Predestinazione o scelta personale — quale?
“Iddio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme ed opera giustizia gli è accettevole.” — Atti 10:34, 35, NW.
1. Come giustizia ed amore operano, e come non operano, insieme?
GEOVA è un Dio di giustizia e amore. Ma manifestando la sua qualità di amore non trascura le esigenze della giustizia. Entrambi operano assieme in perfetto equilibrio, senza essere l’uno soffocato dall’altra. A causa del peccato ereditato da Adamo tutti gli uomini sono giustamente condannati a morire, ma mediante il sacrificio di Cristo a tutti gli uomini è offerta l’opportunità di vivere. “Il salario che il peccato paga è la morte, ma il dono che dà Dio è la vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”. (Rom. 6:23, NW) L’opportunità di ricevere l’amorevole dono della vita non è limitata a pochi eletti, lasciando che la giustificabile condanna della morte sia in maniera inalterabile imposta ai molti che rimangono. Iddio non designa alcuni per la vita senza tener conto della loro condotta personale soltanto per manifestare il suo amore, né condanna arbitrariamente altri alla distruzione solo per esaltare la sua giustizia. Far questo significherebbe mostrare parzialità. E Geova “non è mai parziale”, non mostra “riguardo a qualità di persone”. (Deut. 10:17, AT; 2 Cron. 19:7) Il suo amore e la sua giustizia sono diretti con saggezza, e “la sapienza dall’alto” non ‘fa parziali distinzioni’. È chiaro che “presso Dio non vi è parzialità”. — Rom. 2:11; Giac. 3:17, NW.
2. Come l’astrologia ha stretta relazione con la predestinazione?
2 Ma molti religionisti dicono che Dio fa parzialità, quando predicano la predestinazione, quando dichiarano che il destino dell’individuo sia divinamente stabilito prima della nascita. Invece d’esser basata sulla Bibbia, la dottrina fu generata dal paganesimo e nutrita dalla tradizione. La predestinazione è mostrata in un certo senso in Deuteronomio 4:19, quando Geova avverte il popolo del suo patto: “Alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non sia tratto a prostrarti davanti a quelle cose e ad offrir loro un culto”. Le antiche religioni pagane avevano la comune pratica di fare dèi che raffiguravano i corpi celesti e di adorarli, affermando che il destino degli uomini fosse guidato da questi dèi o corpi celesti. Questo è mostrato in modo sorprendente dalle parole che Geova rivolse agli astrologi babilonesi: “Ti sei persa dietro i troppi consiglieri: si presentino e ti salvino gli àuguri del cielo che osservavano gli astri e computavano i mesi, per predirti da ciò il futuro”. (Isa. 47:13, Ti) Essi divisero o ripartirono i cieli in dodici parti, una per ciascun mese, e secondo il mese o la posizione delle stelle al tempo della nascita veniva determinato il corso della vita di un uomo. Credevano che i loro dèi stelle predestinassero più o meno la loro vita. Le religioni pagane sia dei Greci che dei Romani facevano dèi che raffiguravano i corpi celesti, e gli attuali nomi dei pianeti son quelli della mitologia romana.
3. A che cosa credevano i Farisei, e quale spinoso problema causò loro questo?
3 Prima della loro cattività babilonese gli Ebrei caddero spesso vittime di tali idolatrie. (2 Re 17:16; Ger. 44:17; Ezech. 8:16) Dopo il loro ritorno a Gerusalemme evitarono le più ovvie idolatrie, cadendo invece in lacci più sottili. Cominciarono a edificare una gran quantità di tradizione, e fra di loro sorsero sette religiose. Una di queste furono i Farisei. Essi non credevano alla predestinazione mediante gli dèi stelle dei pagani, ma credevano che Geova determinasse così la vita umana. Con la loro tradizione attribuirono a Geova una dottrina pagana, e resero vana la sua parola che “tempo e caso capitano a tutti loro”, anziché avvenimenti che siano predestinati. (Eccl. 9:11, AT) Il noto storico ebreo Giuseppe Flavio ci dice: “I Farisei . . . attribuiscono tutto al destino o provvidenza], e a Dio, eppure ritengono che operare ciò che è giusto, o il contrario, è principalmente in potere degli uomini, benché il destino non cooperi in ogni azione”. “Quando essi determinano che tutte le cose son fatte per mezzo del destino, non tolgono la libertà agli uomini perché agiscano come credono bene; dato che la loro nozione ritiene che è piaciuto a Dio di fare un temperamento, per cui ciò che vuole è fatto, ma in modo che la volontà dell’uomo possa agire virtuosamente o in maniera violenta”. (Wars of the Jews, Libro II, Capitolo VIII, § 14; Antiquities of the Jews, Libro XVIII, Capitolo I, § 3) Credere alla predestinazione e nello stesso tempo avere l’opinione che l’uomo abbia il libero arbitrio è sempre stato uno spinoso problema per i devoti della dottrina, antica e moderna. Nessuno può logicamente mettere in armonia i due fattori. Molti oggi adottano la supposta soluzione dei Farisei, per mancanza di qualche cosa di ragionevole. Dire che una creatura possieda un’effettiva libera volontà che sarebbe deliberatamente creata con un temperamento che andrebbe nella via predestinata da Dio è come dire che una macchina abbia una libera volontà, ma si muove solo nella direzione per la quale fu fatta dal costruttore.
4. Quale atteggiamento cattolico si creò circa la predestinazione?
4 Seguendo le orme dei Farisei, l’eminente santo cattolico romano, Agostino, “sostenne che la grazia è un’opera interna di Dio su quelli che egli designa per la salvezza, impartendo non solo il potere, ma anche la volontà di fare il bene. Il fatto che alcuni son salvati ed altri perduti egli lo attribuì alla volontà di Dio. Da cui venne la sua dottrina di incondizionata predestinazione, di particolare redenzione, e di speciale ed irresistibile grazia. La riprovazione, egli affermò, sarebbe basata su colpa preveduta, ma evidentemente senza rendersi conto dell’inconsistenza, negò l’applicabilità dello stesso principio all’elezione. Nel 529 la teoria di Agostino fu stabilita come dottrina della Chiesa del Concilio di Arausio (Orange), ma la reazione contro la natura strettamente logica eppure essenzialmente immorale del suo dogma è stata mostrata di continuo”. Passarono altri quattrocento anni prima che si potesse trovare un uomo abbastanza ardito per completare la teoria di Agostino mediante la dichiarazione che, come Dio ha sovranamente e in maniera immutabile eletto chi gli è piaciuto alla vita, senza nessuna prescienza di fede ed ubbidienza, così si è compiaciuto di predestinare in modo libero e immutabile chi gli è piaciuto alla miseria eterna, senza nessun riferimento a preconosciuto peccato o colpa da parte loro. Questo predecessore di Calvino era un monaco sassone chiamato Gottschalk (Godeschalcus). La sua nuova opinione portò su di lui non soltanto la censura ecclesiastica, ma anche la persecuzione”. I concili della chiesa dell’848 e dell’849 lo condannarono, ed egli fu frustato e imprigionato in un monastero fino alla sua morte circa vent’anni dopo. — Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume VIII, pagina 499.
5. (a) Da quale altra fonte la dottrina vien sostenuta? (b) Come l’astrologia le è ulteriormente legata?
5 Durante questo medesimo generale periodo di tempo un’altra religione insegnava il fatalismo e la predestinazione, e aveva scritture per sostenerli: “Nessuno può morire a meno che non abbia il permesso di Dio, secondo il Libro che fissa il termine della vita”. “Alcuni di loro ivi eran coloro che Dio aveva guidati, e vi erano altri destinati ad errare . . . Dio non guiderà colui che Egli condurrebbe fuori del cammino”. “Nessuna cattiva sorte capita sia sulla terra che sulle persone vostre, ma prima che ‘noi’ le abbiamo create, era nel Libro; — poiché per Dio questo è facile”. “Questo è davvero un avvertimento: E chi lo vuole, prende la via del suo Signore: ma volendolo voi non la prenderete, a meno che non lo voglia Dio, poiché Dio conosce, è saggio. Egli fa entrare chi vuole nella sua misericordia”. (Sura 3:139; 16:38, 39; 57:22; 76:29-31, Rodwell) Naturalmente, queste non sono scritture ispirate della Parola di Dio, la Bibbia, ma sono del libro sacro dei maomettani, il Corano. La Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume I, pagina 499, mette in relazione predestinazione e astronomia e mostra l’interesse dell’Islamismo in entrambe, dicendo: “Con quest’ultima [astrologia giudiziaria], si pretendeva di poter predire gli avvenimenti che dipendevano dalla volontà umana, come azioni particolari, pace, guerra, ecc. L’astrologia va ben d’accordo con le dottrine della predestinazione dei Maomettani, e fu conformemente praticata con grande ardore dagli Arabi dal settimo al tredicesimo secolo. Alcuni dei primi padri cristiani parlarono contro le dottrine dell’astrologia; altri le ricevettero in forma modificata. Nella sua pubblica funzione la Chiesa Romana condannò parecchie volte la teoria, ma molti zelanti ecclesiastici la praticarono. Il Cardinale D’Ailly, ‘l’aquila dei dottori di Francia’ (morto nel 1420), si dice che calcolasse l’oroscopo di Gesù Cristo e sostenesse che il Diluvio avrebbe potuto esser predetto dall’astrologia”.
6. In quale misura si sentì l’influenza di Calvino. e come si diffuse la dottrina?
6 Nel mezzo del fermento della Riforma il soggetto della predestinazione fu rianimato, e durante il decennio che iniziò nel 1530 e nei due decenni che seguirono Giovanni Calvino dominò la scena come campione dell’incondizionata predestinazione non solo di quelli che si sarebbero salvati ma anche di quelli che si sarebbero perduti. Di nuovo la Chiesa Romana condannò queste teorie, come aveva fatto sette secoli prima quando il monaco sassone Gottschalk le aveva sostenute. Comunque, un secolo dopo, dal sinodo conosciuto come l’Assemblea della Divinità di Westminster, venne fuori la notevole Confessione Calvinistica della Fede, che fu adottata nel 1646 dal Parlamento Britannico, perché divenisse il credo della Chiesa Inglese e la base dottrinale di quasi tutte le attuali chiese presbiteriane. Per mezzo dei Puritani l’insegnamento della predestinazione si sparse in tutta New England, e dai Riformati Olandesi e altri corpi presbiteriani fu portata nella maggior parte degli stati centrali e occidentali d’America. Oggi i più strenui difensori della dottrina sono i presbiteriani, benché molti dei moderni corpi ecclesiastici di questa particolare fede abbiano modificato le loro vedute e addolcito l’aspra dottrina.
7. Che cosa rivela la veduta cattolica sulla predestinazione ora?
7 Quello che è stato detto sopra ha mostrato come la dottrina sia estesa ed abbia avuto e continui ad avere credenti, che fu seguita o lo è ancora in vario grado dagli antichi astrologi, dai religionisti pagani, dai Farisei, dai maomettani, dai presbiteriani e dai cattolici romani. Questi ultimi che sono stati nominati potrebbero suscitare sorpresa in molti e alcuni potrebbero negarlo; perciò facciamo la seguente citazione dall’edizione dell’opuscolo Why del luglio 1951, pubblicata dal “padre” Richard Felix, O.S.B., e con l’approvazione ecclesiastica dei padri benedettini, Benet Lake, di Wisconsin, negli Stati Uniti d’America: “Iddio predestina delle anime per il Cielo. Egli non predestina nessuna anima per l’Inferno. Il Concilio di Trento condannò ufficialmente l’eresia di Calvino che sostenne che mediante un assoluto decreto di Dio parte del genere umano fosse predestinato all’Inferno. La predestinazione degli eletti al Cielo è un positivo atto di Dio; la riprovazione degli empi non lo è”. Questo riconferma gli insegnamenti della predestinazione di Agostino circa quelli che sarebbero salvati, e lascia automaticamente tutti gli altri disperatamente perduti, siano o no in modo specifico predestinati alla distruzione. Recentemente le vedute sulla predestinazione del Cattolicismo apparvero nella stampa pubblica, quando comunicò che si era tenuto il funerale di una ragazza decenne caduta da una scala anti incendio. In tale occasione un sacerdote cattolico in una chiesa di Brooklyn fu riportato che disse: “Iddio ha voluto un altro angelo ed Egli ha preso Dorothy. Dorothy era stata scelta da Dio perché rimanesse coi suoi genitori solo per questo periodo di tempo. Quindi l’ha chiamata affinché Lo serva in questo tempo natalizio”. — Daily News di New York del 19 dicembre 1952.
PREDESTINATI COME UNA CLASSE
8. Qual è l’insegnamento presbiteriano?
8 Tuttavia, le chiese presbiteriane sono le più notevoli maestre della dottrina della predestinazione, e noi rivolgiamo quindi la nostra attenzione al loro atteggiamento. Secondo le loro stesse parole, esse insegnano: “Quelli del genere umano che son predestinati alla vita, Iddio, prima che fosse posta la fondazione del mondo, secondo il suo eterno e immutabile proposito, e il segreto consiglio e il compiacimento della sua volontà, li scelse in Cristo, per la gloria eterna, dai suoi puri, gratuiti grazia e amore, senza alcuna prescienza di fede o di opere buone, o di perseveranza in ciascuno di loro, o di qualsiasi altra cosa nelle creature, come condizioni, o cause che ve lo spingano; e tutto alla lode della sua gloriosa grazia. Il resto del genere umano, Dio si compiacque, secondo l’imperscrutabile consiglio della sua volontà, per cui estende o ritiene la misericordia a suo piacere, per la gloria della sua sovrana potenza sopra le sue creature, di escluderli, assegnandoli al disonore e all’ira per il loro peccato, alla lode della sua gloriosa giustizia”a.
9. Possono essi far risalire la dottrina a Paolo. e come lo tentano?
9 I presbiteriani pretendono che possano far risalire la dottrina a Paolo. Essi potrebbero farla risalire al Paolo dei Farisei, ma non al Paolo apostolo. Quando era un Fariseo, noto come Saulo di Tarso e violento persecutore di Cristiani, Paolo avrebbe potuto credere alla predestinazione. Ma quando abbandonò quella setta egli non cercò di salvare qualche cosa dei suoi insegnamenti tradizionali, riguardo ai quali Gesù disse a quei religionisti: “Avete reso la parola di Dio senza valore a causa della vostra tradizione”. (Matt. 15:6, NW) Paolo non contaminò l’insegnamento cristiano con la dottrina farisaica della predestinazione degli individui. Ciò nonostante, quelli che oggi credono alla predestinazione cercheranno di sostenere la loro pretesa che Paolo insegnasse la predestinazione citando le sue parole in Romani 8:29, 30: “Quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati”.
10. Perché Romani 8:29, 30 predestina una classe invece di singole persone?
10 Si può forse da ciò correttamente sostenere che certe persone furon predestinate ad essere chiamate, giustificate e glorificate come creature spirituali perché regnassero con Cristo in cielo per mille anni? Notate in questo testo che quelli che sono chiamati e giustificati son prima predestinati, e poiché la predestinazione divina non potrebbe venir meno, nessuna persona una volta chiamata e giustificata potrebbe infine venir meno alla glorificazione con Cristo. Questa è l’opinione che si deve avere se questo testo viene applicato agli individui. Ma, altre scritture, che saranno considerate in seguito, mostrano che le Persone una volta chiamate e giustificate o dichiarate giuste possono cadere ed esser distrutte. Perciò quello che è infallibilmente predestinato in Romani 8:29, 30 dev’essere una classe, e non gli individui che compongono la classe. Geova ha predestinato o prestabilito le esigenze che questa classe deve raggiungere, la sua norma di condotta, la sua opera per il tempo in cui è sulla terra, il suo servizio con Cristo in cielo, il suo posto nella divina disposizione di cose, e anche il numero di persone che la comporranno. — Apoc. 14:1-4.
11. Con l’uso di pronomi personali si dà forse al testo il significato di individui invece di una classe?
11 Alcuni potrebbero dire che se una classe è ciò che si indica avrebbe dovuto essere usato il pronome “essa” invece del pronome personale “li” nel testo. Ma non era necessario. Noi adoperiamo spesso pronomi personali come questo per riferirci a una classe, anziché a persone che formano il gruppo. Per esempio, due scuole s’incontrano in una gara atletica, e una signorina della scuola vincitrice dice: “Noi li abbiamo vinti”. Il “noi” si riferisce alla scuola vincitrice come a un gruppo, e non a tutti gli studenti singolarmente, poiché come singole persone essi non vinsero l’altra scuola. Certo la signorina non li vinse. Essa non giuocò nemmeno. Solo quelle della squadra li vinsero. Né il “li” si riferisce a tutti gli studenti della scuola vinta perché non tutti giuocarono personalmente o vennero vinti nel campo atletico. Il “li” si riferisce alla scuola vinta come a un gruppo, non come a singole persone. Similmente, il “li” di Romani 8:30 si riferisce a una classe, non ad individui. Solo così il testo può esser messo in armonia con altre scritture.
12. Come Matteo 22:14 esclude la predestinazione?
12 Se Geova Dio predestinasse le persone alla salvezza in anticipo, chiamerebbe o inviterebbe egli a tale salvezza quelli che non vi sono predestinati, quelli che non potrebbero ottenerla? Non sarebbe un tale invito estremamente ipocrita, una derisione spietata e un crudele motteggio verso quelli che egli avrebbe preordinati a fallire? Sarebbe una tortura sadica di deboli e impotenti creature per mano di un Creatore onnipossente. Questo negherebbe i divini attributi di giustizia e amore. Geova Dio non ha la colpa di tale odiosa, ingiusta, ipocrita condotta. Diffondendo il suo santo spirito o forza attiva sulle persone egli le chiama o invita a divenire membri della classe celeste, e questo senza predestinare in anticipo il loro successo o la loro caduta nello sforzo di riuscire. Alcune delle persone chiamate divengono infedeli e si allontanano. Altre son chiamate perché prendano il loro posto. Ne son chiamati abbastanza in modo che infine viene eletto il numero delle persone predestinate, malgrado i molti che cadono dopo essere stati chiamati. Fu a causa di questa circostanza che Gesù disse: “Molti son chiamati, ma pochi eletti”. Se la predestinazione fosse vera, il numero dei chiamati sarebbe uguale al numero finale degli eletti. — Matt. 22:14.
13. Quali domande sono suscitate da Efesini 1:4, 5, e come rispondono i presbiteriani, alquanto confusamente?
13 I credenti di questa dottrina richiamano l’attenzione su Efesini 1:4, 5: “Siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a lui nell’amore, avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo”. Ma ancora si fa riferimento a una classe, e l’uso del pronome personale “ci” non influisce su questo fatto, come è stato rilevato sopra. Ad ogni modo, questo passo dice che tale classe fu predestinata o preordinata “prima della fondazione del mondo”. Non indicherebbe questo che Geova sapeva prima di creare Adamo ed Eva che essi sarebbero caduti nel peccato, e avrebbero generato una progenie imperfetta e peccatrice, rendendo quindi necessari il Redentore Cristo e la preordinata classe del Regno onde regnasse con lui per mille anni restaurando il caduto genere umano nella perfezione? I presbiteriani rispondono di sì, dicendo: “L’onnipotente forza, l’imperscrutabile sapienza, e l’infinita bontà di Dio si manifestano nella sua provvidenza, in modo che si estende anche alla prima caduta, e a tutti gli altri peccati di angeli e uomini, e questo non mediante un semplice permesso, ma in maniera da avere una sapientissima e potentissima limitazione, e altrimenti ordinandoli e governandoli, in una molteplice dispensazione, per i suoi santi fini”.b E, “Dio da tutta l’eternità col più saggio e santo consiglio della sua volontà, liberamente ed immutabilmente ordinò tutto ciò che si adempie”.c Tuttavia essi sostengono che, sebbene Dio ordini e governi immutabilmente ogni cosa che si adempie, la creatura umana abbia completa libertà e illimitato volere, e Dio non potrebbe essere ritenuto colpevole di ciò che irresistibilmente ordina. Questo è molto confuso.
14. Come è identificato il “mondo” di Efesini 1:4, 5 in modo scritturale?
14 In realtà, non c’è la minima evidenza che Geova preordinasse la caduta di Adamo ed Eva. Perché avrebbe quindi preordinato “prima della fondazione del mondo” la provvisione di Cristo e la classe del Regno per sollevare il genere umano dagli effetti della caduta di Adamo? Perché il mondo che cominciò con la creazione di Adamo ed Eva non è quello prima della cui fondazione fu predestinata questa classe. Pietro parla di tre mondi: il “mondo di quel tempo” che sorse quando Adamo peccò e fu poi distrutto dal diluvio noetico, l’attuale mondo malvagio che ebbe inizio dopo il diluvio e finirà nell’ardente distruzione di Harmaghedon, e il promesso nuovo mondo in cui abiterà la giustizia. La fondazione del nuovo mondo fu posta al tempo della morte di Gesù, poiché è la sua morte di sacrificio che fornisce la base per la salvezza delle creature umane dal peccato e dalla morte, permettendo ad alcuni di regnare con lui come parte dei nuovi cieli e ad altri di vivere per sempre su questo globo come ubbidiente nuova terra. Quindi Gesù è menzionato come “l’Agnello che è stato scannato dalla fondazione del mondo”. — Ebr. 9:25, 26; 2 Piet. 3:5-7, 13; Apoc. 13:8, NW.
15. Perché la preordinazione della classe prima della fondazione del mondo non significa che Dio preconoscesse la caduta di Adamo?
15 Fu Gesù scannato, messo al palo di tortura, prima della creazione di Adamo? No di certo, ma più di quattromila anni dopo, nel 33 d.C.! Ma prima che la fondazione di questo giusto nuovo mondo fosse posta con la morte, risurrezione ed ascensione di Cristo mediante il merito del suo sangue sparso da presentare dinanzi a Geova, Cristo e la classe del Regno erano stati predestinati. Questa preordinazione fu comunque posteriore al peccato di Adamo ed Eva. Fu dopo la loro caduta che Cristo fu promesso come la Progenie che avrebbe recato la liberazione, e a cui si sarebbero unite fedeli creature umane per divenire i nuovi cieli del nuovo mondo. (Gen. 3:15; 22:17, 18; Isa. 65:17; Gal. 3:16, 29) Quando si capisce che è prima della fondazione del nuovo mondo (33 d.C.) che fu preordinata la classe del Regno, la base dell’argomento che Dio predestinasse la caduta di Adamo e la condizione della sua progenie scompare. Se Geova avesse anteriormente ordinato la caduta di Adamo, la prova di ubbidienza in Eden non sarebbe stata affatto una giusta prova, ma una finzione, un trucco, una farsa! Geova non avrebbe predisposto una cattiva riuscita del genere, facendo pendere la vita eterna dell’uomo da tale ingiusta bilancia! — Lev. 19:36; Deut. 25:13-16; Prov. 20:10.
NOMI NEL LIBRO DELLA VITA
16. In qual modo argomentano quelli che credono alla predestinazione riguardo al libro della vita, e come parlano contro la loro stessa tesi?
16 I credenti della predestinazione fanno ancora un altro argomento. Delle scritture parlano di nomi nel libro della vita, e vien sostenuto che i nomi di queste persone furono registrati prima del principio del mondo, e questo indicherebbe che erano predestinate alla salvezza. Ma come è stato mostrato, essi non si servono correttamente di Apocalisse 13:8 o Apoc. 17:8 per sostenere che prima che il mondo originale avesse inizio con la creazione di Adamo alcuni nomi fossero scritti nel libro della vita ed altri no. In quanto ad altri versetti che usano come Luca 10:20, Filippesi 4:3 e Apocalisse 21:27, nessuna astuta interpretazione può renderli tali da far dire loro che i nomi fossero scritti prima della nascita delle persone. Difatti, quando i credenti della predestinazione si servono dell’argomento del libro della vita nella controversia parlano contro la loro stessa tesi. Come? Per il fatto che se essere nel libro della vita significa esser predestinato alla salvezza, si può mostrare che tale predestinazione viene meno, e se vien meno le stesse fondamenta della dottrina vanno in frantumi. A quelli che si dimostrano fedeli Gesù promette: “Io non cancellerò affatto il suo nome dal libro della vita”. (Apoc. 3:5, NW) Questo indica che dei nomi potrebbero esser cancellati. Se fosse impossibile tale cancellamento, la promessa di Gesù sarebbe senza significato. Che è possibile vien mostrato dal Salmo 69:28: “Sian cancellati dal libro della vita”. Che Geova ha il proposito di cancellare quelli che divengono infedeli fu mostrato quando Israele adorò il vitello d’oro al Sinai. Dopo aver chiesto a Dio di perdonare Israele, Mosè disse: “Se no, deh, cancellami dal tuo libro”. Geova rispose: “Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!” — Eso. 32:32, 33.
17. Quali osservazioni sui nomi sono qui appropriate?
17 Dire che questi sono letterali e scritti prima che le persone fossero nate è come dire che Geova desse il nome a tutti questi bambini, e non i genitori. Alcuni nomi son quelli di dèi demonici. Diede Geova tali odiosi nomi a suoi predestinati servitori? Noi dobbiamo abbandonare la limitata veduta e comprendere che questi nomi hanno un significato molto maggiore di quello di semplici designazioni letterali di persone. Nella Bibbia i nomi sono significativi, denotano le circostanze o le attività o le qualità di una persona, e spesso son cambiati nel corso della sua vita perché ricevano maggiore significato, onde siano più descrittivi riguardo a lui o alle sue mutate circostanze. In questo largo senso i nomi hanno il significato di date qualità o princìpi o azioni, e in base a tali cose i nomi possono esser buoni o cattivi, temuti o riveriti, famosi o infami. Sono tali nomi che le persone si fanno nella vita che determinano se si trovano scritti nel libro divino della vita o no, invece delle designazioni letterali limitatamente considerate che furono date loro alla nascita.
18. Quale specie di nomi è nel libro della vita?
18 Nel libro della vita son riportate le giuste esigenze per ottenere la vita. Vi sono descritte le approvate qualità di mansuetudine e umiltà, giustizia e rettitudine, amore e misericordia, zelo e fedeltà, paziente perseveranza e ubbidiente servizio. Se noi ci facciamo un nome come personalità morali, mantenitori d’integrità, zelanti predicatori e amanti del prossimo saremo nel libro della vita di Dio, poiché è qui che tali cose son nominate con approvazione. Il libro della vita contiene i nomi e la reputazione conforme a cui dobbiamo vivere se vogliamo esserci inclusi, se vi siamo descritti. Se con la nostra condotta abbiamo fatto dei nomi che son degni e all’altezza delle esigenze divine che l’immutabile Geova ha stabilite dal principio e ha notoriamente approvate, tali nostri nomi sono quindi conformi al libro della vita di Dio e in esso riflessi. Se i nostri nomi esprimono le stesse cose che il libro della vita di Dio esprime, i nostri nomi sono in esso. Il libro della vita non è un libro letterale come quelli che gli uomini fanno e scrivono, come i nomi che vi son contenuti non sono i nomi letterali che gli uomini ricevettero alla loro nascita. Il libro della vita è le giuste esigenze di Geova che le creature devono raggiungere per vivere, e i nomi che vi son riportati sono i nomi che esprimono tali esigenze e le appagano.
19. Come possiamo far mettere i nostri nomi in quel libro, o farli cancellare?
19 Noi possiamo far mettere i nostri nomi in quel libro, o farli cancellare. Tutti son nati nell’ira, non nel libro. (Giov. 3:36) Potremmo continuare a seguire questa via peccaminosa per anni, e poi cambiare per fare opere buone, opere approvate come degne della vita, opere descritte nel libro della vita, ed essendo in relazione con tali opere noi entriamo nel libro della vita. Esso parla di noi in quanto nomina con approvazione le buone opere che facciamo ora. Queste opere vi sono sempre state indicate, dal principio; ma noi non ci conformammo ad esse. I nostri nomi, la nostra fama, non corrispondevano; ma quando cambiamo e ci facciamo un nome a causa di tali opere buone noi veniamo nella categoria o classe che è già nominata con approvazione nel libro della vita. E che avviene se poi diveniamo infedeli, smettiamo di vivere in modo degno del buon nome, perdiamo il nostro buon nome, e ci facciamo un cattivo nome, un nome di immoralità, o d’infingardaggine, o di pettegolezzo, o di lamentela, o di denigrazione, o di alterezza? Se ci facciamo un nome per tali opere non saremo più nominati nel libro della vita, perché tali opere non vi sono nominate, non vi sono descritte come requisiti, e le nostre opere non ci identificano quindi più come essendo in quel libro. Il buon nome che avemmo una volta è scomparso e il cattivo nome che potremmo farci in seguito non è nel libro della vita. Tali empi nomi son cancellati dalla memoria di Dio per ciò che concerne la risurrezione o la salvezza alla vita, e il precedente nome di giustizia è dimenticato quando la malvagità lo sostituisce con un cattivo nome. — Prov. 10:7; Ezech. 33:12-16.
20. Che cosa vuol dire confessare il nome di una persona, e come si vive in modo degno di un nome?
20 Confessare il nome di Gesù dinanzi agli uomini significa assai più che soltanto ripetere il suo nome letterale, come egli dichiarò. (Matt. 7:21) Per confessarlo dovutamente o mostrare di crederci dobbiamo dichiararne il significato, la fama, ciò che vuol dire, e vivere in modo degno d’esso quale nostro modello. (Matt. 10:32; Mar. 8:38; Luca 12:8) Così, quando Cristo riconosce i nomi dei suoi seguaci dinanzi a Dio in cielo non si tratta di una semplice menzione dei loro nomi letterali, ma di una testimonianza ai nomi d’integrità costituita dal loro fedele servizio. (Apoc. 3:5; 14:13) Né Geova né Cristo ci danno nomi personali alla nostra nascita, ma essi danno nomi a certe fedeli classi di servitori. Questi nomi devono esser mantenuti degnamente da quelli che li portano. (Isa. 43:10-12; 62:2-4; Apoc. 2:17; 3:12) Non si tratta dunque di scrivere nomi letterali in un libro letterale in cielo, ma di edificare un modello di vita che osserva le esigenze di Geova. Noi siamo identificati dai nostri frutti. (Matt. 7:20) Se i nostri frutti son come quelli identificati nel libro della vita, il libro della vita identifica noi, ci riconosce, ci include nel suo contenuto. La nostra condotta, che ci fa avere un nome, corrisponda alla condotta descritta nel libro della vita. In questo modo vi saremo scritti.
21. Come è chiamato Gesù nelle Scritture Ebraiche, sebbene questo suo nome personale non vi sia?
21 Questa non è una considerazione arbitraria riguardo ai nomi del libro della vita, ma trova una confermativa analogia nella Bibbia stessa. Identificano le Scritture Ebraiche chi è il Messia? Certo. Mediante il suo nome personale? No, il nome di Gesù non vi è connesso al Messia? Ma semplicemente perché il nome personale non è riportato nelle Scritture Ebraiche non vuol dire che non nominino Gesù come Messia. Son dati molti nomi che descrivono il Messia, nomi che indicano le sue qualità, la sua condotta, il suo servizio, il suo incarico. Egli è chiamato Emmanuele, e fu Gesù che visse in modo degno di questo nome. (Isa. 7:14; Matt. 1:22, 23) È chiamato Ammirabile, Consigliere, Dio Potente, Padre Eterno e Principe della Pace, e Gesù corrisponde ad essi tutti. (Isa. 9:5) Il Messia ebbe molti altri nomi che Gesù avverò, come Progenie della Donna e Progenie di Abrahamo (Gen. 3:15; 22:17, 18; Gal. 3:16; Ebr. 2:14), Servitore e Luce delle Nazioni (Isa. 42:1, 6; Matt. 12:18; Luca 2:32; Atti 26:23), Principe e Testimone (Isa. 55:4; Matt. 23:10; Apoc. 3:14), Redentore (Isa. 59:20; Rom. 11:26), Pietra Provata, Pietra Angolare e Fondamento (Sal. 118:22; Isa. 28:16; Matt. 21:42; Efes. 2:20; 1 Piet. 2:4, 6-8). Centinaia di altri particolari che descrivono il Messia sono nelle Scritture Ebraiche, ed essi trovano tutti il loro adempimento in Gesù identificandolo come il promesso Messia. Gesù così spiegò ai suoi discepoli. (Luca 24:27, 44, 45) Gesù corrispose a tutti i descrittivi nomi che le Scritture Ebraiche danno al Messia. Se tutti questi nomi descrittivi si riferiscono a Gesù, come possiamo correttamente sostenere che egli non sia nominato nelle Scritture Ebraiche solo perché il nome personale di Gesù non è riportato in relazione col Messia? Non lo possiamo!
22. Similmente, come i fedeli sono nominati nel libro della vita?
22 Lo stesso avviene per quelli che sono identificati in un altro libro, il libro della vita. Le sue pagine simboliche contengono descrizioni di quelli che si fanno un nome per zelo, fedeltà, castità, integrità, ecc. Se noi corrispondiamo a tali nomi descrittivi siamo nel libro della vita. Come Gesù si trova nelle Scritture Ebraiche quale Messia, benché il suo nome personale non vi sia menzionato, così noi possiamo essere nel libro della vita come persone idonee, quantunque i nostri nomi personali e terreni non siano scritti in nessun libro letterale del cielo. E come Gesù avrebbe perduto la sua identità di Messia se non fosse vissuto in modo degno dei descrittivi nomi messianici riportati nelle Scritture Ebraiche, così noi perderemo i nostri buoni nomi di Cristiani e saremo cancellati dal libro della vita se non manteniamo i nomi che corrispondono alle esigenze divine. Noi siamo descrittivamente nominati nel libro della vita solo finché perseveriamo conforme ai nomi descrittivi che ivi son dati riguardo ai salvati, facendo nostri tali nomi.
I REDENTI, GIUSTIFICATI, SANTIFICATI, ELETTI POSSONO PERIRE
23. Quale parola specificatrice introducono i presbiteriani per evitare il significato di Matteo 22:14, e che cosa dicono essi in quanto ai redenti?
23 Passando ad altri argomenti che sono presentati dai credenti della predestinazione, consideriamo la loro pretesa che coloro che sono una volta liberati o redenti da Cristo non possano quindi perire. È stato mostrato precedentemente che i chiamati possono perire, e sono state citate le parole di Gesù in Matteo 22:14, che dicono che molti sono i chiamati ma pochi quelli che infine sono scelti. Questo testo è un colpo demolitore per la loro dottrina, ed essi cercano di evitarlo dicendo che i chiamati che periscono non fossero effettivamente chiamati. Nessuna autorità scritturale concede loro il permesso di aggiungere questa modificazione, ma è necessaria perché la loro dottrina perduri. Lo scopo di menzionar questo qui è quello di determinare l’importanza che attribuiscono alla parola “effettivamente”. Quando la usano escludono la possibilità di perire. La usano rispetto a quelli che sono redenti da Cristo: “A tutti quelli per i quali Cristo ha acquistato la redenzione, egli certamente ed effettivamente la applica e comunica; intercedendo per loro, e rivelando loro, nella Parola e per mezzo d’essa, i misteri della salvezza; persuadendoli effettivamente col suo Spirito a credere e ubbidire; e governando i loro cuori con la sua Parola e col suo Spirito; sopraffacendo tutti i loro nemici mediante la sua onnipotente forza e sapienza, nelle maniere più consone alla sua meravigliosa e imperscrutabile dispensazione”.d
24. Come 2 Pietro 2:1-3 è un colpo contro la predestinazione?
24 Questo mostra che essi insegnano che quelli per i quali fu acquistata la redenzione non possono perire, che la redenzione è effettivamente applicata a loro, che sono effettivamente persuasi e tutti i nemici sono sopraffatti. Mediante quale mezzo son essi redenti o liberati? Pietro risponde: “Difatti voi sapete che non è stato con cose corruttibili, con argento o oro, come riscatto che siete stati liberati dalla vostra infruttuosa specie di condotta ricevuta per tradizione dai vostri antenati. Ma è stato con prezioso sangue, come quello di un agnello senza biasimo o macchia, il sangue di Cristo”. (1 Piet. 1:18, 19, NW; Efes. 1:7; Col. 1:14; Ebr. 9:12; Apoc. 5:9) Con questo sangue Cristo li compra ed essi divengono suoi. Egli è il loro padrone. A loro è scritto: “Voi non appartenete a voi stessi, poiché foste comprati con un prezzo”. (1 Cor. 6:19, 20; 7:23, NW) Secondo l’insegnamento della predestinazione, se Cristo li ha redenti, liberati, comprati, divenendo il loro possessore, essi non potrebbero mai perire. Ma la Bibbia dice che lo possono, e alcuni periscono: “Queste stesse persone introdurranno silenziosamente deleterie sette e rinnegheranno anche il possessore che li comprò, attirandosi subitanea distruzione. Inoltre, molti fuorvieranno e seguiranno le loro azioni di condotta dissoluta”. “Ma riguardo a loro il giudizio degli antichi tempi non si muove lentamente, e la loro distruzione non sonnecchia”. — 2 Piet. 2:1-3, NW.
25. Che cosa mostra ulteriormente che i redenti possono cadere?
25 Continuando a discutere su questi comprati che in seguito rinnegano il loro possessore Cristo Gesù, l’apostolo Pietro dichiara: “Certamente se, dopo essere scampati dalle contaminazioni del mondo mediante un’accurata conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si coinvolgono in queste stesse cose e sono sopraffatti, le loro condizioni finali sono per loro peggiori delle prime. Perché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto accuratamente il sentiero della giustizia che dopo averlo conosciuto accuratamente allontanarsi dal santo comandamento loro dato. A loro è avvenuto quello che dice il vero proverbio: ‘Il cane è tornato al suo proprio vomito, e la troia ch’era lavata a voltolarsi nel fango.’ (2 Piet. 2:19-22, NW) Dopo essere stati purificati mediante l’acqua della verità e il sangue di Gesù essi tornano ai peccati della loro precedente sordidezza. La distruzione di queste persone non sonnecchia, ma giunge al tempo stabilito da Dio.
26. Come mostra Paolo che i redenti possono cadere, e che cosa esclude che si riprendano?
26 L’apostolo Paolo scrive sullo stesso tono: “È impossibile che quelli che sono stati una volta per sempre illuminati e han gustato il dono celeste e che son divenuti partecipi dello spirito santo e han gustato la giusta parola di Dio e le potenze del sistema di cose avvenire, ma che son caduti, siano di nuovo rinnovati a ravvedimento, perché essi mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio per loro conto e lo espongono a pubblica infamia”. (Ebr. 6:4-6, NW) Quelli che sono menzionati qui i quali caddero senza possibilità di riprendersi avevano ricevuto a loro favore i benefici del riscatto, erano stati comprati col sangue di Gesù. Se no, avrebbero potuto valersene per la salvezza. Ma, avevano già fatto uso dei benefici del sacrificio e poi caddero. Ora essi stessi volontariamente mettono di nuovo al palo Cristo poiché lo rigettano di persona, non danno al suo sacrificio maggior valore di quello della morte di un criminale. Cristo una volta morì per loro; egli non verrà sulla terra per morire di nuovo per loro. “Fece questo una volta per sempre”. “E questo non perché si offrisse spesso, come infatti il sommo sacerdote entra nel luogo santo di anno in anno con sangue non suo. Altrimenti, egli avrebbe dovuto soffrire spesso dalla fondazione del mondo. Ma ora si è manifestato una volta per sempre alla consumazione dei sistemi di cose per abolire il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. — Ebr. 7:27; 9:25, 26, NW.
27. Che cosa dicono i presbiteriani riguardo ai giustificati, ma che cosa dice la Bibbia?
27 Circa quelli che sono giustificati o dichiarati giusti i presbiteriani insegnano: “Essi non possono cadere mai dal loro stato di giustificazione”.e Con quale mezzo son giustificati gli uomini? Essi sono “giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”. Oppure, “giustificati per il suo sangue”. (Rom. 3:24; 5:9) Ma i paragrafi precedenti hanno citato scritture che mostrano che delle persone possono per certo perire e periscono dopo essere state redente e comprate mediante il sangue di Cristo, e che è impossibile che si riprendano. E dato che è questa redenzione o liberazione che porta la giustificazione, quando la liberazione scompare scompare anche la giustificazione. I presbiteriani riconoscono che i giustificati possono peccare e venire sotto il disfavore divino, ma aggiungono che con l’umile confessione e implorazione per il perdono possano ‘rinnovare la loro fede e pentirsi’.f Comunque un passo citato precedentemente diceva: “Se cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento”. — Ebr. 6:4-6.
28. Come i presbiteriani sono in contrasto con la Bibbia riguardo ai santificati?
28 I santificati sono salvi, dicono i presbiteriani: “Coloro che Dio ha accettati nel suo Diletto, effettivamente chiamati e santificati mediante il suo Spirito, non possono cadere né totalmente né definitivamente dallo stato di grazia; ma per certo vi persevereranno sino alla fine, e saranno eternamente salvati”.g La stessa classe discussa in Ebrei 6:4-6 e 2 Pietro 2:20-22 è ancora considerata in Ebrei 10:26-29 (NW): “Se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più nessun sacrificio per i peccati; ma c’è una certa paurosa aspettazione del giudizio e c’è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione. Chiunque ha trascurato la legge di Mosè muore senza compassione, sulla testimonianza di due o tre persone. Di quale più severa punizione, pensate voi, sarà ritenuto degno l’uomo che ha calpestato il figlio di Dio e che ha stimato come di valore ordinario il sangue del patto per mezzo del quale fu santificato, e che ha oltraggiato lo spirito d’immeritata benignità con disprezzo?” Tali persone disprezzano il sangue di Gesù che rese valido il nuovo patto, nel quale erano state portate. Perciò son consumate, ma con una distruzione eterna che reca con sé una vergogna e un’onta molto più grave di quella subita da coloro che furono uccisi sotto il patto della legge di Mosè. Ma il punto vitale da notare qui è il fatto che questi oppositori una volta furono santificati. Ciò nonostante, essi periscono.
29. Che cosa mostra che gli eletti possono perire, in contrasto con la predestinazione?
29 Quelli che hanno la prospettiva di regnare con Cristo son chiamati gli “eletti” o la “elezione” nella Versione Riveduta della Bibbia; alcune versioni moderne adoperano l’espressione “scelti” invece. I credenti della predestinazione dicono che questi non possono perire. Marco 13:22 (KJ) afferma: “Sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti, e mostreranno segni e prodigi, per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti”. La parola in corsivo non è nell’originale greco, e la sua aggiunta fa sembrare che la seduzione degli eletti sia impossibile. Le versioni moderne sono più accurate: “Per sviare, se possibile, gli eletti”. (NW) “Per fuorviare il popolo eletto di Dio se possono”. (AT) Alcuni possono essere sviati, altri no. Paolo sopportò delle cose per amor degli eletti, per aiutarli a guadagnare la salvezza. (2 Tim. 2:10) Questo non sarebbe stato necessario se gli eletti fossero stati infallibIli. Se Dio avesse prestabilita come certa l’elezione, non ci sarebbe stato nessun bisogno di ammonire gli eletti perché la rendessero tale. Ma Pietro dice: “Studiatevi di render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, facendo queste cose, non inciamperete giammai”. (2 Piet. 1:10) Ovviamente, Pietro dice loro che periranno a meno che non rendano sicura la loro elezione con diligenti sforzi. Se non potessero perdersi, perché i giorni d’afflizione dovrebbero essere abbreviati per salvarli? — Matt. 24:22
30. Che cos’altro dimostra che quelli della classe preordinata possono cadere?
30 La dottrina della predestinazione insegna che quelli che sono stati redenti, giustificati, santificati ed eletti non possono mai perire; ma le scritture considerate dimostrano il contrario. Salvati una volta non vuol dire salvati per sempre. I vincitori che sono con Cristo non devono essere soltanto chiamati ed eletti, ma “chiamati ed eletti e fedeli”. Fedeli per quanto tempo? “Dimostrati fedele anche nel pericolo di morte, e io ti darò la corona della vita”. Essa non deve soltanto esser posseduta ma mantenuta: “Continua a mantenere ciò che hai, affinché nessuno prenda la tua corona”. Per rimanere in unione con Cristo gli unti non possono divenire tiepidi, poiché a tali intiepiditi egli dice: “Io sto per vomitarti dalla mia bocca”. (Apoc. 2:10; 3:11, 16; 17:14 NW) Perché partecipino al regno celeste con Cristo essi devono perseverare sino alla fine: “Noi diveniamo effettivamente partecipi del Cristo solo se riteniamo con fermezza sino alla fine la fiducia che avemmo al principio”. (Ebr. 3:14, NW) Per vincere, la corsa dev’essere disputata sino alla fine, il combattimento dev’esser combattuto fino a che sia compiuto. (Matt. 10:22; 24:13; 2 Tim. 4:7, 8) L’apostolo Paolo fu di certo della classe predestinata, eletta, chiamata, redenta, giustificata e santificata, quando scrisse la sua prima lettera ispirata ai Corinzi; eppure egli poteva divenire disapprovato ed esser rigettato: “Percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:27, NW) Egli non si sentì certamente predestinato in singolare maniera, oltre la possibilità di perire. Fu solo quando la morte si era avvicinata e il combattimento era terminato che parlò con fiducia circa la corona. — 2 Tim. 4:6-8.
LE PERSONE SCELGONO IL LORO PROPRIO DESTINO
31. Quali passi smentiscono la predestinazione e mostrano la scelta individuale?
31 L’opinione dei seguaci della predestinazione è che Dio abbia fissato il destino di tutte le persone prima della loro nascita predestinando alcuni alla salvezza e ordinando altri all’ira divina, e questo senza alcuna prescienza del modo in cui le persone agirebbero. (§ 8) Se Geova avesse determinato così il destino dell’uomo prima della nascita, rendendo qualsiasi futura scelta dell’uomo una vana canzonatura, Mosè non sarebbe stato mai ispirato a dire ad Israele: “Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie, amando l’Eterno, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui (poich’egli è la tua vita)”. (Deut. 30:19, 20) Né Giosuè avrebbe detto: “E se vi par mal fatto servire all’Eterno, scegliete oggi a chi volete servire: o agli dèi ai quali i vostri padri servirono di là dal fiume, o agli dèi degli Amorrei, nel paese de’ quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo all’Eterno”. (Gios. 24:15) Ancora: “Chiunque invocherà il nome dell’Eterno [Geova] sarà salvato”. (Gioe. 2:32; Rom. 10:13) Non ostacolato dalla predestinazione, chiunque lo desidera può guadagnare la vita: “Lo spirito e la sposa continuano a dire: ‘Vieni!’ E chiunque ode dica: ‘Vieni!’ E chiunque ha sete venga; chiunque vuole prenda l’acqua della vita gratuitamente”. (Isa. 55:1; Apoc. 22:17, NW) Geova dice: ‘Avvertili da parte mia. Chi ascolta, ascolti; chi non vuole ascoltare, non ascolti. Provo io forse piacere se l’empio muore? Non ne provo piuttosto quand’egli si converte dalle sue vie e vive? Perché morreste? Io non ho alcun piacere nella morte di colui che muore. Convertitevi dunque, e vivete!’ — Ezech. 3:27; 18:23, 31, 32; 33:7, 11-15.
32. Che cosa espone la follia della predestinazione?
32 Quale invito ipocrita sarebbe questo se le persone alle quali è rivolto non potessero scegliere! Predestinerebbe Geova alcuni alla morte, dicendo poi che sarebbe suo piacere che essi si allontanassero da tale predestinazione divina e vivessero? Che follia pensar questo! E avrebbe detto Cristo che aveva il profondo desiderio di radunare i figli di Gerusalemme se essi fossero stati divinamente predestinati all’abbandono? No di certo, e il racconto mostra che quelle persone volevano agire in quel modo, contro il desiderio di Gesù: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccide i profeti e lapida quelli che le sono mandati, quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco! la vostra casa vi è abbandonata”. — Matt. 23:37, 38, NW.
33. Chi può guadagnare la salvezza, e come?
33 La vita eterna non viene per mezzo di qualche predestinazione umanamente incontrollabile, ma acquistando conoscenza di Geova e di Cristo, cercando di essere un approvato operaio che impiega giustamente la verità, operando la nostra propria salvezza con timore e tremore, predicando per salvare altri ed anche noi stessi, essendo operatori della parola e non uditori soltanto, facendo la volontà di Dio e non solo un servizio con le labbra. (Matt. 7:21; Giov. 17:3; Filip. 2:12; 1 Tim. 4:16; 2 Tim. 2:15; Giac. 1:22) Gesù non provvide il riscatto per un limitato numero di pochi predestinati alla salvezza, ma “divenne causa di salvezza eterna per tutti quelli che gli ubbidiscono”. (Ebr. 5:9, NW) Gli uomini son liberi di servire chi vogliono e di agire come desiderano, determinando in tal modo il loro proprio destino di vita o di morte. — Rom. 6:16.
34. In qual modo la predestinazIone è inconsistente rispetto ai procedimenti di Geova, e in base a che cosa l’uomo raccoglie?
34 Se la predestinazione fosse vera, perché Geova avrebbe dato la sua legge ad Israele o farebbe predicare la buona notizia del Regno alle nazioni? Perché avrebbe stabilito dei periodi di giudizio per determinare il destino degli uomini conforme alla loro condotta, che li giudica rendendo a “ciascuno secondo le sue opere”, e dice: “Io li tratterò secondo la loro condotta, e li giudicherò secondo che meritano”? (Ezech. 7:27; Rom. 2:6; Apoc. 20:13) Perché separare pecore e capri in base al loro contegno rispetto al messaggio e ai messaggeri di Cristo? (Matt. 25:40, 45) Perché tutto questo, se il destino fosse prestabilito prima della nascita? Non Dio, ma l’uomo, è responsabile del destino dell’uomo. Non come Dio predestini, ma come l’uomo semina, l’uomo raccoglie. Per ricevere la vita l’uomo non deve mai cessar di seminare il bene: “Ciascuno porterà il suo carico di responsabilità. Non siate sviati: Iddio non è da beffare. Poiché qualunque cosa un uomo semina, questo pure mieterà; perché chi semina in vista della carne raccoglierà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito raccoglierà la vita eterna dallo spirito. Perciò non cessiamo di fare ciò ch’è giusto, perché a suo tempo mieteremo non cessando”. (Gal. 6:5, 7-9, NW) Iddio non mostra parzialità ad alcuni, predestinandoli alla vita, e avversione ad altri, predestinandoli alla morte o al tormento. L’evidenza porta alla conclusione: “Iddio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme ed opera giustizia gli è accettevole”. — Atti 10:34, 35, NW.
35. E che cosa dobbiamo ricordare circa le opere?
35 Da quanto abbiamo detto nessuno dovrebbe essere indotto a pensare che noi possiamo salvarci con le nostre opere. Se lo potessimo guadagneremmo la salvezza per diritto, ma non possiamo. Essa viene dall’immeritata benignità di Dio. (Rom. 11:6; Efes. 2:8, 9; 2 Tim. 1:9) Tuttavia, mediante lo studio acquistiamo la fede e mediante opere in armonia con la nostra conoscenza dimostriamo la nostra fede e ubbidienza. (Rom. 10:14, 17; Giac. 2:18-26) Noi dobbiamo fare queste opere per mostrare ubbidienza, perché è agli ubbidienti che viene applicato il riscatto. Senza tali opere la salvezza è impossibile.
36. Come i presbiteriani cercano di districarsi dalle difficoltà, e con quali risultati?
36 Si dovrebbe anche notare che dal 1902 al 1903 la Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti d’America aggiunse due capitoli alla “Confessione della fede”, con una “Dichiarazione declamatoria”. Queste aggiunte furono fatte probabilmente per addolcire l’asprezza della predestinazione, e per mettere in armonia con le scritture che mostrano la scelta personale e il bisogno di buone opere. Ma cercando di far questo le aggiunte veramente contraddicono il materiale precedente. Se essi aggiungono questi capitoli dovrebbero togliere quelli precedenti per evitare i contrasti. Però se togliessero ciò che è necessario eliminerebbero i precetti della predestinazione completamente. Nella loro perplessità essi ritengono quindi sia gli uni che gli altri e contraddicono sia se stessi che la Bibbia. Sono sui corni di un dilemma che essi medesimi han creato. Il nuovo materiale non mette in armonia la predestinazione con la Scrittura, anzi cercando di conformarsi alla Scrittura contraddice la predestinazione. Esso indebolisce la dottrina fino al punto di farla crollare del tutto. Inoltre, la complicano fino alla morte. Per esempio, il Capitolo X, Sezione 3a, pagina 45, afferma: “I fanciulli eletti, che muoiono nella fanciullezza, sono rigenerati e salvati da Cristo per mezzo dello Spirito”. Ma la “Dichiarazione declamatoria”, a pagina 125, dice che questo “non si deve considerare come l’insegnamento che chiunque muore nell’infanzia sia perduto. Noi crediamo che tutti quelli che muoiono nell’infanzia siano compresi nell’elezione”. La Bibbia non li sostiene in questo. — Ezech. 9:6.
37. Quali domande di sfida rimangono, ma che cosa possiamo attendere?
37 Il soggetto non può esser concluso a questo punto, poiché importanti domande non sono state soddisfatte. Non pretendono i credenti della predestinazione che la loro dottrina sia in armonia con la libera volontà dell’uomo? E che dire di Esaù e di Giacobbe, di Faraone, Sansone, Geremia, Giuda, e perfino di Gesù? Non mostra la Bibbia che essi ed altri ancora fossero predestinati? Queste sono domande di sfida, ma lo spazio ci permette solo di menzionarle. Esse saranno appagate dal nostro prossimo numero.
Annunziateci le cose che stanno per avvenire, affinché ne conosciamo il risultato. Diteci le cose che avverranno in futuro, onde sappiamo che siete degli dèi. — Isaia 41:22, 23, AT.
[Note in calce]
a The Constitution of the Presbyterian Church in the United States of America pubblicata nel 1952. Citazione della Confession of Faith, Capitolo III, Sezioni 5, 7, pagine 15-17.
b Ibidem, Capitolo III, Sezione 1a, pagina 13.
c Ibidem, Capitolo V, Sezione 4a pagina 22.
d Ibidem, Capitolo VIII, Sezione 8-, pagina 40.
e Ibidem, Capitolo XI, Sezione 5a, pagina 50.
f Ibidem, Capitolo XI, Sezione 5-a pagina 50.
g Ibidem, Capitolo XVII, Sezione 1a, pagina 65.