Il mondo: il campo di lavoro di Dio
“Il campo è il mondo”. — Matt. 13:38.
1. (a) Di che cosa fa parte l’intera famiglia umana? (b) Di chi è questo campo coltivato, e perché è bene considerarlo in questo tempo?
SAPEVATE di far parte di un campo coltivato? Lo crediate o no, ne fate parte, così sicuramente come fate parte della famiglia umana. Questo campo coltivato non fa parte di un progetto egoistico per sfruttarvi allo stesso modo in cui le potenze imperialistiche della terra hanno tratto egoistico guadagno dalle persone che hanno assoggettato e governato come colonie. Il campo coltivato che esamineremo qui è per il nostro massimo bene per tutto il tempo a venire. È la coltivazione di Dio, ed Egli mandò il suo diletto Figlio a intraprenderla e a compierla, e lo mandò col puro motivo dell’amore. Come collaboratore di Dio il Figlio descrisse quest’opera di coltivazione mediante una parabola.
2. (a) Quale illustrazione di Gesù è ora opportuno considerare? (b) Mostrate la sapienza del padrone di casa che non permise ai suoi schiavi di sradicare immediatamente le zizzanie nel suo campo di grano.
2 In questa parabola o illustrazione, il Figlio, Gesù Cristo, si paragonò a un padrone di casa di millenovecento anni fa che aveva seminato buon seme nel suo campo. Di notte un nemico entrò nel campo e vi seminò delle zizzanie. Quando i semi cominciarono a crescere, fu scoperta la presenza delle zizzanie. Il padrone di casa non permise che i suoi schiavi togliessero subito le zizzanie per timore che facendolo sradicassero anche buona parte del grano e provocassero così una perdita. Aspettò fino alla mietitura, tempo in cui la differenza tra le zizzanie e il grano sarebbe stata inequivocabilmente chiara. Quindi mandò gli schiavi a raccogliere le zizzanie a mano, lasciando intatto il grano nel campo. Le zizzanie furono legate in fasci per essere bruciate, affinché l’opera del nemico fosse ridotta a nulla. Dopo ciò il padrone di casa fece radunare dai suoi schiavi il grano nei suoi depositi, esente da tutte le zizzanie velenose. — Matt. 13:24-30.
3, 4. Quale spiegazione di questa illustrazione diede Gesù quando i discepoli lo interrogarono?
3 Nemmeno i discepoli di Gesù Cristo compresero il significato profetico di questa illustrazione, e così gli chiesero in privato una spiegazione. Citiamo la sua spiegazione com’è tradotta in italiano nella Sacra Bibbia di Fulvio Nardoni, che chiama le zizzanie “loglio”:
4 “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; il loglio sono i figli del maligno; il nemico che ha seminato, è il diavolo; la mietitura è la fine del mondo; i mietitori sono gli Angeli. Come dunque si raccoglie il loglio e si getta nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che toglieranno dal suo regno tutti gli scandali e quelli che hanno commesso l’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente, ove sarà pianto e stridor di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del loro Padre. Chi ha orecchi da intendere, intenda”. — Matt. 13:37-43, Na.
5. Quali difficoltà si incontrano quando si legge questa illustrazione nella Versione di Fulvio Nardoni?
5 Secondo il modo in cui la Versione di Nardoni traduce la parabola, “il campo è il mondo” e “la mietitura è la fine del mondo” e “così avverrà alla fine del mondo”. Da questa traduzione chi non conosce il greco originale delle Scritture Cristiane della Bibbia capisce che al tempo della mietitura il “campo”, che è “il mondo”, deve finire, evidentemente mediante il fuoco, perché è menzionato il fuoco come mezzo di distruzione. Da ciò il lettore della Sacra Bibbia di Fulvio Nardoni potrebbe capire che la terra che è sotto i nostri piedi dev’essere distrutta da un incendio mondiale, e avere così una fine ardente, come quel loglio o quelle zizzanie.
6, 7. Tuttavia, che cosa disse Gesù che fu distrutto, e che cosa rimase?
6 Comunque, nell’illustrazione Gesù non disse che il padrone di casa bruciò il suo campo e si rovinò come agricoltore, né prima né dopo che il grano genuino era stato radunato nei suoi depositi. Fu bruciato solo il loglio o le zizzanie, e questo solo dopo che erano state raccolte nel campo.
7 Quindi il campo, che raffigura “il mondo”, rimase per ulteriore servizio del padrone di casa, benché in tale campo avvenissero alcuni cambiamenti. Il “mondo”, raffigurato dal campo, rimane, ma in una condizione purificata. La “mietitura”, che ha luogo alla fine della stagione di coltivazione, non raffigura dunque la fine di questo “campo” che simboleggia il mondo. Secondo la Sacra Bibbia di Fulvio Nardoni, pare vi siano delle contraddizioni nella spiegazione che Gesù diede della sua illustrazione. Ma secondo la lingua originale della Bibbia Gesù non si contraddisse. La difficoltà è stata creata dal traduttore della Bibbia suddetta.
8. Che cosa ci aiuta ora a capire questa parabola di Gesù?
8 Il problema si risolve facilmente quando esaminiamo la lingua originale mediante varie pubblicazioni bibliche e riscontriamo che i due mondi non sono la medesima cosa. Nel testo greco originale della Bibbia la parola corrispondente al “mondo” simboleggiato dal “campo” è kósmos, ma la parola corrispondente a “mondo” la cui fine viene al tempo della mietitura è aión. Nelle Scritture Greche Cristiane non leggiamo mai della fine, conclusione o consumazione del kósmos; ma la fine, conclusione o consumazione è ciò che viene su aión. In breve, leggiamo solo in merito alla fine dell’aión.
9, 10. Dite come diverse traduzioni della Bibbia rendono Matteo 13:38, 39.
9 La differenza tra kósmos e aión è mostrata da alcune delle nostre moderne traduzioni della Bibbia che traducono kósmos e aión in modi diversi.a Per esempio, la Versione Riveduta della Bibbia dice: “Il campo è il mondo, . . . la mietitura è la fine dell’età presente; . . . così avverrà alla fine dell’età presente. Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli”. — Matt. 13:38-41.
10 La Versione di Oscar Cocorda traduce lo stesso brano come segue: “Il campo è il mondo, . . . la mietitura è la consommazione del secolo; . . . così sarà nella consommazione del secolo. — Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli”. La Sacra Bibbia di Antonio Martini dice: “Il campo è il mondo: . . . la raccolta è la fine del secolo: . . . così succederà alla fine del secolo. Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli”. E la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane del 1963 dice: “Il campo è il mondo; . . . La mietitura è il termine di un sistema di cose, . . . così avverrà al termine del sistema di cose. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli”.
11. Perché la Versione di Fulvio Nardoni ha causato confusione usando la parola italiana “mondo”?
11 Queste traduzioni non mettono contraddizione nelle parole originali di Gesù. Con la loro traduzione più accurata non fanno immaginare al lettore italiano che gli ispirati scrittori cristiani usassero solo una parola greca per la nostra parola italiana “mondo” nella Sacra Bibbia di Fulvio Nardoni. Anche nelle ispirate Scritture Ebraiche vi sono cinque diverse paroleb ebraiche che alcune traduzioni rendono con la parola “mondo”. Nelle ispirate Scritture Greche Cristiane vi sono quattro diverse parolec greche che alcune traduzioni rendono con la parola “mondo”. Qualsiasi persona ragionevole può capire che questo reca confusione religiosa nella mente. Per rendere giustizia alla Bibbia, chiariamo questa confusione.
“TRE MONDI”
12, 13. Su quale traduzione della Bibbia si basò il libro I tre mondi?
12 Ottantasette anni fa (o nel 1877) fu pubblicato a Rochester, New York, dai coautori N. H. Barbour e C. T. Russell un libro di 197 pagine sulla cui copertina era scritto quanto segue:
TRE MONDI, e la mietitura di questo mondo. — Breve riassunto del piano biblico della redenzione che abbraccia tre mondi: “Il mondo che era”, “Il mondo che è ora”, e “Il mondo avvenire”; con le evidenze che siamo ora nel “tempo della mietitura”, o dell’opera finale dell’età del Vangelo.
13 Le parole della copertina erano basate sulla traduzione della Bibbia del Re Giacomo in cui, in 2 Pietro 3:6, 7, leggiamo: “Il mondo che allora era, essendo inondato dall’acqua, perì: ma i cieli e la terra, che sono ora, per la stessa parola sono tenuti in serbo, riservati al fuoco contro il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi”. Nel versetto sei, la parola greca tradotta “mondo” è kósmos, e l’apostolo Pietro non usa più questa parola negli altri dodici versetti della sua lettera, nemmeno quando parla dei “cieli e terra, che sono ora”, e dei “nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia”. — 2 Piet. 3:13.
14. Come La Sacra Bibbia a cura di mons. Garofalo traduce la parola greca aión in Galati 1:4 e in Matteo 12:32?
14 Tuttavia, in Galati 1:4 (Ga) leggiamo: “Il quale [cioè il nostro Signore Gesù Cristo] si sacrificò per i nostri peccati per strapparci al malvagio mondo presente”. In questo versetto la parola tradotta “mondo” è l’altra parola greca, aión. Inoltre, in Matteo 12:32 (Ga) Gesù dice: “Chiunque dirà una parola contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato, ma per chi l’avrà detta contro lo Spirito Santo non ci sarà perdono, né in questo mondo né nel mondo futuro”. Anche qui, la parola tradotta “mondo” è l’altra parola greca aión.
15. Perché C. T. Russell evidentemente scelse il titolo “Il divin piano delle età” per il suo libro pubblicato nel 1886?
15 Perciò, nei versetti scritturali a cui si riferisce la copertina del libro Tre mondi, viene fatto riferimento solo a un kósmos e a due aiónes, anziché a tre cosmos. Per tale ragione, senza dubbio, il libro pubblicato in seguito (nel 1886) soltanto dal summenzionato C. T. Russell fu intitolato, non “Il divin piano dei mondi”, ma “Il divin piano delle età”, e il capitolo quattro fu intitolato “Le epoche e le dispensazioni contrassegnate nello sviluppo del divin piano”. Esso parlava delle “Tre grandi epoche della storia del mondo” e dei “Loro specifici aspetti” e delle “Suddivisioni delle tre grandi epoche”. (Pagina 65) Perciò questo libro, che teneva conto del greco originale, preferì parlare di Età o Epoche, con le loro rispettive caratteristiche e dispensazioni, anziché parlare di “mondi”. Questo evitò di confondere le idee.
16. Date la definizione della parola aión.
16 Anche oggi desideriamo evitare qualsiasi confusione mentale riguardo alla Parola di Dio, la Sacra Bibbia. Le citazioni che abbiamo fatte in precedenza (pagina 426, paragrafi 8, 9, 10) ci hanno rivelato che secondo alcuni traduttori della Bibbia la parola greca aiónd significa “età”, “secolo” o “sistema di cose”. La parola non significa semplicemente tempo (vi è un’altra parola greca per ciò), ma significa piuttosto durata o periodo di tempo, breve o lungo, che continua ininterrottamente. Quindi, come definisce aión un esauriente lessico greco-inglese, essa significa “spazio di tempo chiaramente definito e contrassegnato, epoca, età”, ed ha acquistato anche il significato di “tempo di vita, vita”, o “età, generazione”. Ora, noi sappiamo che un’età o epoca può cominciare e può finire o può anche durare per sempre, secondo la volontà di Dio. Così un’età potrebbe essere senza fine, pur avendo un principio.
17. Quali due esempi sono citati per mostrare il significato della parola aión riguardo al tempo?
17 Riguardo al tempo, troviamo che la parola aión è usata in Marco 3:29, dove Gesù Cristo disse ai suoi critici: “Chi bestemmia contro lo spirito santo non ha perdono in eterno [letteralmente, a (per) l’età], ma è colpevole di eterno [aionian, lungo quanto un’età, perpetuo, perenne] peccato”. Questo significherebbe nessun perdono ora né in nessun tempo avvenire, a motivo di un peccato che non può essere mai cancellato. In seguito, quando Gesù maledisse il fico che dava l’apparenza di portare frutto ma che non ne aveva prodotto, che cosa disse a quest’albero? Secondo Matteo 21:19 egli disse: “Nessun frutto venga più da te in eterno [letteralmente, a (per) l’età]”. Il giorno dopo, quando egli e i suoi discepoli vi passarono accanto, trovarono che il fico era seccato. (Mar. 11:12-14, 20-22) Quel fico non rimase infruttuoso solo per un periodo di tempo; ma, a motivo di ciò che Gesù aveva detto, rimase infruttuoso per sempre. Poiché a quel tempo gli alberi da frutto erano soggetti a tassazione nel Vicino Oriente, senza dubbio il fico seccato fu abbattuto per non renderlo soggetto a tassazione. Così il tempo in cui sarebbe stato infruttuoso era senza fine, veramente eterno. Così un’età può essere senza fine.
18. Come fu usata questa medesima parola dall’angelo che annunciò a Maria la nascita di Gesù?
18 Come ulteriore illustrazione di ciò, l’angelo Gabriele disse alla vergine giudea Maria: “Concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e dovrai mettergli nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre [letteralmente a (per) le età] e del suo regno non vi sarà fine”. (Luca 1:26-33) Il fatto che il suo regno non avrebbe avuto fine significava che avrebbe regnato sulla casa o nazione di Giacobbe per sempre, per tutti i tempi.
STATO; SISTEMA DI COSE
19, 20. (a) A che cos’altro può riferirsi la parola aión? (b) Perciò, spiegate il vero significato di Galati 1:4 con l’aiuto della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane.
19 Un’età, un’epoca, un particolare spazio di tempo, possono essere contrassegnati da certi aspetti che esistono durante il suo decorrere, o essere contrassegnati da un certo svolgimento di cose, o da un consistente stato di cose, o da un particolare sistema di cose. Perciò quando questi finiscono, l’età o epoca finisce. La parola greca aión può quindi riferirsi più allo stato o sistema di cose esistente che alla questione del tempo. Per esempio, in Galati 1:4, secondo La Sacra Bibbia a cura di mons. Garofalo, l’apostolo Paolo scrive: “Il quale si sacrificò per i nostri peccati per strapparci al malvagio mondo presente, secondo la volontà di Dio, Padre nostro”. Anziché usare l’espressione “malvagio mondo presente”, la Sacra Bibbia annotata da Giuseppe Ricciotti dice “età presente malvagia”. Comunque, l’apostolo Paolo e i cristiani galati a cui scrisse continuarono a vivere in quell’età, e oggi noi viviamo ancora in essa. Non era dunque dall’età o dal particolare spazio di tempo che Gesù Cristo aveva liberato i cristiani col sacrificio di se stesso; ma fu, piuttosto, dallo stato o sistema di cose esistente in questo periodo di tempo che liberò i cristiani che lo seguono.
20 Per tale ragione la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane rende Galati 1:4 in modo più corrispondente alla realtà traducendolo così: “Egli diede se stesso per i nostri peccati, affinché ci liberasse dal presente sistema di cose malvagio secondo la volontà del nostro Dio e Padre”. Benché vivano ancora in quest’età o periodo di tempo che cominciò dopo il diluvio dei giorni di Noè, i veri, dedicati seguaci di Gesù Cristo non fanno parte del sistema di cose prevalente in quest’età, perché sono stati liberati dal malvagio sistema mediante il sacrificio di Gesù Cristo che toglie i peccati. Essi non sono più sotto il potere del presente sistema di cose malvagio, ma sono spiritualmente liberi per fare la volontà di Dio.
21. Quale regola segue dunque la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane e com’è questo mostrato in Luca 20:34, 35?
21 Conformemente, quando in un particolare versetto della Bibbia l’idea principale è data dagli aspetti specifici piuttosto che dal tempo, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane rende il greco aión con l’espressione “sistema di cose”, che dà alla traduzione italiana un significato più esatto. Per esempio, quando si parla delle opportunità che avranno i morti nella risurrezione alla vita sulla terra sotto il regno di Dio. Gesù usò la parola aión e disse: “I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano e non sono dati in matrimonio”. (Luca 20:34, 35) Perciò, nel tempo presente vi è “questo sistema di cose” secondo cui gli uomini e le donne possono sposarsi, ma dopo di questo vi è “quel sistema di cose” nel tempo futuro quando avrà luogo la risurrezione delle creature umane morte. Perciò, questo sistema di cose finirà, ma vi sarà un successivo sistema di cose, un nuovo sistema di cose, che lo seguirà.
22. Com’è mostrato che aión si riferisce agli ‘aspetti specifici piuttosto che al tempo’ in Romani 12:2; 1 Timoteo 6:17; 2 Timoteo 4:9, 10?
22 Ai cristiani di Roma l’apostolo Paolo scrisse: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose [anziché a quest’età o periodo di tempo], ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. (Rom. 12:2) In armonia con questo consiglio, Paolo scrisse al sorvegliante cristiano Timoteo e disse: “A quelli che sono ricchi nel presente sistema di cose dà ordine di non essere di mente altera, e di riporre la loro speranza non nelle ricchezze incerte, ma in Dio, che ci fornisce riccamente ogni cosa per il nostro godimento”. Un cristiano di nome Dema non seguì questo consiglio, e, nella sua ultima lettera ispirata, Paolo fu costretto a scrivere a Timoteo queste informazioni: “Fa tutto il possibile per venire presto da me. Poiché Dema mi ha abbandonato, perché ha amato il presente sistema di cose [non l’età presente, ma il suo sistema di cose], ed è andato a Tessalonica”. Così abbandonò Paolo prigioniero a Roma. — 1 Tim. 6:17; 2 Tim. 4:9, 10.
23, 24. (a) In che senso è usato aión in Ebrei 11:3? (b) Che cosa ha fatto dunque Geova per il bene dei suoi servitori?
23 Un altro versetto della Bibbia dove sono evidentemente intesi gli aspetti specifici di un periodo di tempo e non lo spazio di tempo stesso, è Ebrei 11:3. Quindi la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane rende il versetto in italiano in questo modo: “Per fede comprendiamo che i sistemi di cose furono posti in ordine dalla parola di Dio, per cui ciò che si vede è sorto da cose che non appaiono”. — Vedere A Greek and English Lexicon of the New Testament di John Parkhurst, sotto Aión, pagina 17, colonna 2, nella VII sezione. (Edizione di Londra del 1845)
24 Non si trattava del fatto che Dio avesse fatto seguire un periodo di tempo all’altro, un’età all’altra, ma egli aveva in mente i visibili aspetti specifici che sarebbero esistiti secondo il suo permesso o la sua disposizione. Quindi aveva in mente dei sistemi di cose. Non lasciò i suoi servitori sulla terra nella completa ignoranza riguardo a questi sistemi di cose e all’ordine in cui sarebbero venuti. Oralmente e nella sua Parola scritta egli ha fornito indicazioni inerenti a questi successivi sistemi di cose, ciascuno dei quali era adatto al suo proposito. Ma per comprendere questi sistemi di cose dobbiamo non solo ascoltare ciò che Dio dice o leggere la Sacra Bibbia; dobbiamo anche esercitare fede e credere in essi, e quindi modellare la nostra vita personale in armonia con essi. Questo è ciò che fecero gli uomini di fede, da Abele in poi. Così le cose che non appaiono agli uomini senza fede, questi uomini di fede le previdero o le videro anche ‘sorgere’. Essi ottennero l’approvazione di Dio. — Ebr. 11:2, 6.
25-27. (a) Chi controlla il presente “sistema di cose” malvagio, e quale prova abbiamo per dir questo? (b) Contro chi deve dunque combattere il cristiano?
25 Il presente sistema di cose è chiamato “malvagio” dall’apostolo Paolo. Questo perché coloro che lo controllano visibilmente e invisibilmente sono pure malvagi. Esso ha persone egoiste che sono spesso “più sagge” in modo materialistico dei “figli della luce”. (Luca 16:8; 1 Cor. 3:19) Esso ha scrittori e oratori coi loro argomenti saggi agli occhi del mondo, e anche prìncipi o governanti che non conoscono la sapienza di Dio espressa nel suo sacro segreto. (1 Cor. 1:20; 2:6-8) Ma dietro queste persone visibili vi è un’intelligenza invisibile che le acceca religiosamente e che cerca di tentare e distruggere i veri cristiani i quali non fanno parte del presente sistema.
26 Riguardo a quest’accecante influenza Paolo scrisse: “Se, ora, la buona notizia che dichiariamo è infatti velata, è velata fra quelli che periscono, fra i quali l’iddio di questo sistema di cose ha accecato le menti degli increduli, affinché la luce della gloriosa buona notizia intorno al Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro”. (2 Cor. 4:3, 4) Geova Dio, che mandò la buona notizia, è l’Iddio del suo popolo sulla terra in quest’età o periodo di tempo, ma non l’Iddio di questo sistema di cose. Satana il Diavolo è il suo dio. Associati a sé nel reame invisibile egli ha angeli demonici, e i cristiani che non si conformano a questo sistema devono combattere contro di loro.
27 Infatti, come scrive Paolo: “Abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali [cosmocrati] di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. Per combatterli dobbiamo rivestire la completa armatura di Dio. — Efes. 6:11-13.
28. Quali saggi consigli dà Paolo circa il rimaner separati dal malvagio “sistema di cose”, e che cosa è in serbo per coloro che rimangono separati?
28 Satana il Diavolo è il disubbidiente spirito che esercita un’invisibile autorità superiore a quella degli uomini che disubbidiscono a Dio. Non possiamo comportarci secondo il sistema che ora esiste visibilmente ma dobbiamo vivere per quello che verrà per immeritata benignità di Dio. Per accrescere il nostro apprezzamento a questo riguardo, l’apostolo Paolo scrive: “Un tempo camminaste secondo il sistema di cose [aión] di questo mondo [kósmos], secondo il governante dell’autorità dell’aria, lo spirito che ora opera nei figli di disubbidienza. Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore col quale ci amò, ci rese viventi insieme al Cristo, quando eravamo morti nei falli — per immeritata benignità siete stati salvati — e ci destò insieme e ci fece sedere insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù, affinché fosse dimostrata nei sistemi di cose avvenire la sovrabbondante ricchezza della sua immeritata benignità nella sua grazia verso di noi unitamente a Cristo Gesù”. — Efes. 2:2, 4-7.
29. (a) A che cosa ci riferiamo dunque quando parliamo di una società del Nuovo Mondo? (b) Chi fa questo nuovo sistema di cose, e mediante chi?
29 Per fede, dunque, guardiamo alla venuta di un nuovo sistema di cose; e quando usiamo l’espressione comune da tanto tempo “il nuovo mondo” e parliamo di noi stessi come di una società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova, ci riferiamo veramente a questo nuovo sistema di cose avvenire, questo nuovo ordine di cose, secondo la dichiarazione scritturale delle cose nel greco originale. Questo nuovo ordine è uno dei sistemi che Dio fa mediante il suo unigenito Figlio Gesù Cristo, tramite il quale parlò all’umanità diciannove secoli fa. Quando Gesù parlò, questo fu il punto culminante del messaggio di salvezza annunciato da Dio all’umanità, come indica Ebrei 1:1, 2, dicendo: “Dio, che anticamente parlò in molte occasioni e in molti modi ai nostri antenati per mezzo dei profeti, alla fine di questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e mediante il quale fece i sistemi di cose”.
30. (a) In che modo la Versione Riveduta della Bibbia mostra accuratamente che cosa intesero i discepoli quando interrogarono Gesù in merito alla sua presenza e a una certa distruzione? (b) Quale fraseologia usa la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane?
30 Non fu riguardo alla distruzione del globo terrestre che gli apostoli del Figlio di Dio lo interrogarono dopo che egli aveva parlato loro dell’imminente distruzione del tempio nella città santa di Gerusalemme. La Versione Riveduta della Sacra Bibbia ci impedisce di pensare erroneamente alla distruzione della nostra terra rendendo Matteo 24:3 in questo modo: “Stando egli seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli s’accostarono in disparte, dicendo: Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?” E le parole di Gesù relative all’attività missionaria che troviamo in Matteo 28:19, 20 sono rese dalla Versione Riveduta in questo modo: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”. Invece dell’espressione “fine dell’età presente”, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane usa “termine del sistema di cose”. Ora noi viviamo nel tempo di questo “termine”. Questo è il tempo della mietitura menzionato da Gesù in Matteo 13:39.
31, 32. Quali benedizioni sono in serbo per quelli che abbandonano il presente sistema di cose?
31 Non siamo solo al termine del vecchio ma anche alla soglia del nuovo. Vale la pena lasciare tutto quello che appartiene al presente periodo di tempo per ottenere la vita nel futuro sistema di cose. Gesù disse ai suoi apostoli che avevano lasciato tutto per seguirlo: “Non c’è nessuno che, avendo lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per amor mio e per amore della buona notizia, non riceva ora, in questo tempo [questo kairós], cento volte tanto, di case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel sistema di cose [aión] avvenire la vita eterna”. (Mar. 10:29, 30; Luca 18:29, 30) Questa vita sarà in associazione con Gesù Cristo, che allora avrà una posizione e un nome al di sopra di tutte le altre creature. A questo riguardo l’apostolo Paolo dice di Gesù:
32 Dio “[lo destò] dai morti e [lo fece] sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al di sopra di ogni governo e autorità e potenza e signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questo sistema di cose, ma anche in quello avvenire”. — Efes. 1:19-21.
33. A chi possiamo dare gloria per il sistema di cose avvenire?
33 Per il provvedimento di questo meraviglioso nuovo sistema di cose avvenire retto da Cristo, dobbiamo ringraziare Geova Dio, poiché egli ha fatto di questo il suo eterno proposito. Possiamo unirci all’apostolo Paolo nell’attribuire gloria a questo meraviglioso, amorevole Dio, con queste parole: “Ora a colui che, secondo la sua potenza che opera in noi, può fare più che sovrabbondantemente oltre tutte le cose che chiediamo o concepiamo, a lui sia la gloria per mezzo della congregazione e per mezzo di Cristo Gesù in tutte le generazioni, per i secoli dei secoli [letteralmente, delle età delle età]. Amen”. — Efes. 3:11, 20, 21.
[Note in calce]
a Anche la Vulgata latina mostra la differenza tra le due parole greche rendendo kósmos con mundus e aión con saeculum. Ma, nonostante ciò, la Sacra Bibbia di Eusebio Tintori, che è una traduzione della Vulgata latina, rende entrambe le parole col termine “mondo”.
b Le cinque parole ebraiche sono erets, hhedel, hheled, olam e tebel.
c Le quattro parole greche sono aión, ge, kósmos e oikouméne.
d Si intende generalmente la parola greca aión che derivi da aeí, che significa “per sempre; sempre”. Tuttavia, a pagina 202 del libro New Testament Synonyms, dell’arcivescovo R. C. Trench (1901) si legge: “Dobbiamo rigettare l’etimologia di aion proposta da Aristotile (De Caelo 1. 9): il nome derivato fu preso dalla parola aei. Più probabilmente è in relazione con áo, áemi, respirare. Come kosmos, essa ha un senso primario e fisico e, in aggiunta a questo, un senso secondario ed etico. Nel senso primario significa tempo, breve o lungo, nella sua durata ininterrotta; spesso nel greco classico la durata di una vita umana . . . ma essenzialmente tempo come la condizione nella quale esistono tutte le cose create, e la misura della loro esistenza; . . . Significando così tempo, acquista attualmente il significato di tutto ciò che esiste nel mondo nelle condizioni del tempo; . . . e quindi, in senso più etico, il corso e lo svolgimento degli affari di questo mondo”.
[Immagine a pagina 428]
Infruttuoso per sempre (aión)
[Immagine a pagina 429]
Non si conformano a questo sistema di cose (aión)