Qual è la vostra abitudine religiosa?
1, 2. In quali due giorni ogni anno un gran numero di persone vanno in chiesa, e quali stimolanti domande sorgono?
TUTTE le religioni hanno i loro “giorni sacri” e speciali funzioni nei loro templi religiosi. In questi giorni speciali di solito i loro luoghi di adorazione sono pieni. Durante la festa natalizia della cristianità essi fanno pittoresche rappresentazioni sacre intorno a Giuseppe e Maria, al bambino Gesù e ai pastori che vanno a vederlo. Si suona musica allegra e quasi l’intera congregazione assisterà a questo servizio. Anche gli estranei non appartenenti al gruppo religioso accorrono per udire la musica speciale e vedere la rappresentazione. La domenica di Pasqua è un altro “giorno sacro” della cristianità, ed essa fa uscire di casa le persone per la sfilata di modelli primaverili di nuovi cappellini e abiti eleganti. Naturalmente, alcuni, che vanno alla chiesa della loro denominazione, pensano seriamente alla morte e risurrezione di Cristo Gesù. Ma perché tanti nella cristianità hanno bisogno di grandi attrazioni come questi due “giorni sacri” per recarsi ai loro luoghi di adorazione, solo due volte su cinquantadue settimane? Quale significato reale hanno queste due celebrazioni per le persone che sono cristiane due volte all’anno? Credono realmente che Gesù Cristo morì per salvarle? Salvarle da che cosa? Pensate che dopo che tutto è finito pensino d’essere cristiani migliori, o si sentono ipocriti? Qual e la vostra abitudine religiosa?
2 È comunemente risaputo che la maggioranza delle chiese della cristianità sono affollate durante le feste di Natale e di Pasqua. Ma voi, se frequentate la chiesa, vi chiedete mai: “Perché vi sono andato? È stato per il mio interesse verso la comunità? È stato per un interesse sociale? Potrebbe essere una buona politica commerciale?” Forse pensate che vi incontrerete alcuni amici di partito. Vi siete andati perché non avevate niente di più importante da fare? Soffermatevi! Pensate! Andate realmente al vostro luogo di riunione religiosa per imparare la verità intorno a Dio e alla vostra salvezza?
3. Quale dovrebbe essere la vera ragione per cui andare alla casa di Dio, e quale effetto dovrebbe avere ciò sulla persona?
3 La vera ragione per cui andare nella casa di Dio dovrebbe essere quella di acquistare conoscenza del Creatore, Geova, e imparare di più in merito a suo Figlio, Cristo Gesù, che provvide affinché noi tutti ottenessimo la vita eterna. Dovreste voler imparare in merito alla salvezza che Dio reca a tutto il genere umano mediante suo Figlio con l’istituzione del regno di Dio, per il quale ai cristiani è stato insegnato a pregare: “Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”. (Matt. 6:10, Na) Andando regolarmente alla casa di Dio dovreste migliorare la vostra facoltà di pensare, e giungere a capire che la vita è un dono di Dio e dovreste desiderar di sapere perché il genere umano è sulla terra. Imparando la verità nella casa di Dio dovreste essere indotti a voler parlare ad altri di ciò che avete imparato riguardo ai provvedimenti di Geova per il genere umano. Se nel vostro luogo di adorazione non siete spinti ad agire e a desiderare di dire ad altri ciò che vi avete imparato, fate bene a trovare il luogo appropriato per imparare la verità e il modo dovuto di adorare Dio.
4. (a) Perché Gesù aveva l’abitudine di andare regolarmente alla sinagoga? (b) Che messaggio aveva egli per le persone?
4 Quando le persone udivano parlare Gesù erano stupite del suo modo d’insegnare, e lo seguivano. Man mano che passavano i giorni imparavano più verità e mettevano in pratica le cose che Gesù insegnava loro. La vostra religione fa questo per voi? Era abitudine di Gesù andare alla sinagoga ogni sabato perché sapeva che avrebbe sentito leggere la Parola di Dio da qualche porzione delle Scritture Ebraiche. Sapeva che essa sarebbe stata anche considerata e spiegata. Un giorno di sabato a Nazaret Gesù fu invitato a leggere le Scritture, ed egli le applicò a sé. Sapeva d’essere stato unto per dichiarare la buona notizia ai poveri. Per lui questo significò compiere molti viaggi per andare da un luogo all’altro e parlare a molte persone. Egli disse agli oppressi Giudei che vi sarebbe stata la liberazione dei prigionieri e che al tempo dovuto avrebbero ottenuto la libertà. Come avrebbe avuto luogo il promesso ricupero della vista per i ciechi? Gesù fece effettivamente vedere le persone coi loro occhi, ma vedere la verità e avere intendimento della Parola di Dio nel loro cuore e nella loro mente era molto più importante. (Luca 4:16-20) I suoi uditori potevano avere tutto questo se accettavano “il regno dei cieli”, che era vicino. Che predicazione e insegnamento richiese questo! Fu un grande incarico, ma egli poté adempierlo con la benedizione di Geova. Egli fu il principale ministro per tutto il genere umano, annunciando la venuta del regno di Dio. Le persone lo avrebbero accettato come ministro di Dio? Gesù disse: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. (Matt. 20:28) Gesù avrebbe certamente riscattato molti al tempo fissato da Dio, e, mediante il Suo regno, vedremo la sua volontà fatta sulla terra come in cielo. La vostra religione vi aiuta a ‘esercitare fede in lui’ così da ottenere la vita eterna? (Giov. 3:16) Dite quindi ad altri ciò che imparate e servite altri?
5. Oltre a essere egli stesso ministro, che cos’altro fece Gesù?
5 Benché Gesù venisse per essere egli stesso ministro, preparò anche i suoi discepoli ad essere ministri. Egli si accertò che i suoi discepoli fossero adeguatamente addestrati nello studio della Parola di Dio e quindi che predicassero regolarmente quella Parola. I cristiani del nostro secolo devono fare altrettanto. Devono essere ministri predicando e insegnando a tutti la buona notizia del regno di Dio. — Matt. 24:14.
6. (a) Come applicarono i discepoli di Gesù le cose imparate? (b) Come furono considerati dai capi religiosi e dai governanti?
6 Quando Gesù ebbe scelto i suoi dodici discepoli essi viaggiavano con lui del continuo, imparando e predicando mentre andavano. Era anche loro abitudine andare alla sinagoga e al tempio e ascoltare l’insegnamento di Gesù. Essi erano ansiosi di sentire ciò che egli aveva da dire. Facevano molte domande perché desideravano imparare le cose che Gesù sapeva. Nei luoghi pubblici avevano la possibilità di fare interessanti conversazioni. In un’occasione furono mandati a due a due a predicare in Israele. Questo migliorò la loro facoltà di pensare. Avevano diverse disposizioni e provenivano da ceti sociali differenti, e anche questo avrebbe reso più interessante la loro conversazione. Per esempio, Simone e Andrea erano pescatori. Gesù aveva detto loro: “Venite dietro a me e vi farò divenire pescatori di uomini”. Essi abbandonarono subito le loro reti e lo seguirono. Egli chiamò anche nello stesso tempo Giovanni e Giacomo. Tutt’e cinque andarono a Capernaum, e “non appena venne il sabato egli entrò nella sinagoga e insegnava. E si stupivano del suo modo d’insegnare”. (Mar. 1:16-22) Non furono uomini potenti e nobili quelli che seguirono Gesù, ma, piuttosto, uomini che il mondo poteva considerare comuni. Tuttavia, stando con Gesù e imparando da lui ciò ebbe su loro un effetto durevole. Lo sappiamo perché, quando gli apostoli furono arrestati e comparvero davanti ai capi religiosi e ai governanti, questi, vedendo “la franchezza di Pietro e Giovanni, e avendo compreso che erano uomini illetterati e comuni . . . riconoscevano a loro riguardo che erano stati con Gesù”. (Atti 4:13) I discepoli trassero profitto ascoltando l’insegnamento di Gesù nella sinagoga. Questo li maturò e li rese ministri più capaci.
L’ABITUDINE DELL’APOSTOLO PAOLO
7. Quale punto interessante è messo in risalto circa Saulo in Atti 9:15-20?
7 I primi cristiani, come Gesù, conoscevano il valore dell’assemblea e usavano predicare nella sinagoga. Dopo la conversione di Paolo dal giudaismo al cristianesimo “per alcuni giorni fu con i discepoli in Damasco, e immediatamente predicava nelle sinagoghe Gesù, che Questi è il Figlio di Dio”. (Atti 9:15-20) Dopo aver imparato la verità non impiegò molto a esprimere la sua credenza. Saulo, in seguito chiamato Paolo, sapeva che il miglior luogo per cominciare la sua opera di predicazione era dove si trovavano le persone.
8. Quale interessante messaggio aveva Paolo per gli abitanti di Antiochia, e dove predicò quel messaggio?
8 I discepoli di Cristo fecero molti viaggi. Ciò era necessario per giungere in tutte le nazioni. Poiché essi andavano di città in città, di provincia in provincia, la buona notizia del regno di Dio veniva predicata e le congregazioni cristiane crescevano. Quando Paolo e altri cristiani giudei andavano in una città si recavano sempre alla sinagoga a predicare di sabato. Essi seguivano l’abitudine di Gesù. Ecco un esempio di ciò che accadeva: “Essi . . . andarono oltre Perga e vennero ad Antiochia di Pisidia, ed entrati nella sinagoga in giorno di sabato, si misero a sedere. Dopo la lettura pubblica della Legge e dei Profeti, i presidenti della sinagoga mandarono da loro, dicendo: ‘Fratelli, se avete qualche parola d’incoraggiamento per il popolo, ditela’. E Paolo si alzo, e facendo segno con la mano, disse: ‘Israeliti e voi altri che temete Dio, udite’”. (Atti 13:14-16) Paolo era ansioso di alzarsi e dichiarare la sua fede, ed egli fece un magistrale discorso, riportato nel tredicesimo capitolo di Atti. Egli narrò la storia del popolo giudaico dal tempo in cui erano residenti forestieri in Egitto fino al periodo dei giudici e dei re. Dopo aver considerato rapidamente secoli di tempo, proseguì citando Giovanni Battista, il profeta che aveva annunciato la venuta di Gesù. Quindi, con sorpresa di tutto il popolo, parlò della risurrezione di Gesù Cristo e dichiarò: “Ma Dio lo destò dai morti; e per molti giorni fu visibile a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, i quali sono ora i suoi testimoni presso il popolo”. — Atti 13:30, 31.
9. Quale fu l’effetto del suo messaggio sulle persone?
9 Questo sermone dell’apostolo Paolo nella sinagoga in giorno di sabato causò certo un subbuglio. “E sciolta l’assemblea della sinagoga, molti dei Giudei e dei proseliti che adoravano Dio seguirono Paolo e Barnaba, che parlando loro li esortavano a perseverare nell’immeritata benignità di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per udire la parola di Geova. I Giudei, viste le folle, eran pieni di gelosia e contraddicevano in modo blasfemo alle cose dette da Paolo”. (Atti 13:43-45) Ci volle baldanza da parte di Paolo e Barnaba, essendo nella sinagoga, per parlare e dire al popolo: “Infatti, Geova ci ha imposto comandamento con queste parole: ‘Ti ho costituito come luce di nazioni, onde tu sia una salvezza fino all’estremità della terra’. Udendo ciò, quelli delle nazioni si rallegravano e glorificavano la parola di Geova, e tutti quelli che erano giustamente disposti per la vita eterna divennero credenti”. (Atti 13:47, 48) Proprio lì nella casa di Dio quei primi credenti impararono la verità. La ragione di ciò fu che Paolo e Barnaba erano preparati a fare un sermone sulla Parola di Dio. Andavano alla sinagoga a dire ad altri la loro fede come facevano quando andavano di casa in casa o quando erano in qualche altro luogo pubblico. Per essi era urgente predicare la buona notizia in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo. Era loro abitudine parlare della vera religione che ora avevano accettata. La vostra fede in Cristo Gesù vi fa avere l’abitudine di predicare e parlare come quei primi cristiani? Dovrebbe essere così!
10. (a) Dove si poteva trovare Paolo mentre era ad Atene? (b) Dove lo condusse la sua predicazione?
10 Quando Paolo andò ad Atene fu molto irritato vedendo la città piena di idoli e la gente che adorava immagini. “Quindi ragionava nella sinagoga con i Giudei e con le altre persone che adoravano Dio e ogni giorno nel luogo di mercato con quelli che vi si trovavano”. Durante questa visita Paolo fu in grado di dedicare tutto il suo tempo a predicare “ogni giorno nel luogo di mercato con quelli che vi si trovavano”. Egli deve aver pronunciato molti sermoni “ogni giorno” a gruppi di persone e a individui, perché “certuni dei filosofi epicurei e stoici si misero a conversare con lui in modo controverso, e alcuni dicevano: ‘Che cosa vuol dire questo chiacchierone?’ Altri: ‘Sembra che sia un proclamatore di deità straniere’. Questo avveniva perché dichiarava la buona notizia di Gesù e la risurrezione”. (Atti 17:17, 18) Questo diede all’apostolo Paolo la meravigliosa opportunità di parlare a questi uomini istruiti di Atene. “E presolo lo condussero all’Areopago, dicendo: ‘Possiamo sapere che cos’è questo nuovo insegnamento di cui parli?’” (Atti 17:19) Paolo si valse di questa occasione per dare una meravigliosa testimonianza, confidando nelle parole di Gesù: “Non sarete infatti voi che parlerete, ma lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi”. — Matt. 10:20, Na.
11. Quali fatti furono resi noti circa il ministero cristiano di Paolo, a Corinto e a Efeso?
11 La vita cristiana di Paolo fu molto attiva e interessante. Infine, Paolo partì da Atene e andò a Corinto. Lì incontrò certi Giudei, Aquila, che era venuto dall’Italia, e Priscilla. Aquila faceva lo stesso mestiere in cui si impegnava Paolo quando aveva bisogno di denaro per continuare il ministero. Paolo stette in casa loro ed essi lavorarono insieme come fabbricanti di tende. “Comunque, ogni sabato pronunciava un discorso nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci”. (Atti 18:4) Questa era la sua abitudine religiosa, ed egli fece discepoli. Qual è la vostra abitudine religiosa? “Comunque, dopo esser rimasto ancora per parecchi giorni, Paolo salutò i fratelli e salpò per la Siria . . . E arrivarono a Efeso, e ivi li lasciò; ma egli entrò nella sinagoga e ragionò con i Giudei”. (Atti 18:18, 19) Paolo non si lasciò mai sfuggire un’opportunità. Egli era interessato nella rivendicazione del nome di Geova, provando che “è impossibile che Dio menta”. — Ebr. 6:18.
12. Che cosa pensava Paolo dell’associazione coi conservi credenti?
12 Indipendentemente dal luogo dove andava, Paolo disponeva sempre di stare con la gente, e, ogni volta che era possibile, nella “casa del nostro Dio”, affinché potesse esservi uno scambio di fede. Paolo aveva bisogno di incoraggiamento come chiunque altro ed era sempre lieto di dare incoraggiamento. Ecco come si espresse in merito coi cristiani di Roma: “Desidero grandemente di vedervi, per impartirvi qualche dono spirituale affinché siate resi fermi; o, piuttosto, perché vi sia fra voi uno scambio d’incoraggiamento, da parte di ciascuno mediante la fede dell’altro, sia vostra che mia”. (Rom. 1:11, 12) Pensate al bene che potete fare per i vostri fratelli esprimendovi nella “casa del nostro Dio”. I testimoni di Geova lo fanno nelle loro settimanali adunanze nelle Sale del Regno.
OGGI VI SONO ABITUDINI RELIGIOSE DIFFERENTI
13. (a) Nelle chiese della cristianità si ode oggi il messaggio del “regno dei cieli”, o che cosa? (b) In che modo il messaggio e la condotta di Gesù Cristo differiscono da quelli del pontefice della Chiesa Cattolica Romana?
13 L’abitudine religiosa di Gesù e dei suoi discepoli era di usare la “casa del nostro Dio” per dire ad altri la verità, per esprimere la loro propria fede, per acquistare accurata conoscenza della Bibbia e dichiarare il regno di Dio quale unica speranza dell’uomo. Oggi, nelle chiese della cristianità avviene la stessa cosa che avveniva nei luoghi di raduno dei primi cristiani? Udite risuonare ai vostri orecchi lo stesso messaggio biblico in merito al “regno dei cieli” che risuonò agli orecchi di quelli che vissero al tempo di Cristo? O udite nella vostra chiesa che le Nazioni Unite sono l’“ultima speranza” che vi sia? Siete d’accordo con papa Paolo VI quando parlò alle Nazioni Unite, dicendo: “Potremmo chiamare il nostro messaggio una ratifica, una solenne ratifica morale di questa altissima istituzione. . . . I popoli della terra si volgono alle Nazioni Unite come ultima speranza di concordia e di pace; noi osiamo presentare qui, col loro tributo di onore e di speranza, anche il nostro tributo”?a Millenovecento anni fa Gesù Cristo respinse i regni di questo mondo offertigli da Satana il Diavolo, e disse al governatore Pilato poco prima d’essere messo al palo di tortura: “Il mio regno non fa parte di questo mondo”. (Giov. 18:36) Oggi, quando il principale capo religioso della cristianità dice ‘noi ratifichiamo le Nazioni Unite’, e dice ai popoli della terra di volgersi alle Nazioni Unite come ultima speranza di concordia e di pace, dov’è la sua fede e il suo insegnamento del regno di Dio? Non ne ha affatto! Volete voi con spirito ecumenico andare insieme a quelli che non credono più alla Sacra Bibbia? Non solo i capi della cristianità hanno rigettato il regno di Dio ma hanno cercato di far vacillare la fede dei loro seguaci in quasi tutto l’insegnamento di Cristo.
14. Indicate altre diverse vedute sostenute dalla cristianità in paragone con gli insegnamenti della Bibbia e le credenze di Gesù Cristo.
14 Diciannove secoli fa Gesù insegnò che tutti quelli che erano nei sepolcri sarebbero venuti fuori, che ci sarebbe stata la risurrezione dei morti quando avrebbero udito la sua voce. (Giov. 5:28, 29) Come mai le cose sono cambiate tanto che il clero della cristianità ci dice che l’uomo va nell’eterno fuoco dell’inferno o in purgatorio o pochi vanno in cielo? Questo insegnamento è strano per il cristiano, poiché la Bibbia gli dice che nello Sceol, il sepolcro, dove l’uomo va alla morte, “non ci sarà più né attività, né pensiero, né conoscenza, né sapienza”. (Eccl. 9:10, Na) L’uomo è addormentato nel sepolcro (Sceol), fuori dell’esistenza. “Poiché polvere sei e in polvere tornerai”. (Gen. 3:19) Il fedele Giobbe lo sapeva, perché anch’egli credeva nel regno di Dio e nella risurrezione dei morti. Giobbe disse: “Oh, se Tu mi nascondessi nello Sceol, Tu m’occultassi finché sarà passata la tua ira. . . . fissarmi un termine e ricordarti di me!” (Giob. 14:13, Na) La Bibbia insegna che l’uomo fu creato, ma la scienza e molti capi religiosi dicono che l’uomo si evolse da qualche animale inferiore o da un’altra forma di vita. A chi credete voi: all’uomo o a Dio? (Gen. 2:7) La Bibbia dice che Dio amò tanto il mondo che mandò suo Figlio per salvarlo, ma il clero dice che fu Dio a venire, che Cristo è Dio, e per provarlo insegna una dottrina pagana della trinità. (Giov. 3:16) Gesù Cristo citò le Scritture Ebraiche, parlando dei giorni di Noè e di Sodoma e Gomorra. Egli credette alla scritta Parola di Dio, ma oggi molti del clero che asseriscono d’essere seguaci di Cristo dicono che la storia della Creazione, Noè e l’arca, Sodoma e Gomorra, il passaggio degli Israeliti al mar Rosso e persino la nascita di Gesù da una vergine siano miti, semplici storie da non credere come fatto o verità. Indipendentemente da ciò che insegnano i capi della cristianità, i testimoni di Geova sono d’accordo con l’apostolo Paolo, che disse: “Sia Dio trovato verace, benché ogni uomo sia trovato bugiardo”. (Rom. 3:4) Perché col passar dei secoli c’è stato un così sbalorditivo cambiamento nell’insegnamento cristiano? La Bibbia risponde anche a questo. — Genesi, capitoli 1 e 2, 6–8; 19:1-29; Esodo, capitolo 14; Luca 1:26-38.
15. Chi è responsabile di queste diverse vedute, e quale pratica seguono i testimoni di Geova?
15 L’iddio di questo mondo, Satana il Diavolo, ha accecato gli occhi della gente e l’ha tenuta nelle tenebre. (2 Cor. 4:4) Gesù aveva ragione quando disse riguardo agli scribi e Farisei, i capi religiosi del suo giorno: “Sono guide cieche. Se, dunque, un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in una fossa”. (Matt. 15:14) Sfortunatamente, troppe persone lasciano pensare per loro i ministri di varie denominazioni religiose della cristianità. Sarebbe molto meglio che voi stessi studiaste la Bibbia invece che farvi sviare dalla falsa religione. La maggior parte delle persone fanno anche pregare il clero per loro, e questo pregare è di solito una lettura di preghiere di alcune pagine del libro di preghiere. L’uditorio di un’assemblea religiosa non è incoraggiato a esprimersi. Non c’è uno “scambio d’incoraggiamento”. Che differenza dal giorno di Gesù quando si leggeva una scrittura e quindi seguiva una considerazione generale! I testimoni di Geova seguono ancora questa pratica nel loro studio Torre di Guardia. Il ministro che presiede dice il soggetto da considerare, quindi viene letta la scrittura su cui si baseranno i commenti. La rivista La Torre di Guardia è usata come guida nella conversazione generale dell’intera congregazione, ma la congregazione si esprime.
ABITUDINI MORALI
16. (a) A causa della mutevole veduta circa la Bibbia, che cosa pensano molti delle sue leggi e dei suoi comandamenti? (b) Che cosa dice comunque la Parola di Dio di quelli che ne violano i comandamenti? (c) Quale comando dà Rivelazione 18:4, 5, e dove dovrebbero andare coloro che fuggono da Babilonia la Grande?
16 Nei paesi protestanti una quarantina o una cinquantina d’anni fa, e prima, nelle case private della gente si studiava la Bibbia più di oggi. Molte organizzazioni religiose incoraggiavano la lettura e lo studio della Bibbia a domicilio. Oggi, a quanto pare, la Bibbia è generalmente considerata un’eccellente opera letteraria contenente alcuni buoni pensieri e alcune buone espressioni, qualche cosa da leggere quando non si ha nient’altro da fare. Molti dicono: “Come si potrebbe vivere oggi secondo il suo codice morale? L’insegnamento biblico sulla fornicazione e sull’adulterio è superato”. Così concludono che, se non c’è niente di male nelle relazioni sessuali prima del matrimonio, perché non avere un po’ di varietà dopo il matrimonio? Tale promiscuità esiste nella cristianità in tutto il mondo. Ma che cosa fa essa in merito? Niente! Ha il clero chiuso gli occhi a ciò che scrisse Paolo: “Che cosa! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né uomini tenuti per scopi non naturali, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci erediteranno il regno di Dio”. (1 Cor. 6:9, 10) Uno potrebbe ragionare: ‘Se papa Paolo VI pensa che le N. U. sono l’“ultima speranza”, perché considerare ancora l’idea di ereditare il regno di Dio?’ E se non c’è fede nel regno di Dio, è dunque facile ignorare il codice morale di quel regno. Sembra che tutta la cristianità l’abbia ignorato. Infatti, l’impero mondiale della falsa religione, Babilonia la Grande, non ha nulla da offrire alle persone dal lato spirituale o morale. Per questa ragione la scritta Parola di Dio dice: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”. (Riv. 18:4, 5) Centinaia di migliaia di persone sono uscite da Babilonia la Grande e si volgono alla pura, semplice adorazione di Dio, e divengono vere cristiane. Oggi le troverete associate ai testimoni di Geova perché sentono il bisogno di studiare la Bibbia e associarsi a persone che credono a tutta la Parola di Dio. Queste persone hanno dedicato la loro vita a fare la volontà di Geova, e ora la loro abitudine religiosa è di predicare il regno di Dio, che è la sola speranza del genere umano. Per mantenersi forti nella fede una volta trasmessa ai santi, i testimoni di Geova si riuniscono regolarmente nella “casa del nostro Dio” perché sanno ‘che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio. Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio’. (Giac. 4:4) Lo scopo della congregazione cristiana è di edificarsi gli uni gli altri nella loro santissima fede e addestrare il popolo di Dio a predicare la buona notizia contenuta nella Parola di Dio, a non compromettersi e a non essere ‘amico del mondo’. Siate un vero cristiano. Camminate nelle orme di Cristo Gesù. Fate ciò che egli fece. Siate cristiano ogni giorno dell’anno, non solo nei “giorni sacri” della cristianità. Prendete l’abitudine di adorare nella casa del vero Dio Geova e imparate ciò che disse Gesù: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono. E io do loro vita eterna”. — Giov. 10:27, 28.
[Nota in calce]
a Herald Tribune di New York del martedì 5 ottobre 1965, Edizione commemorativa della visita papale, pagina B, sotto l’intestazione: “Alle N. U.: ‘Messaggio per l’umanità’”.
[Immagine a pagina 299]
“Venite dietro a me, e vi farò divenire pescatori di uomini”.