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RidereAusiliario per capire la Bibbia
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propria forza e intrepidezza) ride del terrore quando si lancia nella mischia. (Giob. 39:13, 18, 19, 22) Viene detto che il Leviatan (coccodrillo) ride del vibrare del giavellotto, a motivo della sua pesante corazza. — Giob. 41:1, 29.
Similmente i servitori di Dio, di fronte ai nemici, potevano ridere perché confidavano in Geova; infatti “il nome di Geova è una forte torre”. — Prov. 18:10.
Quei servitori di Dio dovettero sopportare anche molte risate di scherno nei loro confronti. Giobbe disse: “Divengo oggetto di risa per il prossimo”. (Giob. 12:4; 30:1) Geremia veniva deriso tutto il giorno dai suoi contemporanei. (Ger. 20:7) Gesù Cristo stesso fu deriso e schernito prima di risuscitare la figlia di Iairo. (Matt. 9:24; Mar. 5:40; Luca 8:41-53) Però erano felici perché conoscevano la forza e la sapienza di Dio e seguivano il corso indicato loro da Dio. — Matt. 5:11, 12.
Geova Dio è descritto nell’atto di ridere con scherno delle nazioni, delle loro parole vanagloriose che non approdano a nulla, e della confusione prodotta dalla loro stolta condotta contraria a Lui. (Sal. 59:8) Conosce la propria potenza e i suoi propositi, e ride della misera, futile opposizione a lui e al suo popolo. — Sal. 2:1-4.
Perciò bisogna evitare che Geova rida di noi. Volgere le spalle alla sapienza di Dio provocherebbe terribile calamità. (Prov. 1:26) Anche se Geova non prova piacere che i malvagi muoiano (Ezec. 18:23, 32), non si preoccupa di quello che tramano contro il suo popolo e ride perché vede il giorno della liberazione dei giusti, in cui le macchinazioni dei malvagi falliranno e si porrà fine per sempre alla malvagità. — Sal. 37:12, 13, 20.
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RifugioAusiliario per capire la Bibbia
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Rifugio
Vedi CITTÀ DI RIFUGIO.
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RimanenteAusiliario per capire la Bibbia
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Rimanente
Diversi termini ebraici e greci dal significato molto simile sono usati nelle Scritture a proposito di quelli che restano di una famiglia, nazione, tribù o razza; dei superstiti di una strage o distruzione; nel senso di posterità, cioè di coloro che sono in grado di portare avanti la discendenza, il nome o le attività di una nazione, tribù o gruppo; di quelli che rimangono fedeli a Dio da una nazione o gruppo di persone che si sono allontanate.
Noè e la sua famiglia furono un rimanente del mondo del genere umano che precedette il Diluvio. Il verbo sha’àr, rimanere, è usato per descriverli come gli unici superstiti. (Gen. 7:23) In seguito, in Egitto, Giuseppe disse ai suoi fratelli: “Dio mi ha mandato davanti a voi onde abbiate sulla terra un rimanente [cioè per preservare la posterità e discendenza della famiglia; confronta II Samuele 14:7] e per mantenervi in vita”. — Gen. 45:4, 7.
UN RIMANENTE DI ISRAELE RITORNA DALL’ESILIO
I più frequenti riferimenti biblici a un rimanente riguardano coloro che erano il popolo di Dio. Per mezzo dei suoi profeti Dio avvertì gli israeliti che la loro disubbidienza sarebbe stata punita, ma offrì anche conforto predicendo che un rimanente sarebbe stato preservato, sarebbe tornato a Gerusalemme e l’avrebbe riedificata, avrebbe prosperato e portato frutto. — Isa. 1:9; 11:11, 16; 37:31, 32; Ger. 23:3; 31:7-9.
Dopo che nel 617 a.E.V. Nabucodonosor re di Babilonia aveva portato via dei prigionieri insieme a Ioiachin re di Giuda, Geova diede al profeta Geremia una visione. In questa visione fichi buoni rappresentavano quelli portati in esilio in quell’occasione. Fichi cattivi rappresentavano il rimanente che rimase a Gerusalemme sotto il re Sedechia (in realtà la maggior parte degli abitanti di Gerusalemme e di Giuda); erano inclusi anche quelli che vivevano in Egitto. Nel 607 a.E.V., con la finale distruzione di Gerusalemme ad opera di Nabucodonosor, quasi tutti quelli che erano in Giudea furono uccisi o esiliati. E più tardi quelli che si trovavano in Egitto, inclusi quelli che vi fuggirono dopo il 607 a.E.V., soffrirono quando Nabucodonosor fece un’incursione in quel paese. — Ger. 24:1-10; 44:14; 46:13-17; Lam. 1:1-6.
Geova promise al rimanente fedele, a quelli che si pentirono dei peccati a motivo dei quali aveva permesso che fossero portati in esilio, che li avrebbe radunati come un gregge in un ovile. (Mic. 2:12) Questo avvenne nel 537 a.E.V., col ritorno di un rimanente di ebrei sotto Zorobabele. (Esd. 2:1, 2) Essi un tempo ‘zoppicavano’, ma Geova li radunò, e (anche se erano sotto la dominazione persiana) poiché avevano come governatore Zorobabele e la vera adorazione venne ristabilita nel tempio, Dio era di nuovo il loro vero Re. (Mic. 4:6, 7) Sarebbero diventati come “rugiada da Geova”, che reca ristoro e prosperità, e sarebbero stati coraggiosi e forti come un “leone fra le bestie della foresta”. (Mic. 5:7-9) Quest’ultima profezia a quanto pare si adempì all’epoca dei Maccabei, e ne risultò la preservazione degli ebrei nel paese, e la conservazione del tempio fino alla venuta del Messia.
Il nome del figlio del profeta Isaia, Sear-Iasub, includeva il sostantivo sheʼàr (verbo, shaʼàr) e significava “Un semplice rimanente ritornerà”. Il nome era un segno che Gerusalemme sarebbe caduta e i suoi abitanti sarebbero andati in esilio, ma che Dio avrebbe avuto misericordia e avrebbe riportato un rimanente nel paese. — Isa. 7:3.
NESSUN RIMANENTE DI BABILONIA
Babilonia fu usata da Dio per punire il suo popolo, ma eccedette e provò piacere nell’opprimerlo e maltrattarlo, e intendeva tenerlo in esilio per sempre. Questo in realtà accadde perché Babilonia era la principale esponente della falsa adorazione, e odiava Geova e la sua adorazione. Per queste ragioni Dio dichiarò: “E di sicuro stroncherò da Babilonia nome e rimanente e progenie e posterità”. (Isa. 14:22) Babilonia alla fine diventò una completa e permanente desolazione, e nessun rimanente tornò a riedificarla.
UN RIMANENTE DI ISRAELE ACCETTA CRISTO
Quando Gesù Cristo si presentò alla nazione di Israele la maggioranza lo rigettò. Solo un rimanente manifestò fede e lo seguì. L’apostolo Paolo applica certe profezie di Isaia (10:22, 23; 1:9) a quel rimanente ebraico e scrive: “Inoltre, Isaia grida riguardo a Israele: ‘Anche se il numero dei figli d’Israele fosse come la sabbia del mare, è il rimanente che sarà salvato. Poiché Geova farà una resa dei conti sulla terra, portandola a termine e abbreviandola’. E come Isaia aveva detto anteriormente: ‘Se Geova degli eserciti non ci avesse lasciato un seme, saremmo divenuti come Sodoma, e saremmo stati resi come Gomorra’”. (Rom. 9:27-29) Un’altra volta Paolo usa l’esempio dei settemila rimasti che all’epoca di Elia non si erano inchinati a Baal, e dice: “In questo modo, perciò, vi è anche al tempo presente un rimanente secondo l’elezione dovuta all’immeritata benignità”. — Rom. 11:5.
IL RIMANENTE SPIRITUALE
In Rivelazione (cap. 12) Giovanni descrive la visione
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