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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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Domande dai lettori
● Come dobbiamo comprendere Efesini 3:14, 15 che parla del “Padre, al quale ogni famiglia in cielo e sulla terra deve il proprio nome”? Vi sono forse molte famiglie in cielo, e in che senso si può dire che ogni famiglia sulla terra deve il proprio nome a Dio? — G. G., Stati Uniti.
L’espressione tradotta in questo versetto “ogni famiglia” è pása patría, e può essere resa “tutta la famiglia” (Di) e “ogni famiglia”. Le traduzioni moderne dicono in genere “ogni famiglia”, come la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane.
Naturalmente, non vi sono famiglie in cielo come quelle che sono sulla terra, con un padre per ogni famiglia e una moglie, mentre gli altri membri d’essa sono figli dei genitori, poiché in cielo non si sposano né sono dati in matrimonio. (Luca 20:34, 35) Tuttavia, Geova Dio è sposato alla sua organizzazione e ha figli da essa. (Isa. 54:5) Gesù Cristo è sposato alla sua congregazione o sposa e riceve membri nel reame celeste. (2 Cor. 11:2) I fedeli membri dell’unto rimanente sulla terra sono inclusi tra i membri della famiglia di Dio, e le “altre pecore” di oggi sono futuri membri di questa famiglia. — Rom. 8:14-17; Giov. 10:16.
“Ogni famiglia . . . sulla terra” si riferisce evidentemente, non a ogni piccolo gruppo familiare che vive insieme, ma alla linea di una famiglia che preserva un nome. Secondo la legge di Mosè, Geova Dio credeva nella preservazione della linea della famiglia in quanto provvide sempre che gli eredi tramandassero il nome della famiglia, come nel caso del matrimonio per levirato. (Deut. 25:5, 6; Rut 4:3-10) Se non fosse stato per il potere creativo di Geova, non vi sarebbero state queste famiglie, ognuna delle quali porta e tramanda nel tempo un nome. Perciò ogni famiglia deve il suo nome a lui, non direttamente, non come se egli avesse dato a ogni stirpe il suo nome particolare, ma indirettamente in quanto ha reso possibile che vi fossero sulla terra famiglie con un nome. In questo senso ogni famiglia, l’unica famiglia nei cieli e le molte linee delle famiglie sulla terra, gli devono il loro nome. Gli devono la loro esistenza con l’opportunità e il privilegio di portare nomi distintivi.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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Domande dai lettori
● Nel caso di un incidente in cui fossero coinvolti dedicati cristiani, sarebbe appropriato che uno di essi intentasse un’azione legale contro il suo conservo cristiano per avere i benefici dell’assicurazione che questi ha? — E. G., Stati Uniti.
Se questo è l’unico modo in cui colui che ha subìto il danno può ottenere il risarcimento provveduto dall’assicurazione, non c’è nulla di male; spetta a lui decidere se portare la questione in tribunale o no. Questa non è la situazione di cui parlava l’apostolo Paolo quando scrisse in merito ai processi, secondo quanto è riportato in 1 Corinti 6:1-8. Egli parlava dei casi in cui persone che affermavano di essere fratelli cristiani erano in lite. Uno pensava di essere stato defraudato dall’altro. Ma l’apostolo mostrò saggiamente che i cristiani dovrebbero sempre cercare di risolvere privatamente le questioni, se non direttamente tra gli interessati, con l’aiuto di fratelli maturi della congregazione.
Comunque, quando non v’è tale animosità tra i membri della congregazione e l’azione legale è solo un sistema di procedura necessario per ottenere il risarcimento dalla compagnia di assicurazione, la situazione è molto diversa. La condotta da seguire diviene una questione da decidere personalmente.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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Domande dai lettori
● Chi sono i re menzionati in Isaia 60:3? — L. H., Stati Uniti.
Isaia 60:3 (VR), che è rivolto alla “donna” o organizzazione di Dio, come risulta dal primo versetto di Isaia 60 di questo capitolo, dice: “Le nazioni cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore del tuo levare”. Questo versetto è molto simile a Rivelazione 21:24, dove leggiamo: “Le nazioni cammineranno mediante la sua luce, e i re della terra porteranno in essa la loro gloria”.
Queste profezie non potrebbero riferirsi a re del mondo, politici o no, poiché essi non vanno all’organizzazione di Dio o non la riconoscono, né hanno vera gloria che potrebbero recarle. Non si rallegrano per la prosperità spirituale dell’organizzazione di Dio. I re menzionati in questi versetti devono essere invece coloro che sono sulla terra con la prospettiva di divenire re celesti, re dal punto di vista di Dio, che governeranno come re con Cristo
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