Qual è il proposito di Dio per l’umanità?
1-4. (a) Qual era il proposito originale di Dio per l’umanità? (b) Perché l’uomo disubbidì? (Vedi riquadro, pagina 13).
LA PROMESSA di un mondo senza guerre riportata in Isaia 2:2-4 e in Michea 4:1-4 non solo ci fornisce una speranza fondata riguardo al prossimo futuro ma ci dice anche qualcosa di molto importante riguardo al nostro Creatore, un Dio con un proposito. La profezia di Isaia capitolo 2 fa effettivamente parte di una lunga serie di profezie che comincia dalle prime pagine della Bibbia e continua fino alle ultime, facendoci capire come Dio porterà a compimento il suo proposito originale.
2 Allorché Dio creò la prima coppia umana disse chiaramente cosa si proponeva di fare per loro. In Genesi capitolo 1, versetto 28, leggiamo: “Dio li benedisse e Dio stesso disse loro: ‘Prolificate, moltiplicatevi, empite la terra e rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare, sui volatili del cielo e su tutti gli animali che si muovono sulla terra’”. Quando mettiamo questo comando in relazione con ciò che si legge nel successivo capitolo di Genesi — “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di ʽÉden perché lo coltivasse e lo custodisse” — è chiaro che Dio intendeva che la prima coppia, insieme alla sua progenie, estendesse il Paradiso oltre i confini del giardino di Eden, per abbracciare infine l’intero globo terrestre.a — Genesi 2:15.
3 Per quanto tempo sarebbero vissuti nella loro dimora paradisiaca? Dalle Scritture si capisce che l’uomo fu creato per vivere sulla terra per sempre. La morte sarebbe sopraggiunta sull’umanità solo se avesse disubbidito al suo Creatore, come si legge in Genesi capitolo 2, versetti 16 e 17: “Il Signore Dio diede all’uomo questo ordine: ‘Mangia pure di qualsiasi albero del giardino, ma non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male, perché nel giorno in cui tu ne mangiassi, moriresti’”. È perciò ragionevole pensare che se avesse continuato a ubbidire avrebbe continuato a vivere, in eterno, in quelle condizioni paradisiache. — Salmo 37:29; Proverbi 2:21, 22.
4 Tuttavia un angelo, chiamato in seguito Satana (che significa “Avversario”), influenzò quella prima coppia affinché facesse un errato uso del libero arbitrio di cui era dotata, scegliendo di disubbidire a Dio. (Giobbe 1:6-12; confronta Deuteronomio 30:19, 20). Creando l’illusione che fosse un serpente a parlare, questo angelo ribelle disse ad Eva e, per mezzo di lei, ad Adamo, che sarebbero stati più saggi e che la loro vita sarebbe stata più piena se non si fossero sottomessi a Dio come massima Autorità.b (Genesi 3:1-19) A motivo della loro aperta ribellione furono condannati a morte. Significò questo che il proposito di Dio per l’umanità fosse vanificato o che fallisse? No, significò invece che ci sarebbe voluto un altro mezzo perché il proposito originale di Dio — una terra paradisiaca piena di esseri umani ubbidienti che vivessero in eterno — potesse adempiersi. Come sarebbe avvenuto?
Promesso un seme
5, 6. (a) Cosa promise Dio per risolvere i problemi causati sulla terra dalla ribellione di Satana? (b) Cosa promise Dio ad Abraamo?
5 Pronunciando il giudizio su coloro che si erano ribellati contro la sua autorità, Geova Dio dichiarò che avrebbe suscitato un “seme” o “progenie” che avrebbe annullato i danni causati dall’istigatore della ribellione. Con un linguaggio figurato, Dio disse che la testa del serpente, che rappresentava Satana, sarebbe stata colpita o schiacciata da questo Seme, e così si sarebbe posto fine all’esistenza e alla ribellione di Satana. Nel corso degli anni questo versetto di Genesi è stato interpretato in modi diversi e contraddittori. Ma dato che la parola “seme” è usata in molte profezie, altre promesse attinenti ci fanno capire il suo significato. — Genesi 3:15, Con.
6 Il termine “seme” ha spesso relazione con l’adempimento del proposito di Dio per l’umanità nel suo insieme. Com’è scritto in Genesi 22:18, Dio fece a un fedele ebreo, Abraamo, questa promessa: “Nella tua stirpe [seme, JP] saranno benedette tutte le nazioni della terra, come ricompensa di aver tu obbedito alla Mia parola”. (Il corsivo è nostro). Dio si interessò in modo speciale di Abraamo, un uomo che Lo cercava secondo verità. Tuttavia, anche se Dio ricompensò direttamente Abraamo, da questo versetto si capisce chiaramente che Dio non si interessava soltanto di Abraamo né si interessava esclusivamente della sua stirpe secondo la carne. Dio teneva ben presente il suo proposito originale: una terra paradisiaca per tutta l’umanità, “tutte le nazioni”. Ora rivelava ad Abraamo che, a motivo della sua fedeltà, egli avrebbe avuto il privilegio di produrre il “seme” mediante il quale tutte le nazioni si sarebbero benedette.
7, 8. In che modo questo Seme promesso finì per essere legato ai concetti del regno e del Messia?
7 Abraamo fu il padre di molte grandi nazioni. (Genesi 17:4, 5) Ma Geova Dio rivelò chiaramente attraverso quale di queste linee di discendenza sarebbe venuto il Seme promesso, recando benedizioni a tutta l’umanità. (Genesi 17:17, 21) Sia il figlio di Abraamo, Isacco, che suo nipote, Giacobbe, vennero menzionati come parte della linea che avrebbe prodotto il “seme”. Una delle nazioni che ebbe origine da Abraamo fu la nazione d’Israele, formata dalle 12 tribù discese dai figli di Giacobbe, nipote di Abraamo. Era in questa nazione che sarebbe infine comparso il “seme” promesso. — Genesi 26:1, 4; 28:10, 13-15, JP.
8 In seguito la profezia rivelò che uno speciale seme, o governante, sarebbe venuto precisamente dalla tribù di Giuda. Genesi 49:10 dichiara: “La verga non si dipartirà da Giuda, né il legislatore di fra i suoi piedi, finché venga Silo; e a lui andrà l’ubbidienza dei popoli”.3 (Ta) Il commentatore biblico Rashi dice che la frase “finché venga Silo” significa “finché venga il Re Messia, a cui apparterrà il regno”.4 Come Rashi, molti commentatori biblici hanno inteso questa profezia in senso messianico.
9. (a) Cosa promise Dio al re Davide riguardo al Seme? (b) In che modo la promessa di Genesi 49:10 ha relazione con quella di Salmo 72:7, 8?
9 Il primo governante della linea di Giuda, il re Davide, ricevette da Dio questa promessa: ‘La tua casa e il tuo trono saranno saldi per sempre!’ (2 Samuele 7:16) Dio promise ulteriormente: “Io farò sorgere uno della tua stirpe [seme, JP] e consoliderò il suo regno; egli mi edificherà una casa ed Io renderò per sempre stabile il suo trono”. (1 Cronache 17:11, 12) Il re Salomone, figlio di Davide nonché suo successore, edificò veramente la casa, o tempio, di Geova ma ovviamente non regnò in eterno. Tuttavia, uno del seme di Davide sarebbe stato il “Silo”, o Messia, profetizzato in Genesi 49:10. (JP) Parlando di lui in modo profetico, il re Davide scrisse: “Il giusto fiorirà ai suoi giorni e molta sarà la pace, fino a che non ci sarà più la luna. Il re dominerà da un mare all’altro e dall’Eufrate fino all’estremità del paese”. — Salmo 72:7, 8.
10. Cosa doveva compiere il Seme promesso in Genesi 3:15, e in che modo questo è in armonia con la promessa fatta ad Abraamo?
10 Se seguiamo la rivelazione graduale attraverso la profezia comprendiamo che le benedizioni promesse ad Abraamo — “nella tua stirpe [seme, JP] saranno benedette tutte le nazioni della terra” — diverranno realtà per mezzo di questo stesso Governante della linea di Davide. (Genesi 22:18) In questo modo le profezie sul Seme sono legate alla speranza della nazione ebraica nel Messia, durante il cui dominio la terrà avrà pace assoluta. Infatti egli è il “seme” menzionato in Genesi 3:15 (Con) che avrebbe posto fine all’originale ribellione contro la sovranità di Dio e annullato il danno che ne è derivato. (Salmo 2:5, 8, 9) Altre domande e informazioni sul Messia promesso sono trattate alle pagine 24-31. Ma veniamo ora agli ulteriori rapporti di Dio con i discendenti di Abraamo.
Lo scopo del patto della Legge
11-13. In che modo il patto della Legge recò beneficio alla nazione, e doveva durare per sempre?
11 Gli israeliti divennero una nazione alcune centinaia d’anni dopo il tempo di Abraamo. Dio liberò questi discendenti dalla schiavitù egiziana e mentre erano sotto la guida di Mosè, un altro uomo di fede che Egli aveva scelto, concluse uno speciale patto, o accordo, con loro. (Esodo 19:5, 6; Deuteronomio 5:2, 3) Questo patto della Legge diede alla nazione chiare istruzioni su come Dio desiderava essere adorato. Vennero organizzati per rendere tale adorazione come nazione.
12 Si può notare che questo patto pose sin dall’inizio delle condizioni. Prima di rivelare alla nazione d’Israele i Dieci Comandamenti e l’intero patto di cui facevano parte, Dio li informò: “Ordunque, se voi ubbidirete alla Mia voce e manterrete il Mio patto, sarete per Me quale tesoro fra tutti i popoli, poiché a Me appartiene tutta la terra. E voi sarete per Me un reame di sacerdoti, una nazione consacrata”. (Esodo 19:5, 6) Per continuare ad essere impiegati da Dio come un tesoro, avrebbero dovuto ubbidirgli fedelmente. Questi erano i termini del patto.
13 Quando si pensa qual era la ricompensa promessa per la loro fedeltà — divenire un reame di sacerdoti — si comprende che il patto della Legge non era fine a se stesso ma che era, piuttosto, un provvedimento transitorio avente lo scopo di rendere qualificato un sacerdozio che avrebbe aiutato altre nazioni a conoscere il vero Dio. Sin dall’inizio il proposito di Dio è stato che tutta l’umanità si benedicesse e non solo le persone di una nazione. — Genesi 22:18.
14. Quali altri benefìci derivarono dal patto della Legge?
14 Visto che il patto della Legge non era fine a se stesso, qual era il suo scopo? Esso smascherava e denunciava inequivocabilmente tutti i falsi concetti religiosi che l’uomo aveva cominciato a sviluppare in maniera indipendente dal tempo della ribellione nel giardino d’Eden. (Deuteronomio 18:9-13) Proteggeva anche la nazione d’Israele dalle disgustose pratiche e dal culto delle nazioni circonvicine riducendo al minimo ogni contatto con quelle nazioni. (Deuteronomio 7:1-6) Finché avesse osservato quella Legge, Israele sarebbe stato preservato in una condizione di purezza religiosa, nella quale avrebbe potuto infine identificare e accogliere il Seme, o Messia, promesso.
15, 16. Quali importanti lezioni spirituali contenute nel patto della Legge ne additano anche la natura temporanea?
15 Il patto della Legge mise anche in risalto il bisogno di espiazione, poiché includeva uno specifico sistema di sacrifici che erano parte integrante del culto ebraico. (Levitico 1:1-17; 3:1-17; 16:1-34; Numeri 15:22-29) Al tempo della ribellione di Adamo ed Eva l’umanità perse la perfezione che le avrebbe permesso di vivere eternamente con una salute perfetta. (Genesi 2:17) A causa del primo peccato, i discendenti di Adamo ed Eva (nati tutti dopo la ribellione) ereditarono l’imperfezione e la tendenza innata a peccare. (Genesi 8:21; Salmo 51:7 [51:5, NM]; Ecclesiaste 7:20) L’imperfezione ebbe come conseguenza malattie, invecchiamento e morte, oltre a creare una barriera fra l’uomo e Dio. (1 Re 8:46; confronta Lamentazioni 3:44). Ci voleva qualche mezzo per annullare questi danni oltre che per superare e fare espiazione per la condizione di imperfezione dell’uomo. Gli uomini di fede furono sempre vivamente consapevoli di questo bisogno. — Giobbe 1:4, 5; Salmo 32:1-5.
16 Il patto della Legge metteva in evidenza che Dio ha delle norme legali che vanno soddisfatte. Provvedeva anche la base per capire come le norme di giustizia di Dio sarebbero state soddisfatte appieno.c I sacrifici previsti dal patto della Legge non avrebbero mai potuto portare a compimento il proposito originale di Dio per l’umanità, dato che il loro effetto era temporaneo, e sottolineavano la condizione peccaminosa ma non la eliminavano né la prevenivano. Perciò la Legge era un provvedimento transitorio per aiutare questa nazione organizzata di adoratori a capire al momento opportuno come identificare il Seme e come quel Seme avrebbe annullato i danni causati dal peccato di Adamo. In che punto la Torà indicava questo fatto?
Promesso un profeta come Mosè
17, 18. Cosa significava la promessa di Dio riportata in Deuteronomio 18:15, 18, 19 di far sorgere un profeta?
17 In Deuteronomio capitolo 18, versetto 15, Mosè disse alla nazione d’Israele: “Il Signore tuo Dio potrà far sorgere un profeta dal tuo seno, fra i tuoi fratelli, come me; a lui dovrete prestare ascolto”. Nello stesso capitolo, ai versetti 18 e 19, Geova parlò a Mosè, colui che Egli aveva costituito come mediatore fra se stesso e il Suo popolo, dicendo: “Un profeta Io farò sorgere per loro da mezzo ai loro fratelli come te e metterò sulla sua bocca le Mie parole sì che egli possa dire tutto ciò che gli comanderò. E a quell’uomo che non ubbidirà alle Mie parole che egli pronunzierà in Mio nome, Io gliene domanderò conto”. Come si doveva intendere questa profezia?
18 È chiaro che il profeta menzionato qui è una persona ben precisa e particolare. Il contesto fa capire che non si tratta semplicemente, come hanno pensato alcuni, di un principio generale inerente all’intenzione di Dio di continuare a suscitare profeti per la nazione. Il termine ebraico per profeta (navì’) è al singolare, e il paragone è con Mosè, che fu senza pari nella storia della nazione. Per di più, le parole conclusive dello stesso libro di Deuteronomio dicono: “Non sorse mai più profeta in Israele come Mosè, col quale il Signore aveva trattato faccia a faccia”. (Deuteronomio 34:10-12) A scrivere queste parole fu molto probabilmente Giosuè, figlio di Nun, anch’egli un grande condottiero e profeta costituito da Dio. Ma dal modo in cui si espresse è evidente che non pensava di essere colui che avrebbe adempiuto le parole di Mosè circa un profeta come Mosè. Perciò Dio cosa aveva voluto dire quando aveva promesso di far sorgere un profeta come Mosè? Com’era Mosè?
Profetizzato un nuovo patto
19. (a) In che senso Mosè fu senza uguali? (b) Quale altro incarico avrebbe dovuto assolvere un profeta come Mosè?
19 Mosè fu un grande condottiero; fu un legislatore, un profeta, un operatore di miracoli, un insegnante e un giudice. Fu anche un mediatore, il solo profeta che abbia fatto da intermediario in un patto fra Dio e l’uomo (in questo caso, la nazione d’Israele). Un profeta che fosse stato veramente come lui avrebbe dovuto fare qualcosa di simile. Questo vuol forse dire che Dio intendeva sostituire il patto della Legge con un altro patto? Sì. Per mezzo del profeta Geremia, Dio dichiarò esplicitamente la sua intenzione di concludere un nuovo patto. Un nuovo patto avrebbe richiesto un nuovo mediatore. Solo qualcuno come Mosè avrebbe avuto i requisiti necessari per assolvere un tale incarico. Se esaminiamo ciò che il nuovo patto comporta, possiamo capire meglio il ruolo del mediatore.
20, 21. (a) Quale promessa troviamo in Geremia 31:30-33 (31-34, NM)? (b) Qual era l’espresso proposito del nuovo patto? (c) Di conseguenza, che ne sarebbe stato del patto della Legge?
20 Fu circa 900 anni dopo il tempo di Mosè che Geremia comunicò alla nazione d’Israele queste parole di Dio: “In quei giorni, dice il Signore, stipulerò un nuovo patto con la casa di Israele e la casa di Giuda; non come il patto che stipulai con i loro padri, quando li presi per mano per trarli dalla terra d’Egitto, patto che essi violarono, . . . dice il Signore. Ma questo sarà il patto che stipulerò con la casa d’Israele, dopo quei giorni . . . perdonerò le loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato”.d — Geremia 31:30-33 (31-34, NM).
21 Se il profeta come Mosè doveva essere il nuovo mediatore di un nuovo patto, ne consegue pure che tutti gli specifici particolari del culto previsti dalla Legge mosaica non sarebbero stati in vigore per sempre ma solo finché non fosse stato istituito il nuovo patto. Certo una volta che Dio avesse fornito la base per ‘perdonare le loro iniquità e non ricordare più il loro peccato’, l’intero sistema dei sacrifici provveduti mediante la disposizione del tempio, che permetteva di ottenere solo un perdono temporaneo, non sarebbe stato più necessario. Con l’istituzione del nuovo patto anche gli aspetti cerimoniali del patto della Legge, come l’osservanza del sabato e delle feste, non avrebbero più avuto lo stesso significato. A tempo debito Dio avrebbe senz’altro rivelato ciò che sarebbe stato richiesto da coloro che sarebbero stati inclusi nella disposizione del nuovo patto promesso. — Amos 3:7.
Benedizioni per tutte le nazioni
22, 23. (a) Qual era lo scopo del nuovo patto riguardo alle nazioni? (b) In che modo altre profezie mostrano qual era il proposito di Dio per tutte le nazioni?
22 Comprendendo che il profeta come Mosè e il Seme di Abraamo sono la stessa persona siamo aiutati a capire un altro aspetto importantissimo del nuovo patto; esso sarebbe stato il mezzo legale mediante cui persone di tutte le nazioni avrebbero potuto adorare il vero Dio. Da Genesi 22:18, dove si legge che mediante questo “seme” (JP) “saranno benedette tutte le nazioni della terra”, si comprende chiaramente che in qualche momento critico della storia umana Dio non avrebbe più trattato esclusivamente con una nazione, i discendenti di Abraamo. Una volta che la nazione d’Israele avesse assolto questo ruolo essenziale di provvedere il Seme promesso e che il nuovo patto fosse stato istituito, persone di tutte le nazioni e di tutte le razze avrebbero potuto adorare il vero Dio.
23 Certo nessuno avrebbe potuto ragionevolmente mettere in discussione che Dio fosse giusto permettendo a persone sincere di ogni nazione e razza di adorarlo. Questa era stata l’intenzione di Dio sin dall’inizio, e nella Bibbia ci sono molte profezie che confermano il fatto che persone di tutte le nazioni si sarebbero benedette mediante il seme di Abraamo. (Zaccaria 8:20-23) Se ne può trovare un esempio in Sofonia capitolo 3, versetto 9, dove Dio dichiara: “Quindi tramuterò la lingua dei popoli in una lingua pura, sì che invochino tutti il nome del Signore e Lo servano tutti indistintamente”. La profezia stessa di Isaia capitolo 2 menzionata all’inizio di questo opuscolo mette in evidenza questo aspetto unificante dell’adorazione di Dio, che persone di molte nazioni avrebbero cominciato a servirlo con verità, imparando le vie della pace; mette pure in evidenza quando ciò sarebbe accaduto: “Avverrà alla fine dei giorni”. (Isaia 2:2) Cosa si intende con l’espressione “fine dei giorni”?
24. (a) Cosa si intende con l’espressione “fine dei giorni”? (b) Cos’è descritto in Ezechiele capitoli 38 e 39?
24 Le Scritture parlano ripetutamente del giorno in cui Dio porterà in giudizio tutte le nazioni. (Isaia 34:2, 8; Geremia 25:31-35; Gioele 4:2 [3:2, NM] Abacuc 3:12; Sofonia 1:18; 3:8) Da quando la sovranità di Dio nel giardino d’Eden è stata rifiutata, l’incapacità del genere umano di governarsi bene è diventata sempre più evidente. I governi umani sono stati un fallimento completo e hanno causato indicibili sofferenze. Se fosse loro permesso di andare avanti ancora per molto in quest’era di armi nucleari e di inquinamento ambientale a livello mondiale, gli uomini potrebbero distruggere se stessi e la terra su cui vivono. Perciò Dio, servendosi del Messia che ha costituito, il Seme, interverrà. (Salmo 2:1-11; 110:1-6) Il profeta Ezechiele previde la battaglia finale di Dio contro i governi umani. Nei capitoli 38 e 39 del suo libro egli descrive la guerra di Dio contro ‘Gog e la terra di Magog’. (Ezechiele 38:2) Si riconosce da più parti che questa profezia riguarda gli ultimi giorni. Da un attento studio delle Scritture si comprende che qui “Gog” è un nome simbolico usato in riferimento allo stesso spirito ribelle, Satana, che indusse Adamo ed Eva a disubbidire a Dio. La sconfitta di questo spirito e delle sue forze, nemici di Dio di vecchia data, è effettivamente la parte iniziale dell’adempimento della promessa originale secondo cui alla fine il “seme” avrebbe, simbolicamente parlando, schiacciato la testa al “serpente”, Satana. — Genesi 3:15, Con.
25. Secondo le profezie, cosa accadrà dopo la distruzione delle forze di Satana?
25 Dopo la distruzione delle forze di Satana, saranno ripristinate le condizioni paradisiache esistenti in origine nell’Eden. Ma questa volta, sotto la disposizione del nuovo patto, l’umanità ubbidirà a Dio. (Isaia 11:1-9; 35:1-10) Non solo verranno perdonati i peccati ma l’umanità sarà riportata alla perfezione in ogni senso. (Isaia 26:9) Come risultato le verrà concessa la vita eterna. (Salmo 37:29; Isaia 25:8) A quel tempo saranno perfino riportati in vita — risuscitati — i morti, sia quelli che sono morti fedeli a Dio che i miliardi di persone che non hanno mai avuto la piena opportunità di conoscere la verità intorno a lui! (Daniele 12:2, 13; Isaia 26:19) Una speranza così meravigliosa non ci avvicina di più all’Iddio che ha ideato tali cose?
26. Cosa comporta per noi la venuta del profeta come Mosè?
26 Queste sono soltanto alcune delle benedizioni che sono riservate a persone di tutte le nazioni le quali riconoscono e ascoltano la voce del profeta come Mosè, il Seme che regnerà sul trono di Davide “fino a che non ci sarà più la luna”, vale a dire per sempre. (Salmo 72:7) Riguardo a questo profeta come Mosè, Deuteronomio 18:19 dice anche: “A quell’uomo che non ubbidirà alle Mie parole che egli pronunzierà in Mio nome, Io gliene domanderò conto”. Troverete il tempo e farete lo sforzo necessario per sapere chi è questo Profeta come Mosè, questo Messia, imparando così tutto ciò che Dio richiede? Acquisterete personale conoscenza del vero Dio?
[Note in calce]
a La narrazione del libro di Genesi dov’è descritto il giardino di Eden non è una parabola. L’Eden esisteva veramente ed era un luogo molto vasto. Il versetto addita una località a nord delle pianure mesopotamiche, dove nascevano i fiumi Tigri ed Eufrate. (Genesi 2:7-14) L’uomo doveva guardare a quel modello per coltivare il resto della terra.
b Per capire più a fondo le conseguenze di questa ribellione, vedi riquadro, pagine 16-17.
c Il precedente legale codificato da Mosè circa il modo in cui veniva punito chi violava la Legge — “vita per vita, occhio per occhio, dente per dente” — rispecchia il principio a cui Dio stesso si ispirò per risolvere la questione della salvezza dell’uomo. (Deuteronomio 19:21) A causa di un uomo perfetto, Adamo, la razza umana era stata condannata, quindi per compensare questa perdita era necessario che un altro uomo perfetto cedesse la sua vita. Così la sua morte avrebbe espiato in maniera perfetta il peccato di Adamo e le sue conseguenze per l’umanità. Solo la venuta del “seme” promesso, la cui vita sarebbe stata offerta come riscatto legale, poteva operare tale liberazione in maniera completa. (Genesi 3:15, Con) Per una trattazione più estesa di questo aspetto del Seme nel proposito di Dio, vedi le pagine 28-9, paragrafi 17-20.
d Una comune spiegazione data dall’ebraismo moderno è che Geremia stava semplicemente predicendo che il patto della Legge con Israele sarebbe stato rinnovato o riaffermato, ciò che avvenne dopo il suo ritorno dall’esilio babilonese nel 537 a.E.V. (Esdra 10:1-14) Ma di nuovo la profezia stessa smentisce una spiegazione del genere. Dio dichiarò esplicitamente che sarebbe stato un “nuovo patto”, non semplicemente un patto rinnovato. Inoltre egli ribadisce che è diverso dal patto che fece quando liberò la nazione dalla schiavitù egiziana. Alcuni hanno detto che fu “nuovo” nel senso che ora avrebbero osservato fedelmente lo stesso patto, ma la storia mostra che le cose andarono diversamente. Infatti la loro mancanza di fedeltà condusse alla distruzione del secondo tempio. — Deuteronomio 18:19; 28:45-48.
[Riquadro a pagina 13]
CHI È SATANA?
LA BIBBIA parla di Satana non come della “inclinazione al male” presente nell’uomo ma piuttosto come di una creatura spirituale invisibile, un angelo. (Giobbe 1:6) Essendo uno degli angeli, o figli di Dio, fu creato perfetto, ma in seguito fece di sé il primo ribelle, o avversario, di Dio. (Deuteronomio 32:4; confronta Ezechiele 28:12-17). La sua ribellione alla sovranità di Dio consiste, fra l’altro, nell’accusare gli uomini di essere infedeli, di agire solo nel proprio interesse. Si notino alcune delle scritture che mettono chiaramente a nudo gli insidiosi tentativi che Satana compie per indurre gli uomini a disubbidire e a comportarsi male:
[Riquadro/Illustrazioni alle pagine 16 e 17]
PERCHÉ DIO PERMETTE LA MALVAGITÀ?
PUÒ darsi che qualche volta vi siate chiesti: ‘Se Dio esiste, perché permette le sofferenze?’, oppure: ‘Se Dio permette le sofferenze, perché le ha permesse così a lungo?’ È difficile rispondere a domande di questo genere, specie in riferimento all’Olocausto, che forse più di qualsiasi altro singolo avvenimento è divenuto il massimo simbolo delle sofferenze umane. Nel tentativo di trovare una spiegazione, alcuni negano l’esistenza di Dio, mentre altri negano l’esistenza del male. Queste sono conclusioni realistiche? Esiste una risposta soddisfacente?
2 Secondo alcuni, non si dovrebbero neppure fare domande del genere. Tuttavia profeti fedeli come Abacuc non ritennero fosse fuori luogo fare domande simili. Abacuc chiese a Dio: “Fino a quando dovrò supplicarti, o Signore, senz’essere ascoltato, denunciarti la violenza senza che Tu ne liberi (la terra)? Perché continui a farmi vedere malvagità, e Tu stesso constati che c’è iniquità”? — Abacuc 1:2, 3.
3 Alcuni, purtroppo, non riescono ad accettare nessun tipo di risposta, giusta o sbagliata che sia. La crudeltà di certi avvenimenti e la brutalità dell’uomo li rendono incapaci di fare un’analisi obiettiva. Perciò chi desidera una risposta deve esaminare onestamente il proprio atteggiamento oltre che la ragionevolezza della spiegazione data.
Chi ha veramente la colpa
4 Dio non è e non è mai stato complice dei crimini commessi dall’uomo. Certi insegnamenti religiosi, tuttavia, lo fanno pensare, complicando ulteriormente la situazione. Per esempio, credenze secondo cui questo mondo è un terreno di prova per la vita futura e secondo cui Dio, attraverso la morte, “si prende” i nostri cari, perfino i bambini, fanno sembrare che egli sia personalmente responsabile di incidenti, delitti e disastri. Lo stesso può dirsi riguardo alle dottrine della predestinazione e del destino. Alcuni poi cercano di spiegare l’Olocausto definendolo una ‘punizione divina per la mondanità degli ebrei d’Europa’ o ‘il modo scelto da Dio per far capire al mondo il bisogno di uno stato ebraico’. Agli occhi di molti, queste giustificazioni sono non soltanto inaccettabili ma anche offensive.
5 Credenze simili non diffamano Dio? Non è l’uomo, anziché Dio, il responsabile di tutte le ingiustizie commesse nel corso dei secoli? (Ecclesiaste 8:9) Lo storico Arnold Toynbee ha dichiarato: “Gli uomini sono gli unici capaci di essere malvagi perché sono gli unici ad essere coscienti di quello che fanno e in grado di fare scelte deliberate”.e Perciò abusando del proprio libero arbitrio l’uomo ha causato inenarrabili sofferenze. Perché allora Dio non lo creò in modo tale che non potesse fare del male al suo simile?
6 L’uomo fu creato a “immagine” di Dio e con la facoltà del libero arbitrio. (Genesi 1:26) Se così non fosse stato, l’uomo non avrebbe la capacità di provare la soddisfazione e la gioia che derivano dal fare spontaneamente del bene agli altri. La coscienza non avrebbe alcun senso e l’esistenza dell’uomo sarebbe simile a quella delle forme di vita inferiori. Il libero arbitrio è una benedizione per l’uomo e lo rende diverso da un robot. Ma il libero arbitrio comporta libertà di scelta, inclusa una scelta sbagliata o con cattive conseguenze. Tuttavia, anche se si accetta il fatto che Dio non è responsabile del male si deve ancora rispondere alle domande: Perché lo permette? e: Perché non pose fine immediatamente alle sofferenze?
Come ha potuto Dio permetterle?
7 Perché esiste il male quando esiste qualcuno che ha il potere di farlo cessare? La risposta della Bibbia a questa domanda si trova principalmente nel racconto relativo al primo uomo e alla prima donna, Adamo ed Eva. I capitoli 2 e 3 di Genesi narrano che essi scelsero di disubbidire a Dio mangiando “dell’albero della conoscenza del bene e del male”. In seguito alla loro disubbidienza sorsero importanti controversie. Per indurli a ribellarsi (vedi riquadro, pagina 13) il tentatore disse loro: “Non morrete”, mettendo così in dubbio la veracità di Dio, dal momento che Dio aveva detto chiaramente che la disubbidienza sarebbe stata punita con la morte. (Genesi 2:17; 3:4) Poi proseguì dicendo: “Dio sa che nel giorno in cui mangiaste di esso, i vostri occhi si aprirebbero e diverreste come Dio conoscitori del bene e del male”. (Genesi 3:5) Egli stava apertamente insinuando che Dio negasse loro ingiustamente qualcosa. Così sorsero dei dubbi sulla validità delle leggi di Dio e sul suo modo di governare. Questo fu un attacco contro la sovranità di Dio, contro il suo stesso diritto d’essere l’unico e assoluto Governante dell’umanità.
8 Erano sorte controversie di vasta portata: L’uomo ha veramente bisogno della guida di Dio per governare con successo se stesso e l’intera terra? Se no, allora forse Dio era ingiusto a esigere l’ubbidienza da lui. Se l’uomo è in grado di governarsi, perché dovrebbe essere Dio a decidere per l’uomo ciò che è bene e ciò che è male? Giustiziando i trasgressori non si sarebbe data una risposta a queste domande. Solo col passare del tempo gli esseri umani avrebbero dimostrato che l’uomo è incapace di governarsi bene.
Chi ha il diritto di decidere?
9 Forse la domanda principale, una domanda a cui ognuno di noi deve rispondere personalmente, è questa: Non ha Dio il diritto di decidere quali questioni sono di primaria importanza e quando dovrebbero essere risolte? Per molti è difficile accettare l’idea che una questione o un problema morale sia abbastanza importante da giustificare che si permetta la sofferenza umana. Ma è proprio irragionevole pensare che Dio, grazie alla sua lungimiranza, sia in grado di agire nei migliori interessi di tutte le sue creature?
10 Il profeta Isaia scrisse: “I Miei pensieri non sono i vostri, le vostre vie non sono le Mie, dice il Signore”. (Isaia 55:8) Dio non è certo insensibile alle sofferenze umane, ma essendo onnisapiente ed eterno è nella posizione migliore non solo per valutare tutti i fattori che hanno relazione con le varie controversie ma anche per determinare come e quando risolverle in modo che ne risulti il massimo bene per tutti gli interessati.
11 Concedendo tutto il tempo necessario per appianare le controversie sollevate, Dio stabilisce un precedente che sarà sempre valido. Se in futuro qualche ribelle dovesse mettere nuovamente in dubbio l’esercizio della sovranità di Dio, non sarebbe necessario concedergli altro tempo per dargli la possibilità di dimostrare la sua tesi. (Naum 1:9) Tutto ciò che ha bisogno d’essere dimostrato sarà già stato dimostrato. Nel frattempo abbiamo il privilegio di schierarci dalla parte di Dio, come hanno fatto molti fedeli dell’antichità. Giobbe, ad esempio, pur essendo del tutto all’oscuro della ragione delle sue sofferenze, era deciso a rimanere leale a Dio. (Giobbe 2:9, 10) Dio, il Creatore dell’uomo, non merita forse tale lealtà?
Quale soluzione ha adottato Dio?
12 Il periodo di tempo concesso da Dio per risolvere le varie controversie sta per finire. Il male e tutto ciò che lo causa saranno presto eliminati. (Proverbi 2:21, 22; Daniele 2:44) Dio stesso garantirà all’umanità pace e felicità eterne su una terra paradisiaca. (Isaia 14:7) Essendo l’Iddio di giustizia, Geova non dimenticherà coloro che hanno sofferto e che sono morti ingiustamente. Saranno risuscitati, riportati in vita proprio qui sulla terra. (Giobbe 14:14, 15; Isaia 25:6-8) Secondo la promessa di Dio stesso, “non saranno ricordate le cose precedenti e non verranno più alla memoria”. La vita eterna darà alle persone ampie opportunità di vedere nella giusta luce le ragioni per cui Dio ha permesso la malvagità. Nessuno di coloro che riceveranno queste benedizioni sarà scontento a causa di sofferenze, sue o di altri. ‘Gioire per sempre di ciò che Egli sta per creare’: questa sarà una ricompensa più che sufficiente. — Isaia 65:17, 18.
13 Per mezzo della Bibbia, Dio ci dice chiaramente perché esistono le sofferenze. Tuttavia in un breve articolo non si può rispondere a tutte le domande che sorgono su un argomento così profondo.f Una risposta esauriente si può trovare solo con un esame accurato della Bibbia in tutti i suoi aspetti. Accoglierete la sfida, essendo disposti a dedicare il tempo necessario per fare tale indagine? La posta in gioco è alta e ne vale la pena.
[Note in calce]
e Citato da Il racconto dell’Uomo, traduzione dall’inglese di Davide Bigalli, Garzanti, Milano, 1977, pagina 23.
f Per una trattazione più approfondita di questo soggetto, vedi il libro Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?, capitolo 16, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
1-3. Come hanno cercato alcuni di rispondere alla domanda sul perché esistono le sofferenze?
4, 5. Quali sono alcune credenze che diffamano Dio?
6. Cosa comporta per l’uomo il fatto di avere il libero arbitrio?
7, 8. Quali controversie erano sorte sin dagli inizi della storia dell’umanità?
9-11. Perché Dio ha permesso le sofferenze per così tanto tempo?
12, 13. In che modo Dio riporterà presto condizioni giuste sulla terra?
[Illustrazione a pagina 15]
Perché Dio incluse i sacrifici fra le cose richieste dal patto della Legge?