La “scure” e Colui che taglia
“Si vanterà la scure su colui che taglia con essa?” — Isa. 10:15.
1, 2. (a) Quale uso di persone o nazioni non è insolito nella storia? (b) Quali esempi abbiamo di persone usate come strumenti?
NON c’è nulla di strano se una persona si serve di un’altra come suo strumento per fare qualche lavoro. Non è nuovo nella storia umana che un’intera nazione sia usata come strumento da qualcuno che esercita autorità e che è considerato superiore al governante della nazione usata come strumento.
2 C’è ad esempio il caso del re Davide di Gerusalemme. Egli impiegò il generale Gioab, comandante in capo del suo esercito, come suo strumento per mandare Uria, fedele ufficiale militare ittita, incontro a morte sicura in battaglia. Così Uria morì senza sapere che il re Davide aveva violato sua moglie, Betsabea. (2 Sam. da 11:1 a 12:9; 1 Re 15:5) C’è poi il caso di papa Adriano IV, inglese di nascita. Nel 1155 E.V., impiegò come suo strumento l’Inghilterra sotto il re Enrico II per cominciare ad assoggettare tutta l’Irlanda e portare i capi religiosi irlandesi sotto il dominio del papato di Roma.a
3, 4. (a) Nei tempi antichi, quale nazione fu impiegata come semplice strumento nelle mani di qualcuno? (b) Quale profezia d’Isaia indica il nome di Colui che impiegò la nazione assira come strumento?
3 Nei tempi antichi, secoli prima che la Chiesa Irlandese fosse assoggettata, ci fu un caso in cui una nazione potente e molto militarizzata fu impiegata come strumento da una potenza ancor più grande. Quell’antica nazione fu l’Assiria, al tempo in cui era la potenza mondiale dominante, la seconda potenza mondiale della storia biblica. Ma quale fu la potenza più grande che poté impiegare la Potenza Mondiale Assira come semplice strumento nelle sue mani? Chi fosse quella potenza più grande fu reso noto agli uomini qualche tempo prima che gli Assiri al comando del re Sennacherib invadessero il paese del Regno di Giuda nel 732 a.E.V. Le seguenti parole indicano chi era la potenza superiore all’Impero Assiro:
4 “Si vanterà la scure su colui che taglia con essa, o si magnificherà la sega su colui che la muove avanti e indietro, come se il bastone muovesse avanti e indietro quelli che lo alzano, come se la verga alzasse colui che non è legno? Perciò il vero Signore, Geova degli eserciti, continuerà a mandare sui suoi pingui un’infermità consumante, e sotto la sua gloria un incendio continuerà a bruciare come l’incendio di un fuoco. E la Luce d’Israele deve divenire un fuoco, e il suo Santo una fiamma; e deve divampare e divorare le sue zizzanie e i suoi rovi in un solo giorno. Ed Egli porrà fine alla gloria della sua foresta e del suo frutteto, pure dall’anima sino alla carne, e deve divenire come lo struggersi di uno che è infermo. E il resto degli alberi della sua foresta, diverranno di tal numero che un semplice ragazzo li potrà scrivere”. — Isa. 10:15-19.
5, 6. Che cosa dice più avanti Isaia della capacità di Geova di impiegare l’Assiria come semplice strumento?
5 Queste parole furono messe per iscritto dall’ispirato profeta Isaia, figlio di Amoz, che terminò di scrivere il suo meraviglioso libro profetico verso il 732 a.E.V., l’anno in cui gli Assiri invasero il paese di Giuda. Pertanto Isaia dichiara che la Grande Potenza che impiega lo strumento è “il vero Signore, Geova degli eserciti”, sì, “la Luce d’Israele . . . e il suo Santo”. È questo Santo in grado di impiegare un’intera nazione come un semplice strumento? Per avere la risposta ispirata a questa domanda sentiamo ciò che dice più avanti il profeta Isaia parlando del “vero Signore, Geova degli eserciti”:
6 “Chi ha misurato le acque nel semplice cavo della mano, e ha preso le proporzioni degli stessi cieli con una semplice spanna e ha contenuto in una misura la polvere della terra, o ha pesato con un indicatore i monti, e i colli nella bilancia? . . . Ecco, le nazioni sono come una goccia dal secchio; e sono state considerate come il velo di polvere sulla bilancia. Ecco, egli solleva le stesse isole come semplice polvere minuta”. — Isa. 40:12-15.
LA SCURE SIMBOLICA
7. Paragonate a Geova, a che cosa sono simili le nazioni, e, in Isaia 10:15, a che cosa si paragona Egli?
7 Paragonate al “vero Signore, Geova degli eserciti”, tutte le nazioni, Assiria inclusa, sono come una piccola goccia d’acqua che cade da un secchio o come il velo di polvere sui piatti della bilancia. È dunque con la massima facilità che egli può usare come suo strumento qualsiasi nazione scelga per adempiere il suo proposito divino. In Isaia 10:15, pertanto, si paragona a uno che taglia, a uno che sega, a uno che impugna un bastone, a uno che brandisce una verga. Egli dichiara di non essere “legno”. No, non è il manico della scure, né è il bastone o la verga. È l’Iddio vivente, l’Onnipotente che impiega questi strumenti simbolici. Che cos’è dunque la scure simbolica con cui taglia?
8. Chi è esattamente “l’Assiro” di cui parla Isaia 10:5, 6?
8 Nei precedenti versetti dello stesso decimo capitolo del libro profetico di Isaia, Geova stesso indica chi è la simbolica scure. Pertanto, in Isaia 10:5, 6 leggiamo queste parole di Geova: “Aha, l’Assiro, la verga per la mia ira, e il bastone che è nella loro mano per la mia denuncia! Lo manderò contro una nazione apostata, e contro il popolo della mia furia gli darò comando, per prendere molte spoglie e per prendere molta preda e per farne un luogo da calpestare come l’argilla delle strade”. Ah, sì, il simbolico strumento che Geova impiega per adempiere il suo dichiarato proposito è “l’Assiro”. Questo appellativo non significa un singolo Assiro, neppure il re dell’impero assiro. Significa l’intera nazione assira, la Seconda Potenza Mondiale della profezia biblica. Nessun singolo assiro, neppure il re stesso, poteva da solo compiere l’opera assegnata da Geova all’“Assiro”. Questo è indicato dal fatto che, dopo aver chiamato l’Assiro “la verga per la mia ira”, Geova si rivolge al “bastone che è nella loro mano per la mia denuncia!” (Isa. 10:5; notare il versetto 24). Da ciò si comprende che si tratta di un Assiro composto, dell’intera nazione Assira, e particolarmente delle sue forze militari.
9. In che modo l’adempimento della profezia di Isaia 10:5, 6 influisce su tutti noi, e come lo indica l’apostolo Paolo?
9 Tuttavia, che interesse può avere oggi per noi quell’antica profezia relativa all’“Assiro”? Può averne molto. Non è una profezia che appartenga solo a un passato morto e sepolto. È una profezia viva, il cui adempimento nel nostro giorno influirà su tutti noi. Deve avere il suo finale, completo adempimento su vasta scala nella nostra generazione! L’applicazione della profezia non ebbe termine con il suo adempimento nell’ottavo secolo avanti l’Èra Volgare. Infatti, l’apostolo cristiano Paolo citò il versetto ventidue dello stesso decimo capitolo d’Isaia e l’applicò al proprio tempo nel primo secolo della nostra Èra Volgare! Avverando la profezia di Isaia, solo un rimanente di Giudei accettò il cristianesimo, ragione per la quale l’apostolo proseguì, dicendo: “Inoltre, Isaia grida riguardo a Israele: ‘Anche se il numero dei figli d’Israele fosse come la sabbia del mare, è il rimanente che sarà salvato. Poiché Geova farà una resa dei conti sulla terra, portandola a termine e abbreviandola’”. — Rom. 9:27, 28; vedere anche Romani 15:4.
10. Qual è la “nazione apostata” e “il popolo della mia furia”, di cui Geova parla in Isaia 10:6, e come lo sappiamo con certezza?
10 Contro quale antica nazione Geova degli eserciti usò l’Assiria come “verga” e come “scure”? Questa domanda ci riguarda tutti per il fatto che quella nazione dell’antichità prefigurò la moderna cristianità! Geova chiamò quella nazione antica “una nazione apostata” e “il popolo della mia furia”. (Isa. 10:6) Con tali parole Geova si riferiva alla nazione e al popolo che costituiva il Regno delle dieci tribù d’Israele, con capitale a Samaria. Esso si era staccato dal regno di Davide, che aveva Gerusalemme per capitale. Il distacco era avvenuto dopo la morte del re Salomone, figlio di Davide. Confermando l’apostasia religiosa del Regno delle dieci tribù d’Israele, “l’Assiro” stesso parla sprezzantemente della città capitale di Samaria e dei “suoi dèi senza valore”. (Isa. 10:11) Nel 997 a.E.V. quel regno d’Israele apostatò dall’adorazione di Geova come Dio; pertanto, che cos’altro potevano essere gli dèi introdotti dagli apostati re della nazione se non “dèi senza valore”? Per oltre duecentocinquant’anni Israele si ostinò a respingere Geova come Dio, dopo di che egli fu pienamente giustificato a chiamarlo “il popolo della mia furia”, su cui usare la “verga per la mia ira”. — 1 Re da 12:25 a 13:6; 16:8-33; Isa. 10:5, 6.
11. Quale odierna organizzazione religiosa corrisponde all’apostata Regno delle dieci tribù d’Israele, e perché non vogliamo farci trovare in quell’organizzazione?
11 L’odierna cristianità corrisponde perfettamente all’apostata nazione delle dieci tribù d’Israele! L’apostasia della cristianità dal vero cristianesimo non fu solo prefigurata dalla ribellione dell’antico Israele contro Geova quale Dio. Fu pure chiaramente predetta da Gesù Cristo e dai suoi apostoli. (Matt. 13:24-43; Atti 20:29-31; 2 Tess. 2:1-12; 2 Tim. 4:3, 4) Tutti coloro che credono alla Bibbia possono quindi attendersi fiduciosamente che, al tempo fissato, Geova degli eserciti userà la simbolica “verga” per la Sua ira, sì, la simbolica “scure” su questo moderno “popolo della mia furia”. Non vogliamo certo farci trovare in mezzo a tale popolo! Stando così le cose, sarà bene apprendere che cos’è simboleggiato oggi dalla “verga” e dalla “scure”.
12. (a) In che modo Geova impiegò “l’Assiro” come una “scure” rispetto all’antico Israele? (b) A quel tempo qual era la relazione dell’Assiria con l’organizzazione di Geova?
12 Ai giorni del profeta Isaia, Geova brandì la Potenza Mondiale Assira proprio come una “verga” per infliggere il colpo decisivo all’apostata Regno delle dieci tribù d’Israele. Il fatidico anno fu il 740 a.E.V. Quindi Geova impiegò la Potenza Mondiale Assira come sua “scure” per tagliare l’idolatra nazione d’Israele. Fece questo permettendo agli eserciti assiri di portare a termine i tre anni d’assedio della capitale, Samaria, prendendola e facendone un fangoso luogo da calpestare. (2 Re 17:7-23; 18:9-12) Qui facciamo attenzione a notare una cosa in particolare. Quale? Questa: Benché Geova impiegasse la Potenza Mondiale Assira come suo strumento per distruggere coloro che avevano apostatato dalla Sua adorazione, l’Assiria non faceva parte dell’organizzazione di Geova. Faceva parte della visibile organizzazione di Satana il Diavolo. Il paese dell’Assiria era chiamato “il paese di Nimrod”. Questi era il Nimrod che fondò la città di Ninive, divenuta la capitale dell’Assiria. Il fondatore divenne famoso come “Nimrod potente cacciatore in opposizione a Geova”. (Mic. 5:6; Gen. 10:8-12) Un altro fatto da notare è questo: Benché Geova usasse l’Assiria come sua “verga” e “scure”, con ciò quella potenza mondiale non divenne parte della visibile organizzazione di Geova. Non intraprese la Sua adorazione!
LA “SCURE” CERCA DI VANTARSI SU COLUI CHE TAGLIA
13. Fu propenso “l’Assiro” a essere impiegato come strumento di Geova?
13 L’antica Assiria non ebbe mai l’idea di servire Geova né il desiderio di continuare a servire al Suo proposito per sua rivendicazione e gloria. Per tale ragione, Egli proseguì dicendo dell’“Assiro”: “Benché egli non sia così, si sentirà propenso; benché il suo cuore non sia così, tramerà, perché nel suo cuore è di annientare, e di stroncare nazioni non poche”. — Isa. 10:7.
14. (a) Benché “l’Assiro” fosse usato solo come strumento, come ‘si sentì propenso’? (b) In armonia con ciò, che cos’ha egli in cuore di fare, e perché?
14 “L’Assiro” si sentì propenso a seguire una direzione in cui non doveva andare. A quel tempo Geova voleva solo che “l’Assiro” fosse uno strumento nella mano divina, che servisse al proposito divino di impartire la disciplina a una nazione ostinata. Ma, al contrario, “l’Assiro” si sentì propenso a essere qualche altra cosa, qualcosa che si addiceva alla sua ambizione. Sì, egli trama, ma è forse perché il cuore lo spinga amorevolmente a servire come strumento nella mano dell’Iddio contro cui il potente cacciatore Nimrod si era posto in opposizione? No, il suo cuore non è così. Non lo spinge a fare propositi e piani in armonia con il giusto proposito di Geova. Esso trama di annientare e stroncare nazioni solo per il gusto di farlo, con l’entusiasmo del cacciatore che prova piacere a uccidere gli animali senza motivo. In tal modo spera di piacere ai suoi falsi dèi, e non a Geova. La sua unica mira è quella di conquistare il mondo. Non vuole accettare la scelta e l’incarico di Geova, d’essere cioè impiegato come mezzo per impartire disciplina. Ciò che fece in seguito “l’Assiro” lo dimostra.
15. A chi “l’Assiro” attribuisce il merito della sua conquista, e come lo indicano le sue parole scritte in Isaia 10:8-11?
15 Poiché non riconosce che l’Onnipotente Dio lo usa come semplice strumento, “l’Assiro” non dà nessun merito a Geova ma lo attribuisce tutto a sé. È facile notare questo spirito dell’“Assiro” mentre sta per rovesciare il Regno delle dieci tribù d’Israele e prendere la città capitale, Samaria. Quel regno israelita era una delle nazioni che “l’Assiro” era deciso ad annientare e a stroncare: “Poiché dirà: ‘Non sono i miei principi nello stesso tempo re? Non è Calno proprio come Carchemis? Non è Amat proprio come Arpad? Non è Samaria proprio come Damasco? Ogni volta che la mia mano ha raggiunto i regni del dio senza valore le cui immagini scolpite son più di quelle in Gerusalemme e in Samaria, non sarà che proprio come avrò fatto a Samaria e ai suoi dèi senza valore, così farò pure a Gerusalemme e ai suoi idoli?’” — Isa. 10:8-11.
16. Contro chi furono dirette quelle blasfeme parole dell’“Assiro”, e nonostante quali forze religiose era divenuto il “Re dei re”?
16 Come sono blasfeme queste parole, poiché sono dirette sprezzantemente al solo vivente e vero Dio, Geova! Per “l’Assiro”, le città verso cui protende le mani per conquistarle saranno proprio come le città che ha già conquistate. I territori che aveva conquistati erano stati governati da re locali. Ora ne aveva fatto dei principi vassalli. Quindi i suoi principi, in realtà, erano re, e per tale ragione poteva vantarsi d’essere “Re dei re”. “L’Assiro” notò che le città i cui re aveva vinti avevano molti “dèi” insieme a molte immagini fatte dall’uomo, anzi, molti di più di quelli di Samaria e Gerusalemme. E malgrado quelle città non israelite avessero tutti quegli dèi e tutte quelle immagini fatte da mani umane, “l’Assiro” aveva conquistato quelle città pagane. Non dimostrava questo che era più potente di tutti quegli dèi? “L’Assiro” rispose Sì a se stesso!
17. Perché “l’Assiro” pensò che Samaria e Gerusalemme sarebbero state facili conquiste?
17 Quegli “dèi” erano così privi di valore come se non esistessero! Quindi, le città capitali di Samaria e Gerusalemme dovevano essere facili conquiste, perché queste città avevano meno dèi e meno immagini scolpite delle città non israelite che si erano piegate all’“Assiro”. Questo fu il ragionamento del Re dei re assiro.
18. Per quali essenziali ragioni “l’Assiro” fu in grado di conquistare Samaria?
18 A quel tempo il Regno delle dieci tribù d’Israele era divenuto una nazione apostata, avendo rinnegato la sua religione! Si era dato all’adorazione dei vitelli d’oro, sì, perfino dei Baal pagani. Samaria non aveva Geova come suo Dio. Invece, aveva dèi senza valore e immagini idolatre fatte dall’uomo. Non è dunque strano se nel 740 a.E.V. “l’Assiro” portò a termine i tre anni d’assedio di Samaria prendendo la città! Con questa impresa “l’Assiro” sarebbe divenuto ancora più arrogante, e, similmente, più insolente verso l’adorazione di Geova a Gerusalemme. Il conquistatore assiro si attribuì la gloria per la vittoria militare conseguita su Samaria e per averla saccheggiata e per averne fatto “un luogo da calpestare come l’argilla delle strade”. Egli si vantò della sua macchina bellica apparentemente irresistibile. Era ben lontano dal pensare che veniva usato come strumento esecutivo nella mano dell’Iddio da cui Israele aveva apostatato!
19. Quale domanda sorge ora?
19 Ora sorge una domanda molto interessante, ed è questa: Poiché la cristianità fu prefigurata da Samaria e dal Regno delle dieci tribù d’Israele, vedremo ripetersi nel nostro giorno l’esperienza dell’apostata Israele in relazione all’odierna cristianità?
PROMESSA LA RESA DEI CONTI CON L’IMPERIALISTA
20, 21. Perché Geova dovrebbe interessarsi di ciò che dice “l’Assiro”, secondo Isaia 10:12-14?
20 Che ne pensiamo? Se si parla in modo minaccioso di una città su cui è stato posto il nome di Geova, dovrebbe Egli interessarsene? Certo! Quindi Geova, mediante il profeta Isaia, interrompe il vanaglorioso monologo dell’imperialista assiro e dice:
21 “E deve accadere che quando Geova avrà terminato tutta la sua opera sul monte Sion e in Gerusalemme, io chiederò conto del frutto d’insolenza del cuore del re d’Assiria e dell’importanza che attribuisce all’alterezza dei suoi occhi. Poiché egli ha detto: ‘Per certo agirò con la potenza della mia mano e con la mia sapienza, poiché in effetti ho intendimento; e rimuoverò le linee di confine dei popoli, e saccheggerò per certo le loro cose riservate, e abbatterò gli abitanti proprio come un potente. E proprio come fosse un nido, la mia mano raggiungerà le risorse dei popoli; e proprio come quando si raccolgono le uova che sono state lasciate, io stesso di sicuro raccoglierò pure tutta la terra, e non ci sarà certamente nessuno che batterà le ali o aprirà la bocca o bisbiglierà’”. — Isa. 10:12-14.
22. Per fare la sua conquista in tutta la terra, quale preda di guerra avrebbe dovuto prendere “l’Assiro”?
22 Tali parole uscite dalla bocca dell’“Assiro” fanno capire che la Potenza Mondiale Assira non si sarebbe accontentata di prendere Samaria. Essa avrebbe voluto ‘raccogliere pure tutta la terra’. Gerusalemme e il paese di Giuda sarebbero state belle uova da raccogliere. L’imperialista assiro avrebbe pensato d’avere la potenza, la sapienza e l’intendimento per fare le sue conquiste in tutta la terra.
23, 24. (a) In che modo “l’Assiro”, raccogliendo tutta la terra, sarebbe stato, a suo parere, simile a uno che raccoglie uova da un nido abbandonato? (b) Perché Geova pensò d’avere qualcosa da dire in merito?
23 Presumibilmente questo sarebbe stato facile all’“Assiro”, proprio come raccogliere le uova dal nido che un uccello ha abbandonato per la paura. Nessuno avrebbe battuto le ali per far battere in ritirata la mano aggressiva tesa per prendere le uova. Nessuno avrebbe aperto la bocca per protestare. Nessuno avrebbe sia pure bisbigliato per deplorare il saccheggio e le deportazioni effettuate mediante la macchina bellica assira. “L’Assiro” avrebbe dunque agito a suo piacimento nei territori conquistati, cambiando o cancellando le linee di confine o deportando gli abitanti dal paese nativo, come quando “l’Assiro” deportò gli Israeliti superstiti dal paese d’Israele che Dio aveva dato loro e li trasferì in Assiria, ripopolando con altri gruppi nazionali il paese rimasto senza abitanti.
24 Geova sapeva che Gerusalemme e il paese di Giuda erano la preda specialmente ambita dall’“Assiro”. Quella era l’ultima roccaforte che rimaneva dell’adorazione di Geova sulla terra. Giustamente Egli avrebbe avuto qualcosa da dire in merito. In tal caso era obbligato ad agire!
25. Perché a quel tempo Geova aveva un’opera da compiere sul monte Sion e a Gerusalemme?
25 In quel tempo decisivo dell’ottavo secolo a.E.V. Geova, quale “Luce d’Israele . . . e . . . suo Santo”, aveva un’opera da compiere sul monte Sion e in Gerusalemme, che sorgeva sul monte Sion. (Isa. 10:17) Durante il regno dell’apostata re Acaz il paese di Giuda, inclusa Gerusalemme, era stato contaminato dall’idolatria pagana. Ma al principio del regno di suo figlio, Ezechia, lo spirito di Geova spinse il nuovo re di Gerusalemme a purificare il paese dall’adorazione di dèi falsi e senza valore e a ristabilire la pura adorazione di Geova sul monte Sion e a Gerusalemme, dove sorgeva il tempio di Geova. Ezechia cominciò a regnare cinque anni prima che “l’Assiro” rovesciasse Samaria. Egli regnò con giustizia per ventinove anni, fino al 716 a.E.V.
26. Geova trovò l’occasione buona per fare che cosa, e di quale particolare re assiro si trattò?
26 Il re Ezechia ruppe l’alleanza politica che suo padre, il re Acaz, aveva fatto con l’Assiria. Ne conseguì un confronto tra “l’Assiro” e Geova, l’Iddio di Ezechia. Fu in tali circostanze che Geova trovò l’occasione buona per punire il re assiro che lo sfidava, e così ‘chiedere conto del frutto d’insolenza del cuore del re d’Assiria e dell’importanza che attribuisce all’alterezza dei suoi occhi’. (Isa. 10:12) In questo caso particolare si trattò del re Sennacherib, figlio di Sargon II. Il suo nome significa “Sin ha moltiplicato i fratelli”, o “Sin sostituisca i fratelli (perduti)”, essendo “Sin” il nome del dio assiro della luna.
27. Senza interferire nell’organizzazione interna dell’Assiria, ciò nondimeno come poté Geova impiegarla come sua “scure” simbolica?
27 Sennacherib ha la sua controparte nel nostro tempo. Un interessante soggetto da considerare è il modo in cui Geova usa la moderna “scure” antitipica per tagliare. Mentre ci accingiamo a fare questo studio, rammentiamo che Geova permise all’antico Impero Assiro d’avere la propria organizzazione. Non interferì nel suo ordinamento interno. Ma poté ugualmente usare la Potenza Mondiale Assira come sua “scure”. In che modo? Dirigendone i colpi, guidando la simbolica “scure” perché colpisse dov’Egli voleva. In tal modo Geova fece tagliare quello che voleva fosse tagliato.b
[Note in calce]
a A questo riguardo, la Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume IV, pagina 641, seconda colonna, dice sotto “Irlanda”: “Queste invasioni [degli Scandinavi] furono seguite da un periodo di anarchia, durante il quale le condizioni morali del clero irlandese degenerarono in notevole misura. Le lagnanze di Roma in quest’epoca riguardavano principalmente le peculiari pratiche ecclesiastiche degli Irlandesi: il matrimonio del clero, l’ammistrazione del battesimo senza crisma, e l’uso di una liturgia loro propria. I legati pontifici riuscirono infine a ottenere la completa sottomissione della Chiesa Irlandese alla Chiesa di Roma verso la metà del dodicesimo secolo; si crede che fino ad allora non fossero praticate la confessione auricolare, il sacrificio della messa e le indulgenze, e che si celebrasse la Cena del Signore in entrambi i modi. Nel 1155 una bolla di papa Adriano IV consentì al re Enrico II d’Inghilterra di assoggettare l’Irlanda, e il re a sua volta promise al papa di proteggere i privilegi papali”.
b Come esempio di questo fatto, si notino le parole di Gesù in Matteo 22:7 nella sua parabola della festa nuziale del re. La predizione che fece lì fu adempiuta sulla città non cristianizzata di Gerusalemme dagli eserciti pagani di Roma al comando del generale Tito nell’anno 70 E.V.
[Immagine a pagina 398]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
[Carattere assiro in originale]
Sin achi ir-i-ba
(Luna) (fratelli) (egli accrebbe)
“la Luna ha moltiplicato fratelli”
Il nome di Sennacherib in caratteri cuneiformi insieme al suo significato