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Il frutto che glorifica DioLa Torre di Guardia 1979 | 15 marzo
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sicurezza nel mondo riportata in vita sotto forma di organizzazione delle Nazioni Unite. Invece di propugnare questa rinnovata sostituzione del messianico regno di Geova, continuarono a predicare insieme al rimanente di eredi del Regno come testimoni di Geova.
17. (a) In quanto a dimorare sotto una “vite” in senso simbolico, sotto quale “vite” la “grande folla” preferisce dimorare sulla terra? (b) Sotto quale “vite” dimorava prima?
17 Che cosa preferisce la “grande folla” in quanto a dimorare al sicuro sulla terra sotto la propria vite e sotto il proprio fico in senso simbolico? Preferisce dimorare sotto “la vera vite” e i suoi “tralci” perché rappresentano il regno di Geova retto da Cristo. (Mic. 4:1-4) Prima di conoscere la buona notizia del neonato regno di Geova sotto il dominio di Gesù Cristo, “la vera vite”, dimoravano sotto un’altra vite, “la vite della terra”. (Riv. 14:19) Che “vite” è questa? È l’organizzazione politica mondiale per mezzo della quale i governanti umani cercano con atteggiamento di sfida di conservare il dominio del mondo, volendo così competere con il messianico regno di Geova.
18. Perché i “tralci” della “vera vite” hanno esortato quelli della “grande folla” a uscire di sotto la “vite della terra”?
18 I “tralci” fruttiferi della “vite” che Geova ha piantata hanno esortato quelli della “grande folla” a uscire di sotto “la vite della terra”. Non devono più mangiare le sue uve e bere il suo vino, che sono velenosi e mortiferi. Perché? Perché quella “vite” è condannata alla distruzione, com’è predetto in Rivelazione 14:18-20:
“E un altro angelo ancora emerse dall’altare e aveva autorità sul fuoco. Ed egli chiamò ad alta voce colui che aveva la falce affilata, dicendo: ‘Metti dentro la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vite della terra, perché le sue uve son divenute mature’. E l’angelo ficcò la sua falce nella terra e vendemmiò la vite della terra, e la scagliò nel grande strettoio dell’ira di Dio. E lo strettoio fu calcato fuori della città, e dallo strettoio uscì sangue fino ai freni dei cavalli, per la distanza di milleseicento stadi”.
Qui vediamo una vite simbolica in opposizione all’altra, poiché il glorificato Gesù Cristo, che è “la vera vite”, schiaccia la vite nemica, “la vite della terra”. I “cavalli” impiegati per calcare il profondo strettoio lungo 320 chilometri sono le cavalcature da guerra di Gesù Cristo e dei suoi eserciti angelici. — Riv. 19:11-15.
19. (a) Perché alla sua “vigna” spirituale non è riservato lo “strettoio” dell’ira di Dio? (b) Perché sarebbe dannoso per la “grande folla” introdurre in quella vigna “rovi e zizzanie”?
19 Lo “strettoio” dell’“ira” di Dio è riservato all’anticristiana “vite della terra”. D’altra parte, sin da quando ha ristabilito nel suo favore il rimanente degli israeliti spirituali nell’anno postbellico del 1919, Dio non ha provato alcun “furore” contro questa “vigna” simbolica o spirituale. Egli ha vigilato su questa “vigna” dell’Israele spirituale per renderla produttiva alla sua gloria. Non c’è posto in essa per cose simili a rovi e zizzanie che ostacolerebbero e diminuirebbero la produttività di questa “vigna”. (Luca 6:44) Quindi la “grande folla” che ora si associa alla “vigna” di Geova non vuole introdurre nella “vigna” fruttifera cose inadatte come rovi e zizzanie. Far questo sarebbe dannoso per la “grande folla”, poiché Geova, nel suo immutabile proposito di rendere completamente produttiva la sua “vigna” spirituale, farebbe guerra contro tali “rovi e zizzanie”. Li calpesterebbe e quindi li brucerebbe come col fuoco. — Isa. 27:4.
20. Quale relazione dovrebbe cercare la “grande folla” con Geova, e a quale canto cantato alla sua “vigna” dovrebbe unirsi?
20 Ora è il tempo in cui la “grande folla” deve fare pace con Geova e afferrare la sua “fortezza” o riserva di energia per avere la forza di fare ciò che gli è gradito. È tempo di ricordare le parole del cantico che viene ora cantato alla sua “vigna” dell’Israele spirituale: “In quel giorno cantatele: ‘Una vigna di vino spumeggiante! Io, Geova, la salvaguardo. Ogni momento l’adacquerò. Onde nessuno volga la sua attenzione contro di essa, la salvaguarderò pure notte e giorno. Io non provo alcun furore. Chi mi darà rovi e zizzanie nella battaglia? Di sicuro li calpesterò. Di sicuro darò loro fuoco nello stesso tempo. Altrimenti afferri egli la mia fortezza, faccia pace con me; la pace faccia con me’. Nei giorni avvenire Giacobbe metterà radice, Israele fiorirà e in effetti germoglierà; e semplicemente empiranno di prodotti la superficie del paese produttivo”. — Isa. 27:2-6.
21. (a) Fino a che punto il rimanente di Giacobbe o Israele spirituale dev’essere produttivo? (b) Cosa mostra che Geova ha reso produttivo il paese?
21 Ora è il “giorno” in cui il rimanente di Giacobbe o Israele spirituale dev’essere fruttuoso riempiendo la terra di vivificanti prodotti. Geova ha reso produttivo il paese su tutto il globo, poiché centinaia di migliaia di persone hanno accettato la testimonianza del Regno data dal rimanente e sono venute fuori in più di 200 paesi per formare la “grande folla” che acclama Geova come Sovrano Universale e Gesù Cristo come colui che è ora autorizzato a regnare su tutta la terra. — Riv. 7:9-17.
22. Che effetto ha avuto riguardo a Dio la produttività del rimanente dei “tralci” della “vera vite”, nonché la produttività della “grande folla”?
22 Il frutto portato dai “tralci” della “vera vite” ha davvero glorificato Geova Dio, il Coltivatore. Grazie alle loro fatiche cristiane la “grande folla” dà gloria a questo Dio che piantò e coltivò questa meravigliosa “vite” regale e i suoi tralci. Imparando dalla “vite” fruttifera e dai suoi “tralci”, quelli della “grande folla” evitano similmente ogni improduttività e cercano d’essere fruttiferi coltivando tutte le qualità di una personalità devota ed esprimendole e manifestandole attivamente alla gloria di Geova.
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‘Il piombino nella mano di Geova’La Torre di Guardia 1979 | 15 marzo
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‘Il piombino nella mano di Geova’
Il regno delle dieci tribù d’Israele viene paragonato a un muro che, in base al piombino, era diritto ma poi aveva cominciato a pendere. Leggiamo: “Ecco, Geova stava su un muro fatto con un piombino, e c’era un piombino nella sua mano. Quindi Geova mi disse: ‘Che cosa vedi, Amos?’ Dunque dissi: ‘Un piombino’. E Geova continuò a dire: ‘Ecco, metto un piombino in mezzo al mio popolo Israele. Non lo scuserò più’”. — Amos 7:7, 8.
In base alla norma o piombino di Geova, Israele, il muro, si era inclinato troppo rispetto alla perpendicolare. L’Altissimo non avrebbe più scusato o perdonato l’errore del popolo. Come un muro inclinato doveva essere abbattuto per evitare danni ai passanti, così le infedeli dieci tribù d’Israele avrebbero subìto l’avverso giudizio di Dio.
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