Mantenetevi entro i confini del rifugio
1, 2. Quali restrizioni erano imposte al rifugiato nella città di rifugio, e per quanto tempo?
COLUI che fuggiva il vindice del sangue aveva l’obbligo di dimostrarsi innocente da qualsiasi intenzione omicida verso la persona involontariamente uccisa. La città di rifugio alla quale egli era fuggito doveva prima rimandarlo a quella nella quale o vicino alla quale si era verificata l’uccisione. Quivi l’assemblea doveva fare un processo per stabilire se l’omicida meritasse la protezione di una città di rifugio: “Allora ecco le norme secondo le quali la raunanza giudicherà fra colui che ha colpito e il vindice del sangue. La raunanza libererà l’omicida dalle mani del vindice del sangue e lo farà tornare alla città di rifugio dove s’era ricoverato. Quivi dimorerà, fino alla morte del sommo sacerdote che fu unto con l’olio santo”. (Num. 35:24, 25) Poiché Hebron, una delle città di rifugio, era la città del sommo sacerdote e dei suoi assistenti, i figli di Aaronne, questo ci ricorda che il Sommo Sacerdote di Geova, Gesù Cristo, è colui ch’è unto per giudicare dell’intenzionalità da parte dell’omicida di provocare la morte di un altro. Egli è colui che decide se si possa ammetterlo nel luogo di rifugio di Geova, la società del nuovo mondo, e permettergli di rimanervi.
2 Poiché risparmiare la morte al rifugiato era un atto di misericordia, era perfettamente giusto confinarlo, limitando la sua libertà. Egli doveva rimanere nei limiti della città di rifugio e dei mille cubiti di terreno intorno ad essa. Oltre quel limite la sua vita sarebbe stata in pericolo. “Ma se l’omicida esce dal confine della città di rifugio dove s’era ricoverato, e se il vindice del sangue trova l’omicida fuori dei confini della sua città di rifugio e l’uccide, il vindice del sangue non sarà responsabile del sangue versato. Poiché l’omicida deve stare nella sua città di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote; ma, dopo la morte del sommo sacerdote, l’omicida potrà tornare nella terra di sua proprietà. Non accetterete prezzo di riscatto che permetta a un omicida di ricoverarsi nella sua città di rifugio e di tornare ad abitare nel paese prima della morte del sacerdote”. (Num. 35:26-28, 32) Era quindi necessario che il sommo sacerdote in carica quando si fosse verificata l’uccisione fosse morto, prima che l’omicida involontario potesse ritornare alla propria città oppure alle terre sue per eredità, senza paura del vindice del sangue. Se dunque lo stesso sommo sacerdote israelita avesse ucciso qualcuno involontariamente non avrebbe potuto lasciare la sua città di rifugio per tutta la propria vita. Se un Levita avesse ucciso involontariamente, non avrebbe potuto lasciare la sua città di rifugio per andare al tempio di Geova e compiere i suoi doveri levitici finché non fosse morto il sommo sacerdote. Questo mostrava che il sommo sacerdote governava la vita e la libertà dei rifugiati.
3. Per mezzo di chi è concessa la protezione di Geova ai rifugiati macchiati di sangue, e quali sono le conseguenze se essi lasciano l’antitipica città di rifugio?
3 Ciò mostra inoltre che la protezione provveduta oggi da Geova ai rifugiati macchiatisi di sangue perché non siano giustiziati durante la rivendicazione del sangue innocente ad Armaghedon, viene concessa per mezzo del Sommo Sacerdote Gesù Cristo, il quale diede la propria vita umana per riscattare anche gli omicidi pentiti oltre ai peccatori di ogni altra specie. L’uscire dalla città di rifugio prima della morte del sommo sacerdote d’Israele raffigura quindi che colui che ottiene misericordia e protezione da Dio si ribella alle limitazioni impostegli da Dio. Egli perde l’apprezzamento di ciò che Dio ha fatto per lui per mezzo di Cristo e della ragione per cui Dio gli ha imposto dei limiti. Diventa simile a Scimei, che per aver maledetto Davide, il quale fuggiva dal proprio figlio Absalom, fu confinato nella città di Gerusalemme dal re Salomone, successore di Davide. Scimei mise il re Salomone alla prova, se ne andò da Gerusalemme per riprendere due dei suoi schiavi, e al suo ritorno fu messo a morte per avere egoisticamente oltrepassato i confini. (1 Re 2:36-46) Perciò colui che abbandona il rifugio non avrà la protezione espiatoria del sacrificio di Cristo non avendo più fiducia nel suo merito e non ritenendolo più necessario per essere protetto dalla punizione divina per il peccato. Egli diventa negligente nel soddisfare le esigenze di Geova e umiliarsi sotto la potente mano di Dio, e sviluppa la propria giustizia riponendo fiducia in essa per essere salvato. Egli mette Dio troppo a lungo alla prova, e mette nuovamente al palo Gesù Cristo per se stesso, perdendo così ogni senso di pentimento. Fuori del misericordioso rifugio di Geova egli è certo di subire la morte ad Armaghedon allorché ogni colpa non perdonata per il sangue sparso sarà rivendicata. Egli non sopravvivrà.
4, 5. (a) Quali domande sorgono riguardo all’adempimento della morte del sommo sacerdote d’Israele? (b) Perciò, quanto tempo i membri del rimanente dell’Israele spirituale devono restare nella loro città di rifugio?
4 Il Sommo Sacerdote Gesù Cristo, sin dalla sua resurrezione dai morti, ha “il potere di una vita indistruttibile” e “non muore più”, poiché “la morte non lo padroneggia più”, ma egli è un “sacerdote per sempre” simile a Melchisedec. (Ebr. 7:15-17 e Rom. 6:9, NM) Come dunque può egli adempiere la prefigurazione del sommo sacerdote d’Israele? E come quindi si potrebbe uscire dall’antitipica città di rifugio, la società del nuovo mondo? Quanto tempo vi dovranno rimanere i rifugiati dei giorni moderni? Dobbiamo ricordarci che il sommo sacerdote d’Israele, quando moriva, cessava di servire come sommo sacerdote e di offrire l’espiazione per gli omicidi involontari. Quindi i membri del rimanente entro l’antitipica città di rifugio devono rimanervi finché vivono sulla terra. Essi sperano di sopravvivere alla battaglia di Armaghedon per entrare nel nuovo mondo di Dio, ma anche dopo quella battaglia e la morte dei colpevoli per il sangue versato essi avranno bisogno del merito espiatorio del loro Sommo Sacerdote celeste. Perché? Perché sono ancora nella carne imperfetta.
5 Tuttavia, quando termineranno di compiere il loro dovere terrestre dopo Armaghedon e moriranno venendo istantaneamente risuscitati alla vita come creature divine e spirituali nei cieli, essi non avranno più bisogno del sacrificio espiatorio del Sommo Sacerdote di Geova, perché allora avranno lasciato per sempre la carne, sacrificata in rivendicazione della sovranità universale di Geova. Tutto ciò che appartiene alla carne imperfetta, compresa la responsabilità per il sangue sparso involontariamente, sarà allontanato da loro. In tal modo il Sommo Sacerdote sarà morto per loro in quanto a riscatto e protezione. Ma fino alla fine di Armaghedon e finché il loro tabernacolo carnale, la loro casa o tenda terrena, non sarà dissolto nella morte e finché essi non acquisteranno “da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli”, essi rimarranno nella città di rifugio sotto l’immortale Sommo Sacerdote. — 2 Cor. 5:1.
6. Come i superstiti di Armaghedon non appartenenti all’Israele spirituale rimangono nella loro città di rifugio fino all’antitipica morte del Sommo Sacerdote, e per quale motivo in seguito potrebbero essi morire?
6 Ma che dire dei rifugiati moderni, i “residenti temporanei” e “immigranti”? Dato che rimarranno sempre nella carne, quando potranno lasciare la loro città di rifugio per essere liberi dalla responsabilità del sangue versato involontariamente? Essi non potranno uscire dalla città di rifugio sotto Cristo immediatamente dopo Armaghedon, poiché essi pure, come il superstite rimanente, saranno nella carne imperfetta, contaminata dal peccato. Quindi saranno obbligati a rimanere sotto la protezione espiatoria del Sommo Sacerdote altrimenti il vindice del sangue li ucciderebbe. Valendosi di questo durante i mille anni del suo regno e sacerdozio essi saranno infine elevati alla perfezione umana. Al termine dei mille anni egli li presenterà a Geova Dio insieme a tutto il resto del restaurato genere umano per una prova finale ed eternamente decisiva della loro integrità, mediante lo scioglimento di Satana e dei suoi demoni per breve tempo. Superando questa prova con approvazione divina, Geova Dio li giustificherà per la vita eterna nella “nuova terra” paradisiaca del nuovo mondo. Ma quando il Sommo Sacerdote li avrà presentati nella loro umana perfezione egli in effetti per loro sarà morto quale Sacerdote per espiazione e protezione, perché essi saranno usciti dalla sua protezione nella città di rifugio e saranno stati portati davanti a Dio per una prova del loro proprio merito. Se alcuni dopo questa prova moriranno, ciò non avverrà mediante il vindice del sangue, né a causa di una precedente colpevolezza per involontario spargimento di sangue, ma per disubbidienza volontaria, per qualche motivo egoistico, nella prova della propria integrità. — Apoc. 20:1-6, 11-15.
‘PREPARATE LA STRADA’
7. Come agiva l’antica città di rifugio verso l’omicida involontario, e come doveva egli comportarsi in essa?
7 L’antica città di rifugio doveva aprire le sue porte e ospitare l’omicida involontario. “L’omicida si ricovererà in una di quelle città; e, fermatosi all’ingresso della porta della città, esporrà il suo caso agli anziani di quella città; questi lo accoglieranno presso di loro dentro la città, gli daranno una dimora, ed egli si stabilirà tra loro. E se il vindice del sangue lo inseguirà, essi non gli daranno nelle mani l’omicida, poiché ha ucciso il prossimo senza averne l’intenzione, senza averlo odiato prima. L’omicida rimarrà in quella città finché, alla morte del sommo sacerdote che sarà in funzione in quei giorni, comparisca in giudizio davanti alla raunanza. Allora l’omicida potrà tornarsene e rientrare nella sua città e nella sua casa, nella città donde era fuggito”. (Giosuè 20:4-6) Mentre era nella città di rifugio il rifugiato era privato della libertà di recarsi al tempio di Dio, tuttavia era in stretto contatto coi servitori del tempio, i Leviti, e ad Hebron con i sacerdoti e anche col sommo sacerdote, la cui morte prematura però non avrebbe dovuto desiderare, poiché ciò avrebbe significato essere incline a uno spirito di assassinio e di ribellione contro le limitazioni impostegli da Dio. Egli non doveva essere pigro, pensando che la città avesse l’obbligo di mantenerlo divenendo così economicamente un peso per i Leviti e i sacerdoti; ma doveva imparare un mestiere per contribuire al benessere e alla prosperità della città.
8. Come devono dunque comportarsi coloro che fuggono alla città di rifugio cristiana, e con quale risultato?
8 Similmente quelli che fuggono alla città di rifugio cristiana non possono restare inoperosi nella società del nuovo mondo. Devono mostrare l’apprezzamento per la misericordia divina verso di loro e devono mantenersi in contatto col rimanente del “real sacerdozio” e specialmente col Sommo Sacerdote sotto il cui riparo trovano protezione. Non devono essere di peso o di ostacolo ritardando l’attività del nuovo mondo succhiandone la prosperità spirituale. In questa organizzazione essi devono imparare un mestiere, e considerando gli obblighi divini ad essa imposti, l’unico “mestiere” adatto è l’addestramento per predicare il messaggio del regno e dichiarare il “giorno di vendetta del nostro Dio”. (Matt. 24:14; Isa. 61:1, 2) Questo fa sì che entro i confini il tempo passi felicemente prima di Armaghedon, alla lode di Geova, apportando salvezza al rifugiato e ad altri.
9. Per essere liberati dalla responsabilità del sangue per che cosa si sono dichiarati i rifugiati e per quale patto hanno preso posizione?
9 Quindi eccoci oggi nella nostra città di rifugio, decisi a restarci fino alla “morte” del Sommo Sacerdote. Poiché i testimoni di Geova sono decisi a restare nei confini della misericordiosa ‘città di rifugio’ di Geova sotto il suo Sommo Sacerdote, questi testimoni, il 1º novembre 1939 si dichiararono assolutamente neutrali nelle contese sanguinose di questo mondo. Inoltre essi hanno preso posizione per il patto di Dio concernente la santità del sangue, non per violarlo mediante trasfusioni di sangue che hanno causato molte disgrazie di cui non si parla; e si serbano puri da qualsiasi volontaria responsabilità di sangue al cospetto di Dio. L’omicida volontario non trovava alcun asilo nell’antica città di rifugio ma era consegnato al vindice del sangue perché secondo giustizia morisse per mano sua. Noi non desideriamo nessuno di questi omicidi volontari nella società del nuovo mondo. — Num. 35:16-21, 30, 31; Deut. 19:11-13. — Vedere La Torre di Guardia (inglese) del 1º novembre 1939; 1º luglio 1945.
10. Quale aiuto doveva provvedersi all’omicida involontario affinché la sua fuga fosse sicura, e qual era la prefigurazione di questo?
10 I sacerdoti e i Leviti delle città di rifugio dovevano essere molto soccorrevoli verso gli uomini che si rifugiavano in esse ed offrir loro sicurezza e protezione. Inoltre, essi e tutto Israele dovevano essere molto solleciti nell’aiutare i poveri fuggitivi a sfuggire il vindice del sangue raggiungendo i sicuri precinti della città di rifugio, impedendo così che si spargesse il sangue innocente degli omicidi involontari. La misericordiosa legge di Geova diceva: “Metterai da parte tre [altre] città, in mezzo al paese [Israele], del quale, l’Eterno, il tuo Dio, ti dà il possesso. Preparerai delle strade, e dividerai in tre parti il territorio del paese [ad ovest del fiume Giordano] che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà come eredità, affinché qualsivoglia omicida si possa rifugiare in quelle città”. (Deut. 19:2, 3) Questa ‘preparazione delle strade’ significava che le strade principali per la fuga alle città di rifugio dovevano essere strade maestre; le colline dovevano essere livellate, le pietre d’inciampo dovevano essere tolte, i fiumi dovevano essere forniti di ponti, le strade dovevano essere allargate fino a trentadue cubiti o circa quindici metri, affinché l’ingombro del traffico non ostacolasse la fuga, e agli incroci si dovevano alzare dei segnali con la scritta “Rifugio! Rifugio!” per indicare la direzione della città di asilo. Ciascuna parte del paese aveva la propria città di rifugio, tre ad est del Giordano e tre ad ovest del fiume, affinché la fuga da un qualsiasi territorio non dovesse durare troppo a lungo. Ognuno conosceva la propria città di rifugio.
11. A motivo di quale provvedimento tutte le nazioni possono oggi rallegrarsi col popolo spirituale di Geova?
11 Quale eccellente illustrazione è oggi questa di come si deve preparare la strada per gli omicidi involontari, particolarmente per gli antitipici “residenti temporanei” e “immigranti”, le “altre pecore”, che non sono Israeliti spirituali ma provengono da tutte le nazioni! Così queste nazioni oggi possono essere liete col popolo di Geova, il rimanente dell’Israele spirituale. In attesa della punizione dei colpevoli di sangue ad Armaghedon Geova proclama: “Inebrierò di sangue le mie frecce, del sangue degli uccisi e dei prigionieri, la mia spada divorerà la carne, le teste dei condottieri nemici. Nazioni, cantate le lodi del suo popolo! poiché l’Eterno vendica il sangue dei suoi servi, fa ricadere la sua vendetta sopra i suoi avversari, ma si mostra propizio alla sua terra, al suo popolo”. — Deut. 32:42, 43.
12. (a) Perché è urgente che noi manteniamo la “strada” in ottimo stato, e come possiamo farlo? (b) Altrimenti come per una futura responsabilità del sangue sparso potremmo incorrere nella nostra distruzione?
12 Poiché Geova ha concesso soltanto un “breve periodo di tempo” fino alla rivendicazione del sangue innocente ad Armaghedon, e dato che quel tempo sin dal 1918 è ora molto ridotto, è urgentissimo che noi manteniamo in ottimo stato la strada preparata per la moderna città di rifugio. Così faciliteremo la veloce fuga di innumerevoli altri che diventano consapevoli della loro involontaria responsabilità del sangue versato davanti a Dio e al suo Sommo Sacerdote e si accorgono del pericolo della rivendicazione del sangue su tutta la terra nella “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”. Noi dobbiamo proclamar loro l’avvertimento, mediante un’intrepida, costante dichiarazione del “giorno di vendetta del nostro Dio”. Dobbiamo aiutarli a fuggire velocemente all’unico luogo di rifugio sotto il Sommo Sacerdote di Geova. Dobbiamo essere come segnali lungo le strade, annunciando “Rifugio! Rifugio!” e additando l’unico luogo dove si possa ora trovarlo. In quest’opera di salvezza ognuno deve servire nella propria parte di territorio. Non possiamo venir meno al nostro dovere di sentinelle di additare la minacciosa spada di esecuzione e avvertire il popolo di sfuggire al pericolo. Se veniamo meno al nostro dovere trascurando di dare l’avvertimento, il nostro attuale luogo di rifugio non ci proteggerà al tempo cruciale, poiché il sangue di quelli che, avvertiti, avrebbero potuto fuggire, sarà richiesto da Geova Dio alle nostre mani. (Ezech. 33:1-9) Stiamo dunque in guardia affinché per una futura responsabilità di sangue non incorriamo nella nostra distruzione.
COLUI CHE CALCA LO STRETTOIO
13, 14. (a) Chi è dunque l’antitipico “Vindice del sangue” e perché? (b) Quando e dove raggiungerà egli gli omicidi volontari?
13 Chi è il “vindice del sangue” dal quale fuggire? Chi è questo più stretto parente degli uccisi il quale è stato fatto “a immagine di Dio” per agire come Suo giustiziere nello spargere il sangue umano? (Genesi 9:6; 2 Sam. 14:6, 7, 11) Per essere qualificato onde rivendicare gli uccisi di tutta la terra e specialmente gli uccisi testimoni di Geova Dio, questo vindice dev’essere un parente di tutto il genere umano e specialmente dei testimoni di Geova. Chi dev’essere? Chi potrebbe esserlo se non l’unigenito Figlio di Dio, che divenne l’uomo Cristo Gesù? Egli è il parente più stretto del genere umano, poiché nacque da una donna, nacque uomo perfetto con una vita così meritevole che poté essere offerta in sacrificio per tutto il genere umano riscattandolo dalla morte eterna. Egli divenne fratello dei seguaci delle sue orme, in modo che ciò che è fatto a uno di questi minimi fratelli è fatto al loro fratello più anziano, Gesù Cristo; quindi chi uccide uno dei suoi fedeli seguaci uccide un fratello di Cristo e dimostra che avrebbe fatto lo stesso anche a Cristo stesso. (Ebr. 2:11-17; Matt. 25:40, 45) Però, come Sommo Sacerdote egli sta ora per applicare il merito del suo sacrificio espiatorio a tutti gli ubbidienti del genere umano onde diventino suoi figli ed egli il loro Padre Eterno. Pertanto, chi uccide uno di questi antitipici “residenti temporanei” o “immigranti”, che si sono associati con la società del nuovo mondo, uccide un figlio di Cristo, una delle “altre pecore” di cui egli è l’Unico Pastore, il Giusto Pastore che cedette la propria anima per tutte le sue pecore. — Giov. 10:16.
14 Quindi egli, “l’uomo Cristo Gesù”, ha il dovuto legame di parentela per rivendicare, non il sangue di uno, ma il sangue di tutti gli uccisi, agendo con la rapidità di un inseguitore vindice del sangue contro tutta la folla omicida. Egli li raggiungerà tutti al campo di Armaghedon. Li troverà tutti fuori dell’antitipica città di rifugio in quanto essa non darà loro alcun riparo.
15, 16. (a) Chi è dunque colui che ha il diritto di calcare lo strettoio ad Armaghedon? (b) Tuttavia, nella profezia di Isaia chi è raffigurato nell’atto di calcare lo strettoio, e con quali espressioni?
15 Giustamente, quindi, Gesù è colui che calca il grande strettoio dell’ira di Dio ad Armaghedon, poiché quivi lo stritolamento della vita del mondo responsabile del sangue versato vendica il sangue innocente già sparso e quello che esso spargerà ancora finché il Vindice non chiami il mondo a giudizio per esigerne il prezzo. Tuttavia Geova raffigura profeticamente se stesso mentre calca il grande strettoio per schiacciare quelli che non avevano mostrato amore fraterno al suo popolo, cioè Edom, i discendenti del fratello gemello di Giacobbe (Israele). La profezia ci mostra il dialogo fra il profeta Isaia e Geova con queste parole:
16 “‘Chi è questi che giunge da Edom, da Botsra [capitale di Edom], in vestimenti splendidi? questi, magnificamente ammantato, che cammina fiero nella grandezza della sua forza?’ — ‘Son io, che parlo con giustizia, che son potente a salvare [il mio popolo]’. — ‘Perché questo rosso nel tuo manto, e perché le tue vesti son come quelle di chi calca l’uva nello strettoio?’ — ‘Io sono stato solo a calcar l’uva nello strettoio, e nessun uomo fra i popoli è stato meco [poiché nessun testimone di Geova sarà impegnato ad Armaghedon nella violenta azione, per aiutarlo, e nessun empio potrà resistergli]; io li ho calcati nella mia ira, e li ho calpestati nel mio furore; il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti, e ho macchiati tutti i miei abiti. Poiché il giorno della vendetta [contro i miei nemici], ch’era nel mio cuore, e il mio anno di redenzione son giunti. Io guardai, ma non v’era chi m’aiutasse; mi volsi attorno stupito, ma nessuno mi sosteneva; allora il mio braccio m’ha salvato, e il mio furore m’ha sostenuto. Ed ho calpestato dei popoli nella mia ira, li ho ubriacati nel mio furore, e ho fatto scorrere il loro sangue sulla terra’”. — Isa. 63:1-6.
17. Ma di chi si serve Geova per calcare lo strettoio ad Armaghedon, e come Giovanni ne descrive il quadro profetico?
17 Ma per calcare lo strettoio ad Armaghedon Geova si serve del più stretto parente di tutto il genere umano, il Vindice del sangue, che ha diritto di calcare per il suo celeste Padre, cioè “l’uomo Cristo Gesù”. L’apostolo Giovanni ebbe una visione profetica di lui mentre pigia nello strettoio pieno insieme a una schiera di celesti conservi: “E vidi il cielo aperto, ed ecco! un cavallo bianco. E colui che vi sedeva sopra si chiama Fedele e Verace, ed egli giudica e fa guerra con giustizia. . . . è avvolto in una veste spruzzata di sangue, e si chiama col nome: La Parola di Dio. E gli eserciti che sono in cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco, puro e fine. E dalla sua bocca esce una spada lunga e affilata, perché con essa percuota le nazioni, ed egli le pascerà con una verga di ferro. Ed egli calca lo strettoio del vino dell’ira dell’indignazione di Dio l’Onnipotente. E sulla sua veste, e sulla sua coscia, è scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori”. — Apoc. 19:11-16, NM.
18. Perché possiamo aspettarci che “tutto il giusto sangue sparso sulla terra” sin dalla distruzione di Gerusalemme sia addebitato alla Cristianità?
18 In questo strettoio di Armaghedon il sangue delle nazioni colpite scorrerà come una fiumana. Diciannove secoli fa, nel tempio di Gerusalemme, Gesù disse ai capi religiosi, maestri e governanti giudaici: “Io vi sto inviando profeti e saggi e pubblici istruttori. Alcuni li ucciderete e metterete al palo, ed alcuni li torturerete nelle vostre sinagoghe e perseguiterete di città in città; affinché venga su di voi tutto il giusto sangue sparso sulla terra dal sangue del giusto Abele [il primo testimone di Geova martire] al sangue di Zaccaria figlio di Barachia, che voi assassinaste fra il santuario e l’altare. Veramente io vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione”. (Matt. 23:34-36, NM) Vennero esse sopra quella generazione? Sì; poiché, trentasette anni dopo che la violenta turba aizzata dai sacerdoti aveva gridato al governatore Ponzio Pilato: “Il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli”, i Romani, concittadini di Pilato, distrussero Gerusalemme e il suo tempio dopo un assedio di quattro mesi; il numero dei morti ascese a 1.100.000 e 97.000 superstiti furono sparpagliati ai confini della terra perché morissero in schiavitù. (Matt. 27:24, 25, NM) Possiamo quindi aspettarci che “tutto il giusto sangue sparso sulla terra” dopo di allora ricada sull’infedele Cristianità, la moderna controparte dell’anticristiana Gerusalemme? Sì!
19. A questo riguardo che cosa possiamo aspettarci per Babilonia la Grande?
19 Inoltre che cosa possiamo aspettarci circa la quattromillenaria meretrice, Babilonia la Grande, ubriaca del sangue dei santi e dei testimoni di Gesù, nella quale fu trovato anche il sangue dei profeti e di tutti quelli che sono stati trucidati sulla terra? Poiché, come dice la Bibbia, essa domina tutti i popoli della terra, e con tutti i popoli a lei soggetti, compresa la Cristianità, sarà scagliata nel mondiale strettoio di Dio. Allora il sangue scorrerà a torrenti.
20. Ad Armaghedon mediante chi e come sarà calcato lo strettoio, e a quale altezza arriverà il succo della spremuta “vigna della terra”?
20 Armaghedon, che si sta avvicinando, sarà il tempo della mietitura, il tempo dei pigiatori di vino. Geova, il Supremo Vindice, dà il segnale, e con grida esultanti Gesù e la sua schiera di pigiatori saltano nel tino, non a piedi nudi, ma a cavallo, sui cavalli della “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente” per schiacciare la terribile “vigna della terra”, sovraccarica di frutti malvagi. Raffigurando il tremendo massacro di Armaghedon, la Rivelazione dice: “[l’angelo] gridò con gran voce a quello che aveva la falce tagliente, dicendo: Metti mano alla tua falce tagliente, e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le uve sono mature. E l’angelo lanciò la sua falce sulla terra e gettò le uve nel gran tino [strettoio] dell’ira di Dio. E il tino fu calcato fuori della città e dal tino uscì del sangue che giungeva sino ai freni dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi [sì, trecentoventi chilometri]”. — Apoc. 14:18-20.
21. (a) Che cosa raffigura il livello raggiunto dal succo della “vigna”, e che cosa indica il fatto che lo strettoio viene calcato “fuori della città”? (b) Come dunque si può evitare lo strettoio dell’ira di Dio?
21 Il grande strettoio di Armaghedon sarà calcato “fuori della città” e i cavalli montati da Cristo e dai suoi eserciti celesti saranno immersi come se nuotassero nel sangue, così numerosi saranno quelli contro Geova Dio e il suo Re dei re. Non pensate scetticamente che questo sia troppo orribile per avverarsi! È un quadro profetico dato dalla Parola di Dio e la sua Parola si avvera sempre, e questa profezia ha tutte le buone ragioni per avverarsi. Esser “calcato fuori della città” significa che sarà calcato fuori della Nuova Gerusalemme, fuori dell’organizzazione teocratica, quindi fuori della città di rifugio cristiana e fuori della società del nuovo mondo. C’è forse qualcuno che oggi voglia evitare d’essere scagliato nello strettoio dell’ira di Dio per esservi schiacciato? Non indugi allora nel fuggire il divino Vindice del sangue. Prenda la strada che ha l’indicazione “Rifugio! Rifugio!” e fugga alla città di rifugio sotto il Sommo Sacerdote Gesù Cristo. Quindi, con risolutezza, saggezza e riconoscenza, vi rimanga fino ad Armaghedon!