. La madre del profeta Samuele disse la stessa cosa quando affermò: “Geova uccide e conserva in vita, fa scendere allo Sceol, e trae fuori”. (1 Sam. 2:6) Maria, madre di Gesù, rivolse lodi a Geova con un pensiero simile nella mente. — Luca 1:46-55.
MORTI O VIVI E CONSAPEVOLI?
13. Confermando il vero significato, come diversi traduttori della Bibbia rendono Sceol e Ades in italiano?
13 Perciò le prove bibliche sono così numerose, chiare e semplici che non vi dovrebbero essere dubbi al riguardo: lo Sceol o Ades biblico è la comune tomba del morto genere umano. Per questo parecchi traduttori della Bibbia rendono in italiano queste due parole “la tomba” (non: una tomba). La Versione Autorizzata inglese o Versione della Bibbia del Re Giacomo rende la parola ebraica Sceol con “la tomba” trentun volte e con “la fossa” tre volte, e la parola greca Ades con “tomba” una volta (in 1 Corinti 15:55). Ma per secoli il clero religioso della cristianità ha insegnato che l’Ades è un luogo di infuocato tormento. Così ora ci chiediamo: Qual è la condizione dei morti che sono nello Sceol o Ades? Sono essi vivi e consapevoli come immortali, o sono realmente morti e inesistenti? Che cosa dice la Parola di Dio, la Sacra Bibbia, non il clero della cristianità, in risposta a questa domanda?
14, 15. Secondo Ecclesiaste 9:4-6, 10, in quale condizione sono quelli che si trovano nello Sceol?
14 In risposta troviamo in Ecclesiaste 9:4-6, 10 (Na) le parole del re Salomone, che ricevette speciale sapienza da Geova Dio: “Per chi è congiunto ancora a tutti i viventi c’è speranza, perché ‘meglio un cane vivo che un leone morto’. I vivi [anche se come cani] sanno che morranno, ma i morti [anche se come leoni] non sanno più nulla; non c’è più mercede per loro; anche il loro ricordo è obliato. Il loro amore, il loro odio, l’invidia, tutto è finito, non hanno più parte col mondo per quel che succede quaggiù. Tutto quello che ti occorre di fare, fallo mentre sei in vita, perché non ci sarà più né attività, né pensiero, né conoscenza, né sapienza giù nello Sceol, dove stai per andare”.
15 Conformemente a ciò, i morti che sono nello Sceol devono essere veramente morti, non avendo neppure un’“esistenza intermedia”. Certamente devono essere morti e fuori dell’esistenza se “non sanno più nulla”, e se il loro amore, il loro odio e la loro gelosia, che sono forti emozioni, sono ‘finiti’ con loro, e se non hanno sapienza né conoscenza e non fanno nessun lavoro o non pensano nulla. Non è strano che quelli che sono nello Sceol siano chiamati “morti” e che la morte, non la vita, sia sempre associata allo Sceol.
16. (a) Secondo Salmo 6:4, 5, in merito a chi non v’è parola né pensiero nello Sceol? (b) Secondo Isaia 38:17-19, perché il re Ezechia non voleva morire a trentanove anni?
16 Nello Sceol i morti non pensano neppure a Dio né parlano di lui. Per questa ragione il salmista Davide, timorato di Dio, pregò: “Torna, o Geova, libera la mia anima; salvami per amore della tua amorevole benignità. Poiché nella morte non c’è menzione di te; nello Sceol chi ti loderà?” (Sal. 6:4, 5) Lo stesso pensiero fu espresso dal re Ezechia, quando gli fu risparmiata la vita a trentanove anni. Egli disse a Dio, suo Salvatore: “Tu stesso ti sei attaccato alla mia anima e l’hai trattenuta dalla fossa della disintegrazione. Perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei peccati. Poiché non è lo Sceol che ti può celebrare; la morte stessa non ti può lodare. Quelli che scendono nella fossa non possono guardare con speranza alla tua verità. Il vivente, il vivente, egli è colui che ti può celebrare, proprio come io lo posso in questo giorno”. (Isa. 38:17-19) Quindici anni dopo, quando il re Ezechia morì e andò nello Sceol, non poté lodare Geova Dio e non aveva nessuna consapevolezza per poter sperare nel suo Dio. Comunque, morì con la speranza della risurrezione dallo Sceol.
17. Come Salmo 139:7, 8 e Proverbi 15:11 indicano che l’insegnamento del clero secondo cui i morti sono ancora vivi ma solo separati da Dio non è corretto?
17 In considerazione di ciò è stolto che il clero della cristianità sostenga che quelli che sono nello Sceol o Ades siano ancora vivi come immortali e siano morti solo nel senso che sono separati da Dio. Il salmista Davide non è d’accordo con tali ecclesiastici, poiché egli dice a Geova Dio: “Dove posso andare lungi dal Tuo spirito? dove fuggire dalla Tua presenza? Se salgo in cielo, lassù Tu sei, se reclino il capo nello Sceol, eccoti là”. (Sal. 139:7, 8, Na) Confermando tale fatto, il figlio del re Davide, Salomone, disse in Proverbi 15:11: “Lo Sceol e il luogo della distruzione sono di fronte a Geova. Quanto più i cuori dei figli del genere umano!” Come Geova sa che cos’è nel cuore degli uomini, così sa chi è nello Sceol.
18. Che cosa mostra Amos 9:1, 2 circa la portata dello spirito di Dio?
18 Illustrando che il suo spirito o la sua forza attiva può giungere in tutti i luoghi, perfino nello Sceol, Geova Dio dice, nella profezia di Amos 9:1, 2: “Nessuno di loro che fugga riuscirà nella sua fuga, e nessuno di loro che scampi, sfuggirà. Se scavano nello Sceol, di lì li prenderà la mia propria mano; e se salgono ai cieli, di lì li tirerò giù”. Qui i cieli, a motivo dell’altezza, sono messi in contrasto con lo Sceol, a motivo della profondità. Come potrebbero gli uomini scavare nello Sceol? Solo perché lo Sceol è nella terra dove gli uomini abitano e scavano tombe.
19. Che cosa mostra Giobbe 26:5-7 riguardo alla conoscenza di Dio circa lo Sceol?
19 Quelli che si trovano nello Sceol o Ades non sono al di là della conoscenza e della potenza di Geova. Ciò è messo in risalto da Giobbe, colpito da una malattia mortale, quando parlò del Creatore della terra con queste parole: “Quelli impotenti nella morte continuano a tremare sotto le acque e quelli che vi risiedono. Lo Sceol è nudo di fronte a lui, e il luogo della distruzione non ha copertura [da lui]. Egli distende il nord sullo spazio vuoto, sospende la terra sul nulla”. (Giob. 26:5-7) Così lo Sceol non ha copertura con cui nascondere i suoi morti agli occhi di Dio, ma è nudo davanti a lui. Egli sa chi vi è.
20, 21. A motivo di quali fatti relativi a quelli che sono nello Sceol in Giobbe 14:12-15 Giobbe pregò perché Dio ve lo nascondesse?
20 Nel sedicesimo secolo prima dell’Èra Volgare il paziente Giobbe sapeva che i morti che sono nello Sceol sono veramente morti; non sentono dolore, come non provano piacere, e non sono affatto consapevoli di nulla. Con buona ragione, dunque, Giobbe pregò che la sua dolorosa e detestabile malattia avesse termine presto nella morte e che egli potesse giacere nello Sceol, lontano dallo sguardo degli uomini. Quindi pregò Geova Dio:
21 “L’uomo, che riposa, più non s’alzerà [mediante il suo proprio potere]: finché durano i cieli non si leverà, né più sarà destato dal suo sonno. Oh, se Tu mi nascondessi nello Sceol, Tu m’occultassi finché sarà passata la tua ira. . . . fissarmi un termine e ricordarti di me! L’uomo, se muore, può tornare in vita? Tutti i giorni della mia milizia aspetterei finché m’arrivasse il cambio! Mi chiameresti ed io risponderei, l’opera delle tue mani brameresti”. — Giob. 14:12-15, Na.
22. Come mostrò Giobbe, con le sue parole di Giobbe 14:12-15, di non credere che lo Sceol fosse un “paese senza ritorno”?
22 A giudicare da queste parole, lo Sceol (Ades, LXX) non era un “paese senza ritorno” per Giobbe. Non era un luogo in cui i morti erano dimenticati, abbandonati, da Dio. Piuttosto, l’Iddio di Giobbe si ricordava di quelli che sono nello Sceol, e al tempo stabilito avrebbe chiamato quelli che sono nella comune tomba del genere umano, destandoli dal loro stato di morte, come se li destasse da un sonno naturale. Per tale ragione Giobbe, afflitto da una dolorosa malattia, era pronto a farsi togliere subito la vita da Dio, per porre fine alle sue terribili sofferenze nella carne, e a giacere nella morte nello Sceol. Giobbe pensava che Dio fosse adirato con lui. Così se Dio lasciava che Giobbe fosse sepolto nello Sceol lontano dagli sguardi, Giobbe poteva rimanere occulto affinché l’ira di Dio fosse passata e finché giungesse il tempo in cui Dio sarebbe stato favorevole a quelli che sono nello Sceol e li avrebbe risuscitati dalla morte alla vita in condizioni favorevoli.
23. Quale voce udrà Giobbe nel tempo della risurrezione, e quale favorevole menzione di Giobbe fanno Ezechiele e Giacomo?
23 Secondo le parole di Gesù in Giovanni 5:28, 29, il morto Giobbe udrà la voce del Figlio di Dio e risponderà alla chiamata di Gesù e uscirà dalla tomba commemorativa nella risurrezione. Circa novecento anni dopo che Giobbe era andato nello Sceol Geova Dio menzionò Giobbe favorevolmente, nella profezia di Ezechiele 14:14, 20. Anche il discepolo cristiano Giacomo disse che Giobbe era un esempio di perseveranza che i cristiani devono imitare. — Giac. 5:11.
24. Che cosa ha indicato l’esame fatto finora circa lo Sceol o Ades e lo stato di quelli che vi si trovano?
24 Fino ad ora noi lettori de La Torre di Guardia abbiamo esaminato solo una parte del soggetto dello Sceol o Ades. Ma siamo convinti del fatto che la Sacra Bibbia dà una speranza incoraggiante a quelli che vi sono. Tutti i morti umani che vi si trovano sono veramente morti, non vivi e consapevoli o parzialmente consapevoli, ma fuori dell’esistenza, poiché lo Sceol o Ades biblicamente significa la comune tomba del morto genere umano. Non è un solo sepolcro, una sola tomba commemorativa, ma è la comune tomba di innumerevoli morti umani i cui resti giacciono nella polvere della terra. Essa diventa continuamente più grande perché gli uomini continuano a morire e ad essere sepolti. Sembra che non sia mai soddisfatta del numero dei suoi incalcolabili morti.
SOLO UNO SCEOL O ADES
25. Come Proverbi 30:15, 16 e il Cantico di Salomone 8:6 commentano il fatto che lo Sceol o Ades non è sazio?
25 Il saggio re dell’antichità notò questo fatto e scrisse: “Vi sono tre cose che non si saziano, quattro che non dicono: ‘Basta!’ Lo Sceol e il seno sterile, la terra che non è sazia d’acqua, e il fuoco che non dice: ‘Basta!’” (Prov. 30:15, 16) Per indicare quanto è esigente lo Sceol nelle sue richieste al condannato, morituro genere umano, lo stesso saggio lo paragona all’amore che esige esclusiva devozione, dicendo: “Forte come la morte è amore, ferma come Sceol è la passione: le sue fiamme, fiamme di fuoco, i suoi lampi, lampi di Jah!” (Cant. 8:6, Na) La morte esige la vita del condannato genere umano, e lo Sceol i corpi.
26. (a) A che cosa paragonò Abacuc 2:5 il sentito desiderio del re dell’antica Babilonia? (b) Come descrive Isaia 5:14, 15 lo Sceol, e perché in questo modo?
26 Il sentito desiderio dell’antico re di Babilonia di conquistare altre nazioni e altri popoli è paragonato al desiderio dello Sceol di altre vittime della morte. Quando Babilonia stava per divenire la potenza mondiale dominante e minacciava così Gerusalemme, Abacuc, profeta di Geova, scrisse riguardo alla regnante dinastia di Babilonia: “In realtà, perché il vino è sleale, l’uomo robusto è millantatore; e non raggiungerà la sua meta, colui che ha reso la sua anima spaziosa proprio come lo Sceol, e che è come la morte e non si può saziare. E continua a raccogliere a sé tutte le nazioni e a radunare a sé tutti i popoli”. (Abac. 2:5) Simbolicamente parlando, lo Sceol ha una grande bocca, onde prendere molti per volta. Questa è l’idea espressa dal profeta Isaia quando dice: “Perciò [poiché tanti muoiono per mancanza di conoscenza di Geova Dio] lo Sceol ha reso la sua anima spaziosa e ha spalancato la sua bocca oltre i limiti; e ciò che è splendido in [Gerusalemme], anche la sua folla e il suo clamore e l’esultante, per certo vi scenderanno [nello Sceol]”. — Isa. 5:14, 15.
27. (a) Rispetto al numero, com’è l’Ades in paragone con i singoli luoghi di sepoltura? (b) Benché molte di queste tombe scompaiano, che dire dello Sceol?
27 Molto appropriatamente, poiché lo Sceol o Ades è la comune tomba dei morti umani che sono nella polvere della terra, la Bibbia parla solo di uno Sceol o Ades, mentre parla di molte tombe. Gli antichi Israeliti richiamarono l’attenzione sulle molte tombe quando si lamentarono col profeta Mosè: “Mancavano forse delle sepolture in Egitto, che tu ci hai portati a morire nel deserto?” (Eso. 14:11, Na) Circa nove secoli dopo il profeta Ezechiele disse al popolo di Dio esiliato a Babilonia e le cui speranze sembravano svanite: “Così dice il Signore Iddio: Ecco, Io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco sulla terra d’Israele. Riconoscerete che Io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio”. (Ezech. 37:12, 13, Na) Sì, sono stati scavati innumerevoli luoghi di sepoltura o tombe. Di molte di esse è scomparsa ogni traccia. Ma rimane un solo Sceol o Ades, e diventa sempre più grande poiché l’umanità continua a morire.
28. Quali domande sorgono in merito all’operato dello Sceol o dell’Ades, e dove troviamo la risposta fidata?
28 Comunque, l’avido Sceol o Ades continuerà eternamente a divorare la carne umana? Continuerà sempre a tenere le sue vittime umane? Continuerà eternamente a trionfare sulla razza dei discendenti di Adamo? Continuerà eternamente a rendere testimonianza alla morte che il genere umano ha ereditato dal peccatore Adamo, il nostro primo padre umano? Le uniche risposte fidate che possiamo ottenere a queste domande sarebbero quelle del Creatore dell’uomo, Geova Dio. Egli dà la risposta nella profezia di Osea 13:14 (Na): “Li strapperò di mano allo Sceol, li riscatterò dalla Morte? Dov’è, o Morte, la tua pestilenza? Dove sono, o Sceol, i tuoi flagelli? La pietà è nascosta ai miei occhi”.
29. (a) Sotto quale forma rendono Osea 13:14 alcuni traduttori della Bibbia, come An American Translation? (b) Comunque, a quale domanda non danno risposta queste traduzioni della Bibbia?
29 Alcuni traduttori della Bibbia rendono Osea 13:14 sotto forma di quattro domande; per esempio An American Translation (Una traduzione americana) dice: “Li riscatterò dal potere dello Sceol? Li redimerò dalla morte? Dove sono le tue piaghe, o Morte? Qual è la tua distruzione, o Sceol?” Dopo aver letto i precedenti versetti, le logiche risposte alle prime due domande sarebbero No! Dio non redimerebbe o non riscatterebbe i disubbidienti Israeliti dalla mano o dal potere dello Sceol; non li ristabilirebbe dalla morte. Non mostrerebbe compassione, nessun pentimento da parte sua, ma lascerebbe morire questi disubbidienti e li lascerebbe afferrare dall’avida mano dello Sceol. Quindi Dio chiederebbe dove sono le piaghe della morte e dov’è la distruttività dello Sceol. Vengano lo Sceol e la morte e colpiscano di piaghe e distruggano i disubbidienti. Tuttavia, questa traduzione americana di Osea 13:14 lascia sempre senza risposta la domanda: Che ne farà Dio dopo che la morte li ha colpiti di piaghe e dopo che lo Sceol li ha distrutti? Li farà rimanere Dio per sempre in potere della morte e dello Sceol? O li risusciterà Dio al tempo dovuto?
30, 31. (a) A favore di che cosa risponde Paolo in 1 Corinti 15:54-57? (b) Come avverrà la vittoria mediante Gesù Cristo, e quale disposizione mentale ci dà questo per il nostro ulteriore studio?
30 L’ispirato apostolo cristiano Paolo risponde a favore della risurrezione dei morti. Al culmine del suo meraviglioso capitolo sulla risurrezione Paolo scrive: “Allora sarà adempiuta la parola che è scritta [in Isaia 25:8]: ‘La morte è inghiottita per sempre’. ‘Morte, dov’è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?’ Il pungiglione che produce la morte è il peccato [ereditato da Adamo], ma la potenza del peccato è la Legge [data mediante Mosè, con la sua condanna di tutti gli uomini colpevoli di peccato]. Ma grazie a Dio, poiché egli ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo!” (1 Cor. 15:54-57) Sì, l’Onnipotente Dio può inghiottire per sempre la morte e annullare la sua vittoria! Ha mostrato il suo potere di farlo destando suo Figlio Gesù Cristo dalla morte e dallo Sceol diciannove secoli fa. Infatti, questa risurrezione di Gesù Cristo è la sicura garanzia che Dio risusciterà l’umanità in generale mediante Gesù Cristo quale Re regnante nel promesso regno di Dio.
31 Perciò, dunque, con una disposizione mentale piena di speranza continueremo a trattare questo meraviglioso soggetto in altre parti della considerazione della domanda: Chi sarà risuscitato dai morti?