Neutralità cristiana mentre si avvicina la guerra di Dio
“Riguardo al profeta che profetizza di pace, quando la parola del profeta si sarà adempiuta si conoscerà il profeta che Geova invero ha mandato”. — Ger. 28:9.
1. Perché le parole di Geremia 27:9 contro l’occultismo sono molto adatte all’odierna situazione mondiale?
“E IN quanto a voi, non ascoltate i vostri profeti e i vostri praticanti di divinazione e i vostri sognatori e i vostri praticanti di magia e i vostri stregoni, che vi dicono: ‘Voi non servirete il re di Babilonia’”. Queste parole, pronunciate nell’antichità ai giorni dell’impero babilonese, si adattano molto bene anche alla situazione del mondo d’oggi. Perché? Perché il mondo è ancora pieno di maghi, divinatori e stregoni. (Ger. 27:9) Le capitali del mondo, come Washington, per esempio, sono note per il gran numero di spiritisti, che vengono ansiosamente consultati da uomini politici perplessi. Dato che questi indovini, chiaroveggenti, medium, interpreti di sogni e pronosticatori di eventi futuri danno consigli a funzionari governativi, questi praticanti di scienze occulte possono avere un notevole peso sulla politica mondiale pur non essendovi direttamente coinvolti.
2. La Bibbia, per il fatto che predice gli sviluppi mondiali, si immischia forse nella politica? Quale risposta fornisce I Giovanni 2:15-17?
2 C’è un antico libro che mette in guardia i suoi lettori contro ogni forma di occultismo, ma che contiene molte predizioni circa gli sviluppi mondiali del nostro XX secolo. Ha molte cose da dire sugli affari mondiali dei nostri giorni. Ma significa questo che tale libro si immischi nella politica attuale? Incoraggia forse i suoi lettori a interessarsi di politica per ostacolare i governanti politici? Agli uomini politici che vorrebbero accusare di questo la Sacra Bibbia rispondiamo di no. In uno degli ultimi libri della Bibbia, l’apostolo Giovanni scrive:
“Non amate il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo — il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento — non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo. Inoltre, il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. — I Giov. 2:15-17.
Anche l’ultimo libro della Bibbia, scritto dallo stesso apostolo Giovanni, descrive in che modo scompariranno questo mondo e la sua politica.
3. Quale atteggiamento nei confronti della politica i capi religiosi esortano i cristiani ad assumere, e a quali presunti esempi biblici vorrebbero rifarsi?
3 Ci sono però alcuni capi religiosi, perfino papi, patriarchi e arcivescovi, che obiettano alla neutralità cristiana e dicono che è sacro dovere di ogni cristiano prendere parte attiva agli affari politici del mondo. Per sostenere il loro punto di vista con esempi biblici indicheranno antichi profeti ebrei come Geremia, figlio del sacerdote Ilchia, vissuto nel VII secolo a.E.V. Le parole di Geremia 27:9, citate all’inizio di questo articolo, facevano parte di ciò che Geova Dio aveva comandato a Geremia di dire ai rappresentanti diplomatici dei regni di Edom, Moab, Ammon, Tiro e Sidone. (Ger. 27:1-4) Perciò, dato che la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon si sta rapidamente avvicinando, esaminiamo il modo in cui Geova impiegò Geremia nell’antichità. L’esempio di Geremia consente forse ai veri cristiani d’oggi di violare la neutralità cristiana e di immischiarsi in qualche modo nella politica del mondo? Vediamo.
4. Nel primo anno del regno di Ioiachim, cosa disse Geova per mezzo di Geremia che avrebbe fatto al tempio e a Gerusalemme, se necessario?
4 Risaliamo all’anno 628 a.E.V., ventun anni prima della distruzione di Gerusalemme ad opera dei babilonesi. Era il primo anno del regno di Ioiachim, terzultimo re di Gerusalemme. Nel quarto anno di Ioiachim Geremia pronunciò la profezia su Nabucodonosor re di Babilonia e sul “calice” di Geova che oltre venti re e regni, inclusi Edom, Moab, Ammon, Tiro e Sidone, avrebbero dovuto bere. (Ger. 25:1-3) Il profeta indica il tempo della sua dichiarazione dicendo:
“Al principio del governo reale di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, fu da Geova rivolta questa parola, dicendo: ‘Geova ha detto questo: “Sta nel cortile della casa di Geova, e devi pronunciare riguardo a tutte le città di Giuda che vengono a inchinarsi nella casa di Geova tutte le parole che di sicuro ti comanderò di pronunciar loro. Non togliere una parola. Forse ascolteranno e torneranno, ciascuno dalla sua cattiva via, e io dovrò provare rammarico per la calamità che penso di eseguire su di loro a causa della malizia delle loro azioni. E devi dir loro: ‘Geova ha detto questo: “Se non mi ascolterete camminando nella mia legge che vi ho posta dinanzi, ascoltando le parole dei miei servitori i profeti, che io vi mando, perfino levandomi di buon’ora e mandandoli, i quali voi non avete ascoltati, di sicuro io, a mia volta, renderò questa casa simile a quella di Silo, e di questa città farò una maledizione a tutte le nazioni della terra”’”’”. — Ger. 26:1-6.
5. Perché Geremia, trasmettendo il suddetto messaggio, non stava cercando di mischiare potere religioso e potere politico?
5 Geremia era un sacerdote, ma, ubbidendo a questo comando divino, non cercava di mischiare sacerdozio e arte di governo. Stava semplicemente trasmettendo alla nazione, per loro beneficio, un avvertimento di Geova. Lasciò ai governanti e al popolo la decisione se prestare ascolto all’avvertimento divino. Geova aveva il diritto e l’obbligo di avvertire il regno di Giuda perché il popolo era vincolato a lui, loro Dio, da un patto nazionale. La Legge che aveva dato loro tramite Mosè avvertiva la nazione di ciò che sarebbe accaduto se avessero infranto il patto con Dio. Perciò il profeta Geremia non stava cercando di mischiare potere religioso e politico, ma stava solo avvertendo il popolo per conto dell’Iddio cui erano legati da un patto. Se avessero continuato a violare quel patto, il loro tempio a Gerusalemme avrebbe perso l’arca del patto di Geova proprio come l’aveva persa il tabernacolo di Silo.
6. La classe di Geremia non può mischiarsi affatto nella politica della cristianità perché non ha ricevuto da Geova quale incarico, e a quali parole di Gesù questa classe presta ascolto?
6 Così facendo, Geremia non stava dando all’odierno clero della cristianità un esempio di ingerenza nella politica nazionale. Oggi i componenti della classe di Geremia comprendono di non avere alcun diritto di intromettersi nella politica di qualsiasi nazione o blocco di nazioni, nemmeno delle nazioni della cristianità. Sanno che, nonostante le sue pretese, la cristianità non si trova in un patto con Geova. La cristianità può sostenere di essere nel nuovo patto il cui Mediatore è stato qualcuno più grande di Mosè, cioè Gesù Cristo, ma i fatti la smentiscono. Pertanto gli appartenenti alla classe di Geremia sanno molto bene di non aver ricevuto da Geova alcun incarico di dettar legge alle nazioni della cristianità o di prendere parte attiva nella politica di tali nazioni. Il fatto che trasmettano fedelmente l’avvertimento di Geova alla cristianità, come pure alle nazioni non cristiane, non significa affatto prendere parte alla politica del mondo. Essi non amano “il mondo né le cose del mondo”, ma ubbidiscono alle parole di Gesù: “Essi non sono parte del mondo”. (I Giov. 2:15; Giov. 17:14, 16) Rimanendo strettamente neutrali, si astengono da qualsiasi tipo di questioni politiche.
LA REAZIONE RELIGIOSA
7. Secondo Geremia 26:12-15, cosa disse il profeta al termine della sua difesa davanti alla corte di Gerusalemme?
7 Gli altri sacerdoti e i cosiddetti “profeti” trascinarono Geremia davanti ai principi in seduta giudiziaria e davanti al popolo all’ingresso del tempio. Lo accusarono di fare discorsi sediziosi. “A quest’uomo spetta il giudizio di morte”, dissero, “perché ha profetizzato riguardo a questa città esattamente come avete udito con i vostri propri orecchi”. (Ger. 26:7-11) Geremia, terminando la propria difesa, disse alla corte di Gerusalemme: “Solo dovreste in ogni modo sapere che, se mi mettete a morte, fate ricadere su voi stessi e su questa città e sui suoi abitanti sangue innocente, poiché in verità Geova m’ha mandato a voi per pronunciare ai vostri orecchi tutte queste parole”. — Ger. 26:12-15.
8. In che modo il clero della cristianità ha agito in maniera simile ai “patrioti” di Gerusalemme nei confronti della classe di Geremia?
8 Che spirito nazionalistico mostrarono quelli che chiedevano il sangue di Geremia! Dovette far levare in piedi la corte, com’è accaduto di recente davanti a simili dichiarazioni patriottiche in aule giudiziarie. L’esortazione di Geova a pentirsi fu ignorata. La loro colpevolezza davanti a Lui fu taciuta dalle loro coscienze insensibili. L’unta classe di Geremia dei nostri giorni si è trovata in situazioni simili. I capi religiosi della cristianità hanno invocato gli stessi drastici provvedimenti. Hanno preso l’iniziativa nelle agitazioni per mettere a morte la classe di Geremia onde essere liberati da ogni rimorso della propria cattiva coscienza.
9. Nel caso di Geremia, i principi che lo giudicavano cedettero alle pressioni religiose? E in che modo volevano evitare la calamità?
9 Fra i principi che si diedero da fare per evitare a Geremia la pena di morte ci fu Aicam figlio di Safan. I principi non cedettero alle pressioni religiose. Riconobbero che Geremia era veramente il portavoce di Geova. Non volevano che Geova li accusasse di aver sparso il sangue innocente del suo fedele servitore. Il loro verdetto fu a favore di Geremia: innocente! La sua difesa li spinse a ricordare alcuni esempi storici. Per esempio, erano vicini all’adempimento di ciò che Michea aveva profetizzato un centinaio d’anni prima contro Giuda e Gerusalemme. Il re Ezechia aveva evitato la colpa del sangue, non facendo mettere a morte Michea dietro false accuse di sedizione e di pericolosità per la sicurezza dello stato. “Noi”, dissero gli anziani, invitando alla prudenza nel caso di Geremia, “stiamo operando dunque una grande calamità contro le nostre anime”. — Ger. 26:16-19, 24; Mic. 3:9-12.
10. In che modo il comportamento del re Ioiachim verso il profeta Urija differì da quello del re Ezechia?
10 Ben diverso dal re Ezechia, che prese a cuore l’avvertimento datogli da Geova tramite Michea, si mostrò il suo discendente Ioiachim, allora nel suo primo anno di regno a Gerusalemme! Insanguinò questo primo anno facendo mettere a morte Urija, figlio di Semaia. Per sfuggire all’ira del re Ioiachim, il profeta Urija si era rifugiato in Egitto. Ma, probabilmente senza nemmeno prendere accordi con l’Egitto per l’estradizione di Urija, il vendicativo monarca sguinzagliò i suoi uomini all’inseguimento del profeta e lo fece riportare forzatamente nel paese di Giuda, dove subì il martirio. (Ger. 26:20-23) Perciò Geremia, più avanti in quello stesso primo anno del nuovo re, aveva ulteriori motivi per profetizzare quel che profetizzò per comando di Geova. A questo punto va ricordato che era stato Faraone Neco a costituire Ioiachim re su Giuda. (II Re 23:34, 35) Perciò Faraone Neco può aver cooperato col re Ioiachim in quell’azione criminosa.
11. Così facendo, quale calamità Ioiachim attirò su di sé?
11 Ioiachim attirò effettivamente la calamità su di sé. Nel suo ottavo anno di regno, il re Nabucodonosor assediò Gerusalemme e fece di Ioiachim un re vassallo della potenza mondiale di Babilonia. Tre anni dopo, Ioiachim andò incontro a una morte apparentemente prematura. Il suo cadavere fu gettato fuori delle mura di Gerusalemme per avere la “sepoltura di un asino”. Proprio come aveva profetizzato Geremia! — Ger. 22:18, 19; II Cron. 36:5-8; II Re 24:1-6.
12. Come al profeta dell’antichità, in che modo all’attuale classe di Geremia è stata risparmiata la morte per mano degli elementi religiosi?
12 La classe di Geremia del nostro XX secolo, come Geremia figlio di Ilchia, è stata risparmiata dalla morte. Non in tutti i casi e non in tutti i paesi le corti giudiziarie hanno ceduto ai perfidi desideri dei potenti elementi religiosi della cristianità. Ci sono stati giudici che hanno riconosciuto i diritti religiosi e la libertà della classe di Geremia, che, qui sulla terra, rappresenta l’organizzazione di Geova Dio paragonata a una moglie. Ciò che è accaduto è stato molto simile a quanto raffigurato in Rivelazione 12:15, 16. Elementi popolari e democratici della “terra” son venuti in aiuto dei rappresentanti della “donna” di Dio e hanno sventato i tentativi degli accoliti religiosi di Satana il Diavolo di annegare la classe di Geremia nell’eterna rovina.
13. Cosa continua a dichiarare la classe di Geremia, rifiutando di fare compromesso in quale questione?
13 Quelli della classe di Geremia continuano a dichiarare tutto ciò che Geova comanda loro di dichiarare contro la moderna controparte di Giuda e Gerusalemme, come pure contro tutte le altre parti politiche di questo sistema di cose. Anche se in alcuni luoghi sono costretti ad agire clandestinamente, essi non operano per sovvertire i governi in carica onde far avverare quello che dichiarano. Resistono a qualsiasi pressione volta a indurli al compromesso con questo o quel partito politico. Si rifiutano di abbandonare la neutralità cristiana.
14. La classe di Geremia riconosce che il combattimento spetta a chi, e, dopo la guerra, che specie di luogo sarà la terra?
14 Sono perciò intransigenti nel continuare a ‘non fare parte del mondo’. Sanno bene che Geova l’Iddio Onnipotente sa badare a se stesso. La guerra è sua! Non tocca a loro combattere! Rimangono saldi nell’integrità cristiana, fiduciosi che “la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” è prossima, mentre invisibili forze demoniche, con i loro poteri occulti, radunano i governanti della terra nella situazione mondiale simbolicamente chiamata Har-Maghedon. (Riv. 16:13-16) Quindi la classe di Geremia si rallegra del fatto che la propria incrollabile neutralità cristiana va a sostegno della sovranità universale di Geova. Che posto meraviglioso sarà questa terra per la classe di Geremia e i loro neutrali conservi cristiani quando avranno visto il trionfo della sovranità di Geova ad Har-Maghedon!
COMPLOTTO CONTRO IL RE-SERVITORE DI GEOVA
15. Perché questo è il tempo del più grande complotto internazionale di tutta la storia umana, e cosa significherà questo, secondo Rivelazione 14:12, per i cristiani timorati di Dio?
15 Comunque, questo è il tempo in cui i cristiani veramente tali secondo la Bibbia vengono particolarmente provati in quanto alla loro neutralità e integrità. È il tempo del più grande complotto internazionale di tutta la storia umana, perché è in questo tempo che sono sorte le Nazioni Unite, che oggi contano 152 nazioni membri. Perché chiamare l’O.N.U. un complotto o una cospirazione internazionale? Perché è un’organizzazione di fattura umana per neutralizzare e allontanare, il più a lungo possibile, il giusto dominio del regno di Geova esercitato per mezzo del suo Cristo. Chi prevarrà? Il regno messianico di Geova o le Nazioni Unite? Sono in gioco la pace e la sicurezza di tutti i popoli. Predicendo le gravi difficoltà che avrebbero caratterizzato il periodo di esistenza delle Nazioni Unite come strumento per proteggere il mondo, Rivelazione 14:12 dice: “Qui sta la perseveranza dei santi, quelli che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù”. — Confronta Isaia 8:12, 13.
16. Quale cospirazione internazionale ebbe luogo diciannove secoli fa, e cosa indicava questo parziale adempimento del Salmo 2:1-4?
16 Diciannove secoli fa ci fu un complotto internazionale contro Cristo stesso; tali sforzi congiunti portarono, col permesso di Dio, al martirio di Gesù. (Atti 3:13; 4:27; 13:28, 29; I Tim. 6:13) Questo era predetto nel Salmo 2:1-4. Sia questo salmo che il suo parziale adempimento diciannove secoli fa indicavano la cospirazione internazionale contro Geova e il suo Cristo in questo tempo, in cui il pieno diritto al “regno del mondo” appartiene a loro due. — Riv. 11:15-18.
17. I testimoni di Geova riconoscono che l’attuale organizzazione mondiale opera contro chi, e a quale posizione assunta nel 1919 continuano ad attenersi?
17 I veri cristiani riconosceranno che l’attuale complotto internazionale opera contro Geova e il suo Cristo. Perciò continueranno a perseverare nella loro neutralità cristiana, mantenendo saldamente la posizione assunta nel lontano 1919 al congresso dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici tenuto a Cedar Point (Ohio, U.S.A.), a favore del regno di Geova retto da Cristo e contro la proposta Lega delle Nazioni per la pace e la sicurezza del mondo, Lega cui sono succedute le Nazioni Unite. La loro è la stessa posizione che il profeta Geremia avrebbe assunto oggi, in quanto sotto ispirazione avvertì riguardo a un simile complotto contro il dominio del regale “servitore” di Geova.
18. Nel primo anno del regno di Ioiachim, quali oggetti fu detto a Geremia di fare, e a chi doveva mandarli con un messaggio di accompagnamento?
18 Di conseguenza la profezia di Geremia, capitolo 27, ha per noi un significato attuale. Il profeta dice:
“Al principio del regno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda [nel 628 a.E.V.], questa parola fu da Geova rivolta a Geremia, dicendo: ‘Geova mi ha detto questo: “Fatti legami e sbarre di giogo, e te li devi mettere sul collo. E li devi mandare al re di Edom e al re di Moab e al re dei figli di Ammon e al re di Tiro e al re di Sidone per mano dei messaggeri che vengono a Gerusalemme a Sedechia re di Giuda. E devi dar loro comando per i loro padroni, dicendo: ‘Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, ha detto questo; dovreste dire questo ai vostri padroni’”’”. — Ger. 27:1-4.
19. Secondo il normale testo ebraico, in che anno Geremia ricevette il messaggio di Geova, e in quale occasione agì conformemente?
19 Notiamo che qui sono menzionati due re regnanti su Giuda e Gerusalemme, prima Ioiachim e poi suo fratello Sedechia, che regnò dopo Ioiachim e dopo suo figlio Ioiachin. Se è giusto il nome Ioiachim in Geremia 27:1, allora Geremia ricevette questa profezia nel 628 a.E.V. e la tenne in sospeso per 11 anni prima di agire in merito. Ma tre manoscritti ebraici e le versioni siriaca e araba di Geremia 27:1 hanno “Sedechia” invece di “Ioiachim” e così fanno pure molte traduzioni moderne della Bibbia.a Ad ogni modo, l’azione di Geremia in ubbidienza al comando di Geova è collocata al tempo del re Sedechia in occasione dell’arrivo a Gerusalemme degli inviati di cinque paesi vicini, Edom, Moab, Ammon, Tiro e Sidone, per trattare col re Sedechia. A quel tempo Nabucodonosor era imperatore di Babilonia da almeno otto anni e aveva deportato a Babilonia il re Ioiachin e messo sul trono a Gerusalemme suo zio Sedechia. Sedechia, quale re vassallo, era tenuto a essere fedele a Babilonia.
20. L’arrivo di quei cinque inviati rappresentò quale tipo di movimento, e perché fu detto loro di non prestare ascolto alle parole dei divinatori?
20 L’arrivo di inviati da cinque paesi vicini fu un’azione concertata. Rappresentò un movimento coordinato. Da ciò che Geremia ricevette l’ordine di dire a quegli inviati, è evidente che si stava tramando un complotto per suscitare una rivolta congiunta contro l’imperatore Nabucodonosor. I vaticinatori e i praticanti di arti occulte erano a favore della rivolta. Ecco perché Geremia ricevette il comando di dire agli inviati: “E in quanto a voi, non ascoltate i vostri profeti e i vostri praticanti di divinazione e i vostri sognatori e i vostri praticanti di magia e i vostri stregoni, che vi dicono: ‘Voi non servirete il re di Babilonia’. Poiché vi profetizzano falsità, allo scopo di farvi portare lungi dalla vostra terra; e io vi dovrò disperdere, e voi dovrete perire”. — Ger. 27:9, 10.
21. A quel tempo le nazioni implicate erano incitate dai demoni a fare che cosa?
21 Proprio come oggi i demoni guidano i governanti politici verso Har-Maghedon, la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, così a quel tempo gli stessi demoni facevano pressione sui capi politici dei paesi da cui provenivano gli inviati perché si mettessero d’accordo per ribellarsi contro il “servitore” di Geova, Nabucodonosor. (Riv. 16:13-16) Logicamente quelle nazioni non fecero obiezione quando Sedechia re di Giuda si ribellò davvero nel nono anno del suo regno.
22. Perché Geremia, nel trasmettere agli inviati il messaggio di Geova, non si stava mischiando nella politica, e in che modo Geova diede risalto nel messaggio alla propria sovranità?
22 Trasmettendo i messaggi di Geova agli inviati delle cinque nazioni coalizzate, Geremia non si stava mischiando nella politica, perché il suo Dio, Geova, era “Re delle nazioni” e stava facendo un favore alle cinque nazioni dando loro un avvertimento di importanza nazionale. Geova, dando risalto alla propria sovranità universale, comandò a Geremia di dir loro:
“Io stesso ho fatto la terra, il genere umano e le bestie che sono sulla superficie della terra mediante la mia grande potenza e mediante il mio braccio steso; e l’ho dato a chi è stato retto ai miei occhi. E ora io stesso ho dato tutti questi paesi in mano a Nabucodonosor re di Babilonia, mio servitore; e gli ho dato perfino le bestie del campo perché lo servano. E tutte le nazioni devono servire pure lui e suo figlio [Evilmerodac] e suo nipote [Baldassarre] finché venga il tempo pure per il suo proprio paese, e molte nazioni e grandi re lo devono sfruttare come servitore”. — Ger. 27:5-7; II Re 25:27; Dan. 5:1, 11, 18, 22.
23. Quanto doveva durare la servitù a Babilonia, e cosa sarebbe accaduto alla nazione che si fosse opposta al decreto di Geova?
23 Perciò, per decreto di Geova, le nazioni inghiottite dall’impero babilonese dovevano sopportarne il giogo di servitù per un lungo periodo di tempo, settant’anni. Tale servitù fu raffigurata dai legami e dalle sbarre di giogo che Geova comandò a Geremia di fare e di consegnare agli inviati stranieri venuti a far visita al re Sedechia. La rivolta di quelle nazioni non poteva infrangere il decreto di Geova.
“‘E deve accadere che la nazione e il regno che non lo serviranno, proprio Nabucodonosor re di Babilonia; . . . su quella nazione volgerò la mia attenzione con la spada e con la carestia e con la pestilenza’, è l’espressione di Geova, ‘finché non avrò posto loro fine per sua mano’”. — Ger. 27:8.
24. Perché Gesù Cristo, il Re-Servitore di Geova, deve ora regnare in mezzo ai suoi nemici?
24 Oggi, al tempo della classe di Geremia, come anche nel passato ai tempi del re Sedechia, è meglio prestare ascolto al consiglio del Sovrano Signore dell’universo che prestare ascolto ai demoni. (Ger. 27:9-11) Non vogliamo certo farci coinvolgere in una cospirazione internazionale contro il Re-Servitore di Geova, Gesù Cristo. I governanti politici, particolarmente quelli della cristianità, sono stati avvisati da numerosi proclami per bocca dell’unta classe di Geremia, ma i governanti preferiscono rimanere nelle Nazioni Unite. (Ger. 27:12-15; Riv. 17:12, 13) Si tengono ben stretta la loro sovranità nazionale e rifiutano nettamente di sottoporsi al giogo reale del Re-Servitore di Geova. I governanti politici, non prendendo seriamente il fatto che i Tempi dei Gentili sono scaduti nel 1914, non riconoscono di formare una cospirazione mondiale contro il dominio mondiale del Re-Servitore di Geova. Ma, come Nabucodonosor, “servitore” di Geova, permise a Sedechia di regnare su Giuda, così oggi è stato permesso ai governanti politici, inclusi quelli della cristianità, di continuare a dirigere gli affari politici dopo il 1914. Di conseguenza il Re-Servitore di Geova deve ora regnare in mezzo ai suoi nemici, quelli che cospirano contro di lui.
25. (a) Dato il rifiuto dei governanti di prestare ascolto, a chi deve rivolgere il messaggio la classe di Geremia? (b) Se parlavano per conto di Geova, cosa dovevano pregare quei profeti riguardo ai restanti utensili, invece di predire un imminente sollievo?
25 Dato che i governanti politici dimostrano di non volersi sottoporre al “giogo” del Servitore di Geova, il suo Figlio intronizzato in cielo, cosa deve fare la classe di Geremia? Deve rivolgersi al popolo, ai singoli. Davanti al popolo la classe di Geremia deve smascherare i promotori della cospirazione.
“Geova ha detto questo: ‘Non ascoltate le parole dei vostri profeti che vi profetizzano, dicendo: “Ecco, gli utensili della casa di Geova saranno presto riportati da Babilonia!” Poiché vi profetizzano falsità. Non li ascoltate. Servite il re di Babilonia e continuate a vivere. Perché questa città dovrebbe divenire un luogo devastato? Ma se essi sono profeti e se la parola di Geova esiste in effetti in loro, supplichino, suvvia, Geova degli eserciti, affinché gli utensili che rimangono nella casa di Geova e nella casa del re di Giuda e in Gerusalemme non vadano in Babilonia’”. — Ger. 27:16-18.
26. Secondo l’espressione di Geova, anziché una prossima restituzione degli utensili asportati, cosa sarebbe accaduto agli utensili che rimanevano?
26 Il tempio di Gerusalemme, con le sue colonne, era ancora in piedi. Nel cortile c’erano ancora il grande bacino chiamato “il mare”, i carri per il trasporto di bacini più piccoli e molti altri utensili usati dai sacerdoti e dai leviti. Cosa sarebbe accaduto a tutti questi arnesi del tempio?
“Questo è ciò che ha detto Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, riguardo agli utensili che rimangono nella casa di Geova e nella casa del re di Giuda e Gerusalemme: ‘“Saranno portati a Babilonia e lì continueranno ad essere fino al giorno che rivolgerò loro la mia attenzione”, è l’espressione di Geova. “E per certo li farò risalire e li farò tornare in questo luogo”’”. — Ger. 27:19-22.
27. (a) Cosa indicava l’espressione di Geova riguardo al complotto internazionale? (b) Come dobbiamo quindi comportarci se vogliamo partecipare nel nuovo ordine ai risultati della vittoria del comandante in capo di Geova?
27 Cosa significava questa espressione di Geova? Significava che il complotto internazionale contro il dominio del “servitore” di Geova sarebbe fallito. Sarebbe stato evidente che i profeti e i divinatori religiosi, nel predire gli eventi, avevano detto il falso e condotto gli abitanti creduli alla distruzione. Per il nostro bene, non diamo loro ascolto. La nostra fiducia non sia nelle Nazioni Unite o in qualche altra organizzazione internazionale, ma nel regno di Geova affidato al suo Re-Servitore, Gesù Cristo. Mantenendo la neutralità cristiana nei confronti degli affari politici e dei conflitti di questo mondo, ci sottoporremo al giogo di colui che Geova ha designato e che sostiene come Suo comandante in capo nell’imminente “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. Questo ci permetterà di partecipare ai risultati della sua gloriosa vittoria nel giusto nuovo ordine di Geova.
[Nota in calce]
a La Bibbia di Gerusalemme, La Bibbia Concordata, Versioni a cura di mons. Garofalo, Fulvio Nardoni, Pontificio Istituto Biblico.