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  • Un tribunale difende la libertà di predicare di porta in porta

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  • Un tribunale difende la libertà di predicare di porta in porta
  • Svegliatevi! 1980
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Svegliatevi! 1980
g80 22/6 pp. 25-28

Un tribunale difende la libertà di predicare di porta in porta

SI ERA ai primi di giugno del 1977 ed era una giornata calda. A Ladue, sobborgo di St. Louis, nel Missouri, due coppie ben vestite andavano pacificamente di casa in casa. I visitatori parlavano alle famiglie sul soggetto della crisi della famiglia in questi tempi inquieti e facevano notare i benefici di uno studio biblico familiare. Sarebbe difficile immaginare un’attività più innocente o più utile.

All’improvviso, però, questa scena pacifica fu interrotta dall’arrivo della polizia di Ladue. I quattro furono arrestati e portati al commissariato. I due uomini, entrambi ministri religiosi, furono accusati di reato in base a un’ordinanza locale!

Perché? Commettevano veramente un reato parlando alla gente della Bibbia? Perché la polizia voleva fermarli? Era questa un’attività nuova, qualcosa che le autorità non capivano?

Attività con una vecchia storia

È un fatto storico ben conosciuto che anche Gesù e gli apostoli facevano visite a domicilio per parlare alle persone della Parola di Dio. Quest’attività tutt’altro che nuova è continuata fino al XX secolo.

I testimoni di Geova sono ben noti in questo campo. Negli Stati Uniti, però, durante gli anni trenta e quaranta, questi evangelisti cristiani furono accusati d’essere “venditori ambulanti” e “questuanti” e, come tali, bisognosi di una licenza commerciale. Dato che i testimoni di Geova erano impegnati in un’attività religiosa non commerciale, sostennero che l’unico permesso di cui avevano bisogno era la garanzia della libertà religiosa promessa dalla Costituzione americana.

Nel 1943, con una decisione che fece epoca, la Corte Suprema degli Stati Uniti pose fine alle molestie di cui i testimoni di Geova erano oggetto sulla base di queste ordinanze erroneamente applicate. La decisione della maggioranza, scritta dal giudice Douglas, era chiara e validamente motivata:

“La consegna a mano di trattati religiosi è una vecchissima forma di evangelismo missionario, antica come la storia della macchina da stampa. Nel corso degli anni ha esercitato molta forza in vari movimenti religiosi. . . .

“Questa forma di attività religiosa è sullo stesso elevato livello del culto nelle chiese e della predicazione dai pulpiti, in base al Primo Emendamento.

“È una distorsione dei fatti disponibili paragonare le loro attività al lavoro di vendere libri e opuscoli”.

Ma se la legge protegge questo tipo di attività religiosa, perché a Ladue i due ministri sono stati arrestati e accusati?

Nuovo attacco legale

Nel 1974, sotto la direttiva del procuratore di Ladue, ebbe inizio una serie di graduali abusi a carico delle attività religiose dei testimoni di Geova. Miravano prima a limitarli e infine a proibire loro di far visite a domicilio nella città.

Nel 1976 il consiglio comunale emanò una speciale ordinanza, in base a cui chiunque a Ladue fosse andato di casa in casa avrebbe commesso un reato. Comunque, esso esentava tutte le chiese situate in città, tutti coloro che facevano visite per scopi politici, tutti i distributori di giornali, nonché le questue effettuate dalle organizzazioni approvate dalla Charitable Solicitations Commission (Commissione per le Questue a scopo di Beneficenza).

Il risultato finale era chiaro: l’ordinanza non serviva a fermare nessun altro che i testimoni di Geova! Vennero date pertanto alla polizia le seguenti istruzioni:

“Per predicare la Bibbia di porta in porta a Ladue qualsiasi testimone di Geova, uomo o donna, deve prima ottenere un permesso . . . previa indagine della polizia e rilevamento delle impronte digitali”.

Immaginate! Subire un’indagine, con rilevamento delle impronte digitali come criminali perché desideravano predicare la Bibbia!

Ma anche se qualcuno avesse ottenuto il permesso, la polizia aveva sempre istruzione di vietare la libertà di stampa. Secondo le istruzioni emanate dal capo della polizia, “a Ladue si può andare di porta in porta solo usando la Bibbia; non si possono ‘vendere’ [distribuire] né riviste né pubblicazioni di studio biblico”. — Il corsivo è nostro.

La Corte Suprema ha dichiarato che la Costituzione permette di “predicare pubblicamente e di casa in casa” e di accettare contribuzioni da coloro che le offrono spontaneamente. Secondo l’ordinanza emessa a Ladue era reato fare entrambe queste cose a meno che il richiedente non ottenesse l’esenzione o il permesso!

Il processo

Il comune iniziò il procedimento legale nella Corte Circoscrizionale della contea di St. Louis. Chiese alla Corte di dichiarare valida e legale la sua ordinanza. A loro volta i testimoni di Geova chiesero che l’ordinanza fosse dichiarata illegale e incostituzionale.

Il processo si doveva tenere il 5 aprile 1979, davanti al giudice Philip Sweeney. L’aula del tribunale era gremita e molti rimasero fuori. C’era molta tensione. Erano presenti dei giornalisti. Fuori attendeva un’équipe di operatori televisivi con tutte le loro luci.

Il dibattimento cominciò. Uno dei testimoni chiamati a deporre a favore del comune fu il capo della polizia. Egli ammise che nessuna organizzazione non lucrativa eccetto i testimoni di Geova era stata invitata a chiedere il permesso. Tutte le altre avevano avuto la possibilità di far visite a domicilio senza che venissero prese le impronte digitali e senza doversi sottoporre ad altre procedure avvilenti.

Quando il comune ebbe finito di presentare le proprie prove, fu la volta degli imputati. Il primo testimone fu il sig. James Hinton, che era stato arrestato a Ladue. Il sig. Hinton spiegò che era un ministro dei testimoni di Geova e che era andato a Ladue per visitare le persone di quella città. Qual era stata la reazione dei padroni di casa? Egli rispose:

“La gente con cui abbiamo parlato è stata gentilissima. Hanno ammesso che si erano chiesti perché non ci vedevano da qualche tempo. . . .

“Quella mattina solo una signora non accettò la letteratura. Disse che era cattolica e che apprezzava molto la nostra opera, che eravamo gli unici ad andare di porta in porta a compiere l’opera di evangelizzazione”.

Il comune aveva tentato di sostenere che questa fosse una “questua” effettuata per fini di lucro. Ma il sig. Hinton spiegò che le spese per la macchina e per visitare le persone erano di gran lunga superiori alle offerte che riceveva per la letteratura.

Il secondo testimone della difesa fu il sig. Alvyn Franck, sorvegliante di distretto dei testimoni di Geova per gli stati di Missouri, Illinois e Arkansas. Il sig. Franck parlò del valore pratico dell’opera di evangelizzazione di porta in porta:

“Ci sentiamo in obbligo verso i nostri simili di comunicare loro le cose che abbiamo imparate dalle Scritture, il contenuto morale delle Scritture. Siamo stati in grado di aiutare migliaia e migliaia di giovani che avevano il problema della droga, ad esempio, problemi di alcolismo, problemi familiari, per menzionarne solo alcuni. Pensiamo e sappiamo che la Bibbia risolve queste situazioni.

“Crediamo che essa sia la Parola del Creatore e per millenovecento anni è stata molto efficace per aiutare le persone; pertanto, se non riusciamo a stabilire un contatto visivo con esse, il cristianesimo è privo di efficacia”.

Il giudice Sweeney condusse il processo in modo dignitoso e imparziale. Ascoltò con molta attenzione le prove nonché le arringhe degli avvocati. Chiese anche che si mettesse a verbale un contraddittorio.

Contraddittorio

Nelle comparse presentate al giudice Sweeney quale contraddittorio fu messo a verbale dagli avvocati? C’erano quattro principali punti controversi.

(1) La Costituzione protegge sempre le libere discussioni in pubblico? Sì, perché una quarantina d’anni fa la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva stabilito chiaramente che secondo la Costituzione la libertà includeva il diritto di compiere opera di evangelismo missionario in pubblico. In un processo del 1973 il giudice Will, un giudice federale di Chicago, disse: “L’inapplicabilità costituzionale di questo tipo di ordinanza alle attività religiose è una questione chiusa da decenni”.

Con una sentenza del 1978, la Corte Suprema stessa riaffermò l’importante libertà di esprimere il proprio pensiero religioso, dichiarando:

“Il diritto al libero esercizio della religione include inevitabilmente il diritto di predicare, fare proseliti e svolgere altre simili funzioni religiose”.

In un’opinione concomitante il giudice Brennan aggiunse:

“Le idee religiose, non meno delle altre, possono essere oggetto di discussioni ‘disinibite, animate e all’aperto. . . .’ L’amministrazione non può ostacolare i tentativi di fare proseliti o di rendere culto in luoghi pubblici”.

(2) C’è bisogno di licenza per predicare? La comparsa presentata dall’avvocato dei testimoni di Geova mostrava che la richiesta del comune di Ladue, che ci voglia una licenza o permesso per predicare, non era molto originale. Infatti, era contenuta nei libri di legge inglesi quasi 600 anni fa! Questo stesso argomento fu usato nel 1383 dagli inquisitori del Tribunale dell’Inquisizione contro John Wycliffe. Fu accusato di insegnare

“che è lecito per qualsiasi uomo, diacono o sacerdote, predicare la Parola di Dio senza autorizzazione o licenza della Sede apostolica”.

Il principale argomento degli inquisitori era che non si doveva consentire a nessuno “di predicare la Parola di Dio” senza permesso ufficiale. Questo è lo stesso argomento usato 596 anni più tardi dal comune di Ladue!

Ma lo scopo delle libertà custodite dalla Costituzione degli Stati Uniti era quello di abolire le malvage restrizioni imposte dall’Inquisizione. Il “libero esercizio della religione” garantito dall’American Bill of Rights è un permesso! Nessuna amministrazione, comunale, statale o nazionale, può chiederne altri!

(3) Questa ordinanza aiuta a tenere a freno la delinquenza? L’avvocato della difesa del comune di Ladue sosteneva che lo scopo del permesso richiesto era di dare alla polizia la possibilità di sapere chi andava di casa in casa. Alcuni di costoro potevano essere delinquenti, egli ragionava. Ammise tuttavia che non c’è motivo di dubitare dell’onestà dei testimoni di Geova.

La comparsa presentata per i testimoni di Geova mostrò che l’ordinanza del comune di Ladue non costituiva in effetti una protezione contro i delinquenti. Esentava tutti i gruppi eccetto i testimoni di Geova i quali sono conosciuti come persone di buona morale. Come si potevano tenere sotto controllo i criminali con leggi usate esclusivamente per dare fastidio a gente onesta e ossequente alle leggi?

(4) Era necessario ottenere l’approvazione della Charities Solicitation Commission? L’unica funzione di questa commissione è di sorvegliare l’attività di quelle organizzazioni che fanno richiesta di fondi, non di quelle che compiono l’opera di predicare e insegnare, come fanno i testimoni di Geova.

I tribunali hanno mostrato che c’è differenza fra il tipo tradizionale di istituti di beneficenza che fa richiesta di denaro, e il tipo di organizzazione non lucrativa primariamente impegnata nella divulgazione di informazioni. Le pubblicazioni bibliche dei testimoni di Geova sono soltanto un mezzo per spiegare le loro dottrine. Le piccole contribuzioni chieste sono secondarie rispetto alla proclamazione delle loro idee. Non è una “richiesta di denaro” nel senso inteso dalla legge. Né rientra nella giurisdizione di gruppi come la summenzionata commissione.

Una decisione coraggiosa

Il 24 maggio 1979 il giudice Sweeney emise la sentenza. Primo, commentò la condotta seria dei testimoni di Geova dimostrata dai fatti, dicendo: “Gli imputati sono persone serie di indiscussa buona morale. Le visite che facevano agli abitanti di Ladue non davano luogo a dispute o controversie. Nella maggioranza dei casi erano bene accolti dai padroni di casa; quando il loro messaggio non interessava alla persona essi se ne andavano cortesemente senza incidenti. In base alle prove addotte non c’è dubbio che la loro attività era religiosa e non commerciale ed era svolta a spese degli imputati a motivo delle loro credenze e della loro motivazione”.

Quindi il giudice dichiarò illegale l’ordinanza del comune di Ladue. Era discriminatoria, esentando essa certe chiese e organizzazioni di beneficenza, nonché tutti i gruppi politici, mentre cercava di ostacolarne altre.

Il giudice Sweeney dichiarò inoltre che l’ordinanza era incostituzionale perché tentava di mettere un freno alla libera espressione del pensiero. Egli spiegò: “Dato che l’Ordinanza in oggetto tenta di regolare la libera espressione delle idee o del pensiero religioso non è tutelabile in giudizio ed è nulla, dato che il governo non può legittimamente proteggere i suoi cittadini dalla libera espressione di pensieri e idee religiosi o politici”. La sentenza terminava dicendo:

“Per le suddette ragioni, la corte appura, ingiunge e decreta che il comune della città di Ladue si astenga permanentemente dall’applicare la suddetta Ordinanza avendo questa la pretesa di applicarsi agli imputati e ad altri membri dei testimoni di Geova, relativamente alle attività prescritte e qui indicate. Il querelante è condannato a pagare le spese processuali”.

In questo modo il tentativo di un comune di negare fondamentali libertà umane è stato drasticamente reso vano dalla decisione di un giudice coraggioso e sagace che ha difeso la libertà di predicare di porta in porta.

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