Proclamiamo la “parola della vita” in un mondo morente
1. Com’è proclamato oggi un messaggio per la sopravvivenza umana, e dove si trova?
OGGI è in gioco la sopravvivenza della razza umana, a giudicare dalle dichiarazioni fatte da militaristi, scienziati ed economisti. Ma indipendentemente da quanto sia inquietante la dichiarazione dei loro timori, viene ora proclamato un autorevole messaggio per la sopravvivenza. Quindi oggi vi sono persone che credono nella sopravvivenza della razza umana. I pochi che hanno tale sorprendente credenza si odono oggi in molti luoghi. Essi proclamano ovunque la “parola della vita”. Tale vivificante parola è contenuta nella Sacra Bibbia, che è la Parola della Fonte della vita, Geova Dio.
2. (a) Da quale distribuzione doveva giustamente essere accompagnata la proclamazione della “parola della vita”? (b) Come l’introduzione della lettera di Giacomo e il tempo in cui fu scritta indicherebbero tale distribuzione?
2 Poiché la “parola della vita” si trova nelle pagine della Sacra Bibbia, la proclamazione della “parola della vita” doveva giustamente essere accompagnata dalla pubblicazione e dalla distribuzione della Bibbia. Tale Libro doveva essere diffuso ovunque. Alcune profezie in essa contenute lo mostrano. L’introduzione di alcune lettere della Bibbia lo indicano. Per esempio, il discepolo Giacomo, scrivendo la sua lettera alle simboliche “dodici tribù” dell’Israele cristiano, la cominciò dicendo: “Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono nella dispersione, salute!” (Giac. 1:1, Na) Quanto erano disperse le “tribù” a quel tempo, specialmente se Giacomo scrisse la sua lettera verso il 60 d.C., o circa ventisette anni dopo che era stato sparso lo spirito santo nel giorno di Pentecoste a Gerusalemme? Quel giorno circa tremila Giudei e proseliti furono convertiti e accettarono Gesù quale Signore e Maestro e Messia o Cristo, il Figlio di Dio; e Atti 2:5-11 (Na) ci dice che erano “di tutte le nazioni, che sono sotto il cielo”, Parti, abitanti della Media, dell’Elam, della Mesopotamia, della Cappadocia, del Ponto, dell’Asia, della Frigia, dell’Egitto, della Libia, di Roma, di Creta e dell’Arabia. Quando partirono da Gerusalemme, al termine della festa di Pentecoste, tornarono a queste distanti parti della terra. Per giungere a tutti questi credenti delle spirituali “dodici tribù” d’Israele, la lettera di Giacomo dovette essere copiata e largamente diffusa.
3. (a) Perché la lettera agli Ebrei doveva essere diffusa largamente quanto la lettera di Giacomo? (b) Perché doveva essere diffusa la prima lettera di Pietro?
3 Similmente, il cinquantottesimo libro della Bibbia è direttamente indirizzato agli Ebrei, cioè ai cristiani ebrei; e affinché questa lettera giungesse loro, doveva essere diffusa largamente quanto la lettera di Giacomo. (Ebr. 1:1) L’introduzione della prima lettera dell’apostolo Pietro dice: “Pietro, Apostolo di Gesù Cristo, ai prescelti stranieri della dispersione del Ponto, della Galazia, e della Cappadocia, dell’Asia e della Bitinia, secondo la prescienza di Dio Padre”. (1 Piet. 1:1, 2, Na) Perciò fu necessario che la lettera di Pietro fosse diffusa; e a meno che non si passasse lentamente la sua lettera originale da una congregazione all’altra, se ne dovettero fare delle copie, da distribuire a tutte le congregazioni incluse nella sua introduzione.
4. (a) Perché anche l’ultimo libro della Bibbia dovette essere diffuso? (b) Com’è mostrato che Paolo incoraggiò a diffondere le sue lettere, e chi a Babilonia conosceva bene le sue lettere?
4 L’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse di Giovanni, è indirizzata da Giovanni alle “sette Chiese che sono nell’Asia”, a Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea. Quindi anche questo ultimo libro della “parola della vita” dovette essere diffuso. L’apostolo Paolo scrisse molte lettere. Egli provvide quattordici lettere che si trovano nelle Scritture Greche Cristiane della Sacra Bibbia. Paolo incoraggiò specialmente la diffusione delle sue lettere, infatti scrisse ai Romani, ai Corinti, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, ai Tessalonicesi e agli Ebrei in genere. Nella lettera ai cristiani di Colosse egli disse nella conclusione: “Quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate in modo che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi, e voi leggete quella che vi giungerà da Laodicea”. (Col. 4:16, Na) Anche l’apostolo Pietro, quando scrisse da Babilonia in Mesopotamia, disse di conoscere bene le lettere di Paolo. (2 Piet. 3:15; 1 Piet. 5:13) Tutte le prove indicano che i cristiani del primo secolo facevano conoscere ad altre persone di questo morente mondo la “parola della vita”.
5. (a) Quali copie manoscritte delle Scritture Greche Cristiane esistono ancora? (b) Chi avevano come esempio i copisti cristiani nell’opera di copiatura delle Scritture, e come poterono produrre la Bibbia completa?
5 Oggi esistono ancora circa 4.000 copie manoscritte dei ventisette libri delle Scritture Greche Cristiane, tuttavia nessuno di questi è del primo secolo. Oltre a ciò, vi sono circa 8.000 copie manoscritte di traduzioni latine, e circa 1.000 copie manoscritte di traduzioni in altre lingue. Circa la produzione di copie, i primi cristiani, dei quali i primi furono Giudei o Ebrei, avevano l’esempio degli scribi giudei o Soferim che, dai giorni del sacerdote e scriba o copista Esdra, avevano fatto copie manoscritte delle ispirate Scritture Ebraiche per le sinagoghe giudaiche. Furono stabilite sinagoghe intorno, dentro e fuori dei confini dell’Impero Romano, ovunque si trovavano i Giudei. Così era possibile andare in una sinagoga ad Antiochia in Pisidia, nell’Asia Minore, e udir leggere le Scritture Ebraiche; o a Berea, in Macedonia; o a Roma, in Italia. (Atti 13:14, 15; 17:10, 11; 28:16-23) Così le Scritture Ebraiche erano diffuse nel mondo d’allora. Conformemente, oltre a copiare le Scritture Greche Cristiane, i copisti cristiani potevano fare copie delle ispirate Scritture Ebraiche o della sua Versione dei Settanta greca, se non potevano comprarne dai venditori giudei. In questo modo potevano fare delle copie della Bibbia completa di sessantasei libri ispirati.
6. (a) Come avevano i cristiani un comando diverso da quello dei Giudei circa la predicazione? (b) Che genere di parola è questa “parola della vita”, come fu mostrato da Gesù durante la tentazione?
6 Sotto la legge di Mosè i Giudei avevano il comando di tenersi separati dai Gentili. Ma le congregazioni cristiane dovevano osservare il comando del più grande Mosè, Gesù Cristo, e dei suoi apostoli di andare, di divenire unitamente la più grande organizzazione propagandistica della terra, un’organizzazione cristiana impegnata esclusivamente a proclamare a tutto il morente mondo la “parola della vita”, la buona notizia del regno di Dio. Questa “parola della vita” non è una semplice tradizione verbale, un messaggio trasmesso oralmente di generazione in generazione. È una Parola scritta, che resta immutata con l’andare del tempo e delle circostanze e che si può leggere, esaminare e paragonare all’adempimento della profezia biblica. Per questo Gesù Cristo stesso, chiamato “parola d’Iddio” e “parola della vita”, poté respingere le tentazioni del Diavolo dicendo ripetutamente: “Sta scritto”, e citando quindi la Bibbia scritta, le Scritture! — Matt. 4:1-10, Na.
7. (a) Che cosa predisse Gesù circa la buona notizia nei nostri giorni? (b) Onde questo avvenga, che cosa è stato necessario e fino a che punto è stato fatto questo ora?
7 Additando i nostri giorni, che sono stati contrassegnati da guerre mondiali, carestie, pestilenze, terremoti e perplessità delle nazioni a causa dell’approssimarsi della loro fine nella guerra universale di Armaghedon, Gesù disse: “Ma prima bisogna che il Vangelo sia predicato a tutte le Genti”. (Mar. 13:8-13, Na) Onde la buona notizia della vita eterna sotto il regno di Dio retto da Cristo fosse predicata e compresa in tutte le nazioni, doveva essere tradotta nelle lingue dei popoli di quelle nazioni. A questo fine, poiché la Sacra Bibbia è un libro contenente un messaggio che proviene da Dio ed è per tutto il mondo, è stata tradotta in un numero di lingue maggiore che qualsiasi altro libro della storia umana. Fino al 1961 è stata tradotta in tutto o in parte in oltre 1.165 lingue e dialetti, tanto che se si insegnasse ad ogni persona della terra a leggere nella sua lingua, la Bibbia o parti di essa potrebbero esser lette dal 90 per cento della popolazione del mondo.
8. Che cosa si calcola riguardo alla traduzione della Bibbia per i popoli dell’Asia, dell’Africa e delle isole?
8 Si calcola che attualmente vi siano 1.000 traduttori di circa 100 diverse società religiose rappresentanti 40 diverse nazionalità, che stanno preparando per i loro popoli ciò che sperano sarà un’autorevole traduzione delle Scritture, una Versione Autorizzata, per così dire, per l’Africa, l’Asia e i popoli delle isole. Onde provvedere istruzione e aiuti tecnici per fornire al popolo le traduzioni delle Sacre Scritture, si dice che la Società Biblica stia “ora entrando in una fase di espansione e cooperazione senza precedenti nella sua lunga storia”.
9. Quando furono istituite particolarmente le società bibliche, e che cosa hanno detto i papi di Roma di tali società?
9 Le società bibliche furono istituite particolarmente verso il principio del secolo scorso. Queste società non hanno avuto l’approvazione dei papi del Vaticano né della Gerarchia Cattolica Romana. In una bolla papale inviata al clero cattolico romano in Irlanda nel 1825 d.C., il papa Leone XII disse: “Una certa società, chiamata volgarmente Società Biblica, sta audacemente espandendosi nel mondo intero. Dopo aver disprezzato le tradizioni dei santi padri, e contrariamente al ben noto decreto del Concilio di Trento, questa società ha riunito tutte le sue forze, e usa tutti i mezzi per raggiungere un solo obiettivo: la traduzione o piuttosto la perversione della Bibbia nel vernacolo di tutte le nazioni”. Un papa posteriore, Pio IX, mostrò il suo atteggiamento verso la “parola della vita”, dicendo: “Siano maledette quelle astute e ingannevoli società chiamate Società Bibliche, che gettano la Bibbia nelle mani dell’inesperta gioventù”.a
10. Malgrado la disapprovazione dei cattolici quale opera fu compiuta, e che cosa furono istituite in Europa e in America?
10 Malgrado la disapprovazione e l’opposizione dei cattolici romani, l’opera di traduzione e di pubblicazione della “parola della vita” continuò. La Bibbia in italiano fu stampata una dozzina di volte prima del 1500 d.C., e diciotto edizioni della Bibbia in tedesco erano già state pubblicate prima che comparisse la versione dell’ex sacerdote Martin Lutero. Nel 1804 fu fondata a Norimberga la Società Biblica di Basilea. Lo stesso anno fu fondata a Londra la Società Biblica Britannica e Forestiera, ed essa contribuì finanziariamente all’istituzione di altre società bibliche nel continente europeo. In America la prima società biblica fu istituita a Filadelfia nel 1808; seguì la Società Biblica di New York nel 1809, e la Società Biblica Americana nel 1816. La Società Biblica Danese di Copenaghen e la Società Biblica Svedese furono fondate nel 1814. Lo stesso anno apparve la Società Biblica di Amburgo-Altona ed anche la Società Biblica dei Paesi Bassi ad Amsterdam. L’istituzione della Società Biblica Protestante di Parigi fu autorizzata dal governo francese nel 1818. Sorsero in seguito in Europa numerose società bibliche, ma l’Encyclopædia Britannica (Vol. 3, 11ª edizione), a pagina 907, dice: “Alcune di esse furono infine sciolte o soppresse a causa dell’opposizione politica o ecclesiastica, essendo la Chiesa Romana particolarmente ostile”.
11. Quale società fu legalmente riconosciuta nel 1884, e che cosa ha continuato a stampare fino ad ora?
11 Comparativamente tardi, ma al tempo fissato da Dio, nel 1884 fu legalizzata a Pittsburgh, in Pennsylvania, quella che oggi è chiamata la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania. Benché sia stata uno speciale bersaglio della Gerarchia Cattolica Romana e del clero protestante, la Società Torre di Guardia ha continuato fino ad ora a stampare Bibbie ed è la casa editrice di cui si servono i testimoni di Geova.
12. Dalla formazione delle società bibliche, quante Bibbie sono state messe in circolazione, e va tale produzione di pari passo con l’aumento della popolazione del mondo?
12 Dalla formazione di tutte queste società bibliche vi è stato un enorme lavoro di pubblicazione e diffusione della Sacra Bibbia, poiché ne sono state messe in circolazione oltre duemila milioni di copie, complete o parziali. Nel 1960 ne furono distribuite da tutte queste società bibliche 30 milioni di copie nel mondo, fra cui molte erano copie del Nuovo Testamento o Scritture Greche Cristiane. Ma la popolazione del mondo aumenta di 45 milioni di persone all’anno, una volta e mezzo il numero di copie delle Sacre Scritture. Perciò la produzione di copie delle Scritture non va di pari passo con la popolazione del mondo. Tuttavia dobbiamo ricordare che il maggior aumento di popolazione avviene nella Russia comunista e nella Cina rossa, che sono al di là della Cortina di ferro e di bambù, per cui non si possono facilmente raggiungere questi popoli.
13. Com’è indicata l’impellente necessità di mettere in circolazione più Bibbie dall’esperienza di una società biblica nel 1960?
13 Vi è un’impellente necessità di distribuire più Bibbie. Una società biblica riferì che v’era stato “un sorprendente aumento nella diffusione delle Sacre Scritture in zone di tensione politica e di rivoluzione”; che per esempio a Cuba e nel Congo africano le provviste della società erano esaurite; che si dovettero sollecitamente stampare altri libri e inviarli, a volte per via aerea, per soddisfare la richiesta di organizzazioni religiose in quelle aree in agitazione; che, in collaborazione con altre società bibliche, in settantacinque paesi, nel 1960 l’organizzazione aveva messo in circolazione 23 milioni di parti della Scrittura, che significa un aumento del 32 per cento rispetto alla diffusione del 1959. — Times di New York del 12 maggio 1961.
PERCHÉ NON SIA INUTILE
14. Perché gran parte di questo grande lavoro di diffusione della Bibbia può essere stata inutile, e solo in che modo può essere capita la Bibbia?
14 Ora è appropriato fare alcune domande: Quanto di questo grande lavoro di diffusione della Bibbia è stato inutile? Recentemente si è verificato un notevole aumento nella lettura, quindi senz’altro più persone leggono la Bibbia. Ma la semplice lettura della Bibbia darà forse la vita al lettore? Tale lettura della Bibbia, cominciata dalla persona con molto entusiasmo ed apprezzamento, non sarà forse abbandonata dopo breve tempo e questo libro non sarà relegato in uno scaffale? Può il lettore riuscire da solo a comprendere e armonizzare la Bibbia? Dio diede la Bibbia, non a un individuo, ma a una nazione, prima alla nazione ebraica, poi a quella che Pietro chiama la “nazione santa” di Dio, che è l’“Israele d’Iddio”, circonciso non nella carne ma nel cuore. Essa è quindi un Libro per un’organizzazione. Può essere compresa solo rimanendo uniti alla vera, visibile organizzazione di Dio, che è ripiena del suo spirito santo. — 1 Piet. 2:9; Gal. 6:12-16, Na.
15. Come il caso dell’Etiope che leggeva la Bibbia illustra il fatto che non si può comprendere la Bibbia se non si è aiutati da qualcun altro?
15 Ricordate l’Etiope che leggeva la Bibbia. Egli tornava dal tempio di Gerusalemme e leggeva ad alta voce la profezia d’Isaia mentre viaggiava sul carro. Guidato dall’angelo di Dio, l’evangelista cristiano Filippo fermò il carro e chiese a questo ufficiale etiope della corte se comprendeva ciò che leggeva. Onestamente l’Etiope rispose: “E come posso comprendere, se qualcuno non mi guida?” Egli invitò Filippo a salire sul carro e ascoltò Filippo che gli spiegava la profezia dal punto di vista cristiano. Allora comprese fino al punto di desiderare di diventare seguace di Gesù Cristo, “la Parola d’Iddio”. Passando vicino a uno specchio d’acqua chiese: “Cosa impedisce che io sia battezzato?” Dopo averlo battezzato Filippo se ne andò e l’Etiope convertito continuò il cammino rallegrandosi. — Atti 8:26-39, Na.
16. Mediante chi dovette essere spiegata la Bibbia, com’è illustrato nel caso dei Giudei di Berea che leggevano la Bibbia?
16 Ricordate anche i Giudei di Berea, in Macedonia, che leggevano la Bibbia. Avevano udito leggere la Legge e i Profeti nelle loro sinagoghe e avevano anche studiato privatamente queste Scritture, ma non le avevano mai comprese. Infine giunse l’apostolo Paolo che si recò nella loro sinagoga. Ciò ch’egli disse fu per loro nuovo e diverso. Ma a questo riguardo essi ebbero nobili sentimenti. In che modo? “Ricevettero la parola con ogni prontezza ed esaminavano ogni giorno le Scritture, per vedere se le cose stessero in tal modo. Molti fra loro credettero, come pure molte nobili donne greche e non pochi uomini”. (Atti 17:10-12, Na) Onde comprendere la Bibbia per ottenere la salvezza, dovettero farsela spiegare mediante l’organizzazione di Dio.
17. Quali domande bisogna farsi circa la lettura della Bibbia nelle sinagoghe giudaiche e nelle chiese e nelle case della cristianità?
17 Da allora e durante i diciannove secoli trascorsi fino ad oggi la Legge e i Profeti e i Salmi sono stati letti nelle sinagoghe giudaiche, con i commenti dei loro rabbini. Ma ha questo salvato i Giudei? E che dire della lettura della Bibbia completa, dato che nelle chiese e nelle case dei non Giudei si trovano sia la parte ebraica che quella greca cristiana: tale lettura della Bibbia compiuta dai membri delle molte e settarie denominazioni religiose della cristianità salva forse queste centinaia di milioni di ascoltatori e lettori della Bibbia?
18. Che cosa fa capire che tale lettura della Bibbia è inutile?
18 In questi giorni di perplessità, quanto aiuto dà ai lettori questa religiosa lettura della Bibbia onde prendano giuste decisioni circa le importanti contese di questi tempi, ora che viviamo nel tempo della “fine del mondo”, in cui le nazioni sono in giudizio dinanzi a Dio riguardo alla suprema contesa della sovranità universale: spetta a Geova Dio o a Satana il Diavolo? Malgrado la lettura della Bibbia che le persone odono o fanno nei sistemi religiosi della cristianità, le persone continuano a conformarsi a questo vecchio mondo come fanno gli atei, gli agnostici, gli scettici e i pagani. Non si preparano ad affrontare la “battaglia del gran giorno d’Iddio Onnipotente”, affiancandosi al regno di Dio, la cui buona notizia viene proclamata in tutta la terra abitata in testimonianza a tutte le nazioni. (Matt. 24:14) È evidente che la loro personale lettura della Bibbia è inutile. Che cosa occorre dunque?
19. (a) Che cosa si può dire di lodevole circa la stessa pubblicazione della Bibbia? (b) Da che cos’altro dev’essere accompagnata la Bibbia, com’è illustrato dai casi dell’Etiope e dei Bereani che leggevano la Bibbia?
19 Come nel caso dell’Etiope e dei Bereani che leggevano la Bibbia, occorre un istruttore, una guida o un insegnante, ripieno dello spirito di Dio e guidato da Dio come lo furono Filippo e Paolo. Filippo e Paolo non appartenevano più alla rigettata chiesa religiosa giudaica ma facevano ora parte della nuova organizzazione che Dio si era scelta, la sua “stirpe eletta”, la sua “nazione santa”, il suo “popolo acquisito”, ripieno del suo spirito. Ammettiamo che la traduzione, la pubblicazione e la diffusione della Bibbia sono cose lodevoli. Non v’è libro migliore su cui lavorare della Sacra Bibbia. Essa è chiamata simbolicamente la “spada dello spirito”; ed è senz’altro meglio stampare e diffondere la “spada dello spirito” che impegnarsi nella corsa agli armamenti e nella fabbricazione di materiale bellico per il combattimento carnale, che può solo ferire, mutilare e uccidere. Ma la Bibbia dev’essere accompagnata da qualche cos’altro. No, non dalle tradizioni di uomini che furono capi religiosi della cristianità o del giudaismo. La Bibbia dev’essere accompagnata da dedicati, battezzati membri dell’organizzazione di Dio che egli manda a predicare e insegnare.
20. Quali parole d’addio dette da Gesù ai suoi seguaci sono ancora pratiche, quindi che cosa è necessario in relazione alle Bibbie distribuite?
20 I diciannove secoli trascorsi non hanno tolto vigore e praticità alle parole d’addio dette da Gesù ai suoi seguaci: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel Nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. (Matt. 28:19, 20, Na) Poiché viviamo nella presente “fine del mondo” occorre che gli inviati insegnino in relazione con la Sacra Bibbia, la scritta Parola di Dio.
21. Che cosa indicano le parole di Paolo e di Giacomo circa i semplici lettori e ascoltatori della Parola della vita e circa coloro che la mettono in pratica?
21 Ricordate le parole di Paolo: “Davanti a Dio non vi è preferenza di persone. Infatti, coloro che avranno peccato senza conoscere la Legge, periranno senza la Legge, e tutti quelli che avranno peccato conoscendo la Legge, secondo la Legge saranno giudicati. Non sono giusti di fronte a Dio, quelli che ascoltano la Legge [e che peccano sotto di essa], ma quelli che praticano la Legge saranno riconosciuti giusti”. (Rom. 2:11-13, Na) Inoltre Giacomo disse: “Siate dunque esecutori della parola e non ascoltatori soltanto, ingannando voi stessi. Perché se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, costui è simile ad un uomo che si guarda allo specchio: appena s’è guardato, parte e subito dimentica com’era. Ma colui che terrà fisso lo sguardo nella legge perfetta della libertà e in essa avrà perseverato non come un ascoltatore dimentico, ma da reale esecutore, egli, nell’eseguirla, sarà felice”. (Giac. 1:22-25, Na) Quindi non i semplici lettori della Bibbia, non i semplici ascoltatori della Bibbia, ma gli esecutori della Parola della vita saranno approvati e ricompensati con la vita.
22. (a) Che cosa dobbiamo dunque fare oltre che a pubblicare e diffondere Bibbie? (b) Oltre che a pubblicare libri che spiegano la Bibbia?
22 Che si deve fare dunque? Non solo dobbiamo stampare e diffondere Bibbie, ma vivere anche secondo la Bibbia. Non dobbiamo soltanto portare la Bibbia nelle case delle persone; dobbiamo anche rivisitarle e aiutarle a comprendere la Bibbia che diamo loro la possibilità di leggere. Dobbiamo disporre di tenere con loro uno studio biblico a domicilio onde comprendano la verità della Bibbia in armonia con le rivelate scritture e con le profezie adempiute in questa “fine del mondo”. Dobbiamo aiutarle a comprendere la verità secondo le relazioni di Dio con la visibile organizzazione ch’egli ha scelto e che usa per proclamare la “parola della vita”. Inoltre, non dobbiamo solo stampare libri che spiegano la Bibbia; dobbiamo anche aiutare i lettori della Bibbia a comprendere questi libri che spiegano la Bibbia, e a provare le cose in essi contenute mediante la loro copia personale della Bibbia.
23. (a) Sotto quali aspetti dobbiamo tutti imitare il più grande insegnante della Bibbia che vi sia stato sulla terra? (b) In tal modo, che cosa proclamiamo tutti?
23 In questa attività dobbiamo specialmente imitare il più grande insegnante della Bibbia che vi sia stato sulla terra, Gesù Cristo, che è la Parola di Dio personificata. Quando Dio sparse su di lui il suo spirito, Gesù ricevette l’incarico di predicare. (Isa. 61:1-3; Luca 4:16-21) Egli compì l’opera che gli fu affidata, benché non vi sia alcuna prova che Gesù scrivesse una sola copia delle Sacre Scritture. Egli lasciò il lavoro di copiare e distribuire le Scritture agli scribi o copisti giudei dei suoi giorni. Si specializzò, non nel lavoro di copiare la Scrittura o fare copie della Bibbia, ma nell’insegnare ciò che era già scritto nella Bibbia. Usò le copie delle Scritture che le persone avevano o quelle che si tenevano nelle sinagoghe. (Luca 4:17, 20) Non possiamo tutti stampare delle Bibbie, ma possiamo diffondere la Bibbia e, specialmente, insegnare ciò che la Bibbia contiene. Questo in particolare è il modo in cui oggi noi tutti proclamiamo la “parola della vita”.
24. Che cosa indicano i fatti circa l’uso che i testimoni di Geova fanno delle traduzioni della Bibbia nella loro opera di casa in casa?
24 “Ma i testimoni di Geova usano la loro traduzione della Bibbia”, diranno alcuni critici per far nascere pregiudizi e far inciampare altri circa l’insegnamento biblico dei testimoni di Geova. La Bibbia stessa mostra che fu scritta nelle sue lingue originali (ebraico, aramaico e greco) da testimoni di Geova, da Mosè all’apostolo Giovanni, che scrisse l’ultimo libro della Bibbia. Ma da chi furono fatte le numerose e attuali traduzioni della Bibbia originale? Da persone che affermavano di essere testimoni di Geova? No; ma da uomini appartenenti, nella maggior parte, alle settarie chiese della cristianità. Oggi i testimoni di Geova compiono l’ordinata opera di insegnamento in 158 lingue, usando non le loro traduzioni ma le 1.165 traduzioni già esistenti. Se le famiglie che i testimoni di Geova visitano mentre predicano di casa in casa hanno già la Bibbia, essi usano tali Bibbie o lasciano usare ai padroni di casa tali Bibbie mentre fanno uno studio della “parola della vita” a domicilio. E mediante tali Bibbie i testimoni di Geova sono in grado di insegnare la stessa buona notizia dell’istituito regno di Dio retto da Cristo.
25, 26. (a) Che cosa usano i testimoni di Geova come servitore legale, e qual è la sua storia circa la stampa delle traduzioni della Bibbia? (b) Nella predicazione del messaggio del Regno, quale traduzione della Bibbia usano i testimoni di Geova?
25 I testimoni di Geova usano la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati quale servitore amministrativo, legale e casa editrice. Essa pubblica Bibbie inglesi stampate dalle sue macchine da stampa a Brooklyn, in New York. Quarantadue anni dopo esser stata riconosciuta legalmente, questa Società cominciò per la prima volta a stampare con le sue macchine da stampa un Nuovo Testamento greco-inglese chiamato The Emphatic Diaglott, che era stato prodotto da un cristadelfiano vent’anni prima che la Società fosse riconosciuta legalmente. Cinquantotto anni dopo essere stata legalmente riconosciuta, la Società cominciò a stampare copie della Versione Autorizzata o Versione Episcopaliana del re Giacomo della Bibbia del 1611. Sessant’anni dopo essere stata legalmente riconosciuta, la Società cominciò a stampare copie della Versione Standard Americana della Bibbia del 1901. Ed ora, settantasette anni dopo essere stata legalmente riconosciuta, la Società Torre di Guardia ha prodotto per la prima volta, nell’anno 1961, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture in un solo volume, traduzione della Bibbia che uscì in sei successivi e separati volumi dal 1950 al 1960. Essa è solo in lingua inglese e non può essere usata dai testimoni di Geova nelle altre 157 lingue in cui predichiamo e insegnamo oggi in 185 paesi.
26 Quindi non abbiamo bisogno di una nostra traduzione della Bibbia per predicare e insegnare il glorioso messaggio mediante cui i testimoni di Geova si distinguono da tutte le sette della cristianità: la buona notizia dell’istituito regno di Geova Dio e del suo Cristo. Usiamo le Bibbie esistenti in tutte le lingue.
27. (a) Se non si tratta di tradurre la Bibbia, che cosa è veramente importante oggi? (b) Come dovrebbero dunque usare gli uniti proclamatori la “parola della vita”?
27 Oggi si tratta, non di tradurre la Bibbia, ma di insegnare il verace messaggio del Regno contenuto nella Bibbia. Continuate dunque ad avanzare, uniti proclamatori della “parola della vita”. Afferratela saldamente e con fermezza, ma nello stesso tempo condividete la “parola della vita” con altri in questo mondo morente. La “parola della vita” è per tutto il mondo, per tutte le nazioni. “Esultate o genti, o popolo suo”, dice Geova Dio stesso. (Deut. 32:43, Na; Rom. 15:10) Perciò voi tutti rallegrate coloro che in tutte le nazioni cercano la vita proclamando loro unitamente la gloriosa “parola della vita” di Dio.
[Nota in calce]
a Vedere Il tempo è vicino (solo in inglese), di C. T. Russell, pubblicato nel 1889, pagina 322.