Abbiate intenso amore gli uni per gli altri
“Abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati”. — 1 Piet. 4:8.
1, 2. Come lo scrittore biblico Giovanni conferma l’importanza di manifestare nella nostra vita amore agápē?
NELLA prima lettera che scrisse ai suoi conservi cristiani l’apostolo Giovanni menziona l’amore che Dio mostrò mandando suo Figlio per liberare l’umanità e indica che i cristiani devono imitare questa espressione di amore. Non è questione di scelta ma è in effetti un obbligo che abbiamo, quello di amarci gli uni gli altri. Egli dice: “Diletti, se Dio ci amò così, noi pure abbiamo l’obbligo di amarci gli uni gli altri”. (1 Giov. 4:11) Lì Giovanni pone in rilievo l’importanza del “nuovo” comandamento di Gesù. (Giov. 13:34, 35) I cristiani devono dare l’esempio nell’amarsi gli uni gli altri. Geova stesso ha dato l’esempio mostrando ai suoi figli terreni amore basato sul principio (agápē). Quali figli ubbidienti, e quali servitori di Dio, dovremmo quindi seguire tale esempio e mostrare amore non solo a Geova Dio, ma gli uni verso gli altri.
2 Giovanni conferma di nuovo quest’obbligo e mostra la serietà della cosa scrivendo in I Giovanni 4:20 e 21: “Se alcuno fa la dichiarazione: ‘Io amo Dio’, eppure odia il suo fratello, è bugiardo. Poiché chi non ama il suo fratello, che ha visto, non può amare Dio, che non ha visto. E abbiamo da lui questo comandamento, che chi ama Dio dovrebbe amare anche il suo fratello”. È pertanto una faccenda molto seria manifestare amore agápē, l’amore che porta a sacrificarsi, per il proprio fratello o la propria sorella cristiana, perché in tal modo diamo prova di amare Geova Dio stesso.
3. Chi è il nostro fratello visibile che dobbiamo amare?
3 Chi è il nostro fratello visibile che dobbiamo amare? Ebbene, non possiamo limitarci a qualcuno della stessa razza, dello stesso colore o della stessa nazionalità, vi pare? Piuttosto, il nostro fratello è colui che serve Geova insieme a noi nella locale congregazione cristiana, o in qualsiasi altra congregazione dei cristiani testimoni di Geova in tutta la terra. È il nostro fratello in fede. (Gal. 3:26-28) L’amore di Geova ci obbliga ad avere intenso amore per i fratelli cristiani, e così diamo prova d’essere veri cristiani.
4. Che cosa raccomanda Paolo in II Corinti 13:5, e così quali domande dovrebbero tutti considerare?
4 Quale organizzazione, i cristiani testimoni di Geova mostrano oggi tale amore gli uni per gli altri. Non ci sono combattimenti fra gruppi nazionali; non c’è pregiudizio né odio razziale. Ed è così che dev’essere. Nell’organizzazione c’è senz’altro il segno del vero cristianesimo. Ma sorge la domanda: Come singoli individui che cosa facciamo per mostrare amore ai fratelli cristiani? Manifestiamo individualmente vero amore agápē? Abbiamo individualmente intenso amore gli uni per gli altri? Sotto questo aspetto è bene che ciascuno si esamini secondo la norma esposta nella Parola di Geova. Sì, come disse Paolo: “Continuate a provare se siete nella fede, continuate a provare ciò che voi stessi siete”. — 2 Cor. 13:5.
5. (a) È l’amore una qualità facoltativa per i cristiani? (b) Fino a che punto deve arrivare l’amore del cristiano?
5 Dalle parole di Gesù, e anche di Giovanni, abbiamo appreso che l’amore per i fratelli è una qualità cristiana necessaria. Non è qualcosa che possiamo definire facoltativo; l’amore non è qualcosa che possiamo praticare solo quando è conveniente. Piuttosto, il comando che Gesù diede ai discepoli di amarsi gli uni gli altri è in realtà una legge regale, che dovrebbe influire su tutte le nostre azioni. Né possiamo limitare il nostro amore solo a pochi intimi della congregazione, ma, piuttosto, il nostro amore deve estendersi per includere l’intera associazione dei fratelli in ogni parte della terra. Come scrisse Pietro: “Abbiate amore per l’intera associazione dei fratelli”. (1 Piet. 2:17) Com’è dunque importante non limitare il nostro amore ma estenderlo per includere l’intera associazione dei fratelli.
COME IMPARA IL CRISTIANO AD AMARE I FRATELLI?
6. Come può il cristiano cominciare a ottenere la capacità di manifestare amore agápē?
6 Giacché l’amore è così importante nella vita del cristiano, come impara dunque a mostrare tale amore? Nella congregazione cristiana vi sono molti che hanno intrapreso l’adorazione di Geova da pochissimo tempo ed è del tutto appropriato che vogliano osservare una legge regale, il ‘nuovo comando’ che Gesù formulò per i suoi seguaci. Ebbene, prima comprendiamo che l’amore agápē è in realtà un frutto dello spirito di Dio, come indica Paolo in Galati 5:22. Il cristiano deve dunque cercare e seguire la direttiva dello spirito santo di Dio unitamente all’organizzazione che Geova impiega oggi sulla terra.
7. Perché la conoscenza della Parola di Dio è importante per chi coltiva la qualità dell’amore?
7 Inoltre, la conoscenza di Geova e dei suoi meravigliosi attributi è di capitale importanza. A questo riguardo, il cristiano deve imparare che cos’è l’amore e come esso opera verso il proprio fratello e simile. Questa conoscenza, naturalmente, si ottiene studiando la Parola di Dio in privato e insieme al popolo che Dio ha sulla terra. Il cristiano deve dunque coltivare profondo apprezzamento per tutte le verità contenute nella Parola di Dio e studiare diligentemente la Bibbia. Come disse Pietro, dobbiamo nutrire “grande desiderio del latte non adulterato che appartiene alla parola”. — 1 Piet. 2:2.
8. Entra in gioco il cuore, e perché?
8 Poi, naturalmente, entra in gioco il cuore, perché l’amore è soprattutto una qualità del cuore. Per tale ragione Pietro scrisse: “Amatevi di cuore gli uni gli altri intensamente”. (1 Piet. 1:22) Avendo la giusta conoscenza di ciò che è l’amore agápē e di come opera, si può guidare e dirigere il cuore nella via giusta perché mostri amore anzitutto a Geova, l’Iddio dell’amore, e poi ai fratelli e al prossimo. Avendo coltivato nel proprio cuore tale amore, il cristiano può infine dedicarsi a Geova, l’Iddio dell’amore, e poi mettere in atto questa dedicazione osservando le leggi di Geova e conformando ogni giorno la sua vita ai princìpi di Dio contenuti nella sua Parola. — 1 Giov. 5:3.
9. (a) Che cos’è talora più difficile che ottenere conoscenza della Bibbia o predicare? (b) Quanto è importante per il cristiano l’amore agápē quando si tratta delle relazioni con i fratelli?
9 Alcuni cristiani non avranno molta difficoltà a riempire la propria mente della conoscenza di Geova e delle sue leggi e delle sue esigenze, e proveranno gioia ad andare a predicare ad altri la buona notizia del regno di Dio. Tuttavia, vivere la verità e imparare ad ‘amarsi di cuore gli uni gli altri intensamente’ è talora più difficile per queste stesse persone che non acquistare solo conoscenza di comandi, leggi e princìpi, o che predicare pubblicamente. È lì che il cristiano deve imparare a conformarsi ai princìpi inerenti ai suoi atteggiamenti, alla sua condotta, alla sua relazione con ciascun componente della congregazione ed è lì che è molto, molto importante l’amore agápē. Ne consegue che il cristiano deve imparare a vivere ubbidientemente di cuore tutta la verità.
10. Quale avvertimento dà Giovanni riguardo all’amore, e in che modo il cristiano deve rivolgere il suo amore nella giusta direzione?
10 Se amiamo i fratelli, dobbiamo eliminare qualsiasi cosa tenda a dividerci da uno qualunque di loro. Dobbiamo stare attenti a non nutrire amore per le cose cattive. Per tale motivo Giovanni, spinto dall’amore verso i fratelli cristiani, li avvertì di non amare il mondo. Egli disse: “Non amate il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo — il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento — non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo”. (1 Giov. 2:15, 16) Se dunque qualcuno cominciasse ad amare il mondo o le cose del mondo, il suo amore sarebbe rivolto nella direzione sbagliata. Si separerebbe dai suoi fratelli che non amano il mondo né le cose del mondo. Ben presto non parteciperebbe con i fratelli alle adunanze della congregazione o al servizio di campo cristiano, ma cercherebbe i compagni del mondo o gli interessi del mondo anziché i suoi fratelli cristiani. Come dobbiamo dunque stare attenti per rivolgere il nostro amore nella giusta direzione e per cercare sempre la compagnia di quelli che adorano Geova come noi!
11. (a) Se nutriamo per altri vero amore agápē dovremmo evitar di pensare in che modo? (b) Che cos’è a risentirne se non mostriamo vero amore per i fratelli?
11 Il vero amore basato sul principio deve farci pensare ad altri, non solo a noi stessi e ai nostri interessi, e non dobbiamo insistere d’avere diritto di fare qualcosa qualunque sia l’effetto che può avere sugli altri. Quindi dobbiamo badare al nostro aspetto personale e ai nostri interessi personali per non turbare, sotto questi aspetti, qualcuno della congregazione o per non farlo inciampare. (2 Cor. 6:3, 6) Dobbiamo badare alla nostra condotta, al nostro modo di parlare e alle nostre compagnie, ricordando non solo i nostri desideri o interessi ma gli interessi dei fratelli, pensando all’effetto che le nostre azioni o parole possono avere su di loro. (Filip. 2:4) È bene ricordare che se non coltiviamo debitamente l’amore agápē, allora la nostra relazione con Geova ne risente davvero. Ricordate le parole di Giovanni: “Poiché chi non ama il suo fratello, che ha visto, non può amare Dio, che non ha visto”. — 1 Giov. 4:20.
IMITIAMO L’AMORE DI GEOVA
12. Quale esempio ci dà Geova riguardo all’amore, e perciò Pietro che cosa ci consiglia di fare?
12 È pure bene considerare che Geova ci ama tutti, e noi siamo tutti imperfetti. Pertanto Geova non limita il suo amore solo ad alcuni della congregazione, ma per mezzo della sua amorevole disposizione è pronto a perdonare i nostri sbagli ed errori e ad accettare il nostro amorevole servizio. L’intenso, sentito amore che nutriamo per i fratelli si basa quindi sulla verità e sul sincero riconoscimento del merito dei nostri fratelli agli occhi di Geova. Pietro consigliò: “Soprattutto, abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati. Siate ospitali gli uni verso gli altri senza brontolii. Nella proporzione in cui ciascuno ha ricevuto un dono, usatelo, servendo gli uni gli altri, quali eccellenti economi dell’immeritata benignità di Dio espressa in vari modi”. (1 Piet. 4:8-10) Geova pertanto dà a ciascuno un dono da impiegare nel servizio divino e accetta il servizio che gli rendiamo nonostante le nostre imperfezioni, debolezze e manchevolezze. Se amiamo i fratelli come Geova ama noi, dobbiamo poter guardare oltre i loro errori e sbagli e imparare a cooperare strettamente con TUTTI i componenti della congregazione, coprendo con l’amore gli errori altrui.
13. Come possono gli anziani mostrare amore agli altri anziani della congregazione?
13 Questo vale specialmente per gli anziani ufficiali della congregazione cristiana. Alcuni anziani non devono sentirsi superiori ad altri anziani perché sono da più tempo nell’organizzazione di Dio o perché hanno la nomina di anziani da un periodo di tempo molto più lungo. Piuttosto, devono apprezzare gli altri anziani e stimarne il valore e la dignità umana agli occhi di Dio, rispettandone le opinioni e i pensieri, poiché si basano sulla Parola di Dio. Geova non fa nessuna distinzione basata sul tempo da che uno compie il servizio o da che uno è anziano. Quelli che forse compiono il servizio di Geova da più tempo non devono dunque cercare di imporre le loro idee od opinioni agli altri anziani, ma impareranno a collaborare con loro nell’amore, mostrando loro il rispetto dovuto per il “dono” di ministero e per l’uso che ne fanno come anziani nominati.
14. Quale consiglio dà Paolo in merito alla cooperazione con gli anziani, e come possono seguirlo tutti i componenti della congregazione?
14 La stessa cosa vale in realtà per tutti i componenti della congregazione di Dio in quanto a collaborare con gli anziani. Nessun anziano è perfetto, quindi dobbiamo stare attenti a non ingrandire i difetti o le imperfezioni umane di un anziano e a non avere la tendenza a considerare alla leggera i suoi consigli o le sue istruzioni quando si basano sulla Parola di Dio. Non possiamo trascurare i consigli solo perché un certo anziano ha alcune caratteristiche che non ci piacciono. No, ma dobbiamo passare sopra ai difetti e alle imperfezioni e, invece, guardare l’amore dell’anziano verso Geova e lo zelo che manifesta per il Suo servizio, imparando a rispettare tutti gli anziani e a cooperare con tutti loro nella congregazione. In Ebrei 13:17 Paolo dà risalto a questo fatto, dicendo: “Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto; affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi”. Com’è bene che i fratelli cooperino strettamente con gli anziani e mostrino sincero amore per loro e per l’eccellente opera che compiono!
15. Come applichereste I Timoteo 1:5 al soggetto di amarsi di cuore gli uni gli altri intensamente?
15 Sì, l’amore per tutti i nostri fratelli dovrebbe provenire da un cuore puro, e dovrebbe essere generoso. Ricordate ciò che Paolo disse a Timoteo: “Realmente l’obiettivo di questo mandato è l’amore da un cuore puro e da una buona coscienza e dalla fede senza ipocrisia”. (1 Tim. 1:5) Ne consegue che il nostro cuore è purificato dalla verità e se ci accorgiamo che sotto qualche aspetto manchiamo d’amare i fratelli, allora dobbiamo lasciare che la verità purifichi la nostra vita ricorrendo più spesso alla Parola di Dio. Il cuore puro dovrebbe spingerci ad avere una sana, onesta e utile relazione con tutti i fratelli della congregazione. La nostra coscienza sarà allora una buona coscienza perché sarà tranquilla. Saremo sicuri di fare il bene. Gli altri noteranno facilmente il nostro amore, poiché non sarà un’ipocrita ostentazione né qualcosa di inventato solo per l’apparenza. Il vero amore è una qualità santa, una pura qualità interiore che è reale e che proviene da un cuore buono e puro.
16. In che modo gli anziani devono impartire i consigli se hanno vero amore per i fratelli?
16 Gli anziani di una congregazione possono mostrare questo sincero amore per i fratelli usando riguardo nel modo in cui parlano loro. In questo caso è senz’altro essenziale l’umiltà. Un anziano non dev’essere pieno d’orgoglio, pensando d’essere migliore di altri della congregazione. Ciascun componente della congregazione è un bene prezioso, una delle “pecore” di Geova. (Giov. 10:16) Pertanto gli anziani, quando parlano ad altri e danno consigli, devono pensare all’effetto che le loro parole o azioni avranno sugli altri. Devono impartire i consigli con umiltà e gentilezza. Galati capitolo sei, versetto uno, mostra che è essenziale uno “spirito di mitezza” quando si cerca di aiutare spiritualmente un fratello. Questo è dunque il modo amorevole; l’anziano cerca sinceramente di aiutare un altro e non si innalza al di sopra degli altri come se fosse superiore o più importante a motivo della posizione.
TUTTI DEVONO MOSTRARE INTENSO AMORE “AGÁPE”
17, 18. Come possiamo seguire il consiglio di Paolo (a) di ‘ammonire i disordinati’, e (b) di ‘parlare in maniera consolante alle anime depresse’?
17 In I Tessalonicesi 5:14, l’apostolo Paolo diede buoni consigli su come TUTTI noi in ciascuna congregazione possiamo allargarci per includere i bisogni dei nostri fratelli, allargando così il nostro amore gli uni per gli altri: “Vi esortiamo, fratelli: Ammonite i disordinati”. Lì parlava non solo agli anziani della congregazione, ma a TUTTI i componenti della congregazione. Ogni tanto vediamo qualcuno nella congregazione che forse sta per compiere un’azione errata, e questo sarebbe il momento appropriato per seguire il consiglio di Paolo di ‘ammonire i disordinati’. Questo non vuol dire che rimprovereremo severamente un fratello o che forse cominceremo a pettegolare su quello che fa. No, con amore e tatto cercheremo piuttosto di assistere personalmente il nostro fratello e additargli la giusta direzione, incoraggiandolo a compiere opere giuste e ad abbandonare le opere sbagliate. Certo, se notiamo qualcosa di molto grave, è bene considerare la cosa con un anziano che può dare a chi è disordinato il consiglio necessario.
18 Paolo scrisse pure che dovevamo parlare “in maniera consolante alle anime depresse”. (1 Tess. 5:14) In molte congregazioni vi sono alcuni anziani, forse infermi, che possono essere depressi perché non riescono a fare il servizio di campo che facevano una volta. Forse si sentono alquanto deboli e limitati nelle loro capacità. Possiamo assisterli spiritualmente dove occorre e mostrar loro che tutti nella congregazione apprezzano il loro buon esempio nel partecipare alle adunanze e al servizio, anche se in modo limitato, e incoraggiarli in qualsiasi modo possiamo.
19. Perché un fratello potrebbe essere debole sotto alcuni aspetti, e come potremmo ‘sostenere i deboli’?
19 In questo stesso versetto Paolo ci consigliò pure di ‘sostenere i deboli’. Forse avete notato alcuni che sono deboli nell’opera di predicazione o nell’assistere alle adunanze. Potreste parlare amorevolmente a tali fratelli e cercare di incoraggiarli e, in certi casi, prendere disposizioni pratiche per aiutarli. O può darsi ci sia qualcuno che si sta indebolendo nella fede, forse perché fa congetture sul futuro. Alcuni fanno sempre domande che non hanno risposte scritturali, e, quando gli anziani o altri della congregazione non possono rispondere alle loro domande, dubitano dell’adempimento delle profezie o dubitano perfino che Geova impieghi oggi la sua organizzazione. Come possiamo aiutare questi deboli? Certo possiamo incoraggiarli a riconoscere il valore della congregazione, non è vero? Notate come Geova impiega oggi la sua organizzazione per fare predicare la buona notizia! Questa è l’opera che Gesù disse si deve compiere, e quale altra organizzazione la compie? (Matt. 24:14; 28:19, 20) Gesù disse pure che una classe dello “schiavo fedele e discreto” avrebbe provveduto cibo spirituale al popolo di Dio, e oggi i servitori di Geova sono gli unici a essere spiritualmente ben nutriti, perché si associano a questo “schiavo”. (Matt. 24:45, 46) Per mezzo di esso siamo venuti in stretta associazione con Geova, suo Figlio e il suo popolo sulla terra. Se abbandonassimo l’odierna organizzazione di Dio dove potremmo volgerci? In nessun altro luogo! (Giov. 6:66-69) Questa è la sola organizzazione che egli impiega, e, se ne siamo convinti, dovremmo essere in grado di assistere altri che sono deboli nella fede.
20. Che cosa intese dire Paolo con le parole “siate longanimi verso tutti”?
20 “Siate longanimi verso tutti”, scrisse pure Paolo. (1 Tess. 5:14) La nostra benignità e il nostro amore fraterno devono includere tutti i componenti della congregazione. Dobbiamo essere disposti a passar sopra alle debolezze e alle imperfezioni di tutti ed essere longanimi verso tutti, non solo verso alcuni quando ci è facile. Dobbiamo imparare a essere pazienti e a non trovare da ridire, a non essere esigenti o pronti a criticare altri. In armonia con I Tessalonicesi 5:15, vogliamo badare “che nessuno renda ingiuria per ingiuria a nessun altro, ma sempre [perseguiamo] ciò che è buono gli uni verso gli altri e verso tutti”. Al versetto 13 dello stesso capitolo, Paolo disse: “Siate pacifici gli uni con gli altri”. Pertanto dovremmo sempre sforzarci d’essere in pace con i fratelli.
21. Come dovremmo esprimere il nostro amore alle adunanze cristiane?
21 Il nostro amore per i fratelli dev’essere operante, non inattivo. Deve includere il mostrar riguardo ai fratelli. Per esempio, quando andiamo alle adunanze di congregazione, è bene parlare non solo a quelli che conosciamo bene, ma cercare anche i nuovi e i timidi o gli introversi e includerli nei saluti e nelle conversazioni. Così li incoraggiamo e li aiutiamo a rilassarsi e a provare gioia insieme ai fratelli. Né vorremo dimenticare i bambini. L’amore dovrebbe spingerci a conversare anche con loro e a lodarli per i loro eccellenti sforzi nel servizio di Geova. Dovremmo dir loro quanto apprezziamo il buon esempio che danno nel servizio di campo e la buona condotta che tengono a scuola e a casa. Così li incoraggiamo amorevolmente a continuare a servire Geova Dio nel modo giusto.
MOSTRIAMO AMORE IN SENSO MATERIALE
22. (a) In quali modi possiamo dover esprimere a volte il nostro amore, e come Gesù diede il giusto esempio? (b) Quali sono alcuni modi di mostrare amore in senso materiale?
22 Mentre ci inoltriamo sempre più nel “tempo della fine” di questo vecchio sistema comprendiamo la necessità di avvicinarci sempre più gli uni agli altri in ogni tempo nel vincolo dell’amore, mostrando intenso amore gli uni per gli altri. Sorgeranno occasioni in cui vedremo che i nostri fratelli hanno bisogno di assistenza, e com’è utile che li conosciamo bene e li amiamo! Talora ci vorrà più che aiuto spirituale, poiché avranno bisogno di aiuto materiale. In I Giovanni 3:17 e 18 Giovanni scrisse in merito a questo bisogno: “Ma chi ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in qual modo l’amore di Dio rimane in lui? Figliuoletti, amiamo non a parole né con la lingua, ma con opera e verità”. Se mostriamo amore ai fratelli in senso materiale, di nuovo imitiamo il buon esempio dato da Gesù. Rammentiamo che a volte egli sfamò le moltitudini dando loro cibo materiale oltre che nutrimento spirituale affinché tornassero sane e salve alle loro case e non venissero meno lungo la via. (Matt. 14:14-21; 15:32-38) A volte possiamo quindi essere in grado di mostrare amore anche in senso materiale. I fratelli o le sorelle cristiane potrebbero ammalarsi. Allora possiamo mostrare intenso amore facendo cose come portare loro del cibo, aiutarli a pulire la casa o fare commissioni per loro. Forse altri hanno bisogno di assistenza per andare alle adunanze e forse noi abbiamo l’auto. Possiamo mostrare amore in pratica conducendoli alle adunanze con noi. Sì, ci sono molti modi per mostrare amore in pratica, sia ora che in futuro, provvedendo il necessario aiuto materiale.
23. Che cosa potremmo dover fare un giorno se abbiamo intenso amore per i fratelli?
23 Oggi tutti i servitori di Dio hanno problemi e secondo le indicazioni i problemi aumenteranno. È dunque saggio conoscere bene i fratelli, mostrando sempre intenso amore gli uni agli altri. Sappiamo di vivere negli “ultimi giorni” e anche Satana lo sa. Rendendosi conto d’avere breve tempo, causa molti problemi ai popoli della terra. Tutti noi possiamo dover affrontare situazioni in cui la nostra stessa vita sia in pericolo. Allora potremo essere chiamati a mostrare il genere di amore che Gesù mostrò, fino al punto di cedere la vita per i fratelli. L’Annuario del 1975 dei Testimoni di Geova contiene buoni esempi di come i fratelli nella Germania nazista si assisterono amorevolmente quando furono oggetto di spaventosa persecuzione. Ebbero davvero intenso amore gli uni per gli altri e la loro espressione di questo amore fu sia spirituale che materiale, e si aiutarono a rimanere fedeli nel servizio di Geova e si protessero a vicenda a ogni costo. Farete altrettanto? Proteggerete amorevolmente i vostri fratelli e non li tradirete mai e poi mai? Nel prossimo futuro, la nostra vita stessa può dipendere da tale reciproco amore.
24. Perché il cristiano non ha bisogno di norme particolareggiate su ogni situazione in quanto a esprimere amore verso i fratelli?
24 Ora possiamo edificarci gli uni gli altri nello spirito dell’amore agápē. Non abbiamo bisogno di regole e norme che ci dicano quando amarci gli uni gli altri. Ricordate che il comando di Gesù di amare indicò che non dovevamo trattenerci ma prendere l’iniziativa nel mostrare amore ai fratelli in ogni tempo. Se abbiamo intenso amore per i fratelli, il cuore ci spingerà a dare tutto l’aiuto possibile in ogni tempo e luogo sia necessario. Pertanto, come veri cristiani, ci distingueremo per l’amore che mostriamo gli uni verso gli altri, e il mondo riconoscerà il segno caratteristico dell’amore.
25, 26. (a) Come opera il vero amore, secondo I Corinti 13:4-7? (b) Perché è così importante amarsi di cuore gli uni gli altri intensamente?
25 In I Corinti 13:4-7, Paolo fa un’eccellente descrizione di come deve operare il vero amore cristiano. Egli dice: “L’amore è longanime e benigno. L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non si irrita. Non tiene conto dell’ingiuria. Non si rallegra dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, soffre ogni cosa”. E poi al versetto 8 l’apostolo aggiunge: “L’amore non viene mai meno”. Devono manifestare tale amore non solo gli anziani e i servitori di ministero, ma tutti i cristiani che oggi si chiamano testimoni di Geova.
26 Sì, come disse Paolo, “l’amore non viene mai meno”. Il cristiano non dovrebbe mai smettere di amare e non c’è limite all’amore né legge che lo possa indebolire. Il vero amore si può mettere in pratica in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo. In Romani 13:8, Paolo disse che l’amore è il solo debito che i cristiani dovrebbero avere gli uni verso gli altri. Oggi la fine di questo sistema si avvicina rapidamente. QUESTO, più di ogni altro, è dunque il tempo d’avere “intenso amore gli uni per gli altri”. (1 Piet. 4:8) Non è forse vero che, come servitori di Dio, speriamo di vivere per sempre gli uni con gli altri? Ne consegue anche che dovremmo volerci amare per sempre. Adesso è dunque il tempo di rafforzare i nostri stretti vincoli di cristiani e di coltivare la capacità di amarci di cuore intensamente, imitando così il nostro amorevole Dio, Geova.