Capitolo 4
Ricerca dell’ignoto attraverso magia e spiritismo
1. Cosa disse Paolo agli ateniesi sull’Areopago? Perché?
“UOMINI di Atene, vedo che in ogni cosa voi sembrate dediti al timore delle divinità più di altri”. (Atti 17:22) Queste parole furono rivolte dall’apostolo cristiano Paolo a una folla radunata sull’Areopago, o Colle di Marte, nell’antica città greca di Atene. Paolo fece questa osservazione perché in precedenza aveva notato che “la città era piena di idoli”. (Atti 17:16) Cosa aveva visto?
2. Cosa rivelava che gli ateniesi avevano timore delle divinità?
2 Senza dubbio Paolo aveva visto un gran numero di dèi greci e romani in quella città cosmopolita, ed era palese che la vita degli abitanti era incentrata sul culto delle divinità. Per timore di trascurare, forse senza volerlo, qualche divinità importante o potente che perciò si sarebbe potuta adirare, gli ateniesi addirittura includevano nel loro culto “un Dio sconosciuto”. (Atti 17:23) Questa era una chiara indicazione del loro timore delle divinità.
3. Il timore delle divinità è una caratteristica esclusiva degli ateniesi?
3 Certo il timore delle divinità, in special modo di quelle sconosciute, non è una caratteristica esclusiva degli ateniesi del I secolo. Da migliaia d’anni esso domina pressoché tutta l’umanità. In molte parti del mondo quasi ogni aspetto della vita umana ha direttamente o indirettamente a che fare con qualche divinità o con gli spiriti. Come abbiamo visto nel capitolo precedente, le mitologie degli antichi egiziani, greci, romani, cinesi e altri traevano le loro radici da certe idee relative a dèi e spiriti, idee che incidevano sensibilmente sulle questioni personali e nazionali. Durante il Medioevo circolavano in tutto il reame della cristianità un’infinità di storie riguardanti alchimisti, maghi e streghe. E oggi la situazione è molto simile.
Usanze e superstizioni oggi
4. Quali sono alcune usanze molto diffuse che a quanto pare si collegano con divinità o spiriti?
4 Che se ne rendano conto o no, le persone fanno molte cose che si collegano con pratiche o credenze superstiziose, alcune delle quali hanno a che fare con divinità o spiriti. Ad esempio, sapevate che l’osservanza del compleanno trae origine dall’astrologia, la quale attribuisce grande importanza all’esatta data di nascita? Che dire della torta di compleanno? Pare abbia relazione con la dea greca Artemide, il cui genetliaco veniva celebrato con focacce al miele a forma di luna su cui erano poste delle candele. O sapevate che vestirsi di nero ai funerali era in origine uno stratagemma per sfuggire all’attenzione degli spiriti malvagi che si diceva stessero in agguato in tali occasioni? In Africa certi neri si dipingono di bianco, mentre in altri paesi parenti e amici del morto indossano abiti dai colori insoliti per non farsi riconoscere dagli spiriti.
5. Quali superstizioni comuni conoscete?
5 Oltre a queste usanze molto diffuse, in ogni luogo la gente ha le proprie superstizioni e i propri timori. In Occidente rompere uno specchio, vedere un gatto nero, passare sotto una scala, il venerdì 17 o, a seconda di dove abitate, il martedì o venerdì 13, sono tutte cose considerate di malaugurio. In Oriente i giapponesi chiudono il chimono sovrapponendolo sul lato destro, perché solo ai cadaveri viene chiuso al contrario. Le loro case sono prive di finestre e porte sul lato nordorientale, affinché i demoni, che si dice vengano da quella direzione, non trovino l’entrata. Nelle Filippine la gente toglie le scarpe ai morti e gliele pone accanto alle gambe prima della sepoltura, affinché “San” Pietro li accolga. Quando gli adulti avvertono i piccoli che devono comportarsi bene, indicano la faccia della luna dicendo che è “San” Michele che guarda e annota le loro marachelle.
6. Fino a che punto oggi la gente è coinvolta nello spiritismo?
6 La credenza nell’esistenza di spiriti e divinità, comunque, non si riduce a usanze e superstizioni apparentemente innocue. Sia nelle società primitive che in quelle moderne si è fatto e si fa tuttora ricorso a vari mezzi per dominare o placare gli spiriti malvagi e propiziarsi quelli buoni. Naturalmente possono subito venirci in mente abitatori di luoghi remoti nelle foreste tropicali o sui monti che, quando sono malati o in altre gravi difficoltà, consultano medium, guaritori e sciamani (sacerdoti-stregoni). Ma anche abitanti di città grandi e piccole ricorrono ad astrologi, pronosticatori, indovini e chiaroveggenti per conoscere il futuro o per essere aiutati a prendere importanti decisioni. Alcuni, pur dicendo di appartenere a una qualche religione, si dedicano con entusiasmo a queste pratiche. Molti altri hanno fatto dello spiritismo, della magia nera e dell’occultismo la loro religione.
7. Quali domande dobbiamo prendere in esame?
7 Qual è la fonte o l’origine di tutte queste pratiche e superstizioni? Sono solo modi diversi per avvicinarsi a Dio? E, ciò che più conta, che effetto hanno su coloro che le seguono? Per trovare la risposta a queste domande dobbiamo dare uno sguardo retrospettivo alla storia dell’uomo e farci un’idea delle sue primitive forme di culto.
Desiderio di scoprire l’ignoto
8. Quale qualità peculiare distingue gli uomini dalle creature inferiori?
8 Contrariamente a quanto possono affermare gli evoluzionisti, l’uomo possiede una dimensione spirituale che lo rende diverso dalle creature inferiori e lo eleva al di sopra di esse. Nasce con un forte spirito indagatore. Ha sempre cercato una risposta a domande quali: Che senso ha la vita? Che accade quando si muore? Che relazione ha l’uomo col mondo fisico, o meglio con l’universo? È inoltre mosso dal desiderio di comunicare con qualcosa di più elevato o più potente di se stesso così da poter acquistare un certo controllo sul proprio ambiente e sulla propria vita. — Salmo 8:3, 4; Ecclesiaste 3:11; Atti 17:26-28.
9. Come descrive uno studioso la “spiritualità”?
9 A questo riguardo, in un suo libro (Man, God and Magic) Ivar Lissner scrisse: “Ci si può solo meravigliare per la costanza con cui l’uomo si è sforzato, nel corso della storia, di protendersi oltre se stesso. Le sue energie non sono mai state dirette unicamente a soddisfare le proprie necessità materiali. Ha sempre indagato, avanzando a tentoni, aspirando all’irraggiungibile. Questo strano e innato anelito dell’essere umano è la sua spiritualità”.
10. Cosa mostra che l’uomo ha un naturale desiderio di tendere a Dio?
10 Certo, coloro che non credono in Dio non vedono le cose esattamente così. In genere attribuiscono questa inclinazione umana ai bisogni dell’uomo, siano essi psicologici o d’altro genere, come abbiamo visto nel Capitolo 2. Tuttavia, non è capitato forse a tutti noi di notare che, dinanzi al pericolo o a una situazione disperata, generalmente la prima reazione di una persona è quella di invocare l’aiuto di Dio o di qualche potenza soprannaturale? Questo è vero oggi come lo era nel passato. Pertanto Lissner proseguì dicendo: “Chiunque abbia effettuato delle ricerche fra i più antichi popoli primitivi non può fare a meno di intuire che avevano tutti un’idea di Dio, che possedevano una viva consapevolezza dell’esistenza di un essere supremo”.
11. Che esito ha avuto lo sforzo dell’uomo di penetrare l’ignoto? (Confronta Romani 1:19-23).
11 Come cercassero di soddisfare questo innato desiderio di penetrare l’ignoto era tutta un’altra cosa. I cacciatori e i pastori nomadi erano intimoriti dalla forza degli animali selvaggi. I contadini seguivano con particolare interesse i cambiamenti di clima e di stagione. Gli abitanti delle foreste tropicali reagivano in maniera del tutto diversa da coloro che vivevano nei deserti o sui monti. Dinanzi a queste diverse paure e necessità, gli uomini idearono una sbalorditiva quantità di pratiche religiose attraverso le quali speravano di propiziarsi le divinità benefiche e placare quelle malefiche.
12. Quali aspetti si può notare che hanno in comune le pratiche religiose di persone di ogni parte del mondo?
12 Nonostante la grande diversità, queste pratiche religiose hanno in comune certi aspetti facilmente riconoscibili. Tra questi ci sono il reverenziale timore di spiriti divinizzati e di potenze soprannaturali, l’impiego di magia, divinazione mediante segni e presagi, astrologia e svariati metodi di predizione della sorte. Man mano che li prenderemo in esame, noteremo come questi aspetti hanno avuto un ruolo primario nel plasmare le concezioni religiose degli uomini in ogni parte del mondo e in tutte le epoche, fino al nostro giorno.
Spiriti divinizzati e potenze soprannaturali
13. Cosa avrà reso perplessi gli uomini dell’antichità?
13 Agli uomini dell’antichità la vita appariva piena di mistero. Essi erano circondati da fatti inspiegabili e sconcertanti. Per esempio, non riuscivano a capire perché una persona perfettamente sana dovesse all’improvviso ammalarsi, o perché il cielo non dovesse dare la pioggia nella sua stagione, o perché un albero spoglio e apparentemente privo di vita dovesse in un certo tempo dell’anno rinverdire e apparire pieno di vita. Perfino la sua stessa ombra, il battito del proprio cuore e il proprio respiro per l’uomo erano misteri.
14, 15. Mancando di intendimento e guida, a che cosa l’uomo attribuiva con più probabilità ciò che non riusciva a spiegare? (Confronta 1 Samuele 28:3-7).
14 Data la sua inclinazione innata verso le cose spirituali, era del tutto normale che l’uomo attribuisse questi fatti e questi eventi misteriosi a qualche potenza soprannaturale. Ad ogni modo, mancando egli di giusta guida e corretto intendimento, presto il suo mondo si popolò di anime, spiriti, spettri e demoni. Ad esempio, gli indiani algonchini dell’America del Nord chiamano l’anima della persona otahchuk, che significa “la sua ombra”, e i malesi dell’Asia sudorientale credono che quando un uomo muore la sua anima esca dalle narici. Oggi la credenza negli spiriti e nelle anime dei morti — unita ai tentativi di comunicare con loro in qualche modo — è pressoché universale.
15 In maniera analoga, altre cose appartenenti al mondo della natura — il sole, la luna, le stelle, i mari, i fiumi e i monti — sembravano avere vita ed esercitare diretta influenza sulle attività umane. Poiché pareva che occupassero un mondo a sé, queste cose vennero personificate sotto forma di spiriti e divinità, alcuni benigni e soccorrevoli, altri maligni e dannosi. L’adorazione delle cose create finì per occupare un posto preminente in quasi tutte le religioni.
16. Come si è manifestato il culto di spiriti, divinità e oggetti sacri?
16 Possiamo trovare credenze di questo genere nelle religioni di quasi tutte le civiltà antiche. I babilonesi e gli egiziani adoravano i loro dèi del sole, della luna e delle costellazioni. Anche animali e bestie selvagge erano oggetto del loro culto. Gli induisti sono famosi per il loro pantheon di dèi, che ne include milioni. I cinesi hanno sempre avuto montagne sacre e divinità fluviali, ed esprimono la loro devozione filiale attraverso il culto degli antenati. Gli antichi druidi delle Isole Britanniche consideravano sacre le querce, e avevano una speciale venerazione per il vischio che cresce sulla quercia. I greci e i romani diedero in seguito il loro contributo; e la credenza in spiriti, divinità, anime, demoni e oggetti sacri di ogni genere divenne profondamente radicata.
17. Com’è evidente ancor oggi il culto delle cose create?
17 Benché oggi tutte queste credenze possano essere considerate superstizioni da alcuni, idee di questo genere sono ancora contenute nelle pratiche religiose di molti in ogni parte del mondo. C’è ancora chi crede che certi monti, fiumi, rocce dalla forma strana, vecchi alberi e tante altre cose siano sacri, e ne fa oggetto di devozione. In quei luoghi vengono costruiti altari, santuari e templi. Ad esempio, il fiume Gange è sacro per gli indù, e la loro massima aspirazione è quella di bagnarsi in esso da vivi e di farvi spargere le proprie ceneri dopo morti. I buddisti ritengono sia un’esperienza straordinaria compiere atti di devozione nel santuario di Bodh Gayā, in India, luogo in cui il Budda avrebbe ottenuto l’illuminazione sotto un albero di fico. I cattolici si recano, camminando sulle ginocchia, alla basilica della Madonna di Guadalupe, in Messico, o si bagnano nell’acqua “santa” del santuario di Lourdes, in Francia, sperando in guarigioni miracolose. La venerazione di cose create anziché del Creatore è tutt’oggi molto evidente. — Romani 1:25.
Nasce la magia
18. A che cosa portò la credenza negli spiriti e nelle divinità?
18 Una volta affermatasi la credenza secondo cui il mondo inanimato sarebbe pieno di spiriti, buoni e cattivi, non fu difficile compiere il passo successivo: cercar di comunicare con quelli buoni per ottenere guida e favori e di placare quelli cattivi. Nacquero così le pratiche magiche, diffusissime quasi in ogni nazione antica e moderna. — Genesi 41:8; Esodo 7:11, 12; Deuteronomio 18:9-11, 14; Isaia 47:12-15; Atti 8:5, 9-13; 13:6-11; 19:18, 19.
19. (a) Cos’è la magia? (b) Perché a molti la magia sembra credibile?
19 In senso stretto, la magia è il tentativo di dominare le forze della natura o quelle soprannaturali e di sottoporle al volere dell’uomo. Non conoscendo la vera causa di molti eventi quotidiani, gli uomini delle società primitive credevano che la ripetizione di certe parole o formule, oppure l’esecuzione di qualche rito, potesse produrre particolari effetti desiderati. Ciò che dava un aspetto di credibilità a questo tipo di magia era il fatto che alcuni rituali sortivano veramente l’effetto sperato. Per esempio, si dice che i guaritori — in sostanza maghi o stregoni — delle isole Mentawai a ovest di Sumatra fossero sorprendentemente bravi nel guarire chi soffriva di diarrea. Il loro rituale magico consisteva nel far giacere la vittima bocconi sull’orlo di un dirupo e farle leccare il terreno di tanto in tanto. Perché era efficace? Perché quel terreno conteneva caolino, l’argilla bianca comunemente impiegata oggi in alcuni farmaci antidiarroici.
20. In che modo la magia finì per dominare la vita di molti?
20 Questi successi sporadici neutralizzarono presto tutti gli insuccessi e fecero acquistare fama a coloro che esercitavano tali arti. Essi divennero in breve tempo personaggi rispettati e tenuti in alta stima: sacerdoti, capi, sciamani, guaritori, stregoni, medium. Venivano consultati per ogni sorta di problemi, quali guarire o prevenire malattie, ritrovare oggetti smarriti, identificare ladri, scongiurare influssi malefici e farsi vendetta. Infine venne all’esistenza un grande complesso di pratiche e riti superstiziosi in relazione a queste faccende e ad altri eventi della vita, come nascita, raggiungimento della maggiore età, fidanzamento, matrimonio, morte e sepoltura. La misteriosa potenza della magia finì presto per dominare ogni aspetto della vita umana.
Danze della pioggia e malefìci
21, 22. Cosa si intende per “magia imitativa”? Fate esempi.
21 Nonostante la multiforme varietà che si riscontra nelle pratiche magiche di popoli diversi, i princìpi essenziali su cui esse si basano sono notevolmente simili. Innanzi tutto c’è l’idea che il simile agisce sul simile, che un effetto desiderato si può ottenere riproducendolo. Questa è chiamata a volte magia imitativa. Ad esempio, quando la siccità minacciava i raccolti, gli indiani omaha dell’America Settentrionale danzavano intorno a un recipiente pieno d’acqua. Poi uno di essi si metteva un po’ di quell’acqua in bocca e la sbruffava in aria imitando un rovescio di pioggia. O magari un uomo si rotolava per terra come un orso ferito per assicurarsi la riuscita nella sua caccia all’orso.
22 Altri avevano riti più elaborati, comprendenti canti rituali e offerte. I cinesi costruivano un grande drago di carta o di legno, il loro dio della pioggia, e lo portavano in processione, oppure facevano uscire dal tempio l’idolo della loro divinità e lo esponevano al sole affinché potesse sentire il calore e forse mandare la pioggia. Il rituale degli ngoni, una popolazione dell’Africa orientale, prevede che si versi birra in un recipiente incassato nel pavimento di un tempio della pioggia e che poi si preghi: “Signore Chauta, hai indurito il tuo cuore verso di noi, cosa vuoi che facciamo? Di sicuro periremo. Dà ai tuoi figli le piogge, ed ecco, questa è la birra che noi ti offriamo”. Quindi bevono il resto della birra. Dopo ciò eseguono canti e danze mentre agitano rami bagnati nell’acqua.
23. Come si svilupparono la stregoneria e la pratica di fare malie? (Confronta Levitico 19:31; 20:6, 27; Deuteronomio 18:10-13).
23 Un’altra idea base di certe pratiche magiche è che gli oggetti appartenuti a una persona continuino a influire su di lei anche dopo che le sono stati sottratti. Da qui la pratica di fare a qualcuno la malia operando su un oggetto che prima gli apparteneva. Ancora nel XVI e XVII secolo in Europa e in Inghilterra si credeva che streghe e stregoni avessero il potere di arrecare in tal modo danno ad altri. Fra le tecniche impiegate c’erano quelle di fare un’immagine di cera della persona e infilzarvi degli spilli, scrivere il suo nome su un pezzo di carta e poi bruciarlo, seppellire un pezzo dei suoi abiti, o fare dell’altro a qualcosa che le fosse appartenuto: capelli, pezzetti di unghie, sudore o perfino escrementi. Quanto fossero diffuse queste e altre pratiche lo si può dedurre dal fatto che negli anni 1542, 1563 e 1604, furono emanate in Inghilterra leggi parlamentari con cui la stregoneria veniva dichiarata un delitto capitale. In una maniera o nell’altra, questa forma di magia è stata praticata in tutte le epoche e quasi in ogni nazione.
Il futuro in segni e presagi
24. (a) Cos’è la divinazione? (b) In che modo i babilonesi praticavano la divinazione?
24 Spesso la magia viene impiegata per scoprire informazioni segrete o per cercare di conoscere il futuro mediante segni e presagi. Questo si chiama divinazione, e i babilonesi erano famosi per essa. Un libro spiega che “erano maestri nelle arti divinatorie, e predicevano il futuro esaminando il fegato e le viscere di vittime animali, la fiamma e il fumo, nonché la brillantezza di pietre preziose; ricavavano pronostici dal mormorio delle fonti e dalla forma delle piante. . . . Fenomeni atmosferici, pioggia, nuvole, vento e fulmini venivano interpretati come cattivi auspici; le incrinature in mobili e pannelli di legno erano presagi di eventi futuri. . . . Mosche e altri insetti, come pure i cani, erano portatori di messaggi occulti”. — Magic, Supernaturalism, and Religion.
25. Come Ezechiele e Daniele fecero riferimento alla divinazione praticata nell’antica Babilonia?
25 Il libro biblico di Ezechiele riferisce che, durante una campagna militare, ‘il re di Babilonia stette fermo al crocevia, in capo alle due vie, per ricorrere alla divinazione. Egli scosse le frecce. Interrogò per mezzo dei terafim; guardò nel fegato’. (Ezechiele 21:21) Evocatori, stregoni e sacerdoti che praticavano la magia facevano inoltre comunemente parte della corte babilonese. — Daniele 2:1-3, 27, 28.
26. Qual era una forma di divinazione molto diffusa fra i greci?
26 Anche presso altre nazioni, sia orientali che occidentali, ci si occupava di varie forme di divinazione. I greci consultavano i loro oracoli non solo per gli eventi politici importanti, ma anche per questioni di natura privata quali matrimonio, viaggi e figli. Il più famoso era l’oracolo di Delfi. I responsi, che si pensava provenissero dal dio Apollo, venivano dati per mezzo di una sacerdotessa o Pizia con suoni inintelligibili, ed erano interpretati dai sacerdoti in modo tale da creare versi ambigui. Un esempio classico fu il responso dato a Creso, re di Lidia, che diceva: “Se Creso attraversa l’Halys, distruggerà un potente impero”. Il potente impero che fu distrutto risultò essere proprio il suo. Creso subì la sconfitta per mano di Ciro il Persiano quando attraversò l’Halys per invadere la Cappadocia.
27. In che misura i romani praticavano la divinazione?
27 In Occidente l’arte divinatoria fu in auge presso i romani, i quali non facevano quasi nulla senza aver prima ottenuto auspici e presagi. Persone di ogni classe sociale credevano in cose quali astrologia, stregoneria, talismani, predizione della sorte e in varie altre forme di divinazione. E secondo Edward Gibbon, esperto di storia romana, “i vari tipi di culto, assai diffusi nel mondo romano, erano tutti considerati dal popolo ugualmente giusti”. Il famoso statista e oratore Cicerone era esperto nel trarre presagi dal volo degli uccelli. Lo storico romano Petronio osservò che, a giudicare dal gran numero di religioni e culti esistenti in certe città romane, in quelle città dovevano esserci più dèi che persone.
28. In quale modo i cinesi praticavano la divinazione nell’antichità?
28 In Cina sono stati rinvenuti oltre 100.000 frammenti di gusci di tartaruga e ossi oracolari, risalenti al II millennio a.E.V. (dinastia Shang). Venivano usati dai sacerdoti Shang per chiedere la guida divina circa ogni cosa, dal tempo atmosferico agli spostamenti delle truppe. Su questi ossi i sacerdoti incidevano le domande in un’antica forma di scrittura. Poi li passavano al fuoco ed esaminavano le fenditure che vi si erano prodotte; quindi sugli stessi ossi scrivevano i responsi. Alcuni studiosi sostengono che da quest’antica forma di scrittura si sia sviluppata la scrittura cinese.
29. Quale principio della divinazione è esposto nello I Ching?
29 Il più noto manuale cinese antico di divinazione è lo I Ching (Libro dei Mutamenti; si pronuncia I-Ging), che si dice sia stato scritto nel XII secolo a.E.V. dai primi due imperatori Chou, Wen Wang e Chou Kung. Contiene spiegazioni dettagliate dell’interazione fra due forze in antitesi, il yin e il yang (oscuro-chiaro, negativo-positivo, femmina-maschio, luna-sole, terra-cielo, e così via), tuttora ritenuti da molti cinesi i princìpi che regolano ogni aspetto della vita. Secondo tale opera, ogni cosa è in perenne mutamento e nulla è permanente. Per riuscire in qualsiasi impresa bisogna essere consapevoli di tutti i mutamenti del momento e agire in armonia con essi. Pertanto la gente pone domande e getta le sorti, quindi si rivolge allo I Ching per ottenere la risposta. Da secoli in Cina lo I Ching è la base di ogni genere di predizione della sorte, della geomanzia e di altre tecniche divinatorie.
Dall’astronomia all’astrologia
30. Descrivete come si sviluppò l’astronomia antica.
30 L’ordine e la precisione con cui si muovono il sole, la luna, le stelle e i pianeti hanno sempre affascinato gli uomini qui sulla terra. In Mesopotamia sono stati rinvenuti cataloghi stellari che risalgono al 1800 a.E.V. Basandosi su tali informazioni, i babilonesi erano in grado di predire diversi fenomeni astronomici, quali le eclissi lunari, il sorgere e il tramontare di costellazioni e certi movimenti dei pianeti. Anche egiziani, assiri, cinesi, indiani, greci, romani e altri popoli antichi osservavano il cielo e tenevano particolareggiate registrazioni dei fenomeni astronomici. In base a queste registrazioni preparavano i loro calendari e predisponevano le loro attività annuali.
31. In che modo dall’astronomia nacque l’astrologia?
31 Dalle osservazioni astronomiche risultò evidente che certi fenomeni terrestri sembravano sincroni con certi fenomeni celesti. Ad esempio, il cambiamento delle stagioni seguiva da vicino il movimento del sole, le maree si alzavano e si abbassavano secondo le fasi lunari, la piena annuale del Nilo seguiva sempre la comparsa di Sirio, la stella più luminosa. Fu naturale concludere che i corpi celesti avessero un ruolo importante nel causare questi e altri eventi sulla terra. Difatti gli egizi chiamavano Sirio il Portatore del Nilo. Dalla nozione secondo cui le stelle influivano sulle vicende terrene si passò facilmente all’idea che si potesse contare sugli astri per predire il futuro. Così dall’astronomia nacque l’astrologia. Ben presto re e imperatori ebbero a corte i loro astrologi ufficiali per consultare le stelle riguardo a importanti questioni nazionali. Ma anche la gente comune interrogava le stelle circa i propri destini personali.
32. Come praticavano l’astrologia i babilonesi?
32 Tornano nuovamente in scena i babilonesi. Essi consideravano le stelle dimore celesti degli dèi, proprio come i templi ne erano la dimora terrestre. Da qui derivò il concetto di raggruppare le stelle in costellazioni come pure la credenza che fenomeni celesti straordinari, quali le eclissi o la comparsa di certe stelle luminose o comete, presagissero afflizioni e guerre sulla terra. Tra gli oggetti portati alla luce in Mesopotamia sono state rinvenute centinaia di registrazioni compilate dagli astrologi per i re. Alcune di queste affermavano, ad esempio, che un’imminente eclissi lunare era il segno che un certo nemico avrebbe subìto la sconfitta oppure che la comparsa di un certo pianeta in una data costellazione significava “grande ira” sulla terra.
33. Cosa disse Isaia dei babilonesi ‘che guardavano le stelle’?
33 Fino a che punto i babilonesi facessero affidamento su questa forma di divinazione si può ulteriormente capire dalle parole di scherno che il profeta Isaia pronunciò contro di loro quando predisse la distruzione di Babilonia: “Stattene, ora, con le tue malie e con l’abbondanza delle tue stregonerie, nelle quali ti sei affaticata fin dalla tua giovinezza . . . Stiano in piedi, ora, e ti salvino, gli adoratori dei cieli, quelli che guardano le stelle, che alle lune nuove divulgano conoscenza circa le cose che verranno su di te”. — Isaia 47:12, 13.
34. Chi erano i “Magi” che visitarono il piccolo Gesù?
34 Da Babilonia l’astrologia fu portata in Egitto, Assiria, Persia, Grecia, Roma e Arabia. In Oriente anche gli indù e i cinesi avevano i loro elaborati sistemi di astrologia. I “Magi” che, come riferisce l’evangelista Matteo, visitarono il piccolo Gesù erano ‘astrologi [provenienti] da luoghi orientali’. (Matteo 2:1, 2) Certi studiosi ritengono che questi astrologi appartenessero alla scuola di astrologia caldea e medo-persiana originaria della Partia, un tempo provincia della Persia diventata poi l’impero indipendente dei parti.
35. Che tipo di astrologia si sviluppò da quella dei greci?
35 Furono comunque i greci a sviluppare l’astrologia nella forma praticata oggi. Nel II secolo E.V. Claudio Tolomeo, un astronomo greco di Alessandria d’Egitto, riunì tutte le informazioni astrologiche del suo tempo in un trattato in quattro libri, chiamato Tetrabiblos, che fino ad oggi è servito di testo base per l’astrologia. Da esso si sviluppò quella che è comunemente chiamata astrologia genetliaca, ovvero un sistema di predizione del futuro mediante lo studio dell’oroscopo, lo schema in cui risultano le posizioni del sole, della luna e di vari pianeti fra le costellazioni relativamente al tempo e al luogo di nascita della persona.
36. Quali prove ci sono che l’astrologia aveva acquistato rispettabilità?
36 Nei secoli XIV e XV l’astrologia era ormai largamente accettata in Occidente. Divenne materia di insegnamento nelle università, e richiedeva discreta conoscenza delle lingue e della matematica. Gli astrologi erano considerati dei dotti. Gli scritti di Shakespeare sono pieni di allusioni agli influssi astrologici sulle vicende umane. Ogni corte reale e molti nobili avevano al loro servizio astrologi privati per l’immediata consultazione. Difficilmente ci si accingeva a un’impresa — che si trattasse di far guerra, costruire, fare affari o un viaggio — senza aver prima consultato le stelle. L’astrologia aveva acquistato rispettabilità.
37. Come hanno influito sull’astrologia i progressi della scienza?
37 Nonostante che il lavoro di astronomi come Copernico e Galileo e il progredire dell’indagine scientifica l’abbiano screditata moltissimo come scienza valida, l’astrologia è sopravvissuta fino a questo giorno. (Vedi pagina 85). Su capi di Stato come anche su persone comuni, sia che vivano in nazioni tecnologicamente avanzate o in remoti villaggi di paesi in via di sviluppo, quest’arte misteriosa iniziata dai babilonesi, sviluppata dai greci e ulteriormente ampliata dagli arabi, esercita ancor oggi grande influenza.
Destino scritto nel volto e sul palmo della mano
38. Cosa portò ad altre forme di divinazione che hanno attinenza con la mano e il volto umani?
38 Se rivolgersi ai cieli in cerca di segni e presagi riguardo al futuro appare intangibile, per coloro che si dilettano di arti divinatorie ci sono altri mezzi più immediati e più facilmente accessibili. Lo Zohar, o Sefer ha-zohar (ebraico, Libro dello splendore), un testo di misticismo ebraico redatto nel XIII secolo, dichiarava: “Nel firmamento che avvolge l’universo vediamo numerose figure formate da stelle e pianeti. Esse rivelano cose nascoste e misteri profondi. Analogamente, sulla pelle che riveste l’essere umano esistono forme e tratti che sono le stelle del nostro corpo”. Questa filosofia portò a ulteriori tecniche di divinazione o predizione del futuro, che cercavano di ricavare indizi profetici dall’esame del volto e del palmo della mano. Queste pratiche sono ancora molto diffuse sia in Oriente che in Occidente. Ma è evidente che traggono le loro radici dall’astrologia e dalla magia.
39. Cos’è la fisiognomia, e come è stata applicata?
39 La fisiognomia è la pratica divinatoria che si basa sull’esame dei tratti del volto dell’individuo, quali la forma degli occhi, del naso, dei denti e delle orecchie. Nel 1531 a Strasburgo un certo Joannes de Indagine pubblicò un libro sull’argomento, corredato di vivide incisioni che rappresentano volti con occhi, naso, orecchie, eccetera, dalle forme più disparate, insieme alle sue interpretazioni. Fatto interessante, egli citò le parole di Gesù Cristo riportate in Matteo 6:22 — “Se, dunque, il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà illuminato” — come base per affermare che occhi grandi, luminosi e ben aperti denotavano integrità e buona salute, mentre occhi infossati e piccoli erano un indice di invidia, malizia e sospetto. Comunque in un libro simile, Compendio di fisiognomia, pubblicato nel 1533, l’autore Barthélémy Cocles asserì che occhi grandi e ben aperti denotavano una persona volubile e pigra.
40. (a) Cos’è la chiromanzia? (b) Come si è fatto ricorso alla Bibbia per difendere la chiromanzia?
40 Secondo gli indovini, dopo la testa è la mano, più di ogni altra parte del corpo, che rispecchia gli influssi astrali. Pertanto, la lettura delle linee della mano per determinare il carattere e il destino dell’individuo è un’altra popolare forma di divinazione, detta chiromanzia, o lettura della mano. I chiromanti del Medioevo cercarono di trovare nella Bibbia qualcosa che difendesse la loro arte. Trovarono versetti quali “Egli nella mano d’ogni uomo pone un segno, affinché ciascuno conosca le opere sue” e “Ella ha nella destra mano la lunga vita, nella sinistra le ricchezze e la gloria”. (Giobbe 37:7; Proverbi 3:16, Ma) Venivano prese in esame anche le protuberanze o monti della mano, perché si pensava che rappresentassero i pianeti e che pertanto rivelassero qualcosa circa la persona e il suo futuro.
41. Com’è praticata la divinazione in Oriente?
41 Quella di predire la sorte studiando le caratteristiche del volto e della mano è una pratica molto popolare in Oriente. Oltre agli indovini di professione e ai consulenti che offrono i loro servizi, abbondano i dilettanti e gli hobbisti, dal momento che sono largamente disponibili libri e pubblicazioni ad ogni livello. Molti considerano la lettura della mano un passatempo, ma tanti altri prendono la cosa sul serio. In generale, comunque, gli orientali si accontentano di rado di una sola tecnica di divinazione. Quando hanno problemi seri o importanti decisioni da prendere, di solito si recano al loro tempio, sia esso buddista, taoista, scintoista o d’altro genere, per interrogare gli dèi, poi dall’astrologo per consultare le stelle, dall’indovino per farsi leggere la mano e guardare in viso, e alla fine, tornati a casa, interrogano i loro antenati defunti. Sperano di trovare da qualche parte una risposta che sembri loro confacente.
È solo un gioco innocente?
42. Il naturale desiderio di conoscere il futuro dove ha condotto molti?
42 È naturale che ognuno voglia sapere cosa riserva il futuro. Anche il desiderio di assicurarsi una buona sorte e di evitare ciò che può essere dannoso è universale. Ecco perché uomini di tutte le epoche si sono rivolti a spiriti e divinità per ricevere una guida. In questo modo sono caduti nello spiritismo, nella magia, nell’astrologia e in altre pratiche superstiziose. Nel passato alcuni usavano portare addosso per protezione amuleti e talismani, e si rivolgevano a stregoni e sciamani per farsi guarire. Ancor oggi alcuni tengono o portano addosso medagliette di “san” Cristoforo o “portafortuna”, e fanno sedute spiritiche o si servono di oui-ja, sfere di cristallo, oroscopi e tarocchi. Per quanto riguarda lo spiritismo e la superstizione, pare che gli uomini siano cambiati pochissimo.
43. (a) Come considerano molti lo spiritismo, la magia e la divinazione? (b) A quali domande circa le pratiche superstiziose si deve rispondere?
43 Molti, è ovvio, si rendono conto che tutto ciò altro non è che superstizione e che è assolutamente privo di fondamento. Magari aggiungono che, se lo fanno, è solo per gioco. Altri addirittura sostengono che magia e divinazione in realtà sono benefiche, perché danno sicurezza psicologica a coloro che altrimenti potrebbero sentirsi smarriti dinanzi agli ostacoli che incontrano nella vita. Ma si tratta solo di un gioco innocente e di un sostegno psicologico? Qual è la vera fonte delle pratiche spiritiche e magiche di cui abbiamo parlato in questo capitolo, come pure di molte altre che non abbiamo menzionato?
44. Essenzialmente, cosa si può dire della base su cui si fondano tutte queste pratiche?
44 Esaminando i vari aspetti dello spiritismo, della magia e della divinazione, abbiamo notato che questi hanno stretta relazione con la credenza nelle anime dei defunti e nell’esistenza degli spiriti, benigni e maligni. Essenzialmente, dunque, la credenza negli spiriti, nella magia e nella divinazione si fonda su una forma di politeismo generata dalla dottrina dell’immortalità dell’anima umana. È questa una buona base su cui edificare la propria religione? Approvereste l’adorazione che ha un simile fondamento?
45. Quale quesito circa i cibi offerti agli idoli si presentò ai cristiani del I secolo?
45 Ai cristiani del I secolo si presentarono gli stessi quesiti, poiché vivevano in mezzo ai greci e ai romani, con il loro pantheon di dèi e divinità e i loro riti superstiziosi. Uno di quei riti consisteva nell’offrire cibo agli idoli e quindi mangiare insieme quel cibo. Chi amava il vero Dio e si preoccupava di piacergli avrebbe potuto partecipare a tali riti? Notate come l’apostolo Paolo rispose a questa domanda:
46. Cosa credevano Paolo e i primi cristiani riguardo a Dio?
46 “Ora circa il mangiare cibi offerti agli idoli, sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non c’è che un solo Dio. Poiché benché ci siano quelli che sono chiamati ‘dèi’, sia in cielo che sulla terra, come ci sono molti ‘dèi’ e molti ‘signori’, effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per lui; e c’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose e noi per mezzo di lui”. (1 Corinti 8:4-6) Per Paolo e per i cristiani del I secolo la religione vera non consisteva nell’adorazione di molti dèi, non era politeismo, ma devozione a “un solo Dio, il Padre”, di cui la Bibbia rivela il nome dicendo: “Affinché conoscano che tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”. — Salmo 83:18.
47. Come rivelò Paolo la vera identità degli ‘dèi e signori che sono in cielo o sulla terra’?
47 Dovremmo comunque notare che l’apostolo Paolo, pur avendo detto che “l’idolo non è nulla”, non disse che gli “dèi” e i “signori” ai quali la gente si rivolgeva con l’uso di magia, divinazione e sacrifici non esistessero. Qual è allora il punto? Paolo lo rese chiaro più avanti nella stessa lettera quando scrisse: “Ma dico che le cose che le nazioni sacrificano le sacrificano ai demoni, e non a Dio”. (1 Corinti 10:20) Sì, per mezzo dei loro dèi e dei loro signori le nazioni in effetti adoravano i demoni: creature angeliche o spirituali che si erano ribellate al vero Dio e si erano messe al servizio del loro capo, Satana il Diavolo. — 2 Pietro 2:4; Giuda 6; Rivelazione (Apocalisse) 12:7-9.
48. Quale pericolo presenta tuttora l’occultismo, e come lo si può evitare?
48 Spesso la gente commisera i cosiddetti uomini primitivi che vivevano schiavi delle loro superstizioni e dei loro timori. Dice che prova ripulsione per i sacrifici cruenti e i riti crudeli. E giustamente. Eppure anche oggi sentiamo ancora parlare di vudù, culti satanici, perfino di sacrifici umani. Anche se può trattarsi di casi estremi, pur nondimeno dimostrano che è ancora molto vivo l’interesse per le scienze e le pratiche occulte. Potrebbe cominciare come un ‘gioco innocente’ e per curiosità, ma spesso finisce in tragedia e morte. Quanto è saggio prestare ascolto all’avvertimento biblico: “Mantenetevi assennati, siate vigilanti. Il vostro avversario, il Diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno”! — 1 Pietro 5:8; Isaia 8:19, 20.
49. Su che cosa verterà la nostra indagine nei prossimi capitoli di questo libro?
49 Dopo aver considerato come ebbe inizio la religione, la varietà delle mitologie antiche e le diverse forme di spiritismo, magia e superstizione, rivolgeremo ora la nostra attenzione alle cosiddette grandi religioni del mondo: induismo, buddismo, taoismo, confucianesimo, scintoismo, ebraismo, chiese della cristianità e islamismo. Come ebbero inizio? Che cosa insegnano? Quale influenza esercitano sui loro aderenti? Queste e altre domande verranno prese in esame nei prossimi capitoli.
[Testo in evidenza a pagina 76]
In certi casi la magia sembrava efficace
[Riquadro a pagina 85]
L’astrologia ha basi scientifiche?
L’astrologia asserisce che il sole, la luna, le stelle e i pianeti possono influire sulle vicende umane e che la configurazione di questi astri al momento della nascita dell’individuo esercita un certo influsso sulla sua vita. Tuttavia le scoperte scientifiche la mettono seriamente in discussione:
▪ Il lavoro compiuto da astronomi quali Copernico, Galileo e Keplero ha chiaramente dimostrato che la terra non è il centro dell’universo. Ora si sa anche che spesso le stelle che sembrano far parte di una costellazione non sono affatto collegate fra loro. Alcune di esse possono trovarsi a enorme distanza nello spazio, mentre altre possono essere relativamente vicine. Perciò le proprietà zodiacali attribuite alle varie costellazioni sono del tutto immaginarie.
▪ Gli astrologi dell’antichità non sapevano dell’esistenza dei pianeti Urano, Nettuno e Plutone, perché sono stati scoperti solo dopo l’invenzione del telescopio. Come venivano giustificati dunque i loro “influssi” dalle carte astrologiche tracciate secoli prima? Inoltre, perché l’“influsso” di un pianeta dovrebbe essere “benefico” mentre quello di un altro “malefico”, quando ora la scienza sa che tutti i pianeti sono masse di roccia o gas prive di vita, che viaggiano nello spazio a grande velocità?
▪ La scienza della genetica ci insegna che i tratti basilari della personalità di un individuo sono determinati non alla nascita, ma al concepimento, quando uno dei milioni di spermatozoi del padre penetra in una cellula uovo della madre. Tuttavia l’astrologia determina l’oroscopo di una persona secondo il momento della nascita. In termini astrologici, questa differenza di circa nove mesi dovrebbe conferire all’individuo una personalità completamente diversa.
▪ Nel suo moto apparente, oggi il sole attraversa le costellazioni con circa un mese di ritardo rispetto a 2.000 anni fa quando furono tracciate le carte e le tavole astrologiche. Quindi per l’astrologia chi nasce alla fine di giugno o ai primi di luglio sarebbe del segno del Cancro (molto sensibile, malinconico, riservato). Però in effetti in quel periodo il sole si trova nella costellazione dei Gemelli, ragion per cui l’individuo dovrebbe essere espansivo, arguto e loquace.
È evidente che l’astrologia è priva di qualsiasi base razionale o scientifica.
[Immagini a pagina 71]
Specchi rotti, gatti neri e certi numeri sono alla base di alcune superstizioni. L’ideogramma cinese corrispondente a “quattro” evoca “morte” nella lingua cinese e in quella giapponese
[Immagini a pagina 74]
A sinistra, la basilica della Madonna di Guadalupe, in Messico, dove i cattolici pregano per ricevere guarigioni miracolose.
A destra, Stonehenge, in Inghilterra, dove si dice che gli antichi druidi adorassero il sole
[Immagine a pagina 80]
Alcuni consultano sciamani e stregoni
[Immagini a pagina 81]
Altri fanno sedute spiritiche, si servono di oui-ja, sfere di cristallo e tarocchi, e consultano indovini
[Immagini a pagina 82]
In Oriente la divinazione mediante iscrizioni su gusci di tartaruga e mediante il simbolo yin-yang risale a tempi remoti
[Immagini a pagina 87]
Molti consultano l’oroscopo credendo che la posizione del sole, della luna, dei pianeti e delle stelle al momento della nascita di una persona influisca sulla sua vita
[Immagini a pagina 90]
Scuotendo l’astuccio ed estraendone a sorte un bastoncino, gli appassionati ottengono un responso e la sua interpretazione