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Dio risuscitò una nazioneLa Torre di Guardia 1973 | 15 ottobre
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giorni e mezzo, e non lasceranno che i loro cadaveri sian posti in una tomba. E quelli che dimorano sulla terra si rallegreranno di loro e festeggeranno, e si manderanno doni gli uni gli altri, perché questi due profeti han tormentato quelli che dimorano sulla terra.
“E dopo i tre giorni e mezzo spirito di vita da Dio entrò in loro, ed essi si rizzarono in piedi, e grande timore cadde su quelli che li vedevano. Ed essi udirono un’alta voce dal cielo dir loro: ‘Salite quassù’. E salirono al cielo nella nube, e i loro nemici li videro”. — Riv. 11:7-12.
Nell’adempimento moderno di questo quadro profetico il rimanente dei cristiani Israeliti spirituali fu soppresso, per ciò che concerneva la loro pubblica e libera opera profetica e di testimonianza. Questo avvenne al culmine della persecuzione internazionale contro di loro nell’ultimo anno della prima guerra mondiale. Essi pervennero a una condizione spirituale esattamente simile a quella delle ossa secche viste da Ezechiele nella pianura della valle, a Babilonia. (Gen. 11:2-9) Fu raffigurato che rimasero in questa condizione per tre giorni e mezzo, abbastanza a lungo da consentire alla rigidità cadaverica di impossessarsi di un cadavere. Comunque, nella primavera del seguente anno, il 1919 E.V., “spirito di vita da Dio” entrò in loro risuscitandoli perché riprendessero la vigorosa attività pubblica nella predicazione internazionale di “questa buona notizia del regno”. (Matt. 24:14) Che ‘salissero in cielo nella nube’ indicò che erano religiosamente separati dalla “grande città che in senso spirituale è chiamata Sodoma ed Egitto” (l’antitipica Gerusalemme o cristianità, la parte religiosa predominante di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione). Essi vennero a sapere in maniera assai determinata che era stato Geova ad aprire i loro “luoghi di sepoltura” in Babilonia la Grande e a trarli fuori spiritualmente vivi, ristabilendoli nella loro giusta condizione spirituale.
Ciò che Geova Dio fece risuscitando sia l’Israele naturale che quello spirituale illustra in modo vigoroso che le sue promesse sono degne di fiducia. È pure degno di nota che gli antichi Ebrei, incluso l’antenato degli Israeliti, Abraamo, credettero nella risurrezione dei morti. Riguardo alla fede di Abraamo nel potere di Geova di far vivere i morti, leggiamo: “(Egli [Abraamo] è il padre di tutti noi, come è scritto: ‘Ti ho costituito padre di molte nazioni’). Questo avvenne dinanzi a Colui nel quale ebbe fede, Dio, che fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero”. (Rom. 4:16, 17) Benché non debba considerarsi una descrizione della risurrezione dei morti umani, la visione di Ezechiele di una pianura della valle piena di ossa secche è in armonia con la credenza nella risurrezione. L’adempimento della visione fornisce quindi un’ulteriore conferma alla speranza della risurrezione.
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Rispondete all’amore di Dio?La Torre di Guardia 1973 | 15 ottobre
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Rispondete all’amore di Dio?
IL PROPOSITO di Dio di riportare in vita i morti è un’espressione del suo amore. Egli non ha nessun obbligo verso il peccaminoso, morituro genere umano. Non deve ai morti umani la risurrezione. Tuttavia il suo amore per il mondo del genere umano è così grande che non risparmiò il suo più caro Figlio pur di provvedere una base per trattare con il genere umano e riportare in vita i morti umani.
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