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Regno di DioPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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della mistica Babilonia la Grande, la principale persecutrice dei servitori di Dio sulla terra. — Ri 15:4; 16:1–19:6.
Quindi “il regno del nostro Signore e del suo Cristo” invia i suoi eserciti celesti contro i governanti di tutti i regni terreni e i loro eserciti nella battaglia di Armaghedon, dove questi ultimi troveranno la loro fine. (Ri 16:14-16; 19:11-21) Questa è la risposta alla supplica rivolta a Dio: “Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. (Mt 6:10) Poi Satana viene inabissato e inizia un periodo di mille anni durante il quale Cristo Gesù e quelli che sono re e sacerdoti con lui regnano sugli abitanti della terra. — Ri 20:1, 6.
Cristo ‘consegna il regno’. Anche l’apostolo Paolo descrive il dominio di Cristo durante la sua presenza. Dopo aver risuscitato quelli che gli appartengono, Cristo si accinge a ridurre “a nulla ogni governo e ogni autorità e potenza” (logicamente ogni governo, autorità e potenza che si oppone alla sovrana volontà di Dio). Quindi, alla fine del Regno millenario, consegna “il regno al suo Dio e Padre”, sottomettendosi “a Colui che gli ha sottoposto tutte le cose, affinché Dio sia ogni cosa a tutti”. — 1Co 15:21-28.
Poiché Cristo ‘consegna il regno al suo Dio e Padre’, in che senso il suo Regno è “eterno”, come viene ripetutamente affermato nelle Scritture? (2Pt 1:11; Isa 9:7; Da 7:14; Lu 1:33; Ri 11:15) Il suo Regno “non sarà mai ridotto in rovina”; i risultati da esso conseguiti dureranno per sempre; Cristo sarà eternamente onorato per il ruolo svolto quale Re messianico. — Da 2:44.
Durante il Regno millenario, il dominio di Cristo verso la terra include un’opera sacerdotale a favore dell’umanità ubbidiente. (Ri 5:9, 10; 20:6; 21:1-3) In questo modo il dominio del peccato e della morte sull’umanità ubbidiente, soggetta alla loro “legge”, cessa; l’immeritata benignità e la giustizia divengono i fattori dominanti. (Ro 5:14, 17, 21) Dato che gli abitanti della terra devono essere completamente liberati dal peccato e dalla morte, viene meno anche la necessità che Gesù presti servizio come “soccorritore presso il Padre” nel senso di provvedere alla propiziazione per i peccati degli uomini imperfetti. (1Gv 2:1, 2) Questo riporta l’umanità alle condizioni originali godute dal perfetto uomo Adamo in Eden. Finché fu perfetto, Adamo non aveva bisogno di nessuno che si interponesse fra lui e Dio a scopo propiziatorio. Così, anche alla fine del Regno millenario di Gesù gli abitanti della terra saranno nella condizione, e avranno la responsabilità, di rispondere personalmente della propria condotta dinanzi a Geova Dio quale Giudice supremo, senza dover ricorrere alla mediazione legale di nessun soccorritore. Geova, il Sovrano supremo, diverrà così “ogni cosa a tutti”. Ciò significa che il proposito di Dio di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose nei cieli e le cose sulla terra”, si sarà pienamente realizzato. — 1Co 15:28; Ef 1:9, 10.
Il Regno millenario di Gesù avrà pienamente adempiuto il suo scopo. La terra, un tempo focolaio di ribellione, sarà stata riportata alla sua piena, pura e indiscussa posizione nel reame del Sovrano universale. Fra Geova e l’umanità ubbidiente non rimarrà nessun regno sussidiario.
Dopo ciò, tuttavia, ci sarà una prova finale dell’integrità e della devozione di tutti i sudditi terreni. Satana verrà sciolto dalla restrizione nell’abisso. Quelli che cederanno alla tentazione lo faranno in merito alla stessa questione suscitata in Eden: la legittimità della sovranità di Dio. Questo è reso evidente dal fatto che attaccheranno “il campo dei santi e la città diletta”. Poiché la contesa sarà stata risolta in sede giudiziaria e dichiarata chiusa dalla Corte celeste, non sarà permessa in questo caso nessuna ribellione prolungata. Quelli che non rimarranno leali a Dio non potranno ricorrere a Cristo Gesù come intercessore, ma Geova Dio sarà “ogni cosa” per loro, senza possibilità di appello o mediazione. Tutti i ribelli, spirituali e umani, subiranno la condanna divina alla distruzione nella “seconda morte”. — Ri 20:7-15.
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RehshPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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REHSH
[ר].
Ventesima lettera dell’alfabeto ebraico. Per la somiglianza fra rehsh [ר] e dàleth [ד], i copisti a volte scambiavano l’una per l’altra.
Nel testo ebraico, ciascuno degli otto versetti di Salmo 119:153-160 inizia con questa lettera.
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ReiPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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REI
[compagno; amico].
Uno degli uomini potenti di Davide che rifiutarono di unirsi alla congiura di Adonia. — 1Re 1:8.
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RemaliaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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REMALIA
(Remalìa).
Padre del re israelita Peca. — 2Re 15:25; 2Cr 28:6; Isa 7:4, 5.
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RemetPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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REMET
(Rèmet).
Città di confine di Issacar. (Gsè 19:17, 18, 21) Sembra corrispondere alla IARMUT n. 2 e alla RAMOT n. 1.
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ReniPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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RENI
Coppia di organi simmetrici situati nella parte posteriore dell’addome, i quali hanno la funzione di filtrare il sangue. A proposito della parola ebraica kelayòhth (reni), J. N. Oswalt osserva: “Usato in senso simbolico, il termine si riferisce agli aspetti più reconditi della personalità”. (Theological Wordbook of the Old Testament, a cura di R. Laird Harris, 1980, vol. 1, p. 440; cfr. Sl 7:9, nt.). Lo stesso può dirsi della parola greca nefròi (reni). — Ri 2:23, nt.
Come tutti gli altri organi del corpo, i reni sono stati progettati direttamente dal Creatore, Geova Dio. (Sl 139:13) Negli animali destinati ai sacrifici, il grasso intorno ai reni era considerato di particolare valore, ed era specificato che nei sacrifici di comunione (Le 3:10, 11; 9:19, 20), nelle offerte per il peccato (Le 4:8, 9; 8:14, 16; 9:10) e nelle offerte per la colpa (Le 7:1, 4) lo si doveva far fumare sull’altare insieme ai reni. In occasione dell’insediamento del sacerdozio, i reni del montone d’insediamento vennero prima agitati e poi bruciati sull’altare. (Eso 29:22, 24, 25; Le 8:25, 27, 28) Alludendo a questo significato di parte scelta, Mosè disse che Geova avrebbe cibato il suo popolo Israele col “grasso dei reni del frumento”. — De 32:14.
Per la loro posizione nella parte più interna del corpo, i reni sono fra gli organi più inaccessibili. Per questa ragione la Bibbia usa il termine per rappresentare i pensieri più intimi e le emozioni più profonde. Una ferita ai reni sarebbe una ferita molto profonda, sia in senso letterale che simbolico. (Gb 16:13; Sl 73:21; La 3:13) Spesso i reni sono posti in stretta relazione col cuore, simbolo della persona interiore nella sua totalità. — Ger 11:20; 17:10; 20:12; vedi CUORE.
Geova conosce la costituzione dell’uomo nel modo più completo e profondo. Perciò viene detto che egli scruta e prova “il cuore e i reni”; anche suo Figlio scruta “i reni e i cuori”. (Sl 7:9; Ri 2:23) Geova può ‘raffinare’ i reni e il cuore di una persona affinché questa divenga giusta ai Suoi occhi e maggiormente sensibile al bene o al male. — Sl 26:2; 66:10.
In Salmo 16:7 Davide scrisse: “Benedirò Geova, che mi ha dato consiglio. Realmente, durante le notti i miei reni mi hanno corretto”. Il consiglio di Dio era penetrato nei più intimi recessi della personalità di Davide, in quanto egli era un adoratore del vero Dio. Essendosi radicato così in profondità, il “consiglio” veniva identificato con i “reni”, per cui si poteva dire che i reni avessero corretto Davide.
La Parola di Dio, anche se può essere sulle labbra dei malvagi, non penetra negli aspetti più intimi della loro personalità. Perciò, parlando dei malvagi, Geremia 12:2 dice: “Continuano ad andare avanti; hanno anche prodotto frutto. Sei vicino alla loro bocca, ma lontano dai loro reni”. Lo stesso concetto è espresso in Isaia 29:13, citato da Gesù in Matteo 15:7, 8, dove però l’accenno è al cuore dei malvagi, il che dimostra così che a volte “cuore” e “reni” hanno significato equivalente.
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ReobPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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REOB
(Rèob) [pubblica piazza; luogo ampio].
1. Padre dell’Adadezer re di Zoba contro il quale Davide combatté vittoriosamente. — 2Sa 8:3-12.
2. Uno dei leviti (o un suo antenato) che autenticarono mediante sigillo il patto concluso all’epoca di Neemia ed Esdra. — Ne 10:1, 9, 11.
3. Località o città menzionata in relazione alla perlustrazione del paese di Canaan da parte dei 12 esploratori mandati da Mosè. (Nu 13:21) Probabilmente è lo stesso luogo chiamato “Reob” e “Bet-Reob” in 2 Samuele 10:6, 8. — Vedi BET-REOB.
4. Nome di almeno una, o forse due, città del territorio di Aser. (Gsè 19:24, 28, 30) Anche se per alcuni studiosi entrambi i riferimenti riguarderebbero la stessa città, altri passi farebbero pensare a due luoghi diversi. Infatti Giudici 1:31, 32 dice che “Aser non cacciò gli abitanti di . . . Reob”, così che gli aseriti furono costretti a dimorare fra i cananei del paese, mentre Giosuè 21:27, 31 e 1 Cronache 6:71, 75 dicono che Reob fu data ai figli di Ghersom (Gherson) come città levitica. Quelli che ritengono si tratti di un unico luogo spiegano questi passi nel senso che il compito di sradicare i cananei da Reob incontrò all’inizio delle difficoltà, ma fu portato a termine in un tempo successivo, permettendo così ai leviti di occupare la città. Coloro invece che pensano si tratti di due città diverse avanzano l’ipotesi che una fosse rimasta in mano ai cananei e che l’altra fosse tra quelle inizialmente conquistate da Aser e date ai leviti. In quanto alle due località, alcuni propongono di identificare la Reob di Giosuè 19:28 con Khirbet el-ʽAmri, circa 4 km a NE di Aczib, e quella degli altri passi con Tell el-Bir el-Gharbi (Tel Bira), circa 10 km a ESE di Acco. Quest’ultima località è quella preferita da coloro secondo i quali il nome indicherebbe una sola città.
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ReobotPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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REOBOT
(Reobòt) [luoghi ampi].
1. Nome che Isacco diede a un pozzo da lui scavato. (Ge 26:22) Il sito di Reobot è provvisoriamente identificato da alcuni studiosi con Ruheibeh (Horvat Rehovot [ba-Negev]), circa 35 km a SO di Beer-Seba. Fra i due nomi c’è in effetti una certa somiglianza. Nel dare il nome al pozzo, Isacco disse che ora Dio gli aveva dato ampio spazio. Lui e i suoi pastori avrebbero potuto divenire numerosi senza dar fastidio ad altri o subire interferenze da parte loro.
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