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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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alla mente e al cuore, alla giusta specie di attitudine, se vogliono essere attraenti e interessanti. In fondo, è molto più facile portare ornamenti esteriori che sviluppare quelli interiori!
La donna cristiana farà bene a vestire con moderazione, modestia e buon gusto, evitando gli abiti sfarzosi ed appariscenti. Come non dovrebbe attrarre indebita attenzione portando gioielli appariscenti e vistosi, così dovrebbe badare che il modo in cui si trucca non richiami indebitamente l’attenzione. Che ornarsi in modo moderato non sia da biasimare si può capire dal fatto che anticamente le serve di Geova usavano in genere gioielli. — Gen. 24:53; Eso. 3:22; 2 Sam. 1:24; Ger. 2:32; Luca 15:22.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Vi è nulla di contrario alla celebrazione degli anniversari dei matrimoni? — I. S., Stati Uniti.
Nell’antichità le celebrazioni dei compleanni erano associate all’astrologia. Indubbiamente è per questo che le Scritture menzionano solo pagani che le osservavano. Tuttavia non c’è nulla nelle Scritture a sostegno della celebrazione del proprio anniversario di matrimonio, così da renderla obbligatoria. Il matrimonio è qualcosa che le coppie devono ricordare ogni giorno in quanto ai suoi obblighi. Naturalmente, il giorno del matrimonio è un’occasione gioiosa, fatto che Gesù riconobbe essendo presente alla festa nuziale di Cana. Se il matrimonio ha successo, è più che naturale che la coppia ricordi ogni anno tale felice avvenimento. Infatti questo potrebbe contribuire a rinsaldare la relazione matrimoniale. — Giov. 2:1-11.
Quali disposizioni debbano prendersi per ricordare l’anniversario e in che misura è qualcosa che gli interessati devono decidere, benché sia bene notare che anche in tal caso si applica la norma: “Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate qualunque altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio”. — 1 Cor. 10:31, Na.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Se il mio fratello carnale, che è disassociato, viene da un’altra città a visitarmi con la sua famiglia, li posso invitare a entrare e a restare per la notte se è necessario? — E. T., Stati Uniti d’America.
La disassociazione di un membro della propria parentela non annulla la naturale parentela di carne e sangue. Per esempio, la disassociazione non infrange il vincolo coniugale. Quindi, se un fratello carnale che è disassociato visita la sua famiglia per motivi non di unità cristiana, ma di parentela familiare, i congiunti sono tenuti a riceverlo con cortesia per tale naturale ragione terrena, non, certamente, per avere associazione spirituale con lui e trattarlo come un membro della congregazione, ma semplicemente per considerare la parentela familiare e altri argomenti mondani.
Bisogna essere ragionevoli in questa circostanza, e se il parente è di un’altra città e quel giorno non può tornare a casa, ma ha bisogno d’alloggio per la notte, non vi sarebbe nulla di male qualora gli si mostrasse la cortesia di farlo restare per la notte, semplicemente perché questo parente e quelli che sono con lui sono intimi per legami di carne e sangue, nonostante che non lo siano per ragioni spirituali.
Naturalmente, non sarebbe bene incoraggiare frequenti associazioni solo per avere rapporti familiari. Questo ostacolerebbe l’adempimento dei propri obblighi verso il Signore Dio e potrebbe mettere in pericolo la propria salute e integrità spirituale. Il principio menzionato in Matteo 12:47-50 (Ri) dovrebbe esser tenuto presente. Quando uno disse a Gesù: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli son fuori e desiderano parlare con te”, egli rispose: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? . . . chiunque fa la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, quegli mi è fratello e sorella e madre”.
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Domande dai lettori (4)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Certi ecclesiastici sostengono che Luca fosse gentile. La Torre di Guardia del 15 maggio 1961, a pagina 304, al paragrafo 14, dichiara che gli scrittori della Bibbia furono tutti Ebrei. In base a quale autorità vien fatta questa affermazione? — B. M., Stati Uniti.
Coloro che sostengono che Luca fosse gentile non hanno alcuna chiara base scritturale per affermarlo. Dalle parole di Paolo in Colossesi 4:11, 14 (Na) essi deducono l’idea che Luca non fosse giudeo. Questo perché Paolo al versetto 11 menziona alcuni che erano ‘della circoncisione’ e al versetto 14 menziona Luca. Di qui si giunge alla conclusione che Luca non era della circoncisione e quindi non era giudeo. Ma da questo non consegue affatto che Paolo volesse in tal modo distinguere Luca. Come afferma la Cyclopedia di McClintock & Strong: “Se questo non è ritenuto conclusivo, non si può dedurre nulla dalle tendenze grecizzanti del suo stile, poiché avrebbe potuto essere un Giudeo ellenista, né dalle tendenze gentili del
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