Vivete in modo degno del nome
“Non devi prendere il nome di Geova, il tuo Dio, in modo vano”. — Eso. 20:7.
LA VERA adorazione non è un inerte formalismo, vecchio di secoli. È vivente, progressiva, produttiva. “La parola di Dio è vivente”, dice l’ispirato apostolo Paolo. (Ebr. 4:12) E Proverbi 4:18 dichiara: “Il sentiero dei giusti è come la luce splendente che diventa sempre più chiara finché il giorno è fermamente stabilito”. Dobbiamo continuare a camminare nella crescente luce. Essere un Cristiano, pertanto, non è semplicemente questione di imparare certe dottrine, riconoscere il valore di un complesso di princìpi che governano la vita, e poi pretendere di avere diritto di essere chiamato cristiano. Niente affatto! Il Cristiano deve vivere la sua fede, dev’essere progressivo nello studio della verità e nella sua applicazione all’adorazione, e dev’essere produttivo di opere buone che recano lode al suo Dio, Geova.
2 Abbiamo già compreso la necessità di una salda base scritturale per le nostre credenze, mettendo da parte le semplici tradizioni e filosofie degli uomini che ci privano della luce della verità. Gesù disse: “Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non camminerà affatto nelle tenebre, ma possederà la luce della vita”. (Giov. 8:12) Quando un uomo è chiamato dalle tenebre in questa meravigliosa luce, egli deve apprezzarne il valore abbastanza per continuare a camminare in essa, non facendo alcuna digressione per tornare nelle tenebre che oscurano il mondo. (1 Piet. 2:9; Isa. 60:2, VR) Non vi può essere alcuna associazione fra la luce e le tenebre. — 2 Cor. 6:14.
3 Vi sono molti che sono giunti a riconoscere le fitte tenebre spirituali che coprono il mondo e accecano la mente degli uomini; hanno percepito la luce della verità proclamata da quelli che Gesù identifica come la “luce del mondo”, eppure non si associano alla società del Nuovo Mondo di portatori di luce. (Matt. 5:14) Si sforzano di mantenere una cosiddetta posizione “neutrale”. Nel far ciò mancano di rendersi conto che in questo tempo di giudizio in cui è data loro l’opportunità di apprendere la verità e schierarsi per Geova Dio e il suo giusto regno, essi prendono una determinazione che significa vita o morte. (Deut. 30:15, 16) Forse credono nel messaggio, ma se non seguono veramente Cristo, associandosi a lui e ai suoi fratelli, il corpo collettivo degli unti testimoni di Geova, essi non possiedono la luce della vita. Nessuno dell’antica Sodoma che mancò di agire ed effettivamente associarsi a Lot e alla sua famiglia ed uscire dalla città condannata sopravvisse. Nessuno che mancò di rispondere al messaggio ammonitore annunciato da Noè e di entrare nell’arca insieme con lui e la sua famiglia sopravvisse al cataclisma di quel tempo. “Così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”. (Matt. 24:39) Quanto è urgente in questo breve tempo rimasto che ognuno si associ alla società del Nuovo Mondo entro il nuovo sistema di cose simile ad un’arca! Le Scritture sono categoriche, e i veri Cristiani ne sono riconoscenti, perché non lasciano nella loro mente alcun dubbio su ciò che si richiede per ricevere l’approvazione di Dio.
4 Gli appartenenti alla società del Nuovo Mondo riconoscono come provvedimento per il loro benessere spirituale il requisito dichiarato in Ebrei 10:24, 25: “Pensiamo gli uni agli altri per spronarci all’amore e ad opere giuste, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro, e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. Geova ha apparecchiato un convito spirituale di cibi succulenti per il suo popolo per edificarlo e rafforzarlo in vista delle dure prove della fede che ora ci stanno dinanzi e a cui andiamo incontro in misura ancora maggiore allorché Gog di Magog si muove all’attacco in un totale e decisivo sforzo di sterminare la società del Nuovo Mondo spiritualmente prospera. Ora è il tempo di rispondere all’invito di partecipare liberamente a questi provvedimenti spirituali. (Apoc. 22:17) I nuovi e anche gli altri potranno notare che altri interessi tendono a sovvertire la regolare associazione del nuovo mondo. Sono forse il lavoro secolare, gli ospiti o altre attività? In tal caso leggete attentamente il consiglio riportato in Efesini 5:15-17: “Badate dunque scrupolosamente che il modo in cui camminate non sia da stolti ma da persone sagge, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi”. Sì, dovrà costarci qualche cosa. Potrebbe darsi che dobbiamo rinunciare alle altre attività in quelle sere. Ma se noi come Cristiani abbiamo posto il nostro cuore sui ‘nuovi cieli e sulla nuova terra in cui deve abitare la giustizia’, non è forse ragionevole che noi conserviamo tale interesse bene nella mente e conduciamo la nostra vita conformemente? (2 Piet. 3:11-13) “Perciò cessate di essere irragionevoli, ma continuate a discernere qual è la volontà di Geova”. Non vi è alcun dubbio su ciò che possa essere la sua volontà al riguardo; egli l’ha espressa nella sua Parola. La ragionevole condotta cristiana è quella di modellare la nostra vita conforme ai requisiti necessari per ricevere la sua approvazione. — Rom. 12:2.
5 Riempiendo la nostra mente con la verità, siamo inevitabilmente spinti da un intenso desiderio di far conoscere a Geova Dio il nostro apprezzamento per le sue innumerevoli espressioni di amorevole benignità alle sue creature. Ci consideriamo felici di essere contati fra i suoi servitori e di dargli esclusiva devozione. Come disse il salmista molto tempo fa, così rispondiamo noi: “Oh rendete grazie a Geova; poiché egli è buono; poiché la sua amorevole benignità dura per sempre”. Se ci trattenessimo dal farlo, ci sentiremmo come Geremia, che disse che la Parola di Dio è come “un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; . . . ma non posso [contenerlo]”. (Sal. 136:1; Ger. 20:9, VR) Possiamo manifestare questo desiderio di servire dedicandoci a Dio, simboleggiando tale dedicazione mediante l’immersione in acqua e quindi vivendo in modo degno di essa mediante la costante osservanza della sua volontà.
LA DEDICAZIONE CRISTIANA
6 La dedicazione e il battesimo sono requisiti divini chiaramente esposti nella Bibbia. La dedicazione cristiana è l’atto con cui la persona si mette a parte mediante un patto solenne, senza riserve e senza condizioni, per fare la volontà di Geova Dio mediante Cristo Gesù, come tale volontà è esposta nella Bibbia, resa chiara dallo spirito santo di Dio. Per dimostrare la giustezza di tale atto la persona deve soltanto chiedersi: ‘È giusto che una persona serva Dio, dandogli esclusiva devozione, ed esprima questo desiderio a Dio con preghiera?’ La risposta è ovviamente Sì! Gesù rigettò il suggerimento del Diavolo di agire diversamente allorché disse: “È Geova, il tuo Dio, che devi adorare, ed è a lui solo che devi rendere sacro servizio”. (Luca 4:8) Poco prima di ciò egli si era rivolto al Padre in preghiera, come era stato molto tempo prima riportato nei Salmi: ‘Ecco! io son venuto per fare la tua volontà’. (Ebr. 10:7-9) Egli fece conoscere il suo desiderio di rendere sacro servizio esclusivamente a suo Padre, Geova Dio. Come simbolo di tale voto di dedicazione, egli fu battezzato nel fiume Giordano da Giovanni Battista. (Mar. 1:9) Egli stesso spiegò a Giovanni, allora alquanto esitante, che questo era necessario per adempiere i giusti requisiti di Dio, e Geova stesso contribuì a rendere testimonianza a tale fatto aprendo i cieli e dicendo che approvava suo Figlio e di conseguenza la condotta che aveva intrapreso. (Matt. 3:13-17) Gesù precisò che coloro che sarebbero divenuti suoi discepoli sarebbero stati similmente battezzati. — Matt. 28:19, 20.
7 Con tale chiaro e netto precedente riguardo a questa condotta cristiana, che cosa potrebbe indurre la persona a trattenersi dalla dedicazione e dal battesimo? La mancanza di maturo amore cristiano. Chi ama Dio ubbidisce ai suoi comandamenti. (1 Giov. 5:3) Naturalmente, vari fattori potrebbero influire su ciò. Per esempio, alcuni sono così preoccupati degli interessi commerciali o della ricerca delle comodità mondane che hanno poco tempo d’avanzo. In tal caso, ora è il tempo di mutare l’oggetto dei loro affetti avendo in vista la vita nel nuovo mondo. “Non amate né il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo, il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei beni della vita, non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo. Inoltre, il mondo passa e anche il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. (1 Giov. 2:15-17) La Bibbia si riferisce a queste cose concupite da molti come alla “potenza ingannatrice della ricchezza”, perché il possesso della ricchezza dà un falso senso di sicurezza. (Matt. 13:22) La vera sicurezza consiste nell’amare e servire Geova.
8 Vi sono alcuni che si trattengono disamorevolmente dal fare una dedicazione a Geova perché pensano che in questo modo eviterebbero un grave peso di responsabilità e non debbano renderne conto. Essi vogliono vivere nel nuovo mondo, ma sono troppo pigri per fare qualche cosa per meritarlo. “L’anima del pigro desidera, e non ha nulla, ma l’anima dei diligenti sarà soddisfatta appieno”. (Prov. 13:4) Essi non hanno evitato l’obbligo di rendere conto delle proprie azioni, perché la responsabilità venne quando fu data loro l’opportunità di udire la parola di Geova. (Ezech. 33:7-9, VR) Facendo una dedicazione dimostrano di comprendere la volontà di Geova e di essere ansiosi di farla. Sottomettendosi quindi al battesimo non si rendono ulteriormente obbligati ma soltanto dimostrano con l’ubbidienza che erano sinceri in ciò che dissero quando promisero a Dio l’ubbidienza incondizionata. Essi attestano dinanzi ai loro conservi cristiani, come hanno già attestato dinanzi a Dio, che sono sinceri quando dicono che vogliono servire Dio. È un atto di ubbidienza da parte loro e, piuttosto che aggravarli maggiormente di pesi, esso apporta le benedizioni di Geova, perché agiscono conformemente al voto di dedicazione che hanno già fatto nella loro preghiera a Dio.
9 Altri potrebbero avere un senso d’incapacità, l’idea che non sanno abbastanza per spiegare la Bibbia ad altri, che li induce a trattenersi con paura. Ma è soltanto la conoscenza ciò che manca loro? L’eunuco etiope, menzionato nell’ottavo capitolo di Atti, fu pronto a simboleggiare la sua dedicazione a Geova dopo una discussione con Filippo mentre viaggiavano su un carro. Un lebbroso che fu purificato da Gesù fu così pieno di gratitudine che non poteva trattenersi ma “cominciò a proclamarlo molto e a divulgare il fatto”. (Mar. 1:40-45) Egli non poteva certamente rispondere a tutte le domande di quelli ai quali parlava, ma sapeva che ciò fu la miglior cosa che avesse mai provato ed egli poteva dire ad altri dove potevano apprendere di più. Potevano non aver avuto tutte le risposte, ma avevano cuori traboccanti di gratitudine per le cose che avevano udite e provate. Non si trattennero con paura. “Non c’è paura nell’amore, ma l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura esercita una restrizione”. (1 Giov. 4:18) Non solo una testa piena di risposte, ma un cuore pieno di amore è ciò che spinge la persona ad ubbidire ai comandamenti di Dio. Se vogliamo ottener la vita nel nuovo mondo dobbiamo avere questa specie di amore”. ‘Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente’, e ‘il tuo prossimo come te stesso’. . . . ‘continua a far questo e otterrai la vita’”. — Luca 10:25-28.
COMPITE UN SERVIZIO EFFICACE
10 Ai Cristiani in questo tempo della fine sono date le istruzioni per il servizio in Matteo 24:14: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. Tutti coloro che amorevolmente ubbidiscono a Cristo considerano un privilegio partecipare a questo ministero. Ma prendendo parte in questa attività della predicazione del Regno essi ‘offrono a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome’. (Ebr. 13:15) Questi sacrifici non devono essere presentati in modo indifferente, ma in modo degno del Dio nel cui servizio sono offerti. Tuttavia, l’accettabilità del proprio servizio non è determinata da un paragone con quello dei nostri fratelli; è stabilita da un paragone con ciò che noi possiamo fare. Gesù dimostrò che una povera vedova che offrì al tempio soltanto due spiccioli di pochissimo valore aveva dato più del ricco, perché diede “tutta la sua sussistenza”. (Mar. 12:44) Quanto è vitale che anche noi ci mettiamo tutto quando presentiamo il nostro sacrificio di lode a Dio!
11 Cristo Gesù dimostrò che cos’altro rende il nostro servizio approvato nel cospetto di Dio. “Il Padre mio è glorificato in questo, che portiate molto frutto e vi dimostriate miei discepoli”. (Giov. 15:8) Piantare il seme soltanto non è lo stesso come portar frutto. Quel seme della verità dev’essere innaffiato e coltivato e deve crescere per divenire una pianta produttiva prima di poter portar frutto. Se nello svolgersi del nostro ministero il seme della verità mette radici ed è curato finché anch’esso cresca per divenire una pianta che produce frutto, il nostro ministero glorifica Geova perché produce altri lodatori. Ciascuna congregazione e ogni persona che partecipa al servizio di Geova farebbero bene a soffermarsi e a chiedersi: ‘Sono io in grado di additare il frutto di ministri dedicati che portano lode come evidenza di un mio ministero che rende lode a Geova?’ Paolo poteva farlo, ed egli disse: “È manifesto che voi siete una lettera di Cristo scritta da noi come ministri, incisa non con inchiostro ma con lo spirito dell’Iddio vivente, non su tavolette di pietra, ma su tavolette carnali, su cuori”. (2 Cor. 3:3) Se non abbiamo tale lettera di raccomandazione, invece di continuare a compiere un ministero che è infruttuoso in questo rispetto, faremo bene ad esaminare noi stessi e il nostro servizio per vedere in che cosa si può fare un miglioramento.
12 Gesù precisò che il secondo dei due grandi comandamenti è di amare il nostro prossimo come noi stessi. Non solo egli lo predicò; lo dimostrò. Ebbe compassione per le folle alle quali predicò, poiché, come egli disse, “erano spellate e battute come pecore senza pastore”. (Matt. 9:36) Il suo cuore fu toccato per loro, e questo amore attirò quelli che avevano una giusta disposizione. Anche i suoi discepoli provano ciò. Sono riconosciuti come suoi discepoli perché manifestano la durevole qualità dell’amore. (Giov. 13:35) Devotamente interessati nelle pecore del Signore essi ritornano alle case ripetutamente, esortando gli abitanti ad essere “riconciliati con Dio”. (2 Cor. 5:20) È vero che possono essere stati freddamente respinti o forse la porta è stata loro sbattuta in faccia l’ultima volta che andarono a visitare la casa, ma ‘l’amore è longanime. Non cerca i propri interessi, non viene provocato. Non tiene conto dell’offesa’. (1 Cor. 13:4, 5) E dato che è l’amore che li spinge a recarsi alle case, quando fanno ripetute visite essi sono sempre così ansiosi di aiutare le persone ad ottener la vita nel nuovo mondo come lo furono nella loro prima visita. Questa è la qualità che li induce a non evitare il territorio o le case dove potevano non essere stati accolti bene nel passato, o a favorire certe specie di territorio più degli altri. Li rende ottimisti quando il messaggio che recano è ripetutamente rigettato. Avendo fatto il loro meglio per prepararlo e presentarlo, essi sanno che le pecore conoscono la voce del Padrone e rispondono, e si rallegrano nel vedere dinanzi a loro la chiara evidenza dell’opera di separazione che viene oggi compiuta sotto la direttiva del Re Cristo Gesù mediante la predicazione che svolgono i suoi unti fratelli e i loro compagni, le altre pecore. (Matt. 25:31-33) Quando una persona accetta la verità, come sono lieti di aver associata con loro un’altra pecora del Signore! E quando hanno fatto la loro parte nella preparazione e, se è possibile, nella presentazione del messaggio, invece di essere scoraggiati la loro fede è resa più salda quando vedono, in adempimento della profezia, gli schernitori che rigettano la buona notizia. — 2 Piet. 3:3, 4.
IL TERRITORIO RIVISITATO RIPETUTAMENTE
13 Per quasi quarant’anni da quando il Signore Geova col suo Messaggero del patto venne al tempio spirituale per il giudizio, i fedeli testimoni di Geova hanno percorso tutte le nazioni, in adempimento della visione dell’uomo vestito di lino e munito del corno da scrivano alla cintura. (Ezech. 9:1-11, VR) In alcune città e paesi essi sono tornati a visitare le persone nelle loro case ripetutamente, perfino dopo alcune settimane. Le persone di casa potrebbero dir loro che hanno udito il messaggio, e il clero religioso potrebbe deplorare che abbiano riempito il paese della loro dottrina riguardo a Geova Dio e al suo regno. In molti luoghi i testimoni di Geova incontrano una generale indifferenza o anche un’aperta opposizione. A causa di questi fatti, dovrebbero essi ora pensare che l’opera sia terminata?
14 Di fronte a questa situazione, è consigliabile considerare le circostanze dei nostri fratelli nella congregazione del primo secolo a Gerusalemme. L’opera di predicazione era stata sentita quivi così intensamente che i fratelli furono trascinati dinanzi alla Corte Suprema per la seconda volta con questo vigoroso rimprovero: “Vi abbiamo positivamente ingiunto di non continuare a insegnare in base a questo nome, eppure, ecco! voi avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento, e siete determinati a recare il sangue di quest’uomo sopra di noi”. Alcuni non apprezzarono le ripetute visite alle loro case; ma furono gli apostoli forse liberi di ritirarsi da questo servizio? No, non se volevano essere veri Cristiani, ministri di Dio. La loro semplice risposta alla corte fu: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governatore piuttosto che agli uomini”. — Atti 5:28, 29.
15 Considerate le circostanze che esistevano in questa congregazione. Il giorno della Pentecoste quando con lo spargimento dello spirito santo fu avviata a Gerusalemme la grande campagna di predicazione, vi fu un gruppo di 120 persone che ricevette da Dio lo spirito santo e che in seguito si mise all’opera. Gerusalemme fu naturalmente la loro assegnazione. Quanto grande era? Sembra che a quel tempo Gerusalemme fosse lunga circa 1200 metri dal nord al sud e larga circa 780 metri dall’est all’ovest. Si estendeva su una superficie di un po’ più di un chilometro quadro, compresa la spaziosa area del tempio. Certamente, con i vicoli stretti e le case di vari piani racchiuse l’una vicino all’altra, la popolazione sarebbe stata numerosa. Ma cercate di immaginare la situazione. In questo territorio che potrebbe essere paragonato a circa settantadue isolati di edifici, vi fu un po’ più di mezzo isolato per ciascun ministro. È forse il vostro territorio per la testimonianza così pieno di ministri del Regno?
16 L’opera non si fermò. Infatti in quel memorabile giorno della Pentecoste “furono aggiunte circa tremila anime” al loro numero. Con questa grande affluenza di credenti, ansiosi di annunciare la verità, una vasta testimonianza venne data nella loro assegnazione. “Nello stesso tempo Geova continuava ad aggiungere a loro giornalmente quelli che eran salvati”. E la congregazione si sviluppò finché “il numero degli uomini divenne circa cinquemila”. Ma l’opera non si fermò ancora, poiché “la parola di Dio continuava a crescere, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente a Gerusalemme, e una gran folla di sacerdoti presero a ubbidire alla fede”. (Atti 2:41, 47; 4:4; 6:7) Perché questa vasta espansione? Semplicemente perché ‘ubbidirono a Dio come governatore piuttosto che agli uomini’. I loro avversari li scongiurarono di fermarsi. Da un modo di vedere umano avrebbe potuto sembrare che il territorio fosse percorso troppo. Ma l’opera veniva compiuta sotto la direttiva dello spirito di Dio. Essi seguirono la sua direttiva, piantando e innaffiando diligentemente, e Dio continuò a farla crescere.
17 Ma non si dovrebbe considerare la convenienza del pubblico? Sì, e ciò avviene quando i testimoni di Geova prendono più interesse nei loro vicini che nella loro convenienza personale e ritornano malgrado i rimproveri che potrebbero ricevere, malgrado l’indifferenza che potrebbero incontrare, malgrado il maltempo oppure un bando contro la loro opera e una minaccia di prigionia o anche di morte se continuano. Essi sanno che solo quelli che ricevono volontariamente il segno sulla sede della loro intelligenza, poiché hanno udito il messaggio, l’hanno accettato e hanno agito conformemente e con fede, sopravvivranno alla prossima battaglia di Armaghedon. Ed è perché amano i loro simili che li esortano ad essere “riconciliati con Dio”. Il comando di Dio rivolto oggi ai suoi servitori, come ad Ezechiele dell’antichità, è: “Tu riferirai loro le mie parole, sia che t’ascoltino o non t’ascoltino”. (Ezech. 2:7, VR) Quelli che risponderanno al messaggio e riceveranno il segno dalla classe dell’“uomo vestito di lino” sono descritti come “una gran folla, che nessun uomo poteva contare”. (Apoc. 7:9) Ben consapevoli di questo fatto, i testimoni di Geova non si assumono la responsabilità di dire che l’opera è compiuta nel loro territorio, che non vi sono più pecore. Sono lieti di continuare il loro ministero finché Geova dice che è sufficiente allorché renderà ‘le città devastate e senza abitanti’. — Isa. 6:11, VR.
18 I testimoni di Geova si rendono ben conto del fatto che non sono loro ma Dio che fa crescere la sua organizzazione. (1 Cor. 3:6) Pertanto quando considerano come migliorare il loro ministero non si propongono d’intromettere le idee e i progetti degli uomini per radunare insieme le persone ed edificare una grande organizzazione. L’organizzazione appartiene a Dio, e solo coloro che egli attira in essa perché sono persone simili a pecore che amano lui, suo Figlio e il suo regno e che hanno ascoltato la sua Parola con fede, hanno un posto in essa. Poiché Geova compie la sua opera per mezzo del suo spirito, il suo popolo è ansioso di vedere l’evidenza dell’azione di questo spirito nel loro ministero portando frutto. Se questo manca, essi studiano di nuovo i metodi e i mezzi adoperati da Cristo Gesù e si sforzano di imitarlo più attentamente. Rispondendo in tal modo alla guida della Bibbia, che fu composta mediante l’ispirazione dello spirito santo, essi permettono allo spirito di Dio di agire più liberamente nella loro vita, portando frutti nel loro ministero all’onore di Dio.
19 Quelli che sono maturi nella crescita cristiana riconoscono, mediante le Scritture e l’evidente manifestazione del favore di Geova sul suo schiavo fedele e discreto, che Geova tratta col suo popolo come un’organizzazione e che il suo spirito agisce in unione con tale organizzazione. (Matt. 24:45-47) Di conseguenza, quando considerano i fattori che influiscono sulla crescita nella loro congregazione, sanno che una principale considerazione è la loro risposta alle istruzioni regolarmente provvedute nelle colonne de La Torre di Guardia, del Ministero del Regno e di altre pubblicazioni teocratiche e mediante le assemblee. Poiché tale spirito di Dio agisce in unione con l’organizzazione, come i sorveglianti locali, gli assistenti di ministero e i ministri individuali rispondono ai consigli provveduti loro dall’organizzazione teocratica, così anche si renderà possibile in modo corrispondente il libero afflusso dello spirito santo di Dio. Coloro che ritengono di non vedere i risultati che vorrebbero vedere nell’espansione della vera adorazione nella loro assegnazione farebbero bene a considerare questi fattori, a scacciare qualsiasi attitudine negativa o disfattista e a mettere all’opera con ottimismo tutti i provvedimenti suggeriti dall’organizzazione teocratica. Se piantiamo e innaffiamo con diligenza, seguendo la guida che Geova ci provvede mediante la sua Parola e il suo canale di comunicazione, egli benedirà i nostri sforzi con la crescita finché tutte le sue pecore siano felicemente raccolte nella sua società del Nuovo Mondo.
20 Ora in questo tempo critico in cui il vecchio mondo sotto Satana si avvicina al tempo della sua completa distruzione per mano del Giustiziere di Geova, il Figlio Cristo Gesù, è vitale che viviamo in modo degno del nome che portiamo come cristiani testimoni di Geova affinché siamo trovati favorevoli a Geova e a suo Figlio. Come ministri cristiani di Dio abbiamo uno scopo nella vita, ed è quello di dare esclusiva devozione al nostro Dio Geova. Non dobbiamo mai perderlo di vista, ma dobbiamo sempre modellare la nostra vita conformemente ad esso. Avendo cominciato ad incamminarci nella giustizia, non dobbiamo mai tornare indietro.
21 Se avete fatto una dedicazione per servire Dio, lasciate che essa diriga le vostre decisioni. Invece di assumere altre responsabilità che comprometteranno il vostro ministero, siate sempre desti per valervi delle opportunità di accrescere la vostra conoscenza della verità e di accettare ulteriori privilegi di servizio. Potrebbe darsi che possiate disporre i vostri affari per dedicare più tempo nel ministero come proclamatore di congregazione; possibilmente, anche trasferendovi insieme con la famiglia in territorio in cui vi è maggior bisogno di aiuto. In tal caso, vorrete farlo. Forse potrete organizzare la vostra vita per afferrare il glorioso tesoro del ministero continuo come pioniere, frequentando la Scuola di Galaad e poi intraprendendo il servizio missionario oppure servendo come membro della famiglia Bethel. Avendo fatto un passo avanti, siate determinati di custodire i vostri privilegi di servizio. È facile abbandonare il posto e permettere a qualcun altro di prenderlo, ma il modello stabilito per noi nella Bibbia è quello dei fedeli servitori che perseverarono nella loro opera. Non vi è nulla che indichi che Gesù abbia lasciato un’assegnazione di servizio incompleta, benché per la sua fedeltà egli sia stato premiato di ulteriori e più grandi privilegi di ministero. Abrahamo accettò un’assegnazione di servizio all’estero da Geova quando aveva settantacinque anni, ed egli rimase fedele all’incarico per cento anni, fino alla sua morte. Sia la determinazione di ognuno associato alla società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova quella di imitare questi modelli di fedele perseveranza. Avendo intrapreso tale condotta, corriamo con costanza la corsa che ci è posta davanti, seguendo la via percorsa da Cristo Gesù, colui che Dio approva. — Ebr. 12:1, 2.
Dov’è colui che pose in mezzo ad esso il suo santo spirito? che alla destra di Mosè lo condusse col suo braccio maestoso . . . per fare a sé un nome eterno? . . . A questo modo hai condotto il tuo popolo; per farti un nome glorioso. — Isa. 63:11-14, Ri.
[Domande per lo studio]
1. Che cosa indica che un Cristiano deve essere progressivo nella sua adorazione?
2. Che cosa deve essere evitato da quelli che accettano la luce della verità?
3. Perché è vitale per una persona associarsi alla società del Nuovo Mondo?
4. Quale attitudine si dovrebbe avere verso la partecipazione alle adunanze?
5. Qual è il naturale desiderio di colui che impara la verità?
6. Che cosa mostra che la dedicazione e il battesimo sono necessari per chi vive in modo degno del nome di Cristiano?
7. Perché alcuni si trattengono dalla dedicazione e dal battesimo?
8. Perché chi ama Geova non vorrà evitare di fare una dedicazione e di simbolizzarla col battesimo in acqua?
9. Che cosa manca realmente quando alcuni si trattengono dalla dedicazione temendo di non sapere abbastanza, e quali scritture mostrano che è così?
10. Come deve essere compiuto il ministero di campo perché sia accettevole a Geova?
11. Qual è una buona prova di un ministero fruttuoso, e perché è così importante?
12. Quale qualità dimostrata da Gesù e imitata dai Cristiani li fortifica per continuare a predicare nonostante l’opposizione?
13, 14. (a) Quale situazione è sorta in molti luoghi a motivo della diligenza dei predicatori nel ministero? (b) Quali simili circostanze esistettero nella congregazione del primo secolo a Gerusalemme?
15, 16. (a) Quanto intensamente percorrevano il loro territorio? (b) Quali furono i risultati, e perché?
17. (a) Come hanno i testimoni di Geova mostrato grande considerazione per i loro vicini facendo tali ripetute visite? (b) Dovrebbero ora rallentare nei territori che sono stati percorsi molte volte?
18. Che cosa è necessario perché vi sia incremento nella congregazione cristiana, e pertanto qual è la giusta condotta da seguire?
19. Che cosa assicurerà i massimi risultati nel nostro ministero, e perché?
20, 21. (a) Come possiamo organizzarci per accrescere il nostro servizio? (b) Quale considerazione si dovrebbe avere dei privilegi di servizio affidati alla nostra cura?