Mostriamo coraggio per vincere l’opposizione religiosa
1. Su che cosa è basato il coraggio cristiano, e come hanno i servitori di Dio dato prova d’avere questo coraggio?
MOSÈ affrontò Faraone con coraggio. Giosuè mostrò coraggio per andare nella Terra Promessa. Davide, che era un semplice pastore, affrontò con coraggio il gigantesco guerriero Golia. Gesù affrontò coraggiosamente i suoi avversari. Tutti questi uomini ebbero coraggio perché ebbero fede in Geova Dio. Credettero! Dopo lo spargimento dello spirito di Dio alla Pentecoste i primi cristiani fecero la volontà di Dio con tutto l’animo ed ebbero profonda fede. (Efes. 6:6) Doveva essere annunciato il messaggio del regno dei cieli all’umanità. Si doveva predicare Gesù Cristo quale mezzo di salvezza. Gli apostoli, ripieni di spirito santo, avevano un messaggio inerente a Gesù da dichiarare: “Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele, che Iddio ha costituito Signore e Cristo questo Gesù, che voi avete crocifisso”. (Atti 2:36, Na) La paura che aveva fatto disperdere i discepoli che conoscevano erano con Gesù la notte in cui fu fatto prigioniero era sparita. Essa era stata sostituita dal coraggio che viene dalla fede.
2. Come mostrarono d’avere fede e coraggio coloro che andarono dagli apostoli per ascoltare ed essere guariti?
2 Dalle città vicine a Gerusalemme moltitudini di persone andavano ad ascoltare gli apostoli e portavano gli ammalati “sopra a dei letti e dei giacigli, perché almeno l’ombra di Pietro, quando passava, ricoprisse qualcuno di loro”. Che fede! Tutti coloro che avevano tale fede sarebbero stati guariti. Ci volle coraggio per andare a farsi guarire. (Atti 5:14-16, Na) Allora la predicazione della buona notizia non conosceva limiti, né dovrebbe conoscerne oggi. Con coraggio Gesù aveva vinto il mondo; anche i discepoli di Cristo Gesù dovevano vincerlo. Ebbero abbastanza coraggio nella fede? Vediamo.
3, 4. (a) Quale prova subita dagli apostoli richiese coraggio da parte loro? (b) Perché gli oppositori religiosi giudei furono grandemente preoccupati?
3 Il loro coraggio fu messo alla prova quando “il sommo sacerdote e tutti quelli del suo partito, cioè la setta dei Sadducei, pieni di gelosia, si mossero, misero le mani addosso agli Apostoli e li fecero gettare nella pubblica prigione. Ma un Angelo del Signore [Geova], durante la notte, aprì le porte della prigione, e condottili fuori, disse: ‘Andate, mettetevi nel tempio e predicate al popolo tutte le parole di questa vita’”. (Atti 5:17-20, Na) Gli apostoli non esitarono a seguire questo comando dell’angelo di Geova; non ebbero paura. È vero che erano stati gettati in prigione il giorno prima, ma erano addestrati a predicare e la predicazione era il loro lavoro di ministri. Il comando indicava loro di predicare intorno a “questa vita” e di dire alle persone come ottenerla. All’alba andarono nel tempio ad ammaestrare le persone.
4 Quando il sommo sacerdote arrivò, convocò il Sinedrio e riunì gli anziani dei figli d’Israele, poi mandò dei soldati alla prigione a prendere i prigionieri. Con stupore essi dissero: “Noi abbiamo trovato la prigione ben chiusa con ogni precauzione e le guardie ferme alle porte, ma, dopo aver aperto, dentro non c’era nessuno”. Una situazione del genere avrebbe preoccupato chiunque. E questi Giudei erano particolarmente preoccupati perché volevano fermare questa predicazione della buona notizia. Quasi nello stesso momento sopraggiunse un uomo a dir loro: “Quegli uomini, che avete messo in carcere, sono nel tempio e insegnano al popolo”.
5. (a) Quando furono nuovamente ammoniti di smettere di predicare, che cosa risposero gli apostoli? (b) Perché si abbatté sugli apostoli questa persecuzione?
5 “Allora il prefetto partì con le guardie e li fece portar via, senza far loro violenza, perché temevano di venir lapidati dal popolo. E dopo averli condotti, li presentarono al Sinedrio, e il sommo sacerdote li interrogò, dicendo: ‘Non vi avevamo noi severamente proibito di insegnare in quel nome? Ecco, invece, che voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo’. Ma Pietro e gli Apostoli risposero. ‘Bisogna ubbidire piuttosto a Dio che agli uomini. Iddio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso, appendendolo al legno. Iddio lo ha esaltato con la sua destra, come principe e salvatore, per dare ad Israele il pentimento e il perdono dei peccati. E noi siamo testimoni di tutto questo insieme allo Spirito Santo, che Dio ha dato a tutti quelli che l’obbediscono’”. (Atti 5:22-32, Na) Sicuramente gli apostoli ricordarono allora le parole di Gesù: “Il servo non è da più del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo faranno contro di voi a causa del mio Nome, perché non conoscono Colui che mi ha mandato”. (Giov. 15:20, 21, Na) Come si stavano avverando le parole di Gesù sugli apostoli!
6. Che cosa mostrò circa la condizione di cuore di quei primi cristiani ciò che avvenne in quella corte religiosa?
6 Le parole dette da quegli apostoli a quella corte religiosa indica che il timor dell’uomo era sparito. Anche il timore del sommo sacerdote religioso e di quelli che gli stavano vicini era sparito. I cuori di quei primi cristiani erano uniti nel timore dell’Onnipotente Dio. — Sal. 86:11.
CORAGGIO CRISTIANO NELLA SPAGNA DEL 1961
7. (a) Quali domande dobbiamo farci quando leggiamo le esperienze dei cristiani del primo secolo? (b) Dove affrontano oggi i testimoni di Geova una situazione simile?
7 Quando leggete entusiasmanti esperienze come quelle della primitiva congregazione cristiana, come vi sentite? Voi, quali cristiani, continuereste in tali circostanze a dichiarare la buona notizia del regno di Dio? Come vi comportereste se vi trovaste in un paese dove il governo e i capi religiosi dichiarano che non potete esprimere affatto la vostra fede? Che fareste se foste in un paese cattolico o in altri paesi e le autorità vi dicessero: ‘Vi proibiamo severamente di insegnare in quel nome’ e di parlare in pubblico del vostro Dio e della sua Parola scritta? Attualmente molti cristiani testimoni di Geova in Spagna si trovano in tali condizioni.
8. (a) Qual è la causa della persecuzione dei testimoni di Geova in Spagna? (b) Come hanno reso nota la loro protesta molte persone amanti della libertà, ma quale risposta hanno ricevuto alcuni?
8 A causa della persecuzione che si è abbattuta sui testimoni di Geova perché predicano la buona notizia del regno di Dio in Spagna, molte persone da tutte le parti del mondo hanno scritto lettere di protesta al governo spagnolo e ai loro rappresentanti ufficiali in altri paesi. I testimoni di Geova sono perseguitati dal governo spagnolo e dal clero cattolico che spinge il governo. In risposta a queste proteste l’Ambasciata Spagnola a Washington, nel Distretto di Columbia, scrive:
“V’è assoluta libertà d’adorazione nel mio paese come dichiara l’articolo VI della Dichiarazione dei Diritti (Fuero de los Españoles): ‘Nessuno sarà molestato per il suo credo religioso né nell’esercizio privato della sua adorazione’.
“Nessuno può affermare che in Spagna non vi sia libertà d’adorazione quando, per 15.000 Spagnoli non cattolici vi sono circa 260 chiese protestanti e alcune moschee e sinagoghe. Si deve capire che né proselitismo né propaganda religiosa è permessa da una legge debitamente approvata che intende impedire ogni possibile disordine o reazione. La stragrande maggioranza del paese, come voi certamente sapete, è cattolica. D’altra parte i cattolici credono che le dottrine protestanti siano sbagliate. Perciò, il Governo Spagnolo non può ammettere che si diffonda l’errore fra i suoi cittadini. Questo atteggiamento è una logica conseguenza delle sue credenze”.
9. (a) Qual è dunque il punto di vista del governo spagnolo sulla questione dell’adorazione? (b) Che cosa fanno i testimoni di Geova in Spagna?
9 Da ciò vediamo che il governo spagnolo dice che potete credere quello che volete, ma non parlatene a nessuno. Deve essere “l’esercizio privato della sua adorazione”. L’atteggiamento assunto dall’Ambasciata è che i cattolici credono che le dottrine protestanti siano sbagliate e, naturalmente, considerano i testimoni di Geova protestanti, perché essi sono gli unici in Spagna che protestano contro i falsi insegnamenti della Chiesa Cattolica. Che cosa fanno i testimoni di Geova in Spagna? Non creano alcun disordine. Cercano solo di insegnare al popolo la Bibbia, che la Chiesa Cattolica non vuole che il popolo abbia. È vero che i testimoni di Geova parlano ai cattolici, poiché non vi sono molte altre persone nel paese a cui parlare. Perciò se vogliono predicare in Spagna devono parlare ai cattolici della Parola di Dio.
10. Come si ebbe una situazione simile in cui i Giudei mostrarono intolleranza religiosa verso i primi cristiani?
10 Ai giorni dei primi cristiani, poco dopo la Pentecoste, quando v’erano solo alcune migliaia di persone che professavano d’essere cristiane, in quale paese si trovavano esse? In una comunità rigorosamente giudaica. I Giudei, per mezzo dei loro governanti, avevano già messo al palo e ucciso il capo dei cristiani, Gesù Cristo, per sopprimere questa “nuova religione”. Ma questi seguaci di Cristo avevano ancora nei loro cuori e nelle loro menti il messaggio di Cristo. Col passar degli anni molti altri ricevettero la buona notizia mediante gli apostoli e la verità della Parola di Dio si diffuse. Né gli apostoli né i convertiti giudei potevano tenere la bocca chiusa. (Atti 5:41, 42) Ma i capi religiosi giudei non volevano che alcuno nella loro comunità udisse questo nuovo insegnamento. Questi sacerdoti religiosi non poterono far altro che arrestare questi seguaci di Cristo e gettarli in prigione. Dopo averli flagellati li lasciarono andare, pensando di averli spaventati, e mediante il loro sommo sacerdote dissero loro: ‘Vi intimiamo di non parlar più affatto nel nome di Gesù’. (Atti 5:28-40, Na) Questi capi religiosi potevano facilmente fare delle leggi, perché erano al potere. Ma che dire del comando di Cristo Gesù dato ai suoi seguaci di predicare la verità? A chi avreste ubbidito voi?
11. Quindi oggi, in Spagna, quali due comandi sono in conflitto?
11 “Millenovecento anni dopo si verifica la stessa situazione in Spagna. La cattolica legge spagnola dice che non potete parlare ad altri della Bibbia. Essi dicono che i testimoni di Geova possono praticare in privato la loro adorazione, ma non possono fare ciò che Cristo comandò: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli”. (Matt. 28:19, Na) No, non in Spagna!
12. (a) Considerando l’attuale situazione religiosa in Spagna, vi sarebbe bene accolto l’apostolo Paolo? (b) Vi sono persone in Spagna che apprezzano la predicazione compiuta dai testimoni di Geova, e perché?
12 I primi cristiani non pensarono nemmeno di smettere la proclamazione della buona notizia, malgrado tutte le prove e la persecuzione che subirono. Oggi siamo grati a Dio che essi ebbero il coraggio di continuare, perché molte altre migliaia di persone di molti paesi appresero la via che conduce alla vita eterna. Una volta Paolo sperò di andare in Spagna, ma col suo intrepido ministero Paolo non sarebbe accolto cordialmente nella Spagna di oggi. Le verità che egli insegnò non corrisponderebbero alle false dottrine, alle cerimonie e all’atteggiamento dittatoriale della Chiesa Cattolica nella Spagna d’oggi. Tuttavia, migliaia di Spagnoli sono grati che i testimoni di Geova abbiano continuato a predicare di casa in casa e che siano andati alle loro case a studiare la Bibbia con loro, e che ubbidiscano a Dio come governatore anziché ai vescovi cattolici di Spagna. Perché? Perché in Spagna molte persone hanno appreso la verità, si sono separate dalla Chiesa Cattolica ed ora hanno la gioia di proclamare il messaggio come fanno da anni altri fedeli testimoni di Geova.
13. Quale resoconto indica che questa opposizione religiosa non è nuova in Spagna?
13 Nell’Annuario dei Testimoni di Geova (inglese) del 1952 fu stampato questo resoconto sulla Spagna:
“La polizia, sempre all’erta, sorveglia molto attentamente i proclamatori, e si è avuta questa esperienza: Due servitori delle unità di Barcellona trovarono alcune persone apparentemente interessate in una certa casa e presero appuntamento per tenere lo studio biblico. Quando andarono a fare la visita ulteriore trovarono due agenti della polizia segreta ad attenderli. Furono arrestati. Le loro case furono perquisite, la letteratura fu confiscata ed essi furono messi in prigione. In seguito la letteratura fu attentamente esaminata ed essi vennero interrogati. Tuttavia non fu detto gran che finché non venne trovato in ¡Despertad! (Svegliatevi!) un articolo su Franco e sulle condizioni in Spagna. Questo suscitò le ire della polizia e i due fratelli dovettero sopportare abusi e minacce. Ma dopo aver redatto un completo verbale su di loro e dopo averli avvertiti delle conseguenze a cui andavano incontro continuando la loro opera di predicazione della buona notizia, le autorità li lasciarono andare”.
14. Che cosa ha portato in Spagna l’ubbidienza dei Testimoni alla legge di Dio nei passati dieci anni?
14 In quei giorni, dieci anni fa, in Spagna v’erano solo 121 testimoni di Geova che predicavano la buona notizia del Regno. Ma questi coraggiosi testimoni di Geova Dio non se ne stettero zitti. Continuarono a predicare la buona notizia. E molti di quelli a cui parlarono in quegli anni appresero la verità e dedicarono la loro vita a Geova Dio, e anche questi hanno predicato, tanto che ora, dieci anni dopo, vi sono 2.141 ministri, testimoni di Geova, che predicano la verità in Spagna. Quindi durante questi dieci anni di persecuzione, che ora si sta intensificando, i testimoni di Geova in Spagna hanno fatto ciò che fecero i testimoni di Geova in Palestina. Hanno ubbidito “piuttosto a Dio che agli uomini”. — Atti 5:29, Na.
MOSTRIAMO CORAGGIO PER COMPIERE UNA PURIFICAZIONE RELIGIOSA
15. Ai giorni del re Asa come fu mostrato coraggio nel promuovere la vera adorazione?
15 Ci vuole coraggio per resistere a un intero popolo o nazione e promuovere la vera adorazione come fece il re Asa nel paese di Giuda 978 anni avanti Cristo: “Asa fece ciò che è buono e giusto agli occhi del Signore [Geova], suo Dio. Tolse gli altari del culto straniero e i santuari degli alti luoghi; spezzò i cippi, e abbatté i pali sacri”. Il profeta Oded incoraggiò il re Asa. “E quando Asa ebbe udite queste parole, e la profezia del profeta Oded, egli si fortificò, e tolse via le abominazioni da tutto il paese di Giuda, e di Beniamino, e dalle città ch’egli aveva prese del monte di Efraim; e rinnovò l’Altar del Signore [Geova], ch’era davanti al portico del Signore [Geova]”. (2 Cron. 14:1, 2, Na; 2 Cron. 15:8, Di) Per far questo il re Asa dovette sperare in Geova ed esser forte e coraggioso. Ma era sostenuto da Dio, e disse al popolo di “cercare il Signore [Geova] Iddio dei suoi padri”. — 2 Cron. 14:3, Na.
16. Come hanno compiuto i testimoni di Geova un’opera di purificazione?
16 I cristiani testimoni di Geova hanno mostrato lo stesso coraggio in tutte le nazioni del mondo. Essi hanno compiuto una purificatrice opera anche nella cristianità, dove milioni di cattolici adorano immagini anziché il vero Dio. Poiché i testimoni di Geova insegnano alle persone ciò che la Bibbia dice dell’adorazione delle immagini, molti hanno distrutto le loro immagini. In varie parti della terra sono molto venerate le immagini di tanti dèi, grandi e piccoli. Centinaia di migliaia di persone di mentalità aperta hanno tuttavia ascoltato i testimoni di Geova e appreso ciò che dice la Parola di Dio circa l’adorazione delle immagini; si son fatte coraggio e si sono staccate dai loro sistemi religiosi e dalla loro adorazione di idoli, come fece molto tempo fa il re Asa allorché guidò il popolo ad agire nello stesso modo.
17. Quale effetto produsse ad Efeso la predicazione di Paolo sui fabbricanti d’immagini, e con quale risultato?
17 Paolo si trovò di fronte alla stessa situazione nei suoi giorni. Non era intenzione di Paolo di privare qualcuno del suo lavoro. Piuttosto egli disse: “Guai a me se non annunziassi il Vangelo!” (1 Cor. 9:16, Na) Fu obbligato a dire la verità, e di conseguenza molte persone smisero di comprare immagini. Demetrio lavorava nella fabbricazione di tempietti d’argento di Artemide, e a quel tempo la fabbricazione dei tempietti era un lavoro che rendeva. Oggi è la stessa cosa, specialmente nella religione cattolica. Ma questo lavoro della fabbricazione e della vendita delle immagini stava notevolmente diminuendo a causa di ciò che Paolo diceva alle persone. Ci volle coraggio per andare a predicare mentre quei commercianti gli si opponevano. In effetti egli non fece altro che predicare la verità della Parola di Dio e volgere le persone alla vera adorazione di Geova Dio. Ma questo Demetrio non voleva perdere il suo lavoro. Perciò disse ai suoi artigiani: “Potete vedere e sentire che questo Paolo non solo in Efeso, ma anche in quasi tutta l’Asia, ha persuaso e distolto una grande moltitudine col dire che non sono dèi quelli fatti a mano”. (Atti 19:26, Na) Queste parole causarono una notevole agitazione nella città di Efeso. Si formò una turba. Questa provocò un grande tumulto, ‘e le persone gridarono, per quasi due ore: “Grande è Artemide degli Efesini!”’ “Quando il tumulto fu cessato Paolo radunò i discepoli e dopo averli esortati [i suoi fratelli], li salutò e partì per andare in Macedonia. Egli percorse quei paesi e dopo aver rivolto molte esortazioni a quei fedeli, passò in Grecia”. — Atti 19:34; 20:1, 2, Na.
18. Perché è necessario smascherare la falsità dell’adorazione delle immagini?
18 Ciò che avvenne ai giorni di Asa e di Paolo, si verifica anche oggi. L’adorazione delle immagini, che è falsa adorazione, dev’essere portata all’attenzione delle persone superstiziose che cercano la verità e la giustizia, affinché possano allontanarsi dalla loro falsa religione.
19. Che cosa dà il coraggio di affrontare e vincere l’opposizione religiosa?
19 I sorveglianti cristiani come Paolo comprendono di avere il privilegio di parlare agli estranei della buona notizia, ma nello stesso tempo i sorveglianti devono incoraggiare gli stessi fedeli cristiani esortandoli a continuare il cammino sulla giusta via. La fedeltà di Paolo nella persecuzione stimolò quei cristiani veramente dedicati a Dio a continuare la loro opera anche se Paolo li lasciava. Vedere che le persone abbandonano l’adorazione degli idoli e si associano ai veri adoratori di Geova è molto incoraggiante, ma si deve anche affrontare l’ira dell’organizzazione religiosa che queste persone lasciano. La fede in ciò che si crede permette di andare incontro alle prove, ma si può affrontarle con più coraggio associandosi regolarmente con la congregazione del popolo di Dio, che ha la stessa mentalità e lo stesso spirito.
INCORAGGIAMENTO RECIPROCO
20. Hanno anche i sorveglianti bisogno di incoraggiamento? Che cosa indicano le Scritture?
20 Vi siete mai soffermati a pensare che anche il sorvegliante che assiste la congregazione a fare progresso verso la maturità cristiana ha bisogno di incoraggiamento? Spesso egli può essere incoraggiato e rafforzato nella fede dalla persona più umile, più mansueta e più timida della congregazione. La sola presenza di quella persona alle adunanze e lo scambio di parole con essa aiuta il sorvegliante ed altri membri della congregazione di Dio ad assistersi a vicenda. Nella sua lettera ai Corinzi Paolo disse di esser stato incoraggiato dalla congregazione. Egli ci dice come apprese che lo spirito di Tito era stato “tranquillizzato da voi tutti” nella congregazione. Tito aveva un importante incarico di sorvegliante nella chiesa primitiva, e fu edificato e incoraggiato da coloro che servì. Tito amò questa congregazione perché notò l’ubbidienza di tutti i suoi membri. Che effetto ebbe questa riuscita visita di Tito su Paolo, l’apostolo dei Gentili, colui che provava “l’ansietà per tutte le chiese” tutti i giorni? Paolo ci dice che effetto gli fece: “Godo di poter contar su voi in ogni cosa”. (2 Cor. 7:13, 16, Na) Sì, Paolo fu reso forte e coraggioso mediante la fede della congregazione.
21. Come diedero coraggio ai suoi fratelli cristiani le esperienze di Paolo in prigione?
21 D’altra parte, l’incrollabile fedeltà di Paolo anche quando si trovò in prigione a Roma diede coraggio ai suoi fratelli. Le catene di Paolo “per Cristo apparvero palesi all’intero pretorio e a tutti gli altri, sicché molti dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno preso più ardire nell’annunziare senza timore la parola d’Iddio”. (Filip. 1:13, 14, Na) Il giusto esempio che Paolo diede andando in prigione per la giustizia fu uno stimolo per le congregazioni cristiane. Le lettere che Paolo scrisse alle congregazioni d’ogni parte del mondo mentre era in prigione stimolarono tutti i seguaci di Cristo e li spinsero ad avanzare intrepidamente. Paolo fu felice e si rallegrò di vedere il coraggio dei suoi fratelli che parlavano della parola di Dio malgrado ciò che accadeva loro nei vari distretti dell’Impero Romano. Oggi avviene la stessa cosa.
22, 23. (a) Come si comportano oggi i veri cristiani quando i loro fratelli sono perseguitati? (b) Quale consiglio diede Pietro per andare incontro alla persecuzione?
22 Quando il cristiano è messo in prigione perché annuncia la buona notizia, o quando è messo in un campo di concentramento perché rifiuta di dire che la salvezza viene da un uomo come Hitler e dal suo governo, o quando è perseguitato o molestato perché parla della Bibbia ai suoi vicini mentre la legge del paese dice che non si può parlare ad alcuno del regno di Dio, il popolo di Dio mostra coraggiosamente la sua fede a tutto il mondo. Cerchi pure l’organizzazione del Diavolo di soffocare la predicazione della buona notizia del regno di Dio in questi ultimi giorni, ma i suoi tentativi avranno l’effetto opposto. La luce della Parola di Dio risplenderà malgrado la grande persecuzione e la tribolazione che dovranno subire i fedeli servitori di Dio. Questo avviene oggi fra i veri cristiani come avvenne fra quelli che formarono la primitiva schiera di cristiani. Pietro diede ai cristiani testimoni di Geova e a tutti gli altri che vogliono uscire da questo mondo mortalmente spaventato questo consiglio:
23 “Ma d’altra parte, beati, quando soffrirete per la giustizia. ‘Non abbiate di loro alcun timore e non siate spaventati’, ma santificate nei vostri cuori il Signore, che è il Cristo, sempre pronti a difendervi, con dolcezza e rispetto, di fronte a chiunque vi chiede conto della speranza che è in voi”. — 1 Piet. 3:14, 15, Na.
24, 25. (a) Perché i timori del mondo non dominano la vita di quelli che sono dedicati a fare la volontà di Geova, ma che cosa permette loro di vincere il mondo? (b) In che modo diedero coraggio a Paolo i fratelli di Roma, mostrando così il loro amore per Gesù?
24 Oggi viviamo nel tempo in cui il mondo ha paura, cioè paura di annientarsi. Ma perché vi è tale paura fra le nazioni? Perché non v’è amore. Gesù disse: “Amatevi scambievolmente, come io ho amato voi”. (Giov. 15:12, Ri) Troverete questo amore nelle persone dedicate a fare la volontà di Geova, che sono pronte a soffrire per la giustizia, con dolcezza. Ma dov’è oggi l’amore fra le nazioni o anche fra le persone delle varie nazioni? Se vorrete trovare questo amore dovrete separarvi dalle nazioni come fecero Gesù e i primi cristiani. Gesù disse: “Essi non sono del mondo come io non sono del mondo”. (Giov. 17:16, Na) Per prendere questo atteggiamento nello sbigottito mondo d’oggi ci vuole coraggio. Tuttavia è possibile, poiché Gesù disse: “Nel mondo voi avete afflizioni; ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. (Giov. 16:33, Na) Anche voi potete vincere se siete cristiani dedicati. Molti hanno ottenuto la vittoria, e i vostri fratelli vi aiuteranno anche se a volte la situazione sembrerà difficile. Quando Paolo era in viaggio verso la prigione di Roma la congregazione andò a incontrarlo, come dice il racconto di Atti 28:14, 15 (Na): “Da Roma, i fratelli, che avevano sentito parlare di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, nel vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio”.
25 Questi fratelli provenienti da Roma andarono a incontrare uno che era loro estraneo, ma era un fratello in catene. Non avevano mai visto Paolo; ma ricordarono le parole di Gesù: “Fui pellegrino e mi alloggiaste; ero nudo e mi rivestiste; infermo, e mi visitaste; carcerato, e veniste a trovarmi”. (Matt. 25:35, 36, Na) I dedicati cristiani di Roma non ebbero mai occasione di servire Cristo Gesù come l’ebbero gli apostoli, Marta e Maria e molti altri che avevano provveduto alle necessità di Gesù in Palestina. Ma Gesù disse: “In verità vi dico: ogni volta che voi avete fatto queste cose a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatta a Me”. Ciò che era fatto a Paolo era come fosse fatto a Gesù. Il semplice fatto che erano andati incontro a Paolo mostrò l’amore e la fede che la congregazione aveva verso un fratello fedele, e questo gesto da parte della congregazione diede coraggio a Paolo. — Matt. 25:40, Na.
26. Come possiamo oggi, anche di fronte all’opposizione religiosa, mantenerci coraggiosi e aver saldo il cuore?
26 Avete bisogno di coraggio? Raduniamoci dunque insieme, e “non disertiamo la nostra adunanza, (come fanno taluni) ma incoraggiamoci scambievolmente, quanto più vedete che si avvicina quel giorno”. (Ebr. 10:25, Na) Oggi migliaia di persone, consapevoli delle loro necessità spirituali, si allontanano da questo empio mondo e cercano la verità con i testimoni di Geova. Esse provengono dai più svariati gruppi religiosi, e anche di mezzo a coloro che dicono di non essere affiliati ad alcuna religione. Perché? Perché amano la vita, e i testimoni di Geova studiano la Bibbia. Questo le aiuterà a rafforzare la loro fede in Dio, il Datore della vita. Man mano che queste migliaia di persone studieranno la Parola di Dio con la congregazione del dedicato popolo di Dio, la loro fede sarà rafforzata e diverranno coraggiose e forti, ciò che è necessario in questi giorni. Non condividono più la paura del mondo, perché gli attivi testimoni di Geova attendono effettivamente la distruzione di questo sistema di cose nella battaglia di Armaghedon. Nell’attesa proclamano il regno di Geova quale sola speranza dell’umanità. Anche se le nazioni e la maggioranza dei popoli del mondo non sono d’accordo con il loro confortante messaggio, anche se molti testimoni di Geova sono perseguitati, imprigionati, perfino uccisi perché predicano la Parola di Dio, richiamano alla mente le incoraggianti parole del salmista Davide: “Siate coraggiosi e sia saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate in Geova”. — Sal. 31:24.